AGRIGENTONOTIZIE
Annullate multe per rifiuti abbandonati grazie a scontrini e ricevute? Il Libero consorzio: "Errata interpretazione del giornalista" sporcano e abbandonano rifiuti di ogni genere.
I provvedimenti sono consultabili da chiunque sull'albo pretorio dell'ente, sebbene si tratti a volte di circostanze specifiche.
"Non può essere accettata l'interpretazione di qualche organo di stampa con dichiarazioni d'archiviazione o cancellazione sanzioni' che non rispondono al vero e rischiano di depistare la buona fede dei cittadini sull'azione repressiva disposta dall'ente locale. Se sono state effettuate delle archiviazioni riguardano, esclusivamente, una minima porzione dopo un attento conforto della giurisprudenza di merito attraverso l'ufficio legale dell'ente". Così, questa mattina, il Libero consorzio replica alla notizia pubblicata nei giorni scorsi da Agrigentonotizie che, attingendo unicamente dall'albo pretorio dello stesso ente, aveva spiegato che una decina di provvedimenti di sanzione per l'abbandono dei rifiuti erano stati archiviati. Tra questi, riportava l'articolo, anche sanzioni scattate in seguito all'individuazione di ricevute tra i rifiuti abbandonati (ad esempio ordinanza n. 105 del 03/04/2023 e ordinanza n. 106 del 03/04/2023)
A questi casi si aggiungono quelli di negozi e attività varie multati perché delle loro scatole erano state trovate in discariche abusive (ordinanza numero 103 sempre del 3 aprile) e anche, in un paio di casi, anche di persone sanzionate con le foto trappole (ordinanza numero 102).
Le motivazioni fornite dai multati sono ovviamente diverse - e in alcuni casi uniche - così come le ragioni dell'annullamento, ma sempre la stesso è il motivo di fondo: "l'individuazione del trasgressore non è stata adeguatamente provata". Oggi l'ente garantisce che si tratta di fatti non di sistema, ma saltuari e la collettività non può che prenderne atto con sollievo.
Ma non è finita qui: il Libero Consorzio, nel dare i numeri delle attività di accertamento svolte (e che Agrigentonotizie ha più e più volte pubblicato) legittimamente, ci tiene a precisare che "continua l'azione repressiva da parte del Libero Consorzio Comunale sull'abbandono dei rifiuti sulle strade, priorità assoluta in vista della dell'appuntamento di Agrigento 2025".
Un'affermazione, questa, davvero estremamente curiosa se applicata al contesto di smaltimento delle vecchie ordinanza di irrogazioni delle sentenze per abbandono dei rifiuti, risalenti, negli ultimi casi, al 2018.
Quando si dice essere lungimiranti.
In smart working ma 'trasferito', esposto disabile a due Procure
Maurizio Puccio riferisce di essere stato spostato dalla propria sede di lavoro Sciacca, dove da oltre venti anni presta servizio
Sarà la magistratura penale a occuparsi del mancato rinnovo dello smart working a un invalido al 100%, Maurizio Puccio, che lavora al Libero consorzio comunale di Agrigento. Il dipendente ha presentato due esposti alle procure di Sciacca (città dove lavora) e Agrigento. Puccio ha segnalato all'autorità giudiziaria che a pochi giorni di distanza dalle sue segnalazioni al presidente della Repubblica e all'Ispettorato provinciale del lavoro gli è stato rinnovato il "lavoro agile" ma, con provvedimento a firma della propria dirigente, Antonietta Testone, è stato assegnato a un diverso ufficio dell'ente che ha sede ad Agrigento: quindi, di fatto, trasferito dalla propria sede di lavoro Sciacca, dove da oltre venti anni presta servizio.Un "trasferimento" che Puccio ritiene illegittimo (in violazione dell'art. 33 della legge 104/92) in quanto posto in essere nei confronti di un soggetto disabile e per il quale ha reiteratamente chiesto spiegazioni alla propria dirigente che però non gli sono mai arrivate. Il provvedimento di trasferimento - evidenzia Puccio nel proprio esposto - oltre che configurare una sorta di "beffa", potrebbe essere letto anche in chiave ritorsiva e persecutoria. "Sono un soggetto portatore di handicap ai sensi dell'art. 3 della legge 104 del 1992 - dice Puccio - e sarà la magistratura a valutare se gli episodi che ho descritto richiedano un ulteriore approfondimento".
SICILIAONPRESS
Ambiente, quintuplicate le ordinanze di irrogazione sanzioni
Continua l'azione repressiva da parte del Libero Consorzio Comunale sull'abbandono dei rifiuti sulle strade, priorità assoluta in vista della dell'appuntamento di Agrigento 2025.
Per tale obiettivo l'Ente Provincia ha messo in campo uomini e mezzi per recuperare un arretrato elevatissimo: le ordinanze di irrogazioni sanzioni, in materia ambientale, infatti, si sono quintuplicate in questi ultimi anni.
Un'attività determinata che intende imprimere una forte azione di legalità nel territorio nei confronti di quei "pochi" cittadini che abbandonano rifiuti.
Uno sforzo comune che deve guardare al futuro e non può essere accettata l'interpretazione di qualche organo di stampa con dichiarazioni di "archiviazione o cancellazione sanzioni " che non rispondono al vero e rischiano di depistare la buona fede dei cittadini sull'azione repressiva disposta dall'Ente Locale.
Se sono state effettuate delle archiviazioni riguardano, esclusivamente, una minima porzione dopo un attento conforto della giurisprudenza di merito attraverso l'ufficio legale dell'ente.
Il Settore ambiente, infatti, continua ad irrogare sanzioni a coloro che abbandonano sacchetti che contengono all'interno documenti riferibili a specifici soggetti perché confortate da un impianto probatorio sostenibile a tutela del lavoro di pubblici ufficiali che svolgono un compito ingrato.
Il Commissario Straordinario Raffaele Sanzo, in considerazione di Agrigento 2025, rilancia la necessità di promuovere, con i Sindaci della provincia, una importante attività educativa e repressiva per debellare il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti sulle strade al fine di applicare il concetto che le città siano pulite, accoglienti e puniscono i trasgressori che sporcano e abbandonano rifiuti di ogni genere.
AGRIGENTOOGGI
Infrastrutture, incontro al ministero su strade e ferrovie siciliane. Chiesta accelerazione sulla Palermo-Agrigento.
Vertice al ministero delle Infrastrutture sulle priorità della Regione Siciliana per quanto riguarda strade e ferrovie. All'incontro con la struttura tecnica del ministero, erano presenti l'assessore regionale Alessandro Aricò, il dirigente generale del dipartimento, Salvo Lizzio, e i vertici di Rete Ferroviaria italiana (Rfi) e di Anas.
«Continua serrato - dice Aricò - il dialogo con il governo centrale per lo sviluppo e l'ammodernamento complessivo della mobilità sull'Isola. Stiamo lavorando concretamente non soltanto per programmare tutte quelle opere infrastrutturali necessarie e coerenti con l'enorme sforzo progettuale che riguarda il Ponte sullo Stretto, ma anche per migliorare ogni aspetto della viabilità in Sicilia».
In tema di strade, l'esponente del governo Schifani ha illustrato le priorità legate alla viabilità secondaria (strade provinciali), ai tratti autostradali in gestione al Consorzio autostrade siciliane (Cas) e alle strade di importanza regionale. E in particolare: la "Intervalliva", che collega Barcellona Pozzo di Gotto a Giardini Naxos; la Pedemontana di Palermo, la cui progettazione è già stata affidata ad Anas; la Gela-Castelvetrano; il completamento della Nord-Sud, da Santo Stefano di Camastra a Gela. «Abbiamo chiesto anche - precisa Aricò - un'accelerazione dei lavori che interessano la Palermo-Agrigento, in considerazione della importantissima designazione della Città dei templi a Capitale italiana della cultura del 2025. Non ci faremo trovare impreparati». Sul versante ferroviario, la Regione ha rimarcato l'importanza di completare il tracciato dell'anello regionale e di lavorare all'ammodernamento e alla velocizzazione delle tratte, sottolineando la necessità di migliorare l'offerta di trasporto intermodale tra i principali aeroporti dell'Isola, nello specifico tra Punta Raisi e Birgi e tra Comiso e Fontanarossa.
AGRIGENTOOGGI
Gli ingegneri insistono sul recupero del gap infrastrutturale e tornano alla carica sulla realizzazione di un aeroporto
Gli ingegneri insistono sul recupero del gap infrastrutturale, soprattutto dopo l'importante designazione di "Agrigento Capitale della Cultura 2025". Gli ingegneri della Provincia di Agrigento, quasi un anno fa, avevano già aderito ufficialmente al progetto "Agrigento Capitale della Cultura 2025", che va oltre i confini comunali, coinvolgendo il più ampio territorio provinciale, e adesso intendono continuare a dare il proprio contributo al territorio. La designazione riporta, però, al centro del dibattito il grave gap infrastrutturale in cui versa l'area sud-occidentale della Sicilia e rilancia i contenuti del "Manifesto del 30 ottobre 2021", condiviso con tutta la Rete delle Professioni Tecniche della Provincia di Agrigento (Ordini degli Architetti, Agronomi e Forestali, Geologi, Geometri, Ingegneri e Periti Agrari) e molti altri stakeholders, che si pone come primo obiettivo, tra gli altri, la realizzazione di uno scalo aeroportuale raggiungibile in meno di un'ora, sito nel territorio agrigentino. "Per realizzare e gestire l'aeroporto nel territorio centro sud della Sicilia, in prossimità di Agrigento l'Ordine provinciale degli ingegneri- dice il presidente, Achille Furioso-, nell'ambito delle iniziative promosse dalla Rete delle Professioni Tecniche della Provincia , ha predisposto un emendamento alla Legge di Bilancio del 2021 per reperire i fondi necessari, che sono assai inferiori rispetto a quelli previsti per altre importanti infrastrutture viarie". Nel condividere l'iniziativa proposta dal "Comitato pro-aeroporto", considerato che tutti i Consigli comunali della Provincia di Agrigento hanno deliberato a favore dell'infrastruttura, vista l'azione propulsiva svolta dalla Commissione Infrastrutture dell'ex Provincia e la designazione di "Agrigento Capitale della Cultura 2025", gli ingegneri auspicano che "si possa riportare alla ribalta nazionale il tema della carenza infrastrutturale della zona sud-occidentale della Sicilia e invitano tutti i Soggetti politici, le Istituzioni e la società civile a unire le forze per lo sviluppo socio-economico del Territorio, ribadendo la propria disponibilità a supportare l'iniziativa. Tutto ciò nella consapevolezza che la nostra terra, se riuscisse a superare il grave gap infrastrutturale che l'ha progressivamente isolata dal resto del Paese, rilancerebbe autorevolmente il proprio ruolo naturale di Porta d'Europa sul Mediterraneo, sia dal punto di vista socio-culturale che da quello economico e commerciale."
ITALIAOGGI
Pnrr, Fitto: si procede senza difficoltà, sento cose che non esistono. Sui tempi per la sua informativa in Parlamento, il ministro per gli Affari europei ha risposto: lo stabilirà il Parlamento.
Pnrr, il ministro Fitto, il plenopotenziario messo dalla premier Giorgia Meloni nella difficile posizione di dirigere i lavori più complicati sul piano, allontana critiche e mugugni sui ritardi. "Si procede benissimo senza nessuna difficoltà, sento cose che non esistono". Lo ha detto il ministro per gli Affari europei,
Raffaele Fitto, rispondendo a margine di un evento alla Luiss a una domanda sulle tensioni nel Governo in relazione all'attuazione del Pnrr. In merito ai tempi per la sua informativa in Parlamento, il ministro ha risposto che "lo stabilirà il Parlamento".
"Sulla governance del Pnrr abbiamo fatto alcune scelte oggetto di discussione in queste ore. Leggo da molte parti che aver modificato la governance ha comportato in soli 5 mesi dei ritardi importanti. Mi permetto di sottolineare, molto serenamente, che il decreto sulla governance deve ancora essere convertito in legge". Lo ha affermato Raffaele Fitto, ministro degli Affari europei, Sud, politiche di coesione e Pnrr nel corso di un incontro alla Luiss.
"Quindi - ha spiegato - non è entrato ancora nella pienezza delle sue funzioni. Lo lascerei entrare in vigore, quando il Parlamento lo convertirà in legge, prima di esprimere un giudizio di merito. E` una discussione singolare. La governance è una dei punti chiave della gestione del Pnrr. Servono responsabilità e realismo per cogliere nel tempo le criticità. Bisogna prendere atto di quello che è possibile e non è possibile fare". Fitto ha aggiunto che "il tema delle riforme deve andare di pari passo agli investimenti. Le proiezioni degli interventi devono essere fatte seriamente e in modo responsabile". "Il Pnrr ci ha insegnato che corriamo sulla scadenza e sugli obiettivi, il 30 giugno, il 31 dicembre. Rispetto ai precedenti esecutivi questo governo ha un orizzonte temporale che non è di 6 o 12 mesi, ma di 5 anni", ha aggiunto il ministro per le Politiche europee. "Questo esecutivo ha l'obbligo, e anche l'interesse, di capire non quello che accade per la prossima scadenza, ma cosa accade a giugno 2026, quando il programma sará terminato, perchè salvo fattori esterni che oggi non immagino questo sará il Governo della conclusione del programma e dovrá dare conto di quello che è accaduto in questi cinque anni", ha sottolineato. Per Fitto quella del Pnrr "non è una sfida semplice, ma da far tremare i polsi", quindi, "servono risposte adeguate e all`altezza" della situazione". "Il tema è un'analisi seria rispetto all'attuale avanzamento del Pnrr, alla sua proiezione a giugno 2026 e alla necessità
di individuare un sistema di vasi comunicanti. Il Pnrr ha una scadenza a giugno 2026, la politica di coesione al 2029, il fondo di sviluppo e coesione non ha una data di scadenza: riarticolare la programmazione, cercando di comprendere dove è meglio collocare le risorse, è una strategia che non crea polemiche nei confronti di nessuno ma affronta in modo ordinato e responsabile le scelte davanti cui ci troviamo", ha poi evidenziato Fitto, aggiungendo anche che "laddove è necessaria una condivisione e accelerazione il percorso va sostenuto, dove ci sono elementi di criticitá bisogna ragionare serenamente, individuando soluzioni e la possibilitá di collocazione in programmi in cui non si rischia di perdere il finanziamento, utilizzando le risorse in una modalitá differente".
Intanto, è ripreso stamane in Commissione bilancio al Senato l'esame del decreto sulla nuova governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L'obiettivo è di terminare ogg il lavoro con il mandato al relatore. Il provvedimento è stato calendarizzato in Aula per la prossima settimana, a partire da mercoledì.
ITALIAOGGI
Enti locali: rinegoziabili 130 mila mutui con Cdp. Prende il via da oggi, 6 aprile, il nuovo piano di rinegoziazione dei mutui lanciato da Cassa depositi e prestiti (Cdp) per sostenere i comuni, le province e le città metropolitane
Prende il via da oggi, 6 aprile, il nuovo piano di rinegoziazione dei mutui lanciato da Cassa depositi e prestiti (Cdp) per sostenere i comuni, le province e le città metropolitane. Un'operazione che, spiega una nota, attraverso una rimodulazione del profilo di rimborso dei prestiti, consentirà di liberare rilevanti risorse, utili a generare un sensibile impatto positivo sul territorio. L'iniziativa coinvolgerà circa 6.600 enti locali, che potranno rinegoziare fino a 130 mila mutui per un debito residuo totale di circa 24 miliardi di euro.
Le modalità operative per procedere alla rinegoziazione da parte degli enti sono delineate nella circolare n.1303. Nel periodo di adesione, che va dal 6 al 26 aprile 2023, Cassa depositi e prestiti metterà a disposizione l'elenco dei prestiti originari, rendendo note le relative condizioni economiche di rinegoziazione nella sezione dedicata alla pubblica amministrazione sul sito internet di Cassa depositi e prestiti (tutte le informazioni operative disponibili nella pagina dedicata cdp.it/rinegoziazione2023).
Per la prima volta, continua la nota della Cassa, gli enti potranno finalizzare l'iter di adesione con una modalità interamente digitale, dalla fase istruttoria e fino a quella contrattuale, che consente di velocizzare e semplificare sensibilmente l'intero processo.
L'operazione, è l'auspicio dell'istituto, consentirà agli enti di liberare risorse immediatamente utilizzabili per sostenere i servizi sul territorio, a vantaggio di famiglie e imprese, e potranno essere
destinate anche agli investimenti programmati in uno scenario caratterizzato dall'incertezza collegata all'attuale contesto macro-economico e geopolitico, che ha prodotto sensibili incrementi dei costi energetici e delle materie prime.