AGRIGENTONOTIZIE
Trenta ore lavorative per gli ex precari del Libero consorzio comunale: per loro una boccata d'ossigenoFirmato il contratto nell'aula consiliare Luigi Giglia. Risultato importante che restituisce dignità a tante persone.
Per circa 140 ex precari dell'ex Provincia arriva una una boccata d'ossigeno importante, anzi fondamentale che restituisce dignità. Soddisfatto il commissario Raffaele Sanzo che tanto ha creduto e lavorato in questa direzione fin dal suo insediamento: "E' stato un lavoro di squadra - ha detto - che viene definito dal lavoro dei dirigenti preposti e degli uffici per restituire efficienza e professionalità alla macchina organizzativa dell'ex Provincia regionale.
Questa mattina hanno firmato il contratto con l'aumento delle ore lavorative a 30. Si tratta dei dipendenti dell'ex Provincia che appartenevano al variegato mondo del precariato con percorsi e dinamiche diverse. Si tratta di lavoratori che negli anni hanno acquisito competenza, il cui lavoro andrà qualificare le professionalità del Libero consorzio comunale di Agrigento.
Una decisione maturata da tempo dagli uffici del settore risorse umane in sinergia con il settore del bilancio e contabilità, frutto di un lavoro di programmazione e di risparmio delle spese dell'Ente negli anni precedenti. Alcune settimane addietro l'assemblea del Libero consorzio, con tutti i sindaci componenti aveva approvato il bilancio.
MAGAZE
Libero Consorzio Agrigento: attivato il servizio antincendio boschivo del gruppo di Protezione Civile.
E' già attivo il servizio di vigilanza antincendio lungo alcune strade provinciali ed ex consortili ed alcune statali, organizzato dall'Ufficio Provinciale di Protezione Civile del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Il Commissario Straordinario Raffaele Sanzo ha comunicato ai vari soggetti istituzionali l'avvio del servizio che ormai da anni offre un importante sostegno agli organi competenti in materia di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi.
L'impegno del Libero Consorzio di Agrigento sarà sostenuto principalmente dal personale dell'Ufficio di Protezione Civile e dai volontari delle associazioni di volontariato.
Il servizio sarà svolto, nelle giornate a maggiore rischio incendio, con dichiarazione del livello di allerta "ALTO" (da parte del Centro Funzionale della Regione Siciliana) dalle ore 12 alle ore 20 sino al prossimo 31 agosto.
Le squadre saranno composte da due dipendenti dell'Ufficio di Protezione Civile e due volontari delle associazioni di volontariato. Saranno attivate postazioni dinamiche lungo le strade provinciali e alcune statali limitrofe alle aree boscate per garantire le attività di vigilanza e avvistamento dei focolai di incendio.
L'attivazione di questo importante servizio è stata comunicata dal Commissario Straordinario, al Comando dei Vigili del Fuoco, all'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, al Dipartimento Regionale della Protezione Civile, ai Comandi delle varie Forze dell'Ordine ed ai Sindaci dei Comuni interessati.
Le postazioni di avvistamento si trovano lungo le seguenti strade:
- SP n.34 - SP n.35 nei comuni di Bivona, Lucca Sicula e Villafranca Sicula;
- SP n.20 - SPC n.29 e SPC n.30 nel comune di Casteltermini;
- SP n.29 A - SP n.30 e SP n.28 nei comuni di Cattolica Eraclea e Montallegro;
- SP n.63 A - SP n.05 B - SPC n.67 e SPC n.68 nei comuni di Palma di Montechiaro e di Licata;
- SP n.69 - SP n.70 - SP n.44A - e SP n.43 nei comuni di Sambuca e Santa Margherita Belice;
- SP n.34 - SP n.3 5A - SP n.36 - SP n.47 - SP n.48 - SP n.86 e SS.115 nei comuni di Burgio, Calamonaci, Lucca Sicula, Ribera e Villafranca Sicula;
- SP.n.75 - SP n.87 nei comuni di Siculiana e di Montallegro;
- SP.n.47 - SP n.36 e SP.n.37 comuni di Sciacca, Caltabellotta e Villafranca Sicula.
SCRIVOLIBERO
Pubblicato all'albo pretorio del Libero Consorzio Comunale di Agrigento l 'avviso per manifestazioni artistiche in previsione dell'apertura del Teatro presso il Giardino Botanico.
Pubblicato l'avviso presso l'albo pretorio dell'Ente, da parte del settore Turismo del Libero Consorzio Comunale, per manifestazioni artistiche destinate alla predisposizione di un calendario di eventi per il 2023 nella cornice del Teatro all'aperto presso il Giardino Botanico.
Da diversi anni il Libero Consorzio Comunale non organizzava manifestazioni di rilievo artistico e dal 2023 il Commissario straordinario Raffaele Sanzo ha previsto una somma da destinare esclusivamente agli eventi presso il teatro all'aperto del Giardino Botanico.
Adesso le compagnie e gli organizzatori, dopo una ricerca di mercato effettuata, sono invitati a presentare proposte e manifestazioni artistiche in previsione dell'apertura del Teatro, situato nello scenario a due passi dalla Valle dei Templi nella zona di Bonamorone.
Sarà previsto un rimborso delle spese per tipologia di spettacolo se teatrale di euro 1000 o musicale di euro 750 oltre alle spese di siae se necessarie.
Sono da considerare, ai fini del calcolo del rimborso economico, le spese di servizio di amplificazione e luci con assistenza, servizio trasporto, montaggio e smontaggio scenografie teatrali, sevizio trasporto strumenti musicali.
Obiettivo principale dichiara il Commissario Sanzo far ritornare il giardino uno spazio teatro in grado di ospitare eventi e spettacoli ed implementare le potenzialità dello spazio culturale come un polo di attrazione per gli eventi di Agrigento capitale della cultura 2025.
In questo modo, tra le 300mila specie di piante mediterranee tornerà a sorgere un teatro dove la scenografia, dichiara il Dirigente del settore Turismo Achille Contino, non sarà solo il Parco archelogico ma l'alto costone che si presta al mito, alla storia, all'archeologia e alla mitologia delle divinità.
MALGRADOTUTTO
Agrigento, il Libero Consorzio invita compagnie e organizzatori a presentare proposte in previsione dell'apertura del Teatro del GiardinoGiardino Botanico Agrigento.
Agrigento, in vista dell'apertura del teatro del Giardino Botanico il Libero Consorzio ha pubblicato nell'albo pretorio dell'Ente l'avviso per manifestazioni artistiche destinate alla predisposizione di un calendario di eventi per il 2023.
"Il Commissario straordinario Raffaele Sanzo - si legge nella nota dell'Ente - ha previsto una somma da destinare esclusivamente agli eventi presso il teatro all'aperto del Giardino Botanico. Sarà previsto un rimborso delle spese per tipologia di spettacolo se teatrale di euro 1000 o musicale di euro 750 oltre alle spese di siae se necessarie. Sono da considerare, ai fini del calcolo del rimborso economico, le spese di servizio di amplificazione e luci con assistenza, servizio trasporto, montaggio e smontaggio scenografie teatrali, sevizio trasporto strumenti musicali".
"Obiettivo principale - spiega il Commissario Sanzo - far ritornare il giardino uno spazio teatro in grado di ospitare eventi e spettacoli ed implementare le potenzialità dello spazio culturale come un polo di attrazione per gli eventi di Agrigento capitale della cultura 2025".
SICILIAONPRESS
VA A PUTTANE L'ELEZIONE DIRETTA DEI PRESIDENTI E DEI CONSIGLI PROVINCIALI-
Una vergogna tutta siciliana, solo siciliana.
Nell'aprile del 2014 esce la legge Del Rio che abolisce l'elezione a suffragio universale e diretto dei presidenti e dei consigli delle province, stabilendo che tali organi vengano eletti dai sindaci e dai consiglieri comunali.
Ebbene, in tutte le regioni italiane così oggi avviene: il presidente della provincia, affiancato dalla sua giunta, governa ed i consiglieri provinciali svolgono le loro funzioni di programmazione, indirizzo e controllo nella provincia, in cui sono stati eletti dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio di riferimento.
Solo in Sicilia le province non hanno un presidente, non hanno assessori e non hanno consiglieri provinciali. Perché?
il governatore siciliano Schifani e il ministro per gli affari regionali e le autonomie Calderoli
Perché dal 2014 in poi i vari governi regionali succedutisi (Crocetta, Musumeci, Schifani) e le loro maggioranze hanno deciso che le province siciliane siano e restino commissariate. In attesa di una fantastica riforma. La quale-in un primo tempo- doveva basarsi sull'elezione di secondo grado (sindaci e consiglieri comunali che eleggono gli organi provinciali) e -in un secondo tempo- sull'elezione a suffragio universale e diretto (il corpo elettorale che elegge presidente e consiglieri provinciali).
Fatto sta che, dal 2014 a tutt'oggi, le province (che nella nostra Sicilia si chiamano "liberi consorzi comunali") sono tutte e 9 rette da commissari straordinari che vengono prorogati di anno in anno o che vengono sostituiti a seconda del gradimento del ras territoriale del momento.
"Ma adesso basta" -dice la Corte Costituzionale in una sua sentenza depositata il 6 luglio. Non se ne può più. Le province devono funzionare coi loro organi e non possono essere perennemente commissariate dai governatori regionali di turno.
È contrario alla Costituzione il permanente rinvio, da parte dell'Assemblea Regionale Siciliana, delle elezioni dei presidenti e dei consigli metropolitani e dei liberi consorzi comunali, come in Sicilia si chiamano le province. Tanto che la Corte ha dichiarato illegittima la norma della legge regionale 16/2022 che prorogava al 31 agosto 2023 il termine delle gestioni commissariali nelle province siciliane.
Ma il guaio è che proprio il 21 giugno scorso l'Assemblea Regionale Siciliana ha approvato una identica leggina che prescrive l'ulteriore proroga al 31 dicembre 2024 delle gestioni commissariali. Con quali motivazioni?
Per "non creare incongrue sovrapposizioni" -si legge nella relazione- "tra l'iter approvativo del disegno di legge per l'elezione a suffragio universale e diretto e l'avvio del procedimento per l'elezione di secondo grado di organi destinati in brevissimo tempo ad essere sostituiti dai nuovi eletti a suffragio universale".
Ma quale suffragio universale e diretto?
Quello del disegno di legge, sbandierato ai quattro venti dal governo in carica che parla di un "mutato quadro di indirizzo politico generale, rappresentato da diverse iniziative, già in corso di congiunto esame del Parlamento nazionale, tendenti a reintrodurre il suffragio universale e diretto degli organi delle province, superando l'attuale assetto istituzionale degli enti di vasta area determinato dalla legge 7 aprile 2014 n.56"?
Se non si supera effettivamente e definitivamente, da parte del Parlamento nazionale, la legge 7 aprile 2014 n. 56 (cosiddetta legge Del Rio) c'è poco da fare: non si potrà mai varare in Sicilia una legge per fare eleggere il presidente e i consiglieri provinciali direttamente dal corpo elettorale.
Ed ora c'è anche la vicenda dell'incostituzionalità, ormai "patentata", delle continue proroghe delle gestioni commissariali. Che farà affrettare il governo regionale e l'ARS a consentire l'elezione degli organi provinciali (presidente e consiglio) con elezione di secondo grado (cioè col voto di sindaci e consiglieri comunali).
Addio, pertanto, all'elezione diretta di presidente e consiglio provinciale. Se ne riparlerà solo e quando sarà varata un'analoga legge statale che prescriverà l'elezione diretta in luogo di quella di secondo grado.
LENTEPUBBLICA
PNRR: le Province al Comitato del Governo per la transizione digitale.
UPI: "Risorse mirate per le Province dalla rimodulazione del Piano".
"Una parte delle risorse che deriveranno dalla rimodulazione del PNRR sia destinata alle Province per gli investimenti sulla transizione digitale, considerato che queste istituzioni sono state sostanzialmente escluse dalle opportunità di innovazione tecnologica e digitale per la PA previste dal Piano".
È la richiesta che ha avanzato oggi il rappresentante UPI, Andrea Massari, Presidente della Provincia di Parma, intervenendo nella Sala Verde di Palazzo Chigi alla riunione del Comitato interministeriale del Governo per la transizione digitale, presieduto dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessio Butti e a cui ha preso parte anche il Ministro per l'Economia Giancarlo Giorgetti.
"Ringraziamo il Governo per avere voluto l'UPI al Comitato interministeriale, riconoscendo così il ruolo delle Province in questo percorso strategico - ha detto il Presidente Massari. "Considerate le funzioni di stazioni appaltanti e di raccolta e rielaborazione dati queste istituzioni sono centrali nello sviluppo dei sistemi di interoperabilità delle Pubbliche amministrazioni.
C'è poi da sottolineare - ha aggiunto - che il nuovo codice appalti, su cui le Province danno supporto a migliaia di Comuni, ci obbliga ad aggiornare le piattaforme per digitalizzare le procedure di gara: un percorso che ha bisogno di investimenti mirati che, come è stato previsto per tutte le altre amministrazioni pubbliche nazionali e locali, devono correttamente essere individuate anche per le Province nel PNRR".
LENTEPUBBLICA.
Comuni Ricicloni 2023: incremento della raccolta differenziata al Sud.
In Italia aumentano i "comuni ricicloni", secondo l'indagine di Legambiente del 2023: ecco tutti i dati.
Cresce la raccolta differenziata nel nostro Paese e aumentano i Comuni "liberi" dai rifiuti.
Secondo l'ultima indagine di Legambiente, i cosiddetti "comuni ricicloni" o "rifiuti free" sono 629, con un incremento pari a +39, rispetto allo scorso anno.
Vediamo tutti i dati dell'indagine.
Comuni Ricicloni 2023: l'indagine di Legambiente
Legambiente ha pubblicato un nuovo dossier, in occasione della trentesima edizione di Comuni Ricicloni, che fa il punto sulla raccolta differenziata in Italia, premiando i risultati più virtuosi.
Rispetto al 2022, ci sono altri 39 comuni, in Italia, ad essere "liberi" dai rifiuti, ovvero quei comuni in cui la produzione annuale pro-capite di rifiuti avviati a smaltimento è inferiore ai 75kg.
Si tratta del miglior risultato raggiunto finora, nell'ambito dell'iniziativa.
Continua il miglioramento per il Sud Italia, con ben 176 Comuni rifiuti-free (pari al 28%). Ma il primato rimane il Nord, con ben 423 Comuni (67,2%). Il fanalino di coda rimane il Centro, dove ci sono solo 30 Comuni ricicloni, ovvero solo il 4,8%, con due Comuni virtuosi in meno, rispetto allo scorso anno.
La percentuale di cittadini che risiede nei Comuni Rifiuti-Free e che contribuisce a contenere i quantitativi di rifiuti da avviare allo smaltimento, rapportata al totale della popolazione italiana, è del 6%. Si segna, quindi, un aumento di 34'206 persone servite da sistemi di raccolta differenziata significativamente efficienti.
Comuni Ricicloni 2023: i risultati delle regioni
La crescita maggiore la troviamo in Sicilia, regione che ha visto raddoppiare i Comuni rifiuti-free, passando da 9 a 23 e in Sardegna, dove il numero di comuni virtuosi è addirittura triplicato, passando da 10 a 30.
La Sardegna, inoltre, si aggiudica anche il primo posto nella classifica Cento di questi Consorzi sotto i 100mila abitanti, con la comunità montana Gennargentu Mandrolisai.
Aumentano i Comuni rifiuti-free, anche in Piemonte (da 18 a 49) e in Veneto (che arriva a 169 Comuni).
Peggiorano invece l'Abruzzo (meno 7 Comuni), la Lombardia (meno 21 Comuni) e la Campania (meno 20 Comuni), ma, in questo ultimo caso, il risultato potrebbe essere incompleto, a causa di alcuni dati mancanti da parte di Arpa Campania.
Dei 629 Comuni virtuosi, sono 409 quelli con meno di 5mila abitanti, 180 quelli con un numero di abitanti compreso tra 5mila e 15mila e 36 quelli con oltre 15mila abitanti.
Si confermano i quattro capoluoghi del Triveneto, ovvero Trento, Treviso, Belluno e Pordenone.
LENTEPUBBLICA.
Nuovo Codice Appalti, i regolamenti attuativi dell'Anac
L'Anac, Autorità Nazionale Anticorruzione, ha reso disponibili tutti i regolamenti attuativi dedicati al nuovo Codice degli Appalti.
Sulla Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 151 del 30 giugno 2023, sono disponibili i regolamenti attuativi del nuovo codice dei contratti pubblici adottati dal Consiglio dell'Autorità nazionale anticorruzione.
Le delibere di adozione dei provvedimenti ex Dlgs 36/2023,nn. 261 -265 sono pubblicate sul portale Anac in "Consulta i documenti" nella sezione "Delibere". Inoltre i regolamenti adottati con le delibere nn. 266-272 sono consultabili nella competente sezione "regolamenti".
Nuovo Codice Appalti, i regolamenti attuativi dell'Anac
I provvedimenti riguardano i seguenti argomenti:
Banca dati nazionale contratti pubblici - BDNCP (art. 23, co. 5)
Fascicolo virtuale operatore economico - FVOE (art. 24. co. 4)
Pubblicità legale (art. 27)
Trasparenza dei contratti pubblici (art. 28., co. 4)
Modalità di calcolo delle quote di esternalizzazione dei contratti di lavori, servizi e forniture (art. 186. commi 2 e 5)
Assegnazione d'ufficio di una stazione appaltante o centrale di committenza qualificata (art. 62, co. 10)
Pareri di precontenzioso (art. 220, commi 1 e 4)
Legittimazione straordinaria (art. 220, commi 2, 3 e 4)
Attività di vigilanza collaborativa in materia di contratti pubblici
Attività di vigilanza in materia di contratti pubblici
Potere sanzionatorio dell'Autorità in materia di contratti pubblici
Casellario Informatico dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (art. 222, co. 10)
Qui di seguito tutti i dettagli per ogni singolo documento.
Delibera n. 261
«Individuazione delle informazioni che le stazioni appaltanti sono tenute a trasmettere alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici attraverso le piattaforme telematiche e i tempi entro i quali i titolari delle piattaforme e delle banche dati di cui agli articoli 22 e 23, comma 3, del codice garantiscono l'integrazione con i servizi abilitanti l'ecosistema di approvvigionamento digitale»
Entrato in vigore il 1° luglio 2023, acquisterà efficacia a decorrere dal 1° gennaio 2024
Delibera n. 262
Adozione del provvedimento di cui all'articolo 24, comma 4, del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36 d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e con l'Agenzia per l'Italia Digitale
Entrato in vigore il 1° luglio 2023, acquisterà efficacia a decorrere dal 1° gennaio 2024.
Fino al 31 dicembre 2023 continua ad applicarsi la Delibera n. 464/2022.
Il provvedimento include 6 allegati.
Delibera n. 263
«Modalità di attuazione della pubblicità legale degli atti tramite la Banca dati nazionale dei contratti pubblici»
Fino al 31 dicembre 2023, si applicano le disposizioni di cui agli articoli 70, 72, 73, 127, comma 2, e 129, comma 4, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 e del decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 2 dicembre 2016.
Entrato in vigore il 1° luglio 2023, acquisterà efficacia a decorrere dal 1° gennaio 2024.
Delibera n. 264
«Individuazione delle informazioni e dei dati relativi alla programmazione di lavori, servizi e forniture, nonché alle procedure del ciclo di vita dei contratti pubblici che rilevano ai fini dell'assolvimento degli obblighi di pubblicazione di cui al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33»
Fino al 31 dicembre 2023 le stazioni appaltanti e gli enti concedenti assicurano la trasparenza dei contratti pubblici come declinata nell'"Allegato 9" del PNA 2022, secondo quanto previsto dall'articolo 225, comma 2 lettere a) e b) e dall'articolo 224, comma 4 del codice.
Entrato in vigore il 1° luglio 2023, acquisterà efficacia a decorrere dal 1° gennaio 2024.
Il provvedimento include l'Allegato I - Obblighi Amministrazione Trasparente
Delibera n. 265
«Indicazioni sulle modalità di calcolo delle quote di esternalizzazione dei contratti di lavori, servizi e forniture da parte dei titolari di concessioni di lavori e di servizi pubblici non affidate conformemente al diritto dell'Unione europea".
Il provvedimento è entrato in vigore il 1° luglio 2023.
Delibera n. 266
Regolamento per l'assegnazione d'ufficio di una stazione appaltante o centrale di committenza qualificata, ai sensi dell'art. 62, comma 10, del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36
Il provvedimento è entrato in vigore il 1° luglio 2023.
Delibera n. 267
Regolamento in materia di pareri di precontenzioso di cui all'art. 220, commi 1 e 4 del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36.
Il Regolamento in materia di pareri di precontenzioso di cui all'art. 211 del d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, adottato dal Consiglio con Delibera n. 10 del 9 gennaio 2019 e modificato con Delibera n. 528 del 12 ottobre 2022, è abrogato dal 1° luglio 2023.
Le sue disposizioni continuano ad applicarsi esclusivamente alle istanze di precontenzioso relative alle procedure di affidamento disciplinate dal d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50
Il Regolamento è entrato in vigore il 1° luglio 2023.
Delibera n. 268
Regolamento sull'esercizio dei poteri di cui all'articolo 220, commi 2, 3 e 4 del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36 (Legittimazione straordinaria)
Il Regolamento sull'esercizio dei poteri di cui all'art. 211, commi 1-bis e 1-ter, del d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, adottato dal Consiglio con Delibera n. 572 del 13 giugno 2018 e modificato con Delibera n. 528 del 12 ottobre 2022, è abrogato dal 1° luglio 2023.
Le sue disposizioni continuano ad applicarsi esclusivamente ai procedimenti relativi alle procedure di affidamento disciplinate dal d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50.
Le disposizioni del presente Regolamento sono entrate in vigore il 1° luglio 2023.
Delibera n. 269
Regolamento sull'esercizio dell'attività di vigilanza collaborativa in materia di contratti pubblici.
In caso di contrasto tra le disposizioni contenute nei protocolli di vigilanza collaborativa stipulati prima del 1° luglio 2023 che riguardino procedure di gara disciplinate dal decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, ed il presente Regolamento, troveranno applicazione le previsioni di quest'ultimo, salva la facoltà della stazione appaltante di recedere dal Protocollo di vigilanza sottoscritto.
Delibera n. 270
Regolamento sull'esercizio dell'attività di vigilanza in materia di contratti pubblici
Entrato in vigore il 1° luglio 2023.
Delibera n. 271
Regolamento sull'esercizio del potere sanzionatorio dell'Autorità in materia di contratti pubblici, ai fini dell'adeguamento alle nuove disposizioni del decreto legislativo 31 marzo 2023 n.36
Entrato in vigore il 1° luglio 2023.
Delibera n. 272
Regolamento per la gestione del Casellario Informatico dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, ai sensi dell'art. 222, comma 10, del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36.
Le disposizioni dell'articolo 5 e delle Parti II e III del presente Regolamento si applicano fino a nuove indicazioni che saranno fornite all'esito della completa operatività delle disposizioni contenute nella delibera ANAC n. 262 del 20 giugno 2023, adottata ai sensi dell'articolo 24 del codice.
Entrato in vigore il 1° luglio 2023.
LIVESICILIA
Schifani e il caro-voli: "Ricattati dalle lobby dei cieli"
PALERMO - Il governatore siciliano Renato Schifani torna ad attaccare sul caro-voli. Lo fa con un post nel quale cita i dati di Altroconsumo. "Nei primi sei mesi del 2023 le tariffe dei voli in Italia sono salite del 50% - sottolinea Schifani -. Talvolta i prezzi delle compagnie low cost sono addirittura superiori rispetto a quelli dei voli di linea. I costi accessori possono far aumentare il prezzo iniziale del biglietto anche del 545%".
"Il caro-voli non è più un problema soltanto siciliano"
Schifani, proprio sul caro-voli, poi aggiunge: "Ormai non è più solo un problema per le rotte da e per la Sicilia, ma è l'intero sistema paese ad essere sotto il ricatto di una vera e propria 'lobby dei voli', che specula sulla pelle degli italiani. La nostra battaglia continua senza se e senza ma. I cittadini prima di tutto". Alcuni giorni fa il governatore siciliano, intervistato a 'Diario del Giorno', era tornato ad attaccare gli aumenti indiscriminati dei prezzi dei biglietti aerei: "Fino quattrocento euro per un Palermo-Roma, scenario inaccettabile".
SICILIAONPRESS.
da 24 a 30 ore lavorative settimanali per i dipendenti ex precari del libero consorzio
Una boccata d'ossigeno importante per i circa 140 dipendenti del Libero Consorzio Comunale che questa venerdì hanno firmato il contratto con l'aumento delle ore lavorative che passano da 24 a 30. Si tratta dei dipendenti dell'ex Provincia che appartenevano al variegato mondo del precariato con percorsi e dinamiche diverse per ognuno. Un provvedimento, reso possibile grazie al pensionamento di molti ex dipendenti, che restituisce dignità ai lavoratori dell'Ente che, negli anni hanno acquisito competenza, il cui lavoro andrà a qualificare le professionalità del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Una decisione maturata da tempo dagli uffici del settore risorse umane in sinergia con il settore del Bilancio e contabilità, frutto di un lavoro di programmazione e di risparmio delle spese dell'Ente negli anni precedenti. Alcune settimane addietro l'Assemblea del Libero Consorzio, con tutti i Sindaci componenti, aveva approvato il Bilancio, strumento contabile di programmazione di tutte le voci con la previsione della spesa per il personale. Nell'aula consiliare Luigi Giglia, questa mattina, i dipendenti hanno già firmato il contratto lavorativo a 30 ore. Esprime soddisfazione il Commissario Raffaele Sanzo che tanto ha creduto e lavorato in questa direzione fin dal suo insediamento " E' stato un lavoro di squadra politico completo che viene definito dal lavoro dei Dirigenti preposti e degli uffici per restituire efficienza e professionalità alla macchina organizzativa della ex Provincia Regionale.
SICILIAONPRESS
VA A PUTTANE L'ELEZIONE DIRETTA DEI PRESIDENTI E DEI CONSIGLI PROVINCIALI
Una vergogna tutta siciliana, solo siciliana.Nell'aprile del 2014 esce la legge Del Rio che abolisce l'elezione a suffragio universale e diretto dei presidenti e dei consigli delle province, stabilendo che tali organi vengano eletti dai sindaci e dai consiglieri comunali.Ebbene, in tutte le regioni italiane così oggi avviene: il presidente della provincia, affiancato dalla sua giunta, governa ed i consiglieri provinciali svolgono le loro funzioni di programmazione, indirizzo e controllo nella provincia, in cui sono stati eletti dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio di riferimento.Solo in Sicilia le province non hanno un presidente, non hanno assessori e non hanno consiglieri provinciali. Perché?il governatore siciliano Schifani e il ministro per gli affari regionali e le autonomie CalderoliPerché dal 2014 in poi i vari governi regionali succedutisi (Crocetta, Musumeci, Schifani) e le loro maggioranze hanno deciso che le province siciliane siano e restino commissariate. In attesa di una fantastica riforma. La quale-in un primo tempo- doveva basarsi sull'elezione di secondo grado (sindaci e consiglieri comunali che eleggono gli organi provinciali) e -in un secondo tempo- sull'elezione a suffragio universale e diretto (il corpo elettorale che elegge presidente e consiglieri provinciali).Fatto sta che, dal 2014 a tutt'oggi, le province (che nella nostra Sicilia si chiamano "liberi consorzi comunali") sono tutte e 9 rette da commissari straordinari che vengono prorogati di anno in anno o che vengono sostituiti a seconda del gradimento del ras territoriale del momento."Ma adesso basta" -dice la Corte Costituzionale in una sua sentenza depositata il 6 luglio. Non se ne può più. Le province devono funzionare coi loro organi e non possono essere perennemente commissariate dai governatori regionali di turno.È contrario alla Costituzione il permanente rinvio, da parte dell'Assemblea Regionale Siciliana, delle elezioni dei presidenti e dei consigli metropolitani e dei liberi consorzi comunali, come in Sicilia si chiamano le province. Tanto che la Corte ha dichiarato illegittima la norma della legge regionale 16/2022 che prorogava al 31 agosto 2023 il termine delle gestioni commissariali nelle province siciliane.Ma il guaio è che proprio il 21 giugno scorso l'Assemblea Regionale Siciliana ha approvato una identica leggina che prescrive l'ulteriore proroga al 31 dicembre 2024 delle gestioni commissariali. Con quali motivazioni?Per "non creare incongrue sovrapposizioni" -si legge nella relazione- "tra l'iter approvativo del disegno di legge per l'elezione a suffragio universale e diretto e l'avvio del procedimento per l'elezione di secondo grado di organi destinati in brevissimo tempo ad essere sostituiti dai nuovi eletti a suffragio universale".Ma quale suffragio universale e diretto?Quello del disegno di legge, sbandierato ai quattro venti dal governo in carica che parla di un "mutato quadro di indirizzo politico generale, rappresentato da diverse iniziative, già in corso di congiunto esame del Parlamento nazionale, tendenti a reintrodurre il suffragio universale e diretto degli organi delle province, superando l'attuale assetto istituzionale degli enti di vasta area determinato dalla legge 7 aprile 2014 n.56"?Se non si supera effettivamente e definitivamente, da parte del Parlamento nazionale, la legge 7 aprile 2014 n. 56 (cosiddetta legge Del Rio) c'è poco da fare: non si potrà mai varare in Sicilia una legge per fare eleggere il presidente e i consiglieri provinciali direttamente dal corpo elettorale.Ed ora c'è anche la vicenda dell'incostituzionalità, ormai "patentata", delle continue proroghe delle gestioni commissariali. Che farà affrettare il governo regionale e l'ARS a consentire l'elezione degli organi provinciali (presidente e consiglio) con elezione di secondo grado (cioè col voto di sindaci e consiglieri comunali).Addio, pertanto, all'elezione diretta di presidente e consiglio provinciale. Se ne riparlerà solo e quando sarà varata un'analoga legge statale che prescriverà l'elezione diretta in luogo di quella di secondo grado.Riproduzione ri
LENTEPUBBLICA.
Dati anagrafici a portata di mano con ANPR e PDND.
Le Pa possono adesso controllare in modo gratuito e centralizzato tutti i dati anagrafici dei cittadini: il tutto grazie all'accesso ad ANPR tramite la nuova PDND.
Il Dipartimento per la Funzione pubblica ha attivato i servizi che consentono alle Pubbliche Amministrazioni di controllare in maniera autonoma e gratuita l'esattezza dei dati anagrafici acquisiti dai cittadini, direttamente sull'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR).
Grazie ai sistemi di interoperabilità messi a disposizione tramite la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) è ora anche possibile scambiare informazioni tra amministrazioni in maniera semplice e sicura.
L'accesso ad ANPR, tramite la PDND, permette infatti alle Pubbliche Amministrazioni di controllare i dati anagrafici contenuti nelle autocertificazioni, consentendo così la verifica in tempo reale delle informazioni fornite dal cittadino, in attuazione della normativa vigente.
Questi servizi sono disponibili per tutte le Pubbliche Amministrazioni che avranno concluso il processo di adesione alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati e richiesto l'utilizzo dell'applicazione di verifica dei dati offerta dall'Anagrafe.
Un'importante occasione, quindi, che consente alle Pubbliche Amministrazioni di proseguire nel processo di trasformazione, nella duplice ottica della semplificazione e della digitalizzazione dei procedimenti amministrativi.
Le funzioni offerte dalla PDND
Si tratta di un'infrastruttura tecnologica che consente l'interoperabilità dei sistemi informativi e delle basi di dati della pubblica amministrazione e risponde all'obiettivo di semplificare gli adempimenti amministrativi di cittadini e imprese.
L'obiettivo finale è quello di rendere le nostre PA (e tutte quelle comunitarie) conformi al principio "once-only": gli enti pubblici potranno in questo modo condividere tra loro i dati dei cittadini in modo che gli utenti, ad ogni livello, debbano inserire i propri dati una sola volta.
La piattaforma fungerà da garante tra i soggetti, autenticandoli e autorizzandoli in base alle dichiarazioni che forniranno.
Si ricorda che ingenti risorse sono state messe a disposizione, tramite alcuni avvisi in ambito PNRR dedicati ai soggetti interessati ad aderire alla Piattaforma:
un primo avviso, dedicato ai Comuni, ha previsto l'erogazione di un voucher economico predefinito calcolato in base alla dimensione dell'Ente (l'avviso è scaduto lo scorso 19 maggio)
un secondo avviso, dedicato invece a Regioni e Province Autonome, permette anch'esso di richiedere un voucher economico predefinito (la scadenza è prevista per il prossimo 30 giugno).
Ma il tempo per accreditarsi alla piattaforma e completare il percorso, anche una volta aderito ai bandi, non è illimitato.
Le scadenze per i Comuni
I Comuni, ovviamente, non possono permettersi di restare con le mani in mano e subire "passivamente" queste nuove regole.
Le regole operative per i Comuni sono dettate dal Decreto 22/09/2022, Obblighi e termini di accreditamento alla Piattaforma digitale nazionale dati (PDND).
Gli step da portare a termine sono questi:
accreditarsi alla PDND
sviluppare le interfacce di programmazione (API)
e rendere disponibili le proprie basi dati sulla PDND.
Il termine ultimo per completare questo percorso è il 30 settembre 2023.
In caso di mancato rispetto degli obblighi si procederà alla revoca totale o parziale del contributo e al recupero delle eventuali somme già erogate.
Pertanto, in una fase delicata come questa le software house mettono a disposizione i propri prodotti, tra i quali citiamo la soluzione informatica della Golem Net, per supportare i Comuni alle prese con i nuovi adempimenti.
La soluzione della Golem Net dedicata alla Piattaforma digitale nazionale dati
Questa software house, specializzata in soluzioni dedicate alle Pa, ha deciso di supportare gli Enti con un'apposita soluzione informatica conforme alle richieste del bando di finanziamento PNRR Avviso Misura 1.3.1 "Piattaforma Digitale Nazionale Dati". Il portale destinato al progetto della Golem Net è disponibile qui.
Pertanto ha sviluppato una serie di web API (e corrispondenti e-service) disponibili a catalogo, che garantiscono il popolamento dati della PDND da parte degli enti locali in ordine a quanto indicato nei decreti legislativi indicati.
All'interno di questa proposta l'ente avrà diritto a richiedere e attivare un numero di API corrispondenti a quelle previste per la sua classe di abitanti, secondo quanto indicato nel prospetto all'allegato 2 della misura in oggetto.
A richiesta è disponibile anche un servizio di consulenza, curato da un team professionale e qualificato, per l'eventuale iter di gestione per la fruizione dei servizi.
Questi sono gli asset previsti dal servizio:
Gestione ed inoltro richieste di fruizione
Attivazione richieste di fruizione
Creazione finalità associate alla richiesta di fruizione di cui al punto precedente
Associazione client alla finalità di cui al punto precedente
Ottenimento di un access token per l'accesso al servizio
Nella brochure del servizio sono riportate le modalità operative e la tecnologia utilizzata a garanzia dell'asseverazione lavori finalizzata all'avviamento piattaforma PDND con relativo finanziamento PNRR.
LENTEPUBBLICA.
Dipendenti pubblici, chiarimenti Aran su servizio fuori sede.
In un recente orientamento applicativo dell'Aran sono forniti alcuni chiarimenti in merito al servizio fuori sede per i dipendenti pubblici.
I nuovi CCNL del pubblico impiego disciplinano molti aspetti relativi al lavoro quotidiano dei dipendenti. Uno di questi aspetti, analizzato di recente da un parere dell'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) riguarda il concetto di trasferte di lavoro e servizio fuori sede.
Questo è il testo dell'articolato quesito sottoposto all'Agenzia:
Secondo la previsione dettata dall'art. 90 del CCNL 2019-2021 il personale è da considerarsi in servizio fuori sede qualora, dopo aver preso servizio presso l'ordinaria sede di lavoro, sia chiamato a prestare la propria attività lavorativa in altri luoghi dove viene inviato per temporanee esigenze di servizio con previsione di rientro presso la stessa, se è soddisfatto almeno uno dei due seguenti requisiti: 1. la durata del servizio inferiore a otto ore; 2. il servizio viene effettuato entro il raggio di 50 km dalla ordinaria sede di lavoro. In relazione a questa previsione si chiede di chiarire gli aspetti di seguito evidenziati:
a) In relazione al primo dei due requisiti, con il termine "durata di servizio" si intende fare riferimento al tempo effettivamente lavorato o si intende considerare la durata complessiva dell'assenza dalla sede lavorativa, comprensiva quindi anche del tempo di andata e ritorno per recarsi dalla sede al luogo di svolgimento dell'attività?
b) A fronte di un servizio fuori sede programmato per una durata di servizio inferiore alle 8 ore, che richiede uno spostamento superiore ai 50 km dalla ordinaria sede di lavoro, nel caso in cui il servizio si prolunghi fino a superare il limite delle 8 ore, risulta comunque applicabile la disciplina del servizio fuori sede o va applicata quella relativa alla trasferta?
Vediamo qual è stata la risposta.
Dipendenti pubblici, chiarimenti Aran su servizio fuori sede
Con riferimento alla "durata di servizio" è opportuno precisare che deve intendersi il tempo complessivamente impiegato per l'attività lavorativa, compresi i tempi di percorrenza per recarsi dalla sede al luogo di svolgimento dell'attività.
Ed in questo senso si richiama il comma 3 dell'articolo 90 che prevede che "il tempo di andata e ritorno per recarsi dalla sede al luogo di svolgimento dell'attività è da considerarsi a tutti gli effetti orario di lavoro".
Si sottolinea comunque, che il contratto ha introdotto la possibilità, considerati i progressi in campo informatico, che qualora risulti più conveniente, per l'ente, raggiungere il luogo di svolgimento dell'attività partendo direttamente dalla dimora abituale, l'inizio e la fine del servizio possano avvenire presso la dimora del dipendente attestando le stesse con le modalità sostitutive di controllo.
In merito al secondo quesito, si precisa che, fra le altre cose, il servizio fuori sede - a differenza della trasferta - si caratterizza per la presa in servizio presso la propria sede prima dell'avvio dell'attività lavorativa e il rientro successivo alla sede lavorativa dopo il termine dell'attività esterna.
Tuttavia si ritiene che comunque il caso in esame rientri nella fattispecie del servizio fuori sede, riconoscendo al dipendente tuttavia le ore effettuate in più per esigenze dovute al servizio come orario straordinario, ferma restando la valutazione del responsabile gestionale del dipendente in merito alle ragioni del prolungamento dell'attività lavorativa.