ITALIAOGGI.
Cancellato l'abuso d'ufficio. I sindaci vincono la loro battaglia, anche al di là delle proprie più rosee aspettative: scompare l'abuso d'ufficio e si riduce la portata del reato di traffico di influenze illecite.
I sindaci vincono la loro battaglia, anche al di là delle proprie più rosee aspettative: scompare l'abuso d'ufficio e si riduce la portata del reato di traffico di influenze illecite. Un risultato che va oltre le richieste dei primi cittadini che si sarebbero accontentati anche solo di una riformulazione del reato di cui all'articolo 323 del codice penale. E invece il disegno di legge del Guardasigilli Carlo Nordio (in foto), approvato ieri dal consiglio dei ministri, ha deciso per l'abrogazione in toto, prendendo atto della realtà di un reato che nel 2022 ha portato all'archiviazione di 3.536 fascicoli su 3.938 con sole 18 condanne nel 2021 su 5.400 procedimenti. "Nel 93 per cento dei casi le inchieste per abuso d'ufficio non arrivano nemmeno al giudizio", ha spiegato il sindaco di Bari e presidente dell'Anci, Antonio Decaro a cui il premier Giorgia Meloni a fine novembre aveva promesso di intervenire sull'abuso d'ufficio durante l'assemblea Anci di Bergamo. "Noi non abbiamo mai chiesto l'impunità, anzi siamo convinti che un sindaco che sbaglia debba pagare anche più di altri, ma, in attesa del giudizio, gli amministratori subiscono un danno grave di reputazione per la propria vita e la propria carriera, non solo politica. Ogni giorno un sindaco deve decidere se firmare un atto, rischiando l'abuso d'ufficio, o non firmarlo, rischiando l'omissione di atti d'ufficio che rallenta i progetti del Pnrr".
Sulla stessa lunghezza d'onda, Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente di Ali (Autonomie locali italiane). "A noi bastava la revisione del reato. Il ministro Nordio ha deciso di abrogarlo. Lo riteniamo un fatto positivo e una battaglia vinta dai sindaci italiani".
Sul traffico di influenze illecite, la riforma Nordio esclude la rilevanza penale dei casi di "millanteria". Non sarà più penalmente rilevante il semplice vantare relazioni con un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio per farsi dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità economica, al fine di remunerare il pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio in relazione all'esercizio delle sue funzioni, ovvero per realizzare un'altra mediazione illecita. Per far scattare il reato le relazioni con il pubblico ufficiale dovranno essere "esistenti" ed essere sfruttate "intenzionalmente". Inasprite anche le sanzioni che crescono nel minimo edittale destinato a passare da un anno di reclusione a un anno e sei mezzi. La pena massima resta fissata a quattro anni e sei mesi.
ITALIAOGGI.
Più garanzie per l'imputato nelle intercettazioni. È inutilizzabile la perizia sulle captazioni telefoniche e ambientali che fanno scattare la condanna a carico dell'imputato se il perito d'ufficio non ha consentito al consulente tecnico della difesa di partecipare alle operazioni di trascrizione delle conversazioni.
Più garanzie per l'imputato nelle intercettazioni. È inutilizzabile la perizia sulle captazioni telefoniche e ambientali che fanno scattare la condanna a carico dell'imputato. E ciò perché il perito d'ufficio non ha consentito al consulente tecnico della difesa di partecipare alle operazioni di trascrizione delle conversazioni. Si configura dunque la violazione dell'art. 230 Cpp perché il contraddittorio con il tecnico di parte deve essere garantito in tutte le fasi che caratterizzano la formazione della prova derivante da un'indagine tecnica o scientifica. Il tutto fin dal conferimento dall'incarico, attraverso la formulazione del quesito, fino alle operazioni peritali vere e proprie, cui il consulente di parte può contribuire con osservazioni e riserve. Così la Cassazione, VI sez. pen., con la sentenza 25593/23 del 14 giugno. Accolto il ricorso proposto dall'imputato di tentato omicidio e detenzione d'arma da fuoco. Trova ingresso, fra l'altro, la censura che denuncia la violazione dell'art. 29 Cpp sulla dichiarazione di utilizzabilità della perizia. Non solo il consulente d'ufficio svolge in splendida solitudine la trascrizione delle conversazioni, ma manda troppo tardi i risultati al perito di parte, che non può esercitare il controllo successivo: mancano meno di ventiquattro ore al termine di consegna della relazione al giudice. La legge processuale è violata perché l'esperto di fiducia dell'imputato non è posto in condizioni di assistere alle operazioni tecniche. Il diritto al contraddittorio, invece, deve essere assicurato anche nel confronto fra il consulente di parte e l'ausiliario del giudice: il primo può proporre indagini specifiche al secondo, che nella relazione deve dare atto delle osservazioni e delle riserve espresse dal collega. E il contraddittorio deve continuare attraverso l'ammissione dell'esame di perito e tecnici, cui segue l'acquisizione degli elaborati scritti ex art. 511, co. 3 cpp. Istruttoria da rifare anche perché la convivente dell'imputato, testimone decisiva, non è stata avvisata della facoltà di astenersi dal deporre, e parola al giudice del rinvio.
ILSOLE24ORE.
Patto stabilità Ue, 11 paesi chiedono rigore. Gentiloni, su terza rata Pnrr risposta entro fine meseI ministri dei Paesi firmatari chiedono più rigidità sul debito pubblico. Il commissario all'Economia fa appello all'unità. Il direttore esecutivo Gramegna: pronti a una revisione, ma prima deve entrare in vigore.
I ministri delle Finanze di 11 Paesi Ue, Germania in testa, hanno pubblicato sui giornali dell'alleanza paneuropea Lena un intervento sulla riforma del patto di stabilità. La tesi è che l'Unione non si può «permettere che i livelli di indebitamento crescano a oltranza da crisi a crisi». A detta dei ministri, «prima della pandemia la politica finanziaria in Europa, a volte, era troppo espansiva».
Firmano l'intervento Germania, Repubblica Ceca, Austria, Bulgaria, Danimarca, Croazia, Slovenia, Lituania, Lettonia, Estonia e Lussemburgo. Non compare l'Olanda, ma la ministra delle Finanze olandese ha precisato immediatamente che «è chiaro» che Germania e Paesi Bassi «condividono gli stessi obiettivi sulla riduzione del debito. Crediamo che ci debba essere spazio per riforme e investimenti, ma abbiamo scelto la nostra strada - ha detto - Tornare al vecchio patto di stabilità costituirebbe un fallimento, perché non funziona, non è efficace».
La richiesta dei firmatari è di introdurre «criteri quantitativi applicabili in tutti gli Stati membri» e avvertono che «adottando una maggiore focalizzazione sul medio termine non si può neanche arrivare a situazioni in cui le future sfide vengano utilizzate per ritardare o posporre quegli adeguamenti finanziari oggi necessari». I ministri ricordano poi che i trattati prevedono «un importante ruolo per gli Stati membri» nella sorveglianza finanziaria e «ciò dovrebbe essere mantenuto così com'è».
«Siamo pronti ad utilizzare appieno il potenziale del nuovo trattato ma questo potrà essere fatto solo una volta che il trattato sarà in vigore>. È il messaggio che il direttore esecutivo del Mes Pierre Gramegna riferisce di aver trasmesso al ministro dell'Economia italiano Giancarlo Giorgetti in merito alla mancata riforma del trattato rivisto da parte dell'Italia. «La revisione dello strumento del Mes è già in atto: stiamo già esplorando questa disponibilità siamo pronti e disposti a fare questo studio e ad usare il potenziale del nuovo trattato. Questo è il messaggio che abbiamo trasmesso».
E' «chiaro» che la Germania e l'Olanda «condividono gli stessi obiettivi sulla riduzione del debito. Crediamo che ci debba essere spazio per riforme e investimenti, ma abbiamo scelto la nostra strada. Vogliamo contribuire al processo: credo che si possano trovare modi per andare avanti che, in ultima analisi, portino ad un patto di stabilità riformato ed efficace. Tornare al vecchio patto di stabilità costituirebbe un fallimento, perché non funziona, non è efficace. La compliance è un vero problema: molti Paesi non lo rispettano».
LIVESICILIA.
Sicilia, la giunta al lavoro ma nessun tema politico sul tavolo.
La giunta regionale è tornata a riunirsi. Nessun tema politico legato al ritocco della squadra è stato affrontato nel corso di una riunione con ben 22 punti all'ordine del giorno.
Il nodo saliente riguarda la volontà di uniformare la procedura per il ripiano del disavanzo finanziario della Regione Siciliana alla normativa statale. La giunta Schifani ha infatti approvato la proposta di modifica di una delle norme di attuazione dello Statuto siciliano. In particolare, si chiede alla Commissione paritetica Stato-Regione di procedere con l'abrogazione dell'articolo 7 del decreto legislativo 158 del 2019, in "materia di armonizzazione dei sistemi contabili, dei conti giudiziali e dei controlli", visto che sullo stesso tema è intervenuto, nello scorso dicembre, il legislatore statale con un'identica norma. La palla (prima di approdare al vaglio della Commissione paritetica che la sottoporrà al Consiglio dei ministri) passa all'esame dell'Assemblea regionale siciliana.
E' stato inoltre dato il via libera alla proclamazione dello stato di calamità per danni all'agricoltura siciliana causati dai temporali che hanno scandito il mese appena trascorso, una proposta avanzata dall'assessore all'agricoltura Luca Sammartino. La Regione chiederà al ministero dell'Agricoltura e della sovranità alimentare una misura straordinaria per ristorare gli agricoltori e i produttori siciliani per i danni, "anche in considerazione del fatto che il fondo di solidarietà nazionale non copre quelli causati dal vento".
Le risorse programmate
Sotto la lente di ingrandimento della giunta sono finite le criticità connesse alle postazioni dirigenziali vacanti presso il Dipartimento regionale dell'acqua e dei rifiuti e presso il Dipartimento regionale dell'energia e la riclassificazione del sito presidenziale di Roma. Via libera alla programmazione delle risorse (del 2018 e del 2019) per il Fondo destinato alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare. Disco verde per il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Sicilia 2014/2020 e per la proposta di programmazione per il Fondo per le non autosufficienze annualità 2022/2024. La giunta ha inoltre approvato la proposta formulata dall'assessore Alessandro Apricò per gli aiuti relativi alla concessione di contributi a sostegno dell'attività degli autotrasportatori del trasporto di merci su gomma per l'attraversamento dello Stretto di Messina. La squadra di Renato Schifani tornerà ad aggiornarsi lunedì.