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rassegna stampa del 31 marzo 2023


AGRIGENTOOGGI 

Commissione antimafia, Cracolici: "C'è una scarsissima attività di denuncia"

La Commissione regionale antimafia si è riunita al Comune di Favara. Per tutta la giornata sono proseguite le audizioni dei vertici istituzionali della provincia di Agrigento e dell'Autorità giudiziaria. Si è parlato di mafia, di corruzione, di estorsioni, ma anche del traffico, spaccio e consumo di droga, e delle tantissime armi che circolano un po' ovunque. Il primo incontro è stato con il prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, alla presenza del questore Emanuele Ricifari, dei comandanti provinciali dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, rispettivamente i colonnelli Vittorio Stingo e Rocco Lopane, e dei vertici della Direzione investigativa antimafia. Poi è stato il turno del procuratore aggiunto presso la Dda di Palermo, Paolo Guido, del procuratore capo, facente funzioni, di Agrigento, Salvatore Vella e del procuratore capo di Sciacca, Roberta Buzzolani. Nel pomeriggio è toccato ai sindaci dei Comuni agrigentini.
"Dobbiamo contrastare la cultura dell'indifferenza. Purtroppo c'è una scarsissima attività di denuncia per quanto riguarda le estorsioni e l'usura - ha detto il presidente della Commissione regionale antimafia Antonello Cracolici -. Sorprende che, nella provincia di Agrigento, non esista un'associazione antiracket e le attività vengono sostanzialmente da Palermo. C'è poi una bassa attività della società civile che costituisce il punto più preoccupante, anche per quanto riguarda la capacità reattiva di questo territorio alle bande criminali, ma anche alla cultura dell'antimafia. E su questo c'è da lavorare".
I temi trattati sono stati tanti compresi i fenomeni come lo spaccio di sostanze stupefacenti e il consumo che riguarda tanti giovani, ma anche sulla presenza di tantissime armi. "Lo Stato c'è, è presente - ha sottolineato il prefetto Cocciufa -. Però è anche vero che le denunce sono pochissime, anche delle cose più banali come le risse in centro storico ad Agrigento che vengono filmate con i telefonini. Ma denunce e segnalazioni arrivano, se arrivano, molto dopo. Ci vorrebbe un sussulto d'orgoglio che dovrebbe essere posto in essere dalle 43 amministrazioni locali"



AGRIGENTOOGGI

Amministrative, indetti i comizi elettorali: in provincia di Agrigento 14 comuni al voto


L'assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Messina, ha firmato il decreto che indice i comizi elettorali per il rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali in 128 Comuni della Sicilia e per i 6 presidenti e i rispettivi consigli circoscrizionali della città di Catania.
Le elezioni amministrative, come già deliberato dalla giunta regionale il 2 febbraio scorso, si svolgeranno in due giorni, 28 e 29 maggio.  «Con l'indizione dei comizi elettorali - sottolinea l'assessore Messina - si attiva il sistema della partecipazione pubblica e democratica alla scelta del governo delle città. Un momento di altissima espressione del diritto di libera scelta politica che auspico possa svolgersi nei termini di massima correttezza e nel rispetto delle differenze. Affrontiamo tempi difficili in cui occorre grande senso di responsabilità da parte di tutti e la massima disponibilità per costruire una Sicilia sana e virtuosa, a partire dai piccoli Comuni».
Tra i 128 Comuni chiamati alle urne ci sono quattro capoluoghi di provincia: Catania (incluse le sei circoscrizioni), Ragusa, Siracusa e Trapani. In 113 amministrazioni si voterà con sistema maggioritario (fino a 15 mila abitanti), mentre in 15 con il sistema proporzionale (oltre ai capoluoghi anche Licata, Aci Sant'Antonio, Acireale, Belpasso, Biancavilla, Gravina di Catania, Mascalucia, Piazza Armerina, Comiso, Modica, Carlentini).
Cinque i Comuni attualmente commissariati: Catania, Aidone (En), Trabia (Pa), Modica (Rg) e Priolo (Sr). Al voto anche Barrafranca (En), che nell'aprile del 2021 è stato sciolto per mafia.
I consiglieri comunali da eleggere sono 1.646 e le sezioni elettorali che saranno costituite sono 1.579. La popolazione coinvolta è di 1.387.169 abitanti, di cui 301.104 anche per le elezioni dei presidenti di circoscrizione e dei consigli circoscrizionali a Catania.
Domenica 28 maggio i seggi resteranno aperti dalle 7 alle 23, lunedì 29 dalle 7 alle 15. L'eventuale turno di ballottaggio si svolgerà nelle giornate dell'11 e del 12 giugno con gli stessi orari.
Ultimate le operazioni di votazione e di riscontro dei dati, si darà inizio allo spoglio delle schede. 
Le liste dei candidati a sindaco, al consiglio comunale, a presidente di circoscrizione e al consiglio circoscrizionale vanno presentate da venerdì 28 aprile a mercoledì 3 maggio (alle ore 12).
In provincia di Agrigento si rinnoveranno le amministrazioni di 14 Comuni. Si voterà con sistema proporzionale a Licata, mentre con il maggioritario a Burgio, Calamonaci, Castrofilippo, Cianciana, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lucca Sicula, Menfi, Ravanusa, Sambuca di Sicilia, San Giovanni Gemini,



AGRIGENTOOGGI
Agrigento: svolta l'audizione per diventare la Capitale italiana della Cultura 2025

Agrigento è stata la prima ad essere ascoltata, nella sala del Refettorio di Palazzo Venezia in Via del Plebiscito. Ultimo step per provare a conquistare di Capitale della Cultura italiana del 2025.
Oggi, 27 marzo,  a Roma, si è svolta l'audizione per la finale della candidatura. A disposizione 30 minuti per presentare il dossier candidatura, poi una sessione di ulteriori 30 minuti per le domande della commissione. Un'ora di tempo, dunque ,  per convincere la giuria di esperti. Ad illustrare il dossier della candidatura sono stati il sindaco Franco Miccichè, il progettista Roberto Albergoni, il presidente del Consorzio Universitario Nenè Mangiacavallo. Dopo di loro hanno relazionato Teresa Fiore, docente Montclaire università del New Jersey, Margherita Orlando coordinatrice progetto archeologia pubblica Agrigento/Tunisi, Florinda Saieva fondatrice Farm Cultural Park Favara, Gaetano Galvagno. Sono intervenuti anche Costantino Ciulla, assessore comunale di Agrigento,  Pasquale Seddio docente università Bocconi e Letizia Casuccio, direttore generale Coopculture. Diverse le domande rivolte alla delegazione soprattutto per conoscere la solidità economica del progetto, dato che  buona parte  sarà coperto con i fondi del Comune derivanti dalla tassa di soggiorno. La commissione ha chiesto anche lumi sugli interventi dedicati alla promozione del territorio , anche dopo l'anno di capitale della Cultura.
Turismo, archeologia, attività didattiche ma soprattutto il coinvolgimento dell'intero territorio: sono stati questi i punti cruciali dell'audizione. Proprio sulla domanda da parte della commissione  sull' effettiva condivisione con il territorio del progetto, il primo cittadino Miccichè ha preferito far rispondere ad Albergoni: "Temevo di dire cose inesatte", ha chiarito subito dopo l'audizione. 
C'è ottimismo nella delegazione agrigentina.
Ora bisognerà attendere l'audizione di tutte le altre nove città candidate prima di conoscere la decisione della giuria prevista per il 31 marzo prossimo.
Sarà un giornalista a "dirigere" la sfida della nuova Capitale italiana della Cultura: Davide Desario presiederà la commissione di esperti che deciderà il traguardo delle dieci candidate per il prestigioso titolo del 2025. La nomina arriva dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Desario sostituisce il dimissionario Mario Sechi.
Intanto, sta facendo discutere l'intervista rilasciata dal sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi: "Spero che per la ventesima volta non vinca una città di centrosinistra; perciò mi auguro che arrivi prima una di centrodestra".
Per rendere più chiaro il messaggio, Sgarbi aggiunge che "delle tre umbre finaliste, Assisi, Orvieto e Spoleto, vincerà la città di centrodestra". Cioè Orvieto. Sgarbi conferma e rilancia: "Deve essere una città piccola, chiamano Agrigento (una delle finaliste per il 2025, ndr), ma quale caxxo di Agrigento? Credo che all'80% vincerà l'Umbria, perché è una regione che non ha ancora avuto la capitale. Avendo sempre vinto città di centrosinistra, visto il ministro (Gennaro Sangiuliano, ndr) per come lo conosco, sarà una città di centrodestra a vincere". Del resto, aggiunge, "hanno rotto il caxxo (quelli di sinistra, ndr): hanno fatto vince- re Pesaro invece di Ascoli e Vicenza... Mi deve spiegare perché la sinistra deve avere tutte le capitali della cultura. È evidente che conoscendo Sangiuliano, non sarà questo il metodo". Parole che confermano i timori dei comitati finalisti - da Agrigento ad Aosta, passando per Asti, Bagnoregio (Vt), Monte Sant'Angelo (Fg), Orvieto (Te), Pescina (L'Aq), Roccasecca (Fr) - sulla "vittoria umbra".




BLOGSICILIA

L'insularità 'contro' l'autonomia differenziata, nasce l'osservatorio congiunto Sardegna-Sicilia.

Solo l'insularità è la vera sfida del futuro che può salvare i conti e il destino delle grandi isole e contrastare gli effetti nefasti dell'Autonomia differenziata invertendo la tendenza. Nasce l'osservatorio Sardegna-Sicilia, che segna una tappa fondamentale per monitorare l'attuazione del principio di insularità, a partire dal Ddl sul regionalismo differenziato.
A presentare il Comitato promotore del nuovo organismo di controllo, a Roma, sono stati Michele Cossa, del Comitato promotore per l'inserimento del principio di insularità in Costituzione, Gaetano Armao, Unipa, presidente dall'Associazione per l'insularità, Giannina Usai, segretario regionale ANCIM (Associazione nazionale dei Comuni delle isole minori), oltre ad alcuni parlamentari eletti in Sicilia e Sardegna, sindaci delle isole minori e ai rappresentanti delle organizzazioni di categoria.
L'osservatorio congiunto tra le due Isole, che vedrà come protagoniste gli atenei di Palermo, Cagliari e Sassari e le organizzazioni di categoria a livello regionale e nazionale, avrà il compito di verificare, analizzare, fotografare passo dopo passo il percorso avviato con la riforma costituzionale. Un lavoro prezioso anche per elaborare proposte concrete da sottoporre ai governi regionali e al governo nazionale. "Inizia una nuova fase di lavoro - spiega Michele Cossa - che vede impegnate in prima linea le due Isole maggiori con l'obiettivo di dare concretezza al principio di insularità. Per la prima volta Sardegna e Sicilia si muovono insieme e, pur partendo da condizioni differenti, puntano a perseguire un obiettivo comune".
A livello nazionale, è il ragionamento che ha portato all'intesa presentata  a Roma, non vi è ancora piena consapevolezza non solo della portata ma nemmeno della stessa esistenza del principio di insularità. "Le politiche per l'insularità - prosegue Cossa - devono invece diventare un fatto sostanziale, che dia concretezza all'impegno sancito dalla Costituzione. Per questo motivo stiamo lavorando alla creazione di un osservatorio giuridico economico che svolga un ruolo di stimolo e di verifica sulle politiche nazionali - evidenzia il consigliere regionale sardo - sui temi che attengono al gap insulare, primi fra tutti la continuità territoriale, la perequazione infrastrutturale, il sostegno alla competitività (fiscalità di sviluppo), le azioni specifiche dell'Unione europea per le isole, l'energia digitale".


AGRIGENTONOTIZIE
L'affaire acqua al vaglio dei commissari antimafia, Cracolici: "Insieme ai sindaci per superare criticità"

A margine del primo ciclo di audizioni, il presidente della commissione d'inchiesta ha evidenziato l'assenza nell'Agrigentino di un'associazione antiracket
Fra i temi oggetto delle audizioni svolte al Municipio di Favara dalla commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, c'è anche quello legato alla gestione del servizio idrico nei 43 comuni della provincia. 
"Per le difficoltà che ci sono in questa provincia - dice ai microfoni di AgrigentoNotizie il presidente della commissione Antonello Cracolici - vista la situazione che si è determinata con la crisi del soggetto gestore, con gli amministratori valuteremo ciò che è necessario fare per superare questo sistema".
Il presidente della commissione regionale antimafia non parla delle inchieste e delle possibili infiltrazioni mafiose nel complesso meccanismo che disciplina l'erogazione idrica del territorio, anticipa però che l'acqua sarà oggetto di discussione nella terza serie di audizioni che i commissari intratterranno con i sindaci agrigentini. Cracolici, a margine dell'incontro con i vertici delle forze dell'ordine e con il prefetto di Agrigento, nell'evidenziare la scarsa collaborazione dei cittadini con le istituzioni, si è anche detto stupito per l'assenza nell'Agrigentino di un'associazione antiracket che possa aiutare gli imprenditori taglieggiati a denunciare. 


AGRIGENTONOTIZIE
Nuovo Cda di Aica poco trasparente? L'azienda replica alla Consulta che aveva scritto al prefettoTra gli innumerevoli punti trattati figura l'approvazione del piano triennale del fabbisogno del personale come previsto dallo statuto

"In merito all'approvazione del piano triennale del fabbisogno del personale previsto dall'art. 22 dello statuto - si legge nella nota di Aica - l'Assemblea dei soci, fin dall'insediamento del gestore Aica e del suo Cda, ha evidenziato e rimarcato, come risulta dal verbale del 21 settembre 2021 e successivi, la necessità di procedere alla riorganizzazione aziendale "elaborata da un soggetto specializzato esterno" in modo da avere contezza delle esigenze organizzative anche in termini di fabbisogno del personale. Il superiore atto di indirizzo dei soci, supportato da precise norme statutarie, ha trovato riscontro nell'operato dell'azienda, dei suoi uffici e del Cda in carica, con l'avvio delle complesse procedure che hanno portato a presentare oggi ai soci una proposta di delibera di valutazione di un progetto di riorganizzazione aziendale, ultimato nel corso del secondo semestre del 2022; di uno schema di struttura organizzativa provvisoria che fotografa lo stato di fatto attuale dell'azienda; del piano triennale del fabbisogno del personale.
Si precisa inoltre che, con delibera di CdA n.105/2022 del  5 dicembre 2022 è stato approvato l'organigramma provvisorio della struttura aziendale su proposta del direttore generale pro-tempore Francesco Fiorino. Con sua proposta dallo scorso 31 gennaio è stata sottoposta al Cda l'approvazione del piano triennale del fabbisogno del personale redatto dal responsabile di risorse umane. La proposta di approvazione del Piano triennale del fabbisogno del personale è stata inserita al punto 8 dell'ordine del giorno della seduta di Cda (cessato in data successiva) tenutasi in data 2 febbraio 2023. Il punto è stato trattato e ne è stata rinviata l'approvazione esclusivamente per la necessità di apportare una modifica non sostanziale.
Con delibera n.4/2023 del commissario straordinario del 27 febbraio scorso, su proposta del direttore generale pro-tempore, è stato approvato il piano triennale del fabbisogno del personale.
Si fa inoltre notare che il piano triennale del fabbisogno del personale è un documento obbligatorio previsto dallo statuto aziendale (art.22 comma 1 lettera c) e dalle norme generali. Il piano del fabbisogno triennale del personale è previsto che troverà parziale realizzazione nel periodo di programmazione previsto da statuto e pari a tre anni, compatibilmente con le risorse economiche finanziarie stanziate nei bilanci di previsione. Il collegio dei revisori non ha espresso un parere negativo sull'approvazione del piano del fabbisogno ma ha semplicemente espresso un suo punto di vista sulle competenze del commissario straordinario.
Le competenze del commissario sono normate dallo statuto in maniera chiara ed inequivocabile. Inoltre si è ritenuto opportuno che l'assemblea dei soci si esprimesse, con una valutazione del piano triennale del fabbisogno del personale oltre che sul progetto di riorganizzazione dell'azienda e sulla struttura.
Essendo tutte queste decisioni strategiche per l'azienda, e pure non essendo espressamente prevista dallo statuto la valutazione da parte dei soci, risulta evidente che la valutazione da parte dei soci dei documenti sopra indicati, diventa "conditio sine qua non" per l'efficacia delle previsioni in essi contenute; tali previsioni sono fondanti ai fini della redazione dei documenti di programmazione economico-finanziaria dell'azienda in quanto impattano sui bilanci di previsione 2023-2025 e successivi e sul redigendo piano industriale.
Si è anche richiesto ai soci, vista l'importanza del documento atteso da lungo tempo dagli stessi, di autorizzare la presentazione multimediale del progetto di riorganizzazione aziendale con l'ausilio della società che ha condotto lo studio per una chiara e trasparente comprensione dei risultati, indicando eventuali date per l'audizione in assemblea dei soci.
In merito alla professionalità ed ai requisiti di competenza dell'attuale commissario straordinario si rimanda alla lettura del curriculum vitae da lungo tempo pubblicato sul sito aziendale. In merito ai distinguo che hanno caratterizzato l'operato dei membri del Cda cessato si invita a leggere la motivata nota di dimissioni presentata dall'attuale commissario in data 3 febbraio 2023 e inoltre a leggere, con la pazienza del caso, i verbali e le delibere del Cda cessato per entrare nel merito dell'operato dei singoli componenti del Cda.
In merito alla pubblicazione del verbale del Cda del 27 febbraio scorso si leggano le motivazioni di natura formale e non sostanziale che hanno portato alla ripubblicazione del verbale. Si è trattato, infatti, di un refuso sulla numerazione dei verbali, come pubblicato sul sito di Aica, il cui contenuto qui per comodità si riporta: Verbale n.2 del 27/02/2023 in sostituzione della precedente versione pubblicata in data 07/03/2023. Si è provveduto alla sostituzione dell'atto a causa dell'errata numerazione progressiva delle delibere. Nello specifico, la delibera di cui al punto n.9 (trattato come primo punto all'ordine del giorno) riportava erroneamente il numero 1 - già identificativo della delibera di cui al punto 2 del verbale del commissario straordinario del 14/02/2023 - anziché il numero 2".
La presente nota viene redatta per il rispetto dovuto ai cittadini utenti, ai sindaci dei comuni soci e ai dipendenti di Aica, su cui ha gravato e continua a gravare il compito non certo facile di portare avanti una Azienda Consortile Pubblica che opera per la gestione di un servizio essenziale per la collettività. Si auspica al contempo che la consulta, nell'espletamento dei propri e ben individuati compiti, possa intervenire con la dovuta attenzione alla realtà ed alla veridicità delle notizie diffuse a mezzo stampa. Vigilando al contempo anche sull'operato dei propri componenti e sulla eventualità che gli stessi possano ricavare "vantaggi competitivi" dalla loro appartenenza alla stessa consulta.
Riservandosi tutte le ulteriori iniziative necessarie, anche in sede giudiziaria, per la tutela della propria professionalità e buon nome, oltre che dell'azienda".


ITALIAOGGI 
Pnrr, Gentiloni: su terza tranche al lavoro con l'Italia per superare le difficoltà" Stiamo lavorando insieme con il ministro Fitto, e il governo in generale, per superare le difficoltà che tutti conosciamo bene e che nessuno che abbia esperienza di governo o di amministrazione può ignorare", ha detto il commissario Ue agli affari economici

"Io non enfatizzerei troppo fatto il fatto che ci siamo presi qualche settimana in più per la valutazione della terza tranche di fondi. Ricordo che una decisione analoga è stata già presa per 7-8 paesi. Non credo che il senso di queste verifiche debba essere troppo esagerato. Stiamo lavorando insieme con il ministro Fitto, e il governo in generale, per superare le difficoltà che tutti conosciamo bene e che nessuno che abbia esperienza di governo o di amministrazione può ignorare". Lo ha detto il commissario Ue agli affari economici, Paolo Gentiloni, rispondendo ad una domanda nel corso dell'Investment Forum organizzato dalla Febaf. "Il punto è che la sfida per attuare un piano di queste dimensioni, ricordiamo che in Italia si tratta di un progetto da 191 mld ai quali si aggiungono ulteriori fondi, e' una sfida molto seria", ha aggiunto Gentiloni sottolineando che "nessuno puo' ignorare le difficolta' di attuazione ma tutti dobbiamo concentrarci nello sforzo di superare tali difficoltà. importante discuterne perche' da una parte c'e' la crescita del nostro paese, ma in gioco ci sono anche le sorti di un programma europeo senza precedenti".
«Rispetto al Pnrr - ha aggiunto Gentiloni parlando del Piano europeo - siamo nella fase della valutazione del rispetto degli obiettivi e dei target legati alla terza richiesta di pagamenti. In questi giorni la Commissione, d'accordo con il Governo, ha esteso i tempi della valutazione come già avvenuto per altri paesi: è un segnale dell'attenzione con cui i nostri servizi verificano il pieno raggiungimento dei 55 obiettivi, in alcuni casi sono particolarmente complessi. Stiamo lavorando col governo e continueremo a lavorare per approfondire alcune misure» ha aggiunto.
«Gli effetti della stretta della politica monetaria cominciano a farsi notare. Gli ultimi dati della Bce evidenziano un rallentamento della crescita dei prestiti a imprese e famiglie tra gennaio e febbraio», ha aggiunto Gentiloni. «L'accesso al credito è un dato che andrà tenuto d'occhio nei mesi a venire» ha detto Gentiloni dopo aver sottolineato che «i prestiti sono rallentati dal 3,6% al 3,2% per le famiglie e dal 6,1% al 5,7% per le imprese non finanziarie».
In mattinata era stato il ministro per gli Affari europei,  la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, a smorzare i toni delle polemiche sui possibili ritardi nell'attuazione del Pnrr: "Non voglio fare polemiche" e "dobbiamo parlare il linguaggio della chiarezza, siamo in una fase di attuazione, il governo ha come orizzonte temporale non la scadenza immediata ma il giugno del 2026 con l'obiettivo di mettere in sinergia il Pnrr con i programmi sulla coesione, mettere insieme questi programmi dà la possibilità di avere una visione comune",  ha detto intervenendo in diretta al XIX congresso nazionale
Ali in corso a Pisa.  Fitto ha ribadito la necessità di un "dialogo costruttivo con tutti gli interlocutori su temi veri e concreti, cercando di immaginarel le soluzioni". "Stiamo lavorando di concerto con la Commissione europea, altri paesi hanno avuto sulla verifica del raggiungimento degli obiettivi delle proroghe concordate di uno o due mesi. Noi siamo al governo da quattro mesi e non da quattro anni, non lo dico per fare polemica. Dobbiamo dire le cose come stanno".



ITALIAOGGI 
Turismo, pronto un catalogo di 13mila km di cammini religiosi in Italia. Individuati i primi 35 cammini religiosi italiani da promuovere sul mercato turistico nazionale e internazionale. Dalla Via Francigena al Sentiero dei Fioretti, dal Cammino del Perdono sui passi di Celestino al cammino del Salento, fino alla Via di Francesco nel Lazio. Li ha selezionati il Ministero del Turismo, in collaborazione con Invitalia. Il Catalogo sarà presto integrato nel portale Italia.it

Individuati i primi 35 cammini religiosi italiani da promuovere sul mercato turistico nazionale e internazionale. Dalla Via Francigena al Sentiero dei Fioretti, dal Cammino del Perdono sui passi di Celestino al cammino del Salento, fino alla Via di Francesco nel Lazio. Si tratta di una rete complessiva di percorsi pari a oltre 13.000 km, che toccano ogni regione d'Italia, che si sviluppano prevalentemente su strade inibite al traffico delle automobili. Li ha selezionati il Ministero del Turismo, in collaborazione con Invitalia, e sono entrati a far parte del nuovo Catalogo voluto dal Ministero per riunire sotto un unico "marchio-ombrello" tutti i cammini religiosi, gli itinerari escursionistici a tema religioso o spirituale, percorribili a piedi o con altre forme di turismo lento e sostenibile presenti in Italia.
"Si tratta di un'azione propedeutica all'attivazione delle misure previste dal Fondo per i cammini religiosi di competenza del MITUR e che prevede uno stanziamento di circa 4,5 milioni di euro per iniziative di promozione e valorizzazione dei cammini religiosi in vista del Giubileo 2025", si legge in una nota di Invitalia. "I cammini sono stati individuati attraverso un avviso senza scadenza lanciato a novembre 2022. I soggetti che svolgono funzioni di promozione, organizzazione, manutenzione dei cammini religiosi, includendo tra questi i soggetti privati, enti pubblici, enti religiosi civilmente riconosciuti ed enti del terzo settore, possono inviare in qualsiasi momento la loro candidatura che verrà esaminata per arricchire ulteriormente questo importante veicolo di promozione. Il Catalogo sarà presto integrato nel portale Italia.it e potrà essere, quindi, oggetto di promozione sui mercati turistici di riferimento.
Con un nuovo avviso di prossima pubblicazione, il Fondo finanzierà interventi di rifunzionalizzazione edilizia degli immobili pubblici ricadenti in prossimità dei cammini presenti nel catalogo. Tali interventi saranno mirati all'attivazione di servizi per la sosta, la permanenza, il ristoro e lo svago dei turisti/pellegrini, con l'obiettivo di migliorare l'attrattività di tali percorsi e, in generale, l'esperienza di viaggio. Ciò consentirà di qualificare il recupero e l'utilizzo di tali immobili e di attivare, al contempo, economie sui relativi territori, anche attraverso lo sviluppo, nei nuovi spazi resi disponibili, di iniziative imprenditoriali in settori collegati alla fruizione dei cammini e, in generale, al turismo lento.



LENTEPUBBLICA
Tutti i ritardi dell'Italia sul PNRR

La Corte dei Conti denuncia diversi ritardi sul PNRR, da parte dell'Italia e il mancato raggiungimento degli obiettivi. Sono a rischio i fondi?
Ritardi Italia PNRR: si complica la situazione per il nostro Paese, in ambito di PNRR.
Come testimoniato dalla Corte dei Conti, l'Italia è in ritardo su diversi obiettivi e misure.
Il primo obiettivo sarà quello di ottenere il via libera alla seconda rata del 2022 e poi si chiederà una proroga di due mesi, per una completa revisione del Recovery Plan.
Ritardi Italia PNRR: una panoramica della situazione
La Corte dei Conti ha presentato la seconda relazione sullo stato di attuazione del PNRR.
L'Italia è riuscita ad ottenere fondi di grande portata ma, secondo le analisi, le spese sono state modeste: dei 67 miliardi di euro già incassati (ai quali vanno aggiunti i 21,8 miliardi di euro della terza tranche, richiesta dal Governo lo scorso 30 dicembre 2022), sono stati spesi solo 23 miliardi di euro.
Da Bruxelles, si assicura che la richiesta di un'ulteriore proroga "non è inusuale" e che già altri Paesi l'hanno richiesta. Inoltre, la Commissione europea ha affermato di apprezzare i progressi compiuti dall'Italia, nelle ultime settimane.
Ma la situazione rimane grave: ci sono ritardi per un progetto su due e i pagamenti sono arrivati solo al 70% delle imprese.
Come affermato da Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei, alcuni obiettivi non sono realizzabili entro il 2026:
Ritardi Italia PNRR: le maggiori difficoltà per il raggiungimento degli obiettivi
Come riepilogato da Il Sole 24 Ore, ci sono alcuni ostacoli che frenano il PNRR. Eccone alcuni:
L'attuazione finanziaria: l'Italia, finora, ha speso solo 23 miliardi di euro dei 120 di dotazione e, tolti i crediti d'imposta, si scende a 10 miliardi;
La selezione e i bandi: ci sono forti ritardi per gli asili nido e le scuole d'infanzia, oltre alla scarsità di progetti nei comuni del Sud;
L'aumento dei prezzi: con l'inflazione, si è alzato il costo delle materie prime, influendo sullo sviluppo di cantieri e appalti;
Il Sistema Regis, che dovrebbe monitorare lo stato d'attuazione del PNRR, ma che è troppo diversificato da ministero a ministero;
Il problema degli anticipi: le imprese che si aggiudicano gli appalti possono chiedere anticipi fino al 30% per la realizzazione delle opere, ma gli acconti del Mef si limitano al 10%, creando dei problemi di liquidità alle aziende.
Ritardi Italia PNRR: la discussione sul Governo precedente
Nei giorni scorsi c'è stata tensione col Governo precedente.
Inizialmente, la premier Meloni aveva attaccato il Governo Draghi, per aver richiesto un gran numero di fondi, che difficilmente erano alla portata dell'Italia.
In seguito, la Premier ha corretto il tiro, durante una chiamata con l'ex Presidente del Consiglio Draghi, attribuendo la responsabilità all'Europa che, secondo il suo punto di vista, è ostile coi sovranisti, mentre era molto meno rigida col governo precedente.

























































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































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