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rassegna stampa del 13 settembre 2023

teleacras.it
Stop Province ed elezioni, nuovi Commissari
In Parlamento è stato rinviato a dopo la Finanziaria l'esame della riforma delle Province. Stop in Sicilia alle procedure per il voto. Pronta una nuova infornata di commissari.

Una delle prime incombenze all'ordine del giorno dell'Assemblea Regionale al rientro dopo la pausa estiva è l'esame e l'approvazione della procedura verso il voto per ripristinare con l'elezione diretta le ex Province. Secondo il disegno di legge già approvato dalla Commissione Affari istituzionali di Sala d'Ercole, alle urne si sarebbe stati tra il 15 ottobre e il 30 novembre. Tuttavia lo stesso disegno di legge è atteso in Commissione Bilancio, e poi in Aula. La barca salperà quindi non prima della seconda metà di settembre. E si imbatterà nel primo scoglio, ovvero la legge nazionale di riforma delle Province, che è sotto esame in Commissione Affari istituzionali al Senato. E bisognerà attendere l'ok del Parlamento, e dunque navigare in sintonia Palermo e Roma per evitare che la riforma approvata in anticipo in Sicilia sia impugnata dal governo nazionale. Dunque è molto probabile che si voterà tra il 15 aprile e il 30 giugno 2024 in concomitanza con le Europee. Anche perché in Parlamento il disegno di legge si è arenato a fronte di altri punti all'ordine del giorno di rilievo, come la Finanziaria. Infatti, la discussione è stata rinviata a dopo l'approvazione della Legge di stabilità targata Meloni, e quindi a novembre. In Sicilia si prospetta di conseguenza una nuova infornata di commissari nelle ex Province, dove saranno destinati dirigenti della Regione. Anche ad Agrigento, dove lo scorso 31 agosto è scaduto il mandato di Raffaele Sanzo. E l'ennesimo stop alla riforma e alle elezioni è stigmatizzato dal Movimento 5 Stelle a Palazzo dei Normanni. Il capogruppo, Antonio De Luca, interviene così: "Ci dispiace per i nostalgici ma siamo felici per le tasche dei cittadini che potranno risparmiarsi di mantenere lo stipendificio delle cariche politiche nelle Province. Schifani è il governo che si piazza primo per le cose inutili. Morale: una gran magra figura di livelli colossali. Lo diciamo da anni: alle ex Province servivano contenuti, non poltrone politiche. Lo abbiamo ripetuto a gran voce anche all'attuale presidente della Regione che, dal momento della sua elezione, parla di questa vera e propria restaurazione, individuando addirittura una data per le elezioni, pensando a liste, apparentamenti politici e cariche. Cosa intendono fare adesso per il pasticcio dei commissari? Un'altra proroga? Nel frattempo grazie al centrodestra a pagare saranno sempre i cittadini" - concludono i deputati pentastellati. Ecco i costi dell'operazione in Sicilia: serviranno subito 16 milioni di euro per il primo anno di attività delle nuove Province, tra elezioni e compensi per i politici. I cittadini eleggeranno direttamente 9 presidenti, che nomineranno 61 assessori. E poi 246 consiglieri provinciali. In totale saranno 316. I loro compensi saranno stabiliti dalla legge nazionale che si applicherà anche in Sicilia. Si stima che saranno necessari, ogni anno, circa 11 milioni di euro.


siciliaonpress.it
AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA: LO VOGLIAMO DIRE IL VERO MOTIVO DEI LITIGI E FINALMENTE SMETTERLA?
Ci sono stati interventi istituzionali ufficiali, interventi politici, interventi tecnici, persino interventi accademici.
Ma solo per litigare, per essere gli uni contrapposti agli altri.E a sentire le dichiarazioni ufficiali, come riportate dagli organi di stampa, il cittadino fatica a farsi un'opinione propria.
Perché non ci capisce realmente nulla. E magari assume posizione solo per partito preso. Quando non esclama: "il solito schifo!..."Ma diciamo la verità. Le cose di cui si parla sono quasi sempre questioni di lana caprina. Che non c'entrano niente con il vero motivo del contendere.Può essere mai il motivo quello che non ci sono i Comuni tra i soci fondatori previsti dallo schema di statuto? O può essere che davvero l'architettura statutaria proposta sembri carente dal punto di vista della trasparenza e della democrazia? O può essere, ancora, che l'atto costitutivo della Fondazione andasse approvato in unico contesto con lo schema di statuto? O che quest'ultimo (lo schema di statuto) non preveda espressamente la personalità giuridica pubblica della costituenda Fondazione?
Ma finiamola...Il vero motivo del contendere è la partecipazione dell'associazione culturale  MeNO quale socio fondatore della costituenda Fondazione che gestirà il progetto Agrigento Capitale della Cultura 2025, e -secondo lo schema di Statuto- sarà responsabile per il primo triennio del coordinamento del programma culturale ed esprimerà per il suddetto periodo le figure del Project Manager e dell'Executive Manager, i cui compiti e relative retribuzioni saranno definite dal Consiglio di Amministrazione.Ecco: questo è il vero motivo dei litigi, anche se non emerge mai in maniera netta e chiara.Il resto è polemica pelosa, questione di lana caprina.Il testo dello schema di statuto della costituenda Fondazione, così come approvato dalla Giunta Comunale di Agrigento, è questo: schema di statuto .   Ne avevamo parlato sin da subito in questo articolo.Ed oggi non vogliamo entrare nel merito delle ben dieci pagine di parere sfavorevole reso dal collegio dei revisori dei conti sulla proposta di deliberazione consiliare del comune di Agrigento ad oggetto: "Capitale Italiana della Cultura 2025". Approvazione statuto della Fondazione di partecipazione "Agrigento 2025".Del resto, il dirigente degli affari generali e legali del Comune di Agrigento ha fornito le dovute controdeduzioni, chiedendo di rivedere il parere sfavorevole.E sinceramente non può costituire un motivo ostativo la mancata iscrizione al RUNTS (ammesso che sia necessaria) dell'Associazione MeNO.Né sussiste un obbligo normativo in capo alle fondazioni di partecipazione di fare avvisi pubblici o procedimenti ad evidenza pubblica per scegliere un socio fondatore privato. Magari, se il Comune l'avesse fatto, avrebbe agito con obiettività e trasparenza. Ma, non avendolo fatto, non ha violato alcuna legge o principio dell'ordinamento giuridico. E c'è stato un motivo per aver scelto in maniera diretta. Almeno da ciò che capiamo un motivo c'è: ed è importante e ci torneremo tra un po'.Per adesso vogliamo dire che non sussistono preclusioni ad applicare gli istituti e le norme di diritto comune per scegliere i vertici del management della Fondazione.D'altronde, chi ha predisposto il progetto per la candidatura della Città di Agrigento a Capitale Italiana della Cultura 2025? Chi ha progettato il dossier "Il sé, l'altro e la natura-relazioni e trasformazioni culturali", allegato alla manifestazione d'interesse per la candidatura?
E' stata l'associazione MeNO.Adesso che la candidatura è diventata realtà, questa associazione non serve più? Si può andare avanti senza di essa?Sarebbe il caso di dare uno sguardo alle attività dell'associazione, alla sua professionalità e competenza, ai risultati raggiunti coi progetti e nei settori in cui ha operato. Sarebbe il caso di spulciare i curricula dei consiglieri direttivi dell'associazione.E comunque, smettiamola davvero!Pensiamo a costruire. Anche dialetticamente.Abbiamo già abbastanza problemi con la pulizia della città e con l'inciviltà di coloro i quali (per fortuna, una sparuta minoranza) vedono la cosa pubblica solo come cosa altrui per i doveri e come cosa propria per i diritti.Armiamo di ottimismo le nostre volontà. Così anche le nostre intelligenze lavoreranno più serenamente e produrranno più proficuamente.


CANICATTIWEB.
Stop province. De Luca M5S: Magra figura colossale di Schifani e soci.

"Ci dispiace per i nostalgici ma siamo felici per le tasche dei cittadini che potranno risparmiarsi di mantenere lo stipendificio delle cariche politiche nelle province. Lo diciamo da anni, ma oggi finalmente anche il governo, di centrodestra, lo stesso del presidente Schifani di cui comprendiamo l'imbarazzo, ha detto la parola fine alla restaurazione delle province regionali. Schifani è il governo che si piazza primo, per le cose inutili. Morale una gran magra figura di livelli colossali".
A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle per voce del suo capogruppo Antonio De Luca a proposito dello stop alle elezioni delle province, che secondo il partito di Governo, sarebbero irrealizzabili al momento per mancanza di fondi.
"Lo diciamo da anni - spiega Antonio De Luca - alle ex province servivano contenuti, non poltrone politiche. Lo abbiamo ripetuto a gran voce anche all'attuale presidente della Regione Siciliana Schifani che, dal momento della sua elezione, parla di questa vera e propria restaurazione, individuando addirittura una data per le elezioni, liste, pensando ad apparentamenti politici e cariche. Oggi è il suo stesso partito a decretarne il requiem. Cosa intendono fare adesso per il pasticcio dei commissari? Un'altra proroga? Nel frattempo grazie al centrodestra a pagare saranno sempre i cittadini" - concludono i deputati.


BLOGSICILIA.
Allarme scuole non sicure, pronte segnalazioni in prefettura "Non apritele".

Per il Codacons molti immobili non sono a norma in Sicilia.
L'allarme del Codacons pronto ad inoltrare segnalazioni alle prefetture siciliane in caso di scuole ritenute non sicure.
Suona la campanella nelle scuole in Sicilia e già c'è chi è sul piede di guerra, pronto ad inviare segnalazioni in prefettura in caso di strutture non agibili. A dichiarare guerra è il Codacons siciliano che fa anche un appello ai vari presidi degli istituti siciliani di non aprire gli immobili se non sono a norma.
L'eterna questione sicurezza
Con la riapertura in Sicilia delle scuole torna alla ribalta la questione sicurezza degli edifici scolastici. Gli ultimi dati registrano un record di crolli e cedimenti in tutta Italia tra il 2022 e il 2023. Un problema annoso quello dell'edilizia scolastica che ancora non è stato risolto. Molte strutture risultano non a norma sul fronte antisismico, incendi, agibilità e altro ancora. Rappresentano un potenziale pericolo per studenti e insegnanti.
No all'apertura delle scuole insicure
"Chiediamo oggi ai presidi di non aprire le scuole a rischio - afferma Francesco Tanasi, giurista e segretario nazionale del Codacons -, quelle cioè che necessitano di interventi strutturali urgenti di messa in sicurezza. O che ancora non dispongono di tutti i certificati previsti dalla normativa. I presidi hanno il dovere di garantire l'incolumità degli studenti e del personale scolastico, e possono attivarsi per impedire situazioni di pericolo all'interno degli istituti".
Pronti a segnale alle prefetture
"In assenza di misure adeguate - aggiunge Tanasi -, siamo pronti a chiedere in tutta Sicilia l'intervento dei prefetti. Questo affinché dispongano la chiusura coatta delle scuole che presentano carenze tali da mettere a rischio l'incolumità di ragazzi, insegnanti e personale scolastico".
Gli ultimi fondi
Nel gennaio scorso l'ultimo stanziamento importante da parte della Regione. Il presidente Renato Schifani in conferenza stampa illustrò la manovra per intervenire sull'edilizia scolastica siciliana che non gode di buona salute. Dotare tutti i plessi della Sicilia della certificazione di vulnerabilità sismica, documento necessario per ottenere finanziamenti pubblici. A partire da quelli del Pnrr per ristrutturazioni e interventi di edilizia e per migliorare la sicurezza delle strutture. Una priorità strategica del governo regionale che ha stanziato 15 milioni a valere su fondi Po Fesr 2014/2020 da ripartire agli enti locali proprietari dei plessi scolastici.


LIVESICILIA.
Primo sì al ddl Enti locali, salta il doppio incarico consigliere-assessore.
Ok della commissione Affari istituzionali.

PALERMO - Via libera dalla commissione Affari istituzionali dell'Ars al ddl Enti locali. Ne danno notizia i due componenti in quota Fratelli d'Italia, Giusi Savarino e Marco Intravaia, sottolineando le novità più significative introdotte nel disegno di legge approvato e che ora è atteso dall'esame della commissione Bilancio e, successivamente, dell'Aula.
Savarino: "Salta il doppio incarico"
"Abbiamo fortemente voluto e ottenuto l'istituzione della figura del consigliere comunale supplente - sottolinea Savarino -. Quando un consigliere sarà nominato assessore, infatti, non manterrà più il doppio incarico ma sarà sospeso dalla carica. Gli subentrerà in consiglio comunale, appunto come supplente, il primo dei non eletti e per tutta la durata del suo incarico in Giunta".
Intravaia: "Migliora la vita degli enti locali"
Intravaia sottolinea: "Mi ritengo da sempre molto vicino agli amministratori locali, per esserlo stato in passato e continuando ad esserlo anche ora. Sono orgoglioso di avere dato il mio contributo migliorativo su aspetti concreti come i permessi e le licenze che consentono agli amministratori locali di lavorare meglio e garantire una maggiore presenza sul territorio, la composizione del collegio dei revisori, recependo la normativa nazionale, e tanti altri aspetti che miglioreranno la vita degli enti locali".


SICILIATV.
Il 22 settembre l'inaugurazione del nuovo Teatro dell'Efebo all'interno del giardino botanico.

Ultimati gli interventi di consolidamento e restauro del costone di arenaria che sovrasta un'ampia zona del giardino botanico il Libero Consorzio Comunale di Agrigento si appresta ad inaugurare il nuovo Teatro dell'Efebo, che andrà ad arricchire ulteriormente l'offerta culturale della città dei Templi nei prossimi anni. L'inaugurazione ufficiale è prevista per il prossimo 22 settembre, alle ore 19:30, alla presenza di varie autorità, con un programma di eventi che verrà illustrato nel corso di una conferenza stampa.
L'ampio spazio all'interno del giardino botanico, che per un certo periodo nel recente passato aveva già ospitato alcuni eventi di spettacolo, è stato restaurato e messo in sicurezza grazie ad un progetto del Settore Turismo che ha restituito un luogo di grande fascino e ricco di storia, originato dai resti della cava ove gli schiavi cartaginesi, reduci dalla battaglia di Himera, estrassero i blocchi di arenaria usati per edificare i templi. Queste lavorazioni hanno lasciato uno spazio rinaturalizzato dal tempo che, oltre a ridare vita all'area in cui sorge il nuovo Teatro, evidenzia i resti dell'antico ipogeo idraulico.
L'intitolazione all'Efebo, ovvero la statua più rappresentativa del museo Griffo, ha il duplice significato di dedicare il teatro ad un simbolo ritrovato proprio in uno dei pozzi del giardino botanico e di rappresentare e sostenere l'Efebo quale speranza delle giovani generazioni. E proprio sul tema della speranza dei giovani lo spettacolo inaugurale "IdeAli - Il pensiero in equilibrio" sul volo sciagurato di Icaro avvierà il ciclo del mito che caratterizzerà il nuovo teatro.



ITALIAOGGI.
Pmi, pagamenti in 30 giorniUn limite massimo di 30 giorni per i pagamenti alle imprese in tutte le transazioni commerciali, quindi anche quelle che coinvolgono la pubblica amministrazione.
Un limite massimo di 30 giorni per i pagamenti alle imprese in tutte le transazioni commerciali, quindi anche quelle che coinvolgono la pubblica amministrazione. Pagamento automatico degli interessi maturati e delle commissioni di compensazione. E nuove misure di esecuzione e di ricorso per tutelare le imprese dai cattivi pagatori. Sono i cardini della nuova proposta di regolamento presentata dalla Commissione Ue sulla lotta ai ritardi di pagamenti a tutela delle Pmi. Il pacchetto legislativo (si veda altro articolo a pag. 27), composto da un regolamento, una direttiva e una comunicazione, adesso dovrà essere esaminate dal Parlamento e dal Consiglio Ue.
L'attuale direttiva datata 2011, che sarà abrogata, prevede un termine di pagamento di 30 giorni per le transazioni commerciali che può, tuttavia, essere esteso a 60 giorni o più "se non gravemente ingiusto nei confronti del creditore". In pratica, evidenzia la Commissione, "l'assenza di un termine massimo di pagamento effettivo e l'ambiguità nella definizione di gravemente ingiusto nella Direttiva hanno portato a una situazione in cui termini di pagamento di 120 giorni o più vengono spesso imposti ai creditori più piccoli". La nuova proposta di regolamento razionalizza le disposizioni attuali e introduce un unico termine massimo di pagamento di 30 giorni per tutte le transazioni commerciali. Questa scadenza sarà la stessa in tutti i Ventisette (oggi in Italia in base al dlgs 231/2022 il termine di 30 giorni è prorogabile a 60 e anche oltre in presenza di determinate condizioni).
Le parti, viene precisato, "possono negoziare qualsiasi termine di pagamento purché non superi i 30 giorni e la proposta non pregiudica i termini di pagamento più brevi stabiliti dalla legislazione nazionale, per garantire la certezza del diritto". Si elimina inoltre l'attuale proroga a 60 giorni dei termini di pagamento per gli enti pubblici che forniscono assistenza sanitaria e per le autorità che svolgono attività economiche di natura industriale o commerciale. Nei calcoli di Bruxelles, "una riduzione di un giorno dei ritardi di pagamento aumenterebbe il flusso di cassa aggregato delle imprese dell'Ue dello 0,9% e potrebbe far risparmiare loro 158 milioni di euro in costi di finanziamento".
Il testo fa parte di una serie di iniziative per sostenere la competitività del tessuto imprenditoriale Ue. Vi si prevede tra l'altro il pagamento automatico degli interessi maturati e delle commissioni di compensazione e nuove misure di esecuzione e ricorso per tutelare il flusso di cassa delle Pmi. "I ritardi di pagamento hanno un impatto notevole sulle Pmi", tanto che "un fallimento su quattro è dovuto al mancato pagamento puntuale delle fatture" e "in media, una fattura su due nelle transazioni commerciali viene pagata in ritardo, o non viene affatto pagata", si legge nella nuova proposta di regolamento. Una delle cause principali dei ritardi nei pagamenti viene imputata alle "asimmetrie" tra debitori e creditori, una condizione che "spesso porta i fornitori ad accettare termini e condizioni di pagamento ingiusti". I ritardi di pagamento, sottolinea ancora l'esecutivo Ue, "creano un effetto domino" che "riduce la competitività delle imprese", "aumenta i costi di finanziamento" e "porta a ulteriori ritardi nei pagamenti". "Il 70% delle aziende Ue ha confermato che essere pagate in tempo consentirebbe loro di pagare puntualmente anche i propri fornitori", osserva la Commissione.


ITALIAOGGI.
Pnrr, via libera alla terza rata, governo pronto a inviare la richiesta per la 4°Si tratta di 19 miliardi ridotti a 18,5 collegati ai 55 obiettivi tagliati a 54 del secondo semestre dello scorso anno.
Ieri il comitato economico finanziario Ue ha dato il via libera alla terza rata del Pnrr italiano, i 19 miliardi ridotti a 18,5 collegati ai 55 obiettivi tagliati a 54 del secondo semestre dello scorso anno. Ora la strada verso l'accredito non solleva più incognite nemmeno dal punto di vista formale; perché, dopo la ratifica nel prossimo Ecofin si apriranno le porte al bonifico, atteso dal Governo italiano entro la prima settimana di ottobre.  Le polemiche che in questi giorni si infittiscono sull'asse Roma-Bruxelles, insomma, scrive il Sole 24 Ore non modificano la tabella di marcia del Pnrr italiano che in Europa si è riattivata dopo la lunga fase della rinegoziazione degli obiettivi, e non poteva essere diversamente. Lo stesso dovrebbe accadere per la quarta rata, i 16miliardi saliti a 16,5 dopo lo slittamento dell'obiettivo sugli alloggi universitari che ha allungato da 27 a 28 la lista di target e milestones del primo semestre 2023. Di questi, 11 sono finiti al centro della proposta di rimodulazione trasmessa a Bruxelles il 7 agosto scorso, e di conseguenza il dossier è arrivato sul tavolo del consiglio Ue chiamato ad approvare la proposta di decisione esecutiva necessaria a prendere atto delle modifiche chieste dall'Italia. Il tema è nell'ordine del giorno della riunione del 19 settembre, martedì prossimo, e dal giorno successivo il Governo si è detto pronto a inviare anche la richiesta formale per il pagamento della quarta rata.



LIVESICILIA.
Primo sì al ddl Enti locali, salta il doppio incarico consigliere-assessore.

Via libera dalla commissione Affari istituzionali dell'Ars al ddl Enti locali. Ne danno notizia i due componenti in quota Fratelli d'Italia, Giusi Savarino e Marco Intravaia, sottolineando le novità più significative introdotte nel disegno di legge approvato e che ora è atteso dall'esame della commissione Bilancio e, successivamente, dell'Aula.
Abbiamo fortemente voluto e ottenuto l'istituzione della figura del consigliere comunale supplente - sottolinea Savarino -. Quando un consigliere sarà nominato assessore, infatti, non manterrà più il doppio incarico ma sarà sospeso dalla carica. Gli subentrerà in consiglio comunale, appunto come supplente, il primo dei non eletti e per tutta la durata del suo incarico in Giunta".
Intravaia sottolinea: "Mi ritengo da sempre molto vicino agli amministratori locali, per esserlo stato in passato e continuando ad esserlo anche ora. Sono orgoglioso di avere dato il mio contributo migliorativo su aspetti concreti come i permessi e le licenze che consentono agli amministratori locali di lavorare meglio e garantire una maggiore presenza sul territorio, la composizione del collegio dei revisori, recependo la normativa nazionale, e tanti altri aspetti che miglioreranno la vita degli enti locali".


LIVESICILIA.
Comuni, oltre 300 commissariamenti per inadempienze.
Dal mancato censimento delle aree incendiate, ai bilanci consuntivi del 2022 non ancora approvati. In Sicilia l'assessore alle Autonomie locali Andrea Messina ha dato il via a oltre trecento commissariamenti a causa delle inadempienze dei Comuni. E adesso sta per scadere un ultimo termine, quello del 15 settembre: quando scatteranno i nuovi provvedimenti per le amministrazioni senza bilancio preventivo del 2023. L'elenco rischia di diventare lunghissimo.
Esiste una legge del 2000 che 147 Comuni (su 391), mentre la Sicilia era attanagliata dalle fiamme, non hanno rispettato. Le amministrazioni sono obbligate a censire le aree divorate dalle fiamme, per evitare speculazioni. È vero, gli incendi riguardano spesso centinaia di ettari, in un singolo territorio, ma quasi un sindaco su tre in un anno non ha messo nero su bianco quell'elenco concepito per scoraggiare i malviventi. Il risultato è che, col ferragosto alle porte, sono scattati i commissariamenti. "Dal censimento - spiega a LiveSicilia l'assessore alle Autonomie locali Andrea Messina - scaturiscono dei vincoli urbanistici per evitare modifiche di destinazione di aree in cui la macchia mediterranea è sparita". Si tratta di un deterrente, "un comportamento omissivo - continua l'assessore - consente ai piromani di continuare. Per motivi di organizzazione, di scelta, la Regione deve intervenire in modo sostitutivo, i commissari si insediano, chiedono di ottemperare e se le amministrazioni non lo fanno, intervengono in modo sostitutivo".
Le segnalazioni arrivano dal Corpo forestale della Regione, l'elenco comprende Catania, Siracusa, Trapani ma anche un'infinità di località danneggiate dalle fiamme. Da Agira a Zafferana Etnea, da Castelmola a Cefalù. E ancora, solo per citarne alcuni: Taormina, Roccapalumba, Augusta, Floridia e Carlentini. Leggi l'elenco completo LINK
Il problema dei bilanci
Altro capitolo caldo è quello dei bilanci consuntivi. In Sicilia è normale che a metà del 2023 quasi un comune su tre non lo abbia approvato. Esattamente sono 170 gli enti che hanno "ricevuto" la nomina di un commissario da parte dell'assessore. Consultando le determine, emerge che quasi tutti i capoluoghi sono senza bilancio. Solo nella città metropolitana di Palermo, a fine luglio, i Comuni inadempienti erano 37, compreso il capoluogo di Regione che, qualche settimana fa, ha dato il via libera al consuntivo.
Ad Agrigento 21 Comuni senza rendiconto approvato, a Catania ben 22, quasi la metà del totale. A Caltanissetta - secondo la delibera estiva -13 amministrazioni senza rendiconto, compreso il capoluogo che, successivamente, ha approvato il documento contabile.
"Il problema dei Comuni - spiega l'assessore - è la mancata riscossione, hanno difficoltà a procedere con l'approvazione dei bilanci perché c'è una carenza di fondi". Carenza di fondi e incapacità nel gestire una macchina che diventa sempre più complessa: non si contano le città sull'orlo del dissesto
I costi e le nuove nomine
I costi al momento non sono definibili, perché spesso lo stesso commissario viene nominato in più enti, anche per motivi differenti: incendio e approvazione del bilancio, per esempio. Si tratta quasi sempre di funzionari, che ottengono il rimborso e alcune indennità: tra qualche mese sarà possibile tirare le somme. Ma le nomine non sono finite, sta per avvicinarsi il 15 settembre, quando scatteranno i nuovi incarichi per i commissari dei Comuni senza bilancio preventivo. "Nella nuova finanziaria stiamo cercando di aumentare l'importo di un capitolo per sostenere gli enti locali. Uno sforzo la Regione lo sta facendo - conclude l'assessore Messina - ma l'organizzazione del bilancio dei Comuni non è nostra competenza. Saremo al fianco dell'Anci per chiedere allo Stato un allentamento dei parametri e aumentare le capacità di spesa".























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