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rassegna stampa dal 22 al 24 luglio 2023

lentepubblica.it
Il modello aggiornato per il nuovo codice di comportamento.


Il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici è entrato in vigore lo scorso 14 luglio: ecco il modello aggiornato a disposizione per le singole amministrazioni.
Il testo rivisitato, entrato in vigore da circa una settimana, adatta all'attuale contesto socio-lavorativo il precedente codice del 2013 e dà attuazione all'articolo 4 del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito con legge 29 giugno 2022, n. 79, nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
I punti centrali del nuovo codice In sintesi questi sono i passaggi più importanti del nuovo regolamento: la responsabilità attribuita al dirigente per la crescita professionale dei collaboratori e per favorirne le occasioni di formazione e le opportunità di sviluppo l'espressa previsione della misurazione della performance dei dipendenti anche sulla base del raggiungimento dei risultati e del loro comportamento organizzativo l'imposizione di comportamenti che sono atti a prevenire il compimento di illeciti e di svolgere le proprie mansioni nel rispetto della legge, al fine di anteporre l'interesse pubblico a quello privato il divieto di discriminazione basato sulle condizioni personali del dipendente, quali ad esempio orientamento sessuale, genere, disabilità, etnia e religione le condotte personali dei dipendenti realizzate attraverso l'utilizzo dei social media non devono in alcun modo essere riconducibili all'amministrazione di appartenenza o lederne l'immagine ed il decoro rispetto dell'ambiente contribuire alla riduzione del consumo energetico e della risorsa idrica riduzione dei rifiuti e il loro riciclo. Il modello aggiornato per il nuovo codice di comportamento. Si ricorda che le singole amministrazioni sono chiamate a definire un proprio Codice di comportamento che integri e specifichi quello nazionale. Sull'applicazione di tali norme di secondo livello devono vigilare i dirigenti, le strutture di controllo e gli uffici di disciplina. Ed è per questo motivo che è molto importante che le varie Pa abbiano a "portata di mano" una vera e propria "traccia e indicativa" che agevoli il compito per chi deve stabilire le regole e farle rispettare. Nel caso specifico il modello si riferisce a un Comune, ma, nella sua forma "editabile" può essere utile anche per altre tipologie di amministrazione. Qui di seguito citiamo a titolo esemplificativo alcune voci e sezioni che ne fanno parte. Ambito di applicazione. Gli obblighi di condotta previsti valgono per tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche, e nei confronti dei collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell'amministrazione. Principi generali Il dipendente rispetta altresì i principi di integrità, correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza e agisce in posizione di indipendenza e imparzialità, astenendosi in caso di conflitto di interessi.


scrivolibero.it 

Pubblicato Il Nuovo Registro Provinciale Degli Enti Accreditati Per I Servizi A Favore Degli Studenti Disabili.

E' stato pubblicato sull'Albo Pretorio on-line del Web del Libero Consorzio comunale di Agrigento, (www.provincia.agrigento.it), il Registro aggiornato degli enti del terzo settore senza scopo di lucro, che svolgono attività non commerciale, già accreditati agli albi regionali, per lo svolgimento dei servizi specialistici di autonomia e comunicazione a favore degli studenti disabili frequentanti nelle scuole di competenza dell'Ente.
Il termine di scadenza per la presentazione delle nuove istanze era stato fissato per il 15 luglio, data in cui, anche gli enti già iscritti, hanno dovuto confermare o meno, sotto la propria responsabilità, di essere in possesso dei requisiti per l'iscrizione e l'eventuale adeguamento dei propri statuti/atti costitutivi alle disposizioni del Codice del Terzo Settore e di non avere scopo di lucro.
Il provvedimento odierno, porta la firma della Dirigente del settore Solidarietà sociale Maria Antonietta Testone e del responsabile del procedimento Giuseppe Iacono.


focussicilia.it

Nuove" Province in Sicilia, probabili le elezioni entro quest'anno Quasi esitato il testo in commissione Affari istituzionali all'Assemblea regionale: potrebbe essere approvato nei primi giorni di agosto. Dopo la pausa estiva, l'Ars potrà procedere. Si sta lavorando perché la nuova legge regionale sia allineata con quella nazionale


Le elezioni per le "nuove" Province in Sicilia si fanno sempre più vicine. I siciliani potrebbero essere chiamati già entro l'anno al voto per eleggere gli organi politici dei nuovi enti. La nuova legge di riordino degli "enti di area vasta", ovvero le Città metropolitane e i Liberi Consorzi comunali, potrebbe infatti vedere la luce subito dopo l'estate. Inoltre, il testo conterrà al suo interno la data della prima consultazione elettorale: non si esclude possa essere fissata entro la fine del 2023 o, se i tempi dovessero allungarsi, a marzo o aprile 2024. Ne dà notizia a FocuSicilia Ignazio Abbate, deputato regionale e presidente della prima Commissione (Affari istituzionali) dell'Assemblea regionale siciliana, dove è in corso l'esame del disegno di legge 319-97 varato dalla giunta regionale il 3 marzo scorso e che disciplina funzioni, organi di governo e sistema elettorale di province e Città metropolitane. I lavori sono in fase avanzata, il termine per presentare emendamenti è scaduto ed "entro i primi giorni di agosto, pensiamo prima della chiusura estiva, quindi prima del cinque agosto - ipotizza Abbate - potrà essere esitato dalla Commissione".
Province: nella legge anche la data delle elezioniIl testo del disegno di legge dovrà fare anche un passaggio tecnico in quarta commissione (Bilancio) e poi potrà essere approvato definitivamente dalla prima commissione. Subito dopo, sarà incardinato dall'Aula per l'esame e il voto finale, "che si prevede possano avvenire già a settembre, alla ripresa dei lavori", prosegue il presidente della commissione. Quanto alla data delle elezioni delle Province, questa "sarà inserita nel testo, o in quello esitato dalla commissione Affari istituzionali, con un emendamento finale che potrei presentare io stesso in quanto presidente, o direttamente durante la discussione da parte dell'Aula", aggiunge Abbate. Le ipotesi al momento restano due: o il voto entro la fine dell'anno o, se non si dovesse trovare la quadra politica, in primavera 2024, tra marzo e aprile. Perché le cose vadano per il verso giusto, la legge regionale dovrà "allinearsi" alla nuova legge nazionale che riordinerà le Province in tutta Italia. Al momento il disegno di legge analogo a quello siciliano è in discussione in Senato e dovrà proprio sostituire l'attuale "Legge Delrio" sui Liberi consorzi di Comuni, dichiarata incostituzionale con sentenza 240/2021 della Consulta.
Allineare Roma e Palermo e andare presto al votoL'auspicio è che questa riforma delle Province cammini con lo stesso passo sul piano sia regionale che nazionale. Per questo la politica siciliana sta procedendo in accordo con i palazzi romani, dai quali pare sia stato ottenuto una sorta di informale "via libera" per procedere e completare l'iter del disegno di legge regionale. L'obiettivo è arrivare alle due leggi, quella regionale e quella nazionale, in tempi simili e con due testi che siano sostanzialmente coerenti tra loro, in modo da evitare o limitare la possibilità di impugnative della legge regionale da parte del governo nazionale. Tra l'altro, arrivare il prima possibile alla legge regionale sulle Province e quindi al voto è una necessità non più rinviabile. Lo ha imposto infatti la recentissima sentenza (n. 136/2023) della Corte costituzionale, che ha intimato alla Regione Siciliana di procedere subito al voto di secondo livello (che coinvolge, cioè, solo i sindaci e i consiglieri comunali e che è stato rinviato ben 11 volte in otto anni) nelle Città metropolitane e nei Liberi consorzi attualmente esistenti. L'assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Messina, pensa invece che il problema si risolverà una volta varata la nuova legge: allora, tutti i siciliani potranno andare al voto per eleggere le nuove Province.Secondo il disegno di legge, le Province saranno nove. Le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e gli altri sei attuali "Liberi consorzi comunali" che verranno ridenominati 'Province'. Gli organi istituzionali delle Città metropolitane saranno il presidente, la Giunta metropolitana e il Consiglio metropolitano, mentre per i Liberi consorzi la guida sarà affidata a presidente della Provincia, Giunta provinciale e Consiglio provinciale. Avranno le tipiche funzioni delle vecchie Province regionali e gli organi elettivi saranno il presidente della Provincia e il Consiglio provinciale. Il sistema elettorale prevede lo sbarramento del cinque per cento, le quote di genere e altre regole già affermate nei sistemi elettorali dei Comuni e della Regione. Le figure politiche saranno dimensionate secondo la popolazione residente: ci saranno 246 consiglieri provinciali, 61 assessori e naturalmente nove presidenti. Quanto costeranno i 316 nuovi politici? La nuova spesa stimata è di 11 milioni di euro ogni anno.


canicattiweb.it.

Pubblicato il nuovo registro provinciale degli enti accreditati per i servizi in favore degli studenti disabili

E' stato pubblicato sull'Albo Pretorio on-line del Web del Libero Consorzio comunale di Agrigento, (www.provincia.agrigento.it), il Registro aggiornato degli enti del terzo settore senza scopo di lucro, che svolgono attività non commerciale, già accreditati agli albi regionali, per lo svolgimento dei servizi specialistici di autonomia e comunicazione a favore degli studenti disabili frequentanti nelle scuole di competenza dell'Ente.
Il termine di scadenza per la presentazione delle nuove istanze era stato fissato per il 15 luglio, data in cui, anche gli enti già iscritti, hanno dovuto confermare o meno, sotto la propria responsabilità, di essere in possesso dei requisiti per l'iscrizione e l'eventuale adeguamento dei propri statuti/atti costitutivi alle disposizioni del Codice del Terzo Settore e di non avere scopo di lucro.
Il provvedimento , porta la firma della Dirigente del settore Solidarietà sociale Maria Antonietta Testone e del responsabile del procedimento Giuseppe Iacono.


QDS

Libero Consorzio Agrigento: focus sulla sicurezza scolastica.
Dopo gli interventi nell'Istituto Madre Teresa di Cammarata annunciati lavori per 12 milioni destinati alla messa in sicurezza anche del Leonardo di Agrigento e del Fazello di Sciacca.

AGRIGENTO - La messa in sicurezza delle scuole sembra essere una delle priorità per il Libero Consorzio comunale, che nelle ultime settimane ha avviato le procedure per mettere in sicurezza numerosi istituti della provincia, come già raccontato su queste pagine in merito all'Istituto di istruzione secondaria Madre Teresa di Calcutta di piazza Crispi, a Cammarata.
Nei giorni scorsi, sono stati consegnati i lavori relativi all'adeguamento antisismico, impiantistico e funzionale del Liceo scientifico Leonardo di Agrigento. "L'intervento - hanno sottolineato dall'Ente intermedio - è finanziato dall'Unione europea nell'ambito dei progetti Next generation Eu per un importo complessivo di circa 7 milioni e mezzo di euro. Sono previsti interventi sugli edifici esistenti e in particolare si potrà finalmente riutilizzare anche il corpo di fabbrica che era stato precedentemente interdetto all'uso per delle carenze strutturali evidenziate dalle verifiche sismiche effettuate a cura dell'Ufficio tecnico provinciale del Libero Consorzio di Agrigento".
Gli adeguamenti strutturali saranno propedeutici all'adeguamento della funzionalità distributiva e dell'impiantistica, che sarà rinnovata integralmente secondo le più recenti normative, anche europee. "Sono previsti anche degli interventi - hanno aggiunto gli uffici del Libero Consorzio competenti - sulle aree esterne di pertinenza della scuola e adiacenti i corpi di fabbrica, che prevedono oltre al totale rinnovamento degli impianti sportivi a servizio esistenti, anche nuove piantumazioni con essenze arboree autoctone, nuove recinzioni e il potenziamento dell'illuminazione esterna".
"Tutti gli interventi - hanno precisato ancora dall'ex Provincia regionale - saranno effettuati di concerto con la Soprintendenza di Agrigento nel rispetto delle normative di tutela paesaggistica e architettonica vigente. La durata prevista contrattualmente è di 24 mesi naturali e consecutivi e pertanto i lavori saranno ultimati entro il 12 luglio 2025".
Sempre nell'ottica di un miglioramento dei servizi agli studenti sono stati inoltre consegnati all'impresa aggiudicataria, l'Ati Oceania restauri (impresa capogruppo) ed Electric System Srl (mandante), i lavori di adeguamento antisismico, impiantistico e funzionale del Liceo classico Fazello di Sciacca.
Anche questi lavori sono finanziati dall'Unione europea nell'ambito dei progetti Next generation Eu per un importo complessivo di circa 5 milioni di euro. "Sono previsti interventi - hanno concluso dagli uffici del Libero Consorzio - che renderanno la struttura scolastica adeguata ai nuovi standard di sicurezza ed efficientamento energetico. La durata prevista per l'esecuzione dei lavori è di circa 20 mesi mentre l'ultimazione è prevista per il 28 marzo del 2025".


LIVESICILIA
Palermo, asse Lagalla-Faraone guardando alle Provinciali. La lista del sindaco pronta a diventare un partito.

Trasformare la lista del sindaco in un partito, esportare il modello di "Lavoriamo per Palermo", che un anno fa prese il 9% alle Comunali, a livello regionale (Lavoriamo per la Sicilia) e, nel caso in cui si voti per le Provinciali nella primavera del prossimo anno, provare a creare un grande centro che attiri pezzi da destra e da sinistra. Di questo, e di altro, si è parlato stamattina ai Giardini del Teatro Massimo in un incontro che ha avuto due padroni di casa: Roberto Lagalla, primo cittadino del capoluogo, e il renzianissimo Davide Faraone.
Sindaci e consiglieri in platea
Una riunione a porte chiuse e riservata agli amministratori locali o a chi lo è stato: in platea c'erano il sindaco di Bagheria Filippo Tripoli, l'assessore di Palermo Totò Orlando, il capogruppo Dario Chinnici, i consiglieri Giuseppe Mancuso, Ninni Abbate e Giovanna Rappa ma anche ex consiglieri renziani come Francesco Bertolino, Carlo Di Pisa, Paolo Caracausi e Luisa La Colla, l'ex assessore Toni Costumati, Nicola Vernuccio, il presidente del Cus Giovanni Randisi oltre ai nominati nelle partecipate. E poi amministratori come i sindaci di Enna, Corleone, Giuliana, Contessa Entellina, Campofiorito, Bivona, Ventimiglia di Sicilia, Capo d'Orlando, Mistretta, Aragona e perfino eletti nel Ragusano, nell'Agrigentino, nell'Ennese, nel Siracusano e nel Trapanese, per un totale di un centinaio di presenti.
Un asse che guarda alle Provinciali
Una riunione per rafforzare l'asse fra Lagalla e Faraone, mettere insieme centristi e riformisti ma anche per guardare alle Provinciali: l'idea è quella di aggregare al centro sfruttando le difficoltà che da un lato vive il centrosinistra, col Pd ormai schiacciato sul M5s, e dall'altro il centrodestra in cui Fi e Fdi si contendono la leadership dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, provando a indicare anche un candidato su cui (come fu per Lagalla, che è il presidente uscente della Città metropolitana) possano convergere altre forze politiche. Perché il tema è quello delle alleanze: Faraone alle Europee proverà a fare un listone riformista (con un dialogo già avviato con Cateno De Luca) e se le Provinciali si terranno, in concomitanza o quasi, il tema sarà come replicare l'asse includendo Lagalla che però guida una giunta di centrodestra. "E' presto per parlarne - dice uno dei partecipanti - e comunque già per le Comunali ci siamo ritrovati su un candidato unico".
L'ex rettore non si è sbilanciato, ma ha citato i casi di Palermo e Genova in cui Iv fa già parte di giunte di centrodestra. È fisiologico, però, che la posizione di Lagalla faccia drizzare le antenne ai tanti amministratori locali che, in giro per la Sicilia, non si riconoscono nei partiti più estremi e cercano una sistemazione, magari di carattere più civico e collocata al centro. Da qui la partecipazione di un centinaio di eletti ed ex eletti, attratti anche dal fatto che Lagalla, almeno per un altro anno, sarà anche sindaco metropolitano e quindi a capo di un ente che ha ricominciato a investire e avviare cantieri.
L'attivismo di Lagalla
L'attivismo di Lagalla però non è casuale. "Il sindaco per un anno ha frenato i tanti che volevano avvicinarsi a lui per non indispettire gli alleati - dice un consigliere navigato - ma intanto gli alleati glieli soffiano. Se Lagalla volesse potrebbe avere un gruppo di almeno 10 o 15 consiglieri, pescando anche a sinistra". Palermo è la più grande città italiana amministrata dal centrodestra e i sindaci, negli ultimi anni, hanno sfruttato la propria visibilità per diventare leader nazionali della propria parte politica come Renzi, Nardella, Sala, Appendino o De Magistris. Lagalla finora ha scelto una posizione defilata, ma le Provinciali saranno già un primo banco di prova per misurarsi e proporsi come leader ben oltre i confini palermitani, magari in un centro che in tutta Italia sta provando a riorganizzarsi.


SAVONANEWS

Province, ancora in alto mare l'annunciato ritorno all'elezione diretta.
Discussione in corso in Commissione al Senato con diversi nodi da sciogliere: dalle modalità di voto alle attribuzioni delle funzioni, ma anche su personale e stanziamento delle risorse
Province, ancora in alto mare l'annunciato ritorno all'elezione diretta.
Sembrava una passeggiata o poco più la "riforma delle riforma" delle Province e invece la materia si sta rivelando più ostica del previsto.
La Commissione che ha in esame la questione a Palazzo Madama non è approdata finora ad alcuna concreta decisione e i nodi da sciogliere restano molteplici.
L'ipotesi è sì il ripristino del sistema di elezione diretta, ma con il rinvio a una delega esercitabile entro diciotto mesi per la definizione delle funzioni delle Province e il relativo trasferimento di risorse.
Un'ipotesi che sarebbe però percepita come un qualcosa di monco, utile solo ai fini delle "poltrone" ma che non consentirebbe agli organi di governo provinciali di operare con adeguate dotazioni economiche e di personale.
Salvo il Movimento 5 Stelle, tutti i gruppi politici - pur con vari distinguo - convengono che sia assolutamente necessario mettere mano alla governance di Province e Città Metropolitane.
Dai verbali della Commissione, riunitasi giovedì 20 luglio in Senato, si registrano diversi interventi critici sul fatto che l'elezione di secondo grado si è rivelata inefficace nella pratica, poiché i sindaci e i consiglieri comunali eletti negli organi provinciali non riescono a svolgere contemporaneamente entrambe le funzioni facendo così venir meno quello che era stato lo spirito della riforma Del Rio.
In parecchi hanno evidenziato la necessità, per il futuro, di consentire ai presidenti delle Province di costituire proprie giunte, anche numerose (a seconda della popolazione), composte da amministratori esclusivamente dedicati al compito di governo del territorio provinciale.
Ma il nodo cruciale è un altro. Per giustificare l'elezione diretta occorre attribuire ulteriori funzioni alle Province, con relativa dotazione economica, umana e strumentale. In caso contrario la toppa sarebbe peggio del buco. Un eventuale fallimento e la dispersione di ingenti risorse finanziarie si ritorcerebbero politicamente contro chi l'ha voluta, cioè i partiti di centrodestra.
Dal punto di vista economico, non è ancora chiara la quantificazione complessiva degli oneri, su cui incide in maniera particolare il costo per il personale.
Per quanto riguarda il sistema elettorale, qualcuno ha fatto notare che un unico collegio elettorale coincidente con il territorio provinciale (questo sarebbe il caso di Cuneo), sarebbe in contraddizione con la funzione della Provincia di riequilibrare il peso elettorale dei capoluoghi e quello delle aree interne. Per ovviare a questo inconveniente c'è chi auspica un sistema proporzionale con premio di maggioranza e più collegi provinciali.
È appena il caso di rilevare che - secondo una nota del Ministero dell'Interno - i costi per l'elezione diretta di presidenti e consiglieri provinciali, nonché di sindaci e consigli metropolitani, sono pari complessivamente a circa 223 milioni di euro. Vari senatori hanno già arrotondato per eccesso, sin da subito, a 300 milioni di euro.
Se accanto a questi si considerano le risorse economiche e la dotazione di personale necessari per garantire la funzionalità delle Province, si capisce come la cifra sia destinata a lievitare in maniera rilevante.
Tra martedì 25 e mercoledì 26 dovrebbero concludersi i lavori della Commissione al Senato e forse se ne capirà di più. Al momento l'ipotesi più plausibile è che l'elezione diretta difficilmente sarà in calendario insieme alle elezioni europee, regionali e comunali nel 2024 ma slitterà al 2025, sempre che nel frattempo non insorgano altre complicazioni.
Se così sarà dovrebbe dunque arrivare alla naturale scadenza del mandato la presidenza del sindaco di Calizzano Pierangelo Olivieri, con una proroga fino alla tarda primavera del 2025. Resta invece da capire che ne sarà dell'attuale Consiglio provinciale, in scadenza nel prossimo autunno.
Probabile così una leggina "balneare" che nel frattempo fornisca ai presidenti istruzioni su come si dovranno comportare. In assenza di questa, prossimamente saranno convocati da Olivieri i "comizi elettorali" per procedere all'elezione del nuovo Consiglio provinciale.



ITALIAOGGI. 

La quota di pensionati supererà quella dei lavoratori. La percentuale di popolazione in età lavorativa si sta già riducendo e, in Europa e negli Stati Uniti, ha già raggiunto il picco. Ogni anno, nel futuro prevedibile, il numero di lavoratori si ridurrà costantemente seguendo la stessa tendenza dell'invecchiamento della popolazione. Una situazione difficilmente sostenibile, senza profonde riforme strutturali.

«Italy is disappearing!», l'Italia sta scomparendo, ha cinguettato Elon Mask commentando i dati sul calo demografico del Belpaese. La popolazione in Italia, al primo gennaio 2023, era di 58 milioni e 851 mila residenti. Ma nel 2022 i nati sono scesi, per la prima volta dal dopoguerra, sotto il limite di 400 mila unità, arrivando a quota 393 mila. E i decessi sono stati 713 mila. Quasi il doppio.
Naturalmente, al di là delle esagerazioni del proprietario di Twitter, la crisi demografica non colpisce solo l'Italia. I tassi di natalità sono ben al di sotto del livello di sostituzione in Europa, Stati Uniti, Cina, Corea, Giappone e molte altre nazioni. Il tasso di fertilità a livello globale è a 2,3 bambini per donna, appena al di sopra della soglia di sostituzione, e sta diminuendo costantemente.
Questo dato, insieme al prodigioso miglioramento economico e delle condizioni di salute degli ultimi decenni, sta portando a un rapido invecchiamento della popolazione: nel 1950 l'aspettativa di vita era di 46 anni, oggi è di 72 anni. Ma questo significa più persone in pensione e meno persone in attività.
La percentuale di popolazione in età lavorativa si sta già riducendo e, in Europa e negli Stati Uniti, ha già raggiunto il picco. Ogni anno, nel futuro prevedibile, il numero di lavoratori si ridurrà costantemente seguendo la stessa tendenza dell'invecchiamento della popolazione. In Italia si passerà da 35 milioni di occupati nel 2019 ai 27 milioni previsti nel 2070. Un calo di 8 milioni, cioè quasi un quarto di lavoratori che si metteranno a riposo e dovranno essere mantenuti dai pochi che continueranno a lavorare. Una situazione difficilmente sostenibile, senza profonde riforme strutturali. Infatti, è facile prevedere che si sia già chiuso il tempo dei pensionamenti anticipati (quota 100, secondo l'Inps, è stato un fallimento). Anzi. Secondo le stime dei demografi, nel 2030 l'età di pensionamento in Italia sarà di 68 anni. Un'età destinata a salire a 69 anni nel 2050 e a 71 nel 2070. E così via.
Ma l'età media della popolazione dovrebbe continuare ad aumentare, quindi il numero di anni medi in cui ciascuno si godrà la pensione sarà sempre più lungo. Con tutte le conseguenze che deriveranno dall'avere un mondo abitato da persone con un'età media sempre più elevata. È la silver economy: meno discoteche e più case di riposo, più medici e meno insegnanti, più robot e meno operai, più single e meno famiglie numerose. E ciascuno può continuare per suo conto questa cantilena.
Tentare di prevedere il futuro è sempre un esercizio sterile, soprattutto in questi tempi che hanno già sperimentato cambiamenti di scenari imprevisti e repentini. Ma sembra ormai evidente che i timori dei demografi del secolo scorso, di un mondo sovrappopolato e non più in grado di nutrire tutti i suoi abitanti, hanno cambiato di segno, per lasciare il posto agli incubi di un mondo occidentale non più in grado di riprodursi, destinato a ripercorrere la decadenza vissuta dall'impero romano venti secoli fa.




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