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rassegna stampa del 24 febbraio 2023

ITALIAOGGI 
Un Milleproroghe salva-enti Rinegoziazione dei mutui e ulteriore flessibilità di bilancio per coprire il caro energia. Sono queste le ultime novità per gli enti locali salite sul carro del decreto Milleproroghe convertito ieri in via definitiva dall'aula della Camera

Rinegoziazione dei mutui e ulteriore flessibilità di bilancio per coprire il caro energia. Sono queste le ultime novità per gli enti locali salite sul carro del decreto Milleproroghe (dl 198/2022) convertito ieri in via definitiva dall'aula della Camera, poco prima della scadenza del 27 febbraio.
Il provvedimento, come sempre accade da un po' di anni a questa parte, ha imbarcato una nutrita serie di correttivi, trasformandosi in una sorta di Manovra bis. Sui mutui, in considerazione delle difficoltà generate dall'aumento dei costi energetici, gli enti potranno rinegoziare o sospendere la quota capitale anche nel corso dell'esercizio provvisorio, fermo restando l'obbligo di effettuare le relative iscrizioni nel bilancio di previsione. Inoltre, in caso di adesione ad accordi promossi dall'Abi e dalle associazioni degli enti locali, si potrà andare in deroga all'art. 204, comma 2, del Tuel, e all'art. 41, commi 2 e 2-bis, della l 448/2001, fermo restando il pagamento degli interessi, senza necessità di rilasciare nuove garanzie. Viene inoltre estesa fino al 2025 la facoltà di utilizzare in parte corrente le economie derivanti dalle operazioni di rinegoziazione. Sul fronte delle flessibilità di bilancio, viene estesa al 2023 la disposizione (già prevista per il 2022) che consente agli enti di destinare alla copertura della spesa per le utenze di energia elettrica e gas i proventi di cui all'art. 142, commi 12-bis e 12-ter e all'art. 208, comma 4, del codice della strada, nonché quelli per la sosta dei veicoli nelle aree destinate al parcheggio a pagamento. Tale misura si aggiunge a quelle già previste dalla legge di bilancio, ossia il fondo da 400 milioni e la possibilità di utilizzare l'avanzo libero e quello svincolato.
Il decreto mette poi in sicurezza i contributi assegnati nel 2022 e quelli che verranno assegnati nel 2023 per incrementare le indennità degli amministratori anche per i comuni che abbiano adottato deliberazioni di rinuncia parziale o totale alla misura massima dell'emolumento prevista dalla normativa all'epoca vigente, confermando l'ultima interpretazione del Ministero dell'Interno contenuta nel comunicato del 27 gennaio scorso, nel quale si sancisce che "il contributo assegnato (...) può essere interamente utilizzato dai comuni beneficiari per l'incremento delle indennità di funzione anche nel caso in cui gli stessi abbiano adottato deliberazioni di riduzione, parziale o totale, della misura piena dell'indennità prevista dalla normativa all'epoca vigente". In precedenza, il Viminale aveva assunto una posizione diametralmente opposta: con un comunicato del 9 gennaio scorso, infatti, si chiariva senza incertezze che tali risorse "sono destinate, in via esclusiva, a compensare il maggiore onere che gli enti sostengono per adeguare le indennità in precedenza erogate agli amministratori in misura intera rispetto ai nuovi importi derivanti dall'applicazione dei (...) commi 583 e seguenti, con la conseguenza che qualsivoglia delibera che abbia inciso in senso riduttivo rispetto all'ammontare previsto dalla legislazione allora vigente, farà insorgere, in capo al comune, l'obbligo di procedere alla restituzione dell'intero contributo ricevuto."
Molto attesa anche la proroga del termine di approvazione del Piao (che slitta a fine marzo), con contestuale sblocco della facoltà, nelle more, di assumere a tempo determinato. Rimangono ovviamente irrisolte, invece, tutte le criticità riguardo al corretto inquadramento del nuovo strumento nel suo problematico rapporto con il Dup, anche a seguito dei chiarimenti della commissione Arconet.
Gli enti che non hanno inviato nei termini le certificazioni sull'utilizzo dei fondi Covid hanno la possibilità di sanare la loro posizione entro il 15 marzo, evitando in tal modo le pensanti sanzioni. Non mancano, infine, due importanti interventi in ambito tributario. In primo luogo, viene esteso al 31 marzo il termine per aderire allo stralcio dei mini ruoli (sotto i 1.000 euro), con previsione per i soli enti che non abbiano deliberato di optare per l'azzeramento totale. Dall'altro, viene ampliata la possibilità per gli enti di aderire alle altre sanatorie previste dalla manovra, oltre alla definizione delle liti pendenti, la conciliazione agevolata, la rinuncia ai ricorsi per Cassazione e la sanatoria delle rate omesse di accertamenti.



ITALIAOGGI
Inps, nel 2022 presentate 10,8 milioni di DsuI dati dell'Osservatorio sulle Dichiarazioni sostitutive uniche e sull`Isee. L`Abruzzo con 14.903 euro è la regione con i valori più alti, a Calabria, con 10.490 euro, presenta il valore più basso a livello nazionale

In aumento le Dichiarazioni Sostitutive Uniche presentate: nel 2022 sono state 10,8 milioni, in crescita dell'83% rispetto al 2016. Lo ha reso noto l'Inps spiegando che l'Osservatorio sulle Dichiarazioni Sostitutive Uniche e sull`Isee ha lo scopo di illustrare la distribuzione e le caratteristiche dei nuclei familiari che hanno presentato una Dichiarazione Unica Sostitutiva, per il rilascio della certificazione Isee, negli anni 2016-2022. Nel corso dello stesso anno solare, può essere presentata più di una Dsu, per cui il numero di nuclei familiari distinti è inferiore rispetto a quello del numero delle dichiarazioni: nell`anno 2022 a fronte di 10,8 milioni di Dsu si registrano 10,2 milioni di nuclei distinti, mediamente composti da circa 3 persone. Dal 2020 la Dsu può essere presentata anche in modalità precompilata: la dichiarazione contiene alcuni dati precompilati, forniti da Agenzia delle Entrate e da Inps, così da velocizzare il processo di attestazione del valore Isee. La percentuale di Dsu presentate in modalità precompilata, sul totale delle pervenute, è stata nell`anno 2020 pari al 9%, nel 2021 è salita al 10%, fino a raggiungere il 13% nell`anno 2022. Negli anni sempre più prestazioni sono state parametrizzate al valore Isee del nucleo familiare: dal 2016 al 2022 si è registrato infatti un incremento delle Dsu presentate pari all`83%, passando da 5,9 milioni nel 2016 a 10,8 nel 2022. Osservando la distribuzione territoriale delle Dsu presentate nel corso del periodo 2016-2022, si nota che le dichiarazioni sono più numerose nelle regioni del Sud e delle Isole; seguono le regioni del Nord e infine quelle del Centro. L`andamento delle dichiarazioni non cambia nel 2022: il 43% delle Dsu sono state, infatti, presentate nelle regioni del Sud e delle Isole, il 38% in quelle del Nord ed, infine, il 19% in quelle del Centro. Il valore Isee segue un andamento decrescente da Nord a Sud, con valori che vanno dai 17mila euro al Nord a 16mila euro nel Centro e 12mila euro per le regioni del Sud e delle Isole. Riguardo al valore Isee medio regionale, i dati più alti si registrano nelle regioni del Nord: il Trentino-Alto Adige raggiunge il valore Isee più alto a livello nazionale (21.352 euro), mentre la Liguria, con 15.600 euro, presenta il valore più basso tra le regioni del Nord. Seguono le regioni del Centro, con la Toscana, che raggiunge i 17.436 euro, detenendo il primato del valore più alto tra le regioni del Centro, e il Lazio con 14.959 euro, ultimo in classifica. Le regioni del Sud, infine, presentano i valori Isee più bassi: l`Abruzzo con 14.903 euro è la regione con i valori più alti, mentre la Calabria, con 10.490 euro, presenta il valore più basso a livello nazionale.


LENTEPUBBLICA
Congedo parentale: le novità sulla fruizione ad ore

In un recente parere dell'Aran, CFL 194, si analizza la nuova disciplina del congedo parentale alla luce del nuovo CCNL Enti Locali: ecco le novità sulla fruizione ad ore.
La modalità di fruizione oraria del congedo parentale, prevista dall'art. 32 del Testo Unico sulla maternità/paternità, si aggiunge alla modalità di fruizione su base giornaliera e mensile.
La legge 24 dicembre 2012, n.228 ha infatti introdotto la possibilità di frazionare ad ore la fruizione del congedo parentale, rinviando tuttavia alla contrattazione collettiva di settore il compito di stabilire:
le modalità di fruizione del congedo stesso su base oraria
i criteri di calcolo della base oraria
e l'equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata lavorativa.
Anche per questo motivo, alla luce del rinnovo del CCNL degli Enti Locali, l'ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle pubbliche amministrazioni) ha ritenuto opportuno fornire un parere dedicato alle novità della disciplina. Scopriamone di più.
Congedo parentale: vale ancora la fruizione ad ore?
La nuova disciplina del congedo parentale prevista dall'art. 45 del CCNL 16.11.2022 consente una fruizione frazionata ad ore?
Si conferma che in attuazione delle previsioni dell'art. 32, comma 1-bis, del D. Lgs. n. 151/2001, al comma 8 dell'art. 45 del CCNL Enti Locali 2019/2021 dedicato ai congedi dei genitori, è stata introdotta una disciplina specifica per le modalità di computo del congedo parentale fruito ad ore dai genitori lavoratori, anche adottivi o affidatari, con rapporto di lavoro, sia a tempo pieno che a tempo parziale. Tale disciplina prevede che: "Ai fini del computo dei giorni di congedo parentale fruiti da un lavoratore a tempo pieno, 6 ore di congedo parentale sono convenzionalmente equiparate ad un giorno. In caso di part time il suddetto numero di ore è riproporzionato per tenere conto della minore durata della prestazione lavorativa. I congedi parentali ad ore non sono, in ogni caso, fruibili per meno di un'ora e non riducono le ferie.".

Il testo completo dell'Aran:La nuova disciplina del congedo parentale prevista dall'art. 45 del CCNL 16.11.2022
consente una fruizione frazionata ad ore?
Si conferma che in attuazione delle previsioni dell'art. 32, comma 1-bis, del D. Lgs. n. 151/2001,
al comma 8 dell'art. 45 in oggetto, dedicato ai congedi dei genitori, è stata introdotta una
disciplina specifica per le modalità di computo del congedo parentale fruito ad ore dai genitori
lavoratori, anche adottivi o affidatari, con rapporto di lavoro, sia a tempo pieno che a tempo
parziale. Tale disciplina prevede che "Ai fini del computo dei giorni di congedo parentale fruiti
da un lavoratore a tempo pieno, 6 ore di congedo parentale sono convenzionalmente
equiparate ad un giorno. In caso di part time il suddetto numero di ore è riproporzionato per
tenere conto della minore durata della prestazione lavorativa. I congedi parentali ad ore non
sono, in ogni caso, fruibili per meno di un'ora e non riducono le ferie


LENTEPUBBLICA
Addio Spid ad aprile? Ecco tutto ciò che sappiamo

Potremmo dire addio allo Spid ad aprile 2023: sono scadute, infatti, le convenzioni per la gestione e ciò potrebbe provocare non pochi problemi alle amministrazioni.
Addio Spid aprile: il Sistema Pubblico d'Identità Digitale (SPID) potrebbe dirci addio, già a partire dal prossimo aprile.
Lo scorso dicembre era arrivata la proposta di Fratelli d'Italia di eliminare gradualmente lo Spid, per poter optare per un altro sistema unico d'identità digitale.
I motivi del possibile addio stavolta, però, sono collegati alle convenzioni per la gestione.
Vediamo di cosa si tratta nello specifico.
Addio Spid aprile: ecco cosa succede
Ad aprile 2023, scadranno le convenzioni per la gestione dello Spid. In realtà, gli accordi sono scaduti a fine 2022, ma l'Agid (l'Agenzia per l'Italia Digitale) li ha prorogati fino ad aprile.
Il problema sarebbe il fattore economico, poiché c'è stato un forte aumento dei costi e i fondi dati dallo Stato (che si attestano a circa un milione di euro) non basterebbero più.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, in un recente vertice, le aziende avrebbero chiesto che si arrivasse almeno a 50 milioni di euro di fondi, da dividere fra tutti gli operatori, in proporzione.
Ma non solo: Alessio Butti di Assocertificatori ha inviato una lettera ad Alessandro Musumeci, capo della segreteria tecnica del sottosegretariato all'Innovazione, nella quale si chiariscono anche le altre richieste degli operatori.
Gli operatori, infatti, hanno richiesto di essere coinvolti, nel caso in cui l'Agenzia e l'esecutivo dovessero ripensare all'identità digitale dei cittadini italiani
Addio Spid aprile: la posizione di Assocertificatori
Come dichiarato dal Presidente di Assocertificatori, Carmine Auletta:
"Quando è nato Spid, 8 anni fa, il legislatore aveva stabilito un principio: l'infrastruttura avrebbe dovuto essere gratuita per i cittadini e per la Pubblica Amministrazione e sarebbe stata finanziata con i flussi di cassa dei provider che avrebbero dovuto essere ripagati dalle transazioni dei privati. Abbiamo chiesto più volte di promuovere l'utilizzo dello Spid uso professionale e persona giuridica a pagamento, abbiamo proposto di creare un sistema di crediti di imposta per incentivare i service provider privati, ma non si è fatto nulla".
Rimangono ancora due mesi di tempo per trovare un accordo.


LENTEPUBBLICA  

Pensioni marzo 2023: ecco informazioni utili e novità

Il mese di marzo 2023 rappresenta un mese che, oltre alle consueta prassi, riserva alcune interessanti novità sulle pensioni: a illustrarle è un recente messaggio dell'INPS.
In arrivo il pagamento delle pensioni di marzo 2023, con l'aumento per gli importi dell'accredito INPS grazie alla rivalutazione prevista dalla Legge di Bilancio e ai relativi arretrati.
Scopriamo dunque quali sono le date di pagamento e quali sono le novità previste nelle procedure di accredito per il mese che sta per arrivare.
La data di pagamento delle pensioni per il mese di marzo 2023
Si comunica che per il mese di marzo 2023 il pagamento avverrà con valuta 1° marzo per i pagamenti accreditati presso Poste italiane e con valuta 3 marzo per i pagamenti presso gli Istituti di credito.
Rivalutazione delle pensioni per il 2023
In attesa dell'approvazione della legge di bilancio 2023, l'INPS aveva attribuito la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali dal 1° gennaio 2023 nella misura del 100% in tutti i casi in cui l'importo di pensione cumulato fosse compreso nel limite di quattro volte il trattamento minimo in pagamento nel 2022 (pari a 2.101,52 euro).
A seguito dell'approvazione della legge 29 dicembre 2022, n. 197, l'INPS ha quindi effettuato il calcolo della perequazione relativa ai trattamenti pensionistici il cui importo cumulato sia superiore a quattro volte il trattamento minimo secondo le fasce di importo e le relative percentuali previste dall'articolo 1, comma 309.
L'importo di pensione è stato, pertanto, aggiornato dal mese di marzo 2023 e sono stati posti in pagamento anche gli arretrati di perequazione riferiti ai mesi di gennaio e febbraio 2023.
Maggiori informazioni sulla rivalutazione delle pensioni sono disponibili in questo articolo.
IRPEF a titolo di acconto - addizionali regionali e comunali
Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili sul rateo di marzo vengono prelevate, oltre alle ritenute IRPEF a titolo di acconto, anche le addizionali regionali e comunali relative al 2022.
Si ricorda che queste trattenute sono effettuate in 11 rate nell'anno successivo a quello cui si riferiscono.
Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.
 Conguaglio anno di imposta 2022
L'INPS, in qualità di sostituto d'imposta dei titolari dei trattamenti pensionistici (sostituiti), ha effettuato le operazioni di conguaglio fiscale tra l'ammontare delle ritenute operate e l'imposta effettivamente dovuta sull'ammontare complessivo delle somme e i valori corrisposti nel corso dell'anno d'imposta 2022, tenendo conto delle detrazioni eventualmente spettanti a norma degli articoli 12 e 13 del TUIR. Quanto sopra in conformità all'articolo 23, comma 3, del d.p.r. 600/1973, che fissa quale termine ultimo di queste operazioni di conguaglio il 28 febbraio dell'anno successivo.
Conseguentemente gli esiti contabili di tali conguagli, dai quali possono essere generate imposte a debito o anche a credito, si applicano a decorrere dal rateo di marzo 2023.
Per quanto riguarda nello specifico i conguagli a debito, le modalità di recupero su pensioni erogate da questo Istituto sono attuate secondo le modalità di seguito indicate.
Redditi sotto i 18mila euro
Per i redditi di pensione annui di importo inferiore a 18.000 euro e con debiti superiori a 100 euro si procede ad applicare automaticamente il debito d'imposta, con rate di pari importo, sulle prestazioni in pagamento a decorrere dalla prima rata utile della prestazione in pagamento fino all'effettivo saldo. Ciò ai sensi dell'articolo 38, decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito nella legge 30 luglio 2010, n. 122, che ha introdotto questa modalità agevolata di effettuazione del conguaglio fiscale per cui, in presenza delle previste condizioni, le imposte dovute sono prelevate dall'INPS quale sostituto d'imposta in un numero massimo di 11 rate a partire dal mese successivo a quello in cui è effettuato il conguaglio, in deroga alla regola generale prevista dall'articolo 23, comma 3.
Redditi sopra i 18mila euro
Per i redditi di pensione annui di importo superiore a 18.000 euro e per quelli di importo inferiore a 18.000 euro con debito superiore a 100 euro il debito d'imposta risulta invece applicato sulle prestazioni in pagamento dal mese di marzo 2023 con azzeramento delle pensioni laddove le imposte corrispondenti risultino pari o superiori alle relative capienze. Ai fini del prelievo del debito d'imposta, qualora risulti un residuo debito, nonostante l'azzeramento della prestazione del mese precedente, tale debito si trattiene sui ratei di pensione in pagamento nei mesi successivi fino al definitivo saldo.


SICILIAONPRESS
ELEZIONI COMUNALI PRIMAVERA 2023: PROBABILE ANTICIPO E NUOVI FERMENTI

Uno spettro scuote i sogni, fino a ieri affatto agitati, dei candidati a Sindaco: quello di anticipare il voto per le comunali, odiernamente previsto per il 28 e 29 maggio, in modo da farle coincidere con quelle che si svolgeranno nel resto d'Italia (la cui data non è stata ancora ufficializzata). Ha infatti detto il Presidente della Regione, Renato Schifani: "Possiamo anticipare di un paio di settimane le amministrative. Attendo di avere certezza della data che sceglierà il governo nazionale, poi porterò in giunta di governo la proposta di allineare la Sicilia al resto del Paese".
Ciò, ove avvenisse, potrebbe avere refluenza diretta sulla decorrenza della legge regionale sull'estensione a tre mandati consecutivi della candidatura dei sindaci nei Comuni sino a 15mila abitanti. Legge che dovrebbe essere approvata nella prima quindicina di marzo e che dovrebbe essere pubblicata in gazzetta prima della fine del mese entrante.
Nel caso in cui le elezioni comunali dovrebbero svolgersi il 7 e 8 maggio oppure il 14 e 15 maggio, potrebbero diminuire le possibilità di dare esecuzione immediata alla nuova normativa, facendola decorrere, per converso, dalle elezioni comunali successive a queste.
Il che diventerebbe un problema per le eventuali candidature del sindaco di Ravanusa, Carmelo D'Angelo, di quello di Sambuca di Sicilia, Leo Ciaccio e di quello di San Giovanni Gemini, Carmelo Panepinto. I quali -si dice- che potrebbero riproporsi per il terzo mandato.
Intanto, stamattina, è arrivata l'ufficializzazione della candidatura di un altro Sindaco uscente: quello di Calamonaci, Pellegrino Spinelli. Il quale dichiara: "Voglio rassicurare i miei concittadini che la mia presenza in mezzo a loro in qualità di sindaco ci sarà ancora per altri cinque anni". Ed aggiunge: "Continuerò a fare gli interessi della comunità calamonacese che voglio continuare a rappresentare, affinché la nostra cittadina possa diventare sempre più bella e sempre di più equipararsi a realtà più fortunate".
La dichiarazione di Spinelli smentisce le voci che sino a qualche settimana fa parlavano di un suo ritiro dalla scena politica. E probabilmente smentisce, pure, le indiscrezioni su un possibile ritorno  dell'ex sindaco ed attuale Presidente del Consiglio Comunale, Vincenzo Inga.
La riproposizione del sindaco Spinelli a Calamonaci giunge dopo un paio di settimane di quella riguardante il sindaco di Cianciana, Francesco Martorana.  Quest'ultimo, nel corso di una pubblica assemblea cittadina, alla presenza del Commissario Regionale della Nuova Democrazia Cristiana Totò Cuffaro e del deputato della Nuova D.C., capogruppo all'Ars, on. Carmelo Pace, aveva ufficializzato la sua ricandidatura a sindaco di Cianciana.
Non ha ancora ufficializzato la riproposizione della propria candidatura il Sindaco di Grotte e consigliere regionale ANCI, Alfonso Provvidenza, il quale fa comunque sapere per le vie brevi che sarà di nuovo della partita. Come della partita dovrebbe essere un altro consigliere regionale ANCI, cioè il sindaco di Santo Stefano di Quisquina, Francesco Cacciatore.
Nemmeno hanno ancora ufficializzato le proprie ricandidature (ma nulla esclude che lo facciano a breve) il sindaco di Lucca Sicula, Salvatore D'Azzo, e quello di Burgio, Francesco Matinella. Sebbene, in quest'ultimo caso, gira una voce secondo cui Vito Ferrantelli, già sindaco ed attuale presidente del consiglio comunale, potrebbe rientrare in gioco per la carica di primo cittadino. Ma il diretto interessato smentisce energicamente. Invece, piccole indiscrezioni collocherebbero l'ingegnere d'area progressista, Enzo Galifi, attuale consigliere comunale, come candidato-sindaco opposto all'uscente Matinella che nel 2018 l'aveva sconfitto per soli 5 voti.
A Menfi, non si sa ancora se l'uscente Marilena Mauceri si candiderà di nuovo, mentre continua l'attività del Movimento Civico 92013-Il Nuovo Inizio che annovera tra i suoi esponenti un esperiente esponente politico, come Vito Clementi, attuale consigliere d'opposizione, che le indiscrezioni vorrebbero quale candidato-sindaco in pectore. Altre indiscrezioni farebbero invece riferimento a Ludovico Viviani, vice sino a 4 mesi fa di Marilena Mauceri, la quale comunque non ha affatto gettato la spugna.
E lo stesso discorso vale per Ioppolo Giancaxio, con Angelo Giuseppe Portella (due mandati all'attivo), per Sant'Angelo Muxaro, con Angelo Tirrito e per Castrofilippo, con Antonio Francesco Badalamenti. Tutti e tre potrebbero riproporsi, ma nel caso di Castrofilippo si attende un'imminente riunione con tutti i maggiorenti dello schieramento a sostegno del sindaco in carica. Schieramento che -secondo qualche voce in giro- potrebbe proporre un nome nuovo. In proposito è entrato in ballo, come mera ipotesi, il nome di un funzionario regionale che-secondo altre voci- potrebbe invece essere il candidato di uno schieramento opposto.
A Licata (unico Comune, tra i 14 che vanno al voto, dove vige il sistema elettorale proporzionale con eventuale ballottaggio per l'elezione del sindaco), intanto, il primo cittadino uscente, Giuseppe Galanti, ha assicurato che non sarà più candidato, mentre restano confermate le candidature di Angelo Balsamo, avvocato e di Giuseppe Montana, dirigente di Polizia Municipale al Comune di Gela. Nessun altra iniziativa pubblica ha riguardato, invece, il candidato in pectore Salvo Furnò, che lo scorso novembre aveva lanciato il comitato elettorale "Licata Può".


LIVESICILIA
Sicilia, la matassa dei precari Covid: soldi e promesse

La scadenza dei contratti dei lavoratori Covid si avvicina e stringono i tempi d'azione per l'assessore Giovanna Volo. Il countdown è partito, gli appelli bipartisan (di partiti di maggioranza e opposizione) per la proroga si moltiplicano di ora in ora, ma siamo appena all'inizio della fase di ricognizione.  L'assessore ieri ha convocato i commissari straordinari delle Asp siciliane per avere contezza di numeri e cifre, l'intenzione sarebbe quella di tentare di percorrere la via della proroga dei contratti in scadenza il 28 febbraio, ma si dovrà attendere ancora anche per capire la compatibilità dell'operazione con lo stato di salute delle casse regionali. 
Ad oggi, insomma, nessuna soluzione è sul tavolo. Numeri alla mano, secondo le stime dei sindacati (che l'assessore incontrerà lunedì, un giorno prima della deadline del 28 febbraio), sarebbero circa 4000 su 8000 i lavoratori Covid con i contratti in scadenza. A rischiare di più sono soprattutto alcune categorie di lavoratori: tecnici, professionali e parte degli amministrativi.
Ma andiamo con ordine. I vertici dell'assessorato sono alle prese con lo studio della normativa nazionale, o meglio delle conseguenze derivanti dall'emendamento contenuto nel decreto Milleproroghe che ha ottenuto il via libera dal Parlamento nazionale.
Carte alla mano, si posticipa di un anno, al 31 dicembre 2024, il termine per la maturazione dei 18 mesi di servizio, anche non consecutivi, necessari alla stabilizzazione di specifiche categorie di lavoratori che hanno prestato servizio durante la pandemia. Il legislatore amplia la platea dei soggetti beneficiari della procedura includendo il personale, dirigenziale e non dirigenziale, del ruolo sanitario e socio sanitario (medici, infermieri oss, psicologi, farmacisti, tecnici sanitari). Diverso il caso dei lavoratori amministrativi che necessitano del requisito di anzianità di servizio (da maturare anche con contratti flessibili). Tagliato fuori, invece, il personale tecnico (informatici e ingegneri) e professionale (giornalisti).  
L'incremento del fondo sanitario
Le procedure di stabilizzazione, secondo il decreto Milleproroghe, devono tenere conto dei limiti incrementali del tetto di spesa del personale previsti per il triennio 2022-2024 secondo quanto previsto dall'articolo 11 del Decreto Calabria che prevede che all'aumento del fondo sanitario nazionale aumenta il tetto di spesa del personale sanitario del 10% sull'incremento. Il fondo sanitario è incrementato di 2 miliardi l'anno per il triennio e quindi il tetto di spesa nazionale del personale aumenta di 200 milioni l'anno (10% del Fondo Sanitario). La Sicilia "pesa" il 10% come regione nel riparto del fondo. Pallottoliere alla mano: 20 milioni annui con una possibilità di spesa per il personale di 60 milioni nei prossimi tre anni. Questo stanziamento potrebbe consentire quelle aziende sanitarie, che hanno attualmente più̀ precari che posti disponibili, di ampliare la pianta organica. 
Insomma, al netto delle casse dissestate della sanità siciliana e dei tagli paventati nella ormai celebre relazione di La Rocca, non sembrerebbe essere tutto perduto (ammesso che ci sia la volontà politica). Un discorso diverso va fatto per i tecnici e i professionali esclusi dalla stabilizzazione: l'unica possibilità è quella di approntare una legge regionale. Questi lavoratori, tuttavia, secondo il percorso segnato dall'assessorato nei mesi scorsi potranno partecipare alle selezioni pubbliche con un punteggio che tiene conto dell'esperienza maturata. La sabbia della clessidra scorre inesorabile mentre il futuro lavorativo di migliaia di persone resta in bilico. 
















































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































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