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Assemblea dei sindaci del Libero consorzio comunale, venerdì nuova riunione per votare la variazione al Bilancio
Torna a riunirsi venerdì prossimo 18 novembre alle 16, nell'aula Giglia del Libero Consorzio di Agrigento, l'assemblea dei sindaci convocata dal Commissario straordinario dott. Raffaele Sanzo, in aggiornamento della seduta della scorsa settimana. In quella circostanza, i sindaci presenti, avevano chiesto un rinvio di qualche giorno per prendere ulteriormente visione della documentazione illustrata dal dirigente del settore Ragioneria Fabrizio Caruana in merito ad alcune variazioni al Bilancio di previsione 2022/2024 che dovevano essere per l'appunto votate dall'Assemblea dei sindaci.L'altro punto all'ordine del giorno della riunione di venerdì prossimo sarà quello voluto dal Commissario straordinario dell'Ente Raffaele Sanzo, riguardante la posizione dell'assemblea dei sindaci alla recente proposta del Ministro Calderoli sull'Autonomia differenziata che potrebbe portare ad un ulteriore divario tra Nord e Sud nell'attribuzione di fondi e finanziamenti sopratutto nel mondo della scuola.Su sollecitazione del Commissario, il sindaco di Santo Stefano Quisquina Francesco Cacciatore, è stato incaricato di stilare un ordine del giorno che sarà portato a votazione dell'Assemblea nel corso della riunione del 18 novembre.
Progetto Rete Siti Unesco: rilanciare il ruolo delle Province nel governo delle filiere turistiche
Rivalutare il ruolo delle Province per governare le filiere turistiche e valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico dei siti UNESCO. Questo il messaggio che da Matera hanno lanciato i partner del progetto "Rete Siti Unesco", elaborato dall'associazione "Patrimoni del Sud", finanziato dal Ministero del Turismo e nato per creare una rete tra quindici territori di cinque regioni del Meridione d'Italia che ospitano un sito UNESCO. All'evento finale "Percorsi e patrimoni del Sud, il viaggio della civiltà" che si è svolto a Matera, ha preso parte anche il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, partner del progetto che ha la Provincia di Matera quale ente capofila.Il Libero Consorzio di Agrigento, rappresentato dal dirigente del Settore Promozione Turistica dr. Achille Contino, ha evidenziato come questo progetto sia l'occasione per rilanciare il ruolo delle Province nella governance del turismo. Una vera e propria alleanza con altri siti Unesco per ottenere risultati migliori degli attuali, nettamente inferiori, come presenze, a quelli di altre regioni meglio organizzate. Le Province, e in Sicilia i Liberi Consorzi, devono fare rete e diventare protagoniste nella programmazione e gestione delle filiere turistiche, contrariamente a quanto avvenuto in questi ultimi anni in cui si è proceduto in ordine sparso con risultati di modesta entità. Il dr. Contino ha evidenziato, ad esempio, che le presenze turistiche dell'intero Mezzogiorno non superano quelle della Toscana e dell'Emilia Romagna, nonostante l'immensa ricchezza artistica, culturale e storica che li caratterizza. Fondamentale, in questo senso, il ruolo della comunicazione che potrà ricevere grande impulso dalla collaborazione tra realtà territoriali diverse, considerando il Progetto Rete Siti Unesco come un unico strumento di comunicazione interregionale che ha creato utili sinergie tra i quindici partner, valorizzando in rete i siti Unesco del Meridione.
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Pensioni, dopo Quota 41 ibrida ecco il piano per la nuova riforma del 2024Subito dopo il varo della manovra il governo convocherà il tavolo con le parti sociali per discutere dell'intervento strutturale con cui dal 2024 dovrà essere progressivamente superata la legge Fornero.
Un piano grezzo di partenza è stato già abbozzato e ha come obiettivo finale l'uscita con Quota 41 in forma "secca"
Un solo anno con la soluzione ponte che consentirà l'avvio di Quota 41 in versione ibrida, vincolata cioè alla soglia anagrafica di 62 anni, a meno che il governo in extremis non decida di scendere a 61. Subito dopo, dal 2024, dovrebbe essere avviata una riforma organica della previdenza per superare la legge Fornero. È questa la rotta per le pensioni tracciata dall'esecutivo Meloni. Che ha già in mente un piano grezzo di partenza da sviluppare e definire nei dettagli nel corso di un confronto con le parti sociali in agenda a ruota dell'approvazione della manovra.L'obiettivo è quello di arrivare a Quota 41 in forma "secca", garantendo le uscite con 41 anni di versamenti a prescindere dall'età anagrafica entro la fine della legislatura, possibilmente tra il 2025 e il 2026. Nel frattempo verrebbero adottate quote flessibili partendo da un'età minima di 62-63 anni e sarebbe incentivato il ricorso alla previdenza integrativa con un alleggerimento dell'attuale tassazione. L'intervento strutturale verrebbe poi modellato per giungere a regime a una separazione della previdenza dall'assistenza e prevederebbe anche sconti contributivi per le lavoratrici madri, una nuova fase di pace contributiva e riscatti della laurea agevolati per estendere la "copertura previdenziale" dei giovani. Tra i nodi da sciogliere c'è anche quello della possibile modifica dell'attuale meccanismo che adegua i trattamenti all'aspettativa di vita.
Un solo anno di Quota 103 con 41 anni di versamenti
Come è ormai noto, con la fine a dicembre 2022 dell'esperienza della Quota 102 introdotta dall'esecutivo Draghi, il governo Meloni ha deciso di ricorrere per il solo 2023 a una soluzione ponte che consenta di evitare il ritorno alla legge Fornero in versione integrale. Il nuovo canale di uscita anticipata vedrà Quota 41 associata per 12 mesi a un requisito anagrafico, che dovrebbe essere fissato a 62 anni, a meno che in extremis l'esecutivo non decida di scendere a 61. La Quota 103 di fatto che si verrà creare, seppure in un nuovo formato, sarà accompagnata dal prolungamento sempre di un anno di Ape sociale e Opzione donna.
Dal 2024 il via alla riforma: il "tavolo" dopo la manovra
La tabella di marcia abbozzata dal governo prevede l'avvio dal 2024 di una riforma organica della previdenza per superare progressivamente la legge Fornero. L'intervento sarà definito all'insegna del dialogo sociale con sindacati, imprese e associazioni di categoria. Il tavolo è stato già annunciato dal governo e dovrebbe scattare dopo la presentazione della manovra economica.
Sindacati e imprese: basta Quote
I sindacati sono contrari a prolungare il sistema delle Quote "rigide". Un sistema che anche per il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, va superato per puntare a una riforma organica della previdenza. Cgil, Cisl e Uil sono favorevoli all'introduzione di Quota 41 in forma "secca", cara alla Lega, e, in alternativa, spingono anche per uscite, senza un ricalcolo contributivo integrale, già a partire dai 62 anni d'età.
Entro tre anni Quota 41 "secca"
Nella maggioranza di centrodestra soprattutto la Lega è in pressing per centrare entro il 2025-2026, e comunque prima della fine della legislatura, l'obiettivo di Quota 41 in forma "secca"(pensionamento con 41 di contribuzione a prescindere dall'età anagrafica). Molto dipenderà dalle risorse disponibili nei prossimi anni. Anche perché di qui al 2025 è già prevista una crescita della spesa pensionistica di ben 58 miliardi sotto la spinta dell'inflazione che fa lievitare l'impatto sui conti pubblici dell'indicizzazione dei trattamenti pensionistici al "caro-vita".
Dal 2024 uno o due anni di Quote elastiche prima della flessibilità in uscita
Oltre a Quota 41, dovrebbe essere previsto un nuovo meccanismo di uscite partendo da una soglia anagrafica minima di 62 ( o 63) anni. Due le ipotesi sul tavolo: una riduzione del trattamento tarata sul numero di anni di anticipo rispetto al requisito di vecchiaia o il ricalcolo contributivo dell'intero assegno con l'importo che si ridurrebbe maggiormente (anche oltre il 20%) uscendo appunto a 62 o 63 anni. In quest'ultimo caso si materializzerebbe la cosiddetta "Opzione uomo" sulla falsariga dell'attuale modello di "Opzione donna". Ma per fare andare a regime questo nuovo meccanismo potrebbero essere necessari almeno uno o due anni. In questo arco di tempo potrebbe scattare una Quota flessibile con un mix elastico di contributi ed età anagrafica partendo sempre dai 62-63 anni.
I bonus contributivi per le lavoratrici madri
Per le donne potrebbe essere introdotto un nuovo dispositivo di bonus contributivi ispirato in qualche modo allo schema del quoziente famigliare, che il governo Meloni intende adottare a vasto raggio già a partire dalla prossima manovra. In particolare, le lavoratrici madri potrebbero contare su un anno di contributi in più per ogni figlio. E questa soluzione sarebbe in linea anche con le proposte formulate dal sindacato.
La "copertura" per i giovani a partire dal riscatto agevolato della laurea
Un altro degli obiettivi del governo è quello di garantire un'adeguata "copertura previdenziale" ai giovani, che nella maggiora parte dei casi presentano carriere discontinue. Quasi sicuramente il governo ricorrerà a misure per agevolare il riscatto della laurea. La Lega ha anche già proposto di avviare una nuova fase di pace contributiva (già sperimentata ai tempi dell'esecutivo "Conte 1") per colmare i vuoti nel percorso dei versamenti. Tra gli interventi in programma c'è poi il rilancio della previdenza integrativa.
Tassazione più leggera sui fondi pensione
Con la riforma organica della previdenza il governo conta di alleggerire la tassazione sui fondi pensione. Il prelievo fiscale applicato attualmente sulla rendita delle forme integrative è del 15%, e scende al 9% solo in alcuni particolari casi. Nelle intenzioni dell'esecutivo l'asticella dovrebbe scendere di almeno il 2-2,5%. Sarà poi valutata con attenzione la richiesta dei sindacati di avviare una nuova fase di "silenzio-assenso" per destinare il Tfr alla previdenza complementare.