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rassegna stampa del 30 marzo 2023

agrigentonotizieit

Il Libero consorzio mette in sicurezza ponti e viadotti: ecco quali
Pubblicata la gara d'appalto per la realizzazione di diversi interventi di manutenzione


Manutenzione e messa in sicurezza di numerosi viadotti e ponti in provincia di Agrigento, il Libero consorzio mette a bando di gara interventi per oltre un milione e settecentomila euro.Gli atti sono stati pubblicati sulla home page del sito istituzionale www.provincia.agrigento.it. Le aree interessate sono: le strade provinciali n. 31 Catolica Eraclea-Cianciana, n. 17 Siculiana-Raffadali, n. 1 Spinasanta-Villaseta, n. 32 Ribera-Cianciana, n. 34 Bivio Tamburello-Bivona, n. 37 Sciacca-Caltabellotta-San Carlo e sulla Spc ex consortile n. 28 Voltano - Molinazzo- Zotta d'Argento.La gara sarà effettuata in modalità integralmente telematica, e le offerte dovranno pervenire entro le ore 12:00 del prossimo 17 aprile 2023 esclusivamente attraverso il portale appalti del Libero Consorzio, mentre l'apertura delle offerte avverrà a partire dalle ore 8:30 del 18 aprile nella sala gare del Libero consorzio di via Acrone.  


Province regionali, Catanzaro: "Basta tentennamenti del governo"
Il capogruppo del Pd sollecita la reintroduzione degli enti locali: "Questi ritardi si ripercuotono sui servizi".
"L'incertezza ed i ritardi del centrodestra che hanno caratterizzato l'lter di transizione tra Province e Liberi Consorzi torna ad essere il motivo dominante della controriforma che dovrebbe ripristinare gli enti intermedi. Il presidente Schifani non ceda ai tentennamenti e trovi le risorse necessarie a finanziare l'operazione". Lo dice Michele Catanzaro capogruppo del Pd all'Ars."All'inizio di questa legislatura il Pd ha presentato all'Ars un disegno di legge per l'istituzione delle Provincie. Una scelta, la nostra, determinata dalla necessità di colmare un vuoto riorganizzando il sistema degli enti locali in Sicilia. A distanza di mesi e dopo innumerevoli annunci in pompa magna è ancora tutto sulla carta. Un ritardo grave - conclude Catanzaro - che si ripercuote  su tutti quei servizi e quelle funzioni che in questi anni sono stati abbandonati, dalla viabilità all'edilizia scolastica degli istituti superiori.


focussicilia.it
Province, il ritorno delle ex: ma la nuova legge rischia l'illegittimitàLa Giunta regionale ha varato una proposta di legge per reintrodurre gli enti di area vasta con elezioni diretta da parte dei cittadini.
Ma le "Province" contemplate dalla Costituzione sarebbero in contrasto con lo Statuto siciliano, che prevede invece la figura dei "Liberi consorzi"

Ripristinare il ruolo politico delle ex Province in Sicilia: è l'obiettivo del disegno di legge recentemente approvato dalla giunta Schifani con deliberazione n. 117 del 3 marzo 2023, che dovrà passare adesso all'esame dell'Assemblea regionale siciliana. Tuttavia, l'impianto della proposta presenterebbe delle anomalie, in quanto "supera il dettato dello Statuto siciliano, che all'art. 15 prevede invece i Liberi consorzi, enti che non sono certamente eleggibili in via diretta dai cittadini. Sono enti intermedi che diventano una sede di mediazione, confronto o decisione degli stessi Comuni", osserva Giuseppe Lauricella, professore di Diritto pubblico all'Università di Palermo. Se da una parte, quindi, il nuovo disegno di legge stabilisce subito che "i Liberi consorzi assumono la denominazione di Province" e ripropone presidenti, giunte e consiglieri in carica per cinque anni, dall'altra lo Statuto regionale basa l'ordinamento degli enti locali in Sicilia "sui Comuni e sui Liberi consorzi, dotati di autonomia amministrativa e finanziaria - prosegue Lauricella - ed è una rappresentazione completamente diversa dalla Provincia, che ritroviamo invece come modello nella Costituzione".
Il nodo irrisolto dell'elezioni degli organi politici
In Italia, le Province individuate nella Costituzione sono state riformate dalla legge Delrio, la n. 56/2014 e sono diventate strutture con organi eletti attraverso elezioni di secondo grado: a votare non sono i cittadini, ma gli stessi rappresentanti politici già eletti nei Comuni. Nel 2021 la Corte costituzionale ha però smontato la riforma e demandato al legislatore nazionale il compito di correggere con nuove norme. Sul tema, il dibattito è ancora in corso. In Sicilia, le vecchie Province regionali istituite con la Lr 9/1986 sono state soppresse dalla Lr 15/2015 che ha istituito tre Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) e i Liberi consorzi comunali che coincidono di fatto con le altre sei ex Province. Su questa legge, la Corte d'Appello di Catania ha sollevato la questione di legittimità costituzionale, perché i sindaci metropolitani non vengono così eletti da tutti i cittadini del territorio provinciale ma solo da quelli del capoluogo, che votando il proprio sindaco lo nominano anche sindaco metropolitano. La Corte costituzionale "è intervenuta dichiarando inammissibile la questione, ma dicendo che il problema esiste e lasciando al legislatore il compito di risolvere la questione - spiega Lauricella - trovando un sistema per fare in modo che il sindaco metropolitano abbia una diversa modalità di elezione, ma mai dicendo di estendere a tutti l'elezione diretta".
La Regione finora ha rinviato 11 volte le elezioni di secondo grado di Città metropolitane e Liberi consorzi e prorogato ogni volta la gestione commissariale. Ha legiferato nuovamente nel 2017, con la Lr 17, che prevede l'elezione diretta degli organi dei Liberi consorzi. Ma il governo nazionale l'ha impugnata e la Corte costituzionale, nel 2018 (sentenza n. 168) "ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della previsione dell'elezione diretta del presidente dei Liberi consorzi, per violazione dei principi delle grandi riforme economiche e sociali su cui si basa la legge Delrio e in contrasto anche con l'art. 15 dello Statuto siciliano", come ricorda il professore Lauricella. Da quanto ricostruito finora, è chiaro come il percorso giuridico degli enti cosiddetti "di area vasta" come le Province è stato sempre accidentato. "Ci accorgiamo che, per esempio, anche la Lr 9/86 sulle Province regionali è stata motivo di critica, perché superava e comunque aggirava eludeva il dettato statutario. Nel 2014 il Tar Sicilia ne parlava dicendo appunto che l'art. 15 dello Statuto attribuisce una diversa configurazione all'assetto istituzionale sovracomunale rispetto a quello scaturito dalla Lr 9/86. Ma non veniva rimandata la questione alla Corte costituzionale", aggiunge Lauricella"Se proprio si volessero ripristinare le Province prima previste e poi soppresse - spiega il docente - la Regione dovrebbe partire dalla radice e chiedere la modifica dell'art. 15 dello Statuto, introducendo nell'ordinamento regionale siciliano l'ente Provincia e superando i Liberi consorzi. Così si procederebbe in maniera lineare, senza possibilità di dubbio. Modificare l'articolo 15 e indicare per legge che l'ente intermedio è rappresentato dalle Province, sarebbe una procedura costituzionalmente coerente". Perché si possa modificare lo Statuto, occorre una legge costituzionale, che dev'essere approvata dal Parlamento nazionale. Se si andasse avanti invece con l'attuale disegno di legge, l'Ars potrebbe presto incardinarlo e vararlo: nel testo, infatti, la finestra temporale per il primo turno elettorale utile viene indicata tra il 15 ottobre e il 30 novembre. Difficile prevedere se il riferimento (o l'auspicio) sia per l'anno in corso, ma se ciò avvenisse, si riaprirebbe la corsa alle poltrone e alle indennità di carica. "Non posso nascondere - osserva inoltre Lauricella - che questa aspirazione a reintrodurre un ente come la Provincia sembra dettato più dall'esigenza di voler definire un ambito in cui una larga parte del 'personale' politico troverebbe una collocazione, con un aggravio dei costi che sarebbe evitato finché la elezione degli enti intermedi dovesse rimanere di secondo grado, facendoli costituire direttamente dai consiglieri comunali già in carica".


italiaoggi.it
Nuove Province, tutti d'accordoCosto iniziale: 223 milioni. Oltre 200 i nuovi eletti


 di Carlo Valentini I rappresentanti di 76 Province si sono ritrovati a Parma, chiamati dall'Upi, Unione delle Province d'Italia. Tutti (ovviamente) d'accordo: cancellare la legge del 2014 realizzata da Graziano Delrio (governo Renzi) che aveva ridisegnato le autonomie locali, creando le città metropolitane e di fatto mettendo in soffitta le Province, diventate non più a elezione diretta ma composte dai sindaci e consiglieri comunali nominati dai Comuni, inoltre togliendo finanziamenti e competenze.Adesso arriva la riscossa, cioè la proposta di riesumazione delle vecchie Province, con gli elettori chiamati alle urne per eleggerne i componenti e nuovi settori d'intervento. Il governo è d'accordo, anche se una relazione del ministero dell'Interno prevede un costo per le casse pubbliche di 223 milioni, tanto per incominciare, e pure l'opposizione ammicca, così a Parma è incominciata la lunga (ma non forse tanto) marcia verso le nuove Province. Per convincere i perplessi viene inalberato il vessillo del Pnrr: le risorte Province potrebbero essere l'uovo di Colombo per portare a compimento quello che i Comuni (ma anche le Regioni) faticano a realizzare, col rischio di perdere il malloppo europeo. Spiega Andrea Massari, Pd, presidente dell'Upi dell'Emilia-Romagna che ha fatto gli onori di casa: «Si è trattato di un momento fondamentale di aggiornamento e crescita professionale di dirigenti e funzionari che diventa ancora più strategico in questo momento, che vede le Province tornare al centro del dibattito politico e pubblico: dopo anni si ragiona di nuovo delle funzioni, della forma di governo e dell'importanza delle Province. Era ora. E la formazione deve accompagnare necessariamente questa fase nuova che si profila all'orizzonte».Chiarisce un documento dell'Upi: «Nella prospettiva dell'avvio dei processi di regionalismo differenziato, la chiara individuazione in capo alle Province di funzioni di area vasta e a supporto dei Comuni del territorio permette lo sviluppo equilibrato delle autonomie in tutto il Paese nel rispetto dell'unità nazionale e a garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni. Il regionalismo differenziato dovrà essere accompagnato da un ripensamento estensivo da parte del legislatore statale delle funzioni fondamentali da riconoscere agli enti locali, tale da garantire un adeguato assetto delle funzioni di amministrazione, con il riconoscimento delle risorse finanziarie necessarie per esercitarle attraverso i fabbisogni standard e la capacità fiscale».In Italia vi sono, in letargo, 76 Province nelle regioni ordinarie, e 10 semi-Province realizzate in Sicilia e Sardegna. A cui si aggiungono 14 funzionanti (più o meno) Città metropolitane. Una delle ragioni dei fautori delle neo-Province è che oggi non c'è chiarezza istituzionale poiché la legge Delrio era transitoria e prevedeva il completamento con una piena articolazione delle Città metropolitane, che di fatto avrebbero preso il posto delle Province. Ma la riforma non è mai entrata in vigore per il voto contrario al referendum (che ha affossato anche il percorso piddino di Renzi). Quindi la situazione è rimasta a metà strada.Annota Massimo Greco, master in Diritto pubblico ed attento osservatore istituzionale: «Al di là del ruolo delle Province vi è la questione dell'elezione indiretta, che tra l'altro ha superato indenne il vaglio di costituzionalità anche con riferimento alla Carta europea dell'autonomia locale che, nel richiedere che i membri delle assemblee siano freely elected, si limita, sostanzialmente, a esigere un'effettiva rappresentatività dell'organo rispetto alle comunità interessate. In ultima analisi, dietro l'euforia politica sottesa alla sopravvenuta e impellente esigenza di ridisegnare l'ente intermedio nel sistema delle autonomie locali, si sta celando il falso mito dell'elezione "necessariamente" diretta dei suoi organi di governo, non per rispondere alle istanze dei territori ma a quelle ringalluzzite della politica locale».C'è molto fervore per rimettere in carreggiata le Province. Tra le proposte di legge vi è quella del senatore di FdI, Marco Silvestroni: «È necessario il superamento della legge Delrio perché non può essere attuata poiché le Province sono ancora previste dalla Costituzione e mantengono le competenze sull'edilizia scolastica, sulla tutela e valorizzazione dell'ambiente, sui trasporti e sulle strade provinciali». Che stia prendendo piede un movimento bipartisan è confermato dal presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, che è anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga: «La Conferenza delle Regioni -dice- è favorevole all'avvio del percorso di riforma parlamentare. Per meglio definire le funzioni di Province e Città metropolitane in modo organico e coerente, senza sovrapposizioni, potrà servire uno specifico tavolo di lavoro tra Stato, Regioni e autonomie locali per analizzare e superare le possibili criticità. È fondamentale per il Paese l'efficacia delle governance territoriali, tanto più in questa fase di realizzazione del Pnrr e dei possibili nuovi indirizzi dell'autonomia differenziata». Poi aggiunge: «Le Province sono indispensabili alla nostra democrazia e al buon governo dei territori, quindi devono essere un'istituzione ad elezione diretta, alla pari delle altre istituzioni territoriali. La stessa impostazione deve valere anche per le città metropolitane. Bisogna avvicinare i cittadini ai governi dei territori il più possibile, innanzitutto creando la possibilità di istituzioni che li rappresentino anche nelle aree intermedie, non perdendo la diretta espressione dei cittadini e il loro controllo democratico».Gli fa eco, bipartisan, il presidente dell'Upi, nonché sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, Pd: «Il rafforzamento delle Province è essenziale per le migliaia di Comuni che vedono queste istituzioni come unico riferimento. Consideriamo strategica la decisione del governo di intervenire sulle competenze e non solo sul sistema elettorale: la revisione delle norme sulle Province è un'occasione importante per ridisegnare il sistema di amministrazione del Paese in maniera più efficiente. Dobbiamo disegnare una Provincia nuova, ente di semplificazione amministrativa la cui missione è la programmazione e il coordinamento dello sviluppo locale, la realizzazione degli investimenti propri e il sostegno ai Comuni. Certo, come non abbiamo mancato di sottolineare al ministro Calderoli, la riforma deve essere accompagnata dalle risorse necessarie ma soprattutto dal personale che dovrà essere altamente specializzato».Tutti insieme appassionatamente. Con l'elezione diretta ci saranno oltre 200 posti da assegnare.



cataniatoday.it
Ripristino Province, Falcone: "Avanti con la riforma"
"Nessun problema su copertura finanziaria" - ha detto l'assessore regionale all'Economia, Marco Falcone
"Leggiamo con stupore delle preoccupazioni di alcuni parlamentari circa la presunta assenza di copertura finanziaria per il disegno di legge che ridarà legittimazione democratica e amministrativa alle ex province. Il ripristino degli Enti intermedi non richiede, infatti, risorse aggiuntive da parte della Regione, si tratta di un falso problema". Così l'assessore regionale all'Economia Marco Falcone, a proposito del disegno di legge sul ripristino delle province in Sicilia, incardinato oggi in Ars."Già nell'ultima Legge di stabilità - prosegue Falcone - il Governo Schifani ha confermato non solo la copertura da 300 milioni nel triennio 2023/25 che la Regione devolve agli enti intermedi, ma ha assegnato ulteriori risorse - ben 165 milioni sullo stesso triennio - attraverso il Fondo sviluppo e coesione, fatto mai accaduto prima. Vorremmo ricordare che le fonti a cui attingono le ex Province sono essenzialmente le risorse da Rc Auto, dall'Imposta provinciale di trascrizione e dalle accise dell' energia elettrica. Sulle prime due, preme sottolineare che lo Stato opera un prelievo forzoso. Nel corso dell'ultimo incontro fra il presidente Renato Schifani e il ministro Roberto Calderoli a Palazzo d'Orleans - ha poi concluso l'assessore - abbiamo chiesto di eliminare o ridurre sensibilmente tale prelievo nell'ambito della programmata abolizione della Legge Delrio, una riforma fallimentare da lasciarci al più presto alle spalle. Siamo pronti a essere auditi in commissione affari istituzionali all'Ars per sgombrare il campo da ogni dubbio e giungere alla rapida approvazione di una riforma che, come indicato dal presidente Schifani, dovrà fare da apripista per il resto d'Italia".


livesicilia.it
Sicilia, Catanzaro: "Governo trovi risorse per le ex Province""Schifani non ceda ai tentennamenti"
PALERMO - "L'incertezza e i ritardi del centrodestra che hanno caratterizzato l'lter di transizione tra Province e Liberi consorzi torna a essere il motivo dominante della controriforma che dovrebbe ripristinare gli enti intermedi. Il presidente Schifani non ceda ai tentennamenti e trovi le risorse necessarie a finanziare l'operazione". Lo dice Michele Catanzaro capogruppo del Pd all'Ars."All'inizio di questa legislatura il Pd ha presentato all'Ars un disegno di legge per l'istituzione delle Provincie. Una scelta, la nostra, determinata dalla necessità di colmare un vuoto riorganizzando il sistema degli enti locali in Sicilia. A distanza di mesi e dopo innumerevoli annunci in pompa magna è ancora tutto sulla carta. Un ritardo grave - conclude Catanzaro - che si ripercuote su tutti quei servizi e quelle funzioni che in questi anni sono stati abbandonati, dalla viabilità all'edilizia scolastica degli istituti superiori".

ragusaoggi.it

In salita l'iter che ripristina le Province: Intanto ai non candidati a queste amministrative si promettono già le poltrone
Amaro destino quello delle province. Soppresse esattamente 10 anni fa dal governo Crocetta, sembravano tornate a rivivere in queste settimane, dopo l'annuncio del Presidente Schifani che sarebbero state ricostituite. Annuncio tanto roboante e convinto, che le attuali campagne elettorali per le amministrative in Sicilia, si stanno conducendo tenendo conto proprio di questa eventualità. Sono tanti infatti gli esclusi e i delusi di questa imminente campagna elettorale Sicilia, ai quali sono stati promessi già incarichi e ruoli proprio nelle varie province.Peccato che la proposta di legge regionale presentata dal Presidente Schifani e Messina, riguardante la nuova governance delle Province, non è stata ancora discussa all'Ars nonostante sia trascorso quasi un mese, anzi nemmeno presentata in commissione. Gli uffici della presidenza di Palazzo dei Normanni hanno richiesto ulteriori informazioni e l'integrazione della relazione tecnica che accompagna la proposta. È importante chiarire chi sosterrà i costi della nuova governance delle Province, considerando la situazione finanziaria non florida delle stesse.In questo scenario, la questione riguarda chi dovrà sostenere i costi per i gettoni di presenza dei consiglieri, delle giunte e dei presidenti delle nuove Province ripristinate. L'Assemblea Regionale Siciliana desidera ottenere una risposta prima di procedere con il processo. Questo ha portato ad una serie di accertamenti tecnici tra gli uffici dell'assessorato alle Autonomie Locali e dell'Economia, ognuno dei quali si occupa delle sue specifiche competenze.Dopo lunghe discussioni, sembra che i costi saranno sostenuti dalle Province e non ci sarà una partecipazione finanziaria regionale, sebbene si stia cercando un modo per incrementare il fondo destinato agli enti intermedi. Tuttavia, è fondamentale quantificare i costi con precisione e per questo motivo i funzionari delle Autonomie Locali stanno lavorando alla nuova relazione, contenente una stima dei costi Provincia per Provincia, che sarà definita negli uffici guidati da Messina. Si prevede che questa relazione verrà inviata alla presidenza dell'Ars nelle prossime ore, in modo da poter finalmente avviare l'esame nelle commissioni di merito. Sino ad oggi il nulla.
































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































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