strade provinciali
Genio civile interventi sulle strade provinciali
Il Genio Civile ha completato i lavori di manutenzione su altre tre arterie provinciali del
versante dei Monti Sicani
Completati dal Genio Civile i lavori di manutenzione delle strade provinciali 35A Portella di Sciacca-Lucca
Sicula, 35B Lucca Sicula-Bivio SS380 e 88 di collegamento tra la SP36 e la SP47, per un importo
complessivo di poco più di un milione e mezzo di euro.
Prosegue dunque velocemente il programma dei lavori di manutenzione della viabilità interna della
provincia di Agrigento, portato avanti dall'Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, oggi
guidato dall'On. Alessandro Aricò, in attuazione ad un accordo istituzionale con il Libero Consorzio
Comunale di Agrigento.
Grazie ai lavori eseguiti, sono state superate una serie di criticità che riguardavano la deformazione della
sede viaria in diversi punti, causata da movimenti franosi, il deterioramento del conglomerato bituminoso
in alcuni tratti, l'assenza di segnaletica orizzontale, la carenza e l'obsolescenza della segnaletica verticale e
l'inadeguatezza delle opere di canalizzazione delle acque, che spesso determinavano condizioni favorevoli
per l'innesco di frane del corpo stradale verso valle. In particolare, con gli interventi appena conclusi, sono
state eliminate le frane, è stato regolarizzato il deflusso delle acque ed è stata ripavimentata la sede
stradale, su cui adesso è ben evidente la nuova segnaletica orizzontale.
"Siamo lieti di continuare ad offrire il nostro contributo, afferma il Capo del Genio Civile Rino La Mendola,
per ridurre quel gap infrastrutturale che, negli ultimi lustri, ha progressivamente isolato la provincia di
Agrigento, tarpando le ali al suo sviluppo socio-economico. Nel corso degli ultimi 15 mesi, seguendo le
direttive del nostro Assessorato Regionale e del Dipartimento Tecnico, diretto dall'Architetto Salvatore
Lizzio, abbiamo eseguito lavori di manutenzione in ben undici strade ricadenti sul territorio provinciale*.
Presto, aggiunge La Mendola, il programma dei lavori di manutenzione della rete stradale provinciale sarà
incrementato con una serie di nuovi interventi, da finanziare con le risorse che saranno stanziate dal
Governo Schifani, su proposta dell'Assessore al ramo, Alessandro Aricò".
In attesa della progettazione esecutiva della Strada Mare Monti, il restyling delle strade provinciali 35a,
35b, 88, che attraversano il versante dei Monti Sicani, è ben visibile dalle foto allegate e soprattutto dal
filmato scaricabile dal seguente link: https://we.tl/t-iW06SbFgqX , che mette in evidenza il tracciato della
SP88 prima e dopo dei lavori.
Lo staff del Genio Civile, impegnato nell'esecuzione dei lavori, è costituito dal Responsabile Unico del
Procedimento, Carmelo Marrix, dal Direttore dei lavori, Roberto Mistretta, dai Direttori Operativi
Salvatore Alessi, Salvatore Failla e Gianfranco Vullo e dagli Ispettori di Cantiere Pietro Bosco, Pietro
Fiaccabrino e Carmelo Florio.
La Segreteria tecnico-amministrativa del
Capo dell'Ufficio, Arch. Rino La Mendola
* Le undici strade provinciali oggetto di lavori di manutenzione negli ultimi 15 mesi: SP32 Ribera-Cianciana; SP12
Naro-Campobello di Licata; Strada di collegamento del centro abitato di Agrigento, con l'Ospedale San Giovanni di
Dio e la SP15; SP35A Portella di Sciacca-Lucca Sicula, SP35B Lucca Sicula- Bivio SS380 e SP88 di collegamento tra la
SP36 e la SP47; GIRO DI SICILIA: viale Leonardo Sciascia (Agrigento) e vie Monsignor Ficarra, Regina Margherita, Vittorio
Emanuele e Carlo Alberto dalla Chiesa (Canicattì).
agrigentonotizie.it
Chiuso per carenze strutturali, oggi è una scuola fantasma: ecco l'ex Ipia "Fermi"
L'istituto venne abbandonato circa dieci anni fa dopo le verifiche tecniche che fecero emergere l'uso del cemento depotenziato.
Per decenni ha formato ed avviato al lavoro, migliaia di giovani, poi la scure degli edifici pubblici costruiti con cemento depotenziato, si è abbattuta sull'istituto professionale "Enrico Fermi" di via Piersanti Mattarella di Agrigento che fu chiuso ed abbandonato al suo triste destino. Era una delle scuole più grandi della città, una vera e propria cittadella studentesca con tanto di pineta, dopo la chiusura, nel 2014, l'istituto "Fermi" venne trasferito in un immobile di via delle Industrie e i cancelli, in contrada Calcarelle, vennero serrati con catene e lucchetti che però non hanno ostacolato le molteplici azioni predatorie. Non c'è stato padiglione della ex scuola che non è stato visitata dai cercatori di ferro e rame. Sradicati in più punti sono stati gli infissi e gli impianti elettrici, portate via anche le porte interne e, come se non bastasse, sono stati vandalizzati anche i sanitari dei bagni.Rispetto all'ospedale San Giovanni di Dio, che fu al centro dello scandalo del cemento depotenziato, la sorte dell'Ipia Fermi è stata diametralmente opposta. Dal Libero Consorzio Comunale, ente quest'ultimo competente in materia di istituti di scuola superiore, nell'ottobre del 2021, si è proceduto alla consegna del servizio per la progettazione definitiva ed esecutiva degli impianti tecnologici per l'adeguamento delle strutture dell'istituto di via Piersanti Mattarella ma, da allora, nessun passo in avanti è stato compiuto per il suo recupero.
Intanto gli alunni, continuano a frequentare l'istituto della zona industriale che per la sua ubicazione, è destinato a subire un altro "sfratto forzato", e nel mentre, quella grande scuola "fatta di sabbia" continua a scontare una condanna che sembra essere ormai definitiva.
gds.it
La Finanziaria delle clientele, una valanga di emendamenti devia i soldi su sagre e festival
Il patto fra governo e opposizione tiene. La Finanziaria resta un maxi testo da quasi 130 articoli ma il suo esame slitta alla prossima settimana. Mentre montano le polemiche, anche nella maggioranza, per la moltiplicazione della spesa frutto degli emendamenti approvati in commissione Bilancio.La conferenza dei capigruppo, riunita ieri dal presidente dell'Ars Gaetano Galvagno, ha deciso che il voto sulla Finanziaria inizierà lunedì. Ci sarà battaglia su alcune norme, come annunciato dall'assessore agli Enti Locali Andrea Messina che proverà a cancellare tutti gli emendamenti che hanno radicalmente modificato il piano del governo per assegnare i fondi a Comuni e Province.
La norma originaria del governo prevedeva un budget di 327 milioni. Ma ieri Messina ha calcolato che gli emendamenti dei deputati che hanno creato riserve sul fondo per gli enti locali ha fatto scendere questo budget generale fino a 260 milioni. «C'è un tentativo di aggressione al fondo autonomie locali - ha detto Messina -. E il governo dovrà difendersi».Il governo ha resistito al pressing di alcune aree della stessa maggioranza che chiedevano di spacchettare la Finanziaria in un testo base e vari collegati che avrebbero viaggiato autonomamente. In questi ultimi sarebbero dovuti confluire tutti gli emendamenti - soprattutto di Pd, grillini e Sud chiama nord - che hanno fatto piovere contributi e aumentare la spesa di 40 milioni circa. In mattinata lo stesso Galvagno si era rammaricato per il fatto che «l'idea di evitare una legge omnibus non fosse stata recepita in commissione Bilancio». Galvagno era fra i favorevoli allo spacchettamento della Finanziaria, così come la Lega e pezzi di Dc e Fratelli d'Italia.Ci sono 15 milioni per aiutare le famiglie indigenti, almeno una quarantina per finanziare fuochi d'artificio, festival, carnevali e campi sportivi. La manovra riscritta dai deputati dell'Ars sta tutta in questo raffronto. Tra i provvedimenti ci sono finanziamenti per il festival dei giochi d'artificio di Gualtieri Sciaminò, il Carnevale di Termini Imerese, il festival del Sorbetto e per il Kitesurf a Marsala.
giornale di sicilia
Dimensionamento scolastico: stillicidio
al Sud
La popolazione scolastica in 10 anni passerà dagli oltre 8 milioni attuali a meno di 7 mln: questa forte
decrescita, insieme ai vincoli imposti dall'Ue con il Pnrr, è il motivo per il quale la Legge di Bilancio ha
previsto una norma sul cosiddetto dimensionamento scolastico con un taglio calcolato di sedi e
organico che avranno effetto principalmente a partire dal 2024/2025 ma che farà sentire i primi effetti
già dal prossimo anno scolastico.
Le fusioni, per il 70%, sono concentrate nel Mezzogiorno, in particolare Campania, Sicilia, Calabria,
Puglia, Sardegna, a causa del calo demografico e di una situazione preesistente più complessa.
Secondo alcune stime non ufficiali, tra le Regioni più penalizzate ci sarebbe proprio la Campania, con
oltre 140 fusioni, accompagnate da tagli di personale e di dirigenti scolastici. Segue la Sicilia con 109
accorpamenti, poi la Calabria con 79, la Puglia con 66, la Sardegna con 45, il Lazio con 37. La tabella
proposta è sul tavolo della Conferenza delle Regioni per trovare un'intesa entro maggio, altrimenti il
ministero dell'Istruzione deciderà entro giugno.
Ieri il governatore della Campania, Vincenzo De Luca ha reso noto che la Regione ha deciso di
impugnare la decisione del governo sul dimensionamento della scuola davanti alla Corte
Costituzionale. Subito gli ha dato manforte il candidato presidente della Regione Lazio per il
centrosinistra Alessio D'Amato. «Condividiamo la battaglia di De Luca» ha detto D'Amato, che ha
ribadito il suo «No al decreto Spacca Italia.
Anche per i M5S con Barbara Floridia, «la scuola pubblica è sotto attacco: Valditara ha riesumato le
gabbie salariali, la bozza sulle autonomie, vuole spaccare la scuola pubblica in 20 sistemi scolastici
differenti e il governo ha programmato tagli per 4 miliardi e la riduzione degli istituti. È il momento di
fare fronte comune e di agire a difesa della infrastruttura democratica più importante della
Repubblica».
Il ministro Giuseppe Valditara a fine novembre, quando aveva presentato la riforma del ministero,
aveva chiarito che se il suo dicastero non fosse intervenuto si sarebbe arrivati a una disciplina più
penalizzante per 90 posizioni di dirigente scolastico e direttore amministrativo e che la norma
proposta non prevede chiusure di plessi scolastici, ma l'efficientamento della presenza della dirigenza
sul territorio, eliminando l'abuso della reggenza.
Valditara si difende: «Solo un efficientamento della presenza dei dirigenti».
Sagre e fuochi d'artificio, l'abbuffata
Finanziaria: l'accordo regge, lunedì il
voto
Polemiche sull'aumento della spesa che ha fatto lievitare la manovra di quaranta
milioni Bocciata la proposta di spacchettare i provvedimenti in un testo base, con
altri collegati
Il patto fra governo e opposizione tiene. La Finanziaria resta un maxi testo da quasi 130 articoli ma il
suo esame slitta alla prossima settimana. Mentre montano le polemiche, anche nella maggioranza,
per la moltiplicazione della spesa frutto degli emendamenti approvati in commissione Bilancio.
La conferenza dei capigruppo, riunita ieri dal presidente dell'Ars Gaetano Galvagno, ha deciso che il
voto sulla Finanziaria inizierà lunedì. Fra domani e dopodomani verranno invece approvati il bilancio
del Parlamento e quello della Regione.
Il governo ha resistito al pressing di alcune aree della stessa maggioranza che chiedevano di
spacchettare la Finanziaria in un testo base e vari collegati che avrebbero viaggiato autonomamente.
In questi ultimi sarebbero dovuti confluire tutti gli emendamenti - soprattutto di Pd, grillini e Sud
chiama nord - che hanno fatto piovere contributi e aumentare la spesa di 40 milioni circa. In mattinata
lo stesso Galvagno si era rammaricato per il fatto che «l'idea di evitare una legge omnibus non fosse
stata recepita in commissione Bilancio». Galvagno era fra i favorevoli allo spacchettamento della
Finanziaria, così come la Lega e pezzi di Dc e Fratelli d'Italia.
Ma quella valanga di emendamenti servono al governo per garantirsi una corsia preferenziale in aula,
al riparo dall'ostruzionismo. Dunque avanti così. Anche se ci sarà battaglia su alcune norme, come
annunciato dall'assessore agli Enti Locali Andrea Messina che proverà a cancellare tutti gli
emendamenti che hanno radicalmente modificato il piano del governo per assegnare i fondi a Comuni
e Province.
La norma originaria del governo prevedeva un budget di 327 milioni. Ma ieri Messina ha calcolato che
gli emendamenti dei deputati che hanno creato riserve sul fondo per gli enti locali ha fatto scendere
questo budget generale fino a 260 milioni. «C'è un tentativo di aggressione al fondo autonomie locali
- ha detto Messina -. E il governo dovrà difendersi».
Il riferimento di Messina è a una valanga di emendamenti. C'è quello che stanzia 500 mila euro ai
«Comuni virtuosi», quello che dirotta 6 milioni dal budget generale a favore dei Comuni delle Isole
minori che devono trasferire i rifiuti fuori, quello che assegna 350 mila euro ai Comuni che hanno
ottenuto la bandiera blu per le spiagge e altri 100 mila per i centri che hanno solo la bandiera verde.
Due milioni andranno ai Comuni che hanno centrato l'obiettivo del 65% di raccolta differenziata. Ma
l'accusa di Messina è rivolta soprattutto agli emendamenti dei deputati tendenti a premiare il proprio
collegio elettorale: 2 milioni sono stati stanziati per la sola Agrigento, altrettanto - sempre con singoli
emendamenti - per Siracusa e Ragusa. Un milione, su pressing della lista civica messinese Sud
chiama nord è andato a una decina di centri per interventi specifici. Altri 500 mila euro sono andati al
Comune di Comiso. Infine, 5 milioni sono andati ai Comuni con «consistente popolazione canina» per
attuare le previsioni di una legge contro il randagismo approvata ad agosto e finora rimasta lettera
morta.
Sono tutti emendamenti confluiti nell'articolo 2 della Finanziaria. La battaglia, lunedì, inizierà proprio
da qui.
grandangoloagrigento.it
Viabilità, completati lavori di manutenzione di tre strade provinciali del versante dei Monti Sicani Per un importo complessivo di poco più di un milione e mezzo di euro
Completati, dal Genio Civile di Agrigento, i lavori di manutenzione delle strade provinciali 35A Portella di Sciacca-Lucca Sicula, 35B Lucca Sicula-Bivio SS380 e 88 di collegamento tra la SP36 e la SP47, per un importo complessivo di poco più di un milione e mezzo di euro. Prosegue dunque velocemente il programma dei lavori di manutenzione della viabilità interna della provincia di Agrigento, portato avanti dall'Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, oggi guidato dall'On. Alessandro Aricò, in attuazione ad un accordo istituzionale con il Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Grazie ai lavori eseguiti, sono state superate una serie di criticità che riguardavano la deformazione della sede viaria in diversi punti, causata da movimenti franosi, il deterioramento del conglomerato bituminoso in alcuni tratti, l'assenza di segnaletica orizzontale, la carenza e l'obsolescenza della segnaletica verticale e l'inadeguatezza delle opere di canalizzazione delle acque, che spesso determinavano condizioni favorevoli per l'innesco di frane del corpo stradale verso valle. In particolare, con gli interventi appena conclusi, sono state eliminate le frane, è stato regolarizzato il deflusso delle acque ed è stata ripavimentata la sede stradale, su cui adesso è ben evidente la nuova segnaletica orizzontale. "Siamo lieti di continuare ad offrire il nostro contributo, afferma il Capo del Genio Civile Rino La Mendola, per ridurre quel gap infrastrutturale che, negli ultimi lustri, ha progressivamente isolato la provincia di Agrigento, tarpando le ali al suo sviluppo socio-economico. Nel corso degli ultimi 15 mesi, seguendo le direttive del nostro Assessorato Regionale e del Dipartimento Tecnico, diretto dall'Architetto Salvatore Lizzio, abbiamo eseguito lavori di manutenzione in ben undici strade ricadenti sul territorio provinciale*. Presto, aggiunge La Mendola, il programma dei lavori di manutenzione della rete stradale provinciale sarà incrementato con una serie di nuovi interventi, da finanziare con le risorse che saranno stanziate dal Governo Schifani, su proposta dell'Assessore al ramo, On. Alessandro Aricò".
ITALIAOGGIAutonomia a costo zero per lo StatoNessun riferimento alla spesa storica, perequazione e soprattutto Lep, i livelli essenziali delle prestazioni che dovranno essere la pre-condizione dell'autonomia differenziata. Un'autonomia che dovrà essere a costo zero per il bilancio dello stato
Nessun riferimento alla spesa storica, perequazione, costi standard e soprattutto Lep, i livelli essenziali delle prestazioni che dovranno essere la pre-condizione dell'autonomia differenziata. Un'autonomia che dovrà essere a costo zero per il bilancio dello stato perché non dovranno derivarne "nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica". Senza aver preventivamente fissato i livelli minimi dei diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale non potrà esserci l'attribuzione di maggiori fette di autonomia alle regioni. E le regioni non interessate all'autonomia differenziata non dovranno essere penalizzate in termini di risorse. Le intese, infatti, non potranno "pregiudicare l'entità delle risorse da destinare a ciascuna delle altre Regioni". Dureranno al massimo 10 anni, ma potranno essere rinnovate.
Il disegno di legge di Roberto Calderoli è approdato ieri sul tavolo del pre-consiglio dei ministri in una veste molto diversa rispetto alla prima bozza dell'8 novembre 2022 che aveva suscitato un vespaio di polemiche proprio per lo scatto in avanti che avrebbe potuto portare al trasferimento di ulteriori competenze alle regioni anche senza la preventiva definizione dei Lep qualora questi non fossero stati definiti entro un anno. Ora invece si stabilisce con chiarezza che il trasferimento delle funzioni, con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie, potrà "essere effettuato, secondo le modalità e le procedure di quantificazione individuate dalle singole intese, soltanto dopo la determinazione dei LEP e dei relativi costi e fabbisogni standard". Rispetto alla prima, la nuova bozza Calderoli entra molto più nello specifico nel tratteggiare tutta una serie di contrappesi volti a scongiurare il rischio che l'autonomia differenziata possa spaccare ulteriormente l'Italia e acuire il divario Nord-Sud. I Lep dovranno definire la "soglia costituzionalmente necessaria" dei diritti minimi essenziali, "il nucleo invalicabile" per "erogare le prestazioni sociali di natura fondamentale, assicurare uno svolgimento leale e trasparente dei rapporti finanziari fra lo Stato e le autonomie territoriali, favorire un'equa ed efficiente allocazione delle risorse e il pieno superamento dei divari territoriali nel godimento delle prestazioni inerenti ai diritti civili e sociali". I tempi per la definizione dei Lep, in ogni caso, dovranno essere stretti. A dettare l'agenda è la legge di bilancio 2023 (legge 197/2022) che ha istituito (commi 791 e seguenti) presso la presidenza del consiglio una cabina di regia ad hoc con il compito di realizzare entro sei mesi una mappatura della spesa storica e una determinazione dei Lep che poi dovranno essere trasposti nei successivi sei mesi in uno o più dpcm. Il disegno di legge, che dovrebbe andare giovedì sul tavolo del cdm, introduce inoltre un'ulteriore garanzia per i territori: gli Affari regionali, il Mef e le singole regioni a cui nel frattempo saranno state trasferite le nuove competenze potranno " anche congiuntamente, disporre verifiche su specifici profili o settori di attività oggetto dell'intesa con riferimento alla garanzia del raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni". Altra importante rassicurazione è che l'autonomia differenziata sarà a costo zero per il bilancio dello Stato. Dall'applicazione della legge sull'autonomia differenziata e dalle intese con le singole regioni non dovranno derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. E qualora la determinazione dei Lep e dei relativi costi e fabbisogni standard dovesse determinare oneri aggiuntivi, la legge dovrà provvedere al relativo finanziamento
Il nuovo disegno di legge (di 10 articoli in totale) sana un altro vulnus presente nella bozza di novembre ossia il mancato coinvolgimento della Conferenza unificata che invece torna al centro delle interlocuzioni sugli schemi di intesa stato-regione. L'Unificata dovrà esprimere un parere entro trenta giorni dalla data di trasmissione del testo. Una volta reso il parere (o trascorso il termine di 30 giorni) lo schema di intesa preliminare dovrà essere immediatamente trasmesso alle Camere per l'esame da parte dei competenti organi parlamentari. L'esame parlamentare dovrà concludersi entro sessanta giorni e a quel punto il presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, predisporrà lo schema di intesa definitivo che a sua volta dovrà essere trasmesso alla Regione interessata per l'approvazione secondo le modalità e le forme stabilite nell'ambito della propria autonomia statutaria. Entro trenta giorni dall'approvazione della regione, lo schema di intesa definitivo, sarà deliberato dal Consiglio dei ministri. Il cdm varerà un disegno di legge di approvazione dell'intesa che sarà immediatamente trasmesso alle camere. Le intese stato-regione non potranno avere durata superiore a 10 anni. Alla scadenza le intese si considereranno rinnovate per un uguale periodo, salvo diversa volontà dello Stato o della Regione, manifestata almeno sei mesi prima della scadenza.
I governatori del Nord, e soprattutto quelli più direttamente coinvolti nel dossier autonomia come Attilio Fontana e Luca Zaia, plaudono alla nuova versione del ddl Calderoli.
Fontana non si è detto contrario al superamento della spesa storica perché, ha affermato, "la Lombardia non è contraria ai costi standard". Positivo anche il giudizio del presidente della Calabria Roberto Occhiuto secondo cui il nuovo testo "rappresenta un positivo passo in avanti. Molto bene che dal provvedimento siamo stati cancellati i riferimenti all'ingiusto criterio della spesa storica".
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca, invece, annuncia battaglia e con riferimento all'eliminazione del criterio della spesa storica parla di "finzione", perché, osserva, "sarà una commissione tecnico-politica a valutare le risorse da trasferire".
LENTEPUBBLICAMePA: le ultime novità sulla piattaforma aggiornate a gennaio 2023
Ecco una sintesi delle ultime novità sulla piattaforma del MePA aggiornate alla fine del mese di gennaio 2023.
In una recente nota sulla Piattaforma Mepa, dedicata agli Acquisti in Rete della PA, si fanno presenti le ultime novità aggiornate al mese di gennaio 2023.
Acquisti in Rete è il Portale operativo dove si svolgono tutte le attività del Programma per la razionalizzazione degli acquisti nella PA, dallo svolgimento delle gare all'abilitazione delle imprese, dalla pubblicazione dei cataloghi delle offerte agli acquisti delle PA, attraverso ordini diretti o negoziazioni.
La Piattaforma acquisti in rete PA rappresenta il punto principale del programma e permette:
un unico punto di accesso a tutti gli strumenti di acquisto e negoziazione
un ambiente di interazione tra la stazione appaltante e le imprese seguendo i principi di trasparenza, sicurezza e integrità dei dati.
Continua il processo di sviluppo e miglioramento del nuovo sistema di e-procurement con cui Acquisti in rete PA intende accompagnare le Amministrazioni e gli Operatori economici verso una gestione più semplice e personalizzata degli acquisti e negoziazioni.
Ecco quali sono nello specifico le ultime funzioni implementate sul portale.
MePA: le ultime novità sulla piattaforma aggiornate a gennaio 2023
Nello specifico una delle novità introdotte sulla piattaforma riguarda l'esperienza utente delle Pubbliche Amministrazioni.
Nell'ambito della Richiesta d'Offerta sul MePA, infatti, risulta disponibile un'integrazione della schermata e del PDF di Riepilogo, in cui saranno disponibili più informazioni e dettagli.
Inoltre viene ottimizzata la fruibilità complessiva del processo di validazione articoli da parte degli Operatori Economici sul catalogo, con una revisione più fluida e una comunicazione più semplice.
Infine, le Amministrazioni che operano nell'ambito del Sistema dinamico per l'acquisizione di prodotti farmaceutici trovano da oggi nuove funzioni, relative nello specifico:
alle lettere d'invito
e alla visualizzazione del Totale a base d'asta.
Per tutte le funzioni, si ricorda, è disponibile anche lo spazio Wiki Acquisti in Rete PA, che raccoglie tutte le informazioni sulle nuove procedure e funzionalità del sistema.