/ Rassegna stampa » 2023 » Luglio » 7 » rassegna stampa del 7 luglio 2023

rassegna stampa del 7 luglio 2023

ITALIAOGGI.

Partenariato in format unicoI  in arrivo un modello valido per tutte le stazioni appaltanti per superare quella eterogeneità procedurale che oggi rappresenta per le imprese una barriera all'entrata spesso invalicabile.

Partenariato pubblico privato più semplice per favorire gli investimenti in opere pubbliche. E' in arrivo un format unico per tutte le stazioni appaltanti per superare quella eterogeneità procedurale che oggi rappresenta per le imprese una barriera all'entrata spesso invalicabile. Il tutto a vantaggio soprattutto dei piccoli comuni che più di tutti avrebbero bisogno degli investimenti privati per tradurre in opere idee progettuali destinate a rimanere sulla carta per mancanza di fondi. Il governo è al lavoro su un pacchetto di norme integrative del Codice appalti che puntano proprio ad avvantaggiare le amministrazioni più in difficoltà con la burocrazia. Il dossier è in mano ad Alessandro Morelli, sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega alla programmazione e al coordinamento della politica economica, che anticipa a ItaliaOggi i dettagli di quello che definisce "un pacchetto liberale per il Ppp che punta a realizzare un vero cambio culturale sul partenariato". Sul codice appalti, entrato pienamente in vigore da qualche giorno e già subissato di critiche soprattutto a causa delle prime difficoltà operative generate dall'obbligo di qualificazione previsto per le stazioni appaltanti a decorrere dal 1° luglio, l'esecutivo invece non intende procedere a passi indietro "perché la qualificazione è fondamentale per alzare l'asticella qualitativa delle gare, a vantaggio non solo delle imprese ma anche della stessa p.a.".
Domanda: Sottosegretario, cosa attualmente frena il Partenariato pubblico privato? E cosa vi spinge ora a pensare a un pacchetto di norme di semplificazione?
Risposta: Un approccio storicamente troppo timido originato dai timori che possa creare debito pubblico. Ma se si continua su questa logica non si otterrà mai nulla. Io credo che sia fisiologico che fatto 100 il totale delle procedure di PPP, il 5% non vada in porto. Ma questo non deve frenare il Partenariato perché senza un cambio culturale non si favorirà mai l'intervento del privato. Per questo stiamo lavorando su un format unico di Pppq per tutte le stazioni appaltanti che possa superare l'attuale eterogeneità, prima barriera all'entrata per le imprese. Io lo definirei un "pacchetto liberale sul Partenariato" che, semplificando le procedure, possa rilanciare uno strumento in cui crediamo molto e che deve rappresentare un'opportunità per i comuni virtuosi e non una ciambella di salvataggio quando sono con l'acqua alla gola.Stiamo pensando a un pacchetto di norme da inserire in un provvedimento ad hoc. Le norme si integreranno con il Nuovo codice appalti entrato in vigore il 1° luglio.
D. A proposito di Codice appalti, l'obbligo di qualificazione per le stazioni appaltanti sta mandando in crisi molte p.a. perché senza la qualificazione, dal 1° luglio, non si possono fare gare di valore superiore a 500 mila euro. Come denunciato dagli ingegneri (si veda ItaliaOggi del 4 luglio) su 26 mila stazioni appaltanti solo 1.500 circa (poco più del 6%) hanno finora avuto il via libera da parte dell'Anac con la conseguenza che il 94% delle p.a. non potrà autonomamente dar corso ad affidamenti sopra la soglia del mezzo milione di euro. Qual è il suo giudizio?
R. L'idea che mi sono fatto, anche grazie all'esperienza maturata come viceministro alle infrastrutture nel governo Draghi, è che uno dei problemi che maggiormente frena gli appalti sia costituito dall'eccessivo numero di stazioni appaltanti. Per questo la qualificazione è fondamentale, perché approcciare stazioni appaltanti non qualificate, e quindi non idonee a portare avanti le procedure di gara, rappresenta un forte limite all'accesso dei privati. E' necessario alzare l'asticella in modo da avere p.a. in grado di ottenere risultati. Questo è ciò che il nuovo Codice si propone di realizzare. Le stazioni appaltanti devono essere in grado non solo di iniziare le gare ma soprattutto di portare a termine gli appalti e realizzare le opere. Se poi ci sarà la necessità di intervenire in futuro non ci tireremo indietro e come sempre definiremo con Anci la strategia migliore. Giusto che gli ingegneri lancino l'allarme ma mi sembra un po' prematuro farlo dopo 3 giorni dall'entrata in vigore del codice.
D. Nel governo Draghi lei aveva la delega al settore idrico. Quali sono le criticità che ha maggiormente riscontrato e che come governo puntate a risolvere con il recente decreto legge siccità?
R. La difficoltà maggiore è data da un problema atavico delle pubbliche amministrazioni, ossia il fatto che non comunicano tra loro. Con il governo Draghi il Mit ha investito 2 miliardi e mezzo di risorse Pnrr sull'idrico ma senza una sinergia tra ministeri. Il Mit ad esempio non comunicava a sufficienza con il dicastero dell'agricoltura e con quello dell'ambiente e questo generava rischi di doppi investimenti. Ora la cabina di regia, istituita dal decreto siccità, realizza un tavolo orizzontale a palazzo Chigi dove superare questi intoppi pianificando gli investimenti.
D. Quante risorse avete messo in campo?
R. I fondi Mit su dighe e acquedotti ammontano a 2,8 miliardi a cui si aggiungono gli stanziamenti del Ministero dell'ambiente per il dissesto idrogeologico.
D. Passando dal piano nazionale a un'opera che, seppur locale, ha una portata destinata ad andare oltre i confini milanesi, quant'è importante strategicamente l'approdo della M4 fino a San Babila che consente di collegare il centro di Milano con l'aeroporto di Linate?
R. E' un'opera di rilevanza strategica che ci auguriamo possa essere seguita presto dalla posa della prima pietra per i lavori della M6 su cui c'è ancora un dibattito aperto con il comune. Il percorso della nuova M6 potrà spingersi dal Milano Innovation District (Mind) a Opera, collegandosi con la ferrovia per Genova e realizzando il progetto di una "grande Milano" che possa avere come hinterland Novara, Bergamo e addirittura il capoluogo ligure.



ITALIAOGGI.

Calderone: in arrivo regolamento per gli investimenti delle casse privatizzate di previdenzaIl ministro del Lavoro, al forum dei dottori commercialisti: bisogna guardare alle norme che regolano la riforma delle professioni per vedere che cosa è necessario cambiare con uno spirito intergenerazionale e guardare anche a modelli organizzativi sulle professioni.

"Da tanti anni si attende il regolamento per gli investimenti. Il ministero ha già completato la sua parte, so che siamo in dirittura d'arrivo anche per il ruolo che deve svolgere il ministero dell'Economia". Così il ministro del Lavoro, Marina Calderone, parlando della casse privatizzate di previdenza al forum dei dottori commercialisti. Quello degli enti privati di previdenza "è un mondo che non solo ha saputo gestire il tema della solidarietà e delle partite tra le generazioni, ma ha saputo farsi carico con responsabilità del contenuto della privatizzazione delle casse. L'esperienza fatta da tutte le casse oggi è pari a 108 miliardi di euro di attivo del bilancio Dello Stato", ha aggiunto Calderone. Le casse privatizzate sono "un punto di riferimento soprattutto per la qualità degli investimenti e la sensibilità per come portano valore al Paese - ha aggiunto - la maggior parte degli investimenti della casse ha come obiettivo il nostro Paese e non posso che essere contenta di questo aspetto. Da tanti anni si attende il regolamento per gli investimenti, il ministero ha già completato la sua parte, so che siamo in dirittura d'arrivo anche per il ruolo che deve svolgere il ministero dell'Economia". "L'incidenza del lavoro delle donne è uno dei grandi temi e delle grandi incognite. E' importate che aumenti la percentuale delle donne che lavorano e pienamente integrate nel mercato del lavoro. Il part time involontario rappresenta un elemento di negatività, in controtendenza con inostri obiettivi", ha qui di dichiarato il ministro del Lavoro. "L'altra grande tematica è il lavoro dei giovani e l'inserimento dei neet e di soprattutto non cerca un lavoro - ha proseguito -non ce lo possiamo permettere di bruciare una generazione e consentirgli di guardare al futuro stando alla finestra. Dobbiamo invece individuare politiche inclusive e strategie convincenti sul fronte occupazionale". Il Dl lavoro è diventato legge e "contiene un intervento a sostegno delle aziende che inseriscono al lavoro giovani under 30classificabili come neet - ha concluso Calderone - è un elemento positivo che però non ci deve far dire che la leva degli sgravi e delle riduzioni contributive sia la soluzione di tutto, che invece è creare lavoro inclusivo e puntare sulla formazione tecnica e di qualità. Temi su cui porremo attenzione strategica anche in fase di revisione e aggiustamento del Pnrr.
"Bisogna guardare alle norme che regolano la riforma delle professioni per vedere che cosa e' necessario cambiare con uno spirito intergenerazionale e guardare anche a modelli organizzativi sulle professioni", ha infine sottolineato Calderone, ministra del Lavoro "E' la grande sfida, tutta da giocare e su cui il governo dovrà fare la sua parte visto che è all'interno del suo programma. Non è un caso, infatti, che tra le prime norme approvate ci sia stato l' equo compenso'.



ITALIAOGGI.

Pnrr, Salvini: pronti a spendere 2,7 miliardi in più su casa e acqua
Il ministro delle Infrastrutture a un incontro promosso dall'Anci: lo dico al ministro Fitto se c'è qualcuno che non riesce a spendere tutte le risorse del Piano.

"Dico al ministro Fitto: se c'è qualcuno che non riesce a spendere tutte le risorse del Pnrr, noi siamo pronti a spendere 2,7 miliardi di euro in più, con progetti che riguardano la casa e il Pinqua sulla qualità dell'abitare, egli interventi per ridurre le perdite sulla rete idrica". Lo ha affermato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, nel suo intervento all'iniziativa 'Missione Italia 2021-2026' promossa dall'Anci e dedicata al Pnrr dei Comuni. Il ministro ha spiegato che il progetto Pinqua sulla qualità dell'abitare prevede la ristrutturazione e riqualificazione di 10.000 alloggi. "I tre quarti dei lavori sono già in esecuzione o in fase di pubblicazione del bando. Ci sono poi - ha aggiunto - 112 progetti approvati ma non finanziati che cubano 1,5 miliardi di euro". Per  quanto riguarda invece il contrasto alla dispersione idrica, che "interessa tutta Italia, non solo il Mezzogiorno, abbiamo investimenti per 900 milioni di euro e l'aggiudicazione degli appalti, come prevede il Pnrr, avverrà entro settembre2023. Ci sono poi progetti ammessi e non finanziati per 1,2miliardi". Nel complesso "possiamo mettere a terra progetti per ulteriori 2,7 miliardi di euro".

GIORNALE DI SICILIA

La Consulta bacchetta la Regione: basta rinviare le elezioni nelle ex province
Il continuo posticipare il voto per Consigli metropolitani e Presidenti dei liberi Consorzi comunali è incompatibile con la Costituzione.

È incompatibile con la Costituzione il continuo rinvio, da parte del legislatore siciliano, delle elezioni dei Consigli metropolitani e dei Presidenti dei liberi Consorzi comunali, che in Sicilia sostituiscono le province. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n.136 depositata oggi (redattore Francesco Viganò), con la quale, in accoglimento del ricorso del Governo, è stata tra l'altro dichiarata l'illegittimità costituzionale di una norma della legge regionale n. 16 del 2022, che rinviava di un ulteriore anno l'elezione di tali organi.
La Corte ha osservato che la norma dichiarata incostituzionale era «l'ultimo anello di una catena di rinvii», che dal 2015 a oggi hanno continuamente posposto lo svolgimento di queste elezioni. Ciò ha anzitutto impedito la costituzione degli organi elettivi dei liberi Consorzi, le cui funzioni sono svolte ormai da molti anni da un commissario nominato dalla Regione. Quanto poi alle Città metropolitane, il mancato svolgimento delle elezioni ha fatto sì che nessuno dei loro organi di governo abbia oggi carattere elettivo.
«In definitiva - ha sottolineato la Corte - attraverso interventi puntuali e continui nel corso di otto anni, il legislatore regionale ha di fatto impedito la costituzione degli enti di area vasta in Sicilia», in violazione degli articoli 3, 5 e 114 della Costituzione.
La Corte ha concluso che «a tale situazione deve essere posto rimedio senza ulteriori ritardi, attraverso il tempestivo svolgimento delle elezioni dei Presidenti dei liberi Consorzi comunali e dei Consigli metropolitani, affinché anche in Sicilia gli enti intermedi siano istituiti e dotati dell'autonomia loro costituzionalmente garantita, e si ponga fine alla più volte prorogata gestione commissariale».


GRANDANGOLO.

Agrigento, attivato servizio antincendio boschivo della Protezione Civile del Libero Consorzio
Il servizio sarà svolto, nelle giornate a maggiore rischio incendio, con dichiarazione del livello di allerta "ALTO".


E' già attivo il servizio di vigilanza antincendio lungo alcune strade provinciali ed ex consortili ed alcune statali, organizzato dall'Ufficio Provinciale di Protezione Civile del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. 
Il Commissario Straordinario Raffaele Sanzo ha comunicato ai vari soggetti istituzionali l'avvio del servizio che ormai da anni offre un importante sostegno agli organi competenti in materia di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi.
L'impegno del Libero Consorzio di Agrigento sarà sostenuto principalmente dal personale dell'Ufficio di Protezione Civile e dai volontari delle associazioni di volontariato.
Il servizio sarà svolto, nelle giornate a maggiore rischio incendio, con dichiarazione del livello di allerta "ALTO" (da parte del Centro Funzionale della Regione Siciliana)dalle ore 12 alle ore 20 sino al prossimo 31 agosto.
Le squadre saranno composte da due dipendenti dell'Ufficio di Protezione Civile e due volontari delle associazioni di volontariato. 
Saranno attivate postazioni dinamiche lungo le strade provincialie alcune statali limitrofe alle aree boscate per garantire le attività di vigilanza e avvistamento dei focolai di incendio.
L'attivazione di questo importante servizio è stata comunicata dal Commissario Straordinario, al Comando dei Vigili del Fuoco, all'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, al Dipartimento Regionale della Protezione Civile, ai Comandi delle varie Forze dell'Ordine ed ai Sindaci dei Comuni interessati.
Le postazioni di avvistamento si trovano lungo le seguenti strade:
- SP n.34 - SP n.35 nei comuni di Bivona, Lucca Sicula e Villafranca Sicula;
- SP n. 20 - SPC n.29 e SPC n.30 nel comune di Casteltermini;
- SP n. 29 A - SP n.30 e SP n.28 nei comuni di Cattolica Eraclea e Montallegro;
- SP n.63 A - SP n.05 B - SPC n.67 e SPC n.68 nei comuni di Palma di Montechiaro e di Licata;
- SP n.69 - SP n.70 - SP n.44A - e SP n. 43 nei comuni di Sambuca e Santa Margherita Belice;
- SP n.34 - SP n.3 5A - SP n.36- SP n.47- SP n.48- SP n.86 e SS115 nei comuni di Burgio, Calamonaci, Lucca Sicula, Ribera e Villafranca Sicula;
- SP.n.75 - SP n. 87 nei comuni di Siculiana e di Montallegro;
- SP.n.47 - SP n.36 e SP n.37,comuni di Sciacca, Caltabellotta e Villafranca Sicula.


LENTEPUBBLICA.

PNRR: le Province al Comitato del Governo per la transizione digitale.


UPI: "Risorse mirate per le Province dalla rimodulazione del Piano".
"Una parte delle risorse che deriveranno dalla rimodulazione del PNRR sia destinata alle Province per gli investimenti sulla transizione digitale, considerato che queste istituzioni sono state sostanzialmente escluse dalle opportunità di innovazione tecnologica e digitale per la PA previste dal Piano".
È la richiesta che ha avanzato oggi il rappresentante UPI, Andrea Massari, Presidente della Provincia di Parma, intervenendo nella Sala Verde di Palazzo Chigi alla riunione del Comitato interministeriale del Governo per la transizione digitale, presieduto dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessio Butti e a cui ha preso parte anche il Ministro per l'Economia Giancarlo Giorgetti.
"Ringraziamo il Governo per avere voluto l'UPI al Comitato interministeriale, riconoscendo così il ruolo delle Province in questo percorso strategico - ha detto il Presidente Massari. "Considerate le funzioni di stazioni appaltanti e di raccolta e rielaborazione dati queste istituzioni sono centrali nello sviluppo dei sistemi di interoperabilità delle Pubbliche amministrazioni.
C'è poi da sottolineare - ha aggiunto - che il nuovo codice appalti, su cui le Province danno supporto a migliaia di Comuni, ci obbliga ad aggiornare le piattaforme per digitalizzare le procedure di gara: un percorso che ha bisogno di investimenti mirati che, come è stato previsto per tutte le altre amministrazioni pubbliche nazionali e locali, devono correttamente essere individuate anche per le Province nel PNRR".


ILSOLE24ORE.

In Italia aumenta il numero dei Comuni "Rifiuti Free" secondo Legambiente 2023
In Italia sempre più Comuni "liberi" dai rifiuti: sono 629 (+39 rispetto alla scorsa edizione). Non si arresta la crescita del Sud Italia con 176 Comuni Rifiuti Free (il 28%, + 11 rispetto alla scorsa edizione) ma il primato resta del Nord con 423 (il 67,2%, + 32 nuovi Comuni). Il Centro fanalino di coda con 30 Comuni (solo il 4,8% e -2 virtuosi).

In Italia sempre più Comuni "liberi" dai rifiuti. Secondo l'indagine 2023 di Legambiente sui cosiddetti "Comuni ricicloni" o "Rifiuti free" sono 629 (+39 rispetto alla scorsa edizione). Della platea fanno parte le amministrazione in cui la produzione annuale pro-capite di rifiuti avviati a smaltimento è inferiore ai 75 Kg. Il numero più alto finora raggiunto nell'ambito dell'iniziativa. I risultati della ricerca sono stati resi noti questa mattina, durante la terza giornata dell'Eco-Forum 2023, la conferenza nazionale sull'economia circolare organizzata dal 4 al 6 luglio a Roma dall'associazione che opera per la tutela dell'ambiente.
La rincorsa del Sud
Non si arresta la crescita del Sud Italia, che conta 176 Comuni Rifiuti Free (il 28%, + 11 rispetto alla scorsa edizione). Il primato resta ancora del Nord Italia con 423 (67,2%, +32 rispetto alla scorsa edizione). Fanalino di coda ancora il Centro Italia, che registra una lieve flessione: appena 30 Comuni (solo 4,8%, -2 rispetto lo scorso anno).
La Sicilia ha più che raddoppiato i Comuni ricicloni
Tra le regioni che registrano una crescita maggiore la Sicilia che, rispetto alla scorsa edizione, ha più che raddoppiato il numero di Comuni Rifiuti Free (da 9 a 23); la Sardegna che addirittura lo triplica (da 10 a 30 comuni) e che si aggiudica la prima posizione in ambito consortile con la Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai nella speciale classifica "Cento di questi Consorzi" per la categoria al di sotto dei 100.000 abitanti. Il Piemonte che passa da 18 a 49 Comuni e il Veneto che, dopo l'arresto dello scorso anno, aggiunge 18 Comuni arrivando così a 169 Comuni Rifiuti Free. Peggiorano le performance in graduatoria di Abruzzo (-7 Comuni), Lombardia (-21 Comuni) e Campania (-20 Comuni). Rispetto a quest'ultima la diminuzione consistente è imputabile alla incompletezza di alcuni dati messi a disposizione da ARPA Campania, perciò utilizzabili solo in piccola parte.
L'identikit dei Comuni virtuosi
Fin qui le indicazioni su dati 2022. Analizzando dati 2023 invece viene fuori che la percentuale di cittadini che risiedono nei Comuni Rifiuti Free e che contribuiscono a contenere i quantitativi di rifiuti da avviare a smaltimento, rapportata al totale della popolazione italiana, è del 6%, con un aumento di 34.206 persone servite da sistemi di raccolta differenziata significativamente efficienti. Dei 629 comuni virtuosi, sono ben 409 i piccoli Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti, 180 quelli con un numero di abitanti compreso tra i 5.000 e i 15.000 e 36 quelli oltre i 15.000. Oltre agli ormai consueti 4 capoluoghi del Triveneto: Trento, Treviso, Belluno e Pordenone. Pochi i centri oltre i 30.000 abitanti, dove le difficoltà nel gestire in modo efficiente le raccolte sono maggiori se non opportunamente progettate e organizzate. Ad eccezione di Capannori (46.253 abitanti) e Fonte Nuova (32.684 abitanti), sono tutte realtà collocate nel Nord Italia: Castelfranco Emilia (33.054 abitanti), Carpi (71.869 abitanti), Montebelluna (31.095 abitanti), Conegliano (36.007 abitanti), Castelfranco Veneto (32.935 abitanti), Mira (37.542 abitanti) e Belluno (35.529 abitanti). Tra i centri oltre i 50.000 abitanti riscontriamo solo i capoluoghi di Pordenone (51.725 abitanti), Treviso (97.298) e Trento (135.753 abitanti), unica città oltre i 100.000 abitanti.
Cento di questi consorzi"
Dei 3.518.952 cittadini Rifiuti Free, 2.436.999 risiedono in un Comune la cui gestione dei rifiuti avviene a livello consortile. Una conferma della validità dei sistemi di gestione su larga scala ci arriva dai due Consorzi veneti della provincia di Treviso, il Consiglio di Bacino Priula e il Consiglio di Bacino Sinistra Piave. Rispettivamente primo e secondo nella speciale classifica "Cento di questi Consorzi" sopra i 100 mila abitanti, organizzano la raccolta per 555.694 e 299.107 abitanti, contenendo la produzione di rifiuto da avviare a smaltimento a livelli bassissimi, al di sotto dei 50 kg/ab/anno. A seguire, al terzo posto in classifica, con 70,1 kg/ab/anno e 175.247 abitanti Aimag Spa in Emilia-Romagna. Per la classifica sotto i 100 mila abitanti dopo la Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai in Sardegna con un pro-capite secco residuo (Kg/a/ab) di 47,0, seguono in Trentino-Alto Adige Amambiente Spa con 49,5 kg/ab/anno e Asia Azienda Speciale per l'Igiene Ambientale con 55,0 kg/ab/anno.
























































































































































































Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO