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rassegna stampa del 9 agosto 2023

ITALIAOGGI.

Niente pensione per i manager del Pnrr. Fino al 31 dicembre 2026 le pubbliche amministrazioni potranno trattenere in servizio i dirigenti dei dipartimenti che siano soggetti attuatori di interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Niente pensione per i manager coinvolti in progetti del Pnrr. Fino al 31 dicembre 2026 le pubbliche amministrazioni potranno trattenere in servizio i dirigenti dei dipartimenti che siano soggetti attuatori di interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Potranno beneficiare della deroga solo coloro che sono ancora in servizio e non invece i manager già collocati in quiescenza. Viene inoltre eliminato il divieto di conferire incarichi di vertice negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche a lavoratori pubblici o privati collocati in pensione. E' quanto prevede il decreto legge giustizia (che contiene anche norme su contrasto agli incendi, tossicodipendenze e personale ministeriale), approvato lunedì dal consiglio dei ministri, che guarda anche alla pubblica amministrazione, e in particolare ai ministeri chiamati nei prossimi anni ad attuare il Pnrr, assicurando una continuità gestionale che dovrebbe dare stabilità ai progetti.
Enti in dissesto
Dall'altro decreto legge approvato in cdm (il decreto omnibus inizialmente ribattezzato dl Asset ma ora più correttamente denominato "Disposizioni urgenti a tutela degli utenti e in materia di attività economiche e investimenti strategici") arriva invece una boccata d'ossigeno per i circa 400 enti (non solo comuni ma anche province e città metropolitane) che hanno deliberato il dissesto finanziario dal 1° gennaio 2018 e hanno aderito alla procedura semplificata di accertamento e liquidazione dei debiti prevista dall'articolo 258 del Tuel. A questi enti il decreto legge varato dal governo attribuisce, su richiesta, un'anticipazione fino all'importo massimo di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026, da destinare all'incremento della massa attiva della gestione liquidatoria per il pagamento dei debiti. L'anticipazione è ripartita in base ad una quota pro-capite determinata tenendo conto della popolazione residente. Una volta ricevuto l'importo, l'ente locale sarà tenuto entro 30 giorni a metterlo a disposizione dell'Organo straordinario di liquidazione il quale provvederà al pagamento dei debiti ammessi, nei limiti dell'anticipazione erogata, entro novanta giorni dalla disponibilità delle risorse. La restituzione dell'anticipazione sarà effettuata, con piano di ammortamento a rate costanti, comprensive degli interessi, in un periodo massimo di dieci anni a decorrere dall'anno successivo a quello in cui è erogata. Il tasso di interesse da applicare sarà determinato sulla base del rendimento di mercato dei Buoni poliennali del Tesoro a cinque anni in corso di emissione. Per le province e le città metropolitane, l'importo massimo dell'anticipazione è fissato in 20 euro per abitante.
Piccoli comuni
Nello stato di previsione del Mit è istituito un fondo, denominato "Fondo investimenti stradali nei piccoli comuni", con una dotazione di 18 milioni di euro per il 2023, 20 milioni per il 2024 e 12 milioni per il 2025. In totale 50 milioni che saranno destinati ai comuni con meno di 10.000 abitanti per il finanziamento di interventi di messa in sicurezza e manutenzione di strade comunali. Il contributo concesso a ciascun comune non potrà superare i 150.000 euro.
Caro materiali e Pnrr
Nel decreto omnibus anche uno stanziamento di 1,1 miliardi fino al 2025 (156,4 milioni per il 2023, 563,45 milioni per il 2024 e 392,35 milioni per il 2025) per compensare il caro materiali su tre grandi opere ferroviarie come le tratte alta velocità Brescia-Verona, Verona-Vicenza e Terzo valico dei Giovi.
Ponte sullo Stretto
Sarà limitata solo a "esperti, ingegneri, dirigenti, liberi professionisti" la deroga al tetto dei 240 mila euro per gli stipendi della "Stretto di Messina spa", la società che dovrà realizzare il ponte tra la Calabria e la Sicilia, posta in liquidazione nel 2013 e rinata a nuova vita per effetto della legge 197/2023. La deroga, come ha spiegato il ministro per le infrastrutture Matteo Salvini, nasce dall'esigenza di assicurare alla nuova società i migliori professionisti sul mercato. "C'è una società che sta nascendo che è passata da 3 dipendenti a 35", ha osservato il ministro. "Ed è un segno di rispetto che i suoi dipendenti vengano pagati come quelli di Anas e Rfi".



ITALIAOGGI.

Salario minimo, venerdì vertice governo-opposizione. Schelin: no a sceneggiata agostana.
"Su questi temi, quello della contrattazione, del livello salariale delle persone ma anche dello stato di salute del mondo del lavoro, è importante avere un confronto aperto e costruttivo", ha detto la ministra del lavoro Marina Calderone. Riunione online dei vertici delle opposizioni in vista dell'incontro fissato per l'11 agosto con la premier Giorgia Meloni sul salario minimo. Alla call hanno partecipato Conte, Schlein, Calenda, Magi, Bonelli e Fratoianni. Assente Italia Viva.

Entra nel vivo il dialogo tra Governo e opposizioni sul salario minimo: l'incontro è in programma per venerdì pomeriggio secondo quanto riferiscono fonti parlamentari con i rappresentanti di PD, Azione-Italia viva, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi e sinistra e Più Europa. "Mi aspetto esattamente quello che si aspetta la presidente Meloni che ha aperto al confronto con le opposizioni", dice intanto la ministra del lavoro Marina Calderone intervista da TgCom, sottolineando che "questi temi, quello della contrattazione, del livello salariale delle persone ma anche dello stato di salute del mondo del lavoro è un tema su cui è importante avere un confronto aperto e costruttivo". "Poi certamente ci sono delle responsabilità di governo che portano a dire che il governo prenderà delle strade e farà delle valutazioni ma questi sono temi che vanno sviluppati nella società civile e soprattutto in Parlamento", ha concluso.
meloni calderone.
Entra nel vivo il dialogo tra Governo e opposizioni sul salario minimo: l'incontro è in programma per venerdì pomeriggio secondo quanto riferiscono fonti parlamentari con i rappresentanti di PD, Azione-Italia viva, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi e sinistra e Più Europa. "Mi aspetto esattamente quello che si aspetta la presidente Meloni che ha aperto al confronto con le opposizioni", dice intanto la ministra del lavoro Marina Calderone intervista da TgCom, sottolineando che "questi temi, quello della contrattazione, del livello salariale delle persone ma anche dello stato di salute del mondo del lavoro è un tema su cui è importante avere un confronto aperto e costruttivo". "Poi certamente ci sono delle responsabilità di governo che portano a dire che il governo prenderà delle strade e farà delle valutazioni ma questi sono temi che vanno sviluppati nella società civile e soprattutto in Parlamento", ha concluso.
Intanto, lo scorso 3 agosto è arrivato il semaforo verde dell'Aula della Camera alla questione sospensiva della maggioranza volta a sospendere l'esame della proposta di legge dell'opposizione sul salario minimo per un periodo di sessanta giorni. Un risultato che dai banchi dell'opposizione è stato segnato dal coro "vergogna, vergogna!".
"Siamo davanti alla fuga della maggioranza, che fugge davanti a un problema reale", aveva detto nell'occasione la segretaria del PD Elly Schlein parlando sulla sospensiva sulla PdL sul salario minimo. "Siamo aperti al dialogo. Non ai rinvii sine die. La maggioranza dice che della sofferenza della gente se ne frega", conclude. «Noi parteciperemo all'incontro di venerdì. Ci parteciperemo con spirito costruttivo, ma senza dimenticare le dichiarazioni della maggioranza di questi mesi, a partire dalla presidente del Consiglio che ha definito il salario minimo uno specchietto per le allodole e di chi l'ha bollata come una misura sovietica o una forma di assistenzialismo. Non dimentichiamo queste dichiarazioni e l'atteggiamento tenuto nelle battaglie che abbiamo fatto in Parlamento fino al voto della sospensiva da parte della maggioranza la settimana scorsa». "La maggioranza non ha detto la verità in aula. La sospensiva che porta il salario minimo formalmente al 29 settembre in realtà è un rinvio a gennaio. A dopo la sessione di bilancio. Perché come è noto a tutti durante quel periodo non è possibile votare leggi di spesa. La destra dunque sta imbrogliando gli italiani", ha rincarato la dose il capogruppo democratico in commissione Lavoro Arturo Scotti.
Riunione online dei vertici delle opposizioni in vista dell'incontro fissato per l'11 agosto, probabilmente verso le 17, con la premier Giorgia Meloni sul salario minimo. Alla call hanno partecipato il leader del M5S Giuseppe Conte, la segretaria del Pd Elly Schlein, il fondatore di Azione Carlo Calenda, il presidente di +Europa Riccardo Magi, oltre ai rappresentanti di Alleanza Verde-Sinistra Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Assente Italia Viva che ha confermato l'intenzione di non voler partecipare al confronto con il governo. La linea emersa confermerebbe quella di sostenere unitariamente l'ipotesi di 9 euro l'ora.


ITALIAOGGI.

Enti locali, la Corte dei Conti: finito il Covid migliorano le entrate.
La "Relazione sulla gestione finanziaria di Comuni, Province, Città metropolitane per gli esercizi 2020-2022. Il risultato d'amministrazione dei Comuni è ampiamente positivo (52,09 miliardi di euro) anche se insufficiente ad assicurare l'integrale copertura ai fondi accantonati, vincolati e destinati, al netto dei quali il disavanzo (3,56 miliardi circa) è in calo del 36%sull'anno precedente.

Nel 2022 il trascinamento degli effetti della pandemia sulla situazione della finanza locale si riduce ampiamente e i risultati di finanza pubblica registrano un miglioramento anche per l'apporto fornito alla riduzione del disavanzo da parte degli enti locali. È quanto afferma la Corte dei conti nella "Relazione sulla gestione finanziaria di Comuni, Province, Città metropolitane per gli esercizi 2020-2022" - approvata dalla Sezione delle autonomie con delibera n. 12/SEZAUT/2023/FRG - in cui la magistratura contabile ha esaminato i rendiconti di 7.336 enti (di cui 7.244 Comuni) presenti nella Banca dati delle amministrazioni pubbliche della Ragioneria generale dello Stato. Nel documento, la Corte evidenzia come le entrate proprie degli enti locali diano segni di ripresa e le esigenze di spesa legate al periodo emergenziale si riducono, con il reindirizzamento degli interventi statali compensativi della perdita di gettito e a sostegno alla spesa, verso il contrasto degli effetti legati ai rincari energetici. I dati di cassa 2022 rilevati dal Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (SIOPE) - specifica la Corte -evidenziano una tenuta dei bilanci dei Comuni malgrado il calo dei finanziamenti, che restano elevati ma in discesa sul 2021. Il permanere dei trasferimenti correnti e il riavvio delle riscossioni determinano il miglioramento delle entrate tributarie, contributive e di natura perequativa, con un saldo positivo di cassa che conferma l'impulso alla ripresa. Sul versante pagamenti, i tempi di liquidazione delle fatture per debiti commerciali si riducono, pur non avendo ancora raggiunto l'obiettivo specifico del PNRR. Sono in miglioramento anche i saldi complessivi dei rendiconti 2021. Il risultato d'amministrazione dei Comuni è ampiamente positivo (52,09 miliardi di euro) anche se insufficiente ad assicurare l'integrale copertura ai fondi accantonati, vincolati e destinati, al netto dei quali il disavanzo (3,56 miliardi circa) è in calo del 36%sull'anno precedente. Il 2021 si chiude in avanzo anche per Province e Città metropolitane (rispettivamente 361,8 e 507,1 milioni di euro) e pur evidenziando, da un lato, la ripresa delle entrate proprie (soprattutto quelle extratributarie) registra, dall'altro, il persistere delle criticità - non del tutto superate - connesse al venir meno degli effetti dei contributi straordinari erogati dallo Stato. La spesa in conto capitale evidenzia una dinamica espansiva grazie ai finanziamenti statali finalizzati agli investimenti e alla minore pressione esercitata dai vincoli di finanza pubblica, rimodulati dal 2019. L'incremento registrato nei relativi impegni di spesa supera, infatti, il 15% per Comuni e Province e raggiunge il 17% nelle Città metropolitane. La crescita del FPV in conto capitale risulta più sostenuta per le Province e le Città metropolitane (rispettivamente 24,9 e 19,8%) e si attesta al 10,7% nei Comuni, mostrando un andamento indicativo di una maggiore dotazione di risorse che, tuttavia, non trovano esito in erogazioni di spesa nell'esercizio. Particolare attenzione è stata dedicata dai giudici contabili al settore delle opere pubbliche, in virtù delle maggiori risorse finanziarie destinate e per il processo di semplificazione delle procedure di affidamento degli appalti pubblici, introdotto dal d.lgs. n. 36/2023. Sono, infatti, molti gli enti locali soggetti attuatori di progetti PNRR, le cui risorse si aggiungono ai contributi già assegnati per lo sviluppo territoriale, l'efficientamento energetico degli edifici pubblici e il contrasto al dissesto idrogeologico. Per tutti gli enti, malgrado scenda sia la quota di debito finanziario che il ricorso ad anticipazioni, lo stock del debito complessivo registra un lieve aumento, ad esclusione del comparto Province (-3,6%). Permane la tendenza a detenere elevata la patrimonializzazione, mantenendo costanti gli asset in immobilizzazioni materiali. L'andamento dei debiti fuori bilancio riconosciuti segna una diminuzione sia per Comuni, che per Province e Città metropolitane, con una composizione in cui prevale la quota relativa alle sentenze esecutive, seguita dagli acquisti di beni e servizi. Sono in aumento gli stanziamenti all'apposito fondo per il contenzioso, finalizzati alla copertura del debito conseguente alle soccombenze. Le analisi sulle procedure di riequilibrio finanziario pluriennale e su quelle di dissesto evidenziano ancora il permanere di numerosi casi - con il frequente passaggio dalle prime alle seconde - confermando la prevalente concentrazione delle criticità finanziarie tra gli enti del Centro-Sud, in crescita malgrado gli ingenti sostegni ricevuti. La struttura dell'istituto del dissesto- sottolinea la Corte - non si dimostra adeguata alle attuali esigenze, in cui le situazioni critiche sono per lo più legate ad accantonamenti a fondi prudenziali, piuttosto che a debiti effettivi. Ciò - rimarcano i giudici contabili - suggerisce una revisione dell'attuale sistema normativo per rendere più efficaci gli istituti del risanamento. Cessati, infine, gli effetti degli interventi emergenziali, il progressivo ritorno a un contesto ordinario potrebbe evidenziare ulteriori criticità, soprattutto quando saranno reintrodotti vincoli di finanza pubblica, a seguito del ripristino delle misure europee.


LIVESICILIA.
I cento milioni della discordia, nuova grana per Schifani.
Slitta a fine agosto la chiusura dell'operazione che dovrà portare alla riprogrammazione dei fondi europei, con il tentativo di salvare le risorse stanziate per la Sicilia e di scongiurarne la restituzione. Il piano presentato ieri in Giunta dal capo del dipartimento Programmazione, Vincenzo Falgares, non è piaciuto all'assessore all'Energia Roberto Di Mauro e l'aria respirata nella riunione si è fatta pesante.
Da qui la decisione del governatore, Renato Schifani, di rinviare il merito della questione a dopo Ferragosto. Servirà tempo per trovare l'intesa e ottenere il conseguente bollino della Giunta alla riprogrammazione. Le risorse (Fesr e Poc) rischiano di ritornare a Bruxelles ma Schifani ha tranquillizzato. "Abbiamo iniziato un dibattito - le parole del presidente della Regione ai cronisti giunti a Palazzo d'Orleans per l'annuncio di Gaetano Armao come nuovo presidente della Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali -. Nella prossima riunione del 29 agosto tireremo le somme".
Il 'niet' di Di Mauro
Il governatore cerca la quadra e davanti ai toni forti registrati al tavolo della Giunta ha deciso di riflettere sulla soluzione prospettata. Il pomo della discordia è rappresentato da quasi un centinaio di milioni di euro, gran parte dei quali fondi Poc, che dagli investimenti per il settore dei rifiuti verrebbero dirottati verso altri lidi, là dove potrebbe essere più facile spenderli. Uno spostamento considerato inaccettabile da Di Mauro, che guida un assessorato dove si scontano comunque vecchi ritardi sulla programmazione europea. Ma quello con gli autonomisti non è l'unico fronte aperto. Anche in Fratelli d'Italia, infatti, ultimamente si guarda con sempre maggiore diffidenza all'asse che si sta rinsaldando giornalmente tra Schifani e la Democrazia cristiana di Totò Cuffaro. L'ex governatore non perde occasione per dichiarare il suo appoggio, su di versi fronti, al capo del governo regionale.
Il presidente della Regione conta comunque di ridurre le distanze: "Siamo davanti a un intervento sostanziale e importante - ha analizzato -. Ci sono delle limature da fare e saranno fatte in questi giorni, per poi giungere all'approvazione definitiva". Se ne riparlerà dopo la pausa estiva e a quel punto scatterà la corsa contro il tempo: obiettivo spendere, e farlo al meglio, per evitare che la Sicilia scriva un'altra pagina del libro delle occasioni perdute.


LIVESICILIA.
L'ex assessore Armao guiderà la Commissione autorizzazioni ambientali.
La Giunta Schifani sceglie Gaetano Armao per la guida della nuova Commissione tecnica specialistica (Cts) per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale. Il nome di Armao, che ha guidato l'assessorato all'Economia nel governo Musumeci ricoprendo anche la carica di vice presidente della Regione, è stato deciso nel corso della riunione del governo regionale a Palazzo d'Orleans. Armao, che ha partecipato alle ultime Regionali come antagonista dell'attuale governatore, è anche consulente dello stesso Schifani: si occupa dei rapporti con Bruxelles e con l'Esecutivo nazionale per i fondi extraregionali. All'ex assessore - avvocato, docente di Diritto amministrativo al dipartimento di Scienze politiche e delle relazioni internazionali dell'Università di Palermo - il compito di ricucire i rapporti con il mondo imprenditoriale che a più riprese aveva lamentato l'incertezza delle pratiche esaminate dalla vecchia Cts su fotovoltaico ed eolico.
Al termine della Giunta Schifani e l'assessore al Territorio Elena Pagana hanno incontrato la stampa per illustrare la nomina di Armao: "Si completa il percorso di riforma di questo organismo - ha affermato Schifani -. Allo stesso tempo inizia una nuova storia, con una commissione più snella e con regole modificate per dare più risposte alle richieste di investimento nel nostro territorio. Sono estremante soddisfatto". Sulla stessa lunghezza d'onda Pagana: "La Cts sarà operativa da subito, provvederemo nei prossimi giorni a nominare i 27 componenti mancanti -  ha spiegato - essendo diventate vigenti le nuove regole che riguardano sia il funzionamento della Commissione sia la questione dei compensi, che sarà legata alla produttività secondo un meccanismo che viene già utilizzato a livello nazionale. Ringrazio il professore Giuseppe Trombino, che ha traghettato la Cts in questa fase molto delicata e ne ha tenuto alto il livello di rendimento".
La riforma della Commissione
Secondo la riforma varata dal governo regionale nel maggio scorso, la Commissione è costituita da 60 commissari esterni alla pubblica amministrazione regionale, guidata da un presidente nominato con decreto dell'assessore regionale del Territorio e dell'ambiente d'intesa col presidente della Regione, che designa anche i coordinatori delle sottocommissioni. L'incarico di commissario ha durata triennale, rinnovabile una sola volta.


LENTEPUBBLICA.

Appalti, omissione livelli progettazione e compenso del progettista.


In un recente provvedimento firmato dal Presidente dell'Anac si fa chiarezza su omissione dei livelli di progettazione e compenso del progettista negli appalti.
Nel caso in esame l'Autorità si esprime su una segnalazione dall'OICE (Organizzazione degli Ingegneri e degli Architetti Liberi Professionisti), riguardante una procedura di appalto presso una Stazione appaltante.
Nella segnalazione si fa notare che nel disciplinare di gara sono elencate alcune prestazioni oggetto dell'appalto e i relativi importi. Tuttavia, alcune prestazioni proprie della progettazione esecutiva, che dovrebbero essere considerate, non sono presenti nell'elenco.
Queste prestazioni mancanti secondo l'OICE sono importanti per il livello di progettazione esecutiva e non sono state considerate nella determinazione del compenso del progettista.
L'Amministrazione si è difesa sostenendo di aver seguito il Decreto Ministeriale per l'indicazione delle categorie di opere e di aver calcolato il compenso del progettista tenendo conto delle prestazioni effettive richieste.
I livelli di progettazione nel nuovo Codice
Occorre premettere che, all'interno del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, all'articolo 41, i livelli di progettazione hanno subito un processo di evidente semplificazione, passando da tre a  due:
progetto di fattibilità tecnico-economica
progetto esecutivo.
In sintesi le nuove disposizioni in materia sono le seguenti:
se l'incarico di progettazione risulta affidato anteriormente al 1° luglio, si applicano ai fini della redazione del progetto e della disciplina degli aspetti collegati, le regole dell'articolo 23 del Dlgs 50/2016;
se è stato affidato dopo, si applicano le nuove regole dettate dall'articolo 41 del Dlgs 36/2023.
Appalti, omissione livelli progettazione e compenso del progettista
Secondo l'Autorità i parametri di remunerazione delle prestazioni del progetto definitivo sono volti a compensare i livelli di complessità e di approfondimento propri del livello definitivo, antecedente al progetto esecutivo, non potendo ricomprendere anche le prestazioni del livello progettuale successivo, che devono trovare uno specifico corrispettivo.
La fusione dei livelli di progettazione nei lavori pubblici, consentita dal codice appalti, non comporta la cancellazione del compenso da riconoscere al progettista per una prestazione riconducibile ai livelli omessi.
Quando la stazione appaltante omette i livelli di progettazione, infatti, non li sopprime ma li unifica nel livello successivo e quindi ha comunque l'onere di determinare e pubblicare l'elenco dettagliato delle prestazioni richieste ai fini del calcolo dell'importo a base di gara per l'affidamento dei servizi di architettura e ingegneria.
E dunque della base d'asta, la stazione appaltante deve considerare tutte le prestazioni indispensabili per l'espletamento dell'incarico oggetto dell'affidamento.


LENTEPUBBLICA.

Riforma pensioni: quali sono le ipotesi per il 2024?.


A causa dell'inflazione, il Governo è sempre più in difficoltà con la riforma delle pensioni: ecco le ipotesi per il 2024.
Il tema delle pensioni rimane centrale per il Governo Meloni, che prende tempo per il 2024.
A causa dell'inflazione, però, c'è poco spazio di manovra per la riforma previdenziale, che, quasi sicuramente, subirà solo alcuni aggiustamenti "chirurgici".
Ecco quali sono le ipotesi per la riforma pensioni nel 2024.
Riforma pensioni ipotesi 2024: cosa potrebbe succedere
Il Governo non ha intenzione di cambiare radicalmente la riforma previdenziale nell'immediato. Perciò, la legge Fornero rimarrà in vigore almeno fino alla prossima Legge di Bilancio.
Questo perché la maggior parte delle risorse per la previdenza sono state convogliate per contrastare gli effetti negativi dell'inflazione che, seppur in discesa, rimane piuttosto alta. L'Istat, infatti, conta che a giugno l'inflazione si è attestata al +5,6%.
Le spese per la previdenza saliranno, come previsto dai calcoli della Ragioneria dello Stato: nel biennio 2023/2024, si passerà al 16,2% del Pil, contro il 15,6% del 2022.
Tra le spese maggiori c'è l'elevata indicizzazione degli assegni, per effetto dell'inflazione che, secondo le stime, potrebbe costare fino a 15 miliardi di euro alle tasche dello Stato.
Secondo le ipotesi, il Governo punta a rinnovare gli strumenti d'uscita anticipata dal lavoro, per coloro che hanno i requisiti, come Quota 103, che permette di andare in pensione con un'età di almeno 62 anni e 41 anni di contributi.
Rimane esclusa, per ora, la proposta dei sindacati (appoggiata anche da una parte della maggioranza) di andare in pensione con 41 anni di contributi, senza altre condizioni.
Al contrario, resta aperta la possibilità di anticipare la pensione di vecchiaia per chi ha un importo di almeno 2,8 volte il minimo e i contributi versati col calcolo contributivo.
Per il 2024, potrebbe essere prorogato anche l'Ape Sociale, mentre per Opzione Donna potrebbero esserci degli aggiustamenti. Ad oggi, la misura prevede la pensione per le lavoratrici, sia del settore pubblico che di quello privato, con 35 anni di contributi e in possesso di specifici requisiti.
Molte risposte arriveranno nel mese di settembre, quando è in programma la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef).


AGRIGENTONOTIZIE.
Archeologia, nuovi tesori riemergono nella Valle dei Templi: ritrovate oltre sessanta statuette votiveI depositi sono stati scoperti nell'area del tempio di Giunone, mischiati con lucerne e piccoli vasi, frammenti di bronzo, mescolati a un gran numero di ossa.
Un ricchissimo deposito votivo composto da almeno una sessantina di statuette, protomi e busti femminili in terracotta, lucerne e piccoli vasi, frammenti di bronzo, mescolati a un gran numero di ossa è stato scoperto nell'area a nord del tempio di Giunone.
I ritrovamenti sono emersi nel cantiere nella Casa VII b, una delle abitazioni del complesso abitativo che si trova nei pressi del più alto dei templi della via Sacra. Una campagna di scavo e ricerche finanziati dalla Regione Siciliana attraverso il Parco archeologico, diretto da Roberto Sciarratta, ed è guidata dall'archeologa Maria Concetta Parello.
Si tratta di scoperte che hanno un enorme valore soprattutto per comprendere le dinamiche della distruzione di Akragas del 406 avanti Cristo da parte dei Cartaginesi. Il deposito votivo, che sembrerebbe sistemato sopra i livelli di distruzione della casa, potrebbe raccontare il momento in cui gli oggetti che lo compongono furono recuperati dagli akragantini dopo la distruzione. Si potrà avere una maggiore certezza sugli aspetti storici solo proseguendo la ricerca.
"È un intervento scientifico che abbiamo sostenuto negli ultimi anni - afferma il direttore del Parco Valle dei Templi Roberto Sciarratta - e che ha dato da subito dei risultati importanti. Nell'area di scavo, che ci regala una lettura dettagliata degli avvenimenti storici, era già stato individuato un ampio settore di abitato, ovvero case di età greca, la cui fase principale termina con la conquista e la distruzione della città da parte dei Cartaginesi".


AGRIGENTONOTIZIE.
Naro, Palma e Punta Bianca: prosegue (con un imprevisto) il tour di Vittorio Sgarbi nell'AgrigentinoDopo le visite nei giorni scorsi al Parco Archeologico, al teatro Andromeda e alla Casa di Sciascia il critico d'arte, sindaco e sottosegretario torna ad esaltare le nostre bellezze sui social ma si ferisce a una mano.
Dopo l'inaugurazione del 31 luglio della mostra "La vergine delle rocce" a Villa Aurea, nella Valle dei Templi, il critico d'arte, nonchè sindaco di Arpino (Frosinone) e sottosegretario alla Cultura, torna nell'Agrigentino per una serie di visite turistiche personali. 
Sgarbi inaugura mostra e bacchetta il sindaco
Gli ultimi giorni del mese scorso aveva scelto il teatro di Andromeda e la casa di Leonardo Sciascia. L'intellettuale, questa volta, è stato a Palma di Montechiaro, Naro e Punta Bianca. Della sua visita su quella che è destinata a diventare una riserva naturale ne lascia traccia sui social il favarese Giuseppe Arnone, responsabile di un'università telematica e da sempre attivista politico del centrodestra, che ha pubblicato alcune foto su facebook.
Sgarbi prosegue il tour nell'Agrigentino: visite al teatro Andromeda e alla casa di Sciascia
Lo stesso Arnone ha postato pure due foto di altrettante visite nelle chiese della vicina Naro. Lo stesso Sgarbi, infine, elogia i ruderi dell'Eremo di Monte Calvario a Palma di Montechiaro, pubblicando degli scatti e illustrando brevi excursus storici del luogo d'arte.

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