FOCUSICILIA.
"Nuove" Province in Sicilia, probabili le elezioni entro quest'anno.Quasi esitato il testo in commissione Affari istituzionali all'Assemblea regionale: potrebbe essere approvato nei primi giorni di agosto. Dopo la pausa estiva, l'Ars potrà procedere. Si sta lavorando perché la nuova legge regionale sia allineata con quella nazionale.
Le elezioni per le "nuove" Province in Sicilia si fanno sempre più vicine. I siciliani potrebbero essere chiamati già entro l'anno al voto per eleggere gli organi politici dei nuovi enti. La nuova legge di riordino degli "enti di area vasta", ovvero le Città metropolitane e i Liberi Consorzi comunali, potrebbe infatti vedere la luce subito dopo l'estate. Inoltre, il testo conterrà al suo interno la data della prima consultazione elettorale: non si esclude possa essere fissata entro la fine del 2023 o, se i tempi dovessero allungarsi, a marzo o aprile 2024. Ne dà notizia a FocuSicilia Ignazio Abbate, deputato regionale e presidente della prima Commissione (Affari istituzionali) dell'Assemblea regionale siciliana, dove è in corso l'esame del disegno di legge 319-97 varato dalla giunta regionale il 3 marzo scorso e che disciplina funzioni, organi di governo e sistema elettorale di province e Città metropolitane. I lavori sono in fase avanzata, il termine per presentare emendamenti è scaduto ed "entro i primi giorni di agosto, pensiamo prima della chiusura estiva, quindi prima del cinque agosto - ipotizza Abbate - potrà essere esitato dalla Commissione".
Province: nella legge anche la data delle elezioni
Il testo del disegno di legge dovrà fare anche un passaggio tecnico in quarta commissione (Bilancio) e poi potrà essere approvato definitivamente dalla prima commissione. Subito dopo, sarà incardinato dall'Aula per l'esame e il voto finale, "che si prevede possano avvenire già a settembre, alla ripresa dei lavori", prosegue il presidente della commissione. Quanto alla data delle elezioni delle Province, questa "sarà inserita nel testo, o in quello esitato dalla commissione Affari istituzionali, con un emendamento finale che potrei presentare io stesso in quanto presidente, o direttamente durante la discussione da parte dell'Aula", aggiunge Abbate. Le ipotesi al momento restano due: o il voto entro la fine dell'anno o, se non si dovesse trovare la quadra politica, in primavera 2024, tra marzo e aprile. Perché le cose vadano per il verso giusto, la legge regionale dovrà "allinearsi" alla nuova legge nazionale che riordinerà le Province in tutta Italia. Al momento il disegno di legge analogo a quello siciliano è in discussione in Senato e dovrà proprio sostituire l'attuale "Legge Delrio" sui Liberi consorzi di Comuni, dichiarata incostituzionale con sentenza 240/2021 della Consulta.
Allineare Roma e Palermo e andare presto al voto
L'auspicio è che questa riforma delle Province cammini con lo stesso passo sul piano sia regionale che nazionale. Per questo la politica siciliana sta procedendo in accordo con i palazzi romani, dai quali pare sia stato ottenuto una sorta di informale "via libera" per procedere e completare l'iter del disegno di legge regionale. L'obiettivo è arrivare alle due leggi, quella regionale e quella nazionale, in tempi simili e con due testi che siano sostanzialmente coerenti tra loro, in modo da evitare o limitare la possibilità di impugnative della legge regionale da parte del governo nazionale. Tra l'altro, arrivare il prima possibile alla legge regionale sulle Province e quindi al voto è una necessità non più rinviabile. Lo ha imposto infatti la recentissima sentenza (n. 136/2023) della Corte costituzionale, che ha intimato alla Regione Siciliana di procedere subito al voto di secondo livello (che coinvolge, cioè, solo i sindaci e i consiglieri comunali e che è stato rinviato ben 11 volte in otto anni) nelle Città metropolitane e nei Liberi consorzi attualmente esistenti. L'assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Messina, pensa invece che il problema si risolverà una volta varata la nuova legge: allora, tutti i siciliani potranno andare al voto per eleggere le nuove Province.
I politici delle Province costeranno 11 milioni di euro
Secondo il disegno di legge, le Province saranno nove. Le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e gli altri sei attuali "Liberi consorzi comunali" che verranno ridenominati 'Province'. Gli organi istituzionali delle Città metropolitane saranno il presidente, la Giunta metropolitana e il Consiglio metropolitano, mentre per i Liberi consorzi la guida sarà affidata a presidente della Provincia, Giunta provinciale e Consiglio provinciale. Avranno le tipiche funzioni delle vecchie Province regionali e gli organi elettivi saranno il presidente della Provincia e il Consiglio provinciale. Il sistema elettorale prevede lo sbarramento del cinque per cento, le quote di genere e altre regole già affermate nei sistemi elettorali dei Comuni e della Regione. Le figure politiche saranno dimensionate secondo la popolazione residente: ci saranno 246 consiglieri provinciali, 61 assessori e naturalmente nove presidenti. Quanto costeranno i 316 nuovi politici? La nuova spesa stimata è di 11 milioni di euro ogni anno.
LIVESICILIA.
La sfida delle Zes in Sicilia, Fitto: "Così cambieremo il Sud". Intervista al ministro per il Sud Raffaele Fitto. In anteprima ecco cosa prevede il suo progetto.
Un'unica Zona economica speciale per tutto il Sud. Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei e il Sud, svela in anteprima il nuovo progetto del Meridione sposato dall'Unione Europea. Che parte dal superamento, in Sicilia, delle due Zone economiche speciali esistenti. La nostra intervista.
L'annuncio di un'unica zona economica speciale per il Mezzogiorno sembra un'opportunità, se non fosse per alcune questioni che abbiamo rilevato con le nostre analisi sulla Sicilia. La prima, che potrebbe essere cruciale, è: tutti i Comuni entreranno a far parte della Zes del Sud a differenza di quelli selezionati per le due Zes isolane?
"La nostra proposta prevede che tutti i comuni del Mezzogiorno saranno inseriti nella Zes. Non esisteranno più richieste, pareri e istruttorie, ma con la nostra proposta ogni territorio sarà messo in condizione di svilupparsi e attrarre investimenti. Lo Stato sosterrà questo con risorse che favoriranno lo sviluppo infrastrutturale necessario a sostenere il rilancio dei territori mediante strumenti di attuazione rafforzata che diano certezze alle imprese. Il nostro obiettivo è stabilire tempi certi per tutti e soprattutto definire le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti. In caso di inerzia e inadempimento sarà attivato il potere sostituivo".
Altro interrogativo è quali saranno gli strumenti principali che permetteranno di attuare gli investimenti di cui parla e rendere queste zone particolarmente competitive? E quali i vantaggi concreti che consentiranno di abbandonare la logica assistenziale che ha caratterizzato il passato?
"La proposta mira ad estendere a tutto il Mezzogiorno le misure di semplificazione e accelerazione nonché riduzione dei tempi delle procedure autorizzative e le norme di sostegno alle imprese previste per le Zone Economiche Speciali. Il tutto tenendo conto della recente evoluzione della politica della Commissione europea in materia di aiuti di Stato - e a questo proposito voglio sottolineare la positiva interlocuzione con il Vice-Presidente e Commissario per la Concorrenza Vestager - nonché delle altre decisioni prese a livello europeo su impulso del Governo italiano in termini di flessibilità nell'utilizzo delle risorse e della proposta di nuovi strumenti come Step (la nuova piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa). Inoltre, si mira ad estendere su un orizzonte temporale più ampio gli strumenti di agevolazione fiscale e contributiva sia automatici sia a sportello già in essere, così come ad attivare ulteriori misure di incentivazione per le imprese operanti nei settori strategici. Sul piano operativo, si estende a tutto il Mezzogiorno l'autorizzazione unica per l'avvio delle attività produttive e la riduzione di un terzo dei termini di conclusione dei procedimenti. Trasparenza ed efficienza dell'intero processo saranno assicurate attraverso uno Sportello Unico Digitale. Credo che tutto questo possa rappresentare una buona base di partenza per contribuire a disegnare un contesto economico-sociale differente, non basato su una logica assistenziale, ma caratterizzato da una visione di crescita, sviluppo e competitività".
Il divario Nord - Sud, come conferma l'ultimo rapporto Istat, è in costante aumento. L'Unione Europea ha accolto la sua proposta. Cosa succederà adesso?
"Innanzitutto, credo che siano d'obbligo due premesse: la prima che conferma come il Sud sia tra le priorità del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con una logica diversa rispetto al passato, spesso caratterizzata da interventi a pioggia e frammentati senza visione strategia di sviluppo e rilancio competitivo. La proposta di una Zes unica, così come anche il lavoro che stiamo portando avanti con le regioni sulle risorse europee e nazionali vanno nella giusta direzione; la seconda premessa è che tutti gli indicatori economici e sociali, nonché l'ultimo rapporto, l'ottavo, della Commissione europea ci dicono che i divari tra le regioni del Mezzogiorno e il resto delle regioni d'Italia, ma anche delle altre regioni del continente europeo, sono cresciuti nell'ultimo decennio. Quindi, è fondamentale cambiare l'approccio e il paradigma di decenni di politiche per il Mezzogiorno che spesso non hanno funzionato. Nelle prossime settimane prepareremo la nostra proposta che riguarderà una serie di misure che dovranno rappresentare fattori efficienti di attrazione per gli investimenti, di misure in grado di formare e valorizzare il capitale umano, e creare un tessuto economico, produttivo e sociale in grado di sostenere la coesione sociale ed economica".
Rendere strutturale la 'Decontribuzione Sud', sostenendo l'occupazione, rappresenta un vero cambio di passo? Come fare per assicurarsi che gli investimenti siano effettivamente duraturi e produttivi, per evitare il ripetersi di passate esperienze e cattedrali nel deserto?
"'Decontribuzione Sud' è l'esempio di misura efficace e funzionale al sistema economico e produttivo del Mezzogiorno. Una misura per la quale ci siamo battuti quando eravamo all'opposizione, che appena insediati al Governo abbiamo, attraverso un dialogo con la Commissione, prorogato fino al 31 dicembre 2023, e che ora abbiamo l'obiettivo di rendere strutturale. Gli esperimenti del passato spesso sono stati il frutto di politiche spot, ora Giorgia Meloni e il nostro Governo vogliamo dare visione e strategia ad un disegno di lungo periodo, valorizzando il ruolo e la posizione del Mezzogiorno al centro del Mediterraneo. In questi giorni sto leggendo che queste misure non saranno risolutive rispetto ad alcune criticità come la crisi demografica e lo spopolamento del Sud, così come l'impoverimento socio-educativo-culturale. Credo che non bisogna rassegnarsi a questa narrativa, ma occorra invece lavorare per invertirla e credo che questo Governo lo stia facendo in un'ottica che, mi piace ribadire, vuole caratterizzarsi per visione e strategia".
Come sarà possibile consentire un'adeguata suddivisione delle risorse e delle opportunità di crescita in base ai nuovi criteri territoriali?
"Le risorse saranno a disposizione di tutto il Mezzogiorno e saranno assegnate nel rispetto dei criteri di riparto. Il criterio di finanziamento delle singole iniziative risponderà a precisi impegni e garanzie che i singoli investitori assumeranno con lo stato attraverso gli strumenti agevolativi attualmente previsti. Non vi saranno più fortini, ma sarà data a tutti la possibilità di crescita. La nostra intenzione è premiare le migliori iniziative mediante precisi criteri e soprattutto attraverso una strategia integrata di sviluppo."
CANICATTIWEB.
Agrigento, consegnati i lavori di adeguamento sismico del Liceo scientifico "Leonardo".
Sono stati consegnati i lavori relativi all'adeguamento antisismico impiantistico e funzionale del Liceo Scientifico "Leonardo" di Agrigento. L'intervento è finanziato dall'Unione europea nell'ambito dei progetti "Next Generation EU" per un importo complessivo di circa 8 milioni di euro. Sono previsti interventi sugli edifici esistenti ed in particolare si potrà finalmente riutilizzare anche il corpo di fabbrica che era stato precedentemente interdetto all'uso per delle carenze strutturali evidenziate dalle verifiche sismiche effettuate a cura dell'Ufficio Tecnico provinciale del Libero Consorzio di Agrigento. Gli adeguamenti strutturali saranno propedeutici all'adeguamento della funzionalità distributiva e dell'impiantistica che sarà rinnovata integralmente secondo le più recenti normative, anche europee.Sono previsti anche degli interventi sulle aree esterne di pertinenza della scuola e adiacenti i corpi di fabbrica, che prevedono oltre al totale rinnovamento degli impianti sportivi a servizio esistenti, anche nuove piantumazioni con essenze arboree autoctone, nuove recinzioni e il potenziamento dell'illuminazione esterna. Tutti gli interventi saranno effettuati di concerto con la Soprintendenza di Agrigento nel rispetto delle normativa di tutela paesaggistica ed architettonica vigente.La durata prevista contrattualmente è di 24 mesi naturali e consecutivi e pertanto i lavori saranno ultimati entro il 12 luglio 2025.
LENTEPUBBLICA.
Concorsi pubblici, in vigore il nuovo regolamento.
Il nuovo regolamento, che stabilisce nuove misure destinate alle procedure nei concorsi pubblici, è entrato in vigore: ecco cosa cambia.
Sono già a regime le nuove norme sull'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nel pubblico impiego.
Scopriamo dunque quali sono tutte le novità.
Concorsi pubblici, in vigore il nuovo regolamento
Le nuove misure sono entrate ufficialmente in vigore il 14 luglio. Il testo contiene la disciplina regolamentare che le amministrazioni sono tenute ad applicare nell'espletamento delle procedure concorsuali.
L'intervento si inquadra nell'ambito di una riforma di sistema che interessa la pubblica amministrazione, con l'obiettivo di realizzare un ampio disegno volto alla riforma della capacità amministrativa della pubblica amministrazione e al raggiungimento degli obiettivi negoziati con la Commissione Europea nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Concorsi su base territoriale
In primo luogo i concorsi unici potranno essere organizzati su base territoriale.
In sostanza, chi partecipa a un concorso pubblico, anche se bandito su base nazionale, potrà scegliere la Regione per cui partecipare e potrà concorrere solo per quella.
Potranno esserci degli slittamenti da un ambito territoriale all'altro, solo se in una non vi saranno abbastanza candidati idonei. Però, il trasferimento potrà avvenire solo tra Regioni confinanti.
Tetto agli idonei
Ed ancora, l'amministrazione potrà coprire i posti non assegnati mediante scorrimento delle graduatorie degli idonei non vincitori dello stesso profilo in altri ambiti territoriali confinanti con il maggior numero di idonei.
Nei concorsi pubblici saranno considerati idonei i candidati collocatisi, nella graduatoria finale, entro il 20% dei posti successivi all'ultimo di quelli banditi.
In caso di rinuncia all'assunzione o di dimissioni del lavoratore entro 6 mesi dall'assunzione, l'amministrazione potrà procedere allo scorrimento della graduatoria.
Pubblicazione bandi
I bandi per i concorsi pubblici saranno pubblicati sul Portale inPA, il portale per il reclutamento del personale della Pubblica Amministrazione e sul sito dell'ente che organizzerà il concorso.
Rappresentatività di genere
In una nota della Funzione Pubblica, si evidenzia che sarà data una particolare attenzione alla rappresentatività di genere, con l'obiettivo di eliminare qualsiasi forma di discriminazione.
Sono previste anche delle speciali tutele per le donne in stato di gravidanza o di allattamento.
Prova orale
Fino al 31 dicembre 2026, i bandi di concorso, per profili non apicali, potranno prevedere solo lo svolgimento della prova scritta, eliminando il colloquio orale.
LENTEPUBBLICA.
Stabilità finanziaria degli Enti locali, ecco la situazione attuale.
Enti locali in fase di dissesto, deficit o riequilibrio finanziario pluriennale: è adesso disponibile il Rapporto sulle attività della Commissione per la stabilità finanziaria.
Il dossier semestrale si riferisce al periodo che va dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2023.
L'art. 155 del TUOEL (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali) ha infatti attribuito alla Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti locali il compito di esercitare il controllo centrale su:
comuni e province che hanno dichiarato il dissesto finanziario
comuni, province e comunità montane strutturalmente deficitari
e infine comuni e province che fanno ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale.
Il testo completo del documento
Stabilità finanziaria degli Enti locali, il rapporto sulle attività della commissione
La Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali, anche per i primi sei mesi del 2023, ha proseguito l'attività di esame e di verifica degli strumenti di programmazione economico-finanziaria degli enti locali in dissesto finanziario, in procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ed in condizione di deficitarietà strutturale.
I dati emersi confermano un sensibile incremento degli enti locali che versano in condizioni di precarietà finanziaria, dato quest'ultimo, riconducibile ai perduranti strascichi dell'epidemia da Covid19, che si evidenziano soprattutto per quanto attiene alle entrate tributarie e al recupero dell'evasione.
Risanamento delle ipotesi di bilancio
Le ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato esaminate ed istruite nel primo semestre dell'anno 2023 hanno riguardato comuni concentrati prevalentemente nel Sud d'Italia, pari a 8 enti, in particolare:
4 nella regione Campania (3 comuni nella provincia di Caserta e 1 nella provincia di Napoli)
2 nella regione Siciliana (un comune in provincia di Messina e uno in provincia di Catania)
1 nella Regione Calabria
1 nella Regione Marche.
Il periodo di risanamento delle ipotesi di bilancio esaminate e, poi, approvate con decreto del Ministro dell'interno è stato programmato in un arco temporale sia triennale sia quinquennale.
Piani di riequilibrio adottati
Nello stesso periodo la Commissione ha istruito 44 piani di riequilibrio finanziario pluriennale, per il successivo inoltro alla Corte dei conti ai fini dell'eventuale approvazione, di cui 30 trasmessi con parere conforme alle prescrizioni contenute nella normativa vigente.
I piani di riequilibrio finanziario pluriennale esaminati ed istruiti hanno riguardato ancora una volta comuni concentrati prevalentemente al Sud d'Italia ed in particolare:
Calabria (14 comuni);
Sicilia (9 comuni);
Campania (5 comuni);
Lazio (4 comuni);
Basilicata (3 comuni);
Lombardia: (2 comuni);
Puglia (2 comuni).
Abruzzo (2 comuni);
Liguria (1 comune);
Molise (1 comune);
Piemonte (1 amministrazione provinciale).
Le difficoltà economico-finanziarie emerse dai provvedimenti esaminati sono in gran parte riconducibile all'incertezza del contenzioso pendente nonché alle difficoltà di realizzazione di reali entrate a fronte di una consistente rigidità della spesa.
Enti in dissesto
Il fenomeno delle criticità finanziarie degli enti locali continua a riguardare numerose amministrazioni locali.
In particolare, sono 126 i comuni e le province attualmente in dissesto finanziario, in quanto non ancora trascorsi i 5 anni decorrenti dall'anno del bilancio stabilmente riequilibrato.
I dati confermano una concentrazione delle dichiarazioni di dissesto di enti, purtroppo, sempre nelle regioni meridionali del Paese, in particolare:
Sicilia (40)
Calabria e Campania (31)
Lazio (7)
Abruzzo (5)
Lombardia (3),
Piemonte e in Puglia (2 casi in ciascuna regione)
in Basilicata, in Liguria, nelle Marche, in Molise, in Toscana (1 caso in ciascuna Regione).
Risultano, poi, nominati 210 Organi straordinari della liquidazione, che continuano l'attività di gestione delle passività in enti in dissesto per i quali sono, ad oggi, decorsi i cennati 5 anni dall'anno del bilancio stabilmente riequilibrato.
Giornale di Sicilia
Capitale della Cultura 2025, pronta a
partire la Fondazione
Saranno cinque i rappresentanti nominati dal Comune
Giovanna Neri
«Agrigento 2025». È la denominazione della fondazione che gestirà la Capitale italiana della Cultura.
La bozza finale è pronta e sarà oggetto di deliberazione della giunta comunale e, successivamente di
approvazione da parte del Consiglio comunale, munita del parere dei Revisori dei conti, così come
previsto dalla normativa vigente.
Ecco i dettagli: i membri della Fondazione si divideranno in fondatori, partecipanti e sostenitori.
Saranno fondatori i soggetti che hanno attivamente condotto il processo di candidatura della città di
Agrigento a Capitale italiana della Cultura 2025 e promosso la costituzione della Fondazione, ovvero
il Comune di Agrigento, Empedocle Consorzio universitario (Ecua) e l'Associazione MeNo. Lo statuto
prevede che i soci fondatori potranno ricevere incarichi dalla Fondazione per specifiche attività.
Il Consiglio di amministrazione dovrebbe essere composto da nove membri, cinque nominati dal
sindaco di Agrigento. L'articolo 9 stabilisce che Francesco Miccichè, per il ruolo rivestito
nell'aggiudicazione del titolo di Capitale italiana della Cultura 2025, non potendo partecipare al
Consiglio di amministrazione, sarà «ambasciatore» della Fondazione, ovvero presidente onorario di
diritto. Lo statuto dovrebbe già essere nelle mani di un notaio della città dei Templi e non più ad uno
del capoluogo siciliano, come annunciato in un primo momento.
I 18 articoli dello statuto chiarirebbero molti interrogativi e probabilmente potrebbero anche distendere
gli animi. Il 3 luglio il presidente di Empedocle Consorzio universitario Nenè Mangiacavallo, aveva
convocato per sabato scorso l'assemblea dei soci per discutere anche dello statuto della Fondazione.
Ma il sindaco Miccichè attraverso una pec ufficiale, datata 13 luglio, aveva fatto sapere che «lo
statuto della Fondazione è in fase di definizione» e che fino a quando non si completeranno i
passaggi burocratici necessari non sarà possibile prevedere l'ingresso di altri enti. Il presidente
Mangiacavallo, a questo punto, aveva anche inviato una lettera al sindaco lamentando il mancato
coinvolgimento del Consorzio universitario e del gruppo di lavoro che ha curato la candidatura nelle
sporadiche iniziative promosse dal Comune.
Il primo cittadino Miccichè comunque non si è fermato ed ha seguiti passo dopo passo le fasi
propedeutiche per avviare le attività della Fondazione. E adesso il sindaco tira l'asso fuori dalla
manica presentando lo statuto. Arriva anche la conferma che la sede sarà il prestigioso Palazzo
Tomasi, nel cuore del centro storico, a due passi dalla via Atenea. (*GNE*)
Libero consorzio di Trapani, vincolati 11 milioni per
i dipendenti
Il Libero consorzio comunale di Trapani (l'ex Provincia regionale) mette in cassaforte quasi 12 milioni
di euro (11 milioni 151 mila 880,75) che indica come «somme non soggette ad esecuzione forzata» in
quanto destinate, da qui alla fine dell'anno, al pagamento delle retribuzioni al personale dipendente e
conseguenti oneri previdenziali (una «voce» che incide per più della metà della somma), delle rate di
mutui e prestiti obbligazionari e all'espletamento dei servizi locali indispensabili.
Una determinazione che fonda su un decreto emesso dal commissario straordinario Raimondo
Cerami, acquisiti i pareri dei diversi Uffici interessati, che a sua volta fa riferimento alla normativa che
non ammette procedure di esecuzione e di espropriazione forzata nei confronti degli Enti locali o
presso soggetti diversi dai propri tesorieri, né atti di sequestro o di pignoramento presso le Sezioni di
Tesoreria dello Stato e presso le sezioni distaccate del Bancoposta per i fondi che abbiano quelle
destinazioni e che quindi sarebbero soggette a nullità, «rilevabile anche d'ufficio dal giudice», qualora
dovesse essere attivato un contenzioso.
Al totale di circa 12 milioni si arriva sommando le «voci» rispettivamente relative a: retribuzioni al
personale e oneri previdenziali 6 milioni 975 mila 341,75 euro; rate di mutui e di prestiti obbligazionari
scadenti nel semestre appena iniziato dell'anno 351 mila 539 euro; servizi connessi agli organi
istituzionali 75 mila euro; servizi di amministrazione generale 700 mila euro; servizi connessi all'ufficio
tecnico provinciale 350 mila euro; servizi connessi all'istruzione tecnica e scientifica 1 milione 250
mila euro; servizi all'infanzia abbandonata, ciechi ai sordomuti 1 milione 450 mila euro. I pagamenti
relativi a somme diverse da queste, chiarisce il dirigente del Settore Bilancio e Finanze, Economato e
Provveditorato, Renato Schifano, «avverranno seguendo l'ordine cronologico di ricevimento delle
fatture o, se non è prescritta fattura, dei provvedimenti di impegno della spesa».
Tutta la procedura richiama, infine, il deliberato dell'Assemblea dei sindaci dei 25 Comuni della
provincia con il quale è stato approvato, lo scorso giorno 5, il Bilancio di previsione triennale
2023/2025 del Libero consorzio e il decreto del commissario Cerami di due giorni dopo relativo
all'approvazione del Peg finanziario (Piano esecutivo di gestione) per il triennio 2023-2025. (*GDI*)
grandangoloagrigento.it
Consegnati i lavori di adeguamento sismico del Liceo scientifico "Leonardo" Gli interventi dureranno 2 anni e costeranno circa 8 milioni di euro.
Sono stati consegnati ieri, 13 luglio, i lavori relativi all'adeguamento antisismico impiantistico e funzionale del Liceo Scientifico "Leonardo"di Agrigento.
L'intervento è finanziato dall'Unione europea nell'ambito dei progetti "Next Generation EU" per un importo complessivo di circa 8 milioni di euro. Sono previsti interventi sugli edifici esistenti ed in particolare si potrà finalmente riutilizzare anche il corpo di fabbrica che era stato precedentemente interdetto all'uso per delle carenze strutturali evidenziate dalle verifiche sismiche effettuate a cura dell'Ufficio Tecnico provinciale del Libero Consorzio di Agrigento. Gli adeguamenti strutturali saranno propedeutici all'adeguamento della funzionalità distributiva e dell'impiantistica che sarà rinnovata integralmente secondo le più recenti normative, anche europee.
Sono previsti anche degli interventi sulle aree esterne di pertinenza della scuola e adiacenti i corpi di fabbrica, che prevedono oltre al totale rinnovamento degli impianti sportivi a servizio esistenti, anche nuove piantumazioni con essenze arboree autoctone, nuove recinzioni e il potenziamento dell'illuminazione esterna. Tutti gli interventi saranno effettuati di concerto con la Soprintendenza di Agrigento nel rispetto delle normativa di tutela paesaggistica ed architettonica vigente.
La durata prevista contrattualmente è di 24 mesi.
Cammarata, consegnati i lavori per manutenzione scuola Madre Teresa di CalcuttaLavori per un importo complessivo di 2 milioni e 500 mila euro.
Sono stati consegnati ieri mattina, i lavori di adeguamento antisismico, impiantistico e funzionale, dell'Istituto di istruzione secondaria "Madre Teresa di Calcutta di piazza Crispi a Cammarata.I lavori sono stati finanziati con le risorse del piano NEXT Generation- EU per un importo complessivo di 2 milioni e 500 mila euro.
siciliaonpress.it
DIRIGENTI SCOLASTICI IN PROVINCIA DI AGRIGENTO: ARRIVI IN MOBILITA' E CONFERME DELLE ASSEGNAZIONI IN SCADENZA
Molte novità, per quanto riguarda gli incarichi dei dirigenti scolastici, nelle sedi scolastiche della provincia di Agrigento.
Con riferimento ai cambiamenti di sedi d'incarico, all'interno della provincia, ci sono sette dirigenti scolastici interessati, mentre un ottavo proviene dalla provincia di Trapani.Di questi, due riguardano Palma di Montechiaro: si tratta di Cinzia Montana che, dall' I.I.S. Re Capriata diUn evento di alcuni anni fa al Cangiamila di Palma Montechiaro.Licata, passa a dirigere l' I.C. Cangiamila e di Luisa Floriana Racalbuto che, dall'IPSSAR Ambrosini di Favara, passa alla dirigenza scolastica del Giuseppe Tomasi Lampedusa.Ad Agrigento, invece, approda Giovanna Pisano (proveniente dall' I.I.S. Tommaso Fazello di Sciacca) per dirigere l' IPSCEOA - Nicolò Gallo.Sandra Scicolone passa dall' IC - Falcone - Borsellino di Favara all' IIS - Archimede di Cammarata, mentre Antonina Triolo resta a Ribera, ma dall'I.I.S. Francesco Crispi passa all' I.C. Don Bosco.Inoltre,i mutamenti a Sciacca concernono Nellina Librici che, dall' I.C. Quasimodo di Agrigento, è adesso all'I.I.S. Calogero Amato Vetrano; Maria Paola Raia che, restando a Sciacca, passa dal II circolo - Sant'Agostino al Liceo Scientifico Enrico Fermi; : Teresa Guazzelli che dal IV circolo didattico Quinci di Mazara del Vallo è trasferita all' I.C. Dante Alighieri (è questo l'unico caso di mobilità regionale con provenienza fuori dalla provincia di Agrigento).la scuola media Mendola di Favara Con riferimento agli incarichi in scadenza al 31 agosto 2023, ci sono ben 13 conferme anche per il nuovo anno scolastico 2023/24.Tre riguardano Favara. Infatti, Rosetta Morreale è confermata all' IC Bersagliere Urso-Mendola, Maria Vella all' IC- Falcone - Borsellino e Mirella Vella al Liceo Martin Luther King.Due interessano Canicattì: Giuseppa Cartella è confermata al C.D. Don Bosco e Maria Ausilia Corsello all'I.C. Verga.Poi, Marika Helga Gatto resta al Liceo Classico Empedocle di Agrigento; Luigi Costanza resta all'IC Rita Levi Montalcini di Agrigento; Maurizio Buccoleri all'IC Giacomo Leopardi di Licata; Elisa Maria Enza Casalicchio all'I.I.S. Enrico Fermi di Aragona; Maria Angela Croce all'I.C. Inveges di Sciacca; Vito Ferrantelli all'I.C. Roncalli di Burgio; Marilena Giglia all' I.C. Manzoni di Ravanusa; Giuseppina Gugliotta all' I.I.S. Luigi Pirandello di Bivona.Il murales di Rosario Livatino nella scuola media di NaroCi sono infine tre soli ingressi di dirigenti scolastici che, provenienti da sedi del Nord Italia, sono incaricati per l'anno scolastico 2023/24 nelle sedi di istituzioni scolastiche della nostra provincia.Il primo è Calogero Gioacchino Amato che proviene dalla Lombardia e sarà il nuovo dirigente scolastico dell'IC San Giovanni Bosco di Naro. Quindi, Paola Catanzaro che dal Piemonte approda alla dirigenza scolastica dell'IC Garibaldi di Realmonte. Infine, Leonardo Mangiaracina, dalla Lombardia, all'I.I.S. Tommaso Fazello di Sciacca, sostituendo Giovanna Pisano.
scrivolibero.it
Consegnati I Lavori Di Adeguamento Sismico Del Liceo Scientifico "Leonardo" Di Agrigento.
Sono stati consegnati ieri, 13 luglio, i lavori relativi all'adeguamento antisismico impiantistico e funzionale del Liceo Scientifico "Leonardo"di Agrigento. L'intervento è finanziato dall'Unione europea nell'ambito dei progetti "Next Generation EU" per un importo complessivo di circa 8 milioni di euro. Sono previsti interventi sugli edifici esistenti ed in particolare si potrà finalmente riutilizzare anche il corpo di fabbrica che era stato precedentemente interdetto all'uso per delle carenze strutturali evidenziate dalle verifiche sismiche effettuate a cura dell'Ufficio Tecnico provinciale del Libero Consorzio di Agrigento. Gli adeguamenti strutturali saranno propedeutici all'adeguamento della funzionalità distributiva e dell'impiantistica che sarà rinnovata integralmente secondo le più recenti normative, anche europee.
Sono previsti anche degli interventi sulle aree esterne di pertinenza della scuola e adiacenti i corpi di fabbrica, che prevedono oltre al totale rinnovamento degli impianti sportivi a servizio esistenti, anche nuove piantumazioni con essenze arboree autoctone, nuove recinzioni e il potenziamento dell'illuminazione esterna. Tutti gli interventi saranno effettuati di concerto con la Soprintendenza di Agrigento nel rispetto delle normativa di tutela paesaggistica ed architettonica vigente.
La durata prevista contrattualmente è di 24 mesi naturali e consecutivi e pertanto i lavori saranno ultimati entro il 12 luglio 2025.
ILSOLE24ORE.
Fisco, al Senato parte l'esame della riforma: riscossione, controlli e pace fiscale i nodi da sciogliere. Dopo il via libera della Camera una settimana fa, l'obiettivo del governo è chiudere l'iter prima della pausa estiva.
Il disegno di legge delega fiscale, una delle riforme bandiera del governo Meloni, entra nella fase finale con l'avvio dell'esame da parte del Senato. Dopo il via libera della Camera una settimana fa, l'obiettivo del governo è chiudere l'iter prima della pausa estiva, per poter lavorare ai primi decreti attuativi da settembre e rendere le nuove misure operative già a partire dal primo gennaio. La delega approvata dai deputati introduce le prime novità nel sistema fiscale italiano, contenute in 20 articoli.
Nodo pace fiscale
Nella riforma non c'è, per ora, la pace fiscale proposta dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Un'idea che potrebbe spuntare come emendamento, ma che per ora continua a far discutere. Salvini «fa le interviste in cui chiede il condono tombale, poi al governo sequestra i conti correnti degli evasori», ha detto Luigi Marattin, deputato di Azione-Italia Viva, spiegando che l'articolo 16 della delega contiene un principio «che consente di pignorare automaticamente i conti correnti degli evasori fiscali».
Possibili modifiche sulle sanzioni
La delega fiscale che approda al Senato dovrebbe essere modificata nella sua seconda parte (capitoli dal 13 al 20) e in particolare su riscossioni e controlli. Sui controlli l'idea è di andare a precisare meglio la logica di cambio di prospettiva da ex post a ex ante che anima la delega, quindi con il concordato preventivo per autonomi e piccole-medie e imprese e cooperative compliance per le grandi. Ma non solo, perché l'intenzione è di estendere il tutoraggio anche ai contribuenti che si trasferiscono in Italia per attrarre nuovi investimenti.
Gli interventi sulla riscossione
Sulla riscossione, il Senato proverà a inserire dei miglioramenti per garantire un bilanciamento tra interesse al recupero e tutela dei contribuenti, consentendo anche dei piani di rientro del debito con formule più sostenibili. Blindata dovrebbe invece essere la detassazione di straordinari e tredicesime per i redditi più bassi, così come la possibilità di rateizzare l'acconto delle tasse di novembre e di ridurre la ritenuta d'acconto per gli autonomi. C'è poi la flat tax incrementale per gli autonomi, mentre resta in stand by quella per i dipendenti.
Norme per i giovani
La richiesta del Parlamento, in vista della rimodulazione delle tax expenditures, è quella di tutelare le agevolazioni per gli under 30 per l'ingresso nel mondo del lavoro. Per le aziende c'è poi uno sconto sull'Ires, la principale imposta sugli utili: verseranno meno se impiegano il reddito prodotto in investimenti qualificati, nuove assunzioni o schemi stabili di partecipazione dei dipendenti agli utili. Via libera anche al graduale superamento dell'Irap, senza aumenti a carico delle imprese. L'imposta, introdotta nel 1997, serve a finanziare le Regioni e in particolare la sanità. La soluzione del governo prevede l'istituzione di una sovraimposta che garantisca gettito equivalente per coprire il fabbisogno sanitario.
Tasse automobilistiche
La riforma mette ordine anche nelle tasse automobilistiche: è previsto un progressivo superamento del superbollo. C'è poi una mini stretta sulla vendita di e-cig: non si potranno acquistare da Paesi extra Ue. Ok infine al Garante nazionale dei contribuenti, al coinvolgimento della Guardia di Finanza nel piano di controllo per il contrasto al gioco illegale e alla delega al governo ad introdurre la global minimum tax.
ILSOLE24ORE.
Grassi: «Stringere i tempi sul Pnrr. Rischio paralisi anche sui Fondi di coesione». Per il vicepresidente di Confindustria, «l'Italia è chiamata a rispondere della fiducia che le è stata accordata».
La «priorità paese». Il vero snodo da cui dipende la crescita dell'Italia, la sua credibilità a livello europeo, la possibilità concreta di realizzare le riforme attese da decenni, sulle quali «da tempo constatiamo un allentamento della tensione politica e per le quali riteniamo ingiustificata qualunque rimodulazione temporale», il superamento delle disuguaglianze che ancora pesano.
È un richiamo forte, anzi un vero e proprio allarme quello che arriva da Confindustria sull'attuazione del Pnrr: «il fattore tempo è fondamentale, i mesi per riflettere sono diventati troppi, occorre decidere e attuare. Con un'operazione verità, più volte richiamata dal presidente Bonomi, sugli investimenti. Siamo preoccupati che l'indeterminatezza si trasformi in paralisi».
Il timore di Vito Grassi, vice presidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale, è che questo ritardo - e il conseguente clima di incertezza che ruota attorno al Pnrr - si trasferisca a tutta la politica di coesione, coinvolgendo più programmazioni finanziarie: «c'è il rischio di ritardare anche l'avvio dei bandi della programmazione 2021-2027, come sta già succedendo in alcuni territori, proprio tra quelli che devono recuperare il divario maggiore».
È una partita complessa e intrecciata, da affrontare con determinazione, guardando avanti: «non è produttivo cercare responsabilità o errori passati, piuttosto è fondamentale pensare al futuro, rivolgere sforzi e risorse su interventi e misure di accelerazione, come potrebbero essere quelle destinate alle imprese». I soldi vanno spesi per quei progetti che creano crescita potenziale per il paese. In caso contrario, è più efficace destinarli al mondo produttivo, con benefici automatici per chi investe, cioè con lo strumento dei crediti di imposta: «con i suoi investimenti - sottolinea Grassi - il sistema produttivo può essere protagonista nel traghettare l'Italia verso lo sviluppo, in particolare verso il completamento delle transizioni green e digitale, tenendo sempre al centro il fattore umano e le sue competenze». L'esempio che fa Grassi riguarda proprio la transizione energetica e l'obiettivo intermedio al 2030 del Fit for 55: per raggiungerlo, in base ai dati Ue, l'Italia dovrebbe investire sui 1.100 miliardi, mentre il Pnrr ne stanzia 60. «Non c'è, quindi, solo la difficoltà di spendere queste risorse, ma di attuare urgenti misure a sostegno dell'enorme sforzo che si chiede ai privati».
L'Italia non può permettersi di perdere questa occasione e questi finanziamenti: «come abbiamo potuto vedere nel Documento di economia e finanza, nei prossimi mesi le risorse di bilancio saranno limitate. Le uniche a disposizione della crescita saranno proprio quelle previste dal Pnrr, dal RepowerEu e dai fondi di coesione. Per questo occorre, ancora con maggiore determinazione, utilizzarle tutte e nel modo più efficace».
Occorre riscoprire lo spirito del piano: «nasce nell'ambito del Next Generation EU. La finalità è lasciare alle prossime generazioni un paese migliore di quello che è oggi. È un'occasione storica ed è necessario che il Pnrr si rivolga innanzitutto a ricucire i divari». Per le imprese, aggiunge il vice presidente di Confindustria, due sono quelli che maggiormente penalizzano lo sviluppo del paese e su cui bisogna lavorare con maggiore intensità: il divario infrastrutturale e quello di competitività.
Le modifiche al Pnrr sono sul tavolo della politica e al centro del dialogo con Bruxelles. Ma i contorni vanno ancora definiti: «sappiamo che saranno fatte rimodulazioni ma non conosciamo i dettagli delle modifiche. Inoltre non abbiamo informazioni sul contenuto dell'addendum al Pnrr previsto dal Repower EU, che dovrà contenere le misure di contrasto alla crisi energetica». Un'incertezza che riguarda tutti i finanziamenti della politica di coesione: «si parla da mesi di spostare i progetti del Pnrr sulla programmazione dei fondi SIE, i fondi strutturali e di investimento europei, e del FSC, il fondo per lo sviluppo e la coesione. È essenziale che questa ipotesi venga definita al più presto nei dettagli, condividendo il percorso con le Regioni e con il partenariato economico-sociale». La recente Cabina di Regia convocata sulla quarta rata, dice Grassi, ha avuto esiti positivi sulla definizione degli impegni collegati. Ma c'è un pesante rovescio della medaglia: «annunciare la rimodulazione di 10 obiettivi su 27 significa implicitamente riconoscere un ritardo su più di un terzo di quegli obiettivi, oltre al fatto che, al momento, non sono noti i termini della richiesta di pagamento che sarà presentata alla commissione».
C'è il rischio paralisi, ripete Grassi. Ma c'è anche un risvolto politico importante che può pesare sulle azioni future della Ue: «dal successo del Pnrr dipende anche la possibilità che il Next Generation EU non sia una scelta isolata per l'Europa. L'Italia è chiamata a rispondere della fiducia che le è stata accordata con il massimo delle somme disponibili».
La governance del Piano è fondamentale: bene la scelta del governo di rafforzare il ruolo della presidenza del Consiglio, istituendo una struttura di missione, anche se questo passaggio, sottolinea Grassi, ha determinato un periodo di assestamento che ha pesato sui ritardi. Il vice presidente sollecita quindi un rapporto più forte tra pubblico e privato: «va rafforzato il confronto con le parti sociali, la partecipazione alla Cabina di regia non è automatica e finora è stata sporadica. Invece un confronto effettivo con le parti sociali servirebbe, specie in questo periodo, a individuare in modo efficace le linee di intervento».