Giornale di Sicilia
La morte del piccolo Marco In sei rinviati
a giudizio
Sono dirigenti e tecnici del Libero Consorzio
In sei rinviati a giudizio per concorso in omicidio stradale per la morte del piccolo Marco Castelli, di 7
anni, avvenuta tra la via degli Oleandri e la strada provinciale 50, a Menfi, il 16 agosto 2018. Per
questa vicenda è già stato assolto, alcune settimane fa, dal gup del Tribunale di Sciacca, il
conducente dell'auto che si è scontrata con la Nissan Qashai condotta dal padre del bimbo. Il piccolo
era seduto sul sedile posteriore della vettura e venne colpito da una barriera che è penetrata
nell'auto. Il bambino è stato trafitto da un palo che si è staccato dal cavalcavia lateralmente alla
carreggiata. Il gup del Tribunale di Sciacca, Antonino Cucinella, accogliendo la richiesta del pubblico
ministero, Michele Marrone, ha disposto il rinvio a giudizio di dirigenti e tecnici del Libero Consorzio di
Agrigento: Achille Contino, direttore ad interim del settore «Ambiente e Territorio e Infrastrutture
stradali»; Michelangelo Di Carlo, dirigente dell'ufficio Infrastrutture stradali; Filippo Napoli,
responsabile di sezione; Eduardo Salemi, tecnico dello stesso ente.
Per Napoli e Salemi il rinvio a
giudizio è stato disposto a seguito di imputazione coatta perché in una prima fase per loro era stata
chiesta l'archiviazione. Rinvio a giudizio anche per l'ispettore della Polizia municipale di Menfi Enzo
Alonge, quale responsabile del controllo segnaletica, e per Giuseppe Prestia, capo cantoniere
provinciale. Le richieste di rinvio a giudizio sono state avanzate dal pubblico ministero Michele
Marrone. Le indagini svolte dalla procura della Repubblica di Sciacca avrebbero fatto emergere
carenza e inadeguatezza della segnaletica, ma anche omissione dei dovuti controlli e della vigilanza
sullo stato di conservazione e sull'efficienza tecnica delle barriere poste sulla strada provinciale 50.
Tutto questo, sempre secondo l'accusa, avrebbe concorso in quanto accaduto quel 16 agosto 2018.
Le difese avevano chiesto il non luogo a procedere sostenendo che nessuna omissione può essere
addebitata ai sei imputati, assistiti dagli avvocati Antonino e Vincenza Gaziano, Maurizio Gaudio,
Pasquale Marchese, Anna Macaluso e Antonio Provenzani.
Deciderà il giudice monocratico del
Tribunale di Sciacca. La prima udienza del processo è fissata l'11 luglio 2023. Il piccolo e i suoi
familiari, originari di Partanna ma residenti in provincia di Como, si trovavano in Sicilia per trascorrere
alcuni giorni di vacanza. La famiglia si è costituita parte civile. Il giudice Cucinella in precedenza
aveva assolto perché il fatto non sussiste Pierluigi Badano, di Palermo, autista dell'auto che si è
scontrata con quella della famiglia Castelli, nel processo celebrato con il rito abbreviato. Per Badano,
difeso dall'avvocato Giovanni Vaccaro, il pm Michele Marrone aveva chiesto un anno di reclusione,
con le generiche e la diminuzione per il rito abbreviato. L'avvocato Vaccaro, invece, l'assoluzione
dell'imputato per non aver commesso il fatto. (*GP*)
Agrigentonotizie.it
Bimbo trafitto da palo dopo incidente stradale: sei rinvii a giudizio
Il gup, accogliendo le richieste del pm, ha disposto il processo per dirigenti e tecnici del Libero consorzio, ma anche per un ispettore della polizia municipale e un capo cantoniere.
Concorso in omicidio stradale. Sei gli indagati che sono stati rinviati a giudizio per la tragedia che, il 16 agosto del 2018, tra via degli Oleandri e la provinciale 50 di Menfi, determinò la morte di Marco Castelli, il bambino di 7 anni che era in auto con i genitori. Il piccolo era sul sedile posteriore della Nissan Qashqai guidata dal padre. L'auto venne colpita dalla barriera posta a presidio della strada, barriera che entrò dentro la macchina e trafisse, uccidendolo, il piccino. Il gup del tribunale di Sciacca, Antonio Cucinella, accogliendo le richieste del pm Michele Marrone ha disposto il rinvio a giudizio di dirigenti e tecnici del Libero consorzio di Agrigento, ma anche per un ispettore della polizia municipale e di un capo cantoniere.
A fine 2022, il giudice Antonino Cucinella del tribunale di Sciacca aveva assolto, perché il fatto non sussiste, dall'accusa di omicidio stradale Pierluigi Badano, 40 anni, di Palermo, autista dell'auto che si è scontrata con quella della famiglia Castelli. Adesso il gup ha disposto il rinvio a giudizio di Achille Contino, direttore ad interim del settore "Ambiente e Territorio e Infrastrutture stradali"; Michelangelo Di Carlo, dirigente dell'ufficio Infrastrutture stradali; Filippo Napoli, responsabile di sezione; Eduardo Salemi, tecnico del Libero consorzio di Agrigento. Rinvio a giudizio anche per l'ispettore della polizia municipale di Menfi Enzo Alonge, quale responsabile del controllo segnaletica, e per Giuseppe Prestia, capo cantoniere provinciale.Le indagini avrebbero fatto emergere carenza e inadeguatezza della segnaletica, ma anche omissione dei dovuti controlli e della vigilanza sullo stato di conservazione e sull'efficienza tecnica delle barriere poste sulla strada provinciale 50.Le difese avevano chiesto il non luogo a procedere sostenendo che nessuna omissione può essere addebitata ai sei imputati, assistiti dagli avvocati Antonino e Vincenza Gaziano, Maurizio Gaudio, Pasquale Marchese, Anna Macaluso e Antonio Provenzani.
Prima udienza del processo dinanzi al giudice monocratico l'11 luglio 2023. La famiglia si è costituita parte civile.
PALERMOTODAY
Vertice al ministero delle Infrastrutture: "Pedemontana e Palermo-Agrigento tra le priorità"Al centro dell'incontro la questione delle strade e delle ferrovie in Sicilia. L'assessore regionale Aricò: "Non solo ponte, migliorare l'offerta di trasporto tra i principali aeroporti dell'Isola, nello specifico tra Punta Raisi e Fontanarossa e tra Punta Raisi e Birgi"
Vertice al ministero delle Infrastrutture sulle priorità della Regione Siciliana per quanto riguarda strade e ferrovie. All'incontro con la struttura tecnica del ministero, erano presenti l'assessore regionale Alessandro Aricò, il dirigente generale del dipartimento, Salvo Lizzio, e i vertici di Rete Ferroviaria italiana (Rfi) e di Anas.
"Continua serrato - dice Aricò - il dialogo con il governo centrale per lo sviluppo e l'ammodernamento complessivo della mobilità sull'Isola. Stiamo lavorando concretamente non soltanto per programmare tutte quelle opere infrastrutturali necessarie e coerenti con l'enorme sforzo progettuale che riguarda il Ponte sullo Stretto, ma anche per migliorare ogni aspetto della viabilità in Sicilia".
In tema di strade, l'esponente del governo Schifani ha illustrato le priorità legate alla viabilità secondaria (strade provinciali), ai tratti autostradali in gestione al Consorzio autostrade siciliane (Cas) e alle strade di importanza regionale. E in particolare: la "Intervalliva", che collega Barcellona Pozzo di Gotto a Giardini Naxos; la Pedemontana di Palermo, la cui progettazione è già stata affidata ad Anas; la Gela-Castelvetrano; il completamento della Nord-Sud, da Santo Stefano di Camastra a Gela. "Abbiamo chiesto anche - precisa Aricò - un'accelerazione dei lavori che interessano la Palermo-Agrigento, in considerazione della importantissima designazione della Città dei templi a Capitale italiana della cultura del 2025. Non ci faremo trovare impreparati".
Sul versante ferroviario, la Regione ha rimarcato "l'importanza di completare il tracciato dell'anello regionale e di lavorare all'ammodernamento e alla velocizzazione delle tratte, sottolineando la necessità di migliorare l'offerta di trasporto intermodale tra i principali aeroporti dell'Isola, nello specifico tra Punta Raisi e Fontanarossa e tra Punta Raisi e Birgi".
SCRIVOLIBERO
"Giro di Sicilia" nell'agrigentino: intensificati i preparativi per lo svolgimento della competizione
A pochi giorni dalla manifestazione ciclistica del "Giro di Sicilia" in programma l'11 e il 13 aprile, sono stati intensificati i preparativi per lo svolgimento della competizione che prevede percorsi di gara che coinvolgeranno il territorio provinciale ed in particolar modo i Comuni di Agrigento, Sciacca, Relamonte, Porto Empedocle, Menfi, Caltabellotta, Ribera , Cattlica Eraclea, Montallegro e Siculiana durante la prima tappa di giorno 11 aprile e Canicattì durante la seconda tappa di giorno 13 aprile.
Attesa la rilevanza del citato evento sportivo, il Prefetto Maria Rita Cocciufa ha presieduto nella giornata odierna una riunione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, svoltasi nella Sala Integrata di Protezione Civile della Prefettura ubicata presso il locale Comando dei Vigili del Fuoco, durante la quale sono stati esaminati i principali aspetti afferenti la pianificazione delle misure di ordine e sicurezza e di viabilità in vista delle due tappe della citata manifestazione sportiva.
All'incontro hanno preso parte il Questore, i Comandanti Provinciali dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, il Comandante della Sezione Polizia Stradale di Agrigento, i Rappresentanti della Protezione Civile Regionale e del Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento, i Rappresentanti dell'Azienda Sanitaria, del Servizio SEUS 118, il Rappresentante dell'ANAS della Agrigento, nonché i Rappresentanti delle Amministrazioni Comunali interessate dal passaggio dei corridori e della società organizzatrice dell'evento RCS SPORT.
Nel corso dell'incontro il Prefetto, nell'evidenziare l'importanza del coordinamento di tutte le numerose componenti istituzionali interessate nella gestione dell'evento in questione, ha invitato i presenti a fornire, nell'ambito delle rispettive competenze, un efficace supporto organizzativo.
In particolare, grazie anche all'ampia composizione del tavolo, sono stati esaminati nel dettaglio i profili attinenti la sicurezza della viabilità e gli aspetti di natura sanitaria, prendendo in esame i "piani" predisposti dalla stessa società organizzatrice, e ciò al fine di consentire un ordinato svolgimento della manifestazione e di far fronte alle situazioni di criticità; sono stati, inoltre, analizzati nel dettaglio tutti i profili organizzativi connessi allo svolgimento del citato evento sportivo, al fine di verificare la percorribilità delle strade interessate dalla gara a tutela dell'incolumità degli atleti e di valutare al contempo i percorsi alternativi al fine di minimizzare i disagi per gli utenti della strada.
L'attenzione è stata altresì rivolta alla pianificazione dei dispositivi di vigilanza e controllo dei varchi e delle intersezioni - con altre vie di comunicazione pubbliche e private - presenti lungo il tracciato di gara, rispetto ai quali è emersa unanime l'esigenza di segnalarne e delimitarne l'accesso durante il tempo necessario allo svolgimento della gara, prevedendo ove necessario appositi presidi degli incroci e degli attraversamenti da parte delle polizie locali, del sistema del volontariato, in collaborazione con le Forze dell'Ordine.
Inoltre, è stata evidenziata unanimemente l'importanza di svolgere una puntuale e intensa attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti
della popolazione in ordine agli orari e ai tragitti di percorrenza e ai comportamenti da adottare al fine di evitare spiacevoli incidenti.
A tale riguardo, le Amministrazioni comunali coinvolte provvederanno a disporre gli interventi necessari ad interdire i varchi che accedono a siti privati e svolgeranno una puntuale attività di comunicazione e sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza, anche in ordine alla chiusura del traffico veicolare, dal momento che la provincia agrigentina non dispone di percorsi viari alternativi rispetto alla SS 115, interessata dalla gara.
Nei prossimi giorni si svolgerà, presso la Questura di Agrigento, un tavolo tecnico con gli organizzatori delle manifestazioni e tutti gli attori istituzionali interessati al fine di definire le modalità operative per lo svolgimento della competizione.
Di tali determinazioni definitive, delle chiusure al traffico e dei percorsi alternativi sarà assicurata massima diffusione alla popolazione locale da parte di Anas, degli organizzatori dell'evento e dei Comuni interessati, anche tramite l'adozione di apposite ordinanze comunali.
Nei prossimi giorni questo Ufficio adotterà il relativo provvedimento di sospensione della circolazione stradale lungo gli itinerari interessati dalla manifestazione sportiva, con contestuale informazione alla utenza.
CANICATTIWEB
Infrastrutture, sulla Palermo-Agrigento si accendono i riflettori del governo Schifani
"Io eredito una Sicilia che negli ultimi anni è stata trattata, da Anas ma anche da Ferrovie, come un paese abbandonato a sé stesso. Questo è giusto dirlo. Non intendo cercare alibi per quello che riusciremo forse a fare o non fare". Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, intervenendo nel corso del convegno 'Sviluppo economico Made in Sicily' organizzato dall'assessorato regionale all'Economia attività produttive alle Terrazze del Charleston a Mondello. "Abbiamo assunto una posizione durissima - prosegue - nei confronti di Anas, per quanto riguarda la Palermo-Catania. Abbiamo respinto un incontro da parte di Anas, che voleva prospettarmi tutto quello che era il progetto per la Sicilia. Io ho detto che voglio incontrarli solamente quando si ripristina il collegamento tra la Sicilia Orientale e Occidentale", aggiunge Schifani."Ieri sentendomi con il ministro Sangiuliano, per complimentarmi su Agrigento, abbiamo condiviso di vederci dopo Pasqua, per lavorare insieme anche sulla Palermo- Agrigento. Non è possibile che non si possa raggiungere agevolmente quella che è stata proclamata Capitale della Cultura". Così il presidente della Regione Siciliana.
RISOLUTO
Caro-voli, Schifani chiede l'intervento dei ministri: "Prezzi offensivi per il buonsenso"
Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha scritto nuovamente all'Autorità garante per la concorrenza e il mercato in merito al rincaro dei prezzi dei voli in previsione della Pasqua che vede numerosi studenti, lavoratori e anche turisti spostarsi dal nord verso l'isola.
"Sul caro-voli - scrive Schifani - che anche in questi giorni prima di Pasqua sta interessando le tratte da e per la Sicilia, ho deciso di intervenire con una nuova segnalazione all'Antitrust e scrivendo anche ai ministri Giorgetti e Salvini, così come avevo preannunciato domenica".
"Si tratta di una grave disparità di trattamento nei confronti della Sicilia - prosegue - a causa della condotta delle compagnie aeree che, in taluni casi, eccedono nella "discriminazione dei prezzi" durante determinati periodi dell'anno, rispetto ai costi sostenuti. In prossimità delle festività pasquali e dei ponti del 25 aprile e 1 maggio appare evidente il ripetersi di quanto accaduto in occasione dello scorso Natale. È inaccettabile che compagnie come Ita, a totale controllo pubblico, e cosiddette "low cost" come Ryanair realizzino prezzi offensivi per il buonsenso, tanto più se aggiungiamo la scarsa trasparenza sulle tariffe perché ai prezzi, a seconda delle compagnie aeree, va sommato il costo dei bagagli a mano o da stiva, il costo della scelta dei posti e quello della priorità di imbarco. Tutti elementi che fanno lievitare il primo prezzo che viene indicato all'utente".
Una situazione che si è già verificata durante il periodo delle vacanze natalizie e, infatti, il presidente della Regione nella segnalazione evidenzia la scarsa programmazione e la carente attenzione da parte delle compagnie aeree alle richieste del mercato durante tutto l'anno e durante i picchi di prenotazioni dovuti alle festività.
Schifani si appella anche al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e al ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, sottolineando che "nella condizione di insularità della Sicilia il trasporto aereo riveste un ruolo strategico fondamentale per garantire la continuità territoriale e la mobilità dei suoi abitanti e, non secondariamente, ai fini dello sviluppo del turismo. Non è ammissibile che i cittadini siciliani continuino a essere penalizzati". Il governatore chiede l'intervento dei ministri nei confronti di Ita e Ryanair "affinché adottino fin da subito politiche commerciali tendenti a una drastica riduzione del costo dei biglietti e a un incremento della frequenza dei voli".
Come cambiano gli stipendi negli Enti Locali: il parere dell'ARAN.
L'ARAN, con un recente orientamento applicativo dedicato al comparto degli Enti Locali (CFL 217) fornisce alcune indicazioni su come cambiano gli stipendi dopo l'entrata in vigore del nuovo CCNL.Come indicato dal nuovo Contratto delle Funzioni Locali ai dipendenti appartenenti a questo comparto possono essere attribuiti, nel corso della vita lavorativa, uno o più "differenziali stipendiali" di pari importo, da intendersi come incrementi stabili dello stipendio.
Nello specifico il parere risponde al seguente quesito:Con l'entrata in vigore del nuovo ordinamento professionale (1° aprile 2023) il personale della ex cat A si vedrà attribuito un nuovo stipendio di area più elevato rispetto allo stipendio tabellare rivalutato corrispondente all'ex Area A1. Tenuto conto di quanto sopra, si chiede come dovrà essere calcolato l'importo del differenziale stipendiale iniziale attribuito al personale di tale Area. Esempio: una ex cat. A4 conserverà a titolo di differenziale stipendiale iniziale un importo pari a A4-A2 o A4-A1?Come cambiano gli stipendi negli Enti Locali: il parere dell'ARAN.
Questa è la risposta fornita dall'ARAN - Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni.Per effetto di quanto previsto all'art. 78, comma 3, lett. a) e b) del CCNL 16.11.2022, al personale (ex cat. A) transitato in Area degli Operatori, dal 1° di aprile 2023 deve essere applicato il seguente trattamento:stipendio unico di Area, come da Tab. G allegata al CCNL 16.11.2022e valore complessivo delle posizioni economiche in godimento derivanti dall'istituto delle progressioni economiche di cui all'art. 16 del CCNL 21.05.2018, mantenuto a titolo di "differenziale stipendiale".Per "valore complessivo delle posizioni in godimento" si intende tutto quanto maturato in termini di progressione economica durante la vigenza delle precedenti regole in materia.L'ARAN, per semplificare meglio questo concetto, ha fornito alcuni esempi pratici: al personale in posizione economica A1 sarà attribuito unicamente il nuovo stipendio unico di Area (più elevato rispetto a quello di uscita per la posizione A1 e precisamente corrispondente allo stipendio di un ex A2). Nulla viene invece attribuito a titolo di differenziale stipendiale iniziale poiché nulla è stato maturato in termini di progressioni economica in vigenza delle regole contenute nei precedenti contratti;invece al personale in posizione economica A2, oltre al nuovo stipendio unico di Area, sarà attribuito - a titolo di differenziale stipendiale iniziale ed a valere sul Fondo risorse decentrate - tutto quanto già maturato a titolo di progressione economica (ovvero la differenza A2-A1);infine al personale in posizione economica A4, oltre al nuovo stipendio unico di Area, sarà attribuito - a titolo di differenziale stipendiale iniziale ed a valere sul Fondo risorse decentrate - tutto quanto già maturato a titolo di progressione economica (ovvero la differenza A4-A1).
Focus sicilia.it
Nuove' Province: tornano i politici, spesa di 11 milioni di euro l'annoUna stima dei costi necessari per restituire la guida politica agli enti, attuando il disegno di legge Schifani.
Servono anche cinque milioni di euro per le elezioni.
Le spese attuali di Città metropolitane e Liberi consorzi comunali si aggirano su 1,7 miliardi di euro l'anno
Dalla stima - si tratta chiaramente di un calcolo orientativo - emerge una spesa massima annua che potrebbe sfiorare gli undici milioni di euro. Parliamo delle Province in Sicilia e di quanto costerebbero le persone a loro guida. Gli enti interessati sono le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e gli altri sei attuali "Liberi consorzi comunali", ridenominati 'Province', nell'impianto del nuovo testo legislativo. Al di là del rispetto o meno dello statuto siciliano, quello che sicuramente dovrebbe essere ristabilito è un controllo politico e quindi una serie di figure che ricoprano certi ruoli. Gli organi istituzionali delle Città metropolitane saranno il presidente, la Giunta metropolitana e il Consiglio metropolitano, mentre per i Liberi consorzi la guida sarà affidata a presidente della Provincia, giunta provinciale e consiglio provinciale. Le funzioni sono le stesse già stabilite dalla Lr 15/2015 e l'elezione degli organi avverrò a suffragio universale e diretto, contestualmente sia per il presidente della Provincia che per il Consiglio, con uno sbarramento del cinque per cento, le quote di genere e altre regole già affermate nei sistemi elettorali dei Comuni e della Regione.
Oltre 300 politici, pagati come nei CapoluoghiIl disegno di legge prevede un numero di consiglieri e di assessori proporzionato alla popolazione residente. Saranno 36 consiglieri in caso di popolazione superiore al milione di abitanti, 30 se gli abitanti sono meno di un milione, 24 fino a 500 mila abitanti. Gli assessori sono assegnati sempre in funzione della popolazione e non superano il 25 per cento dei consiglieri: nove se la popolazione è superiore al milione di abitanti, sette se è inferiore, sei se è inferiore ai 500 mila abitanti. Stimando il numero di soggetti politici che potranno così essere eletti e in base alla popolazione riferita al 2019, ci saranno 246 consiglieri provinciali, 61 assessori e naturalmente nove presidenti. Quanto costeranno i 316 nuovi politici? "Ogni giunta provinciale potrà determinare i propri compensi - spiega l'assessore regionale delle Autonomie locali, Andrea Messina - ma si può prendere come riferimento la tabella degli ultimi adeguamenti disposti per gli amministratori comunali con la Legge di bilancio nazionale 2022". Così facendo, per il presidente della Città metropolitana e della Provincia, figure che possono essere equiparate al sindaco del Capoluogo, sarebbero necessari tra 11 mila e 13 mila euro lordi al mese. Per gli assessori, il compenso varia tra i 6.000 e i 7.100 euro lordi mensili. Ai consiglieri potrebbero andare gettoni di presenza tra 53 e 92 euro, con un tetto mensile ai compensi che non potrebbe superare i 2.700 euro.
Approvazione ed elezioni possibili già quest'annoLa copertura finanziaria che sarebbe "a carico dei bilanci degli enti, così come avviene per i Comuni", assicura Messina, il quale conferma pure che "il Governo ha già inviato tutta la documentazione in Commissione all'Ars per poter iniziare l'iter". Il testo di legge prevede come prima finestra utile per le elezioni già la fine di quest'anno e mette in preventivo, per la consultazione elettorale, un costo di cinque milioni di euro. Tuttavia, tutto dipende da cosa accadrà nel parlamento nazionale con la legge Delrio sull'assetto degli enti sovracomunali. "Se abrogano la Delrio entro aprile o maggio - ipotizza Messina - potremmo provare ad approvare la nostra per ottobre o novembre, altrimenti non ci sono più i tempi. Stiamo aspettando notizie da Roma, tutte le Regioni in questo momento sono bloccate". Quanto all'opportunità di avviare un percorso di modifica costituzionale dello Statuto siciliano così da ridenominare i Liberi consorzi, come suggerito dal docente di Diritto pubblico dell'Università di Palermo, Giuseppe Lauricella, secondo Messina "i tempi sarebbero interminabili, la denominazione statutaria non la possiamo abrogare e per questo la manteniamo, chiamando nella nuova legge 'Province' i 'Liberi consorzi'. Si tratta di una denominazione, non cambia la sostanza delle cose".
Quanto incide il costo politico sui bilanci degli entiUna volta portato a compimento l'iter della legge, si avrebbe quindi un costo una tantum di cinque milioni di euro per sostenere la spesa elettorale e un costo annuo di 11 milioni di euro per sostenere la parte politica delle ricostituite Province. Per capire quanto costi restituire la guida politica ai nuovi enti, basta considerare l'ammontare delle spese (per cassa) delle tre Città metropolitane e dei sei Liberi consorzi comunali, così come gestiti attualmente, secondo i bilanci consuntivi 2021. Il totale nei nove enti raggiunge circa 1,7 miliardi di euro. La spesa per la politica inciderebbe quindi per lo 0,6 per cento. Secondo Giuseppe Sangiorgi, presidente del comitato nazionale Pro Province, il disegno di legge Schifani va "accolto con soddisfazione", anzi riconosciuto "come l'unica cosa seria che la politica abbia potuto produrre negli ultimi dieci anni, cioè da quando alcuni partiti, senza un progetto politico valido e nell'indifferenza di tutti, dal 2012 hanno approvato, dietro le spinte qualunquiste, demagogiche e dell'antipolitica, norme scellerate che hanno decretato la soppressione o trasformazione degli enti. Però, nel 2011 il debito pubblico era di 1.850 miliardi di euro, senza le Province siamo arrivati a 2.750 miliardi di euro. Il problema non era nelle Province, la spesa fuori controllo è altrove, dove nessuno guarda".
ITALIAOGGI
P.a, pagamenti più veloci. Il rispetto dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni (con eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale) peserà sulle retribuzioni dei dirigenti. Sia di quelli direttamente responsabili del pagamento delle fatture commerciali, sia di quelli apicali.
Il rispetto dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni (con eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale) peserà sulle retribuzioni dei dirigenti. Sia di quelli direttamente responsabili del pagamento delle fatture commerciali, sia di quelli apicali. Le performance dei manager pubblici saranno infatti valutate anche in relazione alla tempestività con cui vengono saldati i creditori e verranno posti specifici obiettivi annuali ai fini del riconoscimento della retribuzione di risultato, in misura non inferiore al 30%. La misura, che attua la Riforma 1.11 del Piano nazionale di ripresa e resilienza è stata inserita in uno degli emendamenti del governo al decreto legge Pnrr ter depositati ieri in commissione bilancio del Senato che, dopo giorni di stand by, ha ripreso i lavori sul provvedimento. Il decreto sarebbe dovuto andare ieri all'esame dell'aula ma i ripetuti "stop-and-go" in commissione hanno rinviato l'approdo in aula a mercoledì 12 aprile. Il testo dovrà poi passare all'esame della Camera, per essere convertito in legge entro il 25 aprile.
Tra gli emendamenti del governo depositati ieri va segnalato anche quello che stanzia un contributo una tantum di 40 milioni di euro destinato ai soggetti gestori di Spid per la fornitura del servizio di identità digitale, a fronte dei costi sostenuti per l'adeguamento delle infrastrutture tecnologiche alla crescente domanda da parte di utenti e service provider pubblici (con livelli di qualità di servizio, sicurezza e affidabilità più stringenti), nonché per garantire l'allineamento costante dei dati comunicati dai cittadini in fase di richiesta delle identità digitali con i dati presenti nell'Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr). Anche in questo caso si tratta di intervento finalizzato a consentire il raggiungimento di un obiettivo Pnrr (Missione 1 Componente 1 Sub-investimento 1.4.4). "Si tratta di un primo passo verso il processo di razionalizzazione del sistema dell'identità digitale, per assicurare la continuità operativa del servizio, ma anche garantire gli adeguamenti tecnologici necessari affinchè tutti i cittadini possano beneficiare di un'identità digitale sempre più sicura, affidabile ed efficiente", ha sottolineato il sottosegretario con delega all'Innovazione tecnologica, Alessio Butti. "Continueremo a lavorare per garantire l'interoperabilità delle informazioni tra le p.a. e per semplificare l'identità digitale nel nostro Paese alla luce degli importanti obiettivi previsti dal Pnrr sulla transizione digitale".
Sei mesi in più per la riforma dell'ordinamento giudiziario
Con un emendamento depositato ieri in commissione il governo ha deciso di rinviare di sei mesi (dal 21 giugno 2023 a fine anno) il termine previsto dalla legge delega 71/2022 per dare attuazione alla riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm. L'esigenza di prorogare il termine, si legge nella relazione di accompagnamento, deriva dalla considerazione che "lo scioglimento delle Camere" e il "rinnovo della compagine di Governo ha impedito di avviare tempestivamente l'elaborazione dei decreti legislativi".
Agenzia delle entrate e Mimit a braccetto per il Piano Impresa 4.0
Un emendamento governativo prevede la possibilità per il Ministero delle imprese e del made in Italy di avvalersi a titolo gratuito, della collaborazione dell'Agenzia delle entrate per l'attività di controllo e il rispetto delle scadenze legate all'investimento M1C2 1.1. -Transizione 4.0 che prevede il riconoscimento di incentivi concessi nella forma di crediti d'imposta compensabili orizzontalmente.
ITALIAOGGI
Pensioni, pignoramento limitato. Impignorabili le pensioni fino a 1.007 euro mensili nel 2023. Dal 22 settembre 2022, infatti, il c.d. minimo vitale (limite impignorabilità) è passato da una volta e mezza a due volte l'importo dell'assegno sociale, pari da gennaio a 503,27 euro mensili.
Impignorabili le pensioni fino a 1.007 euro mensili nel 2023. Dal 22 settembre 2022, infatti, il c.d. minimo vitale (limite impignorabilità) è passato da una volta e mezza a due volte l'importo dell'assegno sociale, pari da gennaio a 503,27 euro mensili. A spiegarlo è l'Inps nella circolare 38/2023, dettando istruzioni alla riforma del dl Aiuti-bis (dl 115/2022 convertito dalla legge 142/2022). Per i procedimenti pendenti, l'Inps sta provvedendo a rimodulare e/o azzerare gli importi accantonati a partire dal rateo di ottobre 2022, con conseguente rimborso al pensionato di quanto trattenuto in più.
Il limite di pignorabilità. Il dl Aiuti-bis ha modificato l'art. 545 del codice di procedura civile, che al comma 7 prevede, appunto, il limite d'impignorabilità delle pensioni. Secondo la norma previgente alla riforma (in vigore dal 27 giugno 2015 al 21 settembre 2022), tale limite era pari alla misura mensile dell'assegno sociale aumentato della metà, senza alcun importo minimo. Il limite si applicava a qualunque somma, da chiunque dovute a titolo di pensione, d'indennità e/o di altri assegni di quiescenza. La parte eccedente, invece, era pignorabile nei limiti fissati dalla stessa norma.
Il nuovo minimo vitale. Dopo le modifiche del dl Aiuti-bis, l'art. 545, comma 7, stabilisce che il limite d'impignorabilità è pari al doppio della misura mensile dell'assegno sociale, con il minimo di 1.000 euro. Il resto della norma non è stato modificato. La novità, spiega l'Inps, è operativa dal 22 settembre 2022 e opera su due piani:
- modifica il limite d'impignorabilità delle pensioni collegato all'importo dell'assegno sociale;
- introduce il limite minimo, pari a 1.000 euro.
Dal 22 settembre 2022. Il nuovo limite d'impignorabilità ha efficacia dal 22 settembre 2022 sui procedimenti esecutivi «pendenti». Per pendenti, spiega l'Inps, s'intendono i procedimenti notificati per i quali non sia ancora stata notificata all'Inps, in qualità di terzo esecutato, l'ordinanza di assegnazione che è l'atto conclusivo dell'esecuzione forzata. Per applicare il nuovo limite, dunque, non è rilevante la data di notifica dell'atto di pignoramento, ma quella dell'ordinanza di assegnazione. L'Inps precisa che la notifica dell'ordinanza di assegnazione antecedente al 22 settembre 2022 è da configurarsi, parimenti, atto perfezionativo del pignoramento presso terzi anche qualora il provvedimento giudiziario sia rimasto in attesa di esecuzione alla predetta data, in forza di procedure esecutive già attive sulla pensione.
Il rimborso dell'eccedenza. L'Inps spiega, infine, che le sedi stanno verificando gli importi accantonati, in ottemperanza agli obblighi di custodia (art. 546 c.p.c.), e al relativo ricalcolo nel caso le trattenute cautelari risultino operate senza il rispetto del nuovo importo soglia a far data dal rateo di pensione del mese di ottobre 2022. In pratica, gli importi trattenuti in applicazione della notifica dell'atto di pignoramento fino al rateo di pensione di settembre 2022 rimarranno accantonati in attesa della notifica dell'ordinanza di assegnazione; gli importi accantonati dal rateo di pensione di ottobre 2022, ai quali si applicano l'innalzamento della soglia del limite di pignorabilità, sono oggetto di rimodulazione o azzeramento, con conseguente rimborso al pensionato debitore di quanto trattenuto in eccedenza.