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rassegna stampa del 12 luglio 2023

blogsicilia.it

Non c'è solo il "collegato bis" alla Finanziaria che tiene alta la tensione all'interno della maggioranza alla Regione ma anche la questione sulle elezioni delle ex Province.

Ed ancora una volta la tensione si registrerebbe tra Fratelli d'Italia e Lega, i due partiti più litigiosi della coalizione. Per domani il presidente della Regione avrebbe convocato una riunione con i capigruppo all'Ars e i segretari dei partiti che compongono la sua maggioranza. C'è il rischio di una sospensiva alla norma della Regione che rinvia di un anno le elezioni degli organi delle ex Province. Ci sarebbe già un precedente in Valle d'Aosta. Ecco perché si deve fare in fretta. Ad un bivioIl governo è sostanzialmente ad un bivio in caso di eventuale sospensiva delle legge per il rinvio delle elezioni. O indire subito le elezioni oppure approvare una riforma. In entrambi i casi la situazione è complessa e necessiterebbe dell'accordo interno alla maggioranza. Il nodo sta proprio qui. Fratelli d'Italia con la legge da applicare (la Delrio, ndr), avrebbe di diritto la nomina del sindaco di Catania Enrico Trantino a sindaco della città metropolitana. Ma in caso di rinascita degli enti intermedi con elezione diretta dovrebbe rinunciare alla presidenza della Provincia a questo ruolo in favore della Lega. Anzitutto ci sarà da far rientrare questa forte spigolatura.Una resa dei conti.
Il vertice di domani, che dovrebbe semplicemente servire a decidere il da farsi, potrebbe rivelarsi un regolamento di conti. Tutto tra Meloniani e Salviniani. Scontro che si è recentemente acuito, con le amministrative di maggio. Infatti Fratelli d'Italia non ha digerito a Trapani l'appoggio della Lega, sotto forma di lista civica, ad un sindaco di estrazione di centrosinistra. Appoggio che è valsa la riconferma del sindaco Giacomo Tranchida proprio contro il candidato di FdI, Maurizio Miceli. L'ennesima scoria di un rapporto da sempre estremamente terso.Il pronunciamento della corte costituzionaleNei giorni scorsi la Corte costituzionale ha dichiarato incompatibile con la Costituzione il continuo rinvio delle elezioni dei Consigli metropolitani e dei Presidenti dei liberi Consorzi comunali. Enti che in Sicilia hanno sostituito le soppresse Province regionali. Come scrive vivienna, il Giudice delle leggi, con la sentenza n. 136 appena depositata, ha affermato che il legislatore regionale ha di fatto impedito la costituzione degli enti di area vasta in Sicilia. Violando gli articoli 3, 5 e 114 della Costituzione.




Teleacras.it

Provincia Agrigento, Maurizio Puccio colto da malore. La replica del Commissario Sanzo.

Maurizio Puccio, dipendente della Provincia di Agrigento, disabile al 100%, è stato trasferito in un luogo di lavoro distante, in "smart working", 70 chilometri dall'Ufficio in cui ha prestato servizio da circa 20 anni. Del caso è stato interessato il ministro per la Disabilità, Alessandra Locatelli. Puccio ha scritto anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all'Ispettorato del Lavoro di Agrigento, e alle Procure della Repubblica di Sciacca ed Agrigento. Nel frattempo gli è stata confermata dalla Provincia la possibilità del "lavoro agile" ma in un diverso Ufficio a 70 chilometri dal proprio luogo di lavoro e residenza, ovvero Sciacca. Ebbene, Puccio oggi denuncia un episodio ritenuto ritorsivo e vessatorio a suo danno, e racconta: "La mattina di lunedì 3 luglio mi sono presentato al lavoro in presenza negli Uffici di Agrigento dell' Ente dove ho regolarmente firmato sui fogli di servizio. Intorno alla metà della mattinata lavorativa, quando avevo già prestato alcune ore di servizio in presenza, la dirigente mi ha notificato una disposizione di collocamento in ferie d'ufficio a decorrere dallo stesso giorno. Di fronte a questo ennesimo provvedimento, da me ritenuto persecutorio, sono stato colto da malore e ricoverato poi in Cardiologia a Sciacca".
La replica della Provincia:
Il Libero Consorzio comunale di Agrigento, dopo oltre un anno di "aggressione mediatica", rompe il silenzio. Il Commissario straordinario, Raffaele Sanzo, interviene infatti sulla vicenda dell'impiegato M.P. spiegando tutti i passaggi nel dettaglio.
1. Il soggetto in questione non è stato affatto demansionato ed ancor meno trasferito o costretto a percorrere 70 km.al giorno. Il lavoratore ha sempre svolto attività di sportello nell'ufficio URP di Sciacca, in presenza, quindi. E' stato posto in smart working in concomitanza con l'emergenza epidemiologica da virus Covid 19 fino al 31 dicembre 2022, come da obbligo normativo nazionale. Cessata l'emergenza, l'Amministrazione ha attivato le procedure, leggi visite mediche a cura del medico competente, al fine di verificare e di accertare il permanere dello stato di fragilità dei dipendenti che fragili erano stati precedentemente certificati. Il dipendente è stato confermato in stato di fragilità e l'Amministrazione ha provveduto a perpetuare la condizione di smart working assegnandogli, tuttavia, compiti indipendenti dal front desk, attività tipica dell'accoglienza dell'URP, e congrui per il suo stato. In buona sostanza, il lavoratore M.P. ha continuato a svolgere il proprio lavoro a casa propria su compiti che l'Amministrazione ha il dovere di individuare e di assegnare. Non è stato, ovviamente, trasferito ad alcun ufficio in Agrigento
2. Le inesatte affermazioni rilasciate dall'impiegato hanno determinato una distorta rappresentazione della realtà, ledendo anche l'immagine dell'Ente. Nessun diritto del dipendente è stato leso e vale la pena sottolineare che, qualora ciò fosse avvenuto, egli avrebbe dovuto rivolgersi al giudice del lavoro , piuttosto che agli organi di stampa.
3. Il dipendente, infine, ha autonomamente chiesto, avendone diritto, di essere posto in quiescenza a far data dal 01/08/2023. Gli uffici del personale hanno avviato le opportune verifiche ed hanno posto il lavoratore in ferie d'ufficio come da norma e prassi, al fine di non ledere i suoi propri diritti in ordine alla fruizione, obbligatoria, dei giorni di congedo ordinario. Di ciò viene data comunicazione al dipendente via PEC in data 30/06/2023.
4. in data03/07/2023 il dipendente, collocato regolarmente in ferie, si è inopinatamente e arbitrariamente presentato all'ufficio del dirigente il settore del personale, in Via Esseneto ad Agrigento, ignote le ragioni di tale comportamento. A seguito di questa sua presenza negli uffici, afferma il dipendente, si è sentito male ed è stato ricoverato in ospedale. Ci dispiace e gli auguriamo una pronta guarigione.
5. Per concludere una breve nota sulla dirigente il settore nel quale il dipendente ha prestato servizio. Ella ha agito applicando correttamente la legge ed i regolamenti, avendo come obiettivo l'efficienza e l'efficacia del servizio al pubblico e scevra da ogni altra variabile procedurale o personale che potesse inficiare le sue capacità manageriali.



Giornale di Sicilia
Ex Provincia, in ferie d'ufficio Dipendente fragile ha malore. la replica del Libero consorzio: nessuna persecuzione.

 Maurizio Puccio, il «lavoratore fragile» dell'ex Provincia, questa volta ha rischiato di rimetterci la pelle: di fronte a quello che ha ritenuto essere l'ennesimo atto «persecutorio» il suo cuore è andato in «tilt», ed è finito in ospedale dove i medici lo hanno ricoverato per sei giorni. Il lavoratore disabile, cui scadeva il periodo di smart working che gli era stato concesso dopo una lunga querelle», anche giudiziaria, era in attesa che la dirigente firmasse il provvedimento di proroga per la quale si aspettava la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del decreto Lavoro. Così è andato al lavoro in presenza e dopo qualche ora gli è stata notificata una disposizione di collocamento in «ferie d'ufficio» a decorrere dallo stesso giorno. Di fronte a questo ennesimo provvedimento, da lui ritenuto «persecutorio», Puccio è stato colto da malore. Ieri la replica del commissario del Libero Consorzio comunale Raffaele Sanzo, che respinge ogni accusa. «Il soggetto - si legge nella nota - non è stato demansionato ed ancor meno trasferito o costretto a percorrere 70 chilometri al giorno». (*GNE*)


AGRIGENTONOTIZIE
Nessuna sorveglianza delle spiagge libere, Codacons: "La procura apra un fascicolo".
C'è una legge che obbliga i comuni costieri a dotarsi del servizio di soccorso.
L'estate è ormai al suo culmine ma le spiagge libere del territorio di Agrigento sono prive di attività di sorveglianza: Codacons presenta un esposto alla Procura di Agrigento e chiede di valutare l'apertura di un fascicolo sulla vicenda.
A inviare la lettera è il responsabile regionale trasparenza enti locali Giuseppe Di Rosa, che già lo scorso 29 giugno aveva sollecitato il Comune ad applicare quanto previsto da una legge, la 17 del 1998 che impone come "il servizio di vigilanza predisposto dai comuni deve essere assicurato tutti i giorni, senza interruzioni,
dalle ore 9 alle ore 19, per un periodo non inferiore a sessanta giorni e non superiore a centoventi giorni tra il 1° maggio ed il 30 settembre di ogni anno". Lettera morta, in realtà, dato che pochissimi comuni rivieraschi applicano quanto previsto, ad oggi senza alcuna conseguenza.
Adesso la segnalazione alla Procura della Repubblica, alla Capitaneria di Porto e al nucleo di Polizia Ambientale della Polizia provinciale, con un'esplicita richiesta "alla magistratura e agli organi inquirenti di volere
valutare la eventuale irregolarità, ed eventualmente volere valutare la fattispecie della sospensione del pubblico servizio".



CANICATTIWEB
Servizi disabili, bando per l'aggiornamento del registro provinciale degli enti autorizzati a svolgerli.

E' stato pubblicato sull'Albo Pretorio del sito Web del Libero consorzio comunale di Agrigento, (www.provincia.agrigento.it), l'avviso pubblico per l'aggiornamento del Registro provinciale degli enti del terzo settore senza scopo di lucro, che svolgano attività non commerciale, già accreditati agli albi regionali, per lo svolgimento dei servizi specialistici di autonomia e comunicazione a favore degli studenti disabili frequentanti nelle scuole di competenza dell'Ente.
Il termine di scadenza per la presentazione delle nuove istanze è stato fissato per il 15 luglio 2023 data in cui, anche gli enti già iscritti, dovranno confermare o meno, sotto la propria responsabilità, di essere in possesso dei requisiti per l'iscrizione e l'eventuale adeguamento dei propri statuti/atti costitutivi alle disposizioni del Codice del Terzo Settore e di non avere scopo di lucro.
La determina porta la firma della Dirigente del settore Solidarietà sociale Maria Antonietta Testone e del responsabile del procedimento Giuseppe Iacono.
I criteri di valutazione ai fini dell'iscrizione, per gli anni 2023/2024, riguarderanno gli aspetti organizzativi gestionali e metodologici nonché le garanzie offerte agli utenti ed il rispetto dei loro diritti.
Le procedure attivate dal competente settore dovranno avvenire nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e concorrenza, individuando preventivamente le procedure ed i criteri di valutazione adottati per la selezione dei soggetti.
Al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi e la qualità delle prestazioni, si dovrà procedere ad attività di monitoraggio e di verifica periodica, anche con il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche interessate ai servizi,ma anche delle famiglie dei disabili. Il venir meno dei requisiti previsti e/o l'accertamento di gravi inadempienze nell'esecuzione delle prestazioni darà luogo all'espulsione dal registro e alla risoluzione dell'affidamento del servizio.


CANICATTIWEB

Elezioni nelle ex province, la Corte Costituzionale, "Vanno fatte subito".

La Corte costituzionale cha dichiarato incompatibile con la Costituzione il continuo rinvio delle elezioni dei Consigli metropolitani e dei Presidenti dei liberi Consorzi comunali, che in Sicilia hanno sostituito le soppresse Province regionali.
Cosa è successo
Come scrive vivienna, il Giudice delle leggi, con la sentenza n. 136 appena depositata, nel dichiarare l'illegittimità costituzionale di una delle ultime leggi regionali che rinviava di un ulteriore anno l'elezione di tali organi e di conseguenza autorizzato la proroga dei Commissari straordinari dalla Regione nominati nel lontano 2015, ha affermato che il legislatore regionale ha di fatto impedito la costituzione degli enti di area vasta in Sicilia, così violando gli articoli 3, 5 e 114 della Costituzione.
Elezioni senza ulteriori ritardi
La Corte ha concluso che "a tale situazione deve essere posto rimedio senza ulteriori ritardi, attraverso il tempestivo svolgimento delle elezioni dei Presidenti dei liberi Consorzi comunali e dei Consigli metropolitani, affinché anche in Sicilia gli enti intermedi siano istituiti e dotati dell'autonomia loro costituzionalmente garantita, e si ponga fine alla più volte prorogata gestione commissariale".
Questa sentenza che ovviamente attendevamo anche per conciliarla con l'annunciata idea di contro-riforma, ha il merito di sanzionare il comportamento schizzofrenico del legislatore siciliano, sempre più proteso a cristallizzare la rappresentazione estetica della lentezza, dell'inefficienza e del disordine istituzionale in un settore che, al contrario, avrebbe richiesto ben altro tipo di risposte politiche


GRANDANGOLO
Rifiuti, Schifani: "entro l'anno due termovalorizzatori".Un impianto nascerà a Palermo e l'altro a Catania.
"Entro l'anno avrò gli stessi poteri speciali che sono stati dati al sindaco Gualtieri a Roma: mi permetteranno di tagliare i tempi" per la realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia. Lo dice il governatore Renato Schifani in una intervista al 'Giornale di Sicilia'. "Col ministro Pichetto siamo già d'accordo - spiega Schifani -. I miei e i suoi uffici hanno già scritto il testo di un emendamento che verrà agganciato a un decreto legge alla ripresa dopo la pausa estiva". Schifani dà anche alcune indicazioni sulla tempistica e sui luoghi dei due impianti: "Conto di preparare i bandi per la fine dell'anno. Un impianto nascerà a Palermo e l'altro a Catania".



TP24

L'ordine alla Regione Siciliana: "Fate votare le ex province".
E' stata depositata il 7 luglio scorso la sentenza emessa il 6 giugno dalla Corte Costituzionale, è la sentenza numero 136 e si pronuncia circa il giudizio di legittimità della legge della Regione Siciliana del 10 agosto 2022, n. 16.Secondo la Corte non è più rinviabile l'elezione delle Province, anche con elezione di secondo grado previste dalla legge reg. Siciliana n. 15 del 2015, ma «da allora mai indette in quanto sempre rinviate».
Nella sentenza (qui la versione integrale) si legge che : "Il Presidente del Consiglio dei ministri rileva che, prima dell'approvazione della legge de qua, «la Regione ha rinviato per ben undici volte le elezioni degli organi dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane, prorogando contemporaneamente la gestione commissariale di tali enti di area vasta". Tale reiterato rinvio delle elezioni e le conseguenti proroghe dei commissariamenti si porrebbero in contrasto con numerosi parametri costituzionali".
Si tratta di violazioni che la Corte ben evidenzia: "Sarebbero innanzi tutto violati «i principi di democraticità di cui all'articolo 1, primo comma, Cost., in quanto i referendum e le elezioni (ancorché indirette) rappresentano il momento più alto di manifestazione della sovranità popolare» (è citata la sentenza di questa Corte n. 1 del 2014), nonché gli artt. 5 e 114 della Costituzione, «in quanto l'autonomia e la rappresentatività degli enti de quibus sono svuotate da un commissariamento che di fatto dura sine die». Tutte le proroghe, dunque, che ci sono state successivamente hanno cristallizzato una via eccezionale "che poteva giustificare, nell'immediatezza dell'entrata in vigore della disciplina di riforma, la proroga originariamente disposta nel 2016". Si è andati oltre, insomma, e la proroga dei commissariamenti si porrebbe in palese contrasto con l'art. 114 Cost., il quale, «nel richiamare al proprio interno, per la prima volta, l'ente territoriale "città metropolitana", ha imposto alla Repubblica il dovere di istituirlo. Si legge in sentenza che la Corte Costituzionale ha infatti già avuto occasione di ricordare che «il novellato art. 114 Cost., nel richiamare al proprio interno, per la prima volta, l'ente territoriale Città metropolitana, ha imposto alla Repubblica il dovere della sua concreta istituzione» e ha altresì affermato la «natura costituzionalmente necessaria degli enti previsti dall'art. 114 Cost., come "costitutivi della Repubblica", ed il carattere autonomistico ad essi impresso dall'art. 5 Cost.» Attraverso la serie di rinvii e proroghe, la Regione Siciliana è venuta meno a tale dovere, con riferimento tanto ai liberi Consorzi comunali, quanto alle città metropolitane. In buona sostanza il continuo rinvio delle elezioni dei loro presidenti, e conseguentemente anche delle elezioni dei consigli, ha determinato la mancata costituzione dei due organi elettivi dei liberi Consorzi, le cui funzioni sono svolte ormai da numerosi anni da un commissario nominato dalla Regione. Quanto alle seconde, il continuo rinvio dell'elezione dei Consigli metropolitani ha fatto sì che nessuno dei tre organi di governo delle città metropolitane abbia al momento carattere elettivo. Non il sindaco metropolitano, individuato ope legis nel sindaco del comune capoluogo: soluzione questa già censurata dalla Corte nella sentenza n. 240 del 2021.
Non è più possibile dunque rinviare le lezioni provinciali almeno di secondo livello, perché in contrasto l'art. 3 della Costituzione.
A questa situazione dice la Corte "Deve essere posto rimedio senza ulteriori ritardi, attraverso il tempestivo svolgimento delle elezioni dei presidenti dei liberi Consorzi comunali e dei Consigli metropolitani, affinché anche in Sicilia gli enti intermedi siano istituiti e dotati dell'autonomia loro costituzionalmente garantita, e si ponga fine alla più volte prorogata gestione commissariale".
Alle elezioni provinciali non si può rinunciare, agli organi elettivi che mettono fine alla stagione decennale dei commissariamenti anche.
Occhi puntati allora al disegno di legge per il ritorno alle urne, ad oggi ancora nella relativa commissione Ars, ma nulla esclude che si possa votare prima di quanto si creda.
Non è un azzardo pensare anche al voto di ottobre 2023, la Corte Costituzionale è stata chiara, anche di secondo livello, ma la riforma regionale è orientata a ripristinare i vecchi collegi con l'elezione diretta dei consiglieri e del presidente.


tp24.it
L'ordine alla Regione Siciliana: "Fate votare le ex province" E' stata depositata il 7 luglio scorso la sentenza emessa il 6 giugno dalla Corte Costituzionale, è la sentenza numero 136 e si pronuncia circa il giudizio di legittimità della legge della Regione Siciliana del 10 agosto 2022, n. 16.Secondo la Corte non è più rinviabile l'elezione delle Province, anche con elezione di secondo grado previste dalla legge reg. Siciliana n. 15 del 2015, ma «da allora mai indette in quanto sempre rinviate».

Nella sentenza si legge che : "Il Presidente del Consiglio dei ministri rileva che, prima dell'approvazione della legge de qua, «la Regione ha rinviato per ben undici volte le elezioni degli organi dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane, prorogando contemporaneamente la gestione commissariale di tali enti di area vasta". Tale reiterato rinvio delle elezioni e le conseguenti proroghe dei commissariamenti si porrebbero in contrasto con numerosi parametri costituzionali".Si tratta di violazioni che la Corte ben evidenzia: "Sarebbero innanzi tutto violati «i principi di democraticità di cui all'articolo 1, primo comma, Cost., in quanto i referendum e le elezioni (ancorché indirette) rappresentano il momento più alto di manifestazione della sovranità popolare» (è citata la sentenza di questa Corte n. 1 del 2014), nonché gli artt. 5 e 114 della Costituzione, «in quanto l'autonomia e la rappresentatività degli enti de quibus sono svuotate da un commissariamento che di fatto dura sine die». Tutte le proroghe, dunque, che ci sono state successivamente hanno cristallizzato una via eccezionale "che poteva giustificare, nell'immediatezza dell'entrata in vigore della disciplina di riforma, la proroga originariamente disposta nel 2016". Si è andati oltre, insomma, e la proroga dei commissariamenti si porrebbe in palese contrasto con l'art. 114 Cost., il quale, «nel richiamare al proprio interno, per la prima volta, l'ente territoriale "città metropolitana", ha imposto alla Repubblica il dovere di istituirlo. Si legge in sentenza che la Corte Costituzionale ha infatti già avuto occasione di ricordare che «il novellato art. 114 Cost., nel richiamare al proprio interno, per la prima volta, l'ente territoriale Città metropolitana, ha imposto alla Repubblica il dovere della sua concreta istituzione» e ha altresì affermato la «natura costituzionalmente necessaria degli enti previsti dall'art. 114 Cost., come "costitutivi della Repubblica", ed il carattere autonomistico ad essi impresso dall'art. 5 Cost.» Attraverso la serie di rinvii e proroghe, la Regione Siciliana è venuta meno a tale dovere, con riferimento tanto ai liberi Consorzi comunali, quanto alle città metropolitane. In buona sostanza il continuo rinvio delle elezioni dei loro presidenti, e conseguentemente anche delle elezioni dei consigli, ha determinato la mancata costituzione dei due organi elettivi dei liberi Consorzi, le cui funzioni sono svolte ormai da numerosi anni da un commissario nominato dalla Regione. Quanto alle seconde, il continuo rinvio dell'elezione dei Consigli metropolitani ha fatto sì che nessuno dei tre organi di governo delle città metropolitane abbia al momento carattere elettivo. Non il sindaco metropolitano, individuato ope legis nel sindaco del comune capoluogo: soluzione questa già censurata dalla Corte nella sentenza n. 240 del 2021.
Non è più possibile dunque rinviare le lezioni provinciali almeno di secondo livello, perché in contrasto l'art. 3 della Costituzione.
A questa situazione dice la Corte "Deve essere posto rimedio senza ulteriori ritardi, attraverso il tempestivo svolgimento delle elezioni dei presidenti dei liberi Consorzi comunali e dei Consigli metropolitani, affinché anche in Sicilia gli enti intermedi siano istituiti e dotati dell'autonomia loro costituzionalmente garantita, e si ponga fine alla più volte prorogata gestione commissariale".Alle elezioni provinciali non si può rinunciare, agli organi elettivi che mettono fine alla stagione decennale dei commissariamenti anche.
Occhi puntati allora al disegno di legge per il ritorno alle urne, ad oggi ancora nella relativa commissione Ars, ma nulla esclude che si possa votare prima di quanto si creda.
Non è un azzardo pensare anche al voto di ottobre 2023, la Corte Costituzionale è stata chiara, anche di secondo livello, ma la riforma regionale è orientata a ripristinare i vecchi collegi con l'elezione diretta dei consiglieri e del presidente.


Ilfattonisseno.it

Province, Schifani: "Riforma in aula a settembre, presidenti eletti"
Approvare la riforma delle ex Province siciliane "entro luglio in commissione, per arrivare in aula a settembre". La road map la traccia il governatore, Renato Schifani, che in una intervista al 'Giornale di Sicilia' annuncia un vertice di maggioranza per giovedì, nel corso del quale il presidente della Regione porrà il tema della riforma dei Liberi consorzi. "Reintrodurremo il voto diretto per l'elezione dei presidenti - dice Schifani -, prevediamo le urne in primavera". 


ITALIAOGGI.
Il Pnrr lascia al verde i professionisti.Tra interventi del Pnrr e non, si registrano ritardi tra i 60 e i 200 giorni rispetto agli obblighi di legge, che prevedono un massimo di 30 giorni per effettuare i versamenti (60 nella sanità).

Il Pnrr lascia in bianco i professionisti. O meglio, l'ampia mole di progetti avviati nell'ambito del Piano mette a nudo tutte le difficoltà della pubblica amministrazione nel pagare i collaboratori nei tempi previsti. Tra interventi del Pnrr e non, si registrano ritardi tra i 60 e i 200 giorni rispetto agli obblighi di legge, che prevedono un massimo di 30 giorni per effettuare i versamenti (60 nella sanità). Una situazione causata dalle difficoltà del Regis (la piattaforma per le comunicazioni dei progetti legati al Piano) e, in generale, dal collo di bottiglia che si crea nelle amministrazioni sul territorio, che fanno fatica a gestire l'elevato numero di iniziative vista la conclamata carenza di personale. Questo lo stato dell'arte del rapporto tra professionisti e Pnrr secondo quanto raccontato a ItaliaOggi dai principali rappresentanti delle categorie tecniche.
Il problema è reale e serissimo», le parole di Domenico Condelli, consigliere del Consiglio nazionale ingegneri. «Innanzitutto, c'è da dire che con il Pnrr siamo in ritardo. Ci sono realtà al passo con i tempi, tipo Ferrovie dello stato, ma moltissime altre entità sono in estrema difficoltà, soprattutto alcuni comuni del sud Italia, ma non solo. E una delle difficoltà maggiori è la gestione della piattaforma Regis». Come spiega Condelli, gli enti territoriali hanno l'obbligo di aggiornare mensilmente i progetti lanciati, che devono poi essere validati dall'amministrazione centrale. Il problema, però, è che molto spesso mancano le validazioni, senza le quali non vengono stanziati i fondi. «Personalmente ho un progetto fermo da quattro mesi sul Regis senza validazione. Immaginiamo un professionista occupato nella direzione lavori per 4-5 mesi che non si vede corrispondere il pagamento dovuto. Situazioni che portano anche alla chiusura delle attività».
Le nuove criticità legate al Pnrr si inseriscono in un sistema già in forte difficoltà, come confermato anche da Massimo Giuntoli, responsabile dipartimento lavoro del Consiglio nazionale architetti: «il problema del ritardo dei pagamenti non è strettamente legato al Pnrr, ma dato che il Piano ha inondato le amministrazioni di progetti e programmi, sono state portate a galla tutte le difficoltà strutturali delle amministrazioni pubbliche italiane. In teoria, la legge 231 del 2002 impone l'obbligo di pagare entro 30 giorni e fino a 60 per la sanità. Purtroppo, però, gli indicatori che abbiamo come Consiglio nazionale e anche come Cresme ci riportano una situazione in cui i ritardi vanno dai 60 ai 200 giorni dopo i 30 fissati per legge. Il Pnrr, quindi, non ha fatto altro che ingigantire una problematica già enorme. Una situazione insostenibile, sulla quale ci sono arrivate importanti rassicurazioni dal ministro della Pa Paolo Zangrillo, che ci ha assicurato che vorrà intervenire sull'argomento».
Altro elemento critico è rappresentato dalla "fuga in avanti" di alcune amministrazioni, come spiega il presidente di Ala-Assoarchitetti Bruno Gabbiani: «i fondi del Pnrr hanno ingolosito le amministrazioni che non potevano rimanere escluse da una partita così ricca. Alcune di queste, quindi, hanno predisposto dei progetti prima dell'effettiva disponibilità dei fondi, senza perciò avere la certezza che tutto andasse a buon fine. Veniamo da una stagione in cui le amministrazioni erano disincentivate ad investire e i progetti erano quasi visti come una spesa superflua. Ora, invece, è tutto il contrario e le difficoltà sono elevate».
Secondo Armando Zambrano, coordinatore della Rete delle professioni tecniche, una delle risposte principali al problema è la nuova legge sull'equo compenso: «c'è un problema generalizzato che penalizza i professionisti, che come spesso succede si fanno carico a loro spese di contribuire all'interesse generale. Dobbiamo cominciare a difenderci. C'è una legge, quella sull'equo compenso, che garantisce i professionisti, anche nei confronti della pubblica amministrazione e non solo per l'entità della paga, ma anche per i tempi in cui deve essere corrisposta. Ci siamo battuti tanto per questo provvedimento, è ora di utilizzarlo».



ITALIAOGGI.

Cambiano gli obiettivi, non il calendario del Pnrr.
Su 27 target da raggiungere entro il 30 giugno il governo ha concordato con la Commissione europea di modificarne 10. In alcuni casi si tratta di mere correzioni formali, in altri di modifiche giustificate da "circostanze oggettive".

Cambiano gli obiettivi, non il calendario del Pnrr. Su 27 target da raggiungere entro il 30 giugno il governo ha concordato con la Commissione europea di modificarne 10. In alcuni casi si tratta di mere correzioni formali, in altri di modifiche giustificate da "circostanze oggettive", ma dopo il via libera al restyling arrivato da Bruxelles lunedì pomeriggio, la cabina di regia convocata ieri dal ministro Raffale Fitto ha approvato la proposta di modifica che ora sarà formalmente re-inviata in Europa (oltre che al Parlamento italiano) per legittimare la richiesta di pagamento della quarta rata di 16 miliardi di euro che l'esecutivo inoltrerà a breve.
Entro il 31 agosto, come concordato con Bruxelles, il governo Meloni invierà alla Commissione la proposta di modifica complessiva del Piano nazionale di ripresa e resilienza integrato con il capitolo aggiuntivo Repower EU.
La natura delle modifiche. Le correzioni solo formali....
Le modifiche interessano interventi di competenza di sei ministeri: Imprese e Made in Italy, Infrastrutture e Trasporti, Ambiente e Sicurezza Energetica, Istruzione e Merito, Cultura e Politiche di Coesione.
Come detto, in alcuni casi le correzioni sono solo formali come per l'obiettivo M1C3 - Investimento 3.2 "Sviluppo industria cinematografica" di competenza del ministero della Cultura: viene modificato il nome del soggetto attuatore, da "Istituto Luce Studios" a "Cinecittà spa".
Stessa cosa per la misura M5C3-8 I.3 "Interventi socioeducativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore" per la quale viene stabilita la possibilità di pubblicare avvisi di almeno 50 milioni di euro, superando quindi la formulazione attuale che prevede un importo pari esattamente a 50 milioni di euro, al fine di consentire un migliore utilizzo della dotazione complessiva della misura pari a 220 milioni di euro.
...e quelle sostanziali. Gli asili nido e le infrastrutture di ricarica elettrica
In altri casi invece le correzioni sono state giustificate da circostanze straordinarie come l'aumento dei costi delle materie prime a causa della guerra in Ucraina.
È quanto accaduto al Piano per gli asili nido avviato dal governo Draghi nel 2021 con la pubblicazione dei bandi. La selezione dei progetti doveva concludersi a marzo 2022 ma i bandi sono stati riaperti più volte e la graduatoria definitiva è stata approvata a ottobre 2022.
Quando poi i comuni, soggetti attuatori degli interventi, hanno avviato le progettazioni, si è abbattuta sul Piano asili la variabile imprevedibile dell'aumento dei costi delle materie prime dovuto alla guerra in Ucraina. Una variabile, spiega un report di palazzo Chigi, che "ha inciso sulle progettazioni e ha comportato la necessità per i soggetti attuatori di rivedere i numeri dei nuovi posti aggiuntivi creati", rallentando le procedure di affidamento.
Con la modifica proposta e concordata con l'Unione europea, ha spiegato il ministro Fitto, "non si definanzia nessun intervento" ma per raggiungere l'obiettivo finale il governo si impegna a emanare un nuovo bando di selezione degli interventi. "La nostra proposta mira a rivedere l'obiettivo intermedio dell'aggiudicazione di tutti gli interventi previsto dalla quarta rata con l'aggiudicazione di un primo set di interventi e l'impegno a lanciare un nuovo bando per raggiungere l'obiettivo finale della misura alla luce delle circostanze oggettive intervenute", ha precisato il ministro.
Sulle infrastrutture di ricarica elettrica, il governo, con la proposta di modifica approvata ieri dalla cabina di regia, tiene conto del fatto che su 6.500 punti di ricarica previsti dal Pnrr (di cui 4.000 nei centri urbani e 2500 nelle aree extraurbane) risultano pervenute richieste per 4.700 infrastrutture di ricarica nelle sole aree urbane. "La proposta di modifica consente di allineare l'obiettivo agli esiti delle procedure di selezione e impegna il governo a pubblicare nuovi bandi per consentire il raggiungimento dell'obiettivo finale", ha spiegato Fitto. "Anche in questo caso non si tratta di ridurre le risorse finanziarie, ma semplicemente di adeguare, agli esiti di una procedura ad evidenza pubblica, un obiettivo intermedio per consentire il pieno raggiungimento del target finale".
Fitto ha espresso soddisfazione per la chiusura dell'accordo con Bruxelles che spiana la strada al pagamento della quarta rata, cosa che finora nessun Paese Ue ha ancora chiesto. "E' il frutto di un lavoro preventivo che porterà alla richiesta dell'intera quarta rata senza dar luogo ad alcun definanziamento come qualcuno aveva ipotizzato", ha spiegato. "L'obiettivo è evitare una fase di verifica molto lunga sulla quarta rata o una sua decurtazione".
Fitto ha infine ricordato come il termine del 30 giugno per la richiesta della rata annuale intermedia sia puramente indicativo e non perentorio. "Il Regolamento europeo che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza 241/2021, infatti, non prevede termini vincolanti per la presentazione delle richieste di pagamento ma si limita a stabilire che ciascun Stato membro, raggiunti gli obiettivi definiti nel Piano, possa presentare la richiesta due volte l'anno".
Il fatto che la richiesta della quarta rata parta in direzione Bruxelles l'11 luglio (invece del 30 giugno) non costituisce dunque un ritardo sulla tabella di marcia.


LENTEPUBBLICA.
Furbetti del cartellino" in aumento nella Pubblica Amministrazione.

È stato registrato un aumento dei cosiddetti "furbetti del cartellino" nella Pubblica Amministrazione, nel 2022: ecco tutti i dati.
Secondo quanto emerso dal Giudizio di Parificazione del Rendiconto generale dello Stato, presentato alla fine di giugno scorso dalla Corte dei Conti, sono in aumento i furbetti del cartellino, ovvero i dipendenti che timbrano la presenza a lavoro, quando in realtà sono altrove.
Il fenomeno è cresciuto del 13% nel 2022. Vediamo tutti i dati al riguardo.
Aumento furbetti del cartellino Pubblica Amministrazione: cosa dicono i dati del report
Come dichiarato nel report della Corte dei Conti, la "falsa attestazione della presenza in servizio" è la causa di almeno il 30% dei licenziamenti nelle pubbliche amministrazioni.
Nel 2022, sono stati scoperti 168 casi di dipendenti pubblici che timbravano il cartellino, quando in realtà non entravano in servizio. Di questi, 51 sono stati licenziati, 53 sono stati sospesi dal servizio e 47 sono stati sono stati sospesi per procedimento penale (al momento della pubblicazione del Rendiconto, 17 casi non erano stati inclusi).
La percentuale di allontanamento dal lavoro, nel 2022, è stata del 26,3%, molto vicina a quella dell'anno precedente, che si attestava al 26%. È in diminuzione, invece, la percentuale delle sospensioni motivate dalla commissione di un reato (-1% rispetto al 2021).
Dipendenti con doppi stipendi
Nel report è presente anche il tema dei dipendenti pubblici che hanno "arrotondato" lo stipendio, lavorando in altri uffici, senza autorizzazione.
Il valore totale degli importi accumulati ha toccato i 7,6 miliardi di euro.
La Guardia di Finanza, nel 2022, ha scoperto 293 casi di presunti doppi stipendi non consentiti. Tutto ciò ha portato ad una serie di sanzioni amministrative, per un totale di 4 milioni e mezzo di euro.
In quasi tutte le sanzioni disciplinari, disposte nel 2022, le motivazioni principali sono state il non aver osservato le disposizioni di servizio e l'aver tenuto comportamenti negligenti o scorretti, oltre alle assenze ingiustificate.
Sulle 2897 segnalazioni inoltrate all'Ispettorato, 1457 riguardano le amministrazioni pubbliche centrali, 726 gli enti locali e 436 gli enti pubblici non economici.
In 998 casi le segnalazioni non hanno portato a nulla, a volte per l'incompetenza dell'Ispettorato e, in altri casi, perché si trattava di segnalazioni infondate o già superate.



































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