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Università siciliane in coda nel report del QS world, Palermo nella fascia 1.001-1.200 della classifica
Le università siciliane sono in coda nel report del QS world university rankings che prende in esame circa 1400 atenei in tutto il mondo. Nella scala dei posti Palermo è compresa tra 1001-1200, in calo rispetto agli anni precedenti quando era al numero 801. Aumenta il punteggio per la facoltà d'Ingegneria, diminuisce per Medicina. L'università catanese è posizionata tra 801 e 1000, in linea rispetto agli ultimi anni. Messina si colloca anch'essa tra 801 e 1000.La classifica per materie elaborata da QS prende in considerazione i seguenti parametri: la reputazione accademica e quella tra le aziende basata sull'opinione di recruiter in tutto il mondo, le citazioni per paper, l'utilizzo dell'"H-Index" sulla prolificità e l'impatto delle pubblicazioni e l'International Research Network, percentuale di pubblicazioni.In Italia quella catanese è la prima siciliana nella classifica, seguita da Messina e Palermo.
L'Ateneo di Messina spiega in una nota dice di confermare «il proprio posizionamento tra le prime 400 università nel mondo per Medicina e tra le migliori 500 università globalmente per tutte le discipline mediche in generale (Life Sciences & Medicine).Quest'anno arriva inoltre un nuovo prestigioso posizionamento in una quinta disciplina in cui l'Università si piazza per la prima volta, si tratta di Fisica e Astronomia, per cui entra nella fascia 601-620. L'università consolida inoltre i risultati dei precedenti anni per Scienze Biologiche (fascia 601-640 al mondo) e per la macroarea delle scienze naturali la fascia 551-600 per Chimica.
lentepubblica.it
Anagrafe digitale dei dipendenti pubblici: Decreto in Gazzetta Ufficiale
Pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto interministeriale che disciplina il funzionamento dell'Anagrafe digitale dei dipendenti pubblici.Si tratta di un ulteriore passo avanti nel censimento digitale di tutti gli appartenenti alla Pubblica amministrazione, che porterà alla creazione del fascicolo digitale del dipendente.
Anagrafe digitale dei dipendenti pubblici: Decreto in Gazzetta UfficialeIl decreto - firmato dal Ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, e dal Ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, di concerto con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'innovazione tecnologica, Alessio Butti - contribuisce a raggiungere gli obiettivi della Missione "Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA" (M1C1) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).Scopriamo in breve quali sono tutte le novità.Funzionamento nuova Anagrafe digitaleL'atto disciplina le modalità di comunicazione dei dati e quelle di funzionamento della nuova Anagrafe digitale, che sarà gestita dal Dipartimento della funzione pubblica (DFP).Sarà costruita, in prima applicazione, a partire dai dati già disponibili con il sistema NoiPA del ministero dell'Economia e delle finanze (MEF), che garantisce il calcolo dei cedolini di circa 1,9 milioni di dipendenti pubblici e in cui viene prevista un'area dedicata a cui accede il DFP.Per il personale restante, sarà l'INPS a fornire al MEF le informazioni che le amministrazioni trasmettono periodicamente per gli obblighi contributivi, mentre altri soggetti informatori saranno individuati con specifiche convenzioni.Struttura della nuova AnagrafeIl testo - dando attuazione all'art. 34-ter del Dlgs n. 165/2001, introdotto con il decreto-legge n. 17/2022 - prevede una prima fase di sperimentazione, di almeno sei mesi, e disciplina le tipologie di informazioni che formeranno l'Anagrafe dei dipendenti pubblici:dati anagrafici,stato giuridicoe trattamento economico, relativi sia al personale dipendente a tempo indeterminato che a quello a tempo determinato.I dati anagrafici riguardano, in particolare:il codice fiscale;l'indirizzo e-mail "aziendale";il numero di telefono della postazione in ufficio;la cittadinanza;lo stato civile;la residenza;il titolo di studio;l'eventuale iscrizione ad albo professionale.Sul piano del rapporto di lavoro, l'Anagrafe conterrà:la data di nomina nell'incarico in essere;l'amministrazione di appartenenza;la qualifica;l'unità organizzativa;la sede di lavoro;la modalità di assunzione (concorso, mobilità obbligatoria o volontaria);il tipo di impiego (tempo pieno o part-time e se, nel caso, determinato);gli eventuali incarichi conferiti;l'anzianità di servizio;l'eventuale data di cessazione del rapportoe l'eventuale percentuale di invalidità o assistenza a familiari.PrivacyAttenzione è riservata alla privacy: i dati presenti in Anagrafe saranno trattati secondo la normativa vigente in materia di protezione dei dati personali e saranno utilizzati da MEF e DFP in forma aggregata per l'analisi e la reportistica. L'utilizzo dei dati sarà comunque limitato allo svolgimento dei compiti istituzionali del DFP, quali reclutamento e concorsi, gestione della mobilità e gestione degli incarichi.
scrivolibero
Viabilità: entro il 3 aprile le offerte per la manutenzione della SP n. 71-B Cavaleri Magazzeni.
E' pubblicato sulla home page del Libero Consorzio Comunale di Agrigento il bando di gara relativo all'accordo quadro annuale con un solo operatore economico per l'affidamento dei lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo e messa in sicurezza della Strada Provinciale n. 71-tratto B "Cavaleri-Magazzeni". Si tratta di un appalto dell'importo complessivo di 991.500,00 euro, compresi 29.745,00 euro per oneri di sicurezza (non soggetti a ribasso), interamente finanziati con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
La gara sarà effettuata tramite procedura aperta e in modalità integralmente telematica, e le offerte dovranno essere presentate esclusivamente attraverso il portale appalti del Libero Consorzio entro le ore 12:00 del prossimo 4 aprile 2023. L'apertura delle offerte è previste per il successivo 4 aprile alle ore 8.30 nella sala dell'Ufficio Contratti e Gare (via Acrone n. 27 - Agrigento).
Per informazioni e modalità di presentazione delle offerte basta collegarsi al link:
http://www.provincia.agrigento.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/14811
ILSOLE24H
Pnrr, assunzioni flop negli enti locali: il personale scende anche nel 2022Stipendi bassi e contratti a termine azzoppano le norme che avrebbero dovuto far crescere gli organici. L'anno scorso si è chiuso per la Rgs con un'altra miniperdita di dipendenti, assunti 2.500 tecnici a tempo sui 15mila attesidi Gianni Trovati
Meno 0,12 per cento. È in questo dato, e soprattutto nel segno «meno» che lo precede, il magrissimo risultato incontrato fin qui dall'opera di «rafforzamento amministrativo» della Pa per tentare con più chance di successo la prova dell'attuazione del Piano di ripresa e resilienza. Il dato, figlio delle proiezioni elaborate dalla Ragioneria generale dello Stato per il «conto annuale del personale» indica l'evoluzione degli organici negli enti territoriali: cioè proprio nel ramo della pubblica amministrazione unanimemente considerato più in difficoltà nell'affrontare la moltiplicazione per cinque della capacità di spesa di investimenti chiesta dal Pnrr.
Nessun cambio di rotta nel 2022
Per provare a rimediare ai lunghi anni di turn over con il freno tirato, il governo Conte-2 prima e quello guidato da Draghi poi hanno cambiato più volte le regole per allargare gli organici di Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni. Il 2022 avrebbe dovuto registrare i primi effetti del cambio di rotta: e invece la Ragioneria generale calcola che anche l'anno scorso i dipendenti sono diminuiti di qualche centinaio, a differenza di quel che è accaduto nel resto della Pa dove un piccolo aumento di dipendenti di incontra quasi ovunque. Con un'altra eccezione "strategica": le agenzie fiscali, che l'anno scorso hanno perso un altro -1,86% di dipendenti.
Città metropolitane e Province sotto la media
Ancora peggio della media complessiva registrata dal comparto delle Funzioni locali vanno le amministrazioni dove le difficoltà sono ancora più forti, cioè le Città metropolitane e le Province colpite dal tentativo di cancellazione caduto con il referendum del 2016: l'anno scorso il loro personale si è ridotto rispettivamente dello 0,97% e dello 0,99%. Qualcosa, evidentemente, non va.
Il personale a tempo determinato
Il livello di delusione non cambia se si concentra la lente sul personale a tempo determinato. È qui il cuore delle forze da mettere in campo per il Pnrr, che di principio consente solo assunzioni a tempo entro il calendario del Piano che si chiude al 2026. E proprio per questo a fine 2021 un emendamento concordato fra Parlamento e Governo al decreto Pnrr-1 targato Draghi (Dl 152/2021) ha introdotto un meccanismo di spazi aggiuntivi per le assunzioni a tempo che nelle stime avrebbe dovuto portare fino a 15mila tecnici ed esperti nei Comuni. Anche in questo caso i dati della Ragioneria generale parlano un linguaggio diverso: e nel confronto fra voci omogenee calcolano 2.492 nuovi ingressi, meno di un quinto del previsto.
Le spiegazioni possono essere molte. La prima guarda ai conti, perché a differenza di quel che accade nei ministeri le assunzioni negli enti territoriali sono sì permesse dalle norme nazionali, ma sono pagate dai bilanci locali. L'aiuto statale è stato riservato al reclutamento di tecnici a tempo nei Comuni fino a 5mila abitanti. Ma il decreto che ha ripartito i 30 milioni per pagare 1.026 tecnici in 760 mini-enti è arrivato 14 mesi dopo la norma che lo prevedeva, alla fine di un iter non esattamente fulmineo come richiederebbe l'urgenza del Pnrr.
L'allarme degli amministratori locali
Ma c'è di più, come spiegano gli amministratori locali. «I professionisti non vengono a lavorare da noi», va ripetendo da tempo il presidente dell'Anci Antonio Decaro sottolineando che l'incrocio fra il tempo determinato e i livelli retributivi più bassi di quelli che si incontrano nelle altre Pa, dove ad oggi sono maggiori anche le promesse di stabilizzazione per chi entra con il cappello del Pnrr, sono letali per l'attrattività di un posto in Comune. Perché nella ripresa post pandemica dei concorsi molti partecipano a più selezioni, e ovviamente quando possono scegliere vanno dove le prospettive sono più solide e le buste paga sono meno stentate.
Il nodo dell'attuazione
Ma accanto alle cause, a preoccupare sono le conseguenze. Perché i 40 miliardi che il Piano indirizza agli enti territoriali passano attraverso quasi 6mila «soggetti attuatori» (i Comuni impegnati in almeno un investimento sono 5.708, e l'80% di loro ha meno di 10mila abitanti), dove gli uffici tecnici sono spesso all'osso e dopo aver retto con fatica alla prima fase, grazie anche alla mole dei progetti degli anni scorsi ripresi per il Pnrr, ora si entra nella tappa decisiva dei bandi e delle aggiudicazioni. Una grossa mano è arrivata dagli accordi quadro con Invitalia, ma da sola evidentemente non basta.
CANICATTIWEB
Cinema, la Regione presenta in uno splendido video la guida delle 350 location nell'Isola
Paesaggi suggestivi noti al grande pubblico e scorci sconosciuti, monumenti simbolo della storia della Sicilia e scenografie naturali mozzafiato, sono 350 i luoghi dell'Isola censiti dalla Regione come set ideali per produzioni cinematografiche di tutto il mondo.
La presentazione
È stata presentata questa mattina, nella sede Sicilia del Centro sperimentale di cinematografia ai Cantieri culturali della Zisa (Sala Bianca), a Palermo, la nuova "Location Guide" dell'assessorato regionale del Turismo, dello sport e dello spettacolo - Sicilia Film Commission, una mappa multimediale altamente professionale al servizio di tutte le produzioni cinematografiche che intendono investire nell'Isola.
A illustrare il nuovo strumento di promozione del territorio l'assessore regionale al Turismo, allo sport e allo spettacolo, Elvira Amata, e la presidente della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia, Marta Donzelli, che hanno firmato anche il rinnovo della convenzione tra la Regione Siciliana e il Csc per il mantenimento della sede Sicilia della Scuola nazionale di Cinema per gli anni 2024-2025, cui fanno capo le attività didattiche legate ai bandi in corso di definizione.
Le parole di Amata
"Abbiamo fatto un lavoro di squadra per ottenere due risultati - dichiara l'assessore Amata - fornire una guida multimediale delle location da offrire ai produttori cinematografici, realizzandola con il lavoro degli ex allievi. Programmazione, investimenti, formazione sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi, in particolare quello di offrire opportunità di crescita e di lavoro ai nostri giovani. Il cinema si interessa alla Sicilia perché la Sicilia è cinema, come diceva Leonardo Sciascia, è già un set all'aperto. La Regione ha interesse a implementare questo segmento produttivo, perché è naturale farlo e crediamo sia un'opportunità importante per creare sviluppo economico: abbiamo un ritorno immediato quando le produzioni arrivano in Sicilia, ma anche dopo, con l'indotto turistico, quando da tutto il mondo decidono di scegliere questi luoghi visti sullo schermo. Inoltre, è importante che le istituzioni collaborino per fornire sempre maggiori servizi alle produzioni".
Il progetto "Location Guide", interamente realizzato dalla sede Sicilia del Centro sperimentale di cinematografia, ha visto il pieno coinvolgimento degli ex allievi e ha richiesto quasi un anno di riprese. La copia cartacea della mappa, pubblicata nel 2009, è adesso affiancata da una versione più evoluta, composta da foto e video ad altissima risoluzione. Un archivio multimediale imponente, che la Sicilia Film Commission potrà mettere a disposizione delle produzioni e più in generale di tutti gli operatori del settore audiovisivo interessati a scoprire le opportunità che l'Isola offre in termini di location cinematografiche, dai luoghi più noti e frequentati alle ambientazioni più insolite e fuori dall'ordinario.
La programmazione delle riprese
In fase di programmazione delle riprese, un tavolo tecnico si è occupato del censimento delle aree, tenendo in massima considerazione quelle meno conosciute. La realizzazione della guida ha coinvolto tre troupe, composte da ex allievi, oggi tutti filmmaker professionisti, che hanno realizzato le riprese, anche avvalendosi di droni per la mappatura dall'alto, delle 350 location nelle 9 province.
"Questa terra è vocata al cinema - aggiunge Marta Donzelli - , proprio per questo è particolarmente interessante che la sede siciliana del Centro sperimentale abbia il genere del documentario al centro della sua attività, permettendo di osservare il mondo con occhi diversi. Grazie al supporto economico della Regione, abbiamo la possibilità di realizzare una programmazione a lungo termine. Come Centro sperimentale investiremo risorse e potenzieremo l'offerta formativa della scuola di Palermo, che è uno dei nostri fiori all'occhiello, perché c'è grandissima richiesta di giovani professionisti in questo settore da parte del mondo del lavoro".
All'incontro erano presenti anche il direttore della Sicilia Film Commission Nicola Tarantino, il direttore generale del Csc Monica Cipriani, la Head of studies del Csc per gli investimenti del Pnrr relativi alle sedi regionali Savina Neirotti, la direttrice artistica del Csc Sicilia Costanza Quatriglio e il direttore della sede regionale Ivan Scinardo.
SICILIA24H
Sicilia e infrastrutture "in itinere"
Schifani e le Ferrovie dello Stato - Sistemi urbani avviano una collaborazione per la rigenerazione urbana della città. L'intervento di Falcone sulle istanze delle aree interne.
Sicilia e infrastrutture: sortirà effetti positivi la collaborazione appena avviata tra il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e Umberto Lebruto, amministratore delegato di FS Ferrovie dello Stato - Sistemi urbani, società capofila del Polo Urbano del Gruppo FS Italiane, già ospite a Palazzo d'Orleans. In prospettiva vi è, a breve, un tavolo di coordinamento per definire gli indirizzi di governo del territorio anche per la rigenerazione urbana delle città. Al più presto, infatti, la Regione Siciliana e il Polo Urbano firmeranno un accordo con l'obiettivo di condividere, in sinergia con i Comuni interessati, le iniziative strategiche per l'implementazione della logistica di primo e ultimo miglio, ovvero delle strutture a supporto del trasferimento di merci dal mittente al destinatario. E poi il potenziamento della mobilità integrata (quindi tra le diverse parti che intervengono nella fase di trasporto) e sostenibile. Alla Regione sarà assegnato il ruolo di indirizzo e coordinamento generale delle attività che, nello specifico, saranno poi sostenute dai singoli Comuni. E Schifani commenta: "In un momento in cui siamo impegnati nella realizzazione di grandi opere e infrastrutture, diventa importante progettare le cosiddette 'ricuciture urbane', restituendo alle città funzioni che guardano all'economia, al sociale e soprattutto alla salvaguardia dell'ambiente. Quello che ci aspettiamo è che, grazie a questa iniziativa, attorno alle infrastrutture nascano parchi urbani, piste ciclo-pedonali, per garantire il benessere dei nostri cittadini" - conclude. E nel frattempo, ancora in riferimento alle infrastrutture, il presidente della Commissione Unione Europea all'Assemblea Regionale, Luigi Sunseri, del Movimento 5 Stelle, ha denunciato: "Meno della metà dei progetti da realizzare con i fondi europei della programmazione 2014 - 2020 per rilanciare le aree interne della Sicilia sono stati finanziati (92 su 211), e parecchie decine di milioni di euro rischiano di andare persi, a meno che i progetti relativi non ancora finanziati non vengano messi in salvaguardia. Per questo sono allarmati i sindaci delle aree interne siciliane, tra Terre Sicane, Calatino, Nebrodi, Madonie e Simeto-Etna, che temono fortemente di perdere un'irripetibile opportunità di sviluppo dei propri territori anche per contrastare lo spopolamento in corso". E l'assessore regionale all'Economia, Marco Falcone, ex assessore ai Lavori pubblici, replica: "Le preoccupazioni manifestate dai sindaci sono comprensibili, ma intendiamo rassicurare ancora tutti: non un solo euro destinato allo sviluppo delle aree interne della Sicilia andrà perduto. Il governo Schifani, infatti, è pronto a mettere in campo le opportune soluzioni per sfruttare i progetti della programmazione 2014-20. Da subito terremo un tavolo tecnico in assessorato con sindaci e rappresentanti delle aree interne per la salvaguardia degli interventi".
LENTEPUBBLICA
PNRR: ritardi per gli interventi previsti nelle Scuole
Il Ministro dell'Istruzione Valditara ha annunciato che province e comuni possono iniziare la progettazione e le procedure per l'appalto dei lavori dedicati alle Scuole: ma i ritardi burocratici sono preoccupanti.
Si tratta di ritardi nella maggior parte dei casi dovuti alla burocrazia, come spiegato dalla Corte dei Conti in una recente relazione.
Ritardi che possono impattare molto negativamente su tutto il sistema istruzione: la missione del PNRR, infatti, mira a sbloccare gli interventi di messa in sicurezza, riqualificazione, adeguamento sismico e antincendio ed eliminazione delle barriere architettoniche delle scuole italiane.
PNRR: ritardi per gli interventi previsti nelle Scuole
La Corte dei conti ha infatti segnalato criticità e ritardi che hanno costretto il Ministero a riaprire spesso i bandi e ad effettuare numerose correzioni in corso d'opera (a partire dall'avvio degli Accordi Quadro Invitalia).
Il rischio in questi casi è quello di compromettere la qualità dei progetti, andando incontro ad una marcata disomogeneità territoriale.
I giudici contabili si soffermano, in modo particolare, sulle criticità legate ad asili nido e scuole dell'infanzia. Sull'intervento, che ha l'obiettivo di creare 264.480 nuovi posti pubblici negli asili italiani entro il secondo semestre del 2025, la Corte ha accertato il mancato rispetto dell'obiettivo intermedio (milestone) nazionale relativo alla selezione degli interventi da ammettere a finanziamento (scaduto il 31 marzo 2022), evidenziando il rischio che il ritardo accumulatosi pregiudichi l'obiettivo intermedio europeo di aggiudicazione dei lavori, da raggiungersi entro il secondo trimestre 2023.
Questo nonostante l'impegno del Ministero, che ha proposto norme di semplificazione per consentire ai Comuni di attivare più celermente le gare e per snellire le richieste di pareri preventivi. È in corso di definizione anche un Tavolo di semplificazione d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per "sburocratizzare" le procedure di edilizia scolastica.
La Corte ha pertanto invitato il Ministero a completare celermente la relativa istruttoria e a sottoscrivere gli accordi di concessione con gli enti locali beneficiari, in un complessivo percorso di accelerazione a tutela dell'investimento, sia per i suoi risvolti sui migliori risultati scolastici dei bambini destinatari di istruzione prescolastica, sia per l'aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, con riduzione degli attuali divari territoriali e di genere.
Autocertificazione per il riscatto della laurea: di cosa si tratta?di Bellitto SimonePer poter fare domanda di riscatto della laurea potrebbe essere necessaria l'autocertificazione del periodo di studi, che sia triennale oppure specialistica/magistrale: scopriamone di più.
Il tema della pensione è sempre un tema estremamente "caldo" per l'opinione pubblica, sia in Italia che all'Estero. Ovviamente ad alimentare il dibattito sono sempre alcuni argomenti legati ad essa, come possono essere la pensione anticipata oppure il riscatto della laurea ai fini previdenziali.
In questo nostro breve approfondimento forniremo alcune informazioni sintetiche su questa procedura. E vedremo anche, in modo particolare, in cosa consista l'autocertificazione del percorso di studi per ottenerla.
Che cos'è il riscatto della laurea?
Il riscatto del corso di laurea è un istituto che permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi: ovviamente è valido solo a condizione che l'interessato abbia conseguito il determinato titolo di studio.
Si tratta di una soluzione che, in linea di massima, presenta alcuni vantaggi quali acquisire anzianità contributiva che potrebbe comportare un anticipo nella maturazione del diritto alla pensione oppure incrementare l'entità della pensione.
Il riscatto della laurea è gratis o a pagamento?
Purtroppo non si tratta di una procedura gratuita.
Allo stato attuale alcune forze politiche, come il Movimento Cinque Stelle, hanno più volte proposto di approvare la facoltà di riscatto gratuito degli anni di laurea «per dare un incentivo a tutti coloro che impiegano negli studi più tempo e tutelarli per l'ingresso tradivo nel mondo del lavoro». Una possibilità però sinora bocciata.
Quindi quanto costa riscattare la laurea?
L'importo da versare per riscattare gli anni di laurea dipende da diversi fattori. In particolare cambia a seconda della gestione previdenziale interessata e in base al momento temporale in cui si colloca il periodo di studi.
Ipotizziamo che un soggetto voglia riscattare quattro anni di laurea e che abbia presentato domanda di riscatto nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti al 31 dicembre 2022: considerando una retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi meno remoti pari a 32.170 euro l'importo da pagare per riscattare quattro anni è pari a 42.464,4 euro (32.170×33% =10.616,1 x 4 anni = 42.464,4).
Riscatto laurea agevolato
Tuttavia è previsto dalla legge anche il Riscatto della Laurea Agevolato, cioè la possibilità di ottenere in modo agevolato i periodi scoperti da contribuzione obbligatoria: si tratta di una opzione che poteva essere fruita nel triennio 2019-2021 all'interno della cosiddetta "pace contributiva". Diversamente dalla pace contributiva, in scadenza a fine 2021, il riscatto di laurea agevolato è uno strumento strutturale e pertanto può essere utilizzato anche nel 2022, nel 2023 e negli anni successivi.
Questa agevolazione contributiva prevede che un lavoratore possa riscattare gli anni di studio universitari, con un importo minore rispetto al riscatto ordinario, ma con alcune limitazioni rispetto a quest'ultimo strumento. Infatti può essere utilizzato solo per i periodi che si collocano nel sistema contributivo della futura pensione.
Con il riscatto di laurea agevolato il costo è determinato:
sul minimale degli artigiani e commercianti nell'anno di presentazione della domanda
e in base all'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, nel medesimo periodo, nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD).
Quindi, se si presenta domanda nell'anno 2021 o successivi il costo per riscattare un anno di corso è pari a 5.264,49 euro. Il costo è lo stesso se si presenta domanda in qualità di inoccupato. A seconda dei casi, con il riscatto agevolato il risparmio può essere fino al 70%.
Domanda riscatto laurea: autocertificazione del periodo di studi
La dichiarazione sostitutiva di certificazione o autocertificazione, ai sensi e per gli effetti dell'art. 46 del D.P.R. 445/2000 può supplire all'esibizione della pergamena cartacea di laurea e pertanto ha lo stesso valore del certificato originale.
Solitamente per attestare la propria laurea bisognava recarsi all'Università dove risultava conseguito il titolo di studio e farsi rilasciare il certificato in cui erano indicati i dati ed il titolo.
Oggi però nei rapporti con le pubbliche amministrazioni le cose sono cambiate. Queste infatti non possono più accettare certificati rilasciati da altre pubbliche amministrazioni (in questo caso l'università) ma necessitano che il cittadino invii loro una autocertificazione.
L'autocertificazione del periodo di studi ai fini del riscatto della laurea rappresenta un documento che l'utente può redigere autonomamente per dimostrare di essere in possesso di un titolo di studio accademico.
Questo documento attesta il completamento di un ciclo di studi universitari, dopo l'esame finale e la discussione della tesi.
Possono presentare l'autocertificazione di laurea i cittadini italiani, i cittadini dell'Unione Europea e i cittadini extracomunitari con regolare permesso di soggiorno. Ovviamente i certificati originali devono essere già stati prodotti e deposti presso le Pubbliche Amministrazioni italiane.
Si tratta di un modulo editabile che è possibile utilizzare per autocertificare il titolo di studio conseguito in modo semplice e veloce.
Qui potete scaricare il modulo in formato PDF.
Come fare domanda di riscatto della laurea?
Una volta che abbiamo definito cosa sia l'autocertificazione chiudiamo sinteticamente con la domanda di riscatto della laurea.
Il cittadino laureato deve presentare la domanda di riscatto in via telematica utilizzando uno di questi canali:
www.inps.it con il seguente percorso: "Prestazioni e servizi" > "Servizi" > "Portale riscatti -ricongiunzioni" (con accesso tramite SPID - Sistema Pubblico di Identità Digitale oppure Carta Nazionale dei Servizi oppure carta d'identità elettronica 3.0)tramite Patronati e intermediari dell'Istituto
Contact Center multicanale, chiamando da telefono fisso il numero verde gratuito 803 164. Oppure da telefono cellulare il numero 06 164164, a pagamento in base al piano tariffario del gestore telefonico.