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rassegna stampa del 7 giugno 2023

ITALIAOGGI.
Largo ai giovani e nuovi concorsi. Fino al 31 dicembre 2026, gli enti locali e le p.a. potranno ricorrere a contratti a tempo determinato di apprendistato e a contratti di formazione e lavoro nel limite del 10% delle facoltà assunzionali  esercitabili. 

Largo ai giovani e nuovi concorsi. La p.a. sperimenta nuove forme di assunzione per centrare gli obiettivi del Pnrr. Fino al 31 dicembre 2026, gli enti potranno ricorrere a contratti a tempo determinato di apprendistato e a contratti di formazione e lavoro nel limite del 10% delle facoltà assunzionali esercitabili. Nei concorsi per i profili non apicali scompare, sempre fino a fine 2026, la prova orale: basterà solo lo scritto. Nei concorsi saranno considerati idonei i candidati collocati nella graduatoria finale entro il 20 per cento dei posti successivi all'ultimo di quelli banditi. I concorsi unici potranno essere organizzati su base territoriale e i candidati potranno presentare domanda di partecipazione per non più di uno dei profili oggetto del bando e per non più di un ambito territoriale.
Il decreto sul rafforzamento della capacità amministrativa della p.a. (dl 44/2023) su cui ieri il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera con 203 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti, sarà probabilmente ricordato per il controverso emendamento del governo che proroga al 30 giugno 2024 il cosiddetto scudo erariale (l'esonero da responsabilità contabile per i casi di colpa grave) e sottrae i progetti del Pnrr al controllo concomitante della Corte dei conti. Ma al suo interno contiene molte norme che puntano a rafforzare gli organici pubblici e conseguentemente a facilitare la messa a terra del Recovery Plan.
Apprendistato e formazione lavoro
Come detto, questa chance, fortemente voluta dall'Anci con un emendamento ad hoc al decreto, sarà possibile solo fino al 31 dicembre 2026. Potranno essere assunti con contratto di lavoro a tempo determinato di durata massima di trentasei mesi, giovani laureati individuati su base territoriale mediante avvisi pubblicati nel portale del reclutamento (www.inpa.gov.it) della presidenza del consiglio dei ministri. Con successivo decreto saranno stabiliti i criteri e le procedure per il reclutamento, che prevedono una prova scritta, la valutazione dei punteggi dei titoli accademici conseguiti dal candidato, compresa la media ponderata dei voti conseguiti nei singoli esami, la valutazione degli eventuali titoli di specializzazione post lauream e delle eventuali esperienze professionali documentate, nonché una prova orale. A parità di punteggio sarà preferito il candidato più giovane di età. Sempre fino al 31 dicembre 2026, le amministrazioni potranno stipulare convenzioni non onerose con le università per l'individuazione, di studenti di età inferiore a 24 anni, che abbiano concluso gli esami previsti dal piano di studi, da assumere a tempo determinato con contratto di formazione e lavoro. Il personale assunto sarà inquadrato nell'area dei funzionari. Alla scadenza dei contratti, in presenza dei requisiti per l'accesso al pubblico impiego e della valutazione positiva del servizio prestato, il rapporto di lavoro si trasformerà in tempo indeterminato nei limiti delle facoltà assunzionali.
Concorsi
Nei concorsi pubblici saranno considerati idonei i candidati collocati nella graduatoria finale entro il 20 per cento dei posti successivi all'ultimo di quelli banditi. In caso di rinuncia all'assunzione o di dimissioni del dipendente intervenute entro sei mesi dall'assunzione, l'amministrazione potrà procedere allo scorrimento della graduatoria. I concorsi unici potranno essere organizzati su base territoriale. In tali casi i bandi di concorso dovranno prevedere che ciascun candidato possa presentare domanda di partecipazione per non più di uno dei profili oggetto del bando e, rispetto a tale profilo, per non più di un ambito territoriale. L'amministrazione potrà coprire i posti di ciascun profilo non assegnati in ciascun ambito territoriale, mediante scorrimento delle graduatorie degli idonei non vincitori, per il medesimo profilo, in ambiti territoriali confinanti che presentano il maggior numero di idonei. Come detto, fino al 31 dicembre 2026, i bandi di concorso per i profili non apicali potranno prevedere lo svolgimento della sola prova scritta.
Inoltre, un emendamento approvato nel corso dell'esame dinanzi alle commissioni affari costituzionali e lavoro della Camera stabilisce a favore degli operatori volontari che hanno concluso il servizio civile universale senza demerito una riserva pari al 15 per cento dei posti nei concorsi per l'assunzione di personale non dirigenziale nelle p.a., negli enti locali e nelle aziende speciali. Se la riserva non può operare integralmente o parzialmente, perché dà luogo a frazioni di posto, tali frazioni si cumulano con le riserve relative ai successivi concorsi per l'assunzione di personale non dirigenziale banditi dalla medesima amministrazione, nei casi in cui si proceda a ulteriori assunzioni attingendo alla graduatoria degli idonei.
Le altre norme
I dirigenti pubblici, se in possesso di "specifiche professionalità", potranno essere trattenuti in servizio con incarichi di studio e di consulenza fino al 31 dicembre 2016 anche se collocati in pensione. Approvata all'unanimità anche una norma che delega il governo nella revisione della disciplina di inclusione lavorativa delle persone con disabilità, considerando quote in favore di quei gruppi per cui in questi anni si è riscontrata una maggiore difficoltà di inserimento". L'emendamento è stato presentato da Augusta Montaruli, vice capogruppo di FdI alla Camera.


ITALIAOGGI.

Pnrr, sì della Camera alla fiducia sul decreto Pa. Meloni: nessun bavaglio alla Corte dei conti.
Con 203 voti favorevoli, 34 contrari e tre astenuti, la Camera ha votato la fiducia al provvedimento, che ora passa al Senato. Fra le novità introdotte, l'esclusione del controllo concomitante della Corte dei Conti su Pnrr e PNC. "Facciamo quello che ha fatto il precedente governo" ha commentato Meloni. No dei magistrati contabili alla norma".

Con 203 voti favorevoli, 34 contrari e tre astenuti, la Camera ha votato la fiducia sul decreto PA, che ora passa al Senato. Il provvedimento, che contiene, tra l'altro, lo stop al controllo concomitante della Corte dei conti sugli appalti pubblici legati al Pnrr, e uno scudo erariale per gli amministratori, viene difeso dal governo. "Siamo sicuri che i controlli di legalità ci saranno, come è giusto che sia. Però il controllo di legalità non può bloccare le opere perché se non realizziamo le opere veniamo meno all'obiettivo principale che ha il governo". Così il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani interpellato, a margine di una riunione al Senato, sugli emendamenti al dl Pa sui controlli della Corte dei Conti. "Non c'è nessuna guerra in corso contro la Corte dei Conti - ha chiarito -. Secondo noi il regime dei controlli che è stato fissato anche dalla governance stessa del Pnrr è sufficiente per garantire legalità". "Nessuna deriva autoritaria del Governo riguardo la Corte dei conti - ha spiegato il ministro Fitto -: non vi è, infatti, nessuna limitazione dei controlli della magistratura contabile. Ha perfettamente ragione Giorgia Meloni nel sostenere che il nostro Governo, su questo aspetto, si muove in linea con il Governo Draghi".
I magistrati contabili, riuniti in assemblea, hanno però ribadito la "netta contrarietà" alle misure. Ma la premier Giorgia Meloni difende l'operato dell'esecutivo: "Facciamo quello che ha fatto il precedente governo". A chi accusa il suo governo di "deriva autoritaria", come aveva fatto alcuni giorni fa tra gli altri anche l'ex premier Romano Prodi, Giorgia Meloni assicura che quel grido di allarme non ha senso di esistere. "La sinistra è molto in difficoltà. Non solo dice che c'è una deriva autoritaria se sulla Corte dei Conti proroghi le norme del governo Draghi. Sommessamente osservo che facciamo quello che ha fatto il precedente governo. Il problema è che c'è una deriva autoritaria se qualcuno che viene da destra e non da sinistra non avesse gli stessi diritti che hanno loro. Questo è un problema. Loro dicono che c'è una deriva autoritaria sulla Corte dei Conti che continua a fare i controlli, fa la relazione semestrale e nessuno le ha messo un bavaglio".Con la fiducia su questo testo - protestano intanto dall'opposizione - si mette un doppio bavaglio: ai giudici e al Parlamento. Il governo, in ogni caso, tira dritto: in mattinata sono previste le dichiarazioni di voto a partire dalle 12.30. Non si esclude che quella di oggi possa essere una seduta fiume. Comunque, al più tardi mercoledì mattina, dovrebbe arrivare il via libera finale della Camera al testo che poi deve passare al Senato per un esame che, nonostante i tempi per la conversione non siano strettissimi, si annuncia pressoché blindato.
"Un governo - accusa il leader di M5s Giuseppe Conte - in ritardo sull'attuazione del Pnrr, abbiamo una rata da riscuotere da Bruxelles e non la stiamo riscuotendo. E come pensano di risolvere il problema? Eliminano il controllo della Corte dei conti, che non è concepito per ritardare ma semplicemente per vigilare. Non sopportano i controlli". "Da mesi - attacca la capogruppo Dem alla Camera Chiara Braga - chiediamo chiarezza sul Pnrr, ad oggi abbiamo invece solo una governance centralizzata e paralizzata che ha fatto accumulare inutili ritardi e l'annuncio di un voto di fiducia per cancellare il ruolo di controllo della Corte dei Conti. Non c'è governo più insofferente al controllo di quello di destra"
E' stato il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ad annunciare la blindatura del provvedimento così come modificato durante l'esame delle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro. Fra le novità introdotte, la proroga del cosiddetto "scudo erariale" di un anno al 30 giugno 2024 e l'esclusione del controllo concomitante della Corte dei Conti su Pnrr e Pnc. La seduta e' stata sospesa per definire la tabella del prosieguo dei lavori. L'iter dovrebbe concludersi entro mercoledì e - dal momento che il decreto scade il 21 giugno - anche il percorso in Senato sarà blindato. "La fiducia sul decreto Pa sicuramente sarà accordata perché è un provvedimento che serve all'Italia. Per quanto riguarda la norma sulla Corte dei Conti, se vogliamo che il Pnrr possa andare a segno e cioè concludere i lavori entro il giugno del 2026, non occorrono controlli intermedi, ma finali", sottolinea Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio.
Le opposizioni si dividono: se Azione e Iv non vedono "colpi di mano" nella cancellazione del controllo concomitante dei magistrati contabili sul Pnrr, il Pd e Avs annuciano: "Daremo battaglia, sulla Corte dei Conti il Governo sta facendo una forzatura", assicurano i dem . "E' inconcepibile che anche in questa occasione il governo possa sottrarsi a una discussione democratica, noi vogliamo esporre le nostre ferme ragioni contro un decreto che imbavaglia la Corte dei conti ma il governo ha posto la questione di fiducia chiudendo qualsiasi spazio di confronto", spiega Filiberto Zaratti capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Affari costituzionali della Camera. Anche il M5S si prepara al braccio di ferro:  "Daremo battaglia in aula. E' qualcosa di grave".
Questa mattina, inoltre, è stata convocata un'assemblea straordinaria dell'Associazione Magistrati della Corte dei conti. Lo riferisce l'associazione, spiegando che all'Ordine del giorno c'è la discussione su iniziative conseguenti agli emendamenti sulle limitazioni delle funzioni della Corte dei conti: controllo concomitante e scudo erariale contenute nel dl Pa in discussione alla Camera.



QDS
Agrigento, siamo tutti nella stessa padella... chiamata Terra.


Dall'8 al 16 giugno nel Giardino botanico del Libero Consorzio comunale un evento di divulgazione ambientale con un percorso narrativo che utilizza il linguaggio visivo dell'arte contemporanea
AGRIGENTO - Il Giardino botanico del Libero consorzio comunale ospiterà dall'8 al 16 giugno prossimi un interessante evento di divulgazione ambientale, il progetto "Terra fritta, siamo tutti nella stessa padella", atto conclusivo del progetto Pcto 2022/23 (ex alternanza scuola lavoro), che Legambiente Agrigento e Sosia Comunicazione hanno svolto nel corso dell'anno con gli alunni (i Das, giovani Divulgatori artistico scientifici del collettivo Isabd) delle classi III D e IV C del Liceo scientifico e delle Scienze umane Politi di Agrigento.
L'evento è promosso dal Liceo Politi e sostenuto dal Libero Consorzio comunale di Agrigento, Settore Ambiente e Turismo, che ha messo a disposizione l'area del Giardino Botanico (ingresso da via Demetra), ed è visitabile fino a venerdì 16 giugno negli orari di apertura della struttura di proprietà del Libero Consorzio.
Il percorso narrativo utilizza il linguaggio visivo dell'arte contemporanea (con installazioni e performances artistiche di Salvatore Cammilleri) e grazie alla partecipazione attiva dei Das, ha lo scopo di alzare l'asticella dell'attenzione sulle emergenze che minacciano le prospettive di futuro delle nuove generazioni, in particolare sui fenomeni generati dai cambiamenti climatici che oltre a danneggiare direttamente l'ambiente e la biodiversità indeboliscono ulteriormente l'economia dei territori.
Nel Giardino Botanico sono presenti circa ventimila piante riferibili a oltre trecento colture ed essenze diverse, espressioni tipiche della macchia mediterranea. Oltre al patrimonio vegetale sono inoltre presenti pregevoli testimonianze archeologiche, quali ipogei e caverne naturali visitabili, reperti fossili, e fenomeni calcarenitici di suggestiva bellezza. All'interno del Giardino vi sono inoltre una serie di terrazze che sorgono su banchi in tufo, offrendo ai visitatori una bella vista sulla Valle dei Templi.
È visitabile anche un erbario con centinaia di essenze erbacee essiccate e catalogate, di cui alcune risalenti al XIX secolo. Il Giardino dispone di una fitta rete di sentieri, muniti di segnaletica descrittiva delle diverse colture vegetali, che lo rendono piacevolmente fruibile ai visitatori.


QDS

Rifiuti, la discarica sospende il servizio: in Sicilia si rischia nuovo caos.


Torna l'incubo rifiuti che già lo scorso anno ha rovinato vacanze e fotografia di buona parte dei turisti.
Una discarica chiusa a pochi giorni dall'inizio della stagione estiva. In Sicilia torna l'incubo rifiuti che già lo scorso anno ha rovinato vacanze e fotografia di buona parte dei turisti che hanno visitato la zona orientale e il Catanese in particolare.
Emergenza rifiuti dietro l'angolo
Quest'anno sembra che l'emergenza interesserà invece la parte occidentale dell'isola: Trapani servizi Spa, la discarica che tratta i rifiuti di numerosi comuni del Trapanese, del Palermitano, del Messinese e dell'Agrigentino, infatti ha comunicato alla Regione siciliana che sospenderà i rifiuti a partire da stamattina.
Rifiuti: è corsa contro il tempo
Una situazione difficile, conseguenza diretta della sentenza del CGA che ha dichiarato illegittimo il rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia) alla discarica di rifiuti Oikos in territorio di Motta Sant'Anastasia, che ospitava i rifiuti secchi dopo il trattamento. Tanto critica da spingere il dirigente del Dipartimento acqua e rifiuti dell'assessorato regionale all'Energia, Marcello Vento, a inviare una nota a tutte le Srr della Regione per acquisire eventuale disponibilità presso altri impianti, "al fine di evitare l'insorgere di emergenze di tipo igienico-sanitarie e al fine di poter emettere i provvedimenti autorizzativi di conferimento presso altri impianti di TMB".
Torna l'incubo immondizia
Sembra ripetersi dunque quanto accaduto in più riprese in Sicilia orientale con la Sicula Trasporti: lo scenario che si profila è dei peggiori anche per via della contingenza: l'inizio dell'estate e l'emergenza rifiuti in zone balneari e molto frequentate da turisti. Nei prossimi giorni, occorrerà dunque capire se esistono impianti che possano sopperire a quello di Motta o se, come accade già per l'immondizia trattata da Sicula Trasporti, questa venga poi spedita fuori regione o fuori Paese, con aggravio dei costi e del peso della Tari sulle tasche dei cittadini.
Rifiuti, si attende cambio passo
Quel che è certo che le emergenze è dietro l'angolo, e si ripropone puntuale come un orologio la questione degli impianti di trasformazione dei rifiuti, della necessità di impianti di trasformazione pubblici. Un argomento molto battuto dal precedente governo regionale ma che, a oggi, non ha visto nessun reale cambiamento nel sistema.



AGRIGENTOOGGI
Al Giardino Botanico l'evento di divulgazione ambientale "Terra fritta, siamo tutti nella stessa padella".

Giovedì 8 giugno prossimo al Giardino Botanico di Agrigento alle o9.30 i "D.A.S." presenteranno l'evento di divulgazione ambientale dal titolo  "Terra fritta, siamo tutti nella stessa padella", visitabile fino a venerdì 16 giugno.
La manifestazione, promossa dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento, settore ambiente e turismo, è l'atto conclusivo del progetto PCTO 2022/23 (ex alternanza scuola lavoro), che Legambiente Agrigento e Sosia Comunicazione hanno svolto nel corso dell'anno con gli alunni (i D.A.S. i giovani Divulgatori Artistico Scientifici del collettivo ISABD) delle classi III D e IV C e le docenti Valentina Mattaliano e Angela Gulino, del Liceo scientifico e delle Scienze Umane "Politi" di Agrigento.
Il progetto, ideato e coordinato da Rossana Danile, ha coinvolto e reso protagonisti gli studenti del "Politi", ai quali è stato proposto come modello operativo, il paradigma attuativo dell'arte visiva. Un paradigma che ha permesso di sperimentare quelle competenze trasversali che nella progettazione e organizzazione di eventi culturali multidisciplinari, devono necessariamente interagire tra loro.
Il Giardino Botanico sarà coprotagonista di un originale e significativo percorso narrativo che, attraverso il linguaggio visivo dell'arte contemporanea (installazione e performance artistiche di Salvatore Cammilleri) e la partecipazione attiva dei D.A.S, avrà come obiettivo quello di innalzare l'attenzione dell'opinione pubblica sulle emergenze multidimensionali che minacciano le "prospettive di futuro" delle nuove generazioni.
Emergenze ambientali e climatiche sono infatti causa di fenomeni estremi che indeboliscono ulteriormente l'economia dei territori espressione di piccole e medie imprese, motore pulsante dell'economia e della cultura del Made in Italy.
Lo storytelling concept, curato da Rossana Danile, pone al centro della riflessione collettiva l'installazione dal titolo "Sepolcri" del ciclo di opere "Friuti Semu" dell'artista Salvatore Cammilleri, già in mostra all'orto botanico di Viterbo: "un sepolcro di uova fritte in osmosi con la terra che le accoglie e le commemora interroga i fruitori: se l'uovo in guscio è universalmente l'icona della vita che nasce, l'uovo fritto al tegamino è icona di morte? La storia dell'umanità la scriviamo noi, che finale vogliamo immaginare?
L'installazione "Sepolcri" è un monumento commemorativo di un passato già vissuto ed è la celebrazione di un presente da ricostruire dando nuova vita e nuova forma a ciò che si è rotto e scomposto, interrompendo quel patto d'alleanza che per millenni ha visto in simbiosi l'Uomo e la Natura. Un monito, tra il tragico e l'ironico pirandelliano, che l'arte lancia ai viventi le cui antiche radici hanno trovato terreno fertile sul pianeta Terra (il suolo sano è però in via di estinzione).
Uno spazio neo-pop dove l'uovo fritto, metafora della caducità dell'uomo, intende riportare i fruitori alla consapevolezza che la grande storia dell'umanità ha milioni di linee narrative che ogni persona scrive e vive dall'inizio alla fine, lasciando traccia del proprio vissuto. La storia dell'umanità che immaginiamo infinita, ha una continuità: nuovi capitoli raccontano nuove trame, purtroppo distopiche. Da troppi anni infatti, in ogni "capitolo", in ogni tempo, gli autori della storia non hanno più sentito il dovere morale di costruire prospettive di futuro ai protagonisti dei capitoli successivi.
Osservare il sepolcro che sigilla la storia della vita di ognuno di noi può richiamarci ad una presa di coscienza? Forse no ma ricorda ad ognuno la propria finitezza dentro una trama complessa dal finale sempre aperto. Forse.
La crisi è "GloCal" (Globale e Locale), sottolinea Rossana Danile, e le soluzioni vanno ricercate e applicate a partire dalle comunità locali per poi giungere ad una sperata e necessaria soluzione planetaria: la Sicilia e il Planisfero, opere di Cammilleri, per questa occasione messe in mostra su pannelli grafici da esterno, sintetizzano perfettamente il concetto del GloCal e propongono la Sicilia come Hub interdisciplinare dove sperimentare possibili soluzioni che ci permetteranno di saltare, metaforicamente, fuori dalla padella e salvarci dalla "friuta".
Daniele Gucciardo, presidente di Legambiente Agrigento, ribadisce che le nuove generazioni stanno chiedendo agli adulti, attori decisionali del presente, di costruire prospettive di futuro e opportunità da poter cogliere qui e ora: rispondere concretamente è doveroso.
Nella giornata dell'8 giugno i D.A.S., attraverso le opere interattive dall'artista e lo storytelling concept, inviteranno il pubblico a riflettere e a compiere gesti.
Il percorso didattico/divulgativo si prefigge di comunicare messaggi chiave che urgentemente bisogna far giungere ad ogni persona, così come auspica l'obiettivo 12 (12.8) dell'Agenda 2030 dell'ONU: "Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo. (...) Accertarsi che tutte le persone, in ogni parte del mondo, abbiano le informazioni rilevanti e la giusta consapevolezza dello sviluppo sostenibile e di uno stile di vita in armonia con la natura".
Il progetto, si augura la preside del Liceo "Politi", Santina Ferrantelli, merita di essere visitato dalla cittadinanza tutta in quanto rappresenta la voce dei nostri giovani che sognano un futuro desiderabile e ci chiedono, in tutti i modi, di lasciare loro in eredità un pianeta vivibile.
Le parti coinvolte e in special maniera i D.A.S. esprimono un sincero ringraziamento al commissario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, il dottor Raffaele Sanzo e al responsabile del settore Ambiente e Turismo, Achille Contino, per aver concesso gli spazi del giardino botanico e aver accolto con curioso interesse l'originale istanza "neo-pop" che attraverso l'uovo fritto di Salvatore Cammilleri, intende rappresentare il messaggio serio di migliaia di giovani preoccupati per l'incertezza che avvolge il presente e offusca la visione di un futuro prossimo che fa dire in coro: "SEMU FRITTI"


FOCUS SICILIA

Pnrr, Governo taglia i poteri della Corte dei conti: controlli solo a progetti finiti.Via il "controllo concomitante" da parte dei giudici contabili, "scudo erariale" prolungato di un anno per chi è chiamato a gestire i fondi. L'Esecutivo modifica le regole sui controlli sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, e mette la fiducia sul nuovo testo sfidando Bruxelles.


Sul Pnrr il controllato, cioè il governo Meloni, taglia i poteri del controllore, ovvero la Corte dei conti. È quanto prevedono alcuni emendamenti al Dl Pubblica amministrazione, approvati nei giorni scorsi dalla commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati. La conversione in legge del decreto è fissata per oggi pomeriggio a Montecitorio, e il Governo ha posto la questione di fiducia. Il testo che verrà messo in votazione prevede che il "controllo concomitante" della Corte, che vigila "sui principali piani, programmi e progetti di rilancio dell'economia nazionale", non si applichi ai 220 miliardi "previsti o finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza o dal Piano nazionale per gli investimenti complementari". Fuori dal burocratese, i giudici contabili non potranno più verificare "in fieri" la spesa dei fondi del Pnrr, come avvenuto sinora, ma soltanto a cose fatte. Un altro emendamento proroga di un anno lo "scudo erariale" per funzionari e dirigenti pubblici chiamati a spendere le risorse, dal 30 giugno 2023 al 30 giugno 2024. Una misura che risale al governo Draghi, volta a scongiurare la cosiddetta "paura della firma". Modifiche che nei giorni scorsi hanno innescato vivaci polemiche tra il Governo italiano, la Corte dei conti e la Commissione europea.
Le ultime osservazioni della Corte
Il "controllo concomitante" della Corte dei conti è stato introdotto dalla Legge 15/2009, e "rilanciato" pochi anni fa dalla Legge 120/2020, meglio nota come decreto Semplificazioni. La norma varata dal governo Conte II delega ai giudici contabili "l'eventuale accertamento di gravi irregolarità gestionali", ma anche di "rilevanti e ingiustificati ritardi nell'erogazione di contributi secondo le vigenti procedure amministrative e contabili". Una volta rilevate, le criticità sono "immediatamente trasmesse all'amministrazione competente ai fini della responsabilità dirigenziale". Proprio ciò che è avveniva fino a oggi con i fondi del Pnrr. Lo scorso marzo, come raccontato da FocuSicilia, la Corte dei conti ha pubblicato due delibere riguardanti le stazioni di rifornimento per i veicoli a idrogeno e le colonnine per le ricariche elettriche. Per quanto riguarda le prime, i giudici contabili contestano il mancato rispetto del 40 per cento di spesa delle risorse del Recovery fund nel Mezzogiorno. Per le seconde, la mancata pubblicazione dell'avviso per 2.500 installazioni da realizzare entro il 30 giugno di quest'anno. Criticità che secondo la Corte implicano un "concreto rischio di riduzione del contributo finanziario" per la quarta rata.
La replica del Governo
Da parte sua l'Esecutivo ha fatto sapere che gli emendamenti al decreto Pa "non modificano quanto già concordato tra Commissione europea e Governo italiano". Il riferimento è a un altro decreto, il numero 77/2021, che fissa la "Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza". Palazzo Chigi sottolinea come in questo testo non sia presente nessun riferimento al "controllo concomitante". Il decreto Governance infatti "affida alla Corte dei conti il controllo sui fondi Pnrr nella modalità del controllo successivo sulla gestione e non del controllo concomitante, con criteri di cooperazione e coordinamento con la Corte dei conti europea". Questa norma, osserva il Governo, "non solo non viene in alcun modo modificata, ma è proprio la sua corretta attuazione che il governo vuol realizzare". Il "controllo concomitante" come detto è previsto in un'altra norma, ma a contare ai fini del Pnrr, sostiene l'Esecutivo, è solo il decreto Governance. Quest'ultimo infatti "rappresentava una specifica milestone" ed è stato "rendicontato positivamente dalla Commissione". Niente da rimproverarsi sul tema dell'efficienza dei controlli, dunque.
Il dialogo con la Corte dei Conti
A esprimere perplessità sulle scelte del governo Meloni, nei giorni scorsi, era stata la Commissione Ue. Per quest'ultima "il Recovery necessita di un quadro di controlli che siano adatti e proporzionati alla sua natura unica e in modo che i programmi di spesa si basino sull'efficienza", cosa che potrebbe essere messa a rischio dalle ultime modifiche. Valutazioni rispedite al mittente da palazzo Chigi, che ha accusato la Commissione di alimentare "polemiche politiche strumentali che non corrispondono alla realtà". Quanto ai rapporti interni con la magistratura contabile, per il Governo non esiste nessuno scontro tra poteri. Nei giorni scorsi infatti "si è svolto un lungo, cordiale e proficuo incontro tra il Governo e la Corte dei conti", nel corso del quale "è stata decisa all'unanimità l'apertura di un tavolo di lavoro per revisionare e definire meglio alcuni istituti relativi ai controlli sul Pnrr". Che lo scontro sia chiuso è tutt'altro che chiaro. Ieri, mentre il governo annunciava la questione di fiducia sul decreto Pubblica amministrazione, l'associazione dei giudici contabili si è riunita per una "Discussione su iniziative conseguenti agli emendamenti sulle limitazioni delle funzioni della Corte dei conti". Le conclusioni non sono state ancora diffuse.


BLOGSICILIA
Paura autonomia differenziata in Sicilia, pressing sindacati in piazzaIn piazza Cgil e Uil per una raccolta firmeRaccolta firme contro l'Autonomia differenziata.

"L'autonomia differenziata abbasserà l'asticella dei diritti fondamentali nelle regioni più deboli del Paese. Si avranno ripercussioni negative sulla sanità, sulla scuola, sulla mobilità: su quei settori insomma che necessitano di interventi di perequazione, di investimenti dello Stato". E' quello che sostengono Cgil e Uil Sicilia che hanno dato il via oggi a una raccolta di firme per chiedere al presidente della Regione Renato Schifani di ritirare il suo appoggio al progetto del governo Meloni. I due sindacati hanno scelto emblematicamente l'ospedale Civico di Palermo per allestire la prima postazione e tenuto un presidio. "Per sottolineare - precisano - l'importanza dell'iniziativa contro il provvedimento 'Spacca-paese".
Raccolta firma che prosegue
La raccolta di firme proseguirà nei prossimi giorni in tutta la Sicilia, nelle sedi sindacali, nelle piazze. "Lo stato della sanità pubblica - sostengono  i segretari generali di Cgil e Uil Sicilia, Alfio Mannino e Lusella Lionti - è sotto gli occhi di tutti. Liste di attesa interminabili, disfunzioni, reparti ospedalieri che chiudono e tra essi i pronto soccorso, il tutto sotto il comune denominatore della carenza di personale. Problemi anche per la scuola pubblica, tra strutture inadeguate e tempo pieno solo in poche realtà. Sulla mobilità, basti parlare della carenza delle infrastrutture viarie e ferroviarie che rendono i collegamenti col resto del Paese ma anche quelli intraregionali difficili con crescente isolamento delle aree interne".
Stato più fragile
Secondo Cgil e Uil  si verrebbe a verificare un danno che produrrebbe un provvedimento che renderà più fragile lo Stato e la sua capacità di far fronte ai necessari interventi di perequazione che consentano di colmare i gap del Mezzogiorno e della Sicilia con il resto del Paese. "Dall'autonomia differenziata - affermano Mannino e Lionti - trarranno vantaggio le regioni più forti, come certificato da Corte dei Conti, ufficio ragioneria del Senato e Bankitalia. Queste peraltro continueranno a drenare risorse dal sud rafforzando ulteriormente i loro sistemi sanitari. La migrazione sanitaria non potrà che crescere - sottolineano- e questa riguarderà principalmente chi si potrà permettere le cure altrove, venendo meno il diritto alla salute delle fasce più deboli della popolazione".
I dubbi da più parti
I segretari di Cgil e Uil ricordano  le "autorevoli" critiche al provvedimento: da sindaci e regioni del Mezzogiorno, dal Gimbe a Bankitalia. "Chiediamo dunque a Schifani - rilancia Mannino e Lionti - di farsi interprete delle reali esigenze della Sicilia e dei siciliani e di farsi portavoce del malcontento generato da una crisi che richiede politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno e della Sicilia e non certo provvedimenti come l'autonomia differenziata. Ma anche politiche regionali di sviluppo all'altezza, capaci di cogliere le straordinarie opportunità che vengono dai fondi europeo e dal Pnrr".


LENTEPUBBLICA

Arriva l'ipotesi di proroga dello smart working fino alla fine del 2023.

Dal 30 giugno, scadrà il diritto allo smart working, ma arriva l'ipotesi di proroga fino alla fine del 2023: ecco cosa sappiamo.
Ipotesi proroga smart working fine 2023: fino a poche settimane fa, si parlava della fine del diritto al lavoro agile per i lavoratori fragili (sia nel settore privato che in quello pubblico) e per i lavoratori con figli under 14 (solo nel privato).
Infatti, il diritto allo smart working doveva terminare il prossimo 30 giugno, passando alla regolazione del lavoro agile tramite accordi individuali tra aziende e lavoratori.
Spunta, però, l'ipotesi di una proroga fino alla fine del 2023.
Ecco cosa sappiamo.
Ipotesi proroga smart working fine 2023: tutti i dettagli
La proposta di una proroga del diritto allo smart working, fino alla fine del 2023, arriva da diversi partiti: Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico e Verdi.
I partiti avevano presentato un emendamento al decreto legge Lavoro, approvato lo scorso primo maggio. Si attende, in commissione, la discussione sugli emendamenti, attesa in Aula a Palazzo Madama, dal 13 al 15 giugno.
Il diritto allo smart working per i lavoratori fragili e quelli con figli under 14 era stato introdotto nel decreto legge Milleproroghe.
Ipotesi proroga smart working fine 2023: i dati del lavoro agile
Lo smart working era stato introdotto, durante il periodo della pandemia di Covid-19, per dare continuità al lavoro. Ma è rimasto come pratica comune, per andare incontro alle esigenze del lavoratore e bilanciare al meglio le ore di lavoro e quelle di vita privata.
Dopo il rientro dell'emergenza Covid, il numero di lavoratori in smart working è calato. Ma si tratta di una modalità ancora presente per il 14,9% del totale dei lavoratori, ovvero 3,6 milioni.
Se non ci sarà la proroga, i lavoratori fragili e quelli con figli under 14 dovranno tornare in presenza, a meno che non siano stati fatti accordi individuali con le aziende.
Come spiegato da Orfeo Mazzella, senatore del Movimento Cinque Stelle, tra i promotori della proposta:
"Auspichiamo che tutti gli altri gruppi parlamentari, tanto di maggioranza quanto di opposizione, vogliano appoggiarlo. Malgrado l'Oms abbia dichiarato la fine dell'emergenza sanitaria della pandemia Covid, dobbiamo necessariamente continuare a tutelare i più deboli".
Anche dalla maggioranza arrivano segnali che potrebbero portare ad una proroga dello smart working, in questo caso fino al 30 settembre, per i lavoratori fragili pubblici e privati, con la proposta a prima firma di Elena Murelli della Lega.


AGRIGENTONOTIZIE 


Ladri di nuovo in azione: secondo furto nel giro di una settimana al Libero consorzio
I malviventi hanno forzato, ancora una volta, un distributore automatico di snack e bevande.


Secondo furto nel giro di una settimana alla sede del Libero consorzio comunale di via Esseneto. Qualcuno è riuscito, ancora una volta, ad intrufolarsi nello stabile ed ha danneggiato il distributore automatico di snack e bevande, rubando tutte le monete che erano custodite nella cassetta. E lo fatto nel giro, a quanto pare, di circa mezz'ora. 
Appare scontato, ma non ci sono conferme istituzionali al riguardo, che la "mano" possa essere la medesima di quella che ha già colpito pochi giorni addietro. E questa volta lo hanno fatto dopo aver forzato la porta-finestra del primo piano. A denunciare, alla stazione dei carabinieri, il furto è stato uno dei funzionari dell'ex Provincia. Sono state avviate le indagini per cercare di identificare il balordo o i balordi. Il danno risulta essere ancora in fase di quantificazione. E l'area del colpo è coperta, stando a quanto emerge, da sistema di videosorveglianza.  


LENTEPUBBLICA
Ecco come cambiano i bandi MePA con il nuovo Codice Appalti.

Con il nuovo Codice degli Appalti cambieranno anche i bandi del MePA, la piattaforma per gli Acquisti in Rete delle PA: scopriamo quali saranno tutte le novità. I bandi del Mercato elettronico sono adesso disponibili e adeguati al nuovo Codice degli Appalti, il D.Lgs. n. 36/2023.Infatti, come sappiamo, anche Acquisti in Rete PA adeguerà infatti il Mercato elettronico e il Sistema dinamico di acquisizione alle nuove disposizioni normative.Uno degli step per lo switch-off al nuovo Codice è infatti quello della pubblicazione dei nuovi bandi avvenuta lo scorso 5 giugno: questo adeguamento serve proprio a consentire agli Operatori Economici di continuare a operare sul MePA in continuità. Ecco come cambiano i bandi MePA con il nuovo Codice Appalti
Si ricorda che i nuovi bandi saranno efficaci solo a partire dal 1° luglio: ciò nonostante la pubblicazione dei nuovi bandi, diverse settimane prima di questa importante scadenza, consentirà agli operatori di adeguarsi alle nuove disposizioni normative. Le novità e le scadenze per il MePA In estrema sintesi: Gli Operatori economici già abilitati al Mercato elettronico possono modificare le dichiarazioni rese, attraverso un'apposita funzionalità del sistema, senza dover procedere a una nuova abilitazione. Gli Operatori economici ancora non abilitati possono seguire la procedura di abilitazione ai sensi del D.Lgs. n. 50/2016, rendendo anche dichiarazioni adeguate alle nuove disposizioni normative. Fino al 30 giugno le Pubbliche Amministrazioni potranno pubblicare Richieste di offerta o emettere Ordini diretti sui vecchi bandi del MePA.Dal 1° luglio, diventando efficaci i nuovi bandi, gli Operatori economici che avranno modificato le proprie dichiarazioni potranno continuare ad operare sul MePA in continuità. Gli Operatori Economici che non hanno proceduto alla modifica fino al 30 giugno, a decorrere dal 1° luglio saranno comunque tenuti a farlo per poter partecipare a negoziazioni e/o ricevere ordini diretti. Novità e scadenze per il Sistema dinamico di acquisizione. Sono invece parzialmente diverse le scadenze relative al Sistema dinamico di acquisizione. Fino al 30 giugno le Pubbliche Amministrazioni potranno indire Appalti specifici sui bandi attuali. Dal 3 luglio, come previsto da norma, per 30 giorni solari successivi a questa data (più eventuali 15 di proroga), sarà previsto un periodo di fermo delle negoziazioni e non potranno essere indetti nuovi Appalti specifici. Sempre a partire dal 3 luglio gli Operatori economici già abilitati sul Sistema dinamico potranno modificare le dichiarazioni rese attraverso un'apposita funzionalità del sistema, senza dover procedere a una nuova abilitazione. Infine gli Operatori non ancora abilitati potranno invece abilitarsi direttamente ai nuovi bandi, seguendo la procedura aggiornata con le nuove disposizioni normative.












































































































































































































































































































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