giornale di sicilia
Aeroporto, gli architetti tornano
all'attacco
Torna a prendere quota la realizzazione dell'aeroporto di Agrigento. Ieri ad intervenire sono stati
l'Ordine provinciale degli Architetti ed il Cartello Sociale. In particolare il presidente Rino La Mendola
ha ribadito: «Le emergenze di questa estate sottolineano l'urgenza di costruire lo scalo agrigentino. Il
Piano nazionale aeroporti, anche se non prevede uno scalo nella Sicilia centro-meridionale, ammette
l'insufficienza del sistema aeroportuale siciliano. Ci sono dunque le condizioni per chiedere
l'inserimento dell'aeroporto di Agrigento nella programmazione nazionale, purché si faccia presto».
Gli Architetti sostengono l'urgenza di realizzare in Sicilia un nuovo scalo aeroportuale che, da un lato,
costituisca un punto di riferimento per emergenze come quelle recentemente registrate e, dall'altro,
sia in grado di garantire la propria sostenibilità economica attingendo a un bacino di utenza diverso.
"Lanciamo ancora una volta un appello alle istituzioni competenti - conclude La Mendola - affinché
venga presentata urgentemente, al ministero delle Infrastrutture e all'Enac, la richiesta di inserire lo
scalo agrigentino nella programmazione nazionale". Anche il Cartello Sociale della provincia di
Agrigento rilancia il progetto e invita tutti i soggetti istituzionali e non a fare una battaglia comune per
avere riconosciuto il diritto a dotare il territorio di questa fondamentale opera. «L'aeroporto - afferma
il Cartello Sociale - non è un'opzione ma una necessità per rimediare all'isolamento in cui versa la
provincia di Agrigento » (*GNE*)
GRANDANGOLO
Agrigento, raffica di multe per sosta selvaggia alla Valle dei Templi.La domenica appena trascorsa è stata un vero e proprio caos in termini di viabilità.
Sono oltre trenta le multe elevate dagli agenti della polizia provinciale nella giornata di domenica lungo la Panoramica della Valle dei Templi di Agrigento. Sosta selvaggia e auto parcheggiate ai lati della carreggiata in barba alla segnaletica stradale. La domenica appena trascorsa è stata un vero e proprio caos in termini di viabilità.
L'ingresso gratuito al Parco Archeologico, in concomitanza con il forte vento che ha reso impossibile andare al mare, ha fatto sì che turisti e locali si riversassero ai Templi. Il parcheggio ai piedi del tempio di Giunone è subito andato sold out e alcuni automobilisti non hanno esitato a lasciare i veicoli lungo la carreggiata, in divieto di sosta, causando non pochi problemi al traffico.
LIVESICILIA
Caro voli, decreto del governo. Schifani: "Richiesta accolta".Il commento del presidente della Regione: "Roma riconosce fondatezza della nostra battaglia".
Le tariffe stellari da e per la Sicilia trovano uno stop imposto dal governo nazionale. E il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ringrazia Roma: "Da mesi ormai stiamo portando avanti la nostra battaglia contro il caro voli. Non possiamo che considerare, dunque, l'intervento del Consiglio dei ministri, da noi più volte sollecitato, un importante passo avanti per garantire ai siciliani, e ai viaggiatori in generale, il diritto a raggiungere l'Isola senza dover pagare cifre elevatissime".
"Apprezziamo la sensibilità dimostrata dal governo nazionale per una problematica che penalizza fortemente i siciliani e il settore turistico dell'Isola", aggiunge Schifani.
L'intervento del Consiglio dei ministri con il cosiddetto decreto omnibus impone il divieto dell'uso dell' algoritmo, ritenuto il colpevole dei rincari, per le isole e nei periodi considerati di massimo flusso turistico.
"Dopo le nostre denunce all'Antitrust, gli esposti alla magistratura e alla luce di questo nuovo provvedimento, spero che adesso anche i singoli vettori dimostrino responsabilità abbassando i prezzi. Continueremo senza sosta a lavorare, nell'interesse dei siciliani, come abbiamo fatto in questi mesi raggiungendo traguardi significativi come l'introduzione di un terzo vettore sulle tratte Catania-Milano e Palermo-Roma".
CANICATTIWEB
Dal Ddl Province è scomparsa la doppia preferenza di genere, "la sicilia indietro di anni luce".
"Il DDL sulle province nasce nel peggiore dei modi" - inizia così l'affondo di Maria Saeli, della direzione nazionale di Azione.
" A quanto si apprende, dal nuovo disegno di legge approvato già in Commissione, sarebbe scomparsa la doppia preferenza di genere e sarebbe stata ridotta anche la presenza di genere nelle Giunte provinciali. Un passo indietro eclatante da parte del Governo Regionale a guida Schifani!
La cancellazione dei piccoli passi avanti che, con fatica, si stavano compiendo in Sicilia per la partecipazione attiva delle donne in politica e per una equiparazione di diritti è qualcosa che lascia davvero basiti - continua Saeli, che conclude: "Mi auguro che i tanti Deputati che compongono l'ARS possano presentare emendamenti per cercare di non portare la Sicilia indietro anni luce!"
Ritornano le Province
Dopo dieci anni dall'abolizione delle Province trasformate in Liberi consorzi e commissariate, la Sicilia compie il primo passo per la reintroduzione degli Enti o meglio dell'elezione diretta degli organismi.
Questa settimana la commissione Affari istituzionali dell'Assemblea siciliana ha esitato il disegno di legge mettendo così fine all'esperienza voluta dal governo Crocetta quando si decise di abolire l'ente intermedio provinciale
Sarà dirimente, per il proseguimento dell'iter parlamentare, l'esito del confronto già avviato dal presidente della Regione siciliana Renato Schifani con il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. Nei giorni scorsi il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno (FdI) aveva chiarito che in Sicilia non si sarebbe fatta alcuna fuga in avanti prima della riforma della legge Delrio e che ogni iniziativa sarebbe stata concordata con la Conferenza dei Consigli regionali e col governo Meloni per evitare, tra l'altro, di inciampare su un'eventuale impugnativa.
Ecco cosa prevede il Ddl sulle Province
Via libera, dunque, dalla Commissione Affari Istituzionali dell'Ars al Ddl sulle Province. L'iter prevede ora l'esame della Commissione Bilancio e poi dell'Aula ed è connesso all'atteso provvedimento con cui il governo nazionale cancellerà la riforma Delrio. Finalmente sarà reintrodotto il voto diretto, restituendo ai cittadini la parola che era stata loro negata dalla abolizione delle Province voluta dal governo Crocetta. In base alla norma approvata in Prima Commissione si dovrebbe andare al voto nella sessione ordinaria primaverile, dal 15 aprile al 30 giugno. Inoltre sono previsti collegi da 60 a 120 mila abitanti, in modo da garantire una notevole rappresentanza territoriale. In aula riproporremo la figura del consigliere supplente. Monitoreremo l'applicazione del decreto assessoriale che disporrà maggiori competenze in tema di acque e rifiuti.
FOCUSICILIA
Pnrr, "tagli" ai Comuni siciliani per 1,5 miliardi. Agrigento provincia più colpita.La provincia che fa capo alla Capitale della Cultura 2025 è anche la più colpita dai tagli previsti nella revisione e del Pnrr presentata dal Governo Meloni. I dettagli delle somme definanziate nei diversi comuni siciliani secondo le stime del portale specializzato Openopolis.
Il governo Meloni vuole definanziare oltre 1,5 miliardi di euro del Pnrr affidati alle città siciliane. Il 36,5 per cento degli oltre quattro miliardi assegnati all'Isola nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, secondo le elaborazioni del portale Openopolis su dati del Governo e dell'Anci, Associazione nazionale comuni italiani. In termini assoluti, a perdere di più è Catania, dove sono stati definanziati 369,23 milioni su un miliardo e 50 milioni inizialmente previsti. In termini percentuali, invece, è Agrigento a pagare il prezzo più alto. La provincia dell'entroterra deve rinunciare a 143,18 milioni su 249,09 inizialmente assennati, il 57,5 per cento del totale. Quanto alle altre province, tutte devono dire addio a una fetta consistente dei fondi, in una forbice tra il 29 e il 47,5 per cento. Tagli consistenti, su cui l'ultima parola spetta all'Europa. "La proposta di revisione del Pnrr presentata dal governo è ancora sub iudice e deve essere validata dalla istituzioni europee prima di poter essere considerata definitiva", sottolinea infatti Openopolis.
Il dettaglio dei tagli per provincia
I tagli, come spiegato da FocuSicilia, colpiscono diversi ambiti, dall'efficienza energetica alla rigenerazione urbana, dal dissesto idrogeologico ai Piani urbani integrati (Pui). Nel dettaglio è la provincia di Palermo a perdere meno in termini percentuali. Il capoluogo deve rinunciare a 354,08 milioni su un miliardo e 205 milioni inizialmente previsti, il 29,4 per cento del totale. Seguono le province di Trapani, con 77,57 milioni definanziati su 249,42 totali (31,1 per cento), Catania con 369,23 milioni su 1050,89 (35,1 per cento), Messina con 273,88 milioni su 763,58 (35,9 per cento), Ragusa con 80,22 milioni su 191,91 (41,8 per cento), Siracusa con 91,9 milioni su 204,73 (44,9 per cento), Caltanissetta con 61,97 milioni su 134,3 (46,1 per cento) ed Enna con 37,86 milioni tagliati su 79,62 (47,5 per cento). Il definanziamento maggiore, come detto, è quello di Agrigento. La provincia che ospita la città appena proclamata Capitale della Cultura 2025 deve rinunciare a 143,18 milioni su 249,09, il 57,5 per cento del totale dei fondi inizialmente attribuiti dal Pnrr.
I tagli, naturalmente, non riguardano soltanto la Sicilia. "Complessivamente ai comuni e alle città metropolitane sono stati assegnati oltre 36 miliardi di euro", si legge sul portale Openolis. Gli stanziamenti maggiori riguardano le principali città italiane. "Il territorio dove sono stati assegnati più fondi è quello di Roma (2,3 miliardi). Seguono Napoli (1,8 miliardi) e Milano (1,4 miliardi)". In valori assoluti, si legge ancora sul portale, "il territorio maggiormente penalizzato da questa decisione del governo è quello di Napoli (824,8 milioni), seguito da quello di Roma (718,3 milioni) e Torino (493,6 milioni)". I numeri cambiano guardando al dato percentuale. "Se consideriamo la percentuale di fondi 'persi' rispetto a quanto inizialmente previsto, possiamo osservare che il danno più significativo lo fa registrare la provincia di Pistoia (meno 67,7 per cento). Seguono le province di Biella (meno 66,7 per cento) e Alessandria (meno 65,1 per cento)".
Le rassicurazioni del ministro Fitto
Nel complesso, scrivono gli esperti di Openopolis, "ammontano a 13,5 miliardi gli importi legati a progetti inizialmente finanziati con i fondi del Pnrr e che adesso dovranno essere ricollocati sotto altre voci di spesa". E ciò soltanto per la fetta destinata agli enti locali, chiamati a gestire la maggior parte dei fondi. Complessivamente, i tagli raggiungono la cifra di 16 miliardi, che secondo il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto non andranno persi ma semplicemente "dirottati" su progetti più facilmente raggiungibili entro la scadenza del 30 giugno 2026 prevista dal Piano. Presentando la bozza di revisione del Pnrr alla stampa, Fitto ha garantito che nemmeno un euro andrà perduto. "Il Governo attiva le misure necessarie per riprogrammare le risorse a favore di interventi coerenti e realizzabili nei tempi previsti e, contemporaneamente, assicura il completo finanziamento degli interventi stralciati". A patto che Bruxelles sia d'accordo.
SICILIATV
La Valle dei Templi presa d'assalto dai visitatori: elevate 30 multe per il parcheggio selvaggio.
Nella prima domenica di agosto, con la Valle dei Templi presa letteralmente d'assalto dai visitatori, è tornata la sosta "selvaggia" in via Panoramica dei Templi, per l'intera giornata percorribile in uno unico senso di marcia, quello a scendere, dalla zona di Bonamorone alla rotatoria di Giunone.
In tanti hanno lasciato le proprie vetture ai bordi della strada, precisamente nel tratto iniziale dell'arteria, quello a ridosso di un noto ristorante, e a piedi hanno raggiunto la Valle. Immediato l'intervento degli agenti della Polizia provinciale, che hanno complessivamente elevato ben 30 multe.
Come assicurano dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento, la via Panoramica dei Templi, che è una strada provinciale, sarà vigilata costantemente, sia nella prima domenica di ogni mese in concomitanza con la giornata di visite gratuite ai siti archeologici, che durante tutto il periodo estivo.
CORRIERE DI GELA
L'Ars accelera, ritorno province ed elezione diretta in autunno.
La prima commissione (affari generali) dell'Assemblea regionale siciliana ha licenziato il testo del disegno di legge che riesuma le province in Sicilia con il ritorno del voto diretto a suffragio universale degli organi di vertice degli enti intermedi, comprese le tre città metropolitane.
Il ddl n. 319 dovrà transitare dalla commissione bilancio per poi approdare in aula dopo l'estate e consentire, così, la fine dei commissariamenti entro novembre. Il turno elettorale è ipotizzato, infatti, tra la metà di ottobre e la fine di novembre. Roma permettendo, ovviamente, perché nelle more il governo nazionale dovrà cancellare la "Delrio" che prevede invece elezioni indirette di secondo livello.
Nello specifico, il disegno di legge esitato dalla prima commissione stabilisce che gli attuali liberi Consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani, assumono la denominazione di Province e si affiancano alle tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Il sindaco metropolitano diventa il Presidente della Città metropolitana, la Conferenza metropolitana diventa la Giunta metropolitana mentre rimane la denominazione di Consiglio metropolitano. Analogamente i tre organi di vertice delle province sono Presidente, Giunta e Consiglio.
Confermato l'obbligo di rappresentanza in Giunta (metropolitana e provinciale) di entrambi i generi, mentre viene introdotta la figura del consigliere supplente per il periodo di sospensione dalla carica di un consigliere chiamato a svolgere l'incarico di assessore. La supplenza viene affidata al candidato che, nella graduatoria delle preferenze all'interno della lista a cui il seggio era stato assegnato, segue immediatamente l'ultimo eletto.
Se i candidati di tale lista sono esauriti, il seggio è assegnato al candidato con la maggiore cifra individuale in termini di preferenze nell'ambito dei gruppi di liste (coalizioni) col medesimo contrassegno, presentati nei diversi collegi elettorali. La supplenza termina con la cessazione della sospensione e qualora dovesse sopravvenire la decadenza, si farà luogo alla surrogazione.
Città metropolitane e Province con popolazione pari o superiore al milione di abitanti vedranno eletti (dai cittadini) 36 consiglieri e nominati (dai Presidenti) fino a un massimo di 9 assessori (25% dei consiglieri). Città metropolitane e Province con popolazione pari o superiore a mezzo milione di abitanti vedranno eletti (dai cittadini) 30 consiglieri e nominati (dai Presidenti) fino a un massimo di 7 assessori (25% dei consiglieri). Province con popolazione inferiore a mezzo milione di abitanti vedranno eletti (dai cittadini) 24 consiglieri e nominati (dai Presidenti) fino a un massimo di 6 assessori (25% dei consiglieri).
Il Presidente (metropolitano e provinciale) viene eletto con voto diretto a suffragio universale sulla base di un unico collegio coincidente con la circoscrizione unica. Al primo turno è sufficiente raggiungere la soglia del 40% dei voti validi. Il voto alla lista collegata è trasferito automaticamente al candidato per il cosiddetto effetto trascinamento, ma l'elettore conserva la possibilità del voto disgiunto.
Se nessuno raggiunge la soglia del 40% si procede al secondo turno in cui i due candidati ammessi al ballottaggio possono (entro una settimana dal voto al primo turno) dichiarare ulteriori "apparentamenti". Al ballottaggio è eletto chi dei due prende più voti.
I consiglieri (metropolitani e provinciali) vengono eletti con voto diretto a suffragio universale sulla base di uno o più collegi interni alla circoscrizione unica. Ogni collegio di regola deve rappresentare una porzione del territorio (metropolitano e provinciale) che esprime una popolazione non inferiore a centomila abitanti e non superiore a centocinquantamila.
L'elettore può esprimere nella scheda una o due preferenze ed in quest'ultimo caso devono essere rappresentati entrambi i generi (femminile e maschile). Se l'elettore esprime due preferenze dello stesso genere è considerata valida solo la prima preferenza ed annullata la seconda.
Uno dei seggi del Consiglio spetta al candidato alla presidenza miglior perdente, giunto cioè secondo al primo turno ovvero sconfitto al ballottaggio, a condizione però che abbia ottenuto almeno il 20% dei voti validi. La distribuzione dei seggi nel collegio avviene col metodo D'Hondt (prima si assegnano i seggi alle liste, poi ai candidati all'interno delle liste).
Partecipano alla distribuzione dei seggi solo le liste che hanno superato lo sbarramento del 5%. Il numero dei candidati nelle liste non può superare quello dei seggi spettanti al collegio e minimo dev'essere pari ai due terzi del numero dei consiglieri da eleggere nel collegio. Nella formazione delle liste nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore ai tre quarti del numero complessivo dei componenti.
Ne consegue che nel caso dell'ente intermedio nisseno, per fare un esempio che ci riguarda più da vicino, i consiglieri da eleggere saranno ventiquattro e gli assessori al massimo sei. La futura provincia di Caltanissetta conta infatti poco oltre i duecentocinquantamila abitanti. Saranno certamente due i collegi, quello nord e quello sud, con una dozzina di seggi a testa. Il collegio sud comprenderà sicuramente Gela, Niscemi, Butera, Mazzarino e Riesi che da sole arrivano a centoventimila abitanti.
Sarebbe auspicabile aggiungere anche Sommatino e Delia (oltre diecimila abitanti) in modo da avere il maggior resto nella definizione dei seggi spettanti al collegio (dodici), al fine di non cedere il seggio eventualmente assegnato al candidato alla presidenza miglior perdente. I collegi ed i seggi spettanti agli stessi saranno definiti con decreto presidenziale, su proposta dell'assessore agli enti locali, emanato successivamente all'approvazione ed immediata entrata in vigore del ddl in questione.
agrigentonotizie.it
Verso il ritorno alle Province, Zicari: "Prevedere sbarramento 3 per cento"
Il consigliere comunale di Palazzo dei Giganti: "Scriviamo una pagina diversa che apra ad una nuova classe dirigente".
"Il ddl Province può essere una buona occasione per riaprire il dibattito parlamentare sul concetto di rappresentanza e sulle leggi elettorali in Sicilia. Concordo con il collega Ferrandelli e rilancio, "i sistemi elettorali sono lo strumento più manipolativo della politica"! Nel resto d'Italia le soglie di sbarramento per accedere al Comune ed alla Regione sono del 3%". Lo ha detto il consigliere comunale di Agrigento, Roberta Zicari."In alcune regioni, come l'Abruzzo - aggiunge -, anche del 2% se all'interno di una coalizione. Questo favorisce le liste civiche ed i movimenti locali ben radicati nel territorio. Al fine di scrivere una pagina politica diversa, che apra le porte ad una nuova classe dirigente libera dai capibastone di partito e legata al territorio, credo sia giusto che anche in Sicilia la soglia di sbarramento diventi del 3% . Lancio un appello a tutti i movimenti e partiti territoriali ad unirsi alla richiesta, ed a trovare un interlocutore all'interno dell'Assemblea regionale siciliana che porti avanti questa battaglia di civiltà".
nuovosud.it
Ddl Province, il Pd : "Salva la doppia preferenza di genere".
"Il Partito democratico ha salvaguardato la doppia preferenza di genere nel disegno di legge sulla ricostituzione delle province, sventando l'agguato ordito dalle forze della Destra attraverso un emendamento presentato in Commissione". Lo dicono le deputate del Pd Sicilia Valentina Chinnici e Ersilia Saverino .
"La nostra battaglia per la pari rappresentanza di genere nelle istituzioni - spiegano - si vede sul campo. Lo facciamo da donne elette all'Assemblea regionale senza aver goduto di alcun privilegio e nella consapevolezza che su un tema del genere servano meno chiacchiere e più atti concreti nelle sedi istituzionali".
"Per queste ragioni - concludono Chinnici e Saverino - non ci convincono le campagne sulla stampa finalizzate a coprire le resistenze del centrodestra o a mettere in discussione quanto stiamo facendo e faremo nelle sedi preposte. Non siamo disposte ad accettare alcuna lezione da chi, nelle passate legislature o in quella attuale, tenta di intestarsi battaglie che ad oggi non hanno portato ad alcun risultato e che vedono ancor oggi la Sicilia in enorme ritardo sulla conquista di basilari condizioni per garantire opportunità maggiori alla presenza delle donne nelle istituzioni".
vivienna.it
Ex province, il caos normativo ed i dubbi del prof della KoreEnna-Provincia
Con l'avvenuta esitazione da parte della competente commissione legislativa del disegno di legge che introduce l'elezione diretta negli enti di area vasta, le forze politiche sono entrate in fermento, pensando di potere affrontare il prossimo anno in un unico turno elettorale sia le europee che le provinciali.
I dubbi del docente della KoreCiò che ci lascia, ancora una volta, basiti è la superficialità che caratterizza il mondo politico, sempre più interessato ad occupare spazi e poltrone e sempre meno impegnato a risolvere i problemi istituzionali di fondo. Al netto della questione di costituzionalità che, anche a parere del Prof. Curreri dell'Università Kore di Enna, è "tutt'altro che superata e in Sicilia non lo sarebbe neanche a seguito dell'abrogazione della Delrio", è incredibile come si possa pensare solo alla carrozzeria di un'automobile e non anche a ciò che la fa muovere.Il caso SiracusaIl ddl in questione, che sarà a breve esaminato dall'ARS, nulla dice su ciò che rappresentano il motore di un'Istituzione, le funzioni amministrative e le risorse finanziarie. Eppure il dissesto finanziario del Libero consorzio comunale di Siracusa avrebbe dovuto accendere più di un riflettore su questi temi.Le elezioniIn assenza di una seria contro-riforma degli enti di area vasta che passi da una revisione dell'art. 15 dello statuto siciliano, l'improbabile introduzione dell'elezione diretta degli organi di governo degli attuali enti consortili, finirebbe soltanto per mescolare le torbide acque di un sistema istituzionale che, al contrario, richiederebbe una riforma complessiva del sistema delle autonomie locali, magari rispolverando quel codice delle autonomie locali chiuso nel cassetto all'indomani dell'introduzione del federalismo fiscale.
agrigentonotizie.it
Scuola, in Sicilia solo il 36% dei posti disponibili destinati alle immissioni in ruolo del personale Ata
La denuncia di Adriano Rizza e Paolo Italia, rispettivamente segretario generale e organizzativo della Flc Cgil: 675 i lavoratori che prenderanno servizio a fronte di 1.862 posti. "Tutto ciò - spiegano i due sindacalisti - nonostante le ataviche criticità che i nostri istituti vivono quotidianamente"
"Sono 675 i lavoratori del personale Ata immessi in ruolo in Sicilia a fronte di 1.862 posti disponibili. Solo il 36%". Lo denunciano i segretari generale e organizzativo della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza e Paolo Italia. "Tutto ciò - spiegano - nonostante le ataviche criticità che le nostre scuole vivono quotidianamente e con un carico di lavoro che aumenta, costantemente e inesorabilmente. Una strategia ben precisa di questo governo e di quelli che lo hanno preceduto: scaricare sulle scuole, in modo particolare agli uffici di segreteria, incombenze che sono sempre state di pertinenza di altri settori della pubblica amministrazione. Basti pensare al famoso applicativo Passweb per gestire le cessazioni del personale, lavoro che fino a qualche anno fa era svolto dall'Inps"."Drammatica anche - aggiungono Rizza e Italia - la questione legata al profilo di collaboratore scolastico. Sono sempre troppo pochi questi lavoratori che hanno la responsabilità di garantire l'accoglienza del pubblico, la sorveglianza e vigilanza degli alunni, la pulizia degli spazi scolastici e degli arredi, la collaborazione con i docenti. Tema molto delicato quello dell'assistenza di base agli alunni portatori di handicap rispetto al quale anche il governo Schifani ha deciso di non stanziare le risorse necessarie per erogare quel servizio specialistico che i lavoratori osa e oss hanno assicurato per oltre 25 anni".Irrisolta anche la questione degli assistenti tecnici, "figura - dicono i due sindacalisti - che da anni chiediamo venga garantita in tutte le scuole del I ciclo. Non possono essere sufficienti i 1.000 posti previsti per il triennio 2022-2025, per il semplice fatto che questi lavoratori sono costretti a lavorare in più sedi e non possono assicurare il necessario supporto informatico di cui tutte le scuole di oggi hanno necessariamente bisogno. Anche per i direttori dei servizi generali e amministrativi, sui quali incombono diverse e importanti responsabilità, nonostante il contratto collettivo 2019-2021 preveda significativa passi avanti, si prospetta un altro anno scolastico difficile anche rispetto alla gestione delle risorse del Pnrr e tutte le difficoltà logistiche che incombono soprattutto sulle scuole siciliane"."La situazione non è delle migliori anche a livello nazionale - concludo - e i roboanti annunci estivi del ministro Valditara sulle immissioni in ruolo si scontrano, come sempre, con la realtà dei numeri. Infatti, a fronte delle assunzioni annunciate, mancano all'appello oltre 50 mila posti ai quali si aggiungono, tra ata e docenti, circa 150 mila posti in organico di fatto di cui almeno 117mila sono per il sostegno agli alunni con disabilità. L'unica certezza è che per il prossimo anno scolastico ci saranno oltre 200mila supplenze annuali a cui si aggiungeranno le supplenze temporanee. L'Usr Sicilia, consapevole delle difficoltà in cui vertono le scuole dell'Isola, ha stabilito anche per il prossimo anno scolastico, ulteriori 2.000 posi in deroga del personale Ata. Questo consentirà alle scuole siciliane di poter fronteggiare le difficoltà già note e far lavorare una parte degli innumerevoli precari presenti nelle graduatorie provinciali e d'istituto delle Sicilia".
lentepubblica.it
Differenziali stipendiali e straordinari nel CCNL Funzioni Locali
In un recente parere dell'Aran, il CFL221, si fa chiarezza sui nuovi differenziali stipendiali nel CCNL Funzioni Locali e sulle tariffe orarie per la remunerazione degli straordinari.Si ricorda che il nuovo CCNL Enti Locali sottoscritto lo scorso novembre si caratterizza per numerose e rilevanti innovazioni concernenti aspetti salienti del trattamento normo-economico del personale.Tra le novità più interessanti troviamo quella relativo ai cosiddetti differenziali stipendiali: si tratta di un sistema che mira a remunerare il maggior grado di competenza professionale progressivamente acquisito dai dipendenti nello svolgimento delle funzioni proprie dell'area.In parole povere si intendono come incrementi stabili dello stipendio da corrispondersi mensilmente per tredici mensilità in base a ciascuna area e sezione del sistema di classificazione.Per maggiori informazione sulla riforma dell'ordinamento professionale e del sistema di classificazione vi rimandiamo a questo approfondimento.Ma come vanno a impattare questi differenziali sulle tariffe orarie per la remunerazione dello straordinario e dell'indennità di turno?A rispondere al quesito ci pensa l'Aran con il parere che analizziamo oggi.Differenziali stipendiali e straordinari nel CCNL Funzioni LocaliQuesto è il quesito sottoposto all'Agenzia:I nuovi differenziali stipendiali di cui all'art. 78, comma 3, concorrono alla quantificazione delle tariffe orarie per la remunerazione dello straordinario e dell'indennità di turno?Qui di seguito troviamo la risposta al quesito.La quantificazione delle tariffe orarie per la remunerazione dell'accessorio trova le sue regole nelle stesse disposizioni contrattuali.Ad esempio, per l'istituto dello straordinario, all'art. 32, comma 4, del CCNL 16.11.2022, viene fatto esplicito rinvio all'art. 74 comma 2 lett. b) (nozione di retribuzione base mensile) ove si richiamano esplicitamente anche i differenziali stipendiali.Secondo quanto riportato a quest'articolo:2. La retribuzione corrisposta al personale è definita come segue:a) retribuzione mensile che è costituita dallo stipendio tabellare;b) retribuzione base mensile che è costituita dal valore della retribuzione mensile di cui alla lettera a), dai differenziali stipendiali, dagli assegni personali non riassorbibili di cui all'art.29, comma 4, del CCNL del 22.01.2004, nonché dagli altri assegni personali riassorbibili di cui all'art. 15, comma 3 (Progressioni tra le Aree).Si ricorda che la retribuzione oraria si ottiene dividendo la corrispondente retribuzione mensile per 156. Per completezza si deve aggiungere che la retribuzione giornaliera si ottiene dividendo la corrispondente retribuzione mensile per 26.Attribuzione dei differenziali stipendialiL'assegnazione dei "differenziali stipendiali" avviene attraverso una procedura selettiva di area, seguendo le seguenti modalità e criteri:Sono ammessi alla procedura selettiva i lavoratori che negli ultimi 3 anni non hanno avuto progressioni economiche. Si valuta la data di decorrenza delle progressioni economiche effettuate. In sede di contrattazione integrativa, questo termine può variare da 2 a 4 anni.Inoltre, si richiede che nei 2 anni precedenti non esistano provvedimenti disciplinari più gravi di una multa.Se al momento della presentazione delle domande emergono procedimenti disciplinari in corso, il dipendente risulta ammesso alla procedura con riserva. Se il dipendente si trova in una posizione favorevole nella graduatoria finale e c'è un procedimento disciplinare in corso, la liquidazione del differenziale stipendiale viene sospesa fino alla conclusione del procedimento. Se la sanzione derivante dal procedimento è superiore a una multa, il dipendente viene escluso definitivamente dalla procedura.Il numero di "differenziali stipendiali" assegnabili per ogni area in un anno è stabilito nella contrattazione integrativa, in linea con le risorse finanziarie disponibili.Non è possibile assegnare più di un differenziale stipendiale a ciascun dipendente per una singola procedura selettiva.I "differenziali stipendiali" vengono assegnati fino a raggiungere il numero stabilito per ciascuna area, seguendo una graduatoria basata su vari criteri:Media delle ultime tre valutazioni individuali annuali o delle ultime tre valutazioni disponibili in ordine cronologico, nel caso in cui alcune valutazioni siano mancanti a causa di assenze dal servizio.Esperienza professionale nel medesimo profilo o equivalente, anche a tempo determinato o parziale, all'interno della stessa o di altra amministrazione, nonché in profili simili in altre amministrazioni di settori diversi.Ulteriori criteri legati alle competenze culturali e professionali acquisite tramite percorsi formativi.Il peso dei criteri si determina nella contrattazione integrativa, con un limite inferiore del 40% del totale.Per il personale che non ha avuto progressioni economiche per oltre 6 anni, è possibile assegnare un punteggio aggiuntivo, che in totale non può superare il 3% del punteggio totale ottenuto. Questo punteggio aggiuntivo può variare in base agli anni trascorsi dall'ultima progressione economica ottenuta dal dipendente.È anche possibile definire criteri di priorità in caso di parità di punteggio, nel rispetto del principio di non discriminazione.