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rassegna stampa del 21 giugno 2023

LENTEPUBBLICA.

Codice comportamento dipendenti pubblici, attenzione a social e discriminazioni 

Dopo l'approvazione definitiva da parte del Consiglio dei ministri si può dare il via al nuovo codice di comportamento: ecco cosa devono attenzionare in particolare i dipendenti pubblici. Il testo ha avuto un iter un po' travagliato: dopo una prima approvazione nell'aula dei ministri lo scorso dicembre era stato successivamente rigettato da parte del Consiglio di Stato. I giudici amministrativi, tra le varie obiezioni, avevano espresso riserve in merito alle nuove regole di condotta dedicate rispettivamente all'utilizzo delle tecnologie informatiche e all'utilizzo dei mezzi di informazione e dei social media. Norme che, per il CdS, si caratterizzavano per una "indeterminatezza delle condotte sanzionabili, favorita anche dall'utilizzo di espressioni linguistiche, molte delle quali tratte dal linguaggio tecnico e lasciate prive di definizioni atte a esplicitarne il significato". Tuttavia, dopo l'Intesa in sede di Conferenza unificata e un nuovo parere positivo della Sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato, il Consiglio dei ministri ha approvato lo scorso 7 giugno, in esame definitivo, il nuovo Codice. Indice dei contenuti 1. Cosa contiene il codice di comportamento dei dipendenti pubblici appena aggiornato? 1.1. Divieto assoluto di discriminazione Cosa contiene il codice di comportamento dei dipendenti pubblici appena aggiornato? Il nuovo Codice adatta all'attuale contesto socio-lavorativo quello del 2013: l'approvazione di questo testo è particolarmente importante per il Governo, poiché consente di centrare con un mese di anticipo uno degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Divieto assoluto di discriminazione Il testo promuove il divieto di ogni forma di discriminazione legata alle "condizioni personali del dipendente", dall'orientamento sessuale al genere, passando per disabilità e differenze etniche e religiose. Da un lato, l'Amministrazione garantisce ad ogni dipendente il diritto alla tutela da qualsiasi atto o comportamento che produca un effetto pregiudizievole e discriminazioni di genere, anche in via indiretta. Dall'altro spetta ai dipendenti, nei rapporti interpersonali, contribuire alla promozione e al mantenimento di un ambiente e di una organizzazione del lavoro che siano ispirati e fondati su principi di correttezza, libertà, dignità ed uguaglianza. Utilizzo responsabile di strumenti informatici e social media Si introduce un richiamo all'utilizzo responsabile degli strumenti informatici, attraverso un corretto utilizzo di tecnologia, mezzi d'informazione e social media. Per quanto riguarda gli strumenti di proprietà dell'ente pubblico possono essere usati per incombenze personali, ma senza doversi allontanare dalla sede di servizio e purché l'attività sia contenuta in tempi ristretti e senza pregiudizio per i compiti istituzionali. Inoltre si vieta di diffondere e pubblicare, anche tramite social network, notizie ed informazioni di cui sia a conoscenza per ragione del proprio ufficio. Ugualmente, ci si deve astenere dal pubblicare dichiarazioni offensive nei confronti dell'amministrazione, dei colleghi e collaboratori. Anche le opinioni del dipendente nei semplici post social devono essere espresse a titolo personale e senza coinvolgere la Pa di appartenenza. Lo stesso vale per i messaggi di posta elettronica che, sia all'esterno che all'interno dell'ente, non potranno contenere frasi minacciose, oltraggiose o discriminatorie. 1.2. Utilizzo responsabile di strumenti informatici e social media 1.3. La responsabilità professionale dei dirigenti pubblici 1.4. Formazione e misurazione della performance 1.5. Rispetto dell'ambiente 2. Il commento del Ministro Paolo Zangrillo 3. Lo schema di decreto Questo perché chi lavora per la PA deve tutelarne immagine e reputazione anche attraverso il decoro nella gestione dei propri canali pubblici. La responsabilità professionale dei dirigenti pubblici Nel nuovo Codice, adottato in attuazione di quanto previsto dal decreto legge cosiddetto "PNRR 2" (d.l. n. 36/2022), si sottolinea anche il nuovo ruolo cruciale del dirigente pubblico. Questa figura, d'ora in poi, avrà la responsabilità diretta per la crescita professionale dei collaboratori: dovrà pertanto favorire le occasioni di formazione e le opportunità di sviluppo di tutte le posizioni organizzative. Ovviamente spetta anche al dirigente curare, compatibilmente con le risorse disponibili, il benessere organizzativo nelle proprie sedi, favorendo l'instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori. Formazione e misurazione della performance Inoltre si pone attenzione al testo all'espressa previsione della misurazione della performance dei dipendenti anche sulla base del raggiungimento dei risultati e del loro comportamento organizzativo. Una misurazione che passa anche da un altro tassello fondamentale: quello di garantire al personale della PA continue opportunità di formazione e crescita professionale e umana, da cui emerge la valorizzazione anche delle cosiddette soft skills (capacità relazionali e comportamentali).


ITALIAOGGI.

Assunzioni nella PA riservate ai giovani.  Le p.a. potranno assumere, nel limite del 10%, e fino al 31/12/2026, giovani laureati con contratto di apprendistato o studenti di età inferiore a 24 anni con contratto di formazione e lavoro, da inquadrare nell'area funzionari.

Le p.a. potranno assumere, nel limite del 10%, e fino al 31/12/2026, giovani laureati con contratto di apprendistato o studenti di età inferiore a 24 anni con contratto di formazione e lavoro, da inquadrare nell'area funzionari. Cancellazione della parola razza dagli atti della pubblica amministrazione e possibilità per i forestali di usare lo spray al peperoncino contro gli orsi. Agli enti territoriali a possibilità di assumere a tempo indeterminato chi negli ultimi otto anni è stato impiegato con contratti a tempo. Con 103 voti favorevoli, 72 contrari e un'astensione, il Senato ha rinnovato ieri la fiducia al Governo approvando definitivamente il ddl n. 747 di conversione, con modificazioni, del decreto legge n. 44, per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche. "Con questo provvedimento rispondiamo in modo concreto alle esigenze delle nostre amministrazioni per offrire servizi di qualità a cittadini e imprese ed essere pronti ad affrontare le sfide che ci attendono. Un intervento serio, con disposizioni precise e puntuali che facilitano i concorsi, ne chiariscono le regole che potenziano e aumentano l'efficacia della pubblica amministrazione", ha commentato il ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. Il testo contiene come detto un rafforzamento degli organici della p.a. nelle sue diverse articolazioni centrali e territoriali, con particolare riguardo alle strutture e agli uffici preposti all'attuazione del Pnrr, la possibilità per le amministrazioni che sono qualificate come "soggetti attuatori" del Pnrr di conferire a personale esterno incarichi dirigenziali oltre i limiti previsti, disposizioni in materia di concorsi per il reclutamento di personale, facoltà alle Regioni, senza aggravio di spesa, di applicare la disciplina statale in materia di uffici di diretta collaborazione. Ma anche misure urgenti per l'attuazione del grande progetto Pompei e una riserva di posti pari al 15 per cento nelle assunzioni di personale non dirigenziale ai volontari che hanno concluso il servizio civile universale. La parte maggiormente discussa del provvedimento è stata quella relativa ai controlli. Il dl convertito prevede una serie di misure a partire dall'eliminazione del cosiddetto "controllo concomitante" della Corte dei conti sui progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano complementare. Ma anche la proroga di un anno, dal 30 giugno 2023 al 30 giugno 2024, dello "scudo erariale" che esclude il danno erariale per i pubblici funzionari o per chi gestisce denaro pubblico in caso di colpa grave. Queste due misure, contestate dall'opposizione ma anche dall'Associazione dei magistrati contabili, sono state inserite nel corso dell'esame di Montecitorio. La proroga di un anno dello "scudo erariale" limita la responsabilità erariale di amministratori, dipendenti pubblici e privati cui è affidata la gestione di pubbliche risorse ai danni causati dalle condotte poste in essere con dolo, escludendo quindi ogni responsabilità per colpa grave. La misura, già in vigore fino al 30 giugno 2023, è stata introdotta durante la pandemia dal governo Conte II e prorogata dal governo Draghi con l'obiettivo di ridurre il fenomeno della "paura di firma". Con l'approvazione definitiva del decreto p.a. avvenuta ieri essa viene prorogata fino al 30 giugno 2024.


ITALIAOGGI.

Pnrr, Fitto: non siamo in una situazione drammatica. Il ministro per il PNRR, coesione territoriale e politiche europee: è chiaro che c'è un problema di come riuscire a spendere i soldi ma anche di come li spendiamo.

"È chiaro che c'è un problema di come riuscire a spendere i soldi ma anche di come li spendiamo. Mi sembra che sia importante prendere atto di un fatto che è quello relativo all'approvazione del PNRR prima dell'invasione dell'Ucraina, ci troviamo dunque davanti a uno scenario profondamente mutato". Così il ministro per il PNRR, coesione territoriale e politiche europee Raffaele Fitto durante il dibattito a EY ItalyOutlook 2023.
"Dobbiamo immaginare le scelte che vengono fatte per rendere le risorse efficaci, se noi parliamo ogni giorno male del PNRR accendendo il ritardo sulla spesa dei fondi facciamo un male a questo Paese. Nella relazione semestrale abbiamo svolto una serie di comparazioni tra gli altri paesi, l'Italia non è paragonabile ai progetti del PNRR degli altri questo bisogna dirlo. Non siamo in una situazione nella quale si può parlare di un ritardo, qual il termine? Fine agosto. Non mi sembra allora che siamo in una situazione drammatica come si dice spesso nei vari dibattiti, fare velocemente vuol dire anche avere elementi di approfondimento dettagliato", ha aggiunto il ministro. "Noi abbiamo dall'inizio immaginato una visione unica. Nell'arco della distribuzione della scelta delle deleghe la presidente Meloni ha voluto mettere insieme le due forze di coesione e Pnrr, lo ha fatto per evitare il corto circuito che poteva essere causato nel contrasto di queste due - continua Fitto - il RepowerEU avrà delle caratteristiche molto rilevanti. Il governo ha voluto mettere insieme tutte le società dell'energia per arrivare a una indipendenza energetica, lo facciamo anche guardando a un contesto internazionale che porta l'Italia per condizioni naturali al centro della questione; anche attraverso la realizzazione del piano Mattei con un accordo insieme ai paesi del Nord Africa". Fitto sostiene che "dei 35 miliardi ne abbiamo spesi 21 per andare incontro a famiglie e imprese nella nostra prima manovra di bilancio. Il confronto con la commissione europea che stiamo portando avanti è positivo, poi ovviamente capita che ci siano delle incomprensioni ma credo sia normale. Noi vorremmo mettere in campo anche una serie di collaborazioni tra pubblico e privato, dobbiamo creare le condizioni per rendere attrattivo il nostro paese. Il mezzogiorno d'Italia può essere strategico per questo, l'agenda 21-27 va in questa direzione". "Basta collocare tutto nella tempistica giusta, io penso che le contrapposizioni siano un errore. Il PNRR non è una sfida del governo Meloni ma dell'intero paese e tutte le forze in campo sono parte integrante di questo progetto. Le criticità della Corte dei conti non erano nei confronti di questo governo, leggere su molti quotidiani che le raccomandazioni della commissione europea sul PNRR erano un modo per criticare il governo credo sia errato". Era un generico riferimento al miglioramento della spesa, le comparazioni vengono sempre richiamate ma poi mai verificate, le stesse raccomandazioni sono state fatte per tutti gli altri paesi dell'Unione europea" conclude Fitto "oggi sarò alla camera dei deputati per aprire alle mozioni parlamentari. Mi auguro ne esca un confronto costruttivo, dobbiamo in continuità raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati per l'approvazione di questo piano".


ITALIAOGGI.
Dl Pa, il governo ottiene fiducia al Senato con 103 sìIl provvedimento diventa legge. Abolito il controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr. Proroga di un anno, al 30 giugno 2024, dello 'scudo erariale' che esclude il danno erariale per i pubblici funzionari o per chi gestisce denaro pubblico che agiscono con colpa grave.

Il governo incassa la fiducia al Senato sulla conversione in legge del decreto Pa senza modifiche rispetto al testo approvato alla Camera dei Deputati con 103 voti favorevoli, 72 voti contrari e un astenuto. Il provvedimento diventa legge. Il decreto per il rafforzamento della Pubblica amministrazione contiene, tra l'altro, l'abolizione del controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr e la proroga di un anno, al 30 giugno 2024, dello 'scudo erariale' che esclude il danno erariale per i pubblici funzionari o per chi gestisce denaro pubblico che agiscono con colpa grave. Resta in caso di dolo. Le altre misure del decreto comprendono, tra l'altro, il rafforzamento degli organici della P.A. nelle sue diverse articolazioni centrali e territoriali, con particolare riguardo alle strutture e agli uffici preposti all'attuazione del Pnrr, la possibilità per le amministrazioni che sono qualificate come 'soggetti attuatori' del Pnrr di conferire a personale esterno incarichi dirigenziali oltre i limiti previsti, disposizioni in materia di concorsi per il reclutamento di personale.


FOCUS SICILIA.

Codice degli appalti, la Regione vara il decreto per recepire le novità in Sicilia.Il decreto, modifica la legge regionale 12/2011 per recepire la norma nazionale, il decreto legislativo 36/2023, che a sua volta modifica il Codice e sarà efficace dal primo luglio anche in Sicilia. Novità principale il raddoppio da 15 a 30 milioni del costo di gara soggetto al controllo della ex Urega.

Una modifica alla legge regionale 12/2011 per recepire la norma nazionale, il decreto legislativo 36/2023, che modifica a sua volta il Codice appalti e che sarà efficace dal primo luglio anche in Sicilia. Il disegno di legge, predisposto dalla giunta regionale, sarà inviato domani alla presidenza dell'Ars, per passare poi al vaglio della quarta Commissione e dell'Aula. All'interno, secondo quanto anticipato dall'assessorato alle Infrastrutture, guidato dall'assessore Alessandro Aricò, introduce una Centrale di committenza unica regionale, articolata in una dedicata a beni e servizi sotto il controllo dell'assessorato dell'Economia, e in una per gli appalti di lavori pubblici e di servizi di ingegneria e architettura - ex Urega - incardinata presso il dipartimento regionale Tecnico dell'assessorato delle Infrastrutture.
Il nuovo disegno di legge ha l'intento di "snellire molto le procedure e di ridurre i tempi di approvazione", spiega la Regione. Uniformandosi alla nuova normativa nazionale, prevede l'abrogazione del parere tecnico contenuto nell'articolo 5 comma 3 della legge regionale 12/2011, garantendo così l'allineamento al Nuovo codice degli appalti. Ma la vera novità riguarda la Commissione lavori pubblici (ex Urega), in cui arriveranno adesso soltanto i progetti con importo superiore a 30 milioni di euro, a fronte dei 15 attuali, consentendo a circa l'80 per cento dei progetti di andare direttamente in Conferenza dei servizi indetta dal Rup. Le modifiche, fortemente contestate dai sindacati per il "rischio infiltrazioni mafiose", secondo la Regione "garantirà un dimezzamento dei tempi per l'acquisizione dei pareri sui due livelli di progettazione previsti dal nuovo Codice". "Si tratta di un'importante norma di riforma - dice l'assessore Aricò - che recepisce il Nuovo codice dei contratti pubblici. Nei prossimi anni saremo chiamati a gestire importanti risorse economiche, provenienti dal Pnrr e dalla Programmazione europea 2021-2027, che consentiranno di cambiare il volto infrastrutturale della Sicilia. In quest'ottica era determinante garantire un quadro normativo chiaro. Ricorrendo all'autonomia statutaria abbiamo predisposto un testo che recepisce quello nazionale, ma introduce anche alcune norme migliorative, puntando soprattutto sulla semplificazione delle procedure".


FOCUS SICILIA.

Appalti e pagamenti della Regione, Ance Sicilia promuove il governo Schifani.I costruttori edili approvano i provvedimenti del governo, sul nuovo codice e sul riaccertamento dei fondi extraregionali 2022. Sul tavolo centinaia di milioni per le imprese.

Apprezzamento per l'avvio dell'iter di recepimento del nuovo Codice nazionale degli appalti, che entrerà in vigore in tutta Italia il prossimo 1 luglio. E anche per la verifica del riaccertamento dei residui del 2022 dei fondi regionali, "che si è già tradotto in pagamenti alle imprese". Ance Sicilia promuove il governo regionale su due fronti. Per quanto riguarda il nuovo codice, l'associazione dei costruttori edili si dice soddisfatta del lavoro del governatore Renato Schifani, dell'assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, e dell'intera Giunta regionale. "Adesso bisogna correre perché mancano dieci giorni alla scadenza, entro i quali occorre avviare la necessaria consultazione con le parti sociali e completare il percorso con l'approvazione della legge all'Ars", ricorda il presidente dell'Ance Sicilia, Santo Cutrone. Senza questa legge, aggiunge il numero uno dei costruttori siciliani, "si creerebbe un vuoto normativo nell'Isola, che non consentirebbe alle stazioni appaltanti di sapere quale norma applicare per bandire le gare d'appalto: infatti, la norma regionale viene abrogata da quella nazionale, che ancora non è stata recepita in Sicilia".
Il riaccertamento dei fondi 2022
Ance Sicilia promuove Schifani e l'assessore regionale all'Economia, Marco Falcone, anche sul fronte del riaccertamento dei residui 2022 dei fondi extraregionali, sottolineando "il contributo degli uffici e la digitalizzazione delle procedure". La procedura mette sul tavolo 422 milioni di euro, "a favore di imprese e fornitori. L'intera verifica dovrebbe essere completata entro fine mese, con circa cinque mesi prima di quanto accaduto negli anni passati. "È un segnale di attenzione verso le imprese edili che, sebbene colpite dalla crisi e fortemente esposte con le banche, hanno garantito la prosecuzione dei cantieri pur non ricevendo soldi per parecchio tempo, nell'interesse generale dei cittadini e dell'economia", dice Cutrone. "Adesso auspichiamo che si arrivi ad un regime di puntualità standardizzata dei pagamenti, attraverso l'approvazione del prossimo Bilancio regionale entro fine anno, così come prevede la legge, affinchè le risorse dovute possano essere erogate al sistema produttivo sin da gennaio 2024", conclude il presidente dei costruttori siciliani.



QDS.

Bilanci in rosso, liquidazioni infinite, migliaia di dipendenti: gli enti regionali ai raggi X.

Pochi giorni fa, il governatore Schifani ha annunciato la liquidazione di dieci Aziende del turismo. Ecco il quadro delle società finanziate anche dalla Regione
L'ultima fotografia degli enti e delle società partecipate della Regione siciliana pubblicata sul sito istituzionale è di ottobre 2021. E la notizia dei giorni scorsi - relativa alla liquidazione di dieci Aziende autonome di soggiorno e turismo - è la prima sostanziale novità degli ultimi tre anni. Il carrozzone sta sempre lì, elefantiaco e onerosissimo: 163 enti, società o organismi in cui la Regione è proprietaria o ha delle quote. Un terzo di questi sono in liquidazione: 53 enti inoperosi, inutili, ma per cui si continuano a pagare liquidatori e consigli di sorveglianza, per un totale di 372mila euro all'anno, al netto dei collegi sindacali.
Nei casi peggiori l'iter va avanti da 24 anni, come per l'Ente siciliano per la promozione industriale o l'Ente minerario siciliano, entrambi dal 1999 in liquidazione, quando governatore era Angelo Capodicasa e non esisteva l'elezione diretta del presidente della Regione. In mezzo di presidenti ce ne sono stati sei, ma la liquidazione non è finita. Le cifre impietose stanno nel dossier redatto ormai due anni fa dal deputato del Movimento 5 stelle Luigi Sunseri e nella relazione della Corte dei Conti del dicembre scorso sul rendiconto 2020 della Regione siciliana.
La Corte dei Conti: "Dinamiche di salvataggio a tutti i costi"
A fronte dell'andamento negativo di molte società partecipate in attività, la Corte dei Conti a dicembre sottolineava che "ancora non risultano attuati sufficienti meccanismi affinché la Regione possa interfacciarsi adeguatamente con le proprie società partecipate, nonché iniziative volte a biasimare nel concreto le eventuali performance di queste ultime, circostanza che si verifica obiettivamente quando la partecipata esibisce un reiterato risultato di esercizio negativo, al quale non restano estranee le strategie adottate nel concreto dai vertici della società partecipata. Al contrario - continuavano i magistrati contabili - la disamina ha intercettato visuali che appaiono collegabili alle dinamiche del "salvataggio a tutti i costi", all'unisono stigmatizzate dalla giurisdizione contabile".
Le società a partecipazione diretta e indiretta
Sono 13 le società a partecipazione diretta da parte della Regione: Airgest, in passivo costantemente dal 2017 al 2020, passando da -1,7 milioni a - 4,6 del 2020; l'Ast, su cui si sono concentrate le attenzioni della magistratura e la cui fragilità economica è stata tra i motivi che hanno portato Renato Schifani a cambiarne i vertici; Interporti spa: per tre anni in passivo, col record negativo di 1 milione nel 2019, poi nel 2020 si è registrato un attivo di 100mila euro; il Maas di Catania, che nel 2019 era in perdita di 1,2 milioni e nel 2020 ha segnato un attivo di 1.600 euro; il Parco tecnologico scientifico, in perdita costante dal 2017; Riscossione Sicilia, che nel 2020 segnava un passivo di 23 milioni di euro ed è stata sostituita nella sua attività dall'Agenzia delle Entrate; Sicilia Digitale:  passivo di 1,4 milioni nel 2020; in migliore salite Irfis Sicilia; Sas; Seus 118; Siciliacque; Consorzio di ricerca Navtec; Consorzio di ricerca Agrobiopesca.
Cinque le società indirette attive: Ast Aeroservizi, Jonica Trasporti, Trapani Air Fueling Service s.r.l, che si occupa del Rifornimento aeromobili all'aeroporto Trapani; la Smia spa, che si occupa di pubbliche relazioni e comunicazione; la Conit srl, che si occupa di riscossione di tributi locali.
Solo per fare un esempio, la Corte dei conti sottolinea come la Regione abbia ricapitalizzato più volte società in costante perdita come la Airgest, che gestisce l'aeroporto di Trapani, e il Parco Scientifico Tecnologico scpa.  Per quanto riguarda Airgest, i magistrati contabili sottolineano che "le articolate riflessioni consegnate per collocare le operazioni di ricapitalizzazione di Airgest Spa in un perimetro di correttezza non convincono, anche se osservate sotto il versante della necessità socio-economica emergente dalla pandemia da Covid-19. Infatti, il tessuto socio-economico di riferimento è stato percosso dall'emergenza pandemica a partire dal febbraio 2020, quando i risultati di esercizio negativi della società sono emersi già nel 2017 (€ -1.753.218,00) peggiorati nel 2018 (€ -5.148.001,00) e confermati nel 2019 per - € 4.294.788,00". Insomma, secondo la Corte contabile "tali dati sono significativi, nel minimo, di una tendenza all'incapacità di salvaguardare i fondamentali valori aziendali della società".
Quasi settemila dipendenti
Queste società contavano nel 2020 in totale 6.802 dipendenti (erano 7.017 nel 2018), esclusi gli interinali, di cui oltre il 70 per cento concentrati in Sas (1.768) e in Seus (3.105). Che fare? Il 31 dicembre 2020, la giunta regionale allora guidata da Nello Musumeci aveva tracciato una road map: cedere a titolo oneroso delle quote di Ast (100 per cento), Jonica Trasporti (51 per cento), Consorzio di Ricerca per l'innovazione tecnologica (7,2 per ento), Consorzio di Ricerca per l'innovazione tecnologica, Sicilia Agrobio e pesca ecocompatibile scarl (9,33 per cento); unire Resais e SAS, per creare sinergie amministrative ed organizzative con un amministratore unico; la concentrazione societaria tra Sicilia Digitale, Parco Scientifico e Tecnologico e Società degli Interporti Siciliani. Ma finora nessuna di queste azioni è stata portata a termine.
Enti e società in liquidazione
Sei società e 47 enti in liquidazione, tra cui le dieci Aziende per il turismo liquidate nei giorni scorsi dalla giunta regionale. Non chiuderli definitivamente costa ai siciliani 372mila euro all'anno.
L'elenco delle società: Biosphera Spa, in liquidazione dal 2012, che si occupava di gestione dei servizi pubblici, manutenzione e conservazione delle aree naturali protette; il liquidatore Luca Pedullà riceve 12mila euro annui. La INFORAC srl, impegnata in ricerca e sviluppo sperimentale nel campo della scienze naturali e dell'ingegneria. I due liquidatori Baldassarre Quartararo e Nicola Ribolla costano 40mila euro all'anno. Le Terme di Sciacca e le Terme di Acireale sono in liquidazione dal 2010. Il liquidatore a Sciacca è da sempre Carlo Domenico Turriciano, che riceve 32mila euro annui. Recentemente è stato nominato commissario straordinario anche all'Esa, l'ente di sviluppo agricolo. Alle Terme di Acireale lavora un trio di liquidatori: Alessia Trombino (ex segretaria di Nello Musumeci), Antonino Oliva e Francesco Petralia per un totale di 39mila euro annui. Alla Sicilia Patrimonio Immobiliare , al centro della tormentata storia del censimento degli immobili regionali,  il costo annuo del liquidatore liquidatore Fabrizio Escheri e del consiglio di sorveglianza (formato dall'ex vicesindaco di Catania Roberto Bonaccorsi,  da Maria Assunta Cattuto, Alberto De Gregorio, e dal revisore legale Vito Branca) è complessivamente di 103mila euro. Infine la Stretto di Messina spa (di cui la Regione siciliana detiene il 2,58 per cento delle quote) è stata recentemente resuscitata dal governo Meloni, il costo dei commissari liquidatori per dieci anni è stato di 120mila euro l'anno.
Le promesse del governo Schifani
Ora anche il governo Schifani, come i suoi predecessori, ha promesso di tagliare i rami secchi. «Le Aziende, in liquidazione da anni e di cui abbiamo finalmente chiuso i bilanci - ha spiegato  l'assessore all'Economia Marco Falcone - rientrano nella prima tranche di soppressioni di enti fantasma della Regione. Seguiranno nelle prossime settimane le altre Aziende per il soggiorno e il turismo e diversi altri enti inutili che appesantiscono la Regione da vent'anni e oltre. Ora ci sarà un ultimo passaggio in Assemblea regionale per poi decretare il definitivo taglio di questi rami secchi dell'amministrazione regionale, nel rispetto di leggi parecchio risalenti a cui, oggi stiamo finalmente dando attuazione».


QDS.

Lavoro, Calderone: "Segnali positivi, cresce soprattutto tempo indeterminato". 

"Abbiamo una situazione occupazionale generale che mi porta a dire che stiamo crescendo", ha detto il ministro
"Per me ci sono dei segnali positivi, rispetto a quello che potevano essere i dati dello scorso anno, in questo momento abbiamo una situazione occupazionale generale che mi porta a dire che stiamo crescendo, che stanno soprattutto crescendo i contratti a tempo indeterminato". Lo afferma il ministro del Lavoro, Marina Calderone, intervenendo all'evento del Messaggero.
"Quindi vuol dire che tutto quello che viene invece raccontato sul tema della precarietà non necessariamente si può valutare in una accezione generale", ha aggiunto il ministro nel suo intervento.


CANICATTIWEB.

Welfare, cresce in Sicilia l'indice di invecchiamento della popolazione. 

In Sicilia l'indice di vecchiaia nel 2022 era del 167,6 per cento, aumentato di oltre il 50 rispetto al 2004 quando era il 104,8 per cento e con una tendenza alla crescita che nel 2030 potrebbe raggiungere il 206 per cento. La popolazione over 65 è il 22,6 per cento, mentre continua a calare il tasso di natalità, era il 10 nel 2004, è il 7,7 oggi. La popolazione siciliana dunque invecchia ma i servizi sanitari e socio-assistenziali e quindi la qualità della vita non sono adeguati. Sono alcuni dei dati emersi durante l'incontro "Anziani e welfare in Sicilia, quale futuro", organizzato dalla Fnp Cisl Sicilia, che ha messo in evidenza come nell'Isola aumenta l'indice di dipendenza strutturale (numero di individui in età non lavorativa ogni 100 in età lavorativa) che ha raggiunto il 56,3 per cento (nel 2004 era 51,7). Ad aprire l'incontro è stata la segretaria generale Fnp Cisl Sicilia Rosaria Aquilone. "Non c'è dubbio - ha spiegato - che l'indice disinvecchiamento della popolazione, le crescenti esigenze sanitarie e socio-assistenziali delle famiglie non trovano risposta nei servizi pubblici esistenti. Serve allora una vera integrazione socio-sanitaria territoriale che parta da un modello organizzativo a rete, l'unificazione delle competenze sanitarie e sociali, il rafforzamento dell'offerta territoriale di servizi assistenziali domiciliari, la realizzazione della continuità assistenziale e la trasparenza dell'incontro tra domanda e offerta nel lavoro di cura nella domiciliarità, consolidamento e rafforzamento dell'organizzazione distrettuale dei servizi sanitari. Del resto ciò che serve è la volontà di agire, perche gli strumenti a disposizione per la realizzazione di un nuovo welfare di prossimità, come dotazioni finanziarie (fondi nazionali e PNRR) e risorse sociali, ci sono". Secondo il piano di riforma della sanità che introduce due strutture che attualmente non esistono come le case di comunità e gli ospedali di comunità, strutture intermedie fra l'assistenza domiciliare e quella ospedaliera, mancano all'appello in tutta l'Isola circa 4.134 infermieri, 5110 medici di medicina generale, e 1532 amministrativi tecnico sanitari e 130 coordinatori. "Le politiche regionali devono essere sostenute da una visione di welfare inclusivo che non è mai zavorra per la collettività ma elemento di sostegno allo sviluppo" ha affermato il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio che ha sottolineato come la Cisl consideri strategico costruire "un sistema di welfare universale, solidale, inclusivo e sussidiario, che abbia particolare attenzione alle situazioni di maggiore fragilità: dalle famiglie in condizioni di povertà ai minori ai giovani agli anziani, ai disabili e non autosufficienti e ai malati cronici". Per il leader della Cisl Sicilia, "l'attuale sistema si presenta invece frammentato e disomogeneo, inadeguato ad affrontare gli effetti dell'emergenza sociale e garantire i livelli essenziali delle prestazioni a tutti i cittadini siciliani". "Sicuramente in fase prioritaria, vanno sbloccate le assunzioni sia in ambito sanitario sia in ambito di amministrazione regionale e territoriale - ha aggiunto Cappuccio - perché senza personale non possono essere realizzati né l'assistenza socio sanitaria di prossimità né gli interventi previsti dal Pnrr, per i quali è indispensabile avere una macchina amministrativa efficiente. Occorre dunque che il governo Schifani si attivi per una ridefinizione degli accordi Stato - Regione". "E - ha rimarcato il segretario della Cisl siciliana - è necessario che l'esecutivo Schifani anche su questo tema si confronti con le parti sociali, perché solo dalla concertazione e dalla partecipazione è possibile attuare un modello di sviluppo più equo e sostenibile". Ad intervenire anche l'assessore regionale della Famiglia e delle Politiche sociali e del Lavoro Nuccia Albano, Luciano Marino componente direttivo Anci Sicilia e a concludere il segretario generale Fnp Cisl nazionale Emilio Didonè. "Per migliorare i sevizi sociali e il sistema sanitario nazionale - ha affermato il segretario nazionale - servono piu fondi ma anche e soprattutto una seria programmazione e riorganizzazione del personale e delle strutture. Tra liste di attesa, servizi non rispondenti alle esigenze dei cittadini, crescono anche nel nostro Paese la rinuncia alle cure e le disuguaglianze sociali. La sanità, il welfare sono ormai in codice rosso, la povertà soprattutto fra gli anziani cresce, così come la solitudine, e questi sono tutti campanelli di allarme. Ecco perché riteniamo che la politica debba prendere in mano la situazione e affrontare seriamente il tema del potenziamento dei servizi sanitari, sociali e del welfare, tutto questo deve diventare priorità assoluta. Questo governo - conclude Didoné - eredita 20 anni di cose non fatte, basterebbe ripartire da queste e recuperare vent'anni di evasione fiscale affinché possa essere potenziato il nostro welfare, il personale medico e infermieristico venga meglio retribuito e affinché finalmente possa migliorare la qualità della vita dei nostri anziani e dei fragili. Serve fare tutto questo subito, abbiamo di recente scoperto che in Italia gli stipendi e le pensioni sono fra i piu bassi d'Europa, bisogna invertire questa tendenza e bisogna farlo anche per ridare fiducia ai nostri giovani". Oggi a Palermo l'incontro organizzato dalla Fnp Cisl Sicilia.


TELEACRAS.

Strada San Biagio Platani-Alessandria della Rocca: al via i lavori.

Finalmente grazie ai finanziamenti per le aree interne si avviano i lavori di manutenzione della provinciale 19, San Biagio Platani- Alessandria della Rocca.
Ne ha dato notizia il sindaco di San Biagio Platani, Salvatore Di Bennardo.
"Si lavora sempre per la nostra comunità - continua il primo cittadino - affinché diminuiscano i disagi per chi la percorre giornalmente. Ringrazio l'ingegnere Michelangelo Di Carlo del Libero Consorzio Comunale di Agrigento per la solerzia avuta".










































































































































































































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