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rassegna stampa del 22 marzo 2023

ilsole24ore.it

Pensioni: in attesa di nuova Quota 103, ecco le soglie d'uscita anticipata

Il confronto tra governo e parti sociali per superare gradualmente alcuni capitoli della legge Fornero segna il passo.E con il trascorrere delle settimane cominciano a moltiplicarsi gli interrogativi sul "dopo Quota 103": la via d'uscita anticipata introdotta dal governo Meloni con l'ultima legge di bilancio che fino al 31 dicembre 2023 consente il pensionamento con 62 anni d'età e 41 anni di contribuzione.Anche perché sembrano allungarsi i tempi per arrivare a Quota 41, considerata da molti nel centrodestra, a partire dalla Lega, il punto di approdo di una possibile riforma della previdenza.
Tra le ipotesi che cominciano a circolare c'è quella di una proroga annuale della stessa Quota 103. Ma a prescindere dalla decisione che sarà adottata probabilmente con la prossima manovra autunnale, anche per il prossimo anno il governo è in ogni caso intenzionato a garantire un canale per accedere alla pensione prima della soglia di vecchiaia, in aggiunta a Ape sociale, Opzione donna e alle altre "vie" già collegate alla "Fornero".
Come è noto, dall'ultimo monitoraggio condotto dall'Inps sui flussi di pensionamento è arrivata la conferma come più di 3 trattamenti su 10 sono erogati con la fisionomia di assegni anticipati o prepensionamenti.E l'età media dei titolari di queste pensioni è di 61,1 anni per gli iscritti al Fondo lavoratori dipendenti dell'ente previdenziale, di 61 anni per coltivatori diretti, mezzadri e coloni per poi salire leggermente a 61, 4 anni nel caso degli artigiani, 62,1 anni in quello dei commercianti e a 62,4 per i dipendenti pubblici.
Il destino di Quota 103
Quota 103, che dal 1° gennaio ha preso il posto di Quota 102 (uscita con almeno 64 anni d'età e 38 di versamenti), si esaurirà il 31 dicembre 2023. Il governo punta a superare gradualmente la legge Fornero per consentire l'uscita con 41 anni di contributi a prescindere dell'età anagrafica (Quota 41), ma questo obiettivo non potrà sicuramente essere centrato il prossimo anno.Per il 2024 dovrebbe quindi essere individuata un'altra misura-ponte per consentire l'uscita anticipata. E non è da escludere del tutto che un prolungamento di Quota 103 possa far parte delle opzioni da valutare nei prossimi mesi.
Quasi il 31% delle pensioni erogate dall'Inps nel 2022 è riconducibile a trattamenti anticipati
Come emerge dall'ultimo monitoraggio sui flussi di pensionamento condotto dall'Inps nei mesi scorsi, dei 779.791 trattamenti erogati con decorrenza 2022 dall'ente previdenziale, guidato da Pasquale Tridico, quasi il 31% è riconducibile a trattamenti anticipati o prepensionamenti. In particolare, di questi assegni 276.468 sono risultati pensioni di vecchiaia, 241.339 trattamenti anticipati, 42.063 pensioni di invalidità e 219.921 "ai superstiti".
L'età media dell'uscita anticipata oscilla tra i 61 e i 62,4 anni per i vari settori
Dall'ultima rilevazione ufficiale dell'Inps emerge che nel 2022 l'età media delle uscite anticipate degli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti (la principale "gestione" dell'ente) è stata di 61,1 anni: 60,8 anni per le donne e 61,3 per gli uomini. La soglia anagrafica media è risultata più bassa per la gestione dei coltivatori diretti, coloni e mezzadri (61 anni), ma più alta per quelle degli artigiani (61,4 anni), dei commercianti (62,1 anni) e dei dipendenti pubblici (62,4 anni).Una gestione, quest'ultima, dove i trattamenti anticipati hanno assorbito il 53% di tutte le pensioni con decorrenza 2022, mentre per i lavoratori dipendenti e gli artigiani si scende al 34%, per i commercianti al 29% e per i coltivatori diretti al 26 per cento.
Ancora 185mila baby pensioni
Queste soglie di pensionamento anticipato restano comunque molto lontane dai requisiti iper-vantaggiosi con cui nei decenni scorsi si poteva accedere alle cosiddette "baby pensioni": ancora oggi l'Inps è costretto a liquidarne 185mila, stando ai dati contenuti in un recente libro del presidente Tridico ("Il lavoro di oggi la pensione di domani").La fetta più consistente di questi assegni è pagata dall'ente a donne (149mila), che mediamente usufruiscono di questo trattamento da 36 anni, mentre per gli uomini la durata media del trattamento è di 35 anni. E il costo annuale sfiora i 3 miliardi.



LIVESICILIA

Democrazia cristiana, morto Ignazio Cantone
Già presidente della Provincia di Agrigento

 E' morto a 93 anni Ignazio Cantone, che è stato presidente della Provincia Regionale di Agrigento. Cantone divenne consigliere comunale nel 1956, assessore al Comune di Agrigento e vice Sindaco della città dei templi fino agli anni '60. Fu presidente della Provincia per ben tre volte : la prima volta, giovanissimo dal 1963 al 1964; la seconda dal 1985 al 1988 ed infine la terza dal 1988 al 1990. Per alcuni anni, fu anche Presidente della Camera di Commercio, Artigianato ed Industria.
Grande Ufficiale al merito della Repubblica con alle spalle una lunga e brillante carriera nella Democrazia Cristiana, partito nel quale ha militato partecipando attivamente alla corrente " Nuove Forze " costituita dagli onorevoli "La Loggia, Rubino, Trincanato". I funerali si svolgeranno domani, alle 16 nella chiesa di San Vito ad Agrigento.


SICILIA24H
Giro di Sicilia, 300 mila euro sono stati destinati, nell'Agrigentino, per interventi ad Agrigento e Canicattì

Quasi 4 milioni di euro per la sistemazione delle strade non statali interessate dal passaggio del Giro di Sicilia, in programma nell'Isola dall'11 al 14 aprile e presentato stamattina nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d'Orleans. Lo ha deciso il governo Schifani, su proposta dell'assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò, durante la seduta della giunta di oggi.
«Il governo regionale - evidenzia Aricò - ha deciso di intervenire per poter offrire ai ciclisti un percorso più sicuro, ma anche per restituire ai numerosi territori coinvolti strade più efficienti, che resteranno in ogni caso anche dopo la corsa. Il "Giro di Sicilia" è una vetrina sportiva prestigiosa che metterà in mostra la nostra Isola con immagini che faranno il giro di numerosi Paesi internazionali. La Regione, in brevissimo tempo, tramite il dipartimento Tecnico, è riuscita a recuperare risorse per supportare Comuni ed ex Province nella manutenzione stradale, nel ripristino della pavimentazione e delle condizioni minime di sicurezza. Tutto ciò in sinergia di intenti con l'assessorato dello Sport guidato da Elvira Amata».
Questo l'elenco delle strade comunali e provinciali interessate dai lavori di sistemazione, che verranno eseguiti a cura degli uffici provinciali del Genio civile in 18 Comuni dell'Isola. Nel Palermitano, le opere prevedono il "ripristino della pavimentazione" in alcuni tratti a Termini Imerese, per un importo di 180 mila euro. In provincia di Catania, prevista la manutenzione straordinaria di strade a Giarre, Mascali e Caltagirone, per un milione di euro. Così come a Barcellona Pozzo di Gotto, Patti e Naso, nel Messinese, per 500 mila euro. Altri 300 mila euro sono stati destinati, nell'Agrigentino, a interventi nei Comuni di Agrigento e Canicattì.Nell'Ennese, quasi 250 mila euro serviranno per lavori di sistemazione della via Pergusa a Enna, delle strade provinciali 78 e 98 e del centro abitato di Piazza Armerina (via Conte Ruggero, via Generale Gaeta, via Gabriele D'Annunzio, via Monsignore Sturzo, via Libertà e via Manzoni).
Ripristino della pavimentazione stradale anche nei Comuni di Vittoria e Comiso, nel Ragusano, per un milione e 400 mila euro. In provincia di Trapani, infine, con 260 mila euro si provvederà alla manutenzione straordinaria delle strade comunali dei centri abitati di Marsala, Petrosino, Mazara del Vallo, Castelvetrano e Partanna e delle strade provinciali di collegamento.


AGRIGENTOOGGI
Giro di Sicilia 2023: ciclisti anche nella Valle dei Templi

Da Marsala ad Agrigento, da Canicattì a Vittoria, da Enna a Termini Imerese e da Barcellona Pozzo di Gotto a Giarre, sette province su nove saranno toccate dalle quattro tappe. Presentato a Palazzo d'Orleans il Giro di Sicilia,  quella che si può definire una 'classica' delle competizioni su strada, in programma dall'11 al 14 aprile.  "Sono certo che i tantissimi appassionati e i semplici curiosi saranno presenti in massa per testimoniare il loro affetto e il tifo per i grandi campioni", ha commentato il governatore della Sicilia, Renato Schifani. La corsa scatterà da Marsala e dopo 159 km arrivo ad Agrigento. Una prima tappa che a 4 km dall'arrivo porterà il gruppo all'ingresso della Valle dei Templi. Ultimi chilometri tutti in salita attorno al 5% con un breve tratto attorno al 9% a 2.5 km dall'arrivo. Seconda frazione più lunga, 193 km, con partenza da Canicattì e arrivo a Vittoria. Finale pianeggiante che potrebbe favorire gli sprinter. Il terzo giorno si parte da Enna, nel cuore della Sicilia, e dopo 150 km si arriva a Termini Imerese. Si scalano nell'ordine Rocca Vutura, Sperlinga (4 km) e la Portella di Bafurco dal versante sud. Seguono quasi 40 km di discesa (con brevi contropendenze all'interno) prima di inserirsi sulla strada statale costiera e raggiungere l'arrivo. L'ultima frazione è la più lunga: 216 km da Barcellona Pozzo di Gotto a Giarre. Frazione di montagna con le ascese di Floresta (complessivi 40 km al 3% medio con tratti al 7%). Segue una lunga discesa e dopo Linguaglossa si affronta la salita l'Etna (loc. Due Monti, quasi 18 km al 6%) e Scorciavacca (10 km al 6.4%) con gli ultimi chilometri in leggera salita fino al traguardo. Al via 25 squadre con il vincitore dell'edizione 2022 Damiano Caruso (Bahrain Victorius) e il campione olimpico su pista e portabandiera azzurro a Tokyo Elia Viviani (Ineos Grenadiers)."Grazie alla collaborazione tra la Regione Siciliana ed RCS Sport, non escludendo per il futuro la presenza anche di altri partner- ha continuato Schifani- riusciamo a portare i grandi campioni del ciclismo negli angoli più belli della Sicilia"


LIVESICILIA

Ciclismo: dalla Regione 4 milioni per il Giro di Sicilia

L'assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò fa il punto sulle opere.

Quasi 4 milioni di euro per la sistemazione delle strade non statali interessate dal passaggio del Giro di Sicilia, in programma nell'Isola dall'11 al 14 aprile e presentato stamattina nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d'Orleans. Lo ha deciso il governo Schifani, su proposta dell'assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò, durante la seduta della giunta di oggi.
"Il governo regionale - evidenzia Aricò - ha deciso di intervenire per poter offrire ai ciclisti un percorso più sicuro, ma anche per restituire ai numerosi territori coinvolti strade più efficienti, che resteranno in ogni caso anche dopo la corsa. Il Giro di Sicilia è una vetrina sportiva prestigiosa che metterà in mostra la nostra Isola con immagini che faranno il giro di numerosi Paesi internazionali. La Regione, in brevissimo tempo, tramite il dipartimento Tecnico, è riuscita a recuperare risorse per supportare Comuni ed ex Province nella manutenzione stradale, nel ripristino della pavimentazione e delle condizioni minime di sicurezza. Tutto ciò in sinergia di intenti con l'assessorato dello Sport guidato da Elvira Amata".
Questo l'elenco delle strade comunali e provinciali interessate dai lavori di sistemazione, che verranno eseguiti a cura degli uffici provinciali del Genio civile in 18 Comuni dell'Isola. Nel Palermitano, le opere prevedono il "ripristino della pavimentazione" in alcuni tratti a Termini Imerese, per un importo di 180 mila euro. In provincia di Catania, prevista la manutenzione straordinaria di strade a Giarre, Mascali e Caltagirone, per un milione di euro. Così come a Barcellona Pozzo di Gotto, Patti e Naso, nel Messinese, per 500 mila euro. Altri 300 mila euro sono stati destinati, nell'Agrigentino, a interventi nei Comuni di Agrigento e Canicattì.
Nell'Ennese, quasi 250 mila euro serviranno per lavori di sistemazione della via Pergusa a Enna, delle strade provinciali 78 e 98 e del centro abitato di Piazza Armerina (via Conte Ruggero, via Generale Gaeta, via Gabriele D'Annunzio, via Monsignore Sturzo, via Libertà e via Manzoni). Ripristino della pavimentazione stradale anche nei Comuni di Vittoria e Comiso, nel Ragusano, per un milione e 400 mila euro. In provincia di Trapani, infine, con 260 mila euro si provvederà alla manutenzione straordinaria delle strade comunali dei centri abitati di Marsala, Petrosino, Mazara del Vallo, Castelvetrano e Partanna e delle strade provinciali di collegamento.


LIVESICILIA
Ars, s'insedia la commissione speciale per lo Statuto. Presidente è l'azzurro Michele Mancuso.

PALERMO - Si è insediata oggi la Commissione speciale per lo Statuto dell'Assemblea regionale siciliana, che ha eletto il proprio ufficio di presidenza con a capo il forzista Michele Mancuso che nel ringraziare "i colleghi per la fiducia" sottolinea "il delicato lavoro che aspetta la Commissione nel momento in cui ci si appresta a dare attuazione all'Autonomia differenziata. Un lavoro che intendo affrontare in sintonia con quanto già fatto dal Presidente Schifani, ma dando spazio al dibattito e al confronto fra tutte le forze politiche che un argomento istituzionalmente così rilevante richiede."
Nella stessa seduta, la Commissione ha eletto i due vicepresidenti Giuseppe Lombardo (vicario) e Adriano Varrica e il segretario Mario Giambona. A Mancuso arrivano gli auguri di buon lavoro da parte del presidente dei deputati forzisti, Stefano Pellegrino, che sottolinea come si tratti di un incarico "affidato a persona di grande spessore che contribuirà sicuramente all'importante dibattito in atto, garantendo adeguata rappresentanza alle istanze siciliane e alle prerogative del nostro Statuto".



ITALIAOGGI

Il neopapà non può essere licenziato. Fino all'età di un anno del figlio, infatti, gode del divieto di licenziamento come la mamma. E, come già previsto per la mamma, può anche dimettersi senza preavviso e con diritto alla Naspi

Il neopapà non può essere licenziato. Fino all'età di un anno del figlio, infatti, gode del divieto di licenziamento come la mamma. E, come già previsto per la mamma, può anche dimettersi senza preavviso e con diritto alla Naspi. Le novità, operative dal 13 agosto 2022, scaturiscono dalla riforma della maternità del dlgs 105/2022, che ha raddoppiato il congedo di paternità estendendo le tutele del primo (c.d. alternativo alla mamma) al secondo (c.d. obbligatorio di 10 giorni). Lo spiega l'Inps nella circolare 32/2023, con placet del ministero del lavoro.
Il raddoppio di paternità. Il Tu maternità (dlgs 151/2001), nella parte non modificata dal dlgs 105/2022, disciplina il congedo di paternità alternativo, fruibile in sostituzione a quello della madre (il congedo di maternità, l'ex astensione obbligatoria) in presenza di situazioni gravi: la morte e la grave infermità della madre; l'abbandono del minore da parte della madre; o l'affidamento esclusivo del figlio al padre. Accanto a tale congedo, il dlgs 105/2022 ha introdotto un secondo congedo di paternità obbligatorio: dai due mesi precedenti la data presunta del parto ed entro i cinque mesi dopo il parto, il papà si astiene dal lavoro per 10 giorni lavorativi, non frazionabili a ore, anche in via non continuativa. Il congedo è fruibile anche in caso di morte perinatale del figlio. In caso di parto plurimo sono 20 i giorni.
Il divieto di licenziamento. Il Tu maternità stabilisce che la madre non può essere licenziata dall'inizio della gravidanza fino a un anno del figlio. Riguardo ai papà, stabilisce che, in caso di fruizione di un congedo di paternità, sia il vecchio alternativo sia il nuovo obbligatorio, il divieto si applica (al padre) per la durata del congedo e fino all'età di un anno del figlio. Qui la prima novità: la tutela (divieto licenziamento), già prevista per il padre fruitore del congedo di paternità alternativo, viene estesa dal dlgs 105/2022 al caso di fruizione del nuovo congedo di paternità obbligatorio.
Le dimissioni e la Naspi. Sempre il Tu maternità, nella parte non modificata dalla riforma, dispone che per le dimissioni rassegnate durante il divieto di licenziamento la lavoratrice ha diritto alle indennità previste per il licenziamento e, inoltre, non deve dare il preavviso. Le tutele si applicano pure al padre che ha fruito del congedo di paternità. L'Inps fa notare che la norma fa un richiamo generico al congedo di paternità senza alcuna specifica qualificazione; pertanto, spiega, le tutele sono da intendere rivolte al lavoratore padre sia nel caso di fruizione del congedo di paternità obbligatorio e sia nel caso di fruizione del congedo di paternità alternativo. La novità ha riflessi sul diritto alla Naspi in caso di dimissioni durante il divieto di licenziamento e fino a un anno del figlio. Prima della riforma 2022, infatti, l'accesso alla Naspi era riservata, oltre che alla madre, anche al padre ma solo in caso di fruizione del "congedo di paternità alternativo". Dal 13 agosto 2022, invece, l'accesso alla Naspi in caso di dimissioni nel periodo di divieto di licenziamento e fino a un anno d'età del figlio è riconosciuto al padre sia se ha fruito del congedo di paternità alternativo sia di quello nuovo obbligatorio (se, ovviamente, ricorrono anche tutti gli altri requisiti). Infine, l'Inps precisa che le domande di Naspi respinte prima della circolare, possono essere oggetto di riesame su istanza di parte da presentare alla sede dell'Inps competente.


ITALIAOGGI

Ue, Meloni: Il tempo dell'austerità è finito. Regole patto di stabilità irrealistiche. Le comunicazioni in Senato della presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì: la flessibilità necessaria sui fondi europei, Pnrr compreso, si accompagna all'altro grande tema, decisivo per l'Italia, che è la revisione del patto di stabilità e crescita

"Il tempo dell'austerità è finito. Le vecchie regole del Patto di stabilità Ue sono ormai irrealistiche e l'unico obiettivo da perseguire per rendere il debito pubblico sostenibile è la crescita". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, intervenendo in Aula al Senato in occasione delle comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo. "Sulla revisione del Patto di stabilità e crescita è necessario arrivare alla fine del 2023 con nuove regole credibili. Abbiamo avuto un Patto di stabilità e crescita che in passato era più attento al tema della stabilità, oggi abbiamo bisogno di attenzione al tema della crescita. Questa è la nostra prioritá", ha detto Meloni rivolgendosi all'Aula di palazzo Madama sottolineando che "oggi abbiamo bisogno di maggiore attenzione alla crescita, questa è la prioritá. Le vecchie regole sarebbero oggi assolutamente irrealistiche e quelle nuove devono sostenere gli investimenti pubblici necessari". "Il tempo dell'austerità è finito. Le nuove regole sul Patto di stabilitá devono sostenere investimenti pubblici", ha proseguito la premier precisando che "il percorso di riequilibrio dei bilanci degli Stati indebitati non dovrá sacrificare lo sviluppo economico. Una crescita economica stabile e duratura -ha sottolineato ancora Meloni -è l'unica garanzia di sostenibilitá del debito pubblico". Entro il 2023, dunque, in vista di una revisione del Patto di Stabilitá, "bisogna arrivare a nuove regole, sulla base di principi realistici dopo la pandemia del Covid: serve piú equilibrio tra stabilitá e crescita", ha proseguito.
"Le conclusioni dell'ultimo Consiglio europeo riconoscono l'importanza della flessibilitá nell'uso dei fondi esistenti. È essenziale mantenere l'attenzione politica sull'attuazione di queste prioritá, a maggior ragione perchè non c'è ancora sostegno tra i 27 Paesi su una strategia di sostegno finanziario a lungo termine alla competitivitá", ha infine ricordato Meloni precisando che "la flessibilitá necessaria sui fondi europei, Pnrr compreso, si accompagna all'altro grande tema, decisivo per l'Italia, che è la revisione del patto di stabilitá e crescita".
Comunque, in Europa "l'Italia ha tutte le carte in regola per recitare un ruolo da protagonista e non da comprimario", ha detto la presidente del Consiglio. "In una fase complessa l'Ue ha il compito più arduo da decenni: garantire la sicurezza del continente di fronte alla minaccia della guerra, proteggere e sostenere il tessuto socio-economico, predisporsi a cambiamenti radicali che possono profilarsi negli equilibri globali", ha aggiunto. Questo "nel rispetto dei valori di democrazia e libertà che ispirano il nostro percorso ma che questo tempo ci ha insegnato a non dare per scontato. Servono visione, strategia, efficacia e tempestività". "Rimane fondamentale l'obiettivo del rafforzamento della competitività e dell'economia europea", ha quindi sostenuto la premier. "Per quanto ci riguarda il processo verso un'economia verde deve essere un processo sostenibile dal punto di vista sociale ed economico", ha aggiunto.
Il Consiglio europeo affronterà, inoltre, il tema della sicurezza energetica, "l'Italia ha sostenuto fin dall'inizio l'importanza di una risposta a 27... La decisione europea di fissare un tetto al prezzo del gas è in gran parte un merito dell'Italia che è riuscita a lavorare insieme e tutti quanti dobbiamo essere fieri di noi". In ogni caso "il Consiglio europeo affronterá nuovamente il tema della sicurezza energetica, con l'obiettivo principale di valutare l'efficacia delle misure intraprese finora e di verificare lo stato di preparazione in vista del prossimo inverno".
Tra i temi sul tavolo a Bruxelles non mancherà quello sulle migrazioni. "L'Italia sul fenomeno immigrazione "non può piú aspettare. E' tempo di agire e tradurre in fatti concreti le misure concordate nello scorso Consiglio europeo", ha sottolineato la premier. "L'immigrazione sta diventando un'emergenza strutturale e stiamo assistendo ad una pressione migratoria senza precedenti. L'Italia non può aspettare oltre, non possiamo aspettare inermi", ha detto la premier aggiungendo che "le frontiere marittime dell'Italia sono frontiere dell'Europa e l'Europa è chiamata a difendere queste frontiere, la posta in gioco è la sicurezza dell'interno continente. Vogliamo contrastare con forza i trafficanti di essere umani, fermare le partenze, aumentare i rimpatri, avere una immigrazione legale e fondi adeguati per l'accoglienza. Fermare i movimenti secondari si può fare fermando le partenze irregolari ed è il momento di spingere con forza un nuovo modello di gestione del fenomeno". Per lungo tempo, "l'Italia è stata rimproverata di non fare abbastanza per ostacolare gli spostamenti secondari. Al Consiglio Ue di febbraio abbiamo lavorato per ribaltare questa prospettiva. C'è un modo solo per fermare i movimenti secondari ed è quello di fermare i movimenti primari a monte, quindi le partenze irregolari", ha detto ancora Meloni spiegando che "l'Italia vuole ribadire che non c'è un solo minuto da perdere, è il tempo di agire e tradurre in fatti concreti le misure concordate dal Consiglio europeo sulla gestione dei flussi migratori. Non vogliamo piú piangere vittime innocenti nel Mediterraneo, non vogliamo piú accettare che la gestione dei migranti sia gestita dagli scafisti e da chi li manovra e vogliamo una migrazione legale". Secondo Meloni per affrontare il flusso di migranti "è fondamentale la collaborazione con i Paesi d'origine, con risorse adeguate" sugli stessi livelli di quelle stanziate a favore della Turchia per fronteggiare la crisi migratoria del 2015. "Occorre creare nei paesi di partenza alternative in termini di lavoro e formazione perchè prima di ogni ipotetico diritto a migrare, ogni essere umano ha diritto a non essere costretto a migrare per cercare una vita migliore", ha precisato la premier sottolineando che "occorre fermare le partenze, collaborare con i principali paesi d'origine e di transito, aumentare i rimpatri, rendere efficienti i percorsi per la migrazione legale e la protezione umanitaria, dedicare risorse finanziarie che siano adeguate a questi obiettivi. Sono queste le prioritá che ci siamo dati e sono anche le prioritá che abbiamo portato al tavolo dei leader europei". Per Meloni, infine, "è necessario il coinvolgimento degli Stati di bandiera delle Ong nelle operazioni Sar. Gli Stati di bandiera che finanziano le Ong devono assumersi le responsabilitá che il diritto del mare attribuisce loro".
Altro tema affrontato dalla premier a palazzo Madama è stato quello degli aiuti all'Ucraina. "A chi racconta che l'Italia sta spendendo soldi a danno degli italiani dico: basta menzogne. L'Italia sta inviando all'Ucraina materiale e componenti giá in suo possesso", ha detto, aggiungendo: "Giudico falsa e puerile la propaganda di chi racconta che l'Italia spende soldi inviando armi sottraendo risorse alle necessitá degli italiani, è falso e in questa Aula lo sappiamo tutti", ha aggiunto Meloni sottolineando che "l'Italia sta inviando armi di cui è giá in possesso e che per fortuna non dobbiamo utilizzare, e le inviamo anche per tenere lontana la guerra da casa nostra". "Raccontare agli italiani il contrario è una menzogna che intendo chiamare col suo nome. Raccontare agli italiani che senza l'aiuto all'Ucraina si potrebbero aumentare le pensioni o ridurre le tasse è una menzogna", ha concluso.



ITALIAOGGI

Tributi locali al fotofinish

Le violazioni commesse nell'anno 2017 devono essere accertate dagli enti locali, per i tributi di propria competenza, entro il prossimo 27 marzo in quanto il 26 cade di domenica

Le violazioni commesse nell'anno 2017 devono essere accertate dagli enti locali, per i tributi di propria competenza, entro il prossimo 27 marzo in quanto il 26 cade di domenica. L'articolo 67 del Dl 18/2020, infatti, avendo disposto la sospensione dei termini di prescrizione e decadenza dall'8 marzo al 31 maggio 2020, ha differito di 85 giorni l'ordinario termine del 31 dicembre del quinto anno successivo all'anno della violazione fissato dall'articolo 1, comma 161, della legge 296/2006. Pertanto, per le violazioni commesse sino al 2019, il termine per l'accertamento non cadrà il 31 dicembre del quinto anno successivo, ma il 26 marzo del sesto anno successivo. Il termine di decadenza si computa dall'anno di scadenza dell'adempimento oggetto di violazione. In caso di omessa o infedele dichiarazione, di fatto gli enti impositori guadagnano un anno essendo la dichiarazione relativa all'anno precedente. L'attività accertativa degli enti locali, oltre ad essere soggetta al termine di decadenza, "è anche soggetta al termine di prescrizione quinquennale". I termini da monitorare, pertanto, sono due. Il fondamentale principio è stato rimarcato dalla Suprema Corte con l'ordinanza 33681 del 16 novembre 2022 relativa ad un accertamento Imu. Fondamentale poiché, a differenza di quanto previsto per la decadenza, "ai fini della tempestività della interruzione del decorso del termine di prescrizione occorre che l'atto interruttivo pervenga entro il termine alla conoscenza del debitore". Ciò significa che entro il termine, pena la prescrizione del diritto al credito dell'erario locale, l'avviso di accertamento deve pervenire al contribuente a nulla rilevando la data (antecedente) di spedizione dell'atto. Il principio della scissione soggettiva degli effetti della notificazione, infatti, come confermato dalle Sezioni Unite con sentenza 40543/2021, trova sempre applicazione in materia di decadenza. Ne consegue che la data in cui l'ente ha posto in essere gli adempimenti necessari ai fini della notifica dell'atto è rilevante esclusivamente per il rispetto del termine di decadenza. Tale termine, in caso di spedizione postale di un avviso di accertamento, si intende osservato se, entro il medesimo termine, l'ente impositore abbia affidato al servizio postale la spedizione a nulla rilevando la data di consegna al contribuente, quand'anche successiva. L'ordinanza 33681/2022 conferma, tuttavia, che il principio di scissione soggettiva della notificazione non è estendibile all'istituto della prescrizione di cui all'articolo 2934 del Codice Civile in virtù del cui secondo comma non è applicabile ai soli diritti espressamente indicati dalla legge, tra i quali, non figurano i diritti per crediti erariali. Per cui, il termine di prescrizione è rispettato se, entro la relativa scadenza, l'atto perviene alla conoscenza legale, non necessariamente effettiva, del destinatario. Il principio rimarcato nell'ordinanza di novembre è conforme a quanto statuito dalla Corte costituzionale con sentenza 477/2002 e dalle s.u. con sentenza 4822/2015. L'avviso di accertamento tributario, atto sostanziale e recettizio, e non processuale, interrompe il termine di prescrizione solo nel momento in cui perviene all'indirizzo del destinatario. Il termine di prescrizione del credito erariale, secondo l'art. 2948, n. 4) cc, è quinquennale. La giurisprudenza tributaria è concorde nel far decorrere il termine dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento sono stati o avrebbero dovuto essere effettuati (Cass. 10067/2014).



LENTEPUBBLICA
Autocertificazione per il riscatto della laurea: di cosa si tratta?

Per poter fare domanda di riscatto della laurea potrebbe essere necessaria l'autocertificazione del periodo di studi, che sia triennale oppure specialistica/magistrale: scopriamone di più.
Il tema della pensione è sempre un tema estremamente "caldo" per l'opinione pubblica, sia in Italia che all'Estero. Ovviamente ad alimentare il dibattito sono sempre alcuni argomenti legati ad essa, come possono essere la pensione anticipata oppure il riscatto della laurea ai fini previdenziali.
In questo nostro breve approfondimento forniremo alcune informazioni sintetiche su questa procedura. E vedremo anche, in modo particolare, in cosa consista l'autocertificazione del percorso di studi per ottenerla.
Che cos'è il riscatto della laurea?
Il riscatto del corso di laurea è un istituto che permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi: ovviamente è valido solo a condizione che l'interessato abbia conseguito il determinato titolo di studio.
Si tratta di una soluzione che, in linea di massima, presenta alcuni vantaggi quali acquisire anzianità contributiva che potrebbe comportare un anticipo nella maturazione del diritto alla pensione oppure incrementare l'entità della pensione.
Il riscatto della laurea è gratis o a pagamento?
Purtroppo non si tratta di una procedura gratuita.
Allo stato attuale alcune forze politiche, come il Movimento Cinque Stelle, hanno più volte proposto di approvare la facoltà di riscatto gratuito degli anni di laurea «per dare un incentivo a tutti coloro che impiegano negli studi più tempo e tutelarli per l'ingresso tradivo nel mondo del lavoro». Una possibilità però sinora bocciata.
Quindi quanto costa riscattare la laurea?
L'importo da versare per riscattare gli anni di laurea dipende da diversi fattori. In particolare cambia a seconda della gestione previdenziale interessata e in base al momento temporale in cui si colloca il periodo di studi.
Ipotizziamo che un soggetto voglia riscattare quattro anni di laurea e che abbia presentato domanda di riscatto nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti al 31 dicembre 2022: considerando una retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi meno remoti pari a 32.170 euro l'importo da pagare per riscattare quattro anni è pari a 42.464,4 euro (32.170×33% =10.616,1 x 4 anni = 42.464,4).
Riscatto laurea agevolato
Tuttavia è previsto dalla legge anche il Riscatto della Laurea Agevolato, cioè la possibilità di ottenere in modo agevolato i periodi scoperti da contribuzione obbligatoria: si tratta di una opzione che poteva essere fruita nel triennio 2019-2021 all'interno della cosiddetta "pace contributiva". Diversamente dalla pace contributiva, in scadenza a fine 2021, il riscatto di laurea agevolato è uno strumento strutturale e pertanto può essere utilizzato anche nel 2022, nel 2023 e negli anni successivi.
Questa agevolazione contributiva prevede che un lavoratore possa riscattare gli anni di studio universitari, con un importo minore rispetto al riscatto ordinario, ma con alcune limitazioni rispetto a quest'ultimo strumento. Infatti può essere utilizzato solo per i periodi che si collocano nel sistema contributivo della futura pensione.
Con il riscatto di laurea agevolato il costo è determinato:
sul minimale degli artigiani e commercianti nell'anno di presentazione della domanda
e in base all'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, nel medesimo periodo, nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD).
Quindi, se si presenta domanda nell'anno 2021 o successivi il costo per riscattare un anno di corso è pari a 5.264,49 euro. Il costo è lo stesso se si presenta domanda in qualità di inoccupato. A seconda dei casi, con il riscatto agevolato il risparmio può essere fino al 70%.
Domanda riscatto laurea: autocertificazione del periodo di studi
La dichiarazione sostitutiva di certificazione o autocertificazione, ai sensi e per gli effetti dell'art. 46 del D.P.R. 445/2000 può supplire all'esibizione della pergamena cartacea di laurea e pertanto ha lo stesso valore del certificato originale.
Solitamente per attestare la propria laurea bisognava recarsi all'Università dove risultava conseguito il titolo di studio e farsi rilasciare il certificato in cui erano indicati i dati ed il titolo.
Oggi però nei rapporti con le pubbliche amministrazioni le cose sono cambiate. Queste infatti non possono più accettare certificati rilasciati da altre pubbliche amministrazioni (in questo caso l'università) ma necessitano che il cittadino invii loro una autocertificazione.
L'autocertificazione del periodo di studi ai fini del riscatto della laurea  rappresenta un documento che l'utente può redigere autonomamente per dimostrare di essere in possesso di un titolo di studio accademico.
Questo documento attesta il completamento di un ciclo di studi universitari, dopo l'esame finale e la discussione della tesi.
Possono presentare l'autocertificazione di laurea i cittadini italiani, i cittadini dell'Unione Europea e i cittadini extracomunitari con regolare permesso di soggiorno. Ovviamente i certificati originali devono essere già stati prodotti e deposti presso le Pubbliche Amministrazioni italiane.
Si tratta di un modulo editabile che è possibile utilizzare per autocertificare il titolo di studio conseguito in modo semplice e veloce.
Qui potete scaricare il modulo in formato PDF.
Come fare domanda di riscatto della laurea?
Una volta che abbiamo definito cosa sia l'autocertificazione chiudiamo sinteticamente con la domanda di riscatto della laurea.
Il cittadino laureato deve presentare la domanda di riscatto in via telematica utilizzando uno di questi canali:
www.inps.it con il seguente percorso: "Prestazioni e servizi" > "Servizi" > "Portale riscatti -ricongiunzioni" (con accesso tramite SPID - Sistema Pubblico di Identità Digitale oppure Carta Nazionale dei Servizi oppure carta d'identità elettronica 3.0)tramite Patronati e intermediari dell'Istituto
Contact Center multicanale, chiamando da telefono fisso il numero verde gratuito 803 164. Oppure da telefono cellulare il numero 06 164164, a pagamento in base al piano tariffario del gestore telefonico.


LENTEPUBBLICA
Con Quota 103 rinviato il TFR per i Dipendenti Pubblici?

Una notizia che di certo potrebbe non far piacere ai lavoratori del comparto pubblico: con Quota 103 subisce un rinvio l'erogazione del TFR per i Dipendenti Pubblici? Scopriamolo.
Sono già da qualche giorno disponibili, sul sito dell'INPS, le domande per la pensione anticipata flessibile (Quota 103) e le istruzioni per opzione donna.
Soprattutto la cosidetta Quota 103, introdotta dall'ultima legge di bilancio, concede l'uscita anticipata flessibile per i lavoratori che entro la fine del 2023 maturano un'età anagrafica di almeno 62 anni e un'anzianità contributiva minima di 41 anni
Si tratta dello strumento di flessibilità in uscita che, a determinate condizioni, anticipa la pensione di 5 anni e che sarà utilizzato sperimentalmente solo per l'anno in corso, salvo ulteriori proroghe.
Ma a quanto pare questa opzione può impattare negativamente sul TFR dei Dipendenti Pubblici.
Con Quota 103 rinviato il TFR per i Dipendenti Pubblici?
Per quanto riguarda Quota 103 si può ottenere l'uscita anticipata trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti e, comunque, non prima del 1° aprile 2023. I soli lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni devono attendere sei mesi e, se hanno raggiunto i requisiti prima della fine di gennaio, almeno il 1° agosto 2023.
Ma questo come andrà a impattare sul TFR? Le novità risultano evidenziate dalla recente Circolare 27/2023 dell'INPS, che delinea le le caratteristiche principali di Quota 103.
La Circolare va infatti ad esplicitare meglio quanto introdotto con la Legge di Bilancio 2023:
"[...] per i lavoratori che accedono alla pensione anticipata in esame [con quota 103, ndr] il termine di pagamento dei TFS/TFR, di cui all'articolo 3 del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140, non decorre dal collocamento a riposo, ma dalla data in cui l'interessato avrebbe maturato il diritto alla corresponsione del trattamento pensionistico [...] "
n sintesi chi uscirà dal lavoro con Quota 103 ad agosto 2023, per fare un esempio, con 62 anni e 41 anni di contributi, vedrà il pagamento del Tfr non prima di altri due anni e 10 mesi se donna o di altri tre anni e 10 mesi se uomo, a partire dalla data di uscita dal lavoro.
I lavoratori otterrano pertanto la liquidazione solo dopo che saranno trascorsi i termini indicati dalla data in cui avrebbero teoricamente raggiunto i 67 anni per la rendita di vecchiaia o i 41-42 anni e 10 mesi (rispettivamente per donne o uomini) per la pensione anticipata ordinaria.









































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































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