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rassegna stampa del 28 luglio 2023

giornale di sicilia

Libero Consorzio, un drone per la Protezione civile

 La Protezione civile del Libero Consorzio comunale di Agrigento si dota di un drone per interventi più diretti, rapidi ed efficaci. L'apparecchiatura, presentata al commissario del Libero Consorzio Raffaele Sanzo, renderà più agevole il monitoraggio a distanza laddove la conformazione morfologica dei luoghi non lo dovesse consentire. Il controllo da remoto con il drone sarà effettuato in diversi ambiti di competenza della Protezione civile, monitoraggio punti critici, ricerca persone scomparse, segnalazione incendi e in supporto alle altre componenti del sistema di protezione civile. «L'obiettivo di questo acquisto è quello di dotare la Protezione civile di uno strumento necessario alle molteplici attività svolte sul territorio» spiega il dirigente del Settore Achille Contino. A guidare il drone della Protezione civile saranno di volta in volta, tre piloti certificati Enac, il geologo Marzio Tuttolomondo, responsabile dell'ufficio di Protezione civile dell'ex Provincia e gli operatori Pietro Butera e Gerlando Picone. L'utilizzo dei droni permette di lavorare con maggiore sicurezza in situazioni di emergenza, con un notevole risparmio economico. (*GP*)

siciliaonpress.it
La Protezione civile, un drone per interventi più rapidi ed efficaci
Il Commissario Raffaele Sanzo: "Un passo avanti per tutelare i cittadini durante le criticità" La Protezione Civile del Libero Consorzio Comunale di Agrigento si dota di un drone per interventi più diretti, rapidi ed efficaci. L'apparecchiatura, presentata questa mattina al Commissario del Libero Consorzio Raffaele Sanzo, infatti, renderà più agevole il monitoraggio a distanza laddove la conformazione morfologica dei luoghi non lo dovesse consentire.Il controllo da remoto con il drone sarà effettuato in diversi ambiti di competenza della Protezione Civile, monitoraggio punti critici, ricerca persone scomparse, segnalazione incendi e in supporto alle altre componenti del sistema di protezione civile. "L'obiettivo di questo acquisto è quello di dotare la Protezione civile di uno strumento necessario alle molteplici attività svolte sul territorio - spiega il dirigente del Settore Achille Contino".  A guidare il drone della protezione civile saranno di volta in volta, tre piloti certificati ENAC, il Geologo Marzio Tuttolomondo, responsabile dell'ufficio di Protezione civile dell'ex Provincia di Agrigento e gli operatori Pietro Butera e Gerlando Picone. L'utilizzo dei droni permette di lavorare con maggiore sicurezza in situazioni di emergenza, con un notevole risparmio economico. L'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac) ha emanato un regolamento rivolto a tutti gli operatori professionali, aziende e amministrazioni pubbliche che effettuano "operazioni specializzate" con i droni affinché gli operatori siano iscritti in un elenco e il volo avvenga su aree autorizzate e rappresentate su mappe tematiche di sintesi su d-fligt sulla base della normativa vigente emanata da Enac. Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento è una delle prime fra le amministrazioni italiane ad essere iscritta all'elenco degli operatori autorizzati da Enac e ad avere piloti "certificati" alla guida del dispositivo.




lentepubblica.it
Stazioni Appaltanti non qualificate, che cosa è cambiato dal 1° luglio 2023


Disponibile la guida gratuita sul sistema di qualificazione istituito con il decreto legislativo n. 36/2023, completa di indicazioni operative per i soggetti non qualificati o qualificati ai livelli più bassi. La qualificazione delle Stazioni Appaltanti è divenuta obbligatoria dal 1° luglio ai sensi degli artt. 62 e 63 del nuovo Codice degli Appalti per la gestione delle procedure di gara sopra specifiche soglie di importo. Per avviare l'iter di qualificazione gli Enti devono presentare domanda di iscrizione all'apposito portale ANAC e autocertificare una serie di requisiti individuati nell'allegato II.4 del Codice.Dopo meno di un mese dall'efficacia del nuovo sistema, gli Enti che non hanno conseguito la qualificazione sono in netta maggioranza: possono ancora acquisire lavori, beni e servizi senza rivolgersi ai soggetti qualificati? Che cosa prevede la normativa per la fase di esecuzione dei contratti? Di seguito una sintesi del quadro normativo.Enti privi di qualificazione: quali procedure possono gestire secondo il nuovo Codice degli Appalti
Qualificazione per la progettazione e affidamento degli appaltiLa qualificazione per la progettazione tecnico-amministrativa, l'affidamento e il controllo delle procedure è obbligatoria dal 1° luglio per l'acquisizione di lavori sopra 500.000 euro e di beni e servizi sopra 140.000 euro. L'Autorità Nazionale Anticorruzione, a cui è demandata la vigilanza sul funzionamento del sistema, ha di conseguenza disposto il blocco del rilascio del CIG per gli Enti non qualificati.Ricordiamo tuttavia che non è stato fissato un termine per l'iscrizione all'elenco delle Stazioni Appaltanti qualificate: è quindi possibile inoltrare la domanda in qualsiasi momento.In aggiunta, è importante precisare che il sistema di qualificazione prevede un periodo transitorio. Fino al 30 giugno 2024 (Allegato II.4, art. 3, co. 3 e art. 5, co. 4, D.Lgs. 36/2023), il livello più elevato per i lavori (L3) e di servizi e forniture (SF3) è raggiungibile con un punteggio ridotto di 10 punti, mentre gli altri due livelli sono ottenibili con un punteggio ridotto di 5 punti.   



Livesicilia.it
Regione, la Consulta boccia le Variazioni di bilancio 2020"Errori sulle modalità di copertura della spesa". A Palazzo d'Orleans si studiano gli effetti del pronunciamento


Scure della Corte costituzionale sulla Sicilia. Con una sentenza del 4 luglio, le cui motivazioni sono state appena depositate, la Consulta ha infatti dichiarato l'illegittimità di un'intera legge: la numero 33 del 28 dicembre 2020, le Variazioni al bilancio di previsione della Regione. La legge, approvata in piena era Musumeci, si portava dietro nel nome anche le "modifiche di norme in materia di stabilizzazione del personale precario". Norme che, come ricorda la Consulta, fissarono "molteplici interventi di natura eterogenea": in altri termini, nuove spese.
Sentenza ai Raggi XUna mazzata arrivata nella serata di giovedì a Palazzo d'Orleans, non del tutto a sorpresa (la vicenda è annosa e complessa perché molto tecnica e dunque oggetto di contrapposte interpretazioni) e che sta costringendo i vertici della Regione a studiare a fondo la sentenza per verificarne le conseguenze immediate. Ed è per questo che nessuno, al momento, si è sbilanciato in commenti a caldo.Il nodo delle coperture
L'impugnativa decisa dall'allora governo Draghi ruotava attorno alla presunta violazione dell'articolo 81 della Costituzione. È quella parte del dettato costituzionale che sancisce il principio dell'annualità del bilancio e che introduce l'obbligo di copertura per ogni legge di spesa. Le norme approvate dall'Ars liberarono 421 milioni di euro coprendo le spese con il differimento della quota 2020 di recupero del disavanzo della Regione. Tutto questo facendo affidamento su un accordo con lo Stato che, però, sarebbe arrivato soltanto nel gennaio 2021 e che comunque si concretizzò "in modo diverso - ricordano i giudici della Consulta con la sentenza numero 165 di quest'anno - da quello prefigurato dalla Regione". La procedura che portò a quella mossa, secondo la tesi di Palazzo Chigi sposata in pieno dalla Corte costituzionale, non fu legittima perché basata su un accordo, di fatto, non ancora esistente. "Tale previsione, proprio per il suo carattere aleatorio, non poteva costituire la base di una valida e certa copertura della spesa", sentenziano i giudici.
La copertura finanziaria prevista per quei 421 milioni, quindi, viene considerata "non idonea" perché al momento dell'approvazione delle Variazioni di bilancio l'accordo vigente Stato-Regione prevedeva ancora la rata 2020 per il rientro dal disavanzo. Leso, in definitiva, il principio secondo il quale "la copertura finanziaria delle spese deve essere certa ed attuale e tradotta in un formale impegno di spesa sul relativo stanziamento". La Regione, davanti alla Corte, ha ricordato di essere corsa ai ripari già con il ddl Esercizio provvisorio per l'esercizio finanziario 2021. I tagli e le variazioni agli stanziamenti del bilancio 2020, però, non soddisfano l'Avvocatura dello Stato. Sono avvenuti, infatti, "ad esercizio finanziario 2020 ormai concluso" e quindi in contrasto "con il principio dell'annualità del bilancio".
La "clausola di salvaguardia" che non salva
Non passa l'esame della Consulta neanche la cosiddetta "clausola di salvaguardia", prevista all'articolo 3 della legge impugnata. Una scialuppa da calare in acqua nel caso in cui l'accordo Stato-Regione sulla spalmatura del disavanzo non fosse andato a buon fine. La copertura 'alternativa' di quei 421 milioni, infatti, venne individuata così nelle risorse non utilizzate del fondo istituito da Roma per aiutare le Regioni a fronteggiare l'emergenza Covid. Quelle somme, però, "non sarebbero sufficienti a coprire tutti gli oneri" provenienti dalla legge impugnata, ma questa non è l'unica anomalia riscontrata. La Consulta, infatti, ricorda che quei fondi "rappresentano una misura straordinaria, finalizzata a ripristinare l'equilibrio dei bilanci degli enti territoriali che nel periodo della pandemia si erano visti diminuire le entrate fiscali a causa del blocco delle attività": proprio in ragione di questo, quelle risorse "non possono essere impiegate per sostenere oneri ulteriori e diversi, che finiscono per ampliare la spesa corrente e incrementare il disavanzo".





















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