MESSINATODAY.
L'Ars proroga le ex Province, alla guida soltanto dirigenti regionaliE' quanto previsto dall'emendamento al ddl sulla proroga degli incarichi ai commissari dei Liberi consorzi dei Comuni.
Soltanto i dirigenti regionali in servizio potranno ricoprire il ruolo di commissari straordinari delle ex Province, in attesa che si legiferi sul tema. E' quanto previsto dall'emendamento al ddl sulla proroga degli incarichi ai commissari dei Liberi consorzi dei Comuni presentato all'Ars dal deputato Pd Dario Safina e approvato a scrutinio segreto con 30 voti favorevoli e 25 contrari, mandando sotto la maggioranza di centrodestra.
"C'è un parere dell'ufficio legale legislativo - ha spiegato Safina - che nell'ultima tornata di nomina dei commissari ha chiarito che commissari possono essere nominati solo i dirigenti regionali. Poiché la giunta di governo su questo però non si è adeguata il senso del mio emendamento è stato quello di evitare ulteriori nomine illegittime".
Il prolungamento del commissariamento, che ha incassato nelle scorse ore il parere favorevole dell'Aula, eviterà di indire elezioni di secondo livello, (ad eleggere i vertici dei Liberi Consorzi avrebbero dovuto essere i consiglieri comunali) sempre annunciate ma mai effettuate.
In seguito l'Ars ha iniziato in aula la votazione degli articoli della manovrina. La prima norma approvata è quella che assegna le risorse ai lavoratori forestali. "Il via libera alla norma che assegna ben 74 milioni per i lavoratori e il settore della Forestazione - dice l'assessore all'Economia Marco Falcone, dopo l'approvazione della norma sul settore Forestazione prevista nella manovra in discussione all'Ars - è un fondamentale obiettivo raggiunto dal Governo Schifani e dall'Ars nell'ambito del dibattito sul Collegato. Per la prima volta la Regione fronteggia le esigenze del comparto attingendo interamente e solamente alle proprie risorse di bilancio, nel complesso fra la Finanziaria e la misura odierna ben 250 milioni di euro. Sono queste le risposte, in termini di fondi e di intervento strategici per la Sicilia, che intendiamo assicurare ai cittadini".
Così il capogruppo del M5S all'Ars, Antonio De Luca, in relazione al disegno di legge che proroga i commissari dei liberi Consorzi e delle città metropolitane. "Non vogliano essere complici dell'approvazione di una norma che sarà certamente impugnata. Chi la sosterrà se ne assumerà la responsabilità. Le norme sgangherate - dice Antonio De Luca - sembrano essere ormai il marchio di fabbrica del governo Schifani, come dimostra il record di impugnative collezionate da questo esecutivo in pochissimi mesi. E meno male che il presidente dell'Ars Galvagno, un mese fa, aveva affermato che difficilmente la sua presidenza si sarebbe assunta altri rischi su norme che potevano essere impugnate".
"Finora, comunque - ha detto Antonio De Luca in aula, riferendosi alla gestione delle ex Province - il governo regionale non sembra aver nominato commissari straordinari, ma commissari liquidatori, visto che questi enti sono stati abbandonati e ora risultano disastrati sotto ogni punto di vista. Se sono rimasti in piedi è solo grazie alle risorse finanziarie fatte arrivare dal governo Conte".
Questo un passaggio dell'intervento del deputato Pd all'Ars, Antonello Cracolici: "Questo governo da cinque mesi si tiene in piedi con annunci di rimpasto. Si vive alla giornata e l'attività amministrativa è caratterizzata dal galleggiamento, con il Parlamento che è inoltre paralizzato: così si va a sbattere. Il presidente della Regione non si fida di nessuno dei suoi assessori e c'è un commissariamento permanente di questi - ha aggiunto -, cosa che il governatore non può fare". Secondo Cracolici "c'è una crisi politica del governo, che va affrontata se si vogliono affrontare - ancora il deputato dem - i problemi dei siciliani".
Critiche anche sul ddl Collegato: "Siamo davanti a una marmellata, senza visione né disegno. Questo governo è al capolinea - ha concluso -. O c'è una svolta da parte da chi lo presiede, oppure ci apprestiamo a vivere una lunga agonia che non sappiamo quando finirà".
LIVESICILIA.
Pacco sospetto sotto casa di Schifani: gli artificieri lo hanno fatto brillare.
Trovato un pacco sospetto in via La Farina a Palermo davanti all'abitazione del Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani. A lanciare l'allarme sono stati gli uomini della scorta del Governatore, di ritorno dai funerali dell'ex premier Silvio Berlusconi, la scorsa settimana. Ma la notizia si è appresa solo oggi.
Sul posto - ricostruisce l'agenzia l'Adnkronos - si sono recati gli agenti della Polizia Scientifica e gli artificieri che hanno fatto brillare il pacco, totalmente sigillato con lo scotch da imballaggio. Un lavoro manuale fatto con perizia.
Galvagno: "L'episodio fortifica l'azione del governo"
A distanza di una settimana, arriva la solidarietà al governatore. Per il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno questi episodi "possono solamente fortificare e incoraggiare l'azione politico-amministrativa non solo del presidente della Regione, ma dell'intera classe politica siciliana".
Aricò: "Fatto inquietante, sia fatta chiarezza il prima possibile"
"La presunta simulazione di un pacco bomba sarebbe un episodio inquietante sul quale auspico sia fatta chiarezza prima possibile", aggiunge l'assessore regionale ai Trasporti Alessandro Aricò.
Cuffaro (Dc): "La Sicilia e i siciliani hanno bisogno del suo impegno"
Il segretario nazionale della Dc, Totò Cuffaro, ha espresso "a nome di tutta la Dc piena solidarietà al presidente Renato Schifani, per l'atto intimidatorio subito la scorsa settimana e del quale si apprende soltanto oggi. Nel condannare fermamente quanto avvenuto, incoraggiamo il Presidente a continuare il suo lavoro, la Sicilia ed i siciliani hanno bisogno del suo impegno così come ha fatto fino ad adesso".
Il gruppo all'Ars di FdI: "Sia fatta chiarezza prima possibile"
"Auspichiamo che sia fatta prima possibile chiarezza sulla presunta simulazione di un pacco bomba sotto l'abitazione del presidente della Regione. Si tratterebbe di un atto inquietante, tuttavia siamo certi ben conoscendolo che Renato Schifani non si farebbe intimidire e gli manifestiamo la nostra piena solidarietà". Lo affermano i deputati del gruppo all'Ars di Fratelli d'Italia commentando il ritrovamento di un pacco sospetto che poi si è dimostrato contenere decine di bottiglie di plastica schiacciate e imballate con lo scotch, appunto come se si volesse simulare un pacco bomba.
Lega: "Solidarietà e vicinanza a Schifani per pacco sospetto"
"Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, per il possibile e, in questo caso, vile atto intimidatorio nei suoi confronti. Se dagli inquirenti sarà accertato che si tratta di un avvertimento nei confronti del presidente, siamo di fronte a un fatto inaccettabile che auspichiamo non si ripeta più. Siamo sicuri e confidiamo nel lavoro delle Forze dell'Ordine per far chiarezza quanto prima sull'accaduto ed, eventualmente, assicurare i responsabili alla giustizia". Così in una nota i parlamentari messinesi della Lega Nino Germanà, vicepresidente del Gruppo al Senato, e Pippo Laccoto, presidente della commissione Sanità all'Ars.
Popolari e Autonomisti: "Solidarietà al Governatore"
"Nell'esprimere piena solidarietà al governatore Renato Schifani per l'atto intimidatorio subito la settimana scorsa, lo invitiamo a proseguire il suo lavoro per il bene della Sicilia e dei Siciliani".
Così il capogruppo dei Popolari e Autonomisti all'Ars, on. Giuseppe Castiglione, insieme agli on. Giuseppe Lombardo e on. Giuseppe Carta, commenta la notizia, appresa soltanto oggi, di un atto intimidatorio nei confronti del presidente della Regione Siciliana.
Il nostro gruppo - prosegue Castiglione - ha piena fiducia nell'operato del governatore Schifani. Siamo certi che il presidente dei siciliani non si farà intimidire da questo episodio, anzi pensiamo che quanto accaduto potrà incoraggiare l'azione politica, a cui non mancherà il nostro supporto. Sull'episodio, però, speriamo possa essere fatta chiarezza prima possibile".
Tantillo: "Solidarietà al presidente Schifani"
Arriva la solidarietà anche del presidente del consiglio comunale di Palermo Giulio Tantillo: "Un episodio inquietante su cui auspichiamo si faccia al più presto chiarezza, esprimiamo vicinanza al presidente Schifani e lo invitiamo a continuare il suo lavoro per la Sicilia e i siciliani".
LIVESICILIA.
Schifani delega Sammartino per gestire i rapporti tra Governo e Ars.
Alla vigilia della definizione della nuova programmazione relativa ai Fondi comunitari 2021/27 e alle risorse del Pnrr, il presidente della Regione, Renato Schifani, ha riassunto la delega della Programmazione, assegnata a novembre all'assessore all'Economia.
"Ringrazio l'assessore Marco Falcone - sottolinea il governatore - per l'impegno profuso e l'ottimo lavoro svolto in questi primi mesi di avvio della legislatura".
Il presidente Schifani, ha anche delegato l'assessore all'Agricoltura e vicepresidente della giunta, Luca Sammartino, alla gestione dei rapporti del governo con il Parlamento siciliano e la presidenza dell'Assemblea regionale.
LIVESICILIA.
Pnrr e autonomia differenziata, Elly Schlein a Enna e Palermo.
Al via anche in Sicilia, dopo l'impulso dettato in Direzione nazionale, la mobilitazione del Partito Democratico sull'agenda per l'Italia e l'Europa, avviando una estate di confronto sui territori, ricostruendo il rapporto diretto con elettori e militanti.
Si inizia con il coinvolgimento diretto della segretaria nazionale Elly Schlein con un doppio appuntamento siciliano a Enna e a Palermo incentrato su due argomenti nevralgici: autonomia differenziata e PNRR.
A Enna (Cinema Grivi, ore 9:30, Enna Alta) Elly Schlein, con Anthony Barbagallo, segretario regionale del PD Sicilia, discuterà di autonomia differenziata assieme ai deputati Stefania Marino, Marco Sarracino (componente della segreteria nazionale PD con delega al Sud-coesione territoriale e aree interne) e Peppe Provenzano (componente della segreteria nazionale con delega agli Esteri).
Alle 16 Elly Schlein e Barbagallo raggiungeranno Palermo dove, all'Assemblea regionale siciliana, in sala Mattarella, discuteranno su "PNRR e autonomia differenziata: il piano di azione del PD per la Sicilia", anche attraverso uno studio aggiornato curato da Cleo Li Calzi (responsabile dipartimento PNRR-PD Sicilia), assieme al capogruppo del PD all'Ars, Michele Catanzaro, Alessandro Alfieri, componente della segreteria nazionale PD con delega alle Riforme e al PNRR e Peppe Provenzano.
LIVESICILIA.
Confronto tra Anci Sicilia e Falcone per raccordo con Regione.
"Esprimiamo particolare apprezzamento per la partecipazione dell'Assessore dell'economia della Regione siciliana, Marco Falcone, al Consiglio regionale della nostra Associazione e chiediamo che a questa iniziativa possa fare seguito un incontro con il presidente della Regione, Renato Schifani. L'esigenza di un forte raccordo tra la Regione Siciliana e l'Anci Sicilia è particolarmente importante in una regione che, pur riconoscendo, anche nel proprio statuto speciale, il ruolo centrale dei Comuni, non ha ancora istituito, come nelle altre regioni d'Italia, il Consiglio delle Autonomie locali".
Lo hanno dichiarato Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano nel corso del Consiglio regionale dell'Associazione, svoltosi stamattina a Palermo.
L'Anci Sicilia ha, inoltre, chiesto all'Assessore all'economia di essere parte attiva nelle trattative tra Stato e Regione Siciliana che direttamente e indirettamente hanno un impatto sugli Enti locali, questo anche rispetto alla necessità che in quella sede si approntino finalmente scelte di carattere normativo e finanziario capaci di intervenire sulla crisi strutturale delle amministrazioni locali dell'Isola.
È interesse diretto della Regione siciliana che vi siano norme che consentano ai Comuni di approvare gli strumenti finanziari nei tempi previsti dall'Ordinamento e di assumere le figure qualificate di cui hanno bisogno, anche al fine di poter attuare in maniera compiuta le scelte strategiche e di programmazione della Regione", aggiungono Amenta e Alvano.
Con particolare riferimento agli aspetti finanziari l'ANCI Sicilia ha ribadito la necessità di reintegrare con 22 milioni di euro il "Fondo" per i comuni mantenendo la stessa entità di risorse destinate nel 2022, il ripristino dei 115 milioni, relativi alla copertura finanziaria del Fondo per gli investimenti, che provvedono a dare copertura anche alla quota capitale delle rate di ammortamento dei mutui accesi per il finanziamento di spese di investimento, il reintegro dei 200 milioni per il Fondo Progettazione (art. 11, comma 1, L.R. 2/2023, impugnato dal Governo nazionale) e di 50 milioni annui, anche a valere sugli Accordi Stato - Regione, quale contributo per i costi della spesa socio-sanitaria (compartecipazione per i costi di ricovero dei disabili psichici, minori e donne vittime di violenza) insieme alla previsione di 15 milioni annui per il funzionamento dell'Ufficio Comune delle Coalizioni Territoriali (costi di personale, strumentali e logistici) e per la spesa delle risorse territorializzate della Programmazione 2021/2027.
L'Assessore Falcone, in occasione dell'incontro, ha comunicato che nella "manovrina", in discussione in questi giorni all'ARS, saranno reintegrati sia i 22 milioni del fondo destinato ai Comuni, che i 115 milioni di euro relativi alla copertura finanziaria del Fondo per gli investimenti. Ha annunciato, inoltre, che sono allo studio dei dipartimenti regionali soluzioni idonee a fronteggiare i maggiori costi dell'energia, i sovracosti relativi al conferimento dei rifiuti in discarica e la creazione di un fondo regionale di garanzia a parziale copertura del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità che ha vessato i Comuni in questi ultimi anni".
ANSA.
Alta tensione sul Mes, Meloni rinvia il CdmMes, ok della commissione al testo base, maggioranza assente. Alla Camera sì da Pd, Iv-Azione e Avs. M5s si astiene.
L'Aventino al contrario, un inedito assoluto in Parlamento, con la maggioranza che lascia la commissione e fa passare un primo voto sul Mes delle opposizioni.
E un secondo inedito, un Consiglio dei ministri rinviato, a sorpresa, per "sopraggiunti motivi personali" non meglio specificati della presidente del Consiglio.
Non è stata la giornata migliore per Giorgia Meloni, alle prese anche con la grana del caso Santanché, con la ministra del Turismo pronta alle querele e il partito che le fa quadrato attorno.
La premier, dice qualche ministro ha avuto modo di parlarle, sarebbe parecchio irritata dal polverone che si è alzato sul meccanismo europeo, ma anche da distinguo, tensioni e scivoloni che si ripetono in Parlamento tra i partiti della maggioranza. Tanto da farla sbottare, riferisce più di qualcuno, "avanti così e torniamo a contarci al voto". Di certo il rinvio del Cdm, improvviso, non contribuisce a rassenerare gli animi. Anzi. Si racconta che Matteo Salvini non l'abbia presa affatto bene. Doveva essere il Consiglio dei ministri dell'annunciatissima riforma del codice della strada, che il ledaer della Lega va raccontando da settimane. Provvedimento che Salvini va comunque in serata a spiegare in Tv. In più, premier e vicepremier avrebbero discusso anche sulla nomina del commissario per la ricostruzione che in molti davano in arrivo in occasione della riunione di governo poi rinviata, proprio in concomitanza con il primo ok al disegno di legge quadro con le regole generali per gli interventi dopo le calamità. E non è la prima volta che i due si trovano in disaccordo sulla gestione post emergenza in Emilia Romagna e nelle altre aree colpite dalle alluvioni di maggio.
La pura cronaca vede comunque la maggioranza trovare, a fatica e dopo numerosi contatti tra i capigruppo, una posizione unitaria sul Mes. Nessuno si presenta in commissione Esteri dove Pd, Iv-Azione e +Europa si votano da soli (con l'astensione di M5s e Avs), l'adozione del testo base che chiede la ratifica della riforma del Meccanismo europeo. La Lega, raccontano, sarebbe stata la più riottosa da convincere e tra le file di Fdi si rincorrono i sospetti sui rischi di sorpese se davvero il 30 giugno, come da calendario, si andrà in Aula. Proprio mentre Meloni sarà impegnata con il Consiglio europeo - di cui parla con Roberta Metsola che vede a Palazzo Chigi, insieme a Raffaele Fitto fino attorno alle 17.30, quando doveva esserci, in origine, la riunione del Cdm. Da Bruxelles si guarda "con attenzione" al dibattito italiano, fanno sapere intanto fonti europee. E non è un mistero che ci si attenda, alla fine, l'ok alla ratifica.
Una soluzione cui parte della maggioranza sarebbe, raccontano, oramai rassegnata. Ma va costruita la giusta "narrazione". Per questo si sta cercando di guadagnare tempo di rinvio in rinvio. Che succederà ancora non è chiaro. Si starebbe ragionando su varie exit strategy, dalla replica dell'assenteismo - "ingiustificato" per il Pd che parla di maggioranza "indecente"- ma sarebbe clamoroso in Aula, all'ipotesi di un qualche emendamento che rassicuri sul fatto che il Mes non sarà mai richiesto dall'Italia, magari ponendo condizioni specifiche come una maggioranza qualificata per l'ok all'accesso. Mentre alla Camera ci si arrovella sui diversi scenari, arriva la notizia del rinvio del Cdm. Che prima sembra slittare del tutto, tanto che i ministri smobilitano. Salvo poi essere richiamati perché ci sono leggi regionali in scadenza da valutare. Ma la premier, la difesa d'ufficio affidata al ministro Nello Musumeci in uscita da Palazzo Chigi, "ci teneva ad esserci" per dare il via libera alla ricostruzione e alla riforma del codice della strada. Quindi "ci ha chiesto la cortesia di rinviare".
Matteo Salvini ribadisce il suo no al Mes, definendo la lettera del capo di gabinetto del ministro del Tesoro Giorgetti "un parere tecnico". "Ma gli italiani - ha affermato in serata a Porta a Porta - hanno scelto un governo politico. Questo non è il governo Monti o il governo Draghi. Questo è un governo politico che ha idee politiche. E politicamente continuo a ritenere che il Mes non è uno strumento utile al Paese". Il vicepremier ha quindi aggiunto che "qualunque sia l'esito della votazione in Parlamento io da democratico rispetterò questa votazione. Ma personalmente ritengo che le strade per finanziare il nostro Paese siano altre". "Con le emissioni dei buoni del Tesoro - ha proseguito quindi Salvini - il mio debito è in mano agli italiani. Il Mes è un meccanismo straniero, e non vorrei che i soldi dei risparmiatori italiani andassero a sostenere buchi da altre parti".
ITALIAOGGI.
Pensioni più ricche da luglio. Via libera dell'Inps all'erogazione dell'incremento straordinario delle pensioni minime. Sulla mensilità di luglio, infatti, l'istituto corrisponderà d'ufficio l'incremento, con tutti gli arretrati spettanti da gennaio.
Via libera dell'Inps all'erogazione dell'incremento straordinario delle pensioni minime. Sulla mensilità di luglio, infatti, l'istituto corrisponderà d'ufficio l'incremento, con tutti gli arretrati spettanti da gennaio (ovvero dalla decorrenza della pensione se c'è stata successivamente). Lo spiega lo stesso Istituto di previdenza nel messaggio n. 2329/2023, illustrando misure e calcoli dell'incremento introdotto dalla legge bilancio 2023 (legge n. 197/2022) per gli anni 2023 e 2024. Due le misure dell'incremento differenziate a seconda dell'età dei pensionati: 6,4% agli ultra75enni, che porta la minima a 600 euro mensili; 1,5% ai pensionati più giovani, che porta la minima a 572 euro.
Un incremento eccezionale. L'incremento spetta esclusivamente sulle pensione d'importo pari o inferiori al c.d. «minimo» dell'Inps, per l'anno in corso pari a 563,74 euro mensili, e solo sulle pensioni pagate dall'Inps. L'incremento non affianca l'ordinaria rivalutazione delle pensioni, ma è calcolato sul minimo rivalutato, così aumentando il beneficio ai pensionati.
Si ricorda che la rivalutazione ordinaria delle pensioni è l'operazione ripetuta ogni anno al fine di far mantenere il potere di acquisto alle pensioni; avviene con criteri diversi in base al loro importo: quelle fino al minimo Inps sono rivalutate del 100% dell'inflazione Istat; quelle oltre il minimo, per classi d'importo e a tasso Istat ridotto. Per il 2023 le pensioni sono state rivalutate del 7,3% (misura provvisoria). Sono escluse dalla base di calcolo dell'incremento, le prestazioni fiscalmente non imponibili (ad esempio, somme per maggiorazione sociale; la quattordicesima; l'importo aggiuntivo), le prestazioni assistenziali, le prestazioni facoltative e di accompagnamento alla pensione.
L'incremento spetta per ciascuna mensilità di pensione, da gennaio 2023 a dicembre 2024, comprese tredicesime mensilità. Per le pensioni liquidate nel corso degli anni 2023 e 2024, è riconosciuto a partire dalla data di decorrenza della pensione.
Un bonus per tutti. L'Inps precisa che per la corresponsione dell'incremento non rilevano i redditi posseduti dal soggetto beneficiario.
I criteri operativi. L'incremento è calcolato sulla pensione mensile in pagamento, purché d'importo pari oppure inferiore al minimo Inps; a nulla rileva, pertanto, se la pensione sia già integrata al minimo, anche in misura parziale o «cristallizzata», o se non sia integrata al minimo. In particolare, se la pensione:
- è integrata al minimo, l'incremento è calcolato con riferimento al suo importo (all'importo, cioè, integrato minimo);
- non è integrata al minimo, l'incremento è calcolato sull'importo lordo in pagamento;
- se la pensione è erogata in convenzione internazionale, l'incremento è calcolato sull'importo complessivo lordo in pagamento e, pertanto, sul pro-rata italiano.
Cambio d'età. Come detto, la misura dell'incremento è differenziata a seconda dell'età del pensionato ed è pari all'1,5% per i pensionati giovani e e al 6,4% per quelli con almeno 75 anni d'età. L'Inps precisa che, se nel corso dell'anno 2023, il beneficiario compie i 75 anni d'età, l'incremento (1,5%) viene adeguato dal mese successivo al compimento dell'età alla misura più alta: 6,4%.
Pensione a superstiti. In presenza di una pensione ai superstiti cointestata, anche con pagamento disgiunto, il diritto all'incremento è valutato in base alla pensione complessivamente spettante a tutti i contitolari e ripartito tra i beneficiari, in proporzione alla percentuale di pensione spettante.
ITALIAOGGI.
L'Opposizione si fa maggioranza sul Mes. Approvato il testo base di ratificaIn assenza dei deputati della maggioranza sono stati Pd, Iv-Azione e Avs. a dire sì, mentre il M5s si è astenuto. Il testo va ora all'esame della commissione Bilancio per il parere per poi tornare nei prossimi giorni all'esame della commissione Esteri dove sarà votato il mandato al relatore.
La commissione Esteri della Camera ha approvato il testo base del disegno di legge di ratifica del Mes. In assenza di tutti i deputati della maggioranza sono stati Pd, Iv-Azione e Avs. a dire sì, mentre il M5s si è astenuto. Il testo va ora all'esame della commissione Bilancio per il parere per poi tornare nei prossimi giorni all'esame della commissione Esteri dove sarà votato il mandato al relatore. Successivamente il disegno di legge approderà in aula a Montecitorio: la data fissata è quella del 30 giugno.
Ieri, 21 giugno, il capo di gabinetto del ministro dell'Economia ha inviato alla commissione esteri una lettera che promuove il Meccanismo europeo di stabilità e chiede al parlamento di ratificare il trattato che lo modifica e lo ridisegna. Un colpo per la maggioranza e per Meloni, che prima si era detta contraria alla ratifica e poi aveva parzialmente corretto la rotta con la promessa che anche in caso di approvazione del disegno di legge il Mes non sarà mai usato dall'Italia finché l'attuale premier resterà in carica. Ieri il vicepremier e ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha definito la lettera del capogabinetto del ministro leghista un "parere tecnico, poi sarà il parlamento a decidere". Ma è chiaro che una missiva partita dagli uffici di diretta collaborazione del ministro, responsabile dell'indirizzo politico, non può essere considerata un parare tecnico.
ITALIAOGGI.
Gentiloni: l'Italia ha buon livello di crescita nel primo trimestre.L'intervento del commissario Ue all'Economia all'assemblea di Assonime: la congiuntura economica nella quale ci troviamo in Europa è migliore di quella che ci aspettavamo l'estate scorsa, ma è leggermente meno incoraggiante di quella che tre-quattro mesi fa si prevedeva.
"L'Italia ha buon livello di crescita nel primo trimestre del 2023, dello 0,6%, e può conservare un discreto livello per il 2023". Lo ha detto durante il suo intervento all'assemblea di Assonime il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, aggiungendo che resta "l'incertezza alimentata dalla guerra". "La congiuntura economica nella quale ci troviamo in Europa è migliore di quella che ci aspettavamo l'estate scorsa, ma è leggermente meno incoraggiante di quella che tre-quattro mesi fa si prevedeva", ha aggiunto il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, intervenuto all'assemblea biennale di Assonime in corso a Roma. La crescita, ha aggiunto, "continuerà nel 2023 ma sarà più contenuta". Gentiloni ha spiegato che "abbiamo avuto due trimestri di stagnazione, dovuta alla contrazione soprattutto nel primo trimestre 2023 di due grandi economie europee, come quella tedesca e olandese. Questo - ha chiosato - porta a una crescita che continuerà nel 2023 ma sarà più contenuta rispetto alle previsioni precedenti".
LENTEPUBBLICA.
Il Governo potrebbe aprire al riscatto della laurea gratuito, ecco le ipotesi.
All'interno della Riforma delle pensioni, su cui sta lavorando il governo Meloni, potrebbe rientrare in gioco anche il riscatto della laurea gratuito: ecco quali sono le ipotesi allo studio.
Il progetto di rinnovamento del sistema pensionistico italiano oltre a guardare al breve periodo, vuole individuare una soluzione per anticipare l'accesso alla pensione già per il 2024.
Ovviamente c'è ancora tutto un discorso relativo all'impianto vero e proprio di queste novità e alle coperture economiche che serviranno a metterle in pratica: ma il Governo comunque sta lanciando segnali per portare avanti le proprie proposte.
Tra le varie future norme che circolano e sulle quali si rincorrono i rumours allo stato attuale una che sta prendendo corpo è quella del riscatto della laurea gratuito, una misura che molti vorrebbero e che chiedono da diversi anni.
Scopriamone di più.
Che cos'è il riscatto della laurea?
Il riscatto del corso di laurea è lo strumento che permette di trasformare gli anni di università in anni contributivi e quindi integrare la propria posizione contributiva ai fini del diritto e del calcolo di tutte le prestazioni pensionistiche.
Si tratta però di un'operazione che presenta dei costi, e che non sono particolarmente accessibili se parliamo di riscatto della laurea "ordinario".
Il contributo da pagare si calcola in relazione alle norme che disciplinano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo: lo spartiacque che delimita il passaggio tra i due sistemi è il 1° gennaio 1996.
Nella sua forma ordinaria ha un costo importante.
Sistema retributivo
Per riscattare periodi che si collochino nel sistema retributivo (prima del 1996), l'importo della somma da versare varia in rapporto all'età, al periodo da riscattare, al sesso, all'anzianità contributiva totale e alle retribuzioni degli ultimi anni.
Sistema contributivo
Per riscattare periodi che si collocano ad esempio nel sistema contributivo (cioè dal 1° gennaio 1996) l'onere è determinato applicando l'aliquota contributiva in vigore alla data di presentazione della domanda, alla retribuzione (assoggettata a contribuzione) nei 12 mesi meno remoti, andando a ritroso dal mese di presentazione della domanda di riscatto.
Un esempio
Ipotizziamo che si vogliano riscattare quattro anni di laurea dal 2002 al 2006 nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell'Assicurazione generale obbligatoria e che abbia presentato domanda di riscatto il 31 gennaio 2021; considerando una retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi meno remoti pari a 32.170,00 euro, l'importo da pagare per riscattare quattro anni è pari a 42.464,40 euro (32.170,00×33% =10.616,10 x 4 anni = 42.464,40).
Tuttavia la legge prevede anche delle forme di riscatto "agevolato".
La possibilità di ottenerlo in modo "agevolato"
Con il riscatto di laurea agevolato il costo invece è determinato sul minimale degli artigiani e commercianti nell'anno di presentazione della domanda e in base all'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, nel medesimo periodo, nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD).
Tuttavia si può usufruire del riscatto agevolato (anche per corsi precedenti al 1996) soltanto se si sceglie la liquidazione della pensione con il calcolo interamente contributivo.
Un esempio
Quindi, se si presenta domanda con le stesse variabili indicate sopra il costo per riscattare un anno di corso è pari a 5.264,49 euro. Il costo è lo stesso se si presenta domanda in qualità di inoccupato. A seconda dei casi, con il riscatto agevolato il risparmio può essere fino al 70%.
Il progetto di Riforma delle pensioni
Prima di passare alle nuove ipotesi sul riscatto della laurea gratuito cerchiamo di capire quale sarà l'impianto della rimodulazione del sistema.
L'obiettivo dichiarato sarebbe quello di superare almeno parzialmente la Legge Fornero, estendendo a ogni lavoratore la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica.
L'alternativa, se non si trovano le coperture adeguate sarebbe limitare alla sola Quota 41 per tutti, eliminando Opzione donna, o più probabilmente "congelare" Quota 41 e confermare Quota 103 per un anno in attesa di trovare maggiori coperture.
Le nuove ipotesi sul riscatto della laurea gratuito
E tra tutte le ipotesi, dopo essere sparita per qualche tempo dai radar, rientra anche quella del riscatto degli anni universitari gratis.
Durante il Governo Draghi era stato il Movimento Cinque Stelle aveva rilanciato la proposta di una pensione di garanzia, una soglia di 780 euro al di sotto della quale non si considera una pensione come dignitosa, unitamente alla facoltà di riscatto gratuito degli anni di laurea «per dare un incentivo a tutti coloro che impiegano negli studi più tempo e tutelarli per l'ingresso tradivo nel mondo del lavoro».
Ma anche l'Inps, attraverso le dichiarazioni di Pasquale Tridico, aveva caldeggiato questa opzione tempo fa, volendo però circoscriverla esclusivamente per chi si è appena affacciato al mondo del lavoro.
Una possibilità che adesso potrebbe riaffacciarsi per mano del Governo Meloni.
Si tratterebbe di valorizzare in maniera totale gli anni dedicati agli studi universitari per favorire l'accesso alla pensione. Lo scopo sarebbe quello di facilitare il raggiungimento di una pensione di garanzia per i giovani che entreranno nel mondo del lavoro.
Un'ipotesi su cui la stessa Giorgia Meloni, in passato ha espresso parere favorevole: era il 2018 e il suo partito, Fratelli d'Italia, aveva già lanciato una proposta per tagliare i costi del riscatto.