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rassegna stampa dell'8 febbraio 2023

GDS.IT
Parlamento siciliano, ai deputati 10.700 euro in più all'anno per l'adeguamento Istat
Nel giorno in cui il governo incassa l'approvazione del bilancio regionale è una voce del bilancio interno del Parlamento ad aver fatto rumore. Indica un aumento di spesa di quasi un milione per gli stipendi dei deputati.Tecnicamente, spiegano all'Ars, non si tratta di un aumento dello stipendio ma del recepimento dell'adeguamento Istat. In pratica i 70 onorevoli hanno applicato le norme che compensano semplicemente l'aumento dell'inflazione. Con cifre, va detto, molto diverse da quelle dell'impiegato medio. Il bilancio interno dell'Ars indica che la spesa per gli stipendi dei deputati cresce dai 10 milioni e 450 mila euro del 2022 agli 11 milioni e 200 mila euro di quest'anno. I 750 mila euro in più serviranno a erogare un aumento di qualche centinaio di euro ai deputati: incasseranno in totale 10.700 euro all'anno in più, cioè 890 euro lordi al mese.L'aumento per i deputati è arrivato nel giorno in cui, sotto traccia, è andato in scena un braccio di ferro con i sindaci, che a loro volta invocano un aumento dello stipendio. Lunedì l'assessore agli Enti Locali, Andrea Messina, aveva preparato un emendamento che stanziava a questo scopo 6 milioni: meno degli 11 necessari a dare copertura agli aumenti che in tutta Italia sono già in vigore nei Comuni. Ma è un budget che andava comunque incontro agli appelli dei sindaci.Ieri però il presidente Schifani ha fatto sapere che il governo sta ancora approfondendo la norma. Non è un no secco e tuttavia esprime una perplessità sull'opportunità politica di andare incontro ai sindaci.

teleacras.it
27 milioni in più per i servizi agli studenti disabili delle superiori
L'assessorato regionale alle Politiche sociali ha stanziato ulteriori 27 milioni di euro per aumentare il budget delle ex Province siciliane da destinare all'assistenza degli studenti con disabilità delle scuole superiori. L'assessorato è intervenuto a seguito delle istanze provenienti dagli Enti locali per sostenere il costo del servizio fino alla conclusione dell'anno scolastico in corso. La metà dei fondi sarà liquidata a breve.


sicilia24h.it
Libero Consorzio, il caso del sig. Puccio.
Quando un dirigente si sostituisce al Medico del Lavoro.
E poi quella commissione nata per valutare chi deve vaccinarsi o meno...
La paura regna sovrana. Si intravede una certa superficialità quando si deve decidere su casi patologici assolutamente seri e drammatici. Una situazione simile è stata registrata all'interno di una commissione specifica nata in occasione dell'avvento Covid dove i medici devono decidere chi è soggetto a rischio per le vaccinazioni e chi no. La vicenda del signor Puccio, che fra poco raccontiamo in un breve riassunto, è emblematica e invita a fare alcune riflessioni su come avviene la gestione del lavoro agile, su chi può deciderlo o meno.Il signor Maurizio Puccio, 62 anni, funzionario del Libero Consorzio di Agrigento, da quando è iniziato lo smart working ha potuto usufruire di questa opportunità in quanto colpito da gravi patologie mediche.Dopo tre anni di lavoro agile il sig.Puccio ha presentato lo scorso due gennaio la proroga per continuare a lavorare in modalità agile, grazie ad una legge che tutela i soggetti colpiti da gravi patologie. E dopo tre anni il sig. Puccio si è visto scrivere dalla dirigente (a tempo determinato grazie ad un avviso pubblico del febbraio 2022, sotto la lente di ingrandimento di qualche sindacato) Maria Antonietta Testone, donna dalla fulminante carriera, la quale ha risposto che "l'attività di sportello svolta dal dipendente è incompatibile con la modalità di lavoro agile. E siccome da parte dell'Ente c'è la disponibilità a trovare una soluzione, il lavoratore, trovandosi nella sede periferica dell'Urp di Sciacca, potrà richiedere il cambio della mansione o il traferimento in altro settore  o ufficio le cui mansioni lavorative siano conciliabili con l'attività  di smart working. Noi non possiamo cambiare il profilo.


LENTEPUBBLICA
Trattamento Fine Rapporto Dipendenti Pubblici: alcune indicazioni

Ecco alcune indicazioni utili riguardanti il Trattamento di Fine Rapporto per i Dipendenti Pubblici, alla luce anche delle ultime novità previste per quest'anno.
Il trattamento di fine rapporto, sigla TFR, detto anche liquidazione, è in Italia una porzione di retribuzione al lavoratore subordinato differita alla cessazione del rapporto di lavoro, effettuata da parte del datore di lavoro. Sono assoggettati alla disciplina del TFR tutti i lavoratori del settore privato, e lavoratori del settore pubblico, limitatamente alle categorie rientranti nel cosiddetto pubblico impiego contrattualizzato assunti dopo la data del 31/12/2000.
Trattamento Fine Rapporto Dipendenti Pubblici
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) per dipendenti pubblici è una somma di denaro corrisposta al lavoratore nel momento in cui termina il rapporto di lavoro.
L'importo è determinato dall'accantonamento, per ogni anno di servizio o frazione di anno, di una quota pari al 6,91% della retribuzione annua e dalle relative rivalutazioni.
In caso di frazione di anno:
la quota è ridotta in maniera proporzionale
e si calcola come mese intero la frazione di mese uguale o superiore a 15 giorni.
Per le categorie di lavoratori pubblici in regime di rapporto di lavoro contrattualizzato, i criteri per il calcolo del TFR sono stabiliti dall'accordo nazionale quadro del 29/07/1999 e il D.P.C.M. del 20/12/1999. Dal 1° maggio 2014 la retribuzione annua lorda considerata come base del calcolo non può eccedere la soglia di 240mila euro.
Come funziona?
Ai dipendenti che hanno terminano il servizio e hanno maturato i requisiti pensionistici a partire dal 1° gennaio 2014, il pagamento del TFR è corrisposto come segue (articolo 1, comma 484, legge 27 dicembre 2013, n. 147):
in unica soluzione, se l'ammontare complessivo lordo è pari o inferiore a 50.000 euro;
in due rate annuali, se l'ammontare complessivo lordo è superiore a 50.000 euro e inferiore a 100.000 euro (la prima rata è pari a 50.000 euro e la seconda è pari all'importo residuo);
in tre rate annuali, se l'ammontare complessivo lordo è superiore a 100.000 euro. In questo caso la prima e la seconda rata sono pari a 50.000 euro e la terza è pari all'importo residuo. La seconda e la terza somma saranno pagate rispettivamente dopo 12 e 24 mesi dalla decorrenza del diritto al pagamento della prima.
Il diritto al TFR  si prescrive sia per gli iscritti sia per i loro superstiti dopo cinque anni dal momento in cui è sorto. Si può interrompere la prescrizione con idoneo atto interruttivo.
Requisiti
Hanno diritto al TFR  i dipendenti pubblici assunti con:
contratto a tempo indeterminato dopo il 31 dicembre 2000, eccetto le categorie cosiddette "non contrattualizzate";
contratto a tempo determinato in corso o successivo al 30 maggio 2000 e della durata minima di 15 giorni continuativi nel mese;
contratto a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000 e che aderisce a un fondo di previdenza complementare (il passaggio al TFR  è automatico).
Se il rapporto di lavoro a tempo determinato decorre da una data precedente al 2 giugno 1999 fino al 30 maggio 2000 (data di entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 dicembre 1999), si attua in ogni caso l'iscrizione a un Trattamento di Fine Servizio (TFS), che comprende l'indennità di buonuscita e il premio di servizio, poiché pari o superiore all'anno continuativo. Il valore del trattamento di fine servizio maturato fino a quel momento costituisce il montante a cui si aggiungono le quote di TFR maturate nel periodo compreso tra il 31 maggio 2000 e il termine del rapporto di lavoro.
Il TFR viene erogato in tutti i casi di cessazione del rapporto di lavoro, qualunque ne sia la ragione:
licenziamento individuale e collettivo
dimissioni
e altre fattispecie similari.
Occorre fare domanda?
Il TFR è corrisposto d'ufficio, pertanto il lavoratore non deve fare alcuna domanda per ottenere la prestazione. Il modello TFR1 è compilato a cura dell'ente o amministrazione di appartenenza.
La somma spettante può essere percepita tramite accredito sul conto corrente bancario/postale o altra modalità di pagamento elettronico.
Modelli per enti e amministrazioni
Qui di seguito sono disponibili i documenti utili:
MODELLO TFR 1
MODELLO TFR 2
Dal 2023 esclusività del canale telematico
Nell'ambito della trasformazione digitale e tecnologica della Pubblica Amministrazione, l'INPS ha attivato un importante percorso di potenziamento della digitalizzazione dei servizi e delle procedure amministrative.
In questo contesto si inserisce la scelta di affidare al solo canale telematico lo scambio di informazioni in merito al Trattamento di fine servizio (TFS) e al Trattamento di fine rapporto (TFR) per dipendenti pubblici.
Dal 1° gennaio 2023, dunque, gli interessati dovranno utilizzare esclusivamente il canale telematico per lo scambio dei dati digitali necessari a definire il trattamento di fine servizio (TFS) e il trattamento di fine rapporto (TFR).
Rimane invariata la modalità di invio dei dati giuridico-economici necessari alla liquidazione del TFR per i rapporti di lavoro a tempo determinato del comparto scuola attraverso il flusso telematico MUR/MEF.
La circolare INPS 4 novembre 2022, n. 125 detta le istruzioni operative per l'utilizzo del canale telematico TFS e fornisce precisazioni sull'avvio in modalità esclusiva del canale telematico TFS - TFR.
Anticipo TFR a condizioni agevolate
Infine, vi è oggi la possibilità per i lavoratori pubblici, intervenuta solo dal 2020 e riconfermata con l'accordo Governo-ABI anche per gli anni successivi, di poter accedere all'anticipo TFS/TFR nei limiti dell'importo netto di 45.000 euro.
Per l'anno in corso, dal 1° febbraio, l'Inps anticiperà il trattamento di fine servizio e di fine rapporto dei pubblici dipendenti, a condizioni agevolate.
Con il messaggio 430/2023, l'istituto previdenziale ha disciplinato una nuova prestazione, volta a superare i tempi "lunghi" ora previsti per l'erogazione di Tfs e Tfr. Temche possono arrivare a superare i cinque anni.*

comunicalo.it

Scuola, Rizza (Flc Cgil Sicilia): con gli accorpamenti l'Isola perderà 109 scuole
"Ancora tagli tra le scuole sottodimensionate e la Sicilia tanto per cambiare sarà la regione più danneggiata, dopo la Campania, con una riduzione per l'anno scolastico 2024/25 di 109 scuole a causa degli accorpamenti". Lo denuncia Adriano Rizza, segretario regionale della Flc Cgil Sicilia. "Il dimensionamento scolastico previsto nell'ultima legge di bilancio varata dal governo nazionale - spiega - aumenta da 600 a 900 la soglia minima di studenti che gli istituti devono avere per rimanere in vita. Questo vuol dire che a partire dall'anno 2024/25, tutte le scuole con meno di 900 studenti dovranno essere accorpate ad altre. L'obiettivo è evidente: risparmiare risorse a scapito del buon funzionamento dell'attività scolastica, riducendo il numero dei dirigenti e del personale amministrativo". "Numeri alla mano - argomenta Rizza - le previsioni di spesa per l'istruzione scolastica passeranno da 52 miliardi e 114 milioni del 2023 a 47 miliardi e 997 milioni di euro del 2025. Dal 2023 al 2025 ci sarà un taglio del 50% delle risorse sul reclutamento e sull'aggiornamento dei dirigenti e del personale". "Tutto ciò - conclude Rizza - è inaccettabile. La scuola ancora una volta viene trattata come un bancomat dal governo e non come una risorsa strategica del Paese su cui investire per il futuro".


sicilia24h.it

Aica, l'assemblea dei sindaci manda a casa il consiglio di amministrazione
L'assemblea dei sindaci di Aica nella riunione di oggi pomeriggio ha azzerato il consiglio di amministrazione e nominato un commissario straordinario.
Un vero e proprio colpo di scena nella seduta assembleare che doveva essere dedicata al problema della nomina di un direttore generale di ruolo al posto del facente funzioni Francesco Fiorino. Invece, la presentazione in apertura delle dimissioni del vice presidente del cda Fiorella Scalia (da tempo c'erano fratture interne a tale organo) hanno portato i sindaci presenti a presentare una mozione di sfiducia votata dalla maggioranza. Hanno votato contro in tre, non ha votato il sindaco di Sciacca che era in videoconferenza ma non più in collegamento per un problema tecnico durante le operazioni di voto.A sorpresa nella stessa seduta è stato nominato il commissario straordinaria nella persona della stessa Scalia, che lascia la vice presidenza per rientrare al vertice dell'organo esecutivo della società consortile. Farà la "traghettatrice", come quando ha svolto per sei mesi le funzioni di direttore generale.Il presidenza dell'assemblea, Alfonso Provvidenza, ci dice che la nomina del nuovo cda dovrà avvenire entro un mese massimo e che la Scalia darà continuità all'attività di Aica.Giuseppe Recca

























































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































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