GRANDANGOLO
Il presidente Schifani ad Agrigento: "La città vive e vivrà momenti di splendore"
Il governatore ad Agrigento ha parlato di strade, infrastrutture, immigrazione e iniziative per la Città dei Templi
Da Redazione
"Il ponte sullo Stretto si fa. La prossima settimana saro' a Roma, insieme al presidente della Regione Calabria, invitati dal ministro Salvini, perche' presenteremo il progetto alla Commissione europea. Si va avanti sul progetto, sul reperimento delle fonti di finanziamento che saranno sicuramente europee. Sicilia e Calabria faranno la loro parte nei limiti dei loro stanziamenti, non saremo spettatori". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ai giornalisti, dopo l'arrivo della prima tappa del Giro di Sicilia ad Agrigento.
SULL'AEROPORTO AD AGRIGENTO
"Quello degli aeroporti è un tema delicato perché non basta creare uno scalo ma occorre realizzare la sostenibilità di quell'area aeroportuale. Un nuovo aeroporto si deve accompagnare a un progetto di certezza di autonomia finanziaria che non debba basarsi solo su contributi". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, dopo l'arrivo della prima tappa del Giro di Sicilia ad Agrigento rispondendo ai cronisti a proposito dell'ipotesi di un aeroporto proprio nella città dei templi.
IMMIGRAZIONE
"Sono stato in contatto con il ministero dell'Interno, ho sentito Piantedosi. La Regione sta facendo la propria parte al massimo e continuera' a farla. Credo che siamo alla vigilia della dichiarazione dello stato d'emergenza". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, oggi ad Agrigento, sulla situazione migranti.
SULLA PALERMO-AGRIGENTO
"Ho cominciato a prendere in mano il dossier della Palermo-Agrigento e mi sono confrontato con l'ad dell'Anas che a breve mi sottoporrà alcune soluzioni: a lui ho chiesto di completare i lavori entro dicembre 2024". A dirlo è stato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, parlando con i giornalisti ad Agrigento, dopo l'arrivo della prima tappa del Giro ciclistico di Sicilia, riguardo ai cantieri per l'ammodernamento della strada che collega il capoluogo siciliano alla città dei templi. "Vigileremo e collaboreremo - ha aggiunto Schifani -, ma se saremo costretti faremo sentire la nostra voce come abbiamo fatto per il caro-voli e come stiamo facendo per il fotovoltaico. Confido anche nell'aiuto del ministro Salvini - ha concluso il governatore -, che dimostra di essere un ministro delle Infrastrutture molto vicino alla nostra terra".
AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA
"E' un percorso che per Agrigento inizia alla grande, con l'avvio del Giro di Sicilia. Sara' una escalation: investiremo l'anno prossimo anche sulla Sagra del mandorlo in fiore perche' abbia un carattere internazionale in vista del grandissimo appuntamento che vedra' questa citta' protagonista come Capitale della cultura italiana. La Regione siciliana sara' accanto a questa realta'. Siamo orgogliosi oggi di essere agrigentini. Siamo tutti agrigentini". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, dopo la prima tappa del Giro di sicilia ad Agrigento.
SICILIAONPRESS
Scuola, in Sicilia lezioni al via il 13 settembre per l'anno scolastico 2023/2024
L'anno scolastico 2023/2024 in Sicilia partirà mercoledì 13 settembre 2023 e si chiuderà sabato 8 giugno 2024. Lo stabilisce un decreto dell'assessorato regionale dell'Istruzione che riguarda tutte le scuole di ogni ordine e grado operanti sull'Isola. Soltanto per le scuole dell'infanzia il termine delle attività educative è fissato al 29 giugno 2024, ma nel periodo compreso tra il 10 e il 28 giugno gli istituti potranno lasciare in funzione le sole sezioni necessarie a garantire il servizio.
Le vacanze di Natale sono previste dal 23 dicembre 2023 al 6 gennaio 2024, quelle di Pasqua dal 28 marzo al 2 aprile 2024. Da quest'anno sarà vacanza anche il 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti. Le istituzioni scolastiche possono stabilire ulteriori sospensioni delle lezioni, per un massimo di tre giorni. La ricorrenza del 15 maggio, festa dell'Autonomia Siciliana, non prevede una sospensione delle lezioni perché è previsto che sia dedicata a specifici momenti di aggregazione scolastica per lo studio dello Statuto della Regione Siciliana e per l'approfondimento di problematiche connesse all'autonomia, alla storia e all'identità regionale.
Il decreto di determinazione del calendario scolastico 2023/2024 per la Sicilia è stato pubblicato ed è consultabile sul portale della Regione Siciliana.
AGRIGENTONOTIZIE
Aeroporto ad Agrigento? La frenata di Schifani: "Non basta realizzarlo se non ci sono soldi per gestirlo"
Il presidente della Regione allontana l'idea di costruire lo scalo: "Non ci si può basare solo sui contributi pubblici". La promessa sul fronte viabilità: "Ho chiesto ad Anas di completare i lavori della statale 121 entro dicembre del 2024"
"Siamo vicini alla dichiarazione dello stato di emergenza", così il presidente della Regione, Renato Schifani sull'intensificazione del numero di sbarchi di migranti a Lampedusa. Il governatore della Sicilia, ha anche aggiunto di aver parlato con il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi e di aver assicurato al Viminale, la massima collaborazione che però è vincolata alle rispettive competenze in materia.Schifani, dalla città di Agrigento dove è giunto in occasione dell'arrivo della prima tappa del Giro di Sicilia di ciclismo, ha anche parlato della realizzazione di un aeroporto nella città dei templi, argomento quest'ultimo che è tornato in auge dopo la designazione di Agrigento a capitale italiana della cultura 2025.
"Non basta soltanto realizzare un aeroporto - ha detto il presidente Schifani - ma occorre anche analizzare la sostenibilità di quell'area aeroportuale e che sia accompagnata da una progettazione che abbia una certa autonomia finanziaria e che non debba basarsi solo sui contributi pubblici". Una dichiarazione, quella di Schifani, che forse placherà gli entusiasmi dei supporter dell'aeroporto che, in assenza di un business plan adeguato, probabilmente non vedrà mai la luce.Renato Schifani, ha parlato anche dei lavori di raddoppio della statale Palermo - Agrigento. "Ho chiesto all'amministratore delegato di Anas, di completare i lavori entro dicembre 2024. Saremo vigili ma, se sarà necessario, faremo sentire anche la nostra voce".
LIVESICILIA
Sicilia, Figuccia: "Ritorno delle Province, percorso già segnato"L'intervento del deputato regionale della Lega e questore dell'Ars.
"Sul ritorno delle Province e sull'elezione diretta degli organi il percorso è segnato. In Sicilia dopo il fallimento della legge Crocetta c'è già un ddl pronto per l'esame del Parlamento regionale. Attendiamo ora che Roma faccia la sua parte con una controriforma che contrapponga al governo dei tecnocrati la democrazia partecipata". Lo afferma Vincenzo Figuccia, deputato regionale della Lega e questore dell'Assemblea regionale siciliana.Figuccia: "I servizi gestiti dalle ex province sono peggiorati""È sotto gli occhi di tutti che i servizi gestiti dalle ex province sono peggiorati - continua Figuccia - . Quali sono le strade provinciali che hanno avuto un'adeguata manutenzione? E quali sono i progetti e le manutenzioni sulle scuole superiori? Per non parlare dell'azzeramento dei servizi di welfare per i disabili, abbandonati a se stessi. Basta con il qualunquismo sui costi della democrazia. La rappresentanza diretta assicura attenzione e un reale governo della cosa pubblica", conclude il deputato regionale della Lega e questore dell'Ars.
LENTEPUBBLICA
Via libera a 3 mila nuove assunzioni nella PA: firmato il Decreto
Il Governo accelera sui reclutamenti e dà il suo via libera a 3 mila nuove assunzioni nella PA: arriva l'ok al Decreto in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni.Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, ha approvato un decreto-legge relativo al rafforzamento della capacità amministrativa in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni.Via libera a 3 mila nuove assunzioni nella PA: firmato il DecretoIl decreto interviene al fine di consentire alle pubbliche amministrazioni, sulla base delle necessità espresse, il potenziamento delle proprie strutture, con particolare riguardo a quelle coinvolte nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) o nella tutela della salute e dell'incolumità pubblica.Percentuale massima di copertura per personale estraneo alle PAIl testo innalza al 12%, fino al 31 dicembre 2026, la percentuale massima per la copertura con personale estraneo alle amministrazioni pubbliche dei posti dirigenziali di amministrazioni che rivestono il ruolo di stazioni appaltanti per il PNRR.Incremento dell'organicoInoltre si incrementano, come già previsto in base agli stanziamenti effettuati con la legge di bilancio per il 2022 (legge 30 dicembre 2021, n. 234), le dotazioni organiche delle amministrazioni centrali, dando termine al 30 giugno per la conseguente riorganizzazione delle strutture e con la previsione delle relative procedure di assunzione del personale.Si potenziano inoltre le dotazioni organiche delle Forze armate, delle Forze di polizia, del Corpo delle Capitanerie di porto, dei Vigili del fuoco, del personale militare e di polizia e si prevede l'istituzione e la disciplina della carriera dei medici nel Corpo di Polizia Penitenziaria.Si tratta nello specifico di ben 3000 mila nuove assunzioni: su queste ben 2.100 riguardano le forze dell'ordine. "Si tratta di un segnaleconcreto per i cittadini e per i servitori dello Stato che ogni giorno assicurano il controllo del territorio", spiega l'esecutivoSi istituisce l'Osservatorio nazionale del lavoro pubblico, con abrogazione dell'Osservatorio nazionale del lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche e della Commissione tecnica per la performance.Ulteriori misureSono destinati contributi al potenziamento della struttura organizzativa della Lega italiana per la lotta contro i tumori.Per l'anno scolastico 2023/2024, si prevede una procedura straordinaria di reclutamento per i docenti, inseriti nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze o negli appositi elenchi aggiuntivi, che sono in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno. Inoltre, si interviene sulle modalità di svolgimento del concorso per i dirigenti tecnici con funzioni ispettive del Ministero dell'istruzione e del merito, in modo da sbloccare le procedure per il relativo reclutamento.Si prevedono specifiche disposizioni in relazione al trattamento accessorio per la valorizzazione del personale degli enti di ricerca.Si introduce, infine, una disposizione che riguarda titoli preferenziali per la qualifica di agente ed ispettore fitosanitario.
LENTEPUBBLICA
Formazione dipendenti pubblici: le novità del portale Syllabus
Ecco tutte le istruzioni utili sull'offerta relativa alla formazione dei dipendenti pubblici fornita dal portale Syllabus e su abilitazione e accesso alla piattaforma.L'obiettivo generale è fare in modo che tutti i dipendenti pubblici siano in grado di operare attivamente, in modo sicuro, consapevole, collaborativo e orientato al risultato, all'interno di una Pubblica Amministrazione sempre più digitale.Si tratta di uno dei gangli su cui poggia la nuova direttiva sulla formazione dei dipendenti della PA.Nello specifico, Syllabus descrive le conoscenze e le abilità che concorrono a rendere i dipendenti pubblici capaci di:utilizzare in modo appropriato gli strumenti digitali a disposizionecomprendere i rischi e i vantaggi della gestione digitale di dati e informazionitutelare i diritti di cittadinanza digitalee promuovere la condivisione dell'informazione pubblica al fine di dare concreta attuazione ai principi di trasparenza e responsabilizzazione.Il programma, incentrato sulle norme e sugli strumenti relativi alla digitalizzazione della PA e all'erogazione di servizi pubblici online, è organizzato in 5 aree:"Dati, informazioni e documenti informatici", con focus su "Gestire dati, informazioni e contenuti digitali", "Produrre, valutare e gestire documenti informatici", "Conoscere gli Open Data";"Comunicazione e condivisione", con due approfondimenti dedicati a "Comunicare e condividere all'interno dell'amministrazione" e a "Comunicare e condividere con cittadini, imprese e altre PA";"Sicurezza" per "proteggere i dispositivi" e per "proteggere i dati personali e la privacy";"Servizi online", con due focus su "Conoscere l'identità digitale" ed "Erogare servizi online";"Trasformazione digitale", con due percorsi dedicati a "Conoscere gli obiettivi della trasformazione digitale" e a "Conoscere le tecnologie emergenti per la trasformazione digitale".Sono quindi 11 le competenze più specifiche. Il programma è organizzato secondo tre livelli di padronanza (base, intermedio e avanzato), strutturati sulla base degli obiettivi cognitivi di apprendimento e sulla complessità della tematica trattata.Il catalogo formativo di Syllabus è in continuo aggiornamento e sarà sempre più ricco di contenuti, fruibili anche su smartphone e tablet.I corsi sono curati da fornitori d'eccellenza e sono strutturati per consentire a chiunque di imparare in accordo con le proprie esigenze di lavoro e personali.A maggio in arrivo il primo programma dedicato alla CybersecuritySempre nell'ambito della transizione digitale, sarà disponibile, a partire dal mese di maggio, un programma sulla "Cyber security", dedicato alle misure di carattere tecnologico, organizzativo e procedurale volte a garantire la protezione dei sistemi informatici e dei dati in essi contenuti.
TELEACRAS
Il ripristino delle Province all'Ars
Il governo regionale ha approvato e trasmesso all'Assemblea la riforma che ripristina le Province e l'elezione diretta. L'intervento dell'assessore Falcone sulle coperture finanziarie.
La Giunta Regionale presieduta da Renato Schifani ha approvato e trasmesso all'Assemblea il disegno di legge che ripristina le Province in Sicilia, abolite nel corso della legislatura del presidente Crocetta. Si intende così superare una condizione di stallo che perdura ormai da quasi 10 anni. Nelle more, al timone delle Province si sono susseguiti i commissari, tuttora in carica. La riforma reintroduce l'elezione diretta del presidente della Provincia. Nel dettaglio, le Province saranno sei più le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Poi, il progetto di riforma individua gli organi di governo e la loro composizione, introducendo la figura del consigliere supplente. Stabilisce le quote rosa nelle liste, con almeno un quarto delle candidature riservato a donne. Prevede la doppia preferenza di genere, come nei Comuni. Introduce il collegio unico per l'elezione del presidente della Città metropolitana e della Provincia, e la divisione della circoscrizione elettorale in collegi per l'elezione dei consiglieri provinciali, in modo da dare adeguata rappresentanza a tutti i territori. Per le Province con popolazione superiore al milione di abitanti sono previsti 36 consiglieri e un massimo di 9 assessori. Per quelle tra 500.000 e un milione di abitanti, 30 consiglieri e fino a 7 assessori, mentre quelle con meno di 500.000 abitanti potranno eleggere 24 consiglieri e le giunte avranno al massimo sei assessori. E' proclamato eletto presidente della Provincia il candidato che ottiene almeno il 40 per cento dei voti. In caso contrario, la partita si giocherà al ballottaggio. Nella composizione delle giunte devono essere rappresentati entrambi i generi. L'iter parlamentare sarà presto avviato a Sala d'Ercole, in attesa che il legislatore nazionale abroghi la legge Delrio che ha ridefinito il sistema della rappresentanza nelle ex Province con elezioni di secondo livello. La domanda sorge spontanea: come saranno pagate le poltrone prossime ad essere ripristinate nelle Province? Risponde l'assessore regionale all'Economia, Marco Falcone: "Il ripristino delle Province non richiede risorse aggiuntive da parte della Regione. Già nell'ultima finanziaria il governo Schifani ha confermato non solo la copertura da 300 milioni nel triennio 2023/25 che la Regione devolve agli enti intermedi, ma ha assegnato ulteriori risorse - ben 165 milioni sullo stesso triennio - attraverso il Fondo sviluppo e coesione, fatto mai accaduto prima. Vorremmo ricordare che le fonti da cui attingono le ex Province sono essenzialmente le assicurazioni Rc auto, l'imposta provinciale di trascrizione, e le accise dell'energia elettrica. Bisogna precisare che sulle assicurazioni e sulle imposte per le trascrizioni lo Stato opera un prelievo forzoso. Ecco perché nel corso dell'ultimo incontro fra il presidente Renato Schifani e il ministro delle Autonomie Regionali, Roberto Calderoli, abbiamo chiesto di eliminare o ridurre sensibilmente tale prelievo nell'ambito della programmata abolizione della Legge Delrio, una riforma delle Province fallimentare da lasciarci al più presto alle spalle.
ITALIAOGGI
Il centrodestra alla prova delle nomine. Meloni vuole chiudere entro giovedì. E' scontro sulla nomina del nuovo ad di Leonardo. La premier vorrebbe Cingolani
Le nomine delle aziende di Stato sono un grattacapo per il centrodestra al governo. Fatte le scelte per Enav e Mps, la partita per la "prima categoria" delle partecipate quotate che annovera nomi (e capitalizzazioni) del calibro di Enel, Eni, Leonardo e Poste Italiane, si deve chiudere entro giovedì, ma la vera battaglia all'interno del governo si sta consumando sulla nomina del nuovo amministratore delegato di Leonardo. Come è noto, la premier Giorgia Meloni aveva promesso quel ruolo all'ex ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, ma su questo nome è il fedele Guido Crosetto, attuale ministro della Difesa, a non essere totalmente d'accordo. O meglio, ad avanzare perplessità sarebbe tutta la macchina dell'ex Finmeccanica secondo cui Cingolani sarebbe una bravo scienziato ma non avrebbe le qualità giuste da manager per ricoprire quella carica. Crosetto spingerebbe sul nome di Lorenzo Mariani, oggi a capo della parte italiana di Mbda e per favorirlo a Meloni è stato proposto di dare a Cingolani una presidenza con delega importante a Leonardo oppure ad Enel. Per le altre nomine, è scontata la riconferma di Claudio Descalzi alla guida di Eni e possibile anche quella di Matteo Del Fante alle Poste. A restare vagante è la poltrona di Terna su cui c'è il pressing del Carroccio. Il leader della Lega avrebbe però giá scartato l'ipotesi di mettere (in quota Lega) Gianni Vittorio Armani, oggi a Iren e il nome più gettonato resta quello di Giuseppina Di Foggia, oggi a capo di Nokia Italia. Per l'Enel Meloni pensa sempre all'ad di Terna, Stefano Dannarumma, ma è in corso una riflessione ed è per questo regge l'ipotesi Luigi Ferraris (oggi Fs), come nessuno se la sente di escludere quella dell'interno (Enel X) Francesco Venturini. Le scelte dei nomi spetteranno formalmente al ministro dell'economia, Giancarlo Giorgetti, che ora si trova tra due fuochi: da una parte le intenzioni della premier e dall'altra i desiderata del suo partito. Le poltrone di vertice in scadenza nei prossimi mesi, tuttavia, non solo quelle delle grandi società direttamente controllate dallo Stato ma anche molte altre. Considerandole tutte si sale a 610 posizioni in 105 diverse societá (che aumentano a 135 se si prende come termine ultimo il 2024). Al 31 dicembre 2023 scadranno e dovranno quindi essere rinnovati nel 2024, gli organi di amministrazione di 10 societá direttamente partecipate, 51 societá di secondo livello e 4 societá di terzo livello indirettamente partecipate da Cdp.
I giornali vendono sempre di meno perchè raccontano cose spesso fantasiose", ha detto Matteo Salvini, leader della Lega e vicepremier, rispondendo a una domanda su eventuali tensioni con il partito della premier Fratelli d'Italia sulle nomine delle partecipate di Stato. "Ieri ho sentito piú volte Giorgia, ieri l'altro pure. Oggi ci vediamo in Consiglio dei ministri alle 15 e la chiuderemo in totale serenitá", ha concluso il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
ITALIAOGGI
Pubblica amministrazione, rispunta l'equo compenso. Sulla carta
In dirittura d'arrivo il disegno di legge che prevede la nuova tutela economica per i professionisti. Ma per gli enti rimangono ancora aperte scappatoie che potrebbero permettere loro di non rispettare i diritti di chi lavora per la p.a.
L'equo compenso c'è, ma spesso solo sulla carta. Soprattutto nei rapporti con la pubblica amministrazione. La Camera dei deputati sta per approvare in via definitiva (il disegno di legge è atteso in aula questa settimana) l'atto Camera 338-B che va a rafforzare la disciplina dell'equo compenso introdotta con il collegato fiscale alla legge di bilancio 2018 (dl 148/2017). Ma per la pubblica amministrazione, la principale fonte di pagamenti non «proporzionati alla quantità e alla qualità del lavoro svolto dal professionista», rimangono ancora aperte una serie di possibilità che potrebbero permetterle di non rispettare sempre la norma. Già in passato vari bandi pubblici pubblicati dal 2018 ad oggi (da ultimo, quello del Ministero dell'università e della ricerca per la selezione di esperti da inserire nel nucleo di coordinamento delle attività di analisi, studio e ricerca), non rispettavano il principio nonostante fosse sancito da una legge. E un ostacolo ancora più forte arriva dalla sentenza del Consiglio di stato n. 07442/2021 che sancisce, in sostanza, che il principio dell'equo compenso sia da rispettare soltanto quando nel bando sia effettivamente presente un compenso, aprendo perciò la strada ai bandi gratuiti. Da questo punto di vista, più che dalla rinnovata disciplina dell'equo compenso, un aiuto concreto potrebbe arrivare dal nuovo codice degli appalti, che prevede espressamente il divieto di bandi pubblici senza corrispettivo per il professionista. Ma anche in questo caso la possibilità di deroghe è dietro l'angolo.
Un iter tortuoso. Il provvedimento ha una storia lunga, visto che è discusso in Parlamento da anni. Nella scorsa legislatura, infatti, un testo identico era stato approvato in prima lettura (il 13 ottobre 2021) e l'ok finale è saltato a causa della caduta del governo. E anche in questa legislatura il ddl ha dovuto fare i conti con uno stop imprevisto; pochi giorni prima della discussione definitiva in Senato è spuntato un errore nell'articolato approvato dalla Camera, ovvero il riferimento a una norma abrogata dalla riforma Cartabia (articolo 702-bis del codice di procedura civile, abrogato appunto dal dlgs 149/2022). Questo ha portato a un ulteriore lettura in entrambi i rami del Parlamento per correggere l'errore. Ora, comunque, dovrebbero essere finite le sorprese, con il sigillo definitivo atteso già questa settimana.
La nuova normativa. Si tratta di 11 articoli che vanno a rafforzare la norma introdotta dal dl 148/2017. I termini principali rimangono gli stessi, ovvero l'obbligo per alcune categorie di clienti di corrispondere un compenso «proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione, nonché conforme ai parametri ministeriali». Anche in questo testo, poi, vengono indicate una serie di clausole vessatorie, che saranno considerate nulle. Tra queste, l'obbligo di anticipazione delle spese, la mancanza di rimborsi per quelle effettuate, la previsione di pagamenti con attese superiori ai 60 giorni o la pretesa di prestazioni aggiuntive gratuite. Novità, invece, per quanto riguarda i soggetti tenuti al rispetto della misura. La precedente norma inseriva tra gli interessati le banche, le imprese di assicurazione e le aziende «non rientranti nella categoria delle microimprese o delle Pmi». Oltre a banche e assicurazioni, nel nuovo testo si parla di «imprese che nell'anno precedente al conferimento dell'incarico hanno occupato alle proprie dipendenze più di cinquanta lavoratori o hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro». Tra le novità più importanti c'è però il ruolo assegnato agli ordini. Questi dovranno adottare disposizioni deontologiche per sanzionare il professionista che violi la disposizione (sul punto sono sorte molte polemiche e vari esponenti del governo hanno promesso un intervento modificatore, si veda altro articolo in pagina), potranno siglare convenzioni con le imprese definendo compensi standard e il loro parere di congruità potrà acquisire l'efficacia di titolo esecutivo. Infine, sarà costituito un osservatorio dedicato al ministero della giustizia e verrà consentita la possibilità di promuovere class action.
Il rapporto con la Pa. Oltre ai clienti "forti" elencati sopra, nel testo viene specificato che la norma vale anche nei rapporti con la Pa. La stessa indicazione era presente nella vecchia versione dell'equo compenso, anche se in una forma più "criptica". Nel decreto del 2017 si legge, infatti, che «la pubblica amministrazione... garantisce il principio dell'equo compenso in relazione alle prestazioni rese dai professionisti...». Nella nuova versione, invece, si legge che «le disposizioni della presente legge si applicano altresì alle prestazioni rese dai professionisti in favore della pubblica amministrazione». Restano fuori (allora come oggi) le società di cartolarizzazione e gli agenti della riscossione. Il tema rimane uno degli aspetti più delicati della vicenda: nonostante la vecchia tutela, infatti, molti enti (dai ministeri ai comuni) hanno emesso bandi in violazione della norma e, soprattutto, molti dubbi sono stati sollevati dalla giurisprudenza.
Consiglio di stato e codice appalti. La sentenza 0744/2021 del Consiglio di stato del 10 novembre di due anni fa, in particolare, lascia comunque aperta una strada ai bandi gratuiti a prescindere dalla nuova norma sull'equo compenso. Il Cds, accogliendo in parte una posizione già espressa dal Tar Lazio (sentenza n. 03015/2019) aveva, in sostanza, affermato che l'equo compenso è applicabile solo quando è previsto un corrispettivo per l'attività svolta. Nel caso in cui lo stesso non sia proprio stabilito dall'inizio, la norma non trova applicazione. Un'ancora di salvezza potrebbe arrivare dal nuovo codice degli appalti (dlgs 36/2023), che entrerà in vigore il prossimo luglio, in cui si afferma che «le prestazioni d'opera intellettuale non possono essere rese dai professionisti gratuitamente». Questo, però, «salvo che in casi eccezionali e previa adeguata motivazione».