ITALIAOGGI.
Pnrr, la tabella di marcia delle riforme va a singhiozzoSono 63 le riforme normative previste dal Pnrr già avviate, su un totale di 89 da completare entro quest'anno. Tra queste, 9 risultano in ritardo rispetto alla tabella di marcia (a queste se ne aggiungono 7 in ritardo dai semestri precedenti). È lo scenario delineato dagli analisti della Fondazione Openpolis.
Sono 63 le riforme normative previste dal Pnrr già avviate, su un totale di 89 da completare entro quest'anno. Tra queste, 30 sono da considerarsi concluse, 24 sono in corso di approvazione mentre 9 risultano in ritardo rispetto alla tabella di marcia (a queste se ne aggiungono 7 in ritardo dai semestri precedenti). Ma, comunque, ciò non ha impedito all'Italia di ricevere i fondi assegnati. Entro la fine del 2023 governo e parlamento sono chiamati a completare 9 scadenze legate a riforme normative, tra le altre anche quelle relative alla legge sulla concorrenza e alla spending review. Sono 18, invece, le riforme contenute nella proposta di revisione del Pnrr; 6 quelle che saranno inserite nel RepowerEu (ossia, il progetto con cui l'Unione europea ha voluto far fronte alla crisi energetica innescata dalla guerra tra Russia e Ucraina). È lo scenario delineato dagli analisti della Fondazione Openpolis che, nel periodico monitoraggio effettuato nell'ambito dell'osservatorio sull'attuazione del Pnrr, sottolineano l'importanza dell'approvazione delle riforme sia per attuare numerosi investimenti previsti dal piano sia per ottenere dalla Commissione europea le rate delle risorse destinate all'Italia.
Lo stato delle riforme. Gli interventi normativi in alcuni casi sono propedeutici alla realizzazione degli investimenti. In altri casi, invece, le riforme sono a sé stanti, talvolta con target quantitativi da raggiungere. Per tale motivo alcune riforme terminano il loro iter nei primi anni del Pnrr, lasciando spazio agli investimenti correlati, mentre altre hanno un cronoprogramma che si concluderà nel 2026. Considerando le riforme già avviate, le scadenze totali a cui adempiere tra il 2021 e il 2023 sono 89. Come si evince dal report, l'area tematica più toccata dalle riforme è quella legata alla pubblica amministrazione, con 18 adempimenti programmati, di cui 5 ancora da completare. Seguono la transizione ecologica (17 scadenze di cui 2 in ritardo) e scuola, università e ricerca (11 di cui 2 da completare).
Le prossime scadenze. Un terzo delle scadenze legate alle riforme previste per quest'anno è già stato portato a compimento. Sono, invece, tre quelle che avrebbero dovuto essere completate entro il primo semestre ma che ancora mancano all'appello. La prima è l'aggiudicazione degli appalti pubblici per la realizzazione di stazioni di rifornimento: il passaggio normativo propedeutico è stato portato a compimento con l'approvazione del decreto legislativo 199/2021, ma il traguardo previsto dalla scadenza non è stato raggiunto a causa delle poche domande presentate dagli operatori economici. Tale scadenza rientra tra quelle per cui il governo ha presentato una prima richiesta di modifica del Pnrr. Gli altri due interventi sono legati all'entrata in vigore della riforma della giustizia e a quella degli appalti e dei contratti pubblici, in entrambi i casi mancano alcuni decreti attuativi. Per quanto riguarda le scadenze che dovranno essere completate entro la fine dell'anno, al netto della revisione del Pnrr, la più rilevante riguarda la definizione della legge annuale per la concorrenza per il 2022: il disegno di legge si trova attualmente in discussione al senato e dovrà poi passare all'esame della camera per l'approvazione definitiva. Tra le altre scadenze più significative l'entrata in vigore della riforma dell'ordinamento delle guide turistiche. Sono presenti diverse proposte di legge, tra cui una di iniziativa governativa, ma nessuna di queste ha ancora iniziato l'iter parlamentare. Entro la fine dell'anno il governo è chiamato anche a emanare un decreto legislativo di riforma del codice della proprietà industriale che rientra tra le riforme oggetto di revisione.
La proposta di revisione. Nella proposta di revisione del Pnrr che il governo ha presentato alla Commissione europea ci sono anche alcune riforme. In alcuni casi le modifiche proposte riguardano aggiustamenti formali, non particolarmente rilevanti, in altri, invece, si vanno a modificare, anche in maniera significativa, gli obiettivi originari della misura. Sono 18 le riforme interessate dal processo di revisione del Pnrr, tra le modifiche più rilevanti, c'è quella relativa alla creazione di nuovi alloggi per studenti universitari. Per quanto riguarda, invece, la riduzione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni e delle autorità sanitarie, si propone di rinviare di 15 mesi tutte le scadenze previste originariamente per fine 2023 e fine 2024. Relativamente alla riforma del codice degli appalti, sono rivisti al ribasso gli obiettivi per il 2023 e il 2024 riguardanti la riduzione dei tempi per l'aggiudicazione dei lavori. Un ridimensionamento riguarderà gli obiettivi legati alla riforma della giustizia, in particolare rispetto alla riduzione degli arretrati nei tribunali che finora è stata inferiore alle attese. C'è poi la lotta all'evasione fiscale, ambito in cui si intende allentare gli obiettivi che originariamente prevedevano una riduzione della propensione all'evasione del 5% entro il 2025 e del 15% entro il 2026. Infine, si propone di introdurre una nuova riforma, quella della creazione di una nuova Zona economica speciale unica del Mezzogiorno che sostituirebbe le otto attualmente esistenti.
Le riforme nel RepowerEu. Le misure normative previste dalla proposta del governo sono sei, tra le innovazioni più rilevanti c'è la creazione di un testo unico per l'autorizzazione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili per semplificare e coordinare le disposizioni legislative vigenti e i relativi procedimenti amministrativi. Altro passaggio riguarda la definizione di una roadmap per la progressiva eliminazione dei sussidi inefficienti verso i combustibili fossili. Sono previsti interventi normativi anche nel campo della formazione per dotare i lavoratori delle competenze per la transizione ecologica.
LENTEPUBBLICA.
Cortocircuito Mef: secondo il Ministero, i dipendenti pubblici sarebbero 70 milioni in Italia.
Il Mef indica che, in Italia, ci sarebbero 70 milioni di dipendenti pubblici, su 60 milioni di abitanti: ecco cos'è successo al sito.
Si dice che "errare è umano", ma, a quanto pare, gli errori capitano anche ai Ministeri.
Sul sito del Mef (Ministero dell'Economia e delle Finanze) risultano circa 70 milioni di dipendenti pubblici. Peccato, però, che gli abitanti in Italia siano solo 60 milioni.
Ecco cos'è successo.
L'errore del Mef: 70 milioni di dipendenti pubblici in Italia
Secondo il Ministero dell'Economia e delle Finanze, in Italia ci sarebbero 70 milioni di dipendenti pubblici. Più nel dettaglio, ci sarebbero 26 milioni di lavoratori nel comparto sanità e 52 milioni nel settore dell'istruzione.
Ovviamente, com'è facile da intuire, si tratta di un errore. Ma come è stato possibile?
Sembra che i dati corrispondano alla somma dei dipendenti statali totali degli ultimi vent'anni, come detto dal quotidiano La Repubblica, che ha segnalato l'errore.
Ma il calcolo dei dipendenti pubblici non deve essere sommato anno dopo anno, bensì devono essere aggiunte le nuove risorse che entrano e sottrarre i dipendenti che vanno in pensione.
I numeri reali dei dipendenti pubblici
Come detto al Forum PA di quest'anno, i dipendenti pubblici hanno superato le 3'266'190 unità.
Si tratta del valore più alto nell'ultimo decennio, registrando lo 0,8% in più delle risorse in un solo anno.
È un segnale positivo per la Pubblica Amministrazione, che dà segnali di cambiamento e che torna ad assumere, dopo alcuni anni di calo. Ma si tratta ancora di un numero di lavoratori basso (rispetto ai principali Paesi europei).
In media, i dipendenti pubblici hanno un'età medio-alta, ci sono ancora pochi giovani e c'è una carenza di tecnici e profili specialistici. Negli ultimi vent'anni, l'età media di entrata si è alzata da 29,3 a 34,3 anni. gli impiegati pubblici under 30 sono solo il 4,8% e si riducono al 3,6% per il personale stabile.
AGRIGENTONOTIZIE
Posteggio selvaggio lungo la Passeggiata archeologica: nuova domenica di caos e di multe.Almeno una cinquantina le contravvenzioni elevate dagli agenti che hanno provato a ricordare che esiste un codice della strada con norme che vanno rispettate.
Ancora posteggio selvaggio lungo la Passeggiata Archeologica di Agrigento. In coincidenza con la prima domenica del mese, quella che consente l'accesso gratuito alla Valle dei Templi, ieri, nel giro di poche, la polizia provinciale ha staccato almeno una cinquantina di contravvenzioni.
Il traffico, anche a causa delle auto lasciate posteggiate in maniera selvaggia, in certi momenti della giornata è stato caotico e snervante per gli automobilisti che, incolonnati, dovevano scendere verso la rotonda Giunone o raggiungere Bonamorone. La polizia provinciale, ancora una volta, ha dovuto rievocare - staccando le multe e lasciandole al tergicristallo - la necessità di rispettare quanto imposto dal codice della strada. Servirà? Forse no, esattamente per come come è già accaduto nelle passate occasioni. Perché vi siano eventi, manifestazioni o sia la domenica d'accesso gratis, via Passeggiata archeologica si trasforma in una bolgia.
AGRIGENTONOTIZIE.Strada provinciale 17 / Raffadali.
Incidente fra Raffadali e Siculiana: si ribalta Fiat Panda, due feriti
Il conducente e il passeggero dell'utilitaria sono finiti in ospedale: a dare l'allarme sono stati alcuni passanti
Una Fiat Panda si è ribaltata nella strada provinciale 17, nel tratto di collegamento fra Raffadali e Siculiana. Il conducente e il passeggero dell'utilitaria sono rimasti feriti e sono stati trasportati all'ospedale San Giovanni di Dio.
A chiamare le ambulanze sono stati alcuni passanti, le condizioni dei due occupanti della vettura non sembrano destare particolari preoccupazioni.
Sul posto sono intervenuti pure i vigili del fuoco e i carabinieri.
GIORNALE DI SICILIA.
Schifani: la finanziaria della Regione sarà approvata entro l'anno.
Il presidente: «Rispetteremo i tempi previsti dalle consuetudini e alle norme: su questo non credo ci siano precedenti. Daremo alla Sicilia una legge di stabilità entro l'anno».
«Sulla Finanziaria rispetteremo i tempi previsti dalle consuetudini e alle norme: su questo non credo ci siano precedenti. Daremo alla Sicilia una legge di stabilità entro l'anno». Lo ha annunciato il presidente della Regione, Renato Schifani, a margine della conferenza stampa di presentazione della mostra su Carlo Alberto Dalla Chiesa al Palazzo Reale di Palermo.
«Nessuna frizione: la maggioranza è serena e compatta, la giunta lavora alla grande. Non c'è alcuna esigenza di mettere a punto il programma, lo abbiamo fatto prima delle vacanze e andiamo spediti», ha continuato, sottolineando poi, a proposito dei numerosi roghi che devastano l'isola, che «la mafia controlla i pascoli. Credo che gli incendi di questi giorni non siano casuali e che abbiano una matrice: me ne sono fatto una ferma convinzione».
Riguardo al suo partito, invece: «Tajani ha lavorato bene: ho sempre sostenuto che è il candidato naturale e che succederà a Berlusconi nella guida di Forza Italia. Il tema che si potrà porre riguarderà le mozioni, cioè la linea politica. Io ho espresso in piena libertà l'esigenza che Forza Italia si trasformi in partito pluralistico. Il leader, purtroppo, non c'è più e dobbiamo prenderne atto con coraggio e grande senso di responsabilità - ha affermato. - Dobbiamo avere il coraggio di aprire a tutti coloro i quali si identificano nei valori del Partito popolare europeo - ha aggiunto il presidente della Regione - e in questo mi sento di interpretare quello che è stato sempre il pensiero del presidente Berlusconi: considerare Forza Italia un partito aperto, che ha il coraggio di confrontarsi anche con persone che intendono partecipare all'attuazione di quei valori liberali per i quali il presidente si è sempre battuto».