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rassegna stampa del 14 luglio 2023

gds.it
Tornano le Province, trovata l'intesa sulla riforma: il voto in primavera

Maggioranza e opposizione all'Ars si impegnano a votare in due fasi la legge che porterà di nuovo alla elezione diretta dei presidentiA Palazzo d'Orleans Renato Schifani ha siglato il patto con gli alleati per blindare la riforma delle Province, che a questo punto dovrebbe vedere la luce in due step fra fine luglio e settembre. All'Ars, poche centinaia di metri più in là, la maggioranza di centrodestra ha chiuso l'accordo con le opposizioni per approvare martedì la Finanziaria ter, ormai trasformatasi in un una norma che eroga fondi ai deputati per sagre, festival e restauri nei singoli territori.È stata una giornata di grande fermento nei palazzi della politica. Schifani ha messo attorno al tavolo segretari e capigruppo per tracciare la road map della riforma che riporterà in vita le vecchie Province mandando in soffitta i Liberi Consorzi e reintroducendo l'elezione diretta dei presidenti.Il patto siglato con gli alleati permette a Schifani di prevedere le elezioni in primavera. Ma sulla data il presidente dovrà ancora lavorare perché Fratelli d'Italia propone di accorpare il voto per le Province con quello per le Europee (previsto a marzo) ma è uno scenario che indebolirebbe i partiti non nazionali e per questo motivo la decisione verrà rinviata almeno all'autunno.
Presidente e alleati hanno anche anticipato che in autunno il governo punterà sull'approvazione di altre riforme o leggi di settore: in primis quelle degli enti locali, della polizia municipale e delle cave.
Il vertice è servito a Schifani anche per dare all'esterno una immagine di compattezza della maggioranza: «Clima di serenità e collaborazione» è il commento di Palazzo d'Orleans. Contro il quale in serata è però arrivata la rabbiosa nota di Saverio Romano e Massimo Dell'Utri, leader di Noi con l'Italia: «Abbiamo appreso dalle testate giornalistiche regionali che si è tenuta una riunione della coalizione di centrodestra, in nostra assenza. Siamo sicuri che le decisioni prese siano così risolutive da non avere bisogno del nostro contributo, né in fase di elaborazione né in quella di esecuzione».




lentepubblica.it

Stabilità finanziaria degli Enti locali, ecco la situazione attuale.

Enti locali in fase di dissesto, deficit o riequilibrio finanziario pluriennale: è adesso disponibile il Rapporto sulle attività della Commissione per la stabilità finanziaria.Il dossier semestrale si riferisce al periodo che va dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2023.L'art. 155 del TUOEL (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali) ha infatti attribuito alla Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti locali il compito di esercitare il controllo centrale su:comuni e province che hanno dichiarato il dissesto finanziario.
Stabilità finanziaria degli Enti locali, il rapporto sulle attività della commissione
La Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali, anche per i primi sei mesi del 2023, ha proseguito l'attività di esame e di verifica degli strumenti di programmazione economico-finanziaria degli enti locali in dissesto finanziario, in procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ed in condizione di deficitarietà strutturale.
I dati emersi confermano un sensibile incremento degli enti locali che versano in condizioni di precarietà finanziaria, dato quest'ultimo, riconducibile ai perduranti strascichi dell'epidemia da Covid19, che si evidenziano soprattutto per quanto attiene alle entrate tributarie e al recupero dell'evasione.



ITALIAOGGI.

Mezzogiorno, Fitto: una ZES unica per le regioni del Sud ItaliaIl ministro agli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr ha incontrato la vicepresidente esecutiva della Commissione europea e Commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager, per illustrare la proposta italiana di istituire un'unica Zona Economica Speciale per l'intero Sud Italia, e iniziare un confronto per rendere strutturale la misura Decontribuzione Sud. Soddisfazione di Fitto dopo incontro con Vestager.

Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna avranno un'unica #ZES. La proposta mira ad estendere a tutto il Mezzogiorno le misure di semplificazione e accelerazione delle procedure approvative e autorizzative e di sostegno alle imprese per le ZES. Il ministro per gli affari europei Raffaele Fitto ha incontrato a Bruxelles la responsabile della concorrenza Margrethe Vestager per presentare la proposta italiana di istituire un'unica Zona Economica Speciale per l'intero Sud Italia, e iniziare un confronto per rendere strutturale la misura decontribuzione Sud. Il ministero in una nota indica che Vestager 'ha accolto positivamente la proposta' sulla Zes 'superando le attuali 8 zone economiche speciali gia' previste e istituite per rafforzare il sistema e sostenere la crescita e la competitivita' del Mezzogiorno'. Le regioni interessate alle misure di semplificazione e accelerazione delle procedure di approvazione e autorizzazione, di sostegno alle imprese per le Zes sono l'Abruzzo, la Campania, la Puglia, la Basilicata, il Molise, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna.
La nota ministeriale indica che gli strumenti di incentivazione 'saranno improntati a principi di certezza e stabilita' del quadro normativo e di semplificazione procedurale, coprendo un orizzonte temporale piu' esteso rispetto agli attuali strumenti, in coerenza con i diversi strumenti di programmazione pluriennale europei e nazionali: Pnrr e relativo capitolo REPowerEU, la politica di coesione e il fondo di sviluppo e coesione'. Sara' estesa a tutto il Mezzogiorno l'autorizzazione unica per l'avvio delle attivita' produttive e la riduzione di un terzo dei termini di conclusione dei procedimenti. Trasparenza ed efficienza dell'intero processo saranno assicurate attraverso uno sportello unico digitale.
Per quanto concerne il confronto con la Commissione in ordine alla misura 'decontribuzione Sud' in scadenza al 31 dicembre 2023, l'Italia e' passata dalla proroga semestrale a quella annuale: ora il governo 'intende promuovere un quadro normativo stabile pluriennale di riferimento per le imprese e per i lavoratori, al fine di sostenere l'occupazione nel Mezzogiorno, in particolare per le donne e i giovani'. Su questo, indica la nova, Vestager 'ha espresso la piena disponibilita' della Commissione ad aprire un dialogo con il governo per la trasformazione di questo strumento in una misura strutturale e permanente, rendendola al tempo stesso piu' orientata agli investimenti'.
Per il ministro Fitto, responsabile anche per il Sud, 'la Zes unica e' un vero e proprio volano decisivo per l'economia' nazionale e non solo meridionale. Fitto giudica positiva 'l'apertura' della Commissione sulla decontribuzione Sud.
«Il via libera della vicepresidente esecutiva della Commissione europea e commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager, alla proposta avanzata dal ministro agli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, per istituire un'unica Zona economica speciale per l'intero Sud Italia è un'ottima notizia per tutte le Regioni del Mezzogiorno». Lo afferma il presidente della Regione Roberto Occhiuto. «Le Zes - prosegue Occhiuto - sono strumenti fondamentali per sburocratizzare le procedure, per avere agevolazioni fiscali e contributive, per semplificare le autorizzazioni, e di conseguenza per attrarre nei nostri territori imprese e investimenti. Con una Zona economica speciale unica per tutto il Sud - che andrebbe a superare le attuali otto realtà, coinvolgendo Calabria, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Sicilia e Sardegna - avremo più forza, maggior peso, un reale coordinamento e migliori opportunità per competere e sviluppare le nostre Regioni. Altrettanto importante - sostiene Occhiuto - è la volontà espressa dalla Commissione Ue di rendere strutturale e permanente la misura 'Decontribuzione Sud', decisiva per sostenere concretamente l'occupazione nel Mezzogiorno. Grazie al ministro Fitto e al governo Meloni per il lavoro svolto e per questi importanti risultati».



LENTEPUBBLICA.

Nuovo Codice Appalti: gare PNRR vanno gestite con la vecchia normativa.

In una recente Circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si fa chiarezza su un aspetto importante: per gli affidamenti legati al PNRR non bisogna seguire il nuovo Codice Appalti ma valgono le deroghe che consentono di fare riferimento al "vecchio" testo.
La normativa, aggiornata di recente e diventata "efficace" a partire dal 1° luglio, vuole portare una ventata fresca nel  mondo della contrattistica pubblica.
Lo scopo dichiarato è infatti, quello di sburocratizzare le pratiche e velocizzare le procedure, stimolando la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza.
Il nuovo disposto normativo presenta inoltre diverse novità importanti per Pa e operatori economici: chi vuole prepararsi sui vari argomenti legati al nuovo Codice può cliccare qui.
Tuttavia la circolare ministeriale che abbiamo sopra menzionato delimita e circoscrive l'operatività di questo corpus legislativo, aprendo spiragli su quali possono essere gli ambiti interessati da alcune precise deroghe.
La circolare del MIT
Il documento, nello specifico, riguarda "Il regime giuridico applicabile agli affidamenti relativi a procedure afferenti alle opere PNRR e PNC successivamente al 1 luglio 2023 - Chiarimenti interpretativi e prime indicazioni operative".
La nota del Ministero, fornendo delucidazioni agli Enti alle prese con le gare legate al Recovery Plan, contiene importanti chiarimenti interpretativi rispetto agli affidamenti di opere a valere su risorse PNRR e PNC rispetto alle disposizioni derogatorie contenute nel d.lgs. 36/2023 per tali interventi.
Nuovo Codice Appalti e gare PNRR: deroghe anche dopo il 1° luglio 2023
La nota ministeriale chiarisce che la normativa applicabile a questo tipo di affidamenti vale oltre il 1° luglio 2023 e anche per i Comuni non capoluogo, attenendosi al regime speciale derogatorio previsto dal dl 32/2019, come modificato successivamente dal dl 77/2021.
Si tratta, tuttavia, di una deroga solo per questo tipo di interventi e a tempo limitato: vale infatti solo fino al 31 dicembre 2023.
Fino a questo termine ultimo, a meno di eventuali proroghe, per i Comuni non capoluogo non si applica il sistema di qualificazione del nuovo codice appalti. Questi soggetti possono pertanto ricorrere alle aggregazioni con i soggetti previsti dalle norme derogatorie (CUC istituite con Consorzi o convenzioni, Convenzioni con SA, ecc.).
In ogni caso il MIT, nella circolare, esorta tutti i Comuni a:
«attivarsi tempestivamente per conseguire "a regime" i requisiti di qualificazione previsti dal d.lgs. n. 36 del 2023 e, dunque, dal rendersi pars diligentior nel richiedere l'accreditamento al nuovo sistema di qualificazione»;
e attivarsi per tempo in merito al regime di «qualificazione con riserva» che consente a unioni di comuni, province, regioni, comuni capoluogo di provincia e città metropolitane di continuare a operare senza qualificazione fino al 30 giugno 2024.


ILSOLE24ORE.

Salario minimo: soglia, a chi si applica e cosa prevede il testo base approvato alla Camera. È fissato per domani il termine per gli emendamenti alla proposta di legge licenziata dalla commissione Lavoro.

È fissato per domani il termine per gli emendamenti alla proposta di legge sul salario minimo e la giusta retribuzione ma è verosimile che il cammino del provvedimento sia complicato anche in questa legislatura. La commissione Lavoro di Montecitorio ha adottato come testo base la proposta di legge sottoscritta da tutti i gruppi di opposizione, salvo Italia Viva.
Aumenti per 3,6 mln di rapporti di lavoro
L'eventuale introduzione di un salario minimo per legge pari a 9 euro lordi l'ora - secondo i calcoli presentati dall'Istat in audizione nei giorni scorsi - significherebbe aumenti per 3,6 milioni di rapporti di lavoro (tre milioni circa di lavoratori) con un aumento medio di 804 euro a rapporto e una crescita del monte salariale di quasi 2,9 miliardi. Intanto il potere d'acquisto delle retribuzioni contrattuali continua ad arretrare con un aumento previsto nel 2023 pari al 2,5% di molto inferiore alla crescita dei prezzi dato che l'inflazione acquisita per l'anno è del 6,1%.
Una soglia minima inderogabile
Secondo la proposta al lavoratore di ogni settore economico viene riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore. A ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, è comunque introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all'ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali.
La giusta retribuzione così definita non riguarda solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell'ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo. Conformemente anche a quanto previsto nella direttiva sul salario minimo, si istituisce una commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario.
Si prevede inoltre che sia disciplinata e quindi garantita l'effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso; ancora, che sia riconosciuta per legge l'ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati; infine che sia riconosciuto un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso.


grandangoloagrigento.it
Cammarata, consegnati i lavori per manutenzione scuola Madre Teresa di CalcuttaLavori per un importo complessivo di 2 milioni e 500 mila euro. 

Sono stati consegnati mercoledì mattina, i lavori di adeguamento antisismico, impiantistico e funzionale, dell'Istituto di istruzione secondaria "Madre Teresa di Calcutta di piazza Crispi a Cammarata. I lavori sono stati finanziati con le risorse del piano NEXT Generation- EU per un importo complessivo di 2 milioni e 500 mila euro. I lavori avranno la durata di 360 giorni e saranno consegnati il 5 luglio 2024.
L'impresa aggiudicataria dei lavori è la Elcal srl di Favara mentre la direzione dei lavori è affidata allo Studio Paris Engineering di Avezzano. 


agrigentonotizie.it

Capitale della Cultura, tutto fatto? Anche Ecua ha dubbi: da settimane non hanno notizie
In una lunga lettera il presidente dell'Empedocle Consorzio universitario sollecita il sindaco a chiarire e riunire il gruppo operativo.

Subito dopo che, alcuni giorni fa, sulle pagine di Agrigentonotizie.it si dava notizia di un certo silenzio rispetto ai cantieri per Agrigento Capitale della Cultura 2025, i canali social del primo cittadino Franco Micciché hanno iniziato a pullulare di contenuti connessi più o meno direttamente alla vicenda. Nessuna replica diretta, almeno ufficialmente, ma numerose rassicurazioni sul fatto che si stava lavorando anche se lontani dai riflettori per essere pronti con l'appuntamento più importante per la città. In settimana, garantiva il sindaco (quindi entro il prossimo 16 luglio, calendario alla mano) ci sarebbero state grandi e importanti novità. Oggi è giovedì 13, non resta che aspettare. Ciò che consola è che, ad attendere notizie non è solo la stampa - e quindi la città -, ma persino chi il dossier di Capitale della Cultura ha contribuito in quota parte a redigerlo e del progetto complessivo è stato parte attiva. Stiamo parlando del presidente dell'Ecua Nené Mangiacavallo. Proprio a sua firma è adesso una missiva personale e riservata inviata al primo cittadino, di cui siamo entrati in possesso e che mette "nero su bianco" la preoccupazione di chi non riesce ad avere notizie né ufficiali né ufficiose del progetto."Dalla proclamazione di Agrigento Capitale della Cultura 2025, avvenuta il 31 marzo, ad oggi, né il Consorzio Universitario né il gruppo di lavoro che ha curato la candidatura sono stati, anche marginalmente, coinvolti nelle sporadiche iniziative da ella promosse e che hanno visto la partecipazione di soggetti esterni alla sua amministrazione - scrive - né, cosa ancora più significativa, hanno ricevuto alcuna comunicazione sulla inderogabile predisposizione degli atti o sulla indispensabile individuazione di procedure, già precedentemente previste nei documenti ufficiali di candidatura, così come nessuna informazione è stata fornita sulla programmazione, sulla preparazione e sull'auspicabile avvio della cosiddetta 'fase 2', sicuramente più difficile della prima".Un silenzio, quello che il Comune ha serbato verso Ecua, rotto solo dalle comunicazioni social dei giorni scorsi che annunciavano tra le altre cose l'individuazione di una "sede prestigiosissima" per la costituenda fondazione (che sarà, pare, Palazzo Tomasi). "Sarebbe più importante, fondamentale e razionale 'costituire' una Fondazione, nel rispetto di quanto previsto a pagina 48 del dossier di candidatura presentato al Ministero della Cultura".Un esercizio che, dice Mangiacavallo, diversamente da come rappresentato dal sindaco non sarà "facile e veloce, perché, oltre ad un attento studio giuridico ed organizzativo, necessita della preziosa collaborazione degli Enti
già indicati nel suddetto dossier: 'Empedocle Consorzio Universitario di Agrigento ed il Comune di Lampedusa, che dovranno affiancare il Comune di Agrigento".Mangiacavallo quindi ha, spiega, più volte chiesto "la redazione comune di una bozza di Statuto, documento fondamentale e propedeutico per la costituzione della fondazione", senza risposte, salvo poi ricevere una proposta ad inizio maggio che ha contribuito ad emendare sollecitando anche sull'opportunità di coinvolgere gli altri sindaci del territorio e tutte le istituzioni che volessero adesso sostenere il progetto. "Da allora, tranne qualche occasionale rassicurazione sulla opportunità di accelerare le procedure - dice ancora -, non abbiamo ricevuto alcuna nota, ufficiale o ufficiosa, sui lavori che dovrebbero portarci alla costituzione della fondazione".Per questo Mangiacavallo chiede al Comune di convocare le parti interessate, e iha inviato una bozza di statuto per la fondazione come "base per avviare il confronto con gli organismi che dovranno condividerlo ed eventualmente approvarlo".Solo che, e il presidente di Ecua lo sa benissimo, una bozza esiste già e ha suscitato parecchie reazioni negli ambienti politici soprattutto per il rilievo "operativo" dato all'associazione "Meno" di Roberto Albergoni, cioè coloro che hanno redatto il dossier di candidatura a Capitale della Cultura.



sicilia24h.it
La cupa storia dell'ex Cupa Agrigento. L'assalto alla diligenza.

L'assalto alla diligenza.
Oggi si chiama Ecua, Empedocle Consorzio Universitario di Agrigento. Presidente Antonio Mangiacavallo, in scadenza di incarico in questi giorni.
La politica, come al solito, sguaina i suoi tentacoli e li inchioda in via Quartararo, numero 6. C'è da nominare il nuovo presidente e il bocconcino è davvero prelibato. Una domanda sorge spontanea: perchè sostituire Nenè Mangiacavallo che è stato l'unico presidente dell'Ecua a dare lustro, vigore e soprattutto vita ad una università trovata in fin di vita, con un milione di problemi e pronta a dare seguito da un momento all'altro? Mangiacavallo ha trovato il buio, la fine della vita, l'elettroencefalogramma quasi appiattito, con nessuna speranza che quell'inchiostro delle onde potesse tornare a fare su e giù. Ed invece no; quelle onde sono tornate a fare su e giù come fossero una giostra. Un solo dato su tanti risultati spettacolari che Mangiacavallo ha raggiunto: al suo arrivo gli studenti iscritti erano circa duecento. Oggi se ne registrano pià di un migliaio e con tanti innumerevoli corsi già in atto o da iniziare. Nove corsi di laurea sono pronti a partire; Mangiacavallo ha creduto tantissimo ai progetti finanziati dal Ministero della Pubblica Istruzione dai quali sono scaturiti dei corsi performanti partecipati da studenti provenienti da tutta Italia. Sistemare i conti di quel Consorzio Universitario era alquanto difficile. Lui, il presidente, piano piano è riuscito a rimettere in sesto i numeri.Alla faccia della meritocrazia. Nessun riconoscimento per Mangiacavallo he adesso, in assoluto silenzio, aspetta il ben servito da quella classe politica che non guarda in faccia a nessuno. Il tuo tempo è finito, adesso in giostra salgono altri. Come se la presidenza dell'Università agrigentina fosse a tempo determinato o, comunque, a tempo deciso e stabilito dai politici. Uccellacci e uccellini cantano a spron battuto. L'on. Riccardo Gallo deve pagare un prezzo alla omologa Margherita La Rocca, vero e proprio salvagente quando Forza Italia aveva tanti numeri quanti sono i capelli di un calvo. Ma tant'è. E allora si scomoda una figura straordinariamente professionale nel campo della medicina: il noto cardiochirurgo prof. Giovannii Ruvolo, professionista di elevatissima statura e indiscutibile conoscenza della materia riconosciuta in ogni parte d'Italia. Lui, dicono i politicanti, è la persona giusta per guidare l'Ecua di Agrigento. Per carità, nessun dubbio su una persona di così tanta statura, ma Mangiacavallo, già "provato" è stato così cattivo? Ha amministrato così male? Si deve dare atto all'ex onorevole crispino che se oggi Agrigento sarà la capitale della cultura nel 2025 lo si deve grazie a lui, principalmente a lui. Non sappiamo se la sua eventuale assenza avrebbe prodotto il risultato ottenuto. C'è anche da sistemare la questione vicepresidente, in atto nella persona di Giovanni Di Maida già in rotta di collisione, però, con Forza Italia da almeno un anno e, quindi, anche la sua testa dovrà essere schiacciata. Ci sono alcuni nomi, ma gli uccellacci e gli uccellini stamattina avevano fretta. Torneranno presto...


LIVESICILIA
Vertice di maggioranza all'Ars, Schifani: 'Coesione e rispetto tra alleati'.All'ordine del giorno punti importanti dell'azione di governo.
PALERMO - Si è svolta "in un clima di serenità e collaborazione", la riunione di maggioranza a Palazzo d'Orleans, convocata dal presidente della Regione siciliana Renato Schifani, alla quale hanno partecipato i capigruppo e i segretari regionali della coalizione di centrodestra.
"Proseguono le riunioni periodiche per discutere collegialmente con la maggioranza dei temi strategici dell'azione di governo - ha detto il presidente Schifani - in una logica di coesione e rispetto reciproco di tutti gli alleati. Il clima che riscontro in queste occasioni è sempre di totale serenità e responsabilità e ciò mi conforta sempre di più ad andare avanti nell'azione di governo che molti siciliani hanno modo di apprezzare".
I punti all'ordine del giorno
All'ordine del giorno punti importanti dell'azione di governo. Il presidente ha illustrato, a seguito del recente incontro con il ministro dell'Economia, la possibilità di rivedere in positivo i criteri seguiti nell'accordo Stato-Regione, a partire dal superamento del blocco delle assunzioni. In proposito, compatibilmente con una verifica interna all'amministrazione regionale, saranno individuate le figure maggiormente necessarie da reclutare.
Il vertice
Da parte del ministero dell'Economia è giunto poi un apprezzamento positivo rispetto alle politiche finanziarie attuate dal governo regionale per il miglioramento dei conti. Durante il vertice sono stati trattati anche i temi dei fondi comunitari e della programmazione dei 5,8 miliardi per il 2021-2027, dei collegamenti con le isole minori, della norma sul commissariamento per realizzare i termovalorizzatori in Sicilia.
Riguardo alla reintroduzione delle Province, è stata ribadita da parte della maggioranza la volontà di portare avanti la riforma e di farlo con una road map per arrivare quanto prima alla definizione della norma che consenta di programmare le elezioni dei presidenti.
È intenzione della maggioranza riunirsi nuovamente prima della pausa estiva per calendarizzare una serie di riforme (enti locali, polizia municipale, cave) da incardinare ed esaminare alla ripresa dei lavori d'aula.


LIVESICILIA

Zes unica per il Sud, Schifani: 'Atto concreto per ridurre il gap con il Nord'.Il commento del governatore dopo l'ok della Commissione europea.
"Il via libera della Commissione europea alla creazione di una Zes unica per il Sud Italia è un'ottima notizia per tutte le regioni del Meridione e un atto concreto che va nella direzione di colmare il gap che separa le regioni del Sud da quelle del Nord".
Lo dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, in merito alla notizia dell'ok dato dalla responsabile della Concorrenza della Commissione Ue Margrethe Vestager, al ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto sulla proposta del governo italiano all'istituzione di una Zona economica speciale per l'intero Sud superando le attuali otto.
"Si tratta di un risultato importante e per questo va un grande apprezzamento al lavoro svolto dal ministro Fitto nell'interesse di tutto il Sud Italia", conclude Schifani.


MAGAZE
Libero Consorzio di Agrigento: consegnati i lavori della scuola Madre Teresa di Calcutta Cammarata.

Sono stati consegnati ieri mattina, i lavori di adeguamento antisismico, impiantistico e funzionale, dell'Istituto di istruzione secondaria "Madre Teresa di Calcutta di piazza Crispi a Cammarata.
I lavori sono stati finanziati con le risorse del piano NEXT Generation- EU per un importo complessivo di 2 milioni e 500 mila euro.
I lavori avranno la durata di 360 giorni e saranno consegnati il 5 luglio 2024.
L'impresa aggiudicataria dei lavori è la Elcal srl di Favara mentre la direzione dei lavori è affidata allo Studio Paris Engineering di Avezzano.


QDS

Schifani riunisce i suoi a Palazzo d'Orleans, sul tavolo riforma Province e le spese UE.
Il clima di queste riunioni "è sempre di totale serenità e responsabilità e ciò mi conforta sempre di più ad andare avanti", ha commentato Schifani.
Si è svolta a Palazzo d'Orleans, in un clima di serenità e collaborazione, una riunione di maggioranza, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, alla quale hanno partecipato i capigruppo e i segretari regionali della coalizione di Centrodestra. Lo ha reso noto la Regione Siciliana attraverso una nota diffusa nelle scorse ore.
"Proseguono le riunioni periodiche per discutere collegialmente con la maggioranza dei temi strategici dell'azione di Governo - ha dichiarato il presidente Schifani - in una logica di coesione e rispetto reciproco di tutti gli alleati. Il clima che riscontro in queste occasioni è sempre di totale serenità e responsabilità e ciò mi conforta sempre di più ad andare avanti nell'azione di Governo che molti siciliani hanno modo di apprezzare".
Vertice di maggioranza, i punti discussi
All'ordine del giorno punti importanti dell'azione di Governo. Il presidente ha illustrato, a seguito del recente incontro con il ministro dell'Economia, la possibilità di rivedere in positivo i criteri seguiti nell'accordo Stato-Regione, a partire dal superamento del blocco delle assunzioni. In proposito, compatibilmente con una verifica interna all'amministrazione regionale, saranno individuate le figure maggiormente necessarie da reclutare.
Da parte del ministero dell'Economia è giunto poi un apprezzamento positivo rispetto alle politiche finanziarie attuate dal governo regionale per il miglioramento dei conti.
I fondi comunitari e le Province
Durante il vertice sono stati trattati anche i temi dei fondi comunitari e della programmazione dei 5,8 miliardi per il 2021-2027 dei collegamenti con le isole minori, della norma sul commissariamento per realizzare i termovalorizzatori in Sicilia.
Riguardo alla reintroduzione delle Province, è stata ribadita da parte della maggioranza la volontà di portare avanti la riforma e di farlo con una road map per arrivare quanto prima alla definizione della norma che consenta di programmare le elezioni dei presidenti.
È intenzione della maggioranza riunirsi nuovamente prima della pausa estiva per calendarizzare una serie di riforme (enti locali, polizia municipale, cave) da incardinare ed esaminare alla ripresa dei lavori d'aula.





















































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