Giornale di sicilia
Progetti di quattro Comuni Dal Pnrr
arrivano 24 milioni
Finanziamenti a Grotte, Racalmuto, Montevago e Raffadali
Non si placa l'onda emotiva dopo la proclamazione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.
Il presidente dell'Ordine degli Architetti Rino La Mendola afferma: «Sosteniamo il Comune con tutti gli
eventi inseriti a supporto del dossier presentato per la candidatura, tra cui la biennale di Arte e
Architettura contemporanea Mediterranea». Lo ha detto nella gremita sala Zeus, al museo
archeologico Pietro Griffo, dove si è svolto il convegno sul tema «Pnrr e rigenerazione urbana»
promosso dall'Ordine professionale di Agrigento, per presentare i cinque progetti che interessano il
Libero Consorzio Comunale di Agrigento e i Comuni di Grotte, Racalmuto, Montevago e Raffadali
vincitori di altrettanti concorsi di progettazione che puntano alla riqualificazione urbana per un importo
di circa 24 milioni di euro. «L'evento - spiega Rino La Mendola - è stato voluto per promuovere
ancora una volta la procedura del concorso di progettazione quale strumento ideale per valorizzare il
talento dei professionisti, e per descrivere i progetti di fattibilità tecnico ed economica di qualità
acquisiti grazie ai concorsi banditi la scorsa estate, con la collaborazione tecnico e logistica del nostro
Ordine. Siamo orgogliosi di essere riusciti a stimolare gli enti attivi sul territorio, impegnarli nella
riqualificazione urbana e nella valorizzazione dei nostri beni culturali ed è una strada che vogliamo
continuare a percorrere».
Dopo i saluti di Giuseppe Avenia, dirigente del Museo, e Gianfranco Tuzzolino, presidente del Polo
universitario di Agrigento, sono intervenuti i sindaci dei Comuni vincitori del concorso e del
commissario del Libero Consorzio. Interessanti le relazioni di Giuseppe Cappochin, del Consiglio
nazionale degli Architetti e di Gianluca Peluffo, noto interprete di architettura contemporanea. Nella
seconda sessione, sono intervenuti i componenti delle giurie: Renata Prescia, docente coordinatrice
del corso di laurea in Architettura; Michele Sbacchi, professore di Progettazione architettonica
all'UniPa ed i presidenti degli Ordini siciliani: Sonia Di Giacomo, Piero Campa, Sebastiano Fazzi e
Salvo Scollo ed il presidente della Fondazione Architetti nel Meditarraneo, Piero Fiaccabrino.
Sull'importante riconoscimento alla città è intervenuta anche la senatrice Stefania Craxi: «La scelta di
Agrigento come Capitale della Cultura 2025 è un grande riconoscimento al ruolo cruciale che la città
ha avuto nella storia del Mediterraneo e all'impegno della comunità locale nel preservare e
promuoverne la straordinaria eredità. Il patrimonio di Agrigento, che comprende il celebre Parco
Archeologico della Valle dei Templi, i musei, le chiese e le tradizioni popolari, sarà al centro di un
ricco programma di eventi e iniziative che coinvolgeranno sia i cittadini che i visitatori provenienti da
tutto il mondo». L'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, ha sottolineato: «Questa è la vittoria di
Agrigento ma anche della Sicilia e del nostro Sud. La magna Grecia scrigno di storia, arte, cultura e
enogastronomia. Sono orgoglioso anche da cittadino onorario della provincia di Agrigento per questo
primo risultato, ora la sfida è raddoppiare il turismo di qualità entro 5 anni con scelte valorizzino
anche le aree interne e la tradizione di accoglienza del mostro meridione». (*GNE*)
Capitale della cultura ma irraggiungibile
Schifani: «Convoco l'Anas, è la priorità»
Per percorrere la Palermo-Agrigento ci vogliono almeno due ore fra cantieri,
semafori e deviazioni. Il presidente: «La nuova tratta deve essere pronta nel '25»
«Stiamo mettendo a regime gli interventi sull'autostrada Palermo-Catania, adesso ci concentreremo
sulla fine dei lavori che da anni sono presenti sulla strada statale Palermo-Agrigento. Completare
questa eterna incompiuta sarà un'altra nostra priorità assoluta, a maggior ragione dopo che Agrigento
è stata proclamata Capitale italiana della cultura per il 2025. Un appuntamento, centrato nonostante
avessimo di fronte competitor importanti come Assisi, a cui non possiamo farci trovare impreparati».
Parola del presidente della Regione, Renato Schifani, che nelle prossime settimane incontrerà per la
prima volta i vertici dell'Anas, la società che gestisce le infrastrutture stradali, per definire una
programmazione che consenta di chiudere quell'ormai consueto slalom tra i cantieri della strada
statale che collega il capoluogo con la Valle dei Templi.
Il mese scorso Schifani aveva già protestato contro Anas, segnalando al ministro delle Infrastrutture
Matteo Salvini, le 45 interruzioni sull'autostrada Palermo-Catania, la quasi totalità senza nessun
intervento e senza operai, arrivando a chiedere il commissariamento: «Finora ho preferito non
incontrare i responsabili di Anas ma da quel momento c'è stato un cambio di passo - spiega il
governatore siciliano - ed oggi il piano prevede un unico cantiere e investimenti per 250 milioni che
dovrebbero crescere fino a un miliardo. Adesso, alla luce del prestigioso riconoscimento ottenuto da
Agrigento, ho deciso di organizzare una riunione con la società autostradale per avere risposte, sia
su questa tratta che dovrà essere necessariamente pronta entro il 2025, sia per il resto della Sicilia».
Per percorrere i circa 127 chilometri che separano le due città ci vogliono almeno due ore - semafori
e deviazioni permettendo - sempre che la durata del viaggio non si allunghi a causa dei camion che
impediscono qualsiasi tentativo di sorpasso o che la pioggia non invada la carreggiata, rendendo
impossibile la circolazione, come è avvenuto lo scorso dicembre.
«Il nostro obiettivo - continua il presidente Schifani - anche grazie al pressing sul ministro Salvini, è
di concludere al più presto possibile le opere già avviate sulla Palermo-Agrigento. Nel frattempo
lavoreremo anche al potenziamento della linea ferroviaria ma in questo caso i tempi saranno più
lunghi».
Per assicurare il successo di «Agrigento Capitale della Cultura» servono migliori infrastrutture e
servizi più efficienti: concorda con il presidente della Regione anche Francesco Picarella,
vicepresidente regionale e responsabile provinciale di Federalberghi. «Da qui al 2025 dovremo fare
tutti uno sforzo in più - sostiene Picarella, assessore comunale allo Sviluppo economico e alla
Promozione del territorio fino allo scorso dicembre - per offrire mobilità e qualità ai visitatori e ai
nostri concittadini. La Palermo-Agrigento diventa quindi fondamentale ma bisognerà potenziare
anche il numero dei treni in arrivo e in partenza, basti pensare che il collegamento con Catania dura
oltre 5 ore e per giunta con almeno un cambio. E poi occorre puntare sui trasporti urbani, come
autobus e taxi, aumentando le corse da Agrigento alla Scala dei Turchi, per adesso garantite solo
d'estate. Inoltre l'investitura come Capitale della cultura potrebbe essere l'occasione per riproporre
l'ipotesi di realizzare l'aeroporto ad Agrigento in considerazione del fatto che ci aspettiamo grandi
flussi da tutta Italia e dall'estero anche negli anni successivi alla manifestazione, così come ci ha
insegnato l'esperienza già vissuta da Palermo nel 2018». (fag)
Agrigentonotizie.it
Calcestruzzo in cattivo stato di salute: chiusa per indagini sede decentrata dell'istituto "Odierna"
La decisione è stata presa dal commissario del Libero consorzio: servirà verificare lo stato del plesso "Matteotti"
Chiusa, anche se temporaneamente, la sede decentrata dell'istituto "Odierna" di Palma di Montechiaro per consentire verifiche tecniche sulla struttura. A deciderlo è stato il commissario straordinario del Libero consorzio: lo stop alle lezioni permetterà di condurre alcuni accertamenti soprattutto sulla carbonatazione del calcestruzzo e l'ossidazione dei ferri contenuti in esso nel piano seminterrato del plesso " Mattarella ".
Stando ad una nota dell'ente, questa chiusura consentirà "in tempi brevi, le opportune ed adeguate verifiche strutturali finalizzate ad una indagine diagnostica della stessa al fine di garantire la sicurezza degli studenti".
Scrivolibero.it
Chiusura Temporanea Della Sede Distaccata Istituto Scolastico "Odierna" Di Palma Di Montechiaro: Verifiche Per Fenomeni Di Carbonatazione Del Calcestruzzo
Il Commissario Straordinario del Libero Consorzio ha disposto, in queste ore, la chiusura temporanea della sede distaccata dell'Istituto Scolastico "Odierna" di Palma di Montechiaro.
La decisione e' stata adottata da parte degli Uffici tecnici preposti per evidenti fenomeni di carbonatazione del calcestruzzo e conseguente ossidazione dei ferri di armatura dei pilastri collocati nel piano seminterrato del plesso " Mattarella ", sede distaccata dell'Istituto.
La chiusura temporanea dell'Istituto consentirà, in tempi brevi, di svolgere le opportune ed adeguate verifiche strutturali finalizzate ad una indagine diagnostica della stessa al fine di garantire la sicurezza degli studenti.
Il provvedimento di sgombero del Plesso Mattarella e' stato deciso dal Commissario Straordinario, d'intesa con il Sindaco di Palma di Montechiaro, proprietario della struttura scolastica.
Siracusanotizie.it
Riforma delle Province, legge incardinata all'Ars: "nessun costo aggiuntivo per la Regione"
Falcone ricorda come già nell'ultima Legge di stabilità il Governo Schifani abbia confermato non solo la copertura da 300 milioni nel triennio 2023/25 che la Regione devolve agli enti intermedi, ma ha assegnato ulteriori risorse - ben 165 milioni sullo stesso triennio "Leggiamo con stupore delle preoccupazioni di alcuni parlamentari circa la presunta assenza di copertura finanziaria per il disegno di legge che ridarà legittimazione democratica e amministrativa alle ex province. Il ripristino degli Enti intermedi non richiede, infatti, risorse aggiuntive da parte della Regione, si tratta di un falso problema". Così l'assessore regionale all'Economia Marco Falcone, a proposito del disegno di legge sul ripristino delle province in Sicilia, incardinato ieri all'Ars.Falcone ricorda come già nell'ultima Legge di stabilità il Governo Schifani abbia confermato non solo la copertura da 300 milioni nel triennio 2023/25 che la Regione devolve agli enti intermedi, ma ha assegnato ulteriori risorse - ben 165 milioni sullo stesso triennio - attraverso il Fondo sviluppo e coesione, fatto mai accaduto prima. "Vorremmo ricordare che le fonti a cui attingono le ex Province sono essenzialmente le risorse da Rc Auto, dall'Imposta provinciale di trascrizione e dalle accise dell' energia elettrica - prosegue -. Sulle prime due, preme sottolineare che lo Stato opera un prelievo forzoso. Nel corso dell'ultimo incontro fra il presidente Renato Schifani e il ministro Roberto Calderoli a Palazzo d'Orleans - ha poi concluso l'assessore - abbiamo chiesto di eliminare o ridurre sensibilmente tale prelievo nell'ambito della programmata abolizione della Legge Delrio, una riforma fallimentare da lasciarci al più presto alle spalle. Siamo pronti a essere auditi in commissione affari istituzionali all'Ars per sgombrare il campo da ogni dubbio e giungere alla rapida approvazione di una riforma che, come indicato dal presidente Schifani, dovrà fare da apripista per il resto d'Italia".
ITALIAOGGI
Le nuove indicazioni dell'Inps sull'accredito, in accordo con il ministero del lavoroPrendersi cura dei figli non taglia la pensionePer i periodi di fruizione dei congedi di maternità/paternità (tutti: quelli di astensione obbligatoria e facoltativa), il lavoratore/trice ha diritto all'accredito pieno di contributi, validi per il diritto e per la misura della pensione.
Prendersi cura dei figli non taglia più la pensione. Infatti, per i periodi di fruizione dei congedi di maternità/paternità (tutti: quelli di astensione obbligatoria e facoltativa), il lavoratore/trice ha diritto all'accredito pieno di contributi, validi per il diritto e per la misura della pensione. A stabilirlo è l'Inps, recependo le indicazioni del ministero del lavoro, nel messaggio 1215/2023. La novità vale per i congedi fruiti in costanza e al di fuori del rapporto di lavoro, a prescindere dalla collocazione temporale (anche prima del Tu maternità, approvato dal dlgs 151/2001).
L'accredito dei contributi. La disciplina sull'accredito dei contributi a favore dei lavoratori dipendenti (è il decreto legge n. 463/1983 convertito dalla legge n. 638/1983) prevede un criterio proporzionale in funzione del minimale, rivalutato annualmente (euro 53,95 giornalieri nell'anno in corso); pertanto, se la retribuzione risulta inferiore opera la c.d. contrazione, cioè il riconoscimento dell'accredito di un numero di settimane di contributi inferiore a quelle lavorate. La contrazione non si applica ai lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari, agli operai agricoli, agli apprendisti e ai periodi di servizio militare o equiparato.
Le indicazioni del ministero. L'Inps spiega di avere interpellato il ministero del lavoro sull'applicazione della contrazione e di avere avuto nuove indicazioni, per cui la sua applicazione (della contrazione) deve ritenersi esclusa, di principio, al congedo di maternità e di paternità, sia in costanza e sia al di fuori del rapporto di lavoro. In particolare, spiega l'Inps, «in coerenza con il valore riconosciuto a livello costituzionale alla maternità e con il sistema rafforzato di tutela approntato dal legislatore per garantire alla maternità e alla paternità idonea protezione, non possono trovare applicazione altre disposizioni che limitino o riducano l'accredito figurativo» quali, appunto, il citato criterio della contrazione (art. 7 del dl 463/1983). Ciò potrebbe facilmente verificarsi, ad esempio, in occasione della fruizione di periodi di congedo parentale.
Le nuove istruzioni. In conseguenza alle nuove indicazioni ministeriali, precisa l'Inps, non rientrano nell'ambito di applicazione della contrazione, ai fini del diritto e della misura a pensione, oltre al congedo di maternità e di paternità, espressamente richiamati, tutti gli eventi di maternità e paternità per i quali è previsto il riconoscimento dei contributi figurativi, sia all'interno e sia al di fuori del rapporto di lavoro (esempio il congedo parentale), indipendentemente dalla collocazione temporale dell'evento tutelato (quindi anche quelli precedenti all'entrata in vigore del dlgs 151/2001) e dalla modalità di valorizzazione della contribuzione figurativa. Infine, l'Inps dettaglia gli eventi di maternità e di paternità, all'interno e/o al di fuori del rapporto di lavoro, che sono esclusi dal controllo del minimale retributivo, sia per il diritto sia per la misura della pensione, nonché gli eventi che, poiché non espressamente individuati nel parere ministeriale, continuano, invece, a essere sottoposti al controllo (si veda tabella).
ITALIAOGGI
Agrigento proclamata Capitale italiana della Cultura 2025Il ministro Sangiuliano: non per proposta mia, ma dell'Ue, tra poco avremo anche la Capitale del Mediterraneo
Agrigento è la Capitale italiana della Cultura 2025. A proclamarla, a Roma nella Sala Spadolini del ministero della cultura, sono stati il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, e il presidente della Giuria, Davide Maria Desario. Oltre a Agrigento, erano dieci le città finaliste: Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant`Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L`Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia). Il titolo di Capitale italiana della cultura è conferito per la durata di un anno. La prima città ad aggiudicarsi il riconoscimento fu Mantova nel 2016, poi Pistoia (2017), Palermo (2018) e Parma nel 2020, prorogato anche nel 2021 a causa della pandemia. Lo scorso anno Procida, nel 2023 Bergamo e Brescia.
"Creare questo tour della Capitale della Cultura - ha detto Sangiuliano prima della proclamazione - è stata una buona idea: l'essere Capitale della Cultura consente nell'arco di un anno di accendere i riflettori su una realtà territoriale. La ricchezza e l'articolazione della pluralità di luoghi, città e borghi italiani è un unicum nel mondo: è qualcosa che abbiamo solo noi e ci viene dalla nostra storia", che fa dell'Italia "la superpotenza culturale. Dobbiamo essere orgogliosi delle nostre città, dei nostri comuni e del nostro territorio. L'Italia ha due grandi pilastri su cui puntare il suo sviluppo socio-economico:
l'impresa con il genio italico e la cultura che si trova nei territori. Ogni Comune, anche il più piccolo, è uno scrigno di tesori. Abbiamo le grandi città d'arte, ma è nelle città medio-piccole che noi troviamo l'autenticità più profonda dell'essere italiani. Io sono a fianco dei sindaci e insieme dobbiamo lavorare: anche per chi non è Capitale, troveremo un mondo in cui le ricchezze espresse nel progetto possano trovare un momento di realizzazione", ha sottolineato il ministro. Sangiuliano, infine, ha annunciato che "non per proposta mia, ma dell'Ue, tra poco avremo anche la Capitale del Mediterraneo. Ci sono tante città italiane che hanno una peculiare proiezione nel Mediterraneo. Quindi come abbiamo una Capitale europea della Cultura, avremo una Capitale europea del Mediterraneo tra Italia, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Malta ... ci sarà questa ulteriore possibilità".
"Sono estremamente emozionato e orgoglioso per aver raggiunto questo traguardo e aver dato alla mia città questo riconoscimento importante per lo sviluppo della cultura, del turismo e dell'economia. Oggi non ha vinto solo Agrigento, non ha vinto la Sicilia, ma ha vinto l'Italia intera perché nel momento storico e politico in cui ci troviamo, aver promosso questo dossier incentrato sugli scambi culturali tra popoli, è stato un grande atto di coraggio", ha commentato il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, nel corso della proclamazione di Agrigento Capitale della Cultura 2025. "Ho un desiderio e mi rivolgo ai colleghi sindaci: non lasciamoci oggi ma cerchiamo di creare quella rete turistica italiana, creiamo quella squadra dove gli atleti non si conoscono ma hanno tutti lo stesso obiettivo e spirito di appartenenza: quello di essere italiani", ha aggiunto.
LENTEPUBBLICA
Personale assunto da altre amministrazioni locali: come matura le ferie?
Un orientamento applicativo da poco messo a disposizione dall'Aran, il parere CFL 214, si occupa della maturazione delle ferie del personale assunto dai Comuni a tempo pieno provenienti da altre amministrazioni locali.
In linea generale, gli istituti giuridici con cui un dipendente pubblico può trasferirsi da un'Amministrazione ad un'altra possono essere schematicamente suddivisi in percorsi due tipologie:
"interni"
"esterni".
I primi prevedono un percorso rivolto ai soli dipendenti pubblici, i secondi invece hanno un perimetro di riferimento più ampio in quanto coinvolgono anche personale non già dipendente delle Amministrazioni.
Nel breve articolo odierno, invece, analizziamo il recente parere dell'Aran che si sofferma sulle ferie maturate da un dipendente assunto da un Comune a tempo pieno provenienti da altre amministrazioni locali.
Personale assunto da altre amministrazioni locali: come matura le ferie?
Il personale assunto da un Comune, ai sensi dell'art. 1, comma 557, Legge n. 311/2004, come matura le ferie?
Qui di seguito la risposta dell'Aran.
L'art.1, comma 557, della legge n.311 del 2004, come noto, consente alle amministrazioni richiamate dalla norma di utilizzare "l'attività lavorativa di dipendenti a tempo pieno di altre amministrazioni locali purché autorizzati dall'amministrazione di provenienza".
La disposizione detta una deroga al principio di unicità del rapporto di lavoro a tempo pieno nella Pubblica amministrazione espresso dall'art. 53, comma 1, del d.lgs. n. 165/2001.
Si vuole così permettere ai dipendenti degli Enti locali di svolgere, previa autorizzazione, attività lavorativa a favore di altri Enti locali di piccole dimensioni, non solo se titolari di un rapporto di lavoro a tempo parziale ma anche se titolari di un rapporto di lavoro a tempo pieno.
Gli orientamenti giurisprudenziali, in materia, sono unanimi nel sostenere che se l'ente decide di utilizzare autonomamente le prestazioni di un dipendente a tempo pieno presso altro ente locale al di fuori del suo ordinario orario di lavoro, la prestazione aggiuntiva andrà ad inquadrarsi necessariamente all'interno di un nuovo rapporto di lavoro autonomo o subordinato a tempo parziale, e che, qualora si opti per una fattispecie di rapporto di lavoro subordinato, non può che applicarsi la disciplina normo-economica prevista dal CCNL del comparto di riferimento, nel caso di specie, quello delle Funzioni Locali.
Pertanto, se si tratta di un rapporto di lavoro subordinato, le ferie verranno maturare in proporzione secondo la disciplina oggi contenuta all'art. 38 del CCNL 16.11.2022.
LENTEPUBBLICA
Servizio militare e contributi per la pensione: chiarimenti
Ecco alcuni interessanti chiarimenti sul riscatto del periodo di servizio militare per ottenere i contributi validi per la pensione.
Riscattare il periodo di servizio militare rappresenta una soluzione utile sia per i lavoratori dipendenti che autonomi e può rivelarsi vantaggioso perché consente a molti assicurati di accrescere sia l'importo della pensione che, eventualmente, anticipare la buonuscita.
Esistono anche altre forme di "riscatto", come quello della laurea: ne parliamo qui.
Scopriamo dunque come fare richiesta di riscatto.
Servizio militare e contributi per la pensione
Si tratta in breve della contribuzione figurativa riconosciuta per periodi, scoperti da altra contribuzione, durante i quali l'interessato ha svolto servizio militare obbligatorio o di richiamo alle armi, nelle Forze armate italiane ovvero servizio a esso equiparato.
Il riscatto del servizio militare (quello di leva una volta obbligatorio) permette, dietro istanza all'Inps, di rendere, questi contributi figurativi, utili sia al diritto che alla misura della pensione.
Il servizio offerto dall'INPS permette di presentare la domanda di accredito dei contributi figurativi per lavoratori, pensionati e superstiti che hanno svolto servizio militare obbligatorio o di richiamo alle armi nelle Forze armate italiane o servizio equiparato.
Il beneficio è rivolto a coloro che, lavoratori o pensionati, abbiano un vuoto assicurativo dovuto al fatto di aver svolto il servizio militare.
L'accredito dei contributi figurativi può essere richiesto anche dai superstiti dell'assicurato o del pensionato deceduto
I fondi in cui è possibile l'accredito sono:
Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) dei lavoratori dipendenti;
Gestioni speciali dei lavoratori autonomi;
Fondi speciali di previdenza gestiti dall'INPS dove previsto dalle relative norme regolamentari.
Il beneficio non è previsto nella Gestione Separata. Inoltre non è previsto alcun importo da versare all'INPS per il riconoscimento dei contributi figurativi per il servizio militare.
Per poter ottenere la contribuzione figurativa l'interessato deve possedere almeno un contributo effettivo al momento della domanda di accredito figurativo.
Per poter ottenere la contribuzione figurativa il periodo deve essere scoperto da altra contribuzione.
L'accredito dei contributi figurativi non può essere effettuato se il periodo è già stato considerato utile per la concessione della pensione statale o comunque per qualsiasi altro trattamento pensionistico sostitutivo, esclusivo o esonerativo dell'Assicurazione Generale Obbligatoria.
Come fare domanda?
La domanda può essere presentata, previo accesso con credenziali, online all'INPS attraverso il servizio dedicato.
In alternativa si può fare domanda tramite:
Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
enti di patronato e intermediari dell'Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
Non ci sono scadenze per inviare la richiesta: può essere presentata in qualsiasi momento.
Il richiedente deve presentare un'autocertificazione dei periodi servizio richiesti e indicare il distretto o l'ufficio militare di appartenenza.
Successivamente l'INPS provvede a richiedere direttamente la documentazione probatoria al distretto o all'ufficio militare indicato dall'interessato.
Il termine ordinario per l'emanazione dei provvedimenti è stabilito dalla legge n. 241/1990 in 30 giorni. In alcuni casi la legge può fissare termini diversi.
ILSOLE24ORE
Pnrr, in arrivo i correttivi per sbloccare la tranche da 19 miliardi
Il governo studia le mosse per rimodulare il Piano, nel quadro della trattativa con Bruxelles: ipotesi risorse solo su progetti realizzabili
Nel decreto Pnrr ora al Senato o nel nuovo decreto assunzioni atteso in Consiglio dei ministri giovedì il governo inserirà alcuni dei correttivi chiesti dall'Europa per sbloccare la terza tranche da 19miliardi del Piano, e forse anche qualche ulteriore semplificazione. Una volta approvato il testo a Palazzo Madama, la sfida nelle sfide: far decollare la nuova governance del Piano.
La strategia sulle modifiche al Piano
Isolare i progetti "poco realistici", portare avanti innanzitutto quelli realizzabili entro il 2026, lavorare sulle garanzie per le imprese che partecipano ai bandi e migliorare l'organizzazione della struttura della Pubblica amministrazione per il Pnrr. Dal ministro per il Made in Italy Adolfo Urso a quello dell'Economia Giancarlo Giorgetti, il governo inquadra le mosse in atto nella trattativa con Bruxelles per rimodulare il Piano. Il confronto continuo coinvolge anche il Commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, che vede "un margine" e promette da parte dell'Europa "flessibilità" nell'esame della proposta italiana, quando arriverà.
Dopo il Il tema è stato fra quelli principali dell'incontro di due giorni fa al Quirinale fra Sergio Mattarella e Giorgia Meloni. Ed è al centro degli attacchi delle opposizioni, con la segretaria dem Elly Schlein che chiede all'esecutivo di riferire «urgentemente» al Parlamento sullo stato di attuazione. L'informativa del ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, è attesa a cavallo fra aprile e maggio. Dopo Pasqua i ministri risponderanno alla sua richiesta di una «risonanza magnetica di tutti i progetti», che evidenzi criticità e soluzioni percorribili.
Il Pnrr è stato «ereditato», ha ribadito ancora la premier: «Avremmo fatto altro, ma il nostro impegno per l'interesse nazionale ci impone di lavorare per la sua realizzazione». Intanto, il suo Esecutivo rifiuta l'etichetta di scaricabarile. Non scarichiamo colpe su nessuno, è il ragionamento che si fa in ambienti di governo, ma nemmeno altri possono scaricarle su di noi: questo governo, insomma, avrà responsabilità se fra sei mesi, un anno, ci saranno ritardi. Per questo, sottolineano le stesse fonti, si lavora per cambiare ora il Pnrr, e tutti i passaggi sono accompagnati da un confronto con tutti i livelli istituzionali. Evitare strappi è la parola d'ordine.
Prevede l'allineamento del Pnrr con le politiche di coesione (altri 43 miliardi per il 2021/27) e il Fondo per lo sviluppo e la coesione, in uno scenario che copre fino al 2029. L'idea, all'insegna della flessibilità, è quella di spostare negli altri due contenitori i progetti del Pnrr non realizzabili entro il 2026, dirottando le relative risorse su obiettivi più urgenti. Un indirizzo in linea con le idee di Confindustria. «Le risorse del Pnrr non sono soldi gratis - osserva il presidente, Carlo Bonomi - e bisogna agire con responsabilità concentrandosi sulle opere che servono davvero al Paese».
Lo stadio e il bosco
Fra i nodi anche lo stadio di Firenze (come il Bosco dello sport di Venezia). Pagarlo con il Pnrr è una follia, secondo Matteo Renzi, che chiede di dirottare le risorse su case popolari e scuole. Entro il 30 aprile il Piano rivisto, modificato con i capitoli RepowerEu, deve essere presentato a Bruxelles. «Forza Italia è convinta che si raggiungeranno gli obiettivi fondamentali», ha spiegato il vicepremier Antonio Tajani.
L'ottimismo di Gentiloni
E intanto l'ottimismo italiano sulla terza tranche di risorse, che era attesa a fine 2022 e ancora non è stata sbloccata dall'Ue, trova riscontro nelle parole di Gentiloni al Workshop Ambrosetti: «Non sono preoccupato affatto, i punti ancora da chiarire saranno chiariti e vedo grandissima buona volontà da parte del governo».
Rinforzare la Pa
A Cernobbio c'era anche Giorgetti. «Si sta valutando un provvedimento per migliorare l'organizzazione della struttura della Pa», la cui «struttura burocratica probabilmente non era e non è all'altezza di sostenere questo tipo di choc di domanda» legato al Pnrr, ha spiegato il ministro dell'Economia. Lo preoccupano anche i bandi andati deserti, come per la posa della banda larga: in quest'ottica, ha detto, al Mef si studia una soluzione sulle garanzie, per «permettere alle imprese, soprattutto quelle che affrontano grandi progetti infrastrutturali, di avere un sistema più "friendly", e avere la possibilità quantomeno di partire con il cantiere, altrimenti oggi diventa complicato».