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rassegna stampa del 23 agosto 2023

Lentepubblica.it
Progressioni orizzontali: quando si verifica la nullità d'ufficio?

Ad analizzare la disciplina delle progressioni orizzontali e i casi in cui si può verificare la nullità d'ufficio è una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la numero 19073/2023.Si tratta nello specifico di una sentenza dedicata al CCNL Sanità ma che può avere un'importante valenza anche per tutti i restanti comparti del comparto del pubblico impiego.
Nel caso in esame un dipendente aveva presentato ricorso per ottenere quanto segue:la conferma di avere diritto ad essere inserito in una graduatoria unica e, di conseguenza, l'annullamento della decisione di escluderlo dalla progressione economica orizzontaleinoltre la conferma del suo diritto a ricevere due fasce retributive superiori a seguito di un suo trasferimento e del suo avanzamento a una qualifica di livello anch'essa superioree di conseguenza il riconoscimento, in base agli articoli 1175, 1366 e 1375 del Codice Civile, di tre fasce retributive superiori e il diritto all'inquadramento nella nuova categoria economica.Scopriamo nello specifico qual è stata la decisione dei giudici cassazionisti.
Progressioni orizzontali e casi in cui si verifica la nullità d'ufficio
Secondo la Cassazione, i contratti decentralizzati non possono sostituire i criteri stabiliti dalla contrattazione collettiva mediante l'inclusione di clausole specifiche che contraddicono quanto previsto dalla contrattazione collettiva.
Questo perché tali clausole possono essere considerate nulle, e questa nullità può essere dichiarata d'ufficio anche se il conflitto tra il contratto decentrato e il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) non viene sollevato in tribunale dal ricorrente.Il CCNL, inoltre, nello stabilire i criteri della progressione economica orizzontale prevede dei parametri valutativi che vincolano i contratti collettivi decentrati, in particolare fondando la progressione economica sulla reale professionalità dei dipendenti e sul loro concreto impegno.
Occorre, dunque, eliminare il solo elemento "formale" dell'anzianità di servizio, che si porrebbe in contrasto con un sistema volto alla selettività e al miglioramento della qualità del lavoro.Inoltre, l'articolo 35 del Contratto Collettivo Nazionale Sanità, che si presume essere stato violato dal contratto aziendale, deve essere specifico nelle sue disposizioni. Di conseguenza, le questioni e le aree disciplinate in modo esplicito dalla contrattazione collettiva nazionale non possono essere derivate da principi generali, come quello stabilito nell'articolo 45, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 2001, il quale prevede la necessità di un accordo a livello nazionale per determinare la retribuzione.
I contratti decentrati possono in conclusione contenere solo le clausole espressamente e tassativamente loro demandate dai CCNL e dalla legge dato che non dispongono di autonomia negoziale piena.

È stato abolito il segreto salariale, ecco cosa cambia

Lavoratori e lavoratrici hanno diritto a sapere quanto sono pagati i colleghi e le colleghe, vietate le clausole contrattuali limitative: abolito il segreto salariale.
A stabilirlo è la direttiva Ue 2023/970, finalizzata a rafforzare l'applicazione del principio della parità di retribuzione e della trasparenza dei contratti di lavoro.L'intento è quello di abolire il segreto salariale contenuto nelle clausole contrattuali, così come di eliminare tutte le situazioni che possano impedire ad un lavoratore di divulgare la propria posizione economica o di conoscere quella dei colleghi.Un gap ancora presente (e pesante) in EuropaTutto questo servirà a colmare un gap ancora presente in Europa: le donne Ue, infatti, guadagnano in media il 14% in meno degli uomini per lo stesso lavoro. In termini pensionistici questo si traduce in un gap di quasi il 30%.Questo divario è causato anche dal segreto retributivo, ossia dalla mancata dichiarazione della retribuzione all'interno degli annunci di lavoro che è sicuramente il punto introdotto dalla normativa di cui più si sta discutendo.Abolito il segreto salariale: tutte le novitàLe aziende UE con almeno 50 lavoratori dovranno dunque:vietare le condizioni contrattuali che impediscono ai lavoratori di divulgare informazioni sulla loro retribuzionee rendere trasparente ogni divario retributivo di genere esistente al loro interno.Gli strumenti per la valutazione e il confronto dei livelli retributivi e i sistemi di classificazione professionale devono basarsi su criteri neutrali sotto il profilo del genere, dicono i deputati.Se le informazioni sulle retribuzioni rivelano un divario retributivo pari o superiore il 2,5%, i datori di lavoro, in cooperazione con i rappresentanti dei lavoratori, dovrebbero condurre una valutazione delle retribuzioni ed elaborare un piano d'azione per garantire la parità.Inoltre nei casi in cui un lavoratore ritiene che il principio della parità di retribuzione non sia stato applicato e porta il caso in tribunale, la legislazione nazionale deve obbligare il datore di lavoro a provare che non c'è stata discriminazione.Infine chi si occupa di selezione e recruiting, dovrà fare in modo che sia le offerte sia i titoli professionali siano neutri sotto il profilo del genere e che le procedure di assunzione siano condotte in modo non discriminatorio.

Si possono bloccare i giorni delle ferie, se si è in malattia?
Vediamo se è possibile bloccare i giorni delle ferie, se si è in malattia: ecco in quali casi e qual è la procedura da attuare.
Le ferie sono il periodo più atteso dell'anno, perché ci si può riposare, dopo settimane di lavoro. Ma può capitare che ci si ammali, col rischio di passare, anche quelle settimane di ferie, a letto.Ma è possibile bloccare i giorni di ferie, se si è in malattia? Vediamolo insieme.Malattia e ferie: è possibile bloccare i giorni?Se un lavoratore si ammala durante le ferie, come prima cosa, deve chiamare il proprio medico, che invierà, per via telematica, il certificato all'Inps.
L'Inps, a sua volta, invierà il certificato al datore di lavoro, ma solo per il periodo relativo alla prognosi e non alla diagnosi.Come sempre, durante la malattia, bisogna rispettare le fasce di reperibilità per l'eventuale visita di controllo. Ricordiamo, infatti, che le fasce sono:10/12 e 17/19 per il settore privato;9/13 e 15/18 per il settore pubblico.Se si trascorre la malattia in un'altra locazione, diversa dal proprio domicilio, come la casa al mare o in montagna, occorre comunicare l'esatto recapito, per evitare errori in caso di visita fiscale.
L'indennità di malattia avrà decorrenza dalla data in cui il datore di lavoro ne viene a conoscenza.Quali sono le malattie che possono "bloccare" le ferieNon tutte le malattie permettono di bloccare i giorni di vacanza.
Secondo quanto stabilito dalla legge, la malattia deve essere tale da non consentire al lavoratore di recuperare le energie psico-fisiche, che è lo scopo primario delle ferie.Perciò, malattie come raffreddore, mal di testa (anche sotto forma di emicrania), dolori alla schiena o altre condizioni simili non sono considerate gravi a tal punto da compromettere le vacanze, nonostante i disagi.
La gravità della malattia viene stabilita dal medico mediante il certificato. Se l'Inps non attiva una visita di controllo, il documento può bloccare il periodo delle ferie automaticamente.
Terminata la malattia, il datore di lavoro e il dipendente si dovranno mettere d'accordo sul recupero dei giorni di ferie residui: il dipendente può allungare il periodo di ferie già programmato oppure rientrare a lavoro e chiedere le ferie mancanti in un altro periodo dell'anno.


ITALIAOGGI.
Fisco, Leo: quoziente familiare e subito incentivi per le famiglie con 3 figli"Il tema della natalità è per noi assolutamente fondamentale, e per questo dovremo cercare di individuare delle risorse per sostenere le famiglie, soprattutto quelle che mettono la mondo figli e quelle che hanno più figli. Dovremo fare in modo di aiutare le famiglie che hanno 3 figli, che non sono numerosissime. Quindi da questo punto di vista si può ritenere che l'impegno non sia eccessivamente oneroso", ha detto il viceministro all'economia.
Quoziente familiare, ma anche detassazione dall'Ires per le imprese che assumono donne che hanno famiglie numerose. Il viceministro dell'economia, Maurizio Leo, intervenendo al Meeting di Rimini, ha dato delle prime indicazioni sui primi possibili interventi che il legislatore può fare per sostenere la natalità e le famiglie numerose. "Il tema della natalità è per noi assolutamente fondamentale, e per questo dovremo cercare di individuare delle risorse per sostenere le famiglie, soprattutto quelle che mettono la mondo figli e quelle che hanno più figli. Dovremo fare in modo di aiutare le famiglie che hanno 3 figli, che non sono numerosissime. Quindi da questo punto di vista si può ritenere che l'impegno non sia eccessivamente oneroso", ha detto Leo. "Il discorso della natalità, soprattutto per le famiglie che hanno più di tre figli può essere sicuramente affrontato", ha aggiunto Leo: "Possiamo valutare l'ipotesi del quoziente familiare ma dobbiamo tenere a mente le risorse che si possono impiegare. Si possono pensare anche dei benefici aggiuntivi alle imprese che assumono donne con nuclei familiari consistenti".
Per quanto riguarda l'approvazione della riforma del Fisco, partita che ha in mano lo stesso Leo, il viceministro ha ricordato l'approvazione dello scorso 14 agosto e spiegato: "Ora saranno 24 mesi per realizzare i decreti attuativi ed altrettanti per le eventuali correzioni. Quindi la delega occuperà sostanzialmente l'intera legislatura". E ha poi assicurato: "Vogliamo accelerare, fare in modo di consentire al governo - ha aggiunto - di avere un quadro di riferimento completo dell'intera manovra, a partire dalle imposte sui redditi a cui si dovranno accompagnare le risorse da mettere a terra per fare in modo che i provvedimenti entrino in vigore".
A dettare l'agenda, però, è sempre un problema di coperture. La delega stessa prevede che ogni provvedimento di attuazione trovi al suo interno le risorse. Per questo, è il ragionamento, sarà più facile iniziare dai provedimenti che non assorbono denaro: "Teniamo presente che alcuni provvedimenti non necessitano di coperture, penso a contenziosi e accertamenti, pertanto potranno entrare in vigore già nel 2024. Per gli altri, penso ad Iva, Irpef, Ires, saranno necessarie delle coperture, con la Nadef dovremo verificarle", ha detto Leo.


ITALIAOGGI. 
Ue, Fitto: senza accordo su nuovo modello, torna il vecchio Patto di stabilità'Se non si trova un accordo su un nuovo modello di Patto di stabilità, dal primo gennaio il rischio è che subentrino le vecchie regole. E questo comporta un effetto molto complesso', ha detto il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, nel corso di un convegno al Meeting di Rimini. Dubbi sull'allargamento dell'Ue a Ucraina, Moldova, Georgia e i Paesi dei Balcani. "e nozze non si fanno con i fichi secchi. 
'Io parto da dove ha concluso ieri il ministro Giorgetti, per condividere una sua giusta preoccupazione. Noi siamo reduci da un po' di anni un cui abbiamo dimenticato il convitato di pietra: il Patto di stabilità, ma 'oggi torna'. Così il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, nel corso di un convegno al Meeting di Rimini. 'Basta vedere l'aumento del debito pubblico, della spesa pubblica e, purtroppo, della spesa corrente in questi anni per comprendere quanto una situazione di drammatica crisi poteva forse essere utilizzata meglio rispetto agli investimenti e alle scelte che sono state fatte'. In ogni caso, 'se non si trova un accordo su questo nuovo modello del Patto di stabilità, dal primo gennaio il rischio è che subentrino le vecchie regole. E questo comporta un effetto molto complesso'.
Difesa, politica estera, grandi flussi migratori e politiche industriali 'sono i pilastri sui quali oggi ènecessario interrogarsi' anche per evitare 'che talvolta l'Europa, occupandosi di tanto altro, rischi di andare in contrasto nel rapporto con i singoli Stati membri', ha aggiunto Fitto. 'In questa direzione servirebbe un nuovo modello e da qui al prossimo anno bisognerà lavorare molto per costruire un progetto che sia in grado di tenere dentro queste grandi priorità'. L'obiettivo per Fitto dovrà essere quello di 'definire un contesto europeo non tanto in grado di guardarsi al proprio interno ma cercando di guardare al proprio esterno, cioe' in grado di confrontarsi con tutti gli altri giganti. Questa è la sfida che abbiamo di fronte'.
Sull'allargamento dell'Unione europea, Fitto nutre dei dubbi. 'Ucraina, Moldova, Georgia e i Paesi dei Balcani hanno lo status di candidati ma, ipotizzare da oggi per i prossimi anni un'Europa così grande, non comporta solamente il lanciare il cuore oltre l'ostacolo ma anche una riflessione: le nozze non si fanno con i fichi secchi. Che capacità finanziaria e che modello immaginiamo noi per costruire questa dimensione? Sono tematiche che vanno messe di fronte alle scelte da mettere in campo perchè, diversamente, rischiamo di aprire una riflessione piu' generale senza poi avere la capacità i mezzi e le strutture per poterla realizzare'.
Poco prima, nel corso di un videomessaggio inviato in apertura del convegno, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, aveva auspicato quanto prima l'avvio del negoziato per l'ingresso Ucraina nella Ue.


ILSOLE24ORE.
Pnrr, in bilico 1.600 progetti di asili nido. Solo 900 centrano gli obiettivi europeiLa Ue critica gli interventi ammessi «per ampliamenti o riqualificazioni» e «centri polifunzionali»: solo un terzo dei 2.500 prevede un nuova struttura (483 al Sud).
Degli oltre 2.500 progetti ammessi al finanziamento del Pnrr nell'ambito del Piano per gli asili nido (missione 4, componente 1, investimento 1.1), sono meno di mille quelli che prevedono la creazione di nuove strutture per bambini tra zero e due anni. Gli altri sono ampliamenti di asili nido già esistenti, ristrutturazioni e lavori di messa in sicurezza che comportano la creazione di nuovi posti, conversioni di altri edifici pubblici rimasti inutilizzati, infine progetti - anche demolizioni e ricostruzioni - che prevedono la realizzazione di centri polifunzionali per le famiglie dove però, oltre al nido, verranno attivati anche altri servizi.
È su questi progetti che oggi si concentrano le critiche di Bruxelles: i tecnici della Commissione Ue, al lavoro con il Governo italiano per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr, non hanno condiviso «che la demolizione e ricostruzione di nuovi asili prevista nel bando fosse da conteggiare come nuovi posti», riconoscendo idonei solo «nuovi interventi edilizi». A questo aspetto poi si aggiunge la questione dei «centri polifunzionali» che rappresentano circa un terzo degli interventi finanziati e che però, nell'ottica della Commissione, rischiano di non essere qualificati come veri e propri asilo nido.
Di qui l'esigenza di emanare un nuovo bando di selezione degli interventi, annunciato nella bozza di revisione del Pnrr presentata a fine luglio dal Governo, che sarà finanziato con altri 900 milioni ricavati dalla rimodulazione del Piano: un nuovo avviso, insomma, inviterà i Comuni a presentare altri progetti per raggiungere l'obiettivo di potenziare l'offerta di asili nido; nel frattempo l'obiettivo è stato rivisto al ribasso, come si legge nell'ultima versione del Piano pubblicata online, a 228mila «nuovi» posti entro il 31 dicembre 2025 e non più 264.480, come nella prima versione del Pnrr. Un potenziamento necessario in un Paese che oggi conta appena 13.500 servizi attivi per la prima infanzia (350.670 posti disponibili), di cui solo 3mila nel Mezzogiorno (circa 70mila posti).
Nel frattempo, gli altri progetti già ammessi - per la maggior parte appaltati e in fase di cantierizzazione - dovranno superare l'esame di Bruxelles e per quelli che rischiano di non soddisfare più gli obiettivi del Pnrr è già partita la caccia a nuove coperture finanziarie. In attesa di capire come si concluderà la trattativa con Bruxelles, il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto ha rassicurato i sindaci, esposti per svariati milioni di euro a fronte di contratti d'appalto per il 91% già aggiudicati entro il 30 giugno scorso: «I fondi del Pnrr già assegnati - ha detto - determinano obbligazioni giuridicamente vincolanti», e quindi non potranno essere toccati.
In più pesa l'incremento dei costi delle materie prime intervenuto tra luglio 2022 e maggio 2023, tra la data di valutazione delle proposte e la conclusione della progettazione: per tutti questi motivi sarà necessario rafforzare l'investimento sugli asili nido con maggiori risorse.
Al di là delle rassicurazioni sulle coperture aggiuntive da trovare e sulle tempistiche (il Governo ha chiesto una proroga da tre a sei mesi della scadenza legata al 100% delle gare aggiudicate entro il 30 giugno scorso), la preoccupazione tra gli amministratori continua a crescere: il rischio che parte dei progetti ammessi non soddisfi più i criteri dei finanziamenti comunitari è concreto.
Dall'analisi dei dati pubblicati su Italiadomani.gov.it relativi ai progetti attivi sulla piattaforma Regis che monitora il Pnrr, si scopre che tra gli interventi finanziati dal Piano asili - 2.581 quelli attivi - solo 1.394 sono nuove realizzazioni (il 54%) finanziati attraverso 2,3 miliardi di euro dei 4,6 totali messi a budget per la misura. E di questi solo 968 (poco più di un intervento su tre, quindi) sono costruzioni qualificate come asili nido, mentre gli altri sono centri polifunzionali o scuole materne con nido integrato. In particolare sono appena 483, finanziati con 628 milioni di euro, i «nuovi» asili nido che verranno costruiti nelle regioni del Mezzogiorno, dove oggi l'indice di copertura è fermo a 15,2 posti ogni 100 bambini tra zero e due anni (a fronte di una media italiana di 27,2 ogni 100).
Nel rispetto dei criteri del bando emanato il 2 dicembre 2021, la tipologia di interventi ammessi è la più svariata. Tralasciando le nuove realizzazioni, infatti, non è facile distinguere quali saranno i progetti idonei per i tecnici Ue a centrare l'obiettivo dei 228mila «nuovi» posti.
I progetti ammessi
Il Comune di San Nicandro Garganico (Foggia) con 625mila euro amplierà un centro oggi utilizzato come ludoteca per realizzare un asilo nido. A Moliterno (Potenza) è prevista la demolizione e ricostruzione di un nido esistente con creazione di nuovi posti, così come in via Po a San Martino in Pensilis (Campobasso). A Ottaviano (Napoli) a essere demolito sarà un edificio pubblico non in uso, al cui posto verrà poi ricostruito un asilo nido. Non mancano le ristrutturazioni di strutture esistenti con creazione di nuovi posti: Napoli metterà in sicurezza e riqualificherà (adeguamento strutturale ed efficientamento energetico) alcuni dei suoi circoli didattici; Acireale (Catania) con 1,3 milioni riqualificherà l'asilo di via San Martino; il Comune alluvionato di Conselice (Ravenna) ha ottenuto 841mila euro per rifare il look, interno ed esterno, all'asilo comunale Enrico Mazzanti, con ampliamento dei posti disponibili.
Infine sono diverse - da Nord a Sud - le riconversioni di spazi pubblici inutilizzati, in particolare di molti edifici scolastici costruiti negli anni del boom economico e oggi in disuso, per la creazione di centri polifunzionali. Al Comune di Fossacesia (Chieti), ad esempio, andranno 2,27 milioni di euro per il cambio d'uso e la riqualificazione dell'ex scuola dell'infanzia di via XXV Aprile.


Giornale di sicilia
Scoppiano le fognature I liquami finiscono in mare.
 
È bastato un intenso temporale estivo, della durata di appena 5 minuti, per far scoppiare le fognature nella zona del Villaggio Mosè. E per riversare i liquami nel mare di San Leone. Lo denuncia l'associazione ambientalista Mareamico, con il suo presidente Claudio Lombardo che lancia strali a chi dovrebbe preservare l'ambiente. «Questo accade - dice Lombardo - per colpa dei numerosi bypass tra le condotte di acque bianche e acque nere».
Un problema che si registra da tempo e che nonostante i ripetuti solleciti di Mareamico non è mai stato risolto. «Questa miscela maleodorante e pericolosa - dice ancora il responsabile di Mareamico - è arrivata nel torrente Canne, sulla spiaggia Delle Dune e quindi in mare: un disastro. Risulta necessario effettuare gli opportuni prelievi in mare al fine di accertare la balneabilità della zona».
Il Comune ha già allertato Aica, la società idrica che si occupa anche della gestione del sistema fognario in città. La società ha inviato i propri operai e tecnici sul posto, dopo la segnalazione di Mareamico. C'erano anche i medici dell'Asp. E sono stati prelevati dei campioni da inviare in laboratorio. Se dalle analisi risulterà la presenza di batteri sarà trasmessa una nota da parte dell'Asp al comune per gli adempimenti necessari, compresa - come chiede Lombardo - la possibilità di dichiarare la zona di mare non balneabile. Nel frattempo, il leader di Mareamico invita gli agrigentini a non recarsi in quel tratto di mare. Aica è sempre solerte alle segnalazioni di Mareamico e delle altre associazioni ambientaliste. E nelle scorse settimane i tecnici di Aica hanno eseguito una serie di controlli attraverso le video ispezioni nei collettori delle acque bianche a partire da via Magellano nella zona di San Leone.
E non è stata riscontrata nessuna anomalia al sistema di smaltimento delle acque reflue.
L'intervento funziona in questo modo: dopo l'apertura dei pozzetti c'è l'inserimento di un cavo con il robot collegato all'estremità che trasmette le immagini su un monitor, in diretta, sezionabili in diversi punti per una migliore visualizzazione dello stato del collettore. Nel mare di San Leone era stata segnalata la presenza di schiuma bianca fra la quarta e la sesta traversa. Aica aveva ritenuto, in quella occasione che si trattasse del possibile scarico di una nave di passaggio. Ma per gli ambientalisti si trattava invece dei collettori delle acque reflue. (*PAPI*)


CANICATTIWEB.Agrigento, il Sagi consegna il Premio Nazionale alla memoria "Pio Capodieci".

Avrà luogo martedi 29 agosto prossimo presso l'aula consiliare dell'ex Provincia Regionale di Agrigento con inizio alle ore 11, la cerimonia di consegna del Premio Nazionale alla memoria "Pio Capodieci", valente sindacalista della CGIL, funzionario dell'Inps, dirigente politico socialista e consigliere provinciale. Il SAGI consegnerà alla moglie Angela Megna una targa ricordo. Capodieci per tanti anni è stato protagonista di molte iniziative a sostegno dei lavoratori. Alla manifestazione prenderanno dirigentie colleghi dell'INPS e tante persone che lo hanno conosciuto e apprezzato per la sua lealtà e gentilezza. Presenti, infine, il segretario provinciale della CGIL Alfonso Buscemi e il Segretario Nazionale del Sindacato Autonomo Giornalisti Italiani, Nino Randisi.



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