ITALIAOGGI
Enti locali, fissate le spese di notifica degli atti
Fissato il quantum delle spese di notifica degli atti emanati dagli enti locali e dai concessionari affidatari del servizio di accertamento e riscossione, il cui costo è posto a carico dei contribuenti. Il compenso è stabilito in modo forfettario per ogni tipologia di notifica.
Fissato il quantum delle spese di notifica degli atti impositivi, degli atti di contestazione delle sanzioni e di sollecito di pagamento, emanati dagli enti locali e dai concessionari affidatari del servizio di accertamento e riscossione, il cui costo è posto a carico dei contribuenti. Il compenso è stabilito in modo forfettario per ogni tipologia di notifica, a seconda che venga effettuata tramite ufficiale giudiziario, messo comunale, messo notificatore o a mezzo del servizio postale. Non sono ripetibili, invece, le spese per la notifica degli atti istruttori e degli atti amministrativi emanati su richiesta dell'interessato. Queste nuove disposizioni sono contenute nel decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 14 aprile 2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.100 del 29 aprile scorso.
Il decreto ministeriale sopra citato, dunque, ridetermina gli importi delle spese addebitabili ai contribuenti destinatari degli avvisi di accertamento esecutivi, degli atti di contestazione della sanzioni, delle ingiunzioni e dei solleciti di pagamento, notificati dalle amministrazioni locali o dai concessionari con le diverse modalità consentite dalle norme di legge. In particolare, è stabilito che per gli atti impositivi, di irrogazione delle sanzioni e di sollecito di pagamento, le spese sostenute sono dovute dai destinatari nella misura di euro 7,83 per le notifiche effettuate mediante invio di raccomandata con avviso di ricevimento, di euro 6,51 per le raccomandate semplici, di euro 2 per le notifiche effettuate mediante l'invio a mezzo posta elettronica certificata, di euro 11,55 per le notifiche degli avvisi ai contribuenti, ai sensi degli articoli 60 del dpr 600/1973 e 14 della legge 890/1982, vale a dire tramite il procedimento previsto per gli atti giudiziari, con la cosiddetta busta verde. Infine, per i solleciti di pagamento inviati a mezzo posta ordinaria la misura del compenso si riduce a 1,33 euro. Un costo maggiore è addebitato per le notifiche eseguite all'estero, il cui importo è fissato nella misura unitaria di euro 12,19, "fatto salvo quanto diversamente previsto dalle disposizioni contenute nelle convenzioni internazionali". L'articolo 3 del decreto esclude espressamente la ripetibilità delle spese per la notifica "di atti istruttori e di atti amministrativi alla cui emanazione l'amministrazione è tenuta su richiesta". Per esempio, in caso di accoglimento dell'istanza di rimborso del tributo o di autotutela, per vizi o errori contenuti negli atti emanati.
In merito alla notifica degli atti impositivi degli enti locali è stato chiarito, con recenti interventi giurisprudenziali, che le amministrazioni possono fare ricorso al servizio postale ordinario. Gli atti tributari possono essere notificati tramite il servizio di posta ordinaria, con raccomandata con avviso di ricevimento. Non è imposto di fare ricorso al procedimento di notifica degli atti giudiziari, che assicurano maggiori garanzie ai destinatari. La scelta del legislatore di prevedere una forma semplificata di notifica è finalizzata a garantire una veloce realizzazione del credito fiscale. Si è così espressa la commissione tributaria regionale di Roma, terza sezione, con la sentenza 3198/2022, richiamando la pronuncia della Corte costituzionale 175/2018. Dunque, trovano applicazione le norme relative al servizio postale ordinario e non solo quelle della legge 890/1982. Al riguardo, anche la Cassazione, con la sentenza 28872/2018, ha operato un esplicito richiamo alla sentenza della Consulta suindicata, secondo cui la forma semplificata di notificazione trova la propria giustificazione nella funzione pubblicistica esercitata con la finalità di assicurare "la pronta realizzazione del credito fiscale e quindi a garanzia del regolare espletamento della vita finanziaria dello Stato".
Pertanto, non è obbligatorio avvalersi del procedimento di notifica degli atti giudiziari. Naturalmente, in caso di utilizzo del servizio postale ordinario non è richiesta la relata di notifica, ma è sufficiente fornire la prova dell'avvenuta consegna del plico al destinatario o al consegnatario. La notifica può essere eseguita dall'ente anche senza l'intermediazione dell'ufficiale giudiziario o del messo notificatore.
Sono utilizzabili tutte le forme di notifica elencate nel decreto ministeriale de quo, ma le relative spese non possono essere addebitate in misura superiore a quelle predeterminate in modo forfettario.
LENTEPUBBLICA
Decreto Legge PA: la nota di lettura ANCI per gli Enti Locali.
Disponibile la nota di lettura predisposta dall'ANCI sulle norme di interesse per gli enti locali contenute all'interno del cosiddetto Decreto Legge PA (D.L. n. 44/2023).
La nota segue la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge, che consente alle pubbliche amministrazioni di potenziare le proprie strutture, con particolare riguardo a quelle coinvolte nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) o nella tutela della salute e dell'incolumità pubblica.
Il decreto interviene dunque per dare la possibilità a tutte le PA, sulla base delle necessità espresse, di assumere nuovo personale o di stabilizzare quello precario.
Il provvedimento è stato trasmesso alla Camera dei Deputati (Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro) per l'avvio dell'iter di conversione in legge e ha assunto numerazione C.1114.
Il decreto ha accolto parzialmente le misure richieste dall'ANCI volte al potenziamento degli organici comunali per la realizzazione degli interventi legati al PNRR.
All'interno della nota di lettura dell'ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, che alleghiamo alla fine di questo articolo, trovate approfondimenti sulle seguenti voci:
Disposizioni in materia di rafforzamento della capacità amministrativa degli enti territoriali
Sostegno alle assunzioni nei piccoli comuni
Stabilizzazioni di personale
Deroghe ai limiti di spesa per il segretario comunale
Altre misure di interesse per Comuni e Città metropolitane
Osservatorio nazionale del Lavoro pubblico
Monitoraggio sull'effettiva utilità degli adempimenti richiesti dai piani non inclusi nel PIAO
Impatto delle riforme in materia di pubblica amministrazione
Misure anticipate con il D.L. n. 13/2023 convertito in legge 41/2023
Incremento dotazione organica con incarichi a contratto
Disapplicazione della risoluzione di diritto per gli enti in dissesto o strutturalmente deficitari
Incremento della componente variabile dei fondi per la contrattazione integrativa
Erogazione degli incentivi per le funzioni tecniche anche al personale dirigenziale coinvolto nei progetti PNRR.
LENTEPUBBLICA
PNRR: disponibile il DPCM sulla struttura di missione.
L'ultimo DPCM approvato dal Consiglio dei Ministri si occupa di delimitare quali siano le specifiche della struttura di missione nell'ambito del PNRR: ecco cosa serve sapere.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha tra i suoi obiettivi quello di definire investimenti e riforme che il Governo italiano ha predisposto per fronteggiare la crisi prodotta dalla pandemia da Covid-19, così da rimettere il Paese su un piano di crescita sostenibile e inclusiva.
Il documento, recentemente approvato dalla commissione, descrive quali progetti l'Italia intende realizzare grazie ai fondi comunitari. Il piano delinea inoltre come tali risorse saranno gestite e presenta anche un calendario di riforme collegate finalizzate in parte all'attuazione del piano e in parte alla modernizzazione del paese.
Tra gli obiettivi del PNRR ci sono interventi che vanno a migliorare le competenze digitali, a rafforzare la cyber-security e ad implementare l'adozione delle infrastrutture digitali.
Scopriamo cosa cambia con il recente DPCM dedicato alla struttura della missione.
PNRR: il DPCM sulla struttura di missione
La struttura di missione PNRR è istituita presso la presidenza del Consiglio alle dirette dipendenze del ministro per gli Affari europei.
Questa struttura opera fino al 31 dicembre 2026 e ha come compito quello di assicurare il supporto all'autorità politica delegata in materia di PNRR per l'esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell'azione strategica del governo per l'attuazione del PNRR.
Vigilia inoltre sulle amministrazioni centrali nello svolgimento delle attività sul PNRR. Individua e segnala al presidente del Consiglio le azioni per superare le criticità e si occupa della comunicazione istituzionale.
Dal punto di vista della composizione, alla struttura è preposto un coordinatore e un servizio articolato in quattro uffici.
ILSOLE24ORE
Pensioni: partita rinviata a settembre su minime, Opzione donna e Quota 103Dopo lo stop al tentativo di una parte del centrodestra di utilizzare una parte della dote destinata al taglio del cuneo per irrobustire ulteriormente i trattamenti più bassi e allentare la stretta sul canale di uscita anticipata per le lavoratrici, i dossier su questi due interventi saranno riaperti in autunno in vista del varo della prossima legge di bilancio.
L'ultimo tentativo è stato fatto nella settimana precedente il varo del decreto legge sul nuovo taglio del cuneo, ma nonostante il pressing di Lega e Fi non c'è stato spazio per un ulteriore ritocco verso l'alto delle pensioni minime. Ed è rimasto al palo anche l'allentamento della stretta su Opzione donna, scattata con la prima legge di bilancio targata Meloni, al quale fin dall'inizio dell'anno il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha cercato di aprire un varco. Ma la partita deve essere considerata soltanto sospesa. La maggioranza ha già messo nero su bianco nella risoluzione sul Def approvata dal Parlamento, con tanto di giallo sul voto sullo scostamento di bilancio da 3,4 miliardi, la necessità di spianare la strada con la prossima manovra autunnale a un intervento per alzare l'importo dei trattamento più bassi. E sempre alla legge di bilancio spetterà il compito di indicare la configurazione di Opzione donna per il 2024 e di tracciare la rotta per il "dopo Quota 103". Che potrebbe anche essere prorogata, magari con un parziale restyling, visto che il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nell'intervista rilasciata al Sole 24 Ore in edicola il 29 aprile scorso ha confermato che al momento non esistono spazi per una riorganizzazione del sistema previdenziale affermando che «non esiste una riforma compatibile con la nostra situazione demografica». Una sorta di semaforo rosso che condizionerà, ma non bloccherà, il confronto nel centrodestra sulla previdenza. Che è solo rimandato a settembre e che potrebbe essere preceduto a luglio da una ripartenza del tavolo con i sindacati. in ogni caso Cgil, Cisl e Uil restano molto critiche con il governo.
Pensioni minime, con gli arretrati assegno a 604 euro per gli «over 75» e a 576 euro per gli altri «aventi diritto»
Con le misure introdotte dall'ultima legge di bilancio, sulle quali soprattutto Fi ha spinto con forza, i trattamenti pensionistici al minimo sono saliti nel 2023, per effetto dell'indicizzazione degli importi all'inflazione (7,3% quella indicata fin qui dall'esecutivo per il 2022) e dell'ulteriore rafforzamento deciso dal governo, a 599,82 euro mensili per gli «over 75» e a 572,20 euro per gli altri pensionati aventi diritto. Ma l'assegno è già automaticamente destinato a lievitare ancora perché il tasso di inflazione per il 2022 è alla fine risultato pari all'8,1% e non al 7,3%. Pertanto, gli assegni degli «over 75» dovranno arrivare a quota 604,28 euro e quelli degli altri pensionati aventi diritto a 576,45 euro attraverso il pagamento degli arretrati. Che, se il governo non opterà per forme di anticipo già quest'anno, saranno versati a conguaglio a gennaio 2024.
La Lega e il Carroccio restano convinte che questi trattamenti debbano rapidamente diventare più pesanti, e per questo motivo nelle scorse settimane hanno insistito per destinare una fetta della dote a disposizione de taglio del cuneo a un ulteriore aumento già nel corso del 2023 delle pensioni più basse. Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia hanno però deciso di convogliare tutte le risorse ora disponibili alla decontribuzione per irrobustire gli stipendi sotto i 35mila euro. Ma la maggioranza non demorde e nel secondo punto della risoluzione sul Def votata dalle Camere ha inserito una chiara sollecitazione al governo in vista della stesura della manovra autunnale: valutare un intervento in materia di innalzamento delle pensioni minime. Non solo: sempre nella risoluzione sul Def approvata dal Senato si invita l'esecutivo a valutare con la prossima legge di bilancio anche un rafforzamento delle pensioni di invalidità. Due impegni che sicuramente Lega e Fi a settembre chiederanno che vengano rispettati.
Con la stretta introdotta dall'ultima legge di bilancio, attraverso l'inasprimento dei requisiti e la riduzione della platea, si è quasi azzerato l'appeal di Opzione donna. Dal monitoraggio dell'Inps sui flussi di pensionamento è emerso che nei primi tre mesi del 2023 a scegliere questo canale per l'uscita anticipata, vincolato al ricalcolo contributivo dell'assegno, sono state soltanto 151 lavoratrici, mentre nel 2022 erano state 4.185. Il ministro del Lavoro Calderone ha più volte cercato di convincere il governo ad allentare, almeno parzialmente, questo giro di vite, e altrettanto ha fatto una parte della stessa maggioranza, ma senza successo. Anche il tentativo portato avanti in via sotterranea in prossimità del varo del decreto sul nuovo taglio del cuneo si è scontrato con i rigidi paletti posti dal Mef. A questo punto Opzione donna sembra destinata a rimanere nell'attuale configurazione fino al 31 dicembre 2023. Ma in autunno il governo dovrà comunque decidere che cosa fare per il prossimo anno. E, se opterà per un prolungamento di questa via d'uscita, dovrà fare i conti con chi nel centrodestra punta a tornare alla versione in vigore nel 2022, come chiesto a gran voce anche da Pd e M5S.
Le ultime affermazioni del ministro Giorgetti sembrano chiudere del tutto i possibili spazi per un rapido riassetto del sistema previdenziale. Il ministro dell'Economia ha detto chiaramente che non esiste riforma compatibile con la nostra situazione demografica. Non solo: Per la manovra autunnale il governo non potrà contare su risorse infinite e le priorità sono già state individuate: rendere strutturale il taglio del cuneo, avviare la riforma fiscale magari insieme a una detassazione delle tredicesime e adottare misure in ottica natalità. In altre parole, Quota 41 (cara alla Lega) può essere considerato soltanto un obiettivo di legislatura. Ma Quota 103, congegnata dall'esecutivo con l'ultima legge di bilancio, scade a fine anno e il governo dovrà comunque individuare una soluzione, probabilmente "ponte", per il 2024. Tra le varie ipotesi c'è quella di una proroga della stessa Quota 103, magari in una versione leggermente rivisitata. La scelta andrà comunque fatta non oltre la metà di ottobre, quando il governo sarà chiamato a varare la manovra. Anche se il ministro Calderone confida di affrontare con i sindacati la questione già a luglio riaprendo il tavolo sulla previdenza che è stato congelato a febbraio. E che proprio Cgil, Cisl e Uil chiedono a gran voce di far ripartire subito.
SCRIVOLIBERO
Fissati al prossimo 26 maggio gli esami per l'attività di trasportatore di merci per conto terzi su strada.
Si svolgeranno il 30 maggio gli esami della prima sessione 2023 per l'abilitazione alla professione di trasportatore nazionale e internazionale di merci per conto terzi, organizzati dal Settore "Politiche Attive del Lavoro e dell'Istruzione, Solidarietà Sociale, Trasporti" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Sono quaranta, i candidati ammessi a partecipare alla prova che dovranno presentarsi entro le ore 8,30 del prossimo 26 maggio nella sala consiliare "L.Giglia" (P.le Aldo Moro 1) ad Agrigento. L'assenza è considerata rinuncia alla prova d'esame e, in tal caso, il versamento per i diritti di segreteria non è rimborsabile.
Per informazioni relative agli esami o all'elenco dei candidati ammessi è possibile rivolgersi al Settore Trasporti in via Esseneto 66 (tel. 0922/593645/680) ed alle sedi URP del Libero Consorzio presenti in vari comuni della provincia.
I candidati che supereranno gli esami potranno svolgere la professione di autotrasportatore di merci su strada in Italia e su tutto il territorio dell'Unione Europea.
SICILIATV
Come comportarsi in caso di emergenza? Le Giubbe Verdi di Castrofilippo lo spiegano agli studenti della Scuola Media.
Hanno fatto lezione a giovani studenti di scuola media sui comportamenti da adottare in caso di emergenze come terremoti, maremoti e incendi."IO SONO SICURO" è il progetto ideato e condotto, a costo zero, dai Volontari dell'Associazione Volontariato di Protezione Civile "Giubbe Verdi" Castrofilippo e rivolto ai ragazzi della Scuola Media "Balsamo" di Castrofilippo, conclusosi qualche giorno fa.
Le attività svolte dall'organizzazione di volontariato sono molteplici, ma in primis c'è la Protezione Civile.
Considerata la giovane età della platea alla quale ci si rivolgeva, i volontari delle "Giubbe Verdi" con le lezioni svolte hanno fatto in modo di favorire nei ragazzi sia l'acquisizione di una serie di comportamenti e consigli pratici differenziati da tenere a seconda della tipologia di rischio in caso di situazioni di emergenza, che sviluppare in loro l'altruismo e la solidarietà, nonché far maturare il senso etico e l'impegno civile.
Il progetto ha suscitato attenzione e costante interesse nei ragazzi, infatti la verifica di apprendimento svolta al termine del corso ha dato ottimi risultati.
Il Presidente delle Giubbe Verdi di Castrofilippo, Cav. Dott. Salvatore Graci, con una nota su facebook ha quindi ringraziato l'Amministrazione Comunale, il Dirigente Scolastico Prof. Ivan Cappucci, la responsabile di plesso "Balsamo" prof.ssa Domenica Miceli e tutto lo Staff insegnanti, nonché il Dirigente e la Funzionaria dell'Ufficio di Protezione Civile del Libero Consorzio di Agrigento, Dott. Marzio Tuttolomondo e Sig.ra Mariapia Zerilli per aver permesso, ai vari livelli, l'attuazione e la piena riuscita del progetto.
Le Giubbe Verdi hanno preso l'impegno di ripetere l'esperienza anche nei prossimi anni scolastici e, se possibile, riuscire a realizzare un corso analogo adattato e rivolto alle famiglie di Castrofilippo.
AGRIGENTONOTIZIE
Lavori nelle strade provinciali, chiusure e deviazioni in vista: ecco come regolarsiDall'8 maggio un tratto specifico in contrada Tumarrano sarà interessato dall'intervento degli operai del Libero consorzio comunale.
Dal prossimo 8 maggio e fino a cessata esigenza la strada provinciale 26D denominata "Borgo Pasquale - Valledolmo", in contrada Tumarrano (territorio di San Giovanni Gemini) sarà interessata da un intervento di manutenzione e sarà chiusa al transito veicolare a partire dalle ore 7 dello stesso giorno.
Il tratto stradale è quello di fronte la ditta di autodemolizioni "Zimbardo". Prevista la collocazione di un tombino armico del diametro di 1,50 metri. La chiusura totale è stata disposta dal direttore del settore infrastrutture stradali con apposita ordinanza dirigenziale trasmessa, tra gli altri, alla Prefettura di Agrigento, ai Comuni di Cammarata, San Giovanni Gemini e Mussomeli e a tutte le autorità preposte al controllo del territorio.
E' prevista la riapertura solo al termine dei lavori e al ripristino totale delle condizioni di sicurezza e transitabilità dei mezzi. I percorsi alternativi saranno 2: in direzione Valledolmo la strada provinciale NC 25 per Mussomeli;
in direzione statale 189, invece, la provinciale Soria-Mussomeli.
LIVESICILIA
Bilancio, riaccertati residui passivi 2022: la Regione libera 500 milioniEntro la prossima settimana verrà completato anche il riaccertamento dei residui pregressi al 2022.
L'assessorato dell'Economia ha completato il riaccertamento dei residui passivi relativi al 2022, reimputando al bilancio 2023 della Regione siciliana una somma totale di quasi 500 milioni di euro.
Si tratta di spese a valere interamente su risorse regionali, utili a saldare numerosi impegni nei confronti di imprese e fornitori per lavori e per l'acquisto di beni e servizi.
"Il riaccertamento si conclude in anticipo di ben tre mesi rispetto all'anno scorso, determinando lo sblocco di centinaia di voci di spesa, per l'ammontare esatto di 486.515.021,39 euro, con una ricaduta concreta nel tessuto socio-economico siciliano - si legge in una nota dell'assessorato - Si citano, a titolo esemplificativo, le spese per il personale e quelle per le imprese del trasporto pubblico locale".
Saranno ora i dipartimenti regionali a liquidare le poste di propria competenza. Secondo la tabella di marcia dell'assessorato, entro la prossima settimana verrà completato anche il riaccertamento dei residui pregressi al 2022 di ambito regionale, per poi procedere a quello dei residui di spesa extra-regionali, attività propedeutica alla stesura del bilancio consuntivo 2022 della Regione.
QDS
Dalle fluviali a quelle destinate alla potabilità: il cattivo stato delle acque siciliane preoccupa.
L'Arpa ha evidenziato molte situazioni "non conformi" con un trend costante
Di anno in anno, i monitoraggi delle acque siciliane, effettuati da Arpa Sicilia, mostrano un quadro generale sempre più allarmante. Le acque marine, fluviali, sotterranee e destinate alla potabilità presentano nella maggior parte dei casi uno stato di salute pessimo, con conseguenze gravissime sulla vita di tutti. Si tratta di un trend che purtroppo si perpetua da anni, contro ogni necessità di ristabilire una condizione di salubrità delle acque necessarie per le attività dell'uomo ma anche per la ricostruzione di un ecosistema generale più sano.
Situazione preoccupante
Nell'annuario dei dati ambientali dell'Arpa, relativo al 2020 (ultimo anno censito), si delinea una situazione, in tutta la regione, veramente preoccupante. Si parte dalla conformità delle acque destinate alla vita dei pesci: l'indicatore valuta lo stato delle acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci. Nel 2020 è risultata conforme soltanto la stazione "Fiume Anapo", mentre per le stazioni "Fiume Platani - 170", "Fiume Platani - 49", "Alcantara-Finaita", "Fiume Ciane 91" e "Fiume Simeto - 101", si segnala il superamento dei valori imperativi di temperatura, ossigeno, BOD5, nitriti, ammoniaca non ionizzata, ammoniaca totale, materiali in sospensione e cloro residuo totale. Si tratta di un trend costante, dal 2011 al 2020, per tutte le stazioni di campionamento, sia in positivo che in negativo.
Le acque dolci superficiali
Ancora peggiore lo stato delle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile: nel 2020 nessun corpo idrico è risultato conforme alle relative classificazioni. Sono pertanto non conformi le acque degli invasi Ancipa, Scanzano, Fanaco, Garcia, Piana degli Albanesi, Poma, Rosamarina, Santa Rosalia, del serbatoio Malvello e dei fiumi Imera Meridionale, Eleuterio e Jato. Si tratta di una condizione mai accaduta, da quando Arpa Sicilia effettua il monitoraggio. Se si valuta l'andamento negli anni, tra il 2011 ed il 2020 si vede come la quasi totalità dei corpi idrici analizzati sia stata non conforme rispetto alla classificazione d'uso potabile assegnata e che, in particolare nel 2020, tutti i corpi idrici classificati siano risultati non conformi alla classificazione stessa, come non era mai successo prima.
Quali le cause
La causa dei superamenti per tali invasi dovrebbe essere cercata sia nelle pressioni diffuse, come quelle agricole, sia in quelle riferite al sistema fognario e depurativo. Un altro fondamentale indicatore è quello relativo allo stato chimico delle acque sotterranee, che rappresenta in sintesi lo stato qualitativo dei corpi idrici sotterranei, valutato sulla base della presenza di parametri chimici e chimico-fisici indicativi dell'impatto delle attività dell'uomo sulle acque sotterranee. Nel 2020 è stato valutato lo stato chimico puntuale delle acque sotterranee regionali in corrispondenza di 87 stazioni di monitoraggio, nel 66% di esse, e cioè 57 stazioni, lo stato chimico è stato giudicato scarso, mentre il restante 34% (30) è in stato chimico buono. Il 40% (23) delle stazioni in stato scarso è rappresentato da stazioni Drw, e cioè aree designate per l'estrazione di acque destinate al consumo umano, e interessa 27 corpi idrici sotterranei.
L'incidenza più alta di condizioni scarse
La più alta incidenza percentuale di stazioni in stato scarso riguarda i corpi idrici "Piana di Vittoria", "Ragusano", "Piana di Catania", "Piana di Castelvetrano-Campobello di Mazara", "Etna Ovest", "Piana di Gela", "Bacino di Caltanissetta". Nel 30% delle stazioni monitorate, l'attribuzione dello stato chimico scarso è dovuta al superamento dei parametri appartenenti alla categoria dei composti e ioni inorganici, per il 20% delle stazioni monitorate al superamento dei pesticidi per il 18% al superamento dei nitrati.