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rassegna stampa del 28 agosto 2023

LENTEPUBBLICA.Rinnovo contratto pubblico impiego: basteranno le risorse?.

Con l'avvicinarsi di settembre, ritorna il tema del rinnovo del contratto del pubblico impiego, ma rimane la discriminante delle risorse: ecco nel dettaglio.
Siamo agli sgoccioli del mese di agosto e tra pochi giorni la politica ritornerà a lavorare a pieno regime.
Una delle questioni più urgenti è sicuramente il rinnovo del contratto per il pubblico impiego, in riferimento al triennio 2022/2024.
Sul tema è intervenuto anche il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, che ha affermato che si punta ad un accordo già nel 2024. Il problema, però, è il reperimento delle risorse.
Ecco cosa sappiamo.
Risorse rinnovo contratto pubblico impiego: l'intervento del Ministro Zangrillo
In merito al rinnovo del contratto degli statali, il Ministro Zangrillo ha rilasciato un'intervista a PaMagazine.
Il Ministro ha specificato che la Nota di aggiornamento al Def del mese di settembre sarà essenziale per il rinnovo del contratto. In quell'occasione, saranno indicate le risorse a disposizione per procedere con l'aumento di stipendio per i dipendenti pubblici.
Il problema, però, sta nel reperire quelle risorse necessarie: una questione spinosa, che non riguarda solo l'eventuale aumento di stipendio per i dipendenti pubblici, ma anche altre questioni, legate alla Legge di Bilancio 2024.
Risorse rinnovo contratto pubblico impiego: alcune ipotesi possibili
Il contratto dei dipendenti pubblici è scaduto il 31 dicembre 2021. Quello precedente, relativo al triennio 2019/2021, è stato sottoscritto solo alcuni mesi fa.
Lo scorso autunno, infatti, circa 2,2 milioni di dipendenti degli enti locali e del comparto sanità hanno firmato il contratto, mentre, i lavoratori del comparto scuola hanno raggiunto un accordo per quanto riguarda la parte economica.
Ci sono stati anche i rinnovi per i lavoratori della ricerca sanitaria, istruzione e ricerca ed è stato avviato un confronto sulla dirigenza delle funzioni locali.
L'obiettivo, ora, è il contratto 2022-2024 su cui, secondo il Ministro Zangrillo, si potrebbe trovare un accordo già da prossimo anno.
Tutto dipenderà dal NADEF, il documento che il Governo italiano presenta alle Camere entro il 27 settembre di ogni anno, per aggiornare le previsioni economiche e finanziarie del DEF.
Dal DEF, però, la situazione non sembra delle più rosee, perciò si spera in un miglioramento entro il 27 settembre, in modo da raggiungere gli obiettivi che sono stati prefissati.
Le risorse del Governo potrebbero essere limitate, a causa del taglio al cuneo fiscale, il rinnovo del bonus bollette e le pensioni.
Un'alternativa potrebbe essere un bis di quello che è successo nella scorsa Legge di Bilancio, con un aumento parziale e una tantum, pari all'1,5% dello stipendio lordo per tutte le tredicesime.
Ad oggi il Ministro Zangrillo ha ribadito che l'impegno del Governo è quello di "reperire le risorse per avviare i rinnovi già dal prossimo anno". Ma dovremo aspettare l'approvazione del NADEF per saperne di più.


LENTEPUBBLICA.Cosa succederà alle pensioni con la Legge di Bilancio 2024?.

l tema delle pensioni rimane centrale per la Legge di Bilancio 2024, ma le risorse ridotte potrebbero rendere difficile apportare modifiche importanti.
Tra le tematiche più discusse, soprattutto in previsione della Legge di Bilancio 2024, ci sono le pensioni.
Non è previsto, infatti, alcun cambiamento radicale della riforma previdenziale nell'immediato: per i trattamenti pensionistici dovrebbero essere stanziati "solo" 1-1,5 miliardi di euro, occupando una "piccola" parte delle risorse nella prossima Manovra finanziaria.
Vediamo nel dettaglio.
Il Governo tornerà a breve a lavoro e dovrà occuparsi della prossima Manovra finanziaria, non senza difficoltà.
Per quanto riguarda le pensioni, il prossimo incontro coi sindacati è fissato al 5 settembre, nel quale si parlerà prevalentemente delle mansioni gravose e della tutela previdenziale per le donne.
Ma, come ricordato dal Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, le risorse a disposizione del Governo sono limitate e la questione della denatalità rende difficoltosa qualsiasi riforma previdenziale a breve termine.
Le ipotesi principali prevedono di riconfermare le misure ponte in vigore quest'anno, in attesa di tempi migliori, per poter andare verso Quota 41.
Per il prossimo anno, sarà prevista una Quota 103 bis e un prolungamento dell'Ape sociale, ma rivisitata, con l'accesso garantito ad altre categorie di lavoratori, soprattutto quelli impegnati in attività gravose e usuranti.
È in programma anche un mini-piano per i giovani, che potrebbe prevedere agevolazioni mirate, per poter creare una corsia preferenziale per la previdenza integrativa. In questo modo, si spianerebbe la strada per una pensione di garanzia.
Un altro intervento, sul quale sono in corso simulazioni e analisi tecniche, è quello del super contratto d'espansione.
Si tratterebbe di un nuovo strumento per gli esodi incentivati, da vincolare anche a nuove assunzioni e da estendere alle Pmi, che assorbirebbe gli attuali assegni ad personam, nell'ambito delle trattative aziendali.
Opzione donna
Si punta anche ad una rivisitazione di Opzione donna, con l'obiettivo di alleggerire la stretta inserita nell'ultima Manovra finanziaria.
Tra le ipotesi c'è quella di seguire l'Ape sociale e permettere alle lavoratrici di andare in pensione, con un limite d'età minimo, che potrebbe essere fissato a 60 anni.
Pensioni Legge di Bilancio 2024: il calendario
Le misure sono state solamente delineate e occorrerà aspettare due date importanti: il 5 e il 18 settembre s'incontreranno l'Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale e i sindacati.
Sapremo di più alla fine di settembre, al momento della presentazione della Nota di aggiornamento al Def, con la quale si saprà, con maggiore precisione, quali sono le risorse realmente disponibili, anche per i trattamenti previdenziali.


ILSOLE24ORE.Oggi il primo Cdm dopo la pausa estiva: sul tavolo l'indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo
Sarà anche l'occasione per un avvio di confronto tra i partiti della maggioranza sulle priorità (tante) e le risorse disponibili (poche).
L'estate è finita e dopo tre settimane di pausa per il governo è tempo di aprire il cantiere della manovra. Per ora soltanto informalmente, perché la legge di Bilancio 2024 non compare nell'ordine del giorno del primo Consiglio dei ministri post vacanze atteso per oggi, lunedì 28 agosto, a partire dalle 17:00 (la riunione non è stata ancora convocata).
Lavoratori spettacolo, indennità di discontinuità verso il Cdm
Sul tavolo del Governo dovrebbe approdare un decreto legislativo per il riordino e la revisione degli ammortizzatori e delle indennità e l'introduzione di un'indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo. Il provvedimento, a quanto si apprende, è tra quelli che verranno discussi nel preconsiglio. Fra gli altri temi al centro della riunione preparatoria, ci sono anche un disegno di legge per la ratifica dell'accordo di sede tra l'Italia e l'ufficio europeo per il sostegno all'asilo relativo allo stabilimento di un ufficio operativo a Roma; un altro disegno di legge di ratifica dell'accordo sul trasporto aere tra Ue, stati membri e il Qatar; e un terzo disegno di legge di ratifica dell'accordo sullo spazio aereo comune tra l'Ue, gli stati membri e l'Armenia.
Alla vigilia del Consiglio dei ministri si è parlato anche di un disegno di legge per gestire le ricostruzioni e di un Dpcm per rendere operativo il memorandum di intesa per Tim firmato il 10 agosto tra il Mef e il fondo Usa Kkr. Tra i temi anche l'immigrazione e il caro carburanti.
Di certo la riunione dell'esecutivo darà ai partiti della maggioranza la prima occasione per un confronto sulle priorità (tante) e le risorse disponibili (poche), mettendoli di fronte alla realtà: bisognerà compiere delle scelte, rinunciando o ridimensionando gli interventi più corposi come, ad esempio, la "Quota 41" secca rilanciata di recente dalla Lega, ovvero l'anticipo della pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall'età.
Nonostante le richieste negli ultimi giorni si vadano moltiplicando, i ministri cominceranno a fare i conti partendo dalla base comune che si regge su tre pilastri: lavoro, famiglia, pensioni. Sul primo, la priorità è per tutti il rinnovo del taglio del cuneo contributivo per i lavoratori dipendenti, in vigore da luglio e in scadenza a fine anno. Una voce piuttosto pesante che vale 9-10 miliardi nella versione introdotta con il decreto primo maggio (7 punti per i redditi fino a 25mila e 6 per quelli fino a 35mila). C'è poi la detassazione delle tredicesime - uno degli obiettivi della delega fiscale - con l'ipotesi di anticiparla rispetto alla manovra per dare un segnale già sugli stipendi di dicembre. Una mossa che piace ai partiti in vista delle Europee e che non dovrebbe avere un costo eccessivo, soprattutto se ci si limita ai redditi più bassi.
C'è poi il capitolo famiglia, altro tema che mette d'accordo tutti, con le misure a favore della natalità e dei nuclei numerosi: dagli aiuti alle famiglie con tre figli, alle agevolazioni per chi assume mamme, al bonus per il secondo figlio. Un pacchetto che potrebbe costare sui 4-5 miliardi di euro e sul quale verrà dirottato il miliardo risparmiato con l'assegno unico. Sulle pensioni, invece, si cominciano a misurare le distanze dei partiti. Se il vicepremier Antonio Tajani (Forza Italia) rilancia l'aumento di quelle minime (portarle a 600 euro costerebbe "appena" 210 milioni), la Lega si spinge oltre e non abbandona l'idea di Quota 41, che però andrebbe come minimo ridimensionata. Per ora, quindi, si studiano solo piccoli aggiustamenti per le misure già esistenti: dovrebbe essere confermata Quota 103, ovvero la possibilità di uscire dal lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi e l'Ape sociale per i lavoratori disagiati, mentre Opzione donna potrebbe essere ritoccata allargando di nuovo la platea a chi ha 35 anni di contributi con un'età minima che potrebbe essere alzata.
Dal Ponte sullo Stretto ai premi di produttività
Sempre alla voce "uscite" vanno aggiunti i fondi per far partire il Ponte sullo Stretto (1-2 miliardi), la replica della tassazione agevolata sui premi di produttività, i fringe benefit (1-2 miliardi) e le spese indifferibili (6 miliardi). Senza contare l'avvio per la riforma dell'Irpef alla quale servirebbero 4 miliardi (ma si aspetterà la Nadef a fine mese per capire meglio i margini). Numeri che portano il conto della manovra già vicino a 30 miliardi, al netto delle richieste dei ministri: quello della Sanità Schillaci chiede 4 miliardi, quello della Pa Zangrillo ne vorrebbe 8 per i contratti pubblici.
Per le "entrate" incognita extraprofitti banche
Le entrate, per ora, sono ferme a 4,5 miliardi ricavati in deficit dal Def, 300 milioni della spending review, più risorse non quantificate che il Governo punta a raccogliere dal nuovo rapporto "collaborativo" tra Fisco e contribuente. Ci sarebbero i 2,5 miliardi dalla tassa sugli extraprofitti delle banche, ma si tratta di una cifra molto incerta, visto che Forza Italia ha già pronti emendamenti per modificare quattro punti della norma in Parlamento. Si punta ad escludere le banche di piccole dimensioni, a non far gravare la tassa sui titoli di Stato, a renderla deducibile, e a chiarire che si tratta di un'imposta una tantum.

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