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rassegna stampa del 10 marzo 2023


ITALIAOGGI
Riforma fiscale in 21 articoli Aliquota Ires di base al 15%, tre aliquote Irpef (23%, 35% e 43%), flat tax estesa ai lavoratori dipendenti, taglio delle attuali 600 detrazioni e deduzioni fiscali, fino a 120 rate per pagare le cartelle esattoriali

Aliquota Ires a due vie: al 15% e al 24% ma, in questo caso, solo sulla parte dell'utile non investito. I termini sono ancora in fare di definizione ma sarà questo l'assetto della nuova imposta sulle imprese (Ires) ridisegnata alla luce delle regole internazionali della minimum tax (aliquota minima globale). E' questa una delle novità contenuta nella bozza di legge delega fiscale ormai alle battute finali che sarà presentata alle parti sociali settimana prossima per poi essere approvata in consiglio dei ministri entro il 16 marzo, come confermato ancora una volta ieri dal viceministro delle finanze Maurizio Leo (si veda altro articolo a pagina 27). Per l'altra principale imposta, l'Irpef, si punta a avere una flat tax per tutti e si va verso un sistema di tre aliquote, 23, 35 e 43% allargando la flat tax incrementale ai lavoratori dipendenti (si veda ItaliaOggi del 9/3/23) e no tax area comune per dipendenti e pensionati con una revisione per il reddito da lavoro dipendente della disciplina dei fringe benefit. La riforma condivisa con le parti politiche in 34 slide, ha come obiettivo la riscrittura del sistema fiscale organizzato negli anni 70. Andando a sintetizzare le novità per quanto riguarda le principali imposte, relativamente all'Ires si tratta di uniformare il trattamento fiscale alle regole sull'aliquota minima globale. L'obiettivo è quello, risorse finanziarie permettendo, di quantificare una aliquota minima di base al 15% (e non si andrà al di sotto di questa percentuale) per la quota di reddito destinata nei due anni successivi a investimenti qualificati e a nuova occupazione per poi arrivare al 24% . Per la graduale abrogazione dell'Irap si introduce una sovraimposta con base imponibile corrispondente a quella dell'Ires. Nella delega troverà spazio la revisione della crisi di impresa, il superamento delle società di comodo e la revisione dei costi indeducibili. Sul capitolo dell'Irpef la legge delega si dà due obiettivi di medio termine e lungo termine. Nel primo caso, la transizione a tre scaglioni e aliquote più basse: 23%, 35 e 43%. Nel secondo caso, entro la fine della legislatura, flat tax per tutti. E poi la revisione delle tax expenditures dalle 600 attuali con ipotesi di forfettizzazione degli scaglioni di reddito con una base di partenza del 4% detraibile sulla base del reddito dichiarato per poi andare a scendere all'aumentare del reddito. Nel capitolo dedicato alle altre imposte indirette ci sarà la sostituzione dell'imposta di bollo delle ipotecarie e catastali con la creazione di un unico tributo in misura fissa. Per il riordino dei giochi si punta alla tutela dei giocatori vulnerabili e all'accordo con gli enti locali per la distribuzione dei punti. La delega si comporrà di 21 articoli e tre parti: la prima generale sui principi, la seconda sui tributi, la terza sui procedimenti e sanzioni (si veda tabella in pagina). Oltre alla sospensione degli avvisi bonari per i mesi di agosto e dicembre, si prevede la non decadenza dai benefici fiscali per gli inadempimenti formali e di minore gravità. Sull'accertamento, poi, si punta tutto sull'istituto del concordato preventivo biennale e sul rafforzamento della cooperative compliance, l'accordo preventivo con il fisco che si allargherà e vedrà un ruolo di primo piano dei professionisti come asseveratori. Si prepara anche una nuova riforma del contenzioso con l'abrogazione della mediazione. Un capitolo a sé è quello per la riforma della riscossione. Si punta a un meccanismo di rateizzazione fino a 120 rate e al graduale abbandono del ruolo. Si estenderà il termine di efficacia degli atti della riscossione. Sulle sanzioni il restyling prevede un regime premiale se ci si dota di un adeguato sistema di prevenzione una sorta di 231 fiscale e un maggior coordinamento tra processo tributario e processo penale. Per le sanzioni penali, la revisione degli omessi reati non reiterati e per i procedimenti amministrativi revisione di recidiva, cumuli e continuazioni. Infine entro un anno i testi unici per imposta con l'abrogazione delle norme superate e entro 24 mesi, con il compimento dell'iter di riforma, il codice unico tributario.




ITALIAOGGI

Ruffini: nel 2022 il recupero dell'evasione più alto di sempre, 20,2 miliardi di euro 
il direttore dell'Agenzia delle Entrate nel corso della presentazione alla Camera dei deputati dei risultati conseguiti lo scorso anno


Il 2022 ha registrato un recupero record dell'evasione fiscale. Lo ha annunciato Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle entrate e dell'Agenzia delle entrate-riscossione, intervenendo alla presentazione dei risultati raggiunti nel 2022 e delle prospettive future. "Il 2022 ha segnato il recupero dell'evasione fiscale più alto di sempre con la cifra record di 20 miliardi e 252 milioni. E' il risultato più alto di sempre, somme che sono state restituite alla collettività e di questo ne siamo orgogliosi, in questo momento così particolare di ripresa economica - ha detto -. Una cifra che contiene un altro record: la parte di quella cifra riferita ai recuperi ordinari è di circa 19 miliardi quindi è l'attività ordinaria delle due agenzie che ha portato a questo risultato". Dei 20,2 miliardi complessivamente riportati nelle casse dello Stato lo scorso anno, 19 miliardi derivano dalle ordinarie attività di controllo, così suddivisi: 10,9 miliardi da versamenti effettuati tramite F24 a seguito di attività di controllo, 3,2 miliardi da lettere per la compliance e 4,9 miliardi da cartelle di pagamento di Agenzia delle Entrate. Gli incassi da misure straordinarie (pace fiscale e "rottamazioni"), invece, ammontano a 1,2 miliardi. La complessiva attività di Agenzia delle Entrate Riscossione, svolta anche per altri enti, ha consentito di recuperare 10,8 miliardi: 9,2miliardi tramite attività ordinarie e 1,6 miliardi tramite la rottamazione ter e il saldo e stralcio. "L'attività dell'Agenzia delle Entrate non si limita al recupero dell'evasione fiscale, ma anche in un'altra attività fondamentale che è quella delle prevenzione, le attività di controllo nel 2022 hanno evitato che fossero sottratte alle casse dello Stato oltre 9 miliardi - ha aggiunto -. Sono somme che sono state recuperate proprio per evitare che venissero distratte dalle casse erariali, a questi risultati si sommano quelli dell'agenzia di entrate e riscossioni che ha riscosso rispettivamente 10, 8 miliardi, di questi 5 miliardi e 8 sono già ricompresi nei risultati dell'agenzia delle entrate". Ruffini non si è soffermato solo sui numeri, che "sono soltanto un aspetto della nostra attività, nell'attuale contesto normativo fiscale, l'agenzia deve anche fornire un'attività di interpretazione, abbiamo risposto a 16 mila interpellanze a livello regionale, 2 mila a livello centrale, abbiamo emanato 36 circolari, 81 risoluzioni. Un grande impegno per cercare di chiarire norme che spesso non sono chiarissime". sempre con riferimento al recupero conseguito da Agenzia delle Entrate i 3,2 miliardi di incassi da compliance (ovvero quelli riferiti ad anomalie riscontrate nelle dichiarazioni) sono stati del 52% più alti del 2019, quando le somme relative agli "alert" del Fisco si fermarono a quota 2,1 miliardi. Da gennaio a dicembre 2022 sono state più di 2,5 milioni le comunicazioni inviate, superando in maniera significativa gli obiettivi stabiliti dal Pnrr, sia con riguardo al numero di comunicazioni inviate che agli incassi, pari al 20% in più dell'obiettivo prefissato. Nell'ambito delle attività antifrode nel 2022 sono stati bloccati crediti fittizi per 9,5miliardi: 6,3 miliardi generati da bonus edilizi e 2,1 miliardi intercettati all'atto della cessione. A questi dati si sommano 912 milioni di indebite compensazioni e 207 milioni di rimborsi Iva non spettanti.
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti ha sottolineato che "il dialogo con i contribuenti e la segnalazione di eventuali anomalie sono sicuramente leve da utilizzare per ridurre il ricorso a misure invasive e aumentare la fiducia nel rapporto tra Stato e cittadini. Ciò aiuta ad instaurare un clima favorevole alle attività di impresa e promuovere una ottimale allocazione delle risorse che può aumentare il potenziale di crescita dell'economia". Ha poi annunciato che il disegno di legge di riforma fiscale "sarà presentato in Parlamento nelle prossime settimane, un provvedimento che consentirà un graduale processo di riduzione del carico fiscale e di rendere piú appetibili e attrattivi gli investimenti nel territorio nazionale". L'anno appena trascorso ha
visto anche un impegno straordinario per erogare a famiglie e operatori economici i rimborsi fiscali spettanti. Lo scorso anno sono stati riconosciuti 3,4 milioni di rimborsi per quasi 20 miliardi di euro, di cui 17miliardi erogati a favore di imprese. Se si sommano i rimborsi fiscali del triennio 2020- 2022 (58,8 miliardi) alle somme "accreditate" come contributi a fondo perduto nello stesso periodo(25,3 miliardi)la liquidità immessa dalle Entrate a sostegno dell'economia nel periodo Covid supera gli 84 miliardi di euro. Grazie alle recenti semplificazioni messe a punto dall'Agenzia, inoltre, i tempi di pagamento dei rimborsi delle imposte dirette si sono ridotti di circa 30 giorni.
"La riforma fiscale su cui stiamo lavorando riteniamo di poterla portare in Consiglio dei ministri la prossima settimana". E' quanto ha annunciato, invece, il viceministro all'Economia, Maurizio Leo. Il viceministro ha poi annunciato che il direttore Ruffini lo ha informato che "finora abbiamo ricevuto online 600mila domande di rottamazione. Questo ci fa capire quanta volontà c'è di cambiare il rapporto tributario e di chiudere una pagina che ha creato difficoltà ai contribuenti". E poi ha anche detto che "l'accertamento deve cambiare verso perché i risultati ci sono ma al tempo stesso dobbiamo pensare
che il tax gap è elevato. Per cercare di abbatterlo dobbiamo usare modi diversi come un meccanismo di concordato preventivo biennale per il mondo delle imposte sui redditi. E' pensabile presentare una proposta al contribuente: se ti adegui avrai un biennio senza accertamenti". Infine: "Sulla riscossione abbiamo numeri spaventosi, arriviamo a 1.150 miliardi di euro di magazzino cartelle", ha sottolineato Leo. "Sono numeri spaventosi, bisogna trovare il modo di smaltire questo arretrato - ha aggiunto - se in un certo lasso di tempo non si riscuote, non si continui su questa attività".



AGRIGENTONOTIZIE
Cosa cambia in concreto sui migranti (slogan a parte)Le partenze diminuiranno? Perché Meloni "ha ceduto" in parte a Salvini con il nuovo decreto? Che cosa resta dopo la trasferta del governo sulle coste della Calabria

Che cosa resta dopo la trasferta del governo sulle coste della Calabria? Dalla stretta sugli scafisti alle quote di stranieri da ammettere in Italia per lavoro definite per un triennio, passando per la semplificazione e l'accelerazione del processo per il rilascio del permesso di soggiorno. Sono diverse le novità contenute nel decreto flussi approvato all'unanimità dal governo nel Consiglio dei ministri presieduto dalla premier Giorgia Meloni che si è svolto ieri a Cutro. 
Tutto da vedere se l'aumento delle pene per i cosiddetti scafisti sarà un deterrente per le partenze di barconi e barchini. Secondo gli esperti no, non succederà: solo aprire canali regolari, iniziando dalla liberalizzazione dei visti, sarebbe una soluzione reale. Ma procediamo con ordine. Prima vediamo cosa prevede il nuovo decreto, e poi cerchiamo di analizzarlo.
Il decreto migranti del governo Meloni
Le novità principali sono le seguenti:
- Inasprimento delle pene per reati connessi all'immigrazione clandestina. Si introduce il nuovo reato di "morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina", che prevede gravi pene:
da 10 a 20 anni per lesioni gravi o gravissime a una o più persone;
da 15 a 24 anni per morte di una persona;
da 20 a 30 anni per la morte di più persone.
- Espulsioni e ricorsi. Si elimina la necessità di convalida del giudice di pace per l'esecuzione dei decreti di espulsione disposti a seguito di condanna.
- Nuove modalità di programmazione dei flussi di ingresso legale. Le quote di stranieri da ammettere in Italia per lavoro subordinato saranno definite, non più solo per un anno ma per un triennio (2023-2025). Le quote saranno assegnate ai lavoratori di Stati che promuovo per i propri cittadini campagne mediatiche sui rischi per l'incolumità personale derivanti dall'inserimento in traffici migratori irregolari.
- Modifiche alle norme sui titoli di ingresso e di soggiorno per lavoro subordinato. Si semplifica l'avvio del rapporto di lavoro degli stranieri con aziende italiane e si accelera la procedura di rilascio del nulla osta al lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale.
- Programmi di formazione. Ingressi fuori quota per stranieri che hanno superato, nel Paese di origine, i corsi di formazione riconosciuti dall'Italia, che saranno promossi dal Ministero del lavoro.
- Durata del permesso di soggiorno rinnovato. I rinnovi del permesso di soggiorno rilasciato per lavoro a tempo indeterminato, per lavoro autonomo o per ricongiungimento familiare avranno durata massima di tre anni, anziché due come oggi.
- Priorità alle aziende/lavoratori agricoli. Si stabilisce che i datori di lavoro che hanno fatto domanda per l'assegnazione di lavoratori agricoli e non sono risultati assegnatari abbiano la priorità rispetto ai nuovi richiedenti.
- Centri per migranti. Si introducono norme per il commissariamento della gestione dei centri governativi per l'accoglienza o il trattenimento degli stranieri, e comunque per farne proseguire il funzionamento. 
- Protezione speciale. Si definisce meglio la protezione speciale per evitare interpretazioni che portano a un suo allargamento improprio. 
Meloni "ha ceduto" a Salvini sui migranti
A livello politico, il braccio di ferro con Giorgia Meloni Matteo Salvini pensa di averlo vinto, almeno ieri. Meloni è parsa in difficoltà davanti alle domande dei giornalisti su eventuali responsabilità da chiarire nella notte del naufragio, mentre Salvini "porta a casa" un fatto: il nuovo provvedimento ricorda, per molti aspetti, i decreti sicurezza del primo governo Conte. "Diverse delle proposte della Lega sono comprese in questo decreto", ha detto ieri la premier, a fianco di un Salvini palesemente soddisfatto.
Rispetto alla bozza del decreto è scomparsa inoltre una norma, inserita dal ministro della Difesa Guido Crosetto e dal sottosegretario Alfredo Mantovano (FdI), che faceva passare il coordinamento della sorveglianza marittima alla Difesa, di fatta una delegittimazione di Salvini (che ha la competenza sulla Guardia costiera) e del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, inaccettabile per il Carroccio. Meloni ha fatto un passo indietro.
Mentre il governo era a Cutro, in commissione affari costituzionali alla Camera la Lega aveva incardinato alcune proposte di legge per il ripristino dei decreti sicurezza di Salvini, datati 2018, con l'obiettivo di restringere le maglie dei permessi speciali per il soggiorno agli extracomunitari in Italia. Ma di fatto la norma è contenuta nel decreto, al punto che il capogruppo Riccardo Molinari, sorpreso, in serata esultava: "Se è così meglio ancora".
La premier ha ribadito nei fatti e a parole l'unità dell'esecutivo: "Se qualcuno pensa che per i fatti di Cutro modifichiamo la nostra linea sbaglia di grosso", ha detto in Calabria.
Le partenze diminuiranno?
Meloni pareva ieri dare per scontato che un decreto flussi possa avere un qualche impatto sulle partenze di barchini e barconi. Ma non ci sono dati di alcun tipo a confermarlo. Anche la stretta sui trafficanti sembra essere molto debole, slogan a parte. Per arrestare i trafficanti che si arricchiscono, senza scrupoli, con la tratta di esseri umani, servirebbe una cooperazione internazionale penale comune con i governi di partenza. Solo i governi di partenza hanno la giurisdizione all'arresto dei trafficanti. Il resto sono slogan o promesse dalla sicura scarsa incisività.
Come ha evidenziato la giornalista Eleonora Camilli su Twitter, Giorgia Meloni sembra quasi usare "scafisti" e "trafficanti" come sinonimi. "Ma per 'scafista' si intende chi è alla guida dell'imbarcazione. Il 'trafficante' è chi organizza i viaggi all'interno di una rete internazionale e difficilmente si imbarca per un viaggio di morte". Tale confusione non sarebbe però casuale. "In ogni viaggio vengono identificati scafisti. Per il naufragio di Cutro sarebbero 5 (uno ha 17 anni). Spesso - continua Camilli - sono migranti, i trafficanti gli affidano l'imbarcazione in cambio del viaggio gratuito Non fanno parte della rete. Ma lo scafista lo prendi e puoi rivendicare pugno duro. Diverse inchieste hanno dimostrato errori rispetto all'arresto di scafisti. Più difficile è combattere davvero i trafficanti. Spesso sono gli stessi governi a non volerlo fare, perché se vuoi "fermare le partenze" è con loro che devi parlare e trattare. La Libia insegna. Se, come dice la presidente del Consiglio Meloni si vuol davvero combattere la rete dei trafficanti bisogna aprire canali regolari, iniziando dalla liberalizzazione dei visti". 
Di soccorsi ieri non si è praticamente parlato
In sintesi: non sembra esserci un collegamento diretto tra le nuove norme varate dal governo con la stretta contro gli scafisti e una riduzione nel futuro prossimo del numero di partenze. Qualcuno nota inoltre come Carlo Nordio, che del governo Meloni è ministro della Giustizia, abbia scritto moltissimo in passato sulla sostanziale inutilità dell'inasprimento delle pene.
Da una prima analisi pare abbastanza chiaro che parlare di soccorso in mare, con catene di comando più cristalline, non sia per il governo una priorità nella gestione del fenomeno, almeno al momento. Meloni e Salvini non sono andati sulla spiaggia del naufragio per omaggiare le vittime. Provare a legare a doppio filo i 79 morti di Cutro alle pene agli scafisti è una strategia politica che il governo prova ad attuare. Il focus ieri era altrove: di soccorsi in mare non si è praticamente parlato, l'urgenza è parsa essere la caccia a scafisti e trafficanti ("per tutto il globo terracqueo", Meloni dixit) piuttosto che quella di salvare persone in ogni modo possibile sulle varie rotte del Mediterraneo. 
L'apertura dei nuovi flussi per garantire anzitutto la domanda occupazionale di settori produttivi come l'Agricoltura e i soccorsi lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono argomenti spesso connessi soltanto in teoria, a oggi. Molti di coloro che viaggiano sui barconi in Italia non hanno alcuna intenzione di rimanerci a lungo. A Lampedusa, intanto, gli sbarchi continuano.

















































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































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