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rassegna stampa del 30 agosto 2023

ITALIAOGGI.

Manovra, Landini: Meloni convochi le parti sociali
Il leader della Cgil preme per un "confronto negoziale per la reale tutela e crescita del potere d'acquisto di salari e pensioni; il rinnovo dei contratti, anche con le risorse da inserire nella legge di Bilancio; la definizione di una legge sulla rappresentanza e il salario minimo".

Il leader della Cgil Maurizio Landini ha chiesto un incontro tra governo e parti sociali sulla manovra di bilancio per aprire «un confronto negoziale per la reale «tutela e crescita del potere d'acquisto di salari e pensioni; il rinnovo dei contratti, anche con le risorse da inserire nella legge di Bilancio; la definizione di una legge sulla rappresentanza e il salario minimo; il superamento di una precarietà nel lavoro non più sostenibile e l'avvio di un piano straordinario di assunzioni nel pubblico». Richieste, quelle di Landini, giunte il giorno dopo la riunione del consiglio dei ministri di lunedì, al termine della quale  «Ci aspetta un anno molto impegnativo che culminerà con le elezioni europee e la presidenza italiana del G7. Serve il massimo della compattezza, della determinazione, della concentrazione».
Così la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha disegnato al termine del consiglio dei ministri di lunedì scorso il percorso che la maggioranza e il governo si troveranno ad affrontare nei prossimi due mesi, gli ultimi del primo anno dell'esecutivo di destra a palazzo Chigii. In particolare Meloni ha sottolineato che « a prossima legge di bilancio dovrà essere, come è stata quella dello scorso anno, seria, per supportare la crescita, aiutare le fasce più deboli, dare slancio a chi produce e mettere soldi in tasca a famiglie e imprese. Lo scorso anno, l'emergenza energetica ha assorbito due terzi della manovra, ma questo non ci ha impedito di lanciare alcuni segnali importanti e di tracciare una direzione: penso al taglio del cuneo fiscale o alle risorse che abbiamo scelto di destinare alla famiglia, a partire dall'aumento dell'assegno unico. Misure che hanno tracciato una direzione. Direzione che ora dobbiamo consolidare e rafforzare. La prima scadenza è il 27 settembre, quando dovremo presentare alle Camere la Nadef, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, il documento di riferimento per lo scenario macroeconomico che ci servirà per indirizzare il nostro lavoro. È un documento importante che descriverà in che modo vogliamo orientare la nostra azione. In allegato potranno essere indicati i disegni di legge collegati alla manovra che dovranno contenere una disciplina omogenea per singoli settori e materie di intervento, secondo le rispettive competenze dei dicasteri. Con i disegni di legge collegati alla manovra, che andranno poi presentati entro il mese di gennaio 2024, il governo può puntare, con un iter accelerato di approvazione,  a realizzare riforme organiche, capaci di contribuire al rilancio ed allo sviluppo dell'economia, nel quadro degli obiettivi programmatici delineati».
Servono però 30 miliardi per raggiungere gli obiettivi delineati dal governo, e per questo i tecnici sono già al lavoro per individuare i necessari aumenti di entrate e risparmi di spesa. Si pensa, tanto per cominciare, a ridurre la rivalutazione delle pensioni medio-alte, a tagliare di circa 300 milioni la spesa dei ministeri, a incassare circa 2,2 miliardi dalla tassa sugli extraprofitti, oltre a una serie privatizzazioni, dopo che il ministero dell'Economia si è dotato di 2,2 miliardi da spendere per l'ingresso nella rete Tim attraverso la Netco. Nel dossier dismissioni del titolare del dicastero di via XX Settembre, Giancarlo Giorgetti, si studia la possibilità di vendere o quantomeno ridurre la partecipazione del 64% nel Monte dei Paschi di Siena. La cessione di gran parte della quota di Ita nelle mani del Tesoro, il 41%, a Lufthansa fa parte delle operazioni già previste, e alla fine nelle  mani di Giorgetti dovrebbe restare soltanto il 10%.


ITALIAOGGI.

Nel vivo la tregua fiscale.
A partire dal 30 settembre fino al prossimo 30 novembre un serrato scadenzario per formalizzare e gestire alcune delle principali disposizioni della tregua fiscale: ravvedimento speciale, irregolarità formali, rottamazione e definizione liti.

Ravvedimento speciale, irregolarità formali, rottamazione e definizione liti: finita l'estate la tregua fiscale entra nel vivo. A partire dal 30 settembre fino al prossimo 30 novembre inizierà un autunno di fuoco fatto di un serrato scadenzario per formalizzare e gestire alcune delle principali disposizioni della tregua fiscale.
Le scadenze del 30 settembre. Entro il prossimo 30 settembre si chiuderanno i giochi del ravvedimento operoso speciale, disposizione che consente di regolarizzare le violazioni riguardanti le dichiarazioni fiscali relative al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a quelli precedenti (se regolarmente presentante) corrispondendo le sanzioni ridotte ad 1/18.
Per utilizzare tale strumento entro la fine di settembre va rimossa l'omissione o l'irregolarità trasmettendo la dichiarazione integrativa e va versato il dovuto (in unica soluzione o la prima delle 8 rate previste).
Sempre al 30/9 triplo appuntamento invece per chi è in lite con il fisco.
Entro tale data infatti va presentata mediante trasmissione telematica la domanda per aderire alla definizione delle liti pendenti eseguendo al contempo il pagamento prima o unica rata; per quanto riguarda invece la conciliazione agevolata delle controversie si chiude la finestra temporale per la sottoscrizione dell'accordo con cui si perfeziona la conciliazione totale o parziale; stessa scadenza è prevista anche per rinuncia agevolata dei giudizi tributari pendenti innanzi alla Corte di cassazione con rinuncia del contribuente e correlato accordo che va sottoscritto entro fine settembre.
Doppio appuntamento infine anche per la rottamazione quater con la scadenza al 30/9 del termine per la presentazione delle istanze per i soggetti residenti dei comuni colpiti dall'alluvione di maggio ed anche la chiusura del periodo temporale per l'invio delle comunicazioni delle somme dovute da parte dell'agenzia delle entrate riscossione per chi ha trasmesso la domanda entro fine giugno.
Le scadenze del 31 ottobre. Fine ottobre è il fondamentale termine da rispettare per aderire alla definizione delle irregolarità formali, disposizione che consente di regolarizzare infrazioni e le inosservanze di obblighi o adempimenti, di natura formale, che non rilevano sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, dell'Iva e dell'Irap e sul pagamento dei tributi, commesse fino al 31 ottobre 2022 pagando 200 euro per ciascun periodo d'imposta.
Entro il 31 ottobre va effettuato il versamento dell'unica o della prima rata di due concesse dal legislatore con la seconda eventualmente in scadenza il 31 marzo 2024 (data entro cui vanno, se possibile, rimosse anche le irregolarità individuate).
Al 31 ottobre si tireranno anche le somme della rottamazione quater scadendo il termine di pagamento della prima o unica rata del piano di definizione (senza contare i 5 giorni di lieve ritardo).
Le scadenze del 20 novembre. Il 20 novembre è la data stabilita dal legislatore (all'articolo 1 comma 7 del dl 61/2023) per i soggetti che alla data del 1° maggio 2023, avevano la residenza ovvero la sede legale o la sede operativa nel territorio dei comuni di Emilia Romagna, Marche e Toscana colpiti dall'alluvione dello scorso maggio per trasmettere gli adempimenti ed effettuare i pagamenti sospesi dal 1 maggio al 31 agosto 2023.
Le scadenze del 30 novembre. Doppio appuntamento il 30 novembre tra rottamazione quater e sanatoria delle cripto-attività.
Per la rottamazione quater infatti entro la fine del mese di novembre va versata la seconda rata del piano di definizione per i soggetti che hanno scelto il pagamento in forma rateale.
Per la sanatoria delle cripto-attività invece, come stabilito dall'Agenzia delle entrate con il recente provvedimento n. 290480/2023 del 7 agosto scorso, va inviata via pec alla direzione regionale dell'Agenzia delle entrate competente in base al domicilio fiscale nell'ultimo anno d'imposta interessato dalla procedura, l'istanza prevista con allegata la ricevuta del versamento F24 degli importi dovuti.


LENTEPUBBLICA.

Tutte le assunzioni nei Ministeri previste dal Decreto PA Bis.

Col Decreto PA Bis, sono previste nuove assunzioni nei Ministeri, per poter realizzare alcune iniziative previste dal Pnrr: ecco quali sono.
Per poter garantire l'attuazione efficace del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), è stato approvato (e poi convertito in legge, lo scorso 16 agosto 2023) il Decreto PA Bis.
Il decreto s'impegna a potenziare la Pubblica Amministrazione, con nuove assunzioni nei Ministeri, per un vero e proprio "piano di rafforzamento".
Ecco quali Ministeri saranno interessati.
Assunzioni Ministeri Decreto PA Bis: tutti i dettagli
Sono diversi i ministeri interessati dal nuovo piano di assunzioni per il Pnrr. Ecco quali sono nel dettaglio.
Ministero dell'Istruzione.
Secondo l'articolo 21 del Decreto, il Ministero dell'Istruzione potrà reclutare 40 nuove unità, mediante contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Le assunzioni saranno fatte mediante concorsi pubblici o scorrimento delle graduatorie.
Inoltre, il decreto autorizza anche delle spese annuali per il personale.
Ministero della Cultura.
Per il MIC sono previsti 100 nuovi dipendenti non dirigenziali, a tempo indeterminato, da assumere mediante concorsi pubblici.
Le assunzioni saranno destinate ad aree ad elevata professionalità, per poter rafforzare la capacità organizzativa del Ministero e assicurare l'efficacia delle sue azioni.
Le modalità di assunzione dovranno rispettare i contratti collettivi nazionali di lavoro e le procedure competitive.
Ministero della Giustizia.
Le assunzioni per il Ministero della Giustizia sono previste nell'art.13 e dovranno svolgersi nel rispetto della dotazione organica vigente.
Le modalità saranno le seguenti:
Una quota non inferiore al 50% sarà assunta mediante procedure concorsuali pubbliche;
Una quota non superiore al 30% dei posti rimasti sarà riservata ai candidati appartenenti ai ruoli dell'amministrazione giudiziaria, in possesso dei requisiti richiesti e con almeno cinque anni di servizio nella terza area professionale;
Infine, una quota non superiore al 15% dei posti rimanenti sarà riservata al personale che abbia ricoperto o ricopra attualmente incarichi dirigenziali di livello non generale, per almeno un triennio, con valutazione positiva.
Ministero degli Affari Esteri.
Per questo ministero, è prevista l'assunzione di 300 unità aggiuntive, a partire dal 1° gennaio 2024.
La metà dei posti disponibili sarà riservata ai cittadini italiani che sono dipendenti con contratto a tempo indeterminato, in possesso dei requisiti richiesti e con almeno tre anni di servizio continuativo e lodevole.
Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Il MEF potrà assumere 60 nuove unità a tempo indeterminato, nel quadro della sua dotazione organica esistente. Le nuove figure riguarderanno il personale dirigenziale di livello non generale.
Ministero del Lavoro.
Le nuove unità per il Ministero del Lavoro saranno inserite nella funzione di funzionari con competenze professionali specifiche.
I candidati potranno avere un doppio punteggio, in caso di possesso di un titolo di studio richiesto nel bando, ottenuto nei cinque anni precedenti. Saranno premiati anche i candidati che abbiano già prestato servizio presso il Ministero.
Nel biennio 2024/2025, il Ministero potrà assumere 6 dirigenti di seconda fascia, con contrato a tempo indeterminato.
Altre disposizioni.
Il Decreto PA Bis prevede anche altre disposizioni.
Il Garante per la Protezione dei Dati Personali potrà assumere 287 unità, per rafforzare la capacità amministrativa e l'efficacia dell'ente.
Fino al 30 giugno 2026, le pubbliche amministrazioni potranno assumere, a tempo indeterminato, i soggetti già impegnati in lavori socialmente utili o di pubblica utilità.
Saranno, inoltre, stabilite nuove regole per i concorsi nelle scuole, nelle PA, per i dirigenti e i direttori sanitari.




GIORNALEDISICILIA.

Dalla Regione 60 milioni per gli interventi negli alvei dei fiumi siciliani: ecco la mappa.

Via libera dalla giunta regionale allo stanziamento di circa 60 milioni di euro per la realizzazione di circa 40 interventi ritenuti «prioritari e indifferibili» per garantire una più efficace tutela del patrimonio idrico fluviale della Sicilia e prevenire pericolosi eventi alluvionali.
«Il provvedimento - dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani - si inserisce nella strategia del mio governo per contrastare le conseguenze pericolose per la popolazione di fenomeni meteorologici violenti che hanno colpito e che potrebbero colpire il territorio isolano. La manutenzione degli alvei è, in questo senso, una attività essenziale per una puntale opera di prevenzione del rischio idrogeologico».
Il documento è stato elaborato dall'Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia e annovera una serie di interventi ormai non più rinviabili, risultato di diverse ricognizioni territoriali di polizia idraulica. Il «pacchetto" di circa 40 interventi fa riferimento al «Piano di azione e coesione» e graverà sui fondi Poc.
Sono dodici quelli che possono essere messi già appaltati, per un totale di circa 12 milioni di euro.
Nello specifico, nell'Agrigentino, il Canale Mollarella (e due affluenti) a Licata e il fiume San Leone ad Agrigento; in provincia di Caltanissetta, il tratto del fiume Imera nel territorio di Resuttano, del torrente Salacio a Vallelunga e del torrente Belice piano Cucca a Villalba; in provincia di Catania, il torrente Saracena nei territori di Maniace e Bronte; nell'Ennese, il complesso del fiume Dittaino e del torrente Calderari Valguarnera ad Assoro; nel Messinese, il torrente Mazzarrà nei tratti che attraversano i territori di Mazzarrà Sant'Andrea e Terme Vigliatore; nel Ragusano, il fiume Ippari a Vittoria e i fiumi Acate, Cava del bosco, Para Para, Donnaona Gucciardo, Ippari, Irminio, Modica Scicli nei territori di Acate, Modica e Scicli; infine, in provincia di Siracusa, il torrente Risicone a Francofonte.
Gli altri, per ulteriori 47 milioni di euro circa, grazie all'apprezzamento da parte della giunta di governo, possono proseguire il loro iter, dal momento che le relative progettazioni esecutive sono in via di definizione e ormai prossime alla conclusione.


ILSOLE24ORE.

Meloni sulla manovra: focus su taglio cuneo fiscale e famiglie.
Niente riduzione di tasse né riforma delle pensioni e tantomeno tagli delle accise sui carburanti.

Anche se ha evitato di pronunciare la parola "rigore" il messaggio che Giorgia Meloni ha rivolto ai suoi colleghi di governo nella prima riunione post vacanze del Consiglio dei ministri è eloquente: la congiuntura è tutt'altro che rosea, le risorse che abbiamo sono poche e non possiamo permetterci di sprecarle. Bisogna restare «con i piedi saldi a terra», tagliare quello che abbiamo ereditato e riteniamo non in linea con il nostro programma come avvenuto con il reddito di cittadinanza e soprattutto scegliere le priorità.
Le Europee e la presidenza del G7.
Una su tutte la conferma del taglio del cuneo fiscale (servono circa 9 miliardi) che mette soldi in più nelle buste paga e i sostegni alle famiglie anche per contrastare il preoccupante calo demografico. Insomma niente riduzione di tasse né riforma delle pensioni e tantomeno tagli delle accise sui carburanti con buona pace di Matteo Salvini. Ridotta all'osso è questa la sintesi dell'intervento della premier. Un intervento politico in vista di due appuntamenti decisivi: le Europee e la presidenza del G7. Prima ancora però c'è un passaggio delicatissimo ovvero il confronto con Bruxelles sulle nuove regole di bilancio che più o meno direttamente influiranno sulla manovra.
Evitare uscite scomposte.
Il ministro dell'Economia l'ha detto apertamente (video): l'entità delle coperture sarà influenzata da variabili «internazionali ed europee» facendo esplicito riferimento al nuovo Patto di stabilità. Un confronto che difficilmente - ha confermato lo stesso Giancarlo Giorgetti - si concluderà entro la fine dell'anno imponendo una ulteriore negoziazione sul periodo transitorio che sulla carta ancora prevede il ritorno del vecchio Patto. Una ragione in più per evitare uscite scomposte in ordine sparso che lascino intendere un prossimo assalto alla diligenza.
Ma è un obiettivo che non è detto sia unanimemente condiviso. Lega e Forza Italia hanno bisogno di recuperare consensi rispetto al loro maggiore alleato e cioè Fratelli d'Italia. I risultati delle Europee sono destinati ad influire sui rapporti di forza all'interno dell'esecutivo e sulle possibili alleanze a Bruxelles per il prossimo quinquennio. Le uscite di Salvini sempre più ricorrenti non solo sul caro carburanti ma soprattutto sul fronte sbarchi ne sono la conferma. Il leader della Lega ha già avviato la campagna elettorale e punta sul suo vecchio cavallo di battaglia. Meloni lo sa bene tant'è che ha invitato i «ministri competenti» (oltre all'Interno lo stesso Salvini che dai Trasporti dirige la Guardia costiera) a un maggiore coordinamento che sarà guidato direttamente da Palazzo Chigi.
Il 6 settembre primo vertice.
La manovra però resta il fronte più caldo. Se infatti la pressione migratoria dipende da fattori esterni, le scelte sulla manovra saranno imputabili direttamente al Governo e alla sua maggioranza. Una responsabilità che la premier rivendica («la legge di Bilancio è la più politica delle leggi») intestandosi le priorità a partire appunto dalla conferma del taglio del cuneo e del sostegno alle famiglie. E gli alleati? Quale "bandierina" potranno sventolare Salvini e Tajani per evitare di venire fagocitati dalla premier? Il punto politico è questo e a breve avremo le risposte. La prossima settimana, il 6 settembre, si terrà un primo vertice di maggioranza con ministri e capigruppo. Poi dopo la trasferta di Giorgetti a Santiago de Compostela (15-16 settembre) per un vertice con gli altri ministri dell'Economia europei arriverà entro il 27 la Nadef con il quadro macroeconomico da cui si potrà ricavare la portata della legge di Bilancio.


QDS.
Agrigento, quasi tre milioni di euro per le strade provinciali.
Gli uffici del Libero Consorzio comunale hanno aggiudicato una gara da 2,8 milioni di euro che interesserà le arterie viarie ricadenti nei territori della zona Est della provincia agrigentina.
La sicurezza delle strade e in particolare la tutela dell'incolumità degli automobilisti e in generale degli utenti delle arterie viarie continuano a essere tra le priorità del Libero Consorzio comunale, che proprio pochi giorni fa ha annunciato provvedimenti indirizzati verso tale versante.
Sono infatti previsti nuovi lavori di manutenzione straordinaria sulle diverse strade provinciali, in particolare a seguito dell'aggiudicazione della gara d'appalto relativa all'Accordo quadro per i lavori di manutenzione straordinaria lungo le strade della zona Est, progettati dallo staff tecnico del Libero Consorzio comunale di Agrigento e finanziati con fondi regionali (Ddg numero 408/2021 dell'Assessorato delle Autonomie locali e della Funzione pubblica)".
"La gara - hanno reso noto gli uffici dell'Ente intermedio - è stata aggiudicata all'impresa CoGeMa Srl con sede ad Agrigento, che ha offerto il ribasso del 31,364% per un importo complessivo dei lavori di 2.806.000,00 euro più Iva (compresi 62.580,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso). Alla gara, effettuata in modalità integralmente telematica e con inversione procedimentale, hanno preso parte 195 imprese".
Come illustrato ancora dai responsabili del Libero Consorzio, gli interventi prevedono lavori di sistemazione dei tracciati danneggiati da frane ed eventi atmosferici, posa di gabbionate e realizzazione di opere in muratura, bitumatura, ripristino della segnaletica orizzontale e verticale ed altro ancora.
"I lavori - hanno concluso dall'Ente intermedio agrigentino - dovranno essere eseguiti entro 24 mesi dalla firma del contratto d'appalto e riguardano le strade provinciali che ricadono nei territori comunali di Alessandria della Rocca, Casteltermini, Cammarata, Santo Stefano Quisquina, Racalmuto, Canicattì e Licata".


AGRIGENTONOTIZIE.
Tragedia sfiorata.
Incidente sulla provinciale Menfi - Bivio Misilbesi: camion si ribalta, traffico in tilt
Il mezzo ha invaso l'intera carreggiata ed è stato necessario chiudere la strada per provvedere alla rimozione: le condizioni del conducente non sono gravi.
Incidente stradale sulla provinciale 41 che collega Menfi col bivio Misilbesi: un camion si è ribaltato invadendo pure l'altra corsia di marcia. Le condizioni dell'automobilista, al momento, non destano preoccupazioni.
Il traffico è stato deviato per alcune ore per consentire ai vigili del fuoco la rimozione del mezzo e il ripristino della normale viabilità.


LIVESICILIA.
Stanziati 60 milioni di euro per interventi urgenti sui fiumi siciliani.L'intervento deciso dalla Giunta.
Via libera dalla giunta regionale siciliana allo stanziamento di circa 60 milioni di euro per la realizzazione di circa 40 interventi sui fiumi siciliani. Sono ritenuti "prioritari e indifferibili" per garantire una più efficace tutela e prevenire pericolosi eventi alluvionali.
Schifani: "Manutenzione degli alvei essenziale"
"Il provvedimento - dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani - si inserisce nella strategia del mio governo per contrastare le conseguenze pericolose per la popolazione di fenomeni meteorologici violenti che hanno colpito e che potrebbero colpire il territorio isolano. La manutenzione degli alvei è, in questo senso, una attività essenziale per una puntale opera di prevenzione del rischio idrogeologico".
Il lavoro dell'Autorità di bacino
Il documento è stato elaborato dall'Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia. Prevista una serie di interventi ormai non più rinviabili, risultato di diverse ricognizioni territoriali di polizia idraulica. Il "pacchetto" di circa 40 interventi fa riferimento al "Piano di azione e coesione" e graverà sui fondi Poc.
Le prime 12 opere già in rampa di lancio
Sono dodici quelli che possono essere messi già appaltati, per un totale di circa 12 milioni di euro. Nello specifico, nell'Agrigentino, il Canale Mollarella (e due affluenti) a Licata e il fiume San Leone ad Agrigento; in provincia di Caltanissetta, il tratto del fiume Imera nel territorio di Resuttano, del torrente Salacio a Vallelunga e del torrente Belice piano Cucca a Villalba; in provincia di Catania, il torrente Saracena nei territori di Maniace e Bronte; nell'Ennese, il complesso del fiume Dittaino e del torrente Calderari Valguarnera ad Assoro; nel Messinese, il torrente Mazzarrà nei tratti che attraversano i territori di Mazzarrà Sant'Andrea e Terme Vigliatore; nel Ragusano, il fiume Ippari a Vittoria e i fiumi Acate, Cava del bosco, Para Para, Donnaona Gucciardo, Ippari, Irminio, Modica Scicli nei territori di Acate, Modica e Scicli; infine, in provincia di Siracusa, il torrente Risicone a Francofonte. Gli altri, per ulteriori 47 milioni di euro circa, grazie all'apprezzamento da parte della giunta di governo, possono proseguire il loro iter, dal momento che le relative progettazioni esecutive sono in via di definizione e ormai prossime alla conclusione.






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