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rassegna stampa del 26 settembre 2023

agrigentonotizie.it
Borse di studio per gli studenti delle superiori: ecco la carta Postepay dedicata
L'iniziativa è della Regione siciliana: ci si può recare in un qualunque ufficio postale

Sono disponibili, presso tutti gli uffici postali, le carte Postepay - borse di studio per le famiglie degli studenti beneficiari individuati dalla Regione utilizzabili fino al dicembre del 2024. A darne notizia, è la dirigente del settore pubblica istruzione del Libero consorzio comunale di Agrigento, Maria Antonietta Testone.Per riscuotere la borsa di studio bastano un documento identificativo in corso di validità e il codice fiscale, sia dello studente beneficiario che del genitore in caso di beneficiario minorenne, chiedendo la consegna della carta che si potrà utilizzare per gli acquisti online e nei negozi "fisici" dedicati all'acquisto di libri di testo, per la mobilità e il trasporto oltre che per l'accesso a beni e servizi di natura culturale. Non sarà consentito prelevare contanti, ricaricare la Carta né al titolare né a soggetti terzi, ricaricare altre carte e richiedere l'estinzione della Carta.
Dall'App Postepay è consentito visualizzare il saldo e la lista movimenti  autorizzare i pagamenti online e abilitare Apple Pay e Google Pay.



scrivolibero.it

Teatro Dell'Efebo: Disponibili Da Domani All'Ufficio Relazioni Con Il Pubblico Del Libero Consorzio I Voucher Per Lo Spettacolo Del 29 Settembre
Saranno disponibili da oggi 26 settembre, all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Libero Consorzio Comunale di Agrigento (Piazzale Aldo Moro 1 - Agrigento) i voucher per l'evento "La musica nei saloni e il canto delle serenate" eseguito da Artisti Associati, terzo dei quattro appuntamenti in programma al Teatro dell'Efebo all'interno del Giardino botanico di via Demetra alle ore 20:00 del prossimo venerdì 29 settembre.
Inoltre dalle ore 9:00 di mercoledì 27 settembre, sempre all'Ufficio Relazioni con il Pubblico, sarà' possibile ritirare i voucher per lo spettacolo "La magia di Novecento", dell'Associazione Sipario4, in programma alle ore 20:00 di sabato 30 settembre.
Ogni voucher dà diritto a due ingressi, e gli interessati potranno ritirare soltanto un voucher a testa.


buttanissimasicilia.it
Con FdI è lotta continuaIl tentativo mal riuscito del governatore. Coi patrioti litigi e casi irrisolti: dal turismo alla Sac alla sanità
ALBERTO PATERNÒLa crepa con Fratelli d'Italia? Per Schifani non c'è mai stata. Si tratterebbe di una ricostruzione fantasiosa. Al presidente della Regione, già dai tempi di Palazzo Giustiniani, appartiene la fama dell'equilibrista. Ma le ultime dichiarazioni alla stampa sembrano fuori dal mondo: "Alludere a presunti rapporti non idilliaci tra la presidenza ed il partito di maggioranza relativa nazionale - ha detto Schifani - è un esercizio arduo che non avrà successo, soprattutto se tali mistificazioni, sono finalizzate ad attrarre curiosità, che non sono basate su presupposti di verità". Se è come dice Schifani, che sono tutte mistificazioni, anche la sua esperienza di governo è stata una messinscena (applausi!).Il presidente della Regione si è ritrovato a dover gestire un tentativo, da parte dei patrioti, di far pesare i voti fino all'ultimo. All'inizio Fratelli d'Italia c'è riuscita agevolmente: imponendo due assessori non deputati, a differenza di quanto aveva preteso Schifani nel giorno dell'insediamento; ed impedendo al governatore di cacciare Scarpinato dopo i fatti di Cannes (ci si è ridotti a una staffetta insulsa con Elvira Amata che non ha restituito credibilità al Turismo).Incassati questi risultati, FdI ha dovuto faticare più del previsto a imporre il proprio credo: le (mancate) proroghe Covid per il personale amministrativo fecero registrare una contestazione feroce nei confronti dell'assessore Volo, adepta del governatore. Mentre, in materia turistica, non sono mancate le scintille: lo scontro funesto con l'ex assessore Manlio Messina dopo i fatti di Cannes e l'affidamento diretto da 3,7 milioni ad Absolute Blue; il ritiro in autotutela di un provvedimento da mezzo milione a Rcs Sport per l'organizzazione di un evento mondano a Palermo; la revoca dei contratti con gli albergatori dopo il fallimento certificato di SeeSicily. Tutta roba imputabile a FdI che Schifani ha provato ad archiviare, provocando il fastidio se non l'ira dei patrioti.I quali si sono risentiti, a un certo punto, anche sulle province. Ricordate Giorgio Assenza? Il capogruppo di FdI all'Ars fece presente a Schifani che non si sarebbe potuti andare avanti con la riforma senza che Roma avesse abrogato la Legge Delrio; il presidente, stizzito, usò contro di lui le rassicurazioni di Calderoli. Il risultato è che oggi la Sicilia è ferma anche su quel fronte. Poi c'è la vicenda della Struttura commissariale per la depurazione delle Acque: la nomina di Fatuzzo in qualità di commissario unico, e di Cordaro come vice, fece infuriare il governatore, che disse di prediligere la competenza (finendo per scoprire il fianco rispetto agli 'scienziati' nominati da lui in altre sedi: altro appunto di Assenza). L'ultima polemica, neanche troppo velata, riguarda le nomine della sanità: Fratelli d'Italia ha chiesto una considerazione "diversa" rispetto agli altri partiti della coalizione e pretenderà di averla fino alla vigilia della deadline, fissata per il 31 ottobre.
Ma c'è dell'altro. I patrioti non hanno affatto digerito l'alleanza con la Dc di Totò Cuffaro in vista delle prossime elezioni europee. Non tanto perché potrebbe rosicchiare dei voti a un partito che, dopo un anno di governo Meloni, continua a dominare nei sondaggi; quanto per i margini di influenza nelle scelte di sottogoverno, nella nomina dei commissari e dei manager, nella spartizione degli incarichi. Si è già visto sulle vicende di Fontanarossa, dove lo scontro fra Schifani e il ministro Urso è stato violentissimo e non ha riguardato solo gli effetti di una contingenza negativa (ossia l'incendio al Terminal A che ha fatto precipitare la Sicilia nel caos nel cuore dell'estate); bensì la prospettiva. L' "occupazione" dell'aeroporto da parte di Forza Italia - il che contempla quasi sempre l'ultima parola su incarichi, consulenze e creazione del consenso - è un elemento di rottura che si trascinerà ancora a lungo. Almeno finché Schifani non darà qualche segnale d'apertura, concedendo spazio nel Cda.
Tornando all'alleanza Schifani-Cuffaro, che si tratti di una vicenda scomoda lo dimostra il comunicato di FdI per stigmatizzare "la campagna acquisti a danno della coalizione. Fratelli d'Italia se utilizzasse la leva del potere a discapito degli alleati sarebbe certamente più attrattiva: siamo il primo partito grazie alla bontà delle nostre idee e alla credibilità di Giorgia Meloni", scrissero i deputati all'Ars di FdI non più tardi del 16 settembre. Con un chiaro riferimento alla Democrazia Cristiana. E inoltre: "Non si può trasformare la politica in frenesia di potere, famelica ricerca di poltrone. Il mercimonio del consenso non è Politica. Si legge di prossime nomine attribuite a tizio o a caio sulla Sanità, come se l'appartenenza partitica facesse curriculum. Noi non ci stiamo! Siamo certi che il governo Schifani- in coerenza con gli impegni assunti- sceglierà i migliori manager". Più che una certezza, somigliava a un avvertimento. E Schifani non può non averlo colto. Non è l'ultimo pivello della politica. Il compito di un leader è stemperare il clima, ma non a tal punto da negare l'evidenza.Anche perché, al netto dei contrasti, dei rancori, dell'incapacità di governare per davvero, la prima abilità del presidente della Regione resta quella di montare e smontare polemiche, utili solo alla politica politicante. E ad allungare il brodo insipido di una legislatura che sta trascorrendo in sordina: senza un atto o una riforma che impegnino realmente il parlamento o provino a cambiare il volto della Sicilia. Persino durante la visita del ministro meloniano Raffaele Fitto, per la Regione, non sono arrivate risposte confortanti in merito alla capacità di spesa dei fondi europei. Solo rassicurazioni parziali, oltre alla presa d'atto dell'ultimo "scippo": le Zes, le Zone economiche speciali, passate sotto il controllo di Palazzo Chigi. Per il deputato dei Cinque Stelle, Luigi Sunseri, "il decreto sulle Zes costituisce la prova della politica accentratrice romana, dove evidentemente non ci si fida nemmeno dei governi sostenuti dai loro stessi partiti, come quello siciliano".Ultimo elemento da non sottovalutare, infine, è l'altro asse strategico di Schifani. Se da un lato, con Cuffaro, il feeling è solidissimo, anche con Salvini i rapporti sono idilliaci. Tanto che i due, per ammissione dello stesso Ministro, arriverebbero a sentirsi due o tre volte al giorno. I giochini sottobanco con il responsabile delle Infrastrutture, che non fa mai niente per niente, rivelano una profonda sintonia politica che non può far piacere a Giorgia. Giacché l'obiettivo del leader del Carroccio, da qui alle europee, sarà quello di scavalcare a destra la Meloni e rubare voti a FdI. Ci sta già provando. E Schifani, fra la mamma e il papà, non sembra avere molti dubbi. Ha scelto il papà.



LENTEPUBBLICAEcco come cambierà lo smart working dal 1° ottobre
lentepubblica.it
Smart working 1° ottobre Il 30 settembre scadrà la proroga per lo smart working dei "super-fragili": ecco come cambierà dal 1° ottobre.Alla fine di settembre e salvo interventi dell'ultimo minuto, scadrà la proroga dello smart working per i super-fragili, ovvero i lavoratori "affetti da gravi patologie croniche con scarso scompenso clinico", specificatamente indicate nel decreto ministeriale del 4 febbraio 2022, sia nel settore pubblico che in quello privato.
Più precisamente, scadrà il regime di smart working agevolato, ovvero quello che prevede il lavoro agile senza un accordo individuale scritto e firmato dal datore di lavoro.
Vediamo allora come cambierà lo smart working dal 1° ottobre.
Smart working 1° ottobre: ecco come cambierà
Se non ci saranno proroghe dell'ultimo minuto, il 30 settembre sarà l'ultimo giorno per i lavoratori super-fragili per poter usufruire dello smart working con regime agevolato.
La scadenza interesserà, appunto, i lavoratori super-fragili, una categoria diversa dai fragili. Per questi ultimi, invece, è prevista la proroga del lavoro agile fino al 31 dicembre 2023.
La categoria dei super-fragili, fin dall'inizio della pandemia, è sempre stata più tutelata rispetto alle altre, prevedendo lo smart-working anche nel caso in cui le usuali mansioni non lo avessero permesso.
Il datore di lavoro doveva assicurare che la categoria potesse stare lontana dall'ufficio, adibendo i lavoratori anche a mansioni diverse rispetto a quelle delle loro categorie o aree d'inquadramento individuate dai contratti collettivi di lavoro.
Il tutto, inoltre, non doveva intaccare in peggio la busta paga.
Dal 1° ottobre, però, si tornerà alle regole vigenti prima della pandemia e ai super-fragili sarà richiesto di tornare in ufficio, a meno che un certificato medico valido non li consideri fragili. In quel caso, per i lavoratori si aprirebbe la possibilità di rimanere in smart-working almeno fino al 31 dicembre.
Per i fragili, però, non viene riconosciuto il vincolo della compatibilità delle mansioni. In questo modo il datore di lavoro è autorizzato a negare l'accesso al lavoro agile in caso di mansioni non compatibili col lavoro da remoto.
Ecco i parametri per individuare gli enti locali in deficitarietà strutturale
lentepubblica.it
In un importante decreto firmato dal Ministero dell'Interno sono stati definiti i parametri obiettivi per individuare le condizioni degli enti locali in situazione di deficitarietà strutturale nel triennio 2022-2024.
In breve sono da considerarsi in condizioni strutturalmente deficitarie gli enti locali che presentano gravi ed incontrovertibili condizioni di squilibrio economico.
Si tratta di uno degli step precedenti al dissesto finanziario: un ente locale (comuni, province e città metropolitane) si dichiara in tale stato, infatti, quando non riesce più a far fronte ai propri debiti con l'autofinanziamento, il che gli impedisce di assolvere alle sue funzioni.
I parametri per individuare gli enti locali in deficitarietà strutturale
Con un decreto del Ministero dell'Interno, in collaborazione con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, sono stati stabiliti degli indicatori finanziari per i comuni, le province, le città metropolitane e le comunità montane per il periodo 2022-2024.
Questi indicatori, chiamati parametri obiettivi e descritti nell'allegato A, sono stati selezionati dal "Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio delle regioni e dei loro enti ed organismi strumentali", come previsto dal decreto del Ministero dell'Interno del 5 agosto 2022. Ogni tipo di ente locale ha delle soglie specifiche di deficitarietà associate a questi indicatori.
Inoltre, nell'allegato B sono state fornite tabelle con i parametri obiettivi per valutare la situazione di deficitarietà strutturale.
Questi parametri devono essere allegati al bilancio di previsione, al rendiconto di gestione e al certificato al rendiconto, come stabilito dal Testo Unico degli Enti Locali (Tuel) negli articoli 172, 227 e 228. L'applicazione di questi parametri ha decorrenza a partire dall'anno 2022 in conformità con le scadenze previste per l'approvazione dei documenti di bilancio, e saranno applicati nei rendiconti finanziari relativi al periodo 2022-2024.


ENTILOCALIONLINE.
È in G.U. il Decreto Mit recante "Strategia nazionale Aree interne. Miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade, inclusa la manutenzione straordinaria anche rispetto a fenomeni di dissesto idrogeologico o a situazioni di limitazione della circolazione"
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 221 del 21 settembre 2023 è stato pubblicato il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 19 luglio 2023, recante "Strategia nazionale Aree interne. Miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade, inclusa la manutenzione straordinaria anche rispetto a fenomeni di dissesto idrogeologico o a situazioni di limitazione della circolazione".
Il Decreto stanzia Euro 50 milioni, di ui Euro 20 milioni per l'anno 2023 ed Euro 30 per l'anno 2024, per il finanziamento degli Interventi relativi a Programmi straordinari di manutenzione delle 43 Aree interne individuate dalla Strategia "Snai" nell'ambito del Ciclo di programmazione 2021-2027.
Il Provvedimento inoltre individua nelle Province e nelle Città metropolitane i Soggetti attuatori, mentre per le Aree interne ricadenti nelle Regioni Valle d'Aosta e Friuli-Venezia Giulia sono invece le Regioni ad assumere il ruolo di Soggetti attuatori.
I Soggetti attuatori devono assicurare il rispetto del Cronoprogramma procedurale seguente:
predisposizione dei Piani operativi di intervento entro il 30 luglio 2023;
approvazione dei Piani di intervento da parte della Direzione generale per le Strade e le Autostrade, l'Alta sorveglianza sulle infrastrutture stradali e la Vigilanza sui contratti concessori autostradali del Mit entro il 30 settembre 2023;
predisposizione dei Progetti da parte dei Soggetti attuatori entro il 30 ottobre 2023;
pubblicazione dei bandi di gara entro il 31 dicembre 2023;
aggiudicazione dei contratti entro il 31 marzo 2024;
avvio dei lavori entro il 30 settembre 2024;
conclusione dei lavori il 31 marzo 2026;
collaudo entro il 31 marzo 2026.
I criteri con cui verranno ripartite le risorse sono i seguenti:
entità della popolazione residente (40%);
estensione delle strade statali, provinciali e comunali qualora queste ultime rappresentino l'unica comunicazione esistente tra due o più Comuni appartenenti all'Area interna (30%);
esistenza di rischi derivanti dalla classificazione sismica dei territori e dall'accelerazione sismica (10%);
esistenza di situazioni di dissesto idrogeologico e relativa entità (20%).
Il Piano di riparto delle risorse è contenuto nell'Allegato "3" al Decreto.
Le risorse possono essere utilizzate per gli Interventi straordinari di manutenzione della Rete viaria individuata nei Piani di intervento predisposti da ciascuna Area interna, al fine di migliorare l'accessibilità e la sicurezza e possono includere:
la progettazione, la direzione lavori, il collaudo, i controlli in corso di esecuzione e finali, nonché le altre spese tecniche necessarie per la realizzazione purché coerenti con i contenuti e le finalità della legge e del Decreto in oggetto comprese le spese per l'effettuazione di rilievi concernenti le caratteristiche geometriche fondamentali, lo stato/condizioni dell'Infrastruttura, gli studi e rilevazioni di traffico, il livello di incidentalità, l'esposizione al rischio idrogeologico;
la realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamento normativo delle diverse componenti dell'infrastruttura incluse le pavimentazioni, i sistemi di smaltimento acque. Sono possibili interventi sulla segnaletica, l'illuminazione e i sistemi di info-mobilità, qualora complementari e comunque conseguenti ad interventi di manutenzione straordinaria e rifacimento profondo;
la realizzazione di interventi di miglioramento delle condizioni di sicurezza dell'infrastruttura esistente in termini di caratteristiche costruttive della piattaforma veicolare, ciclabile e pedonale, della segnaletica verticale e orizzontale, dei manufatti e dei dispositivi di sicurezza passiva installati nonché delle opere d'arte serventi l'infrastruttura;
la realizzazione di interventi di ambito stradale.



lentepubblica.it
Aumento di stipendio per chi rinuncia a Quota 103 

 Rinunciare alla possibilità dell'uscita anticipata con Quota 103 rientra tra le opzioni: ecco a quanto ammonta l'aumento di stipendio per chi decide di rimanere sul posto di lavoro. Il governo Meloni sta attualmente lavorando per elaborare una riforma complessiva delle pensioni, ma nel frattempo sta emergendo un interessante scenario che offre ai lavoratori la possibilità di aumentare immediatamente il proprio stipendio, a condizione di accettare alcune rinunce in futuro. Il requisito principale è avere almeno 62 anni di età e accumulare 41 anni di contributi, per un totale di 103 (la cosiddetta Quota 103). Questa nuova opportunità è particolarmente rilevante per i lavoratori dipendenti, sia nel settore pubblico che privato, che soddisfano o soddisferanno entro il 31 dicembre 2023 i requisiti di età e contributi previsti appunto da Quota 103. Tuttavia ci sono vantaggi anche per coloro che potrebbero scegliere di rimanere attivi nel mondo del lavoro.
Essi hanno la possibilità di richiedere al datore di lavoro la trasformazione della loro quota di contributi in un aumento di stipendio, pari al 9,19% della loro retribuzione. Recentemente, l'Inps ha emesso una circolare che di fatto ha sbloccato il cosiddetto "Bonus Maroni" introdotto con la Legge di Bilancio 2023, con l'obiettivo di incentivare i lavoratori a non optare per il cosiddetto "scivolo pensionistico" previsto da Quota 103. L'Inps chiarisce nella circolare che coloro che beneficiano già di un esonero fiscale e contributivo vedranno una riduzione dell'importo se decidono comunque di aderire a questa misura. Ad esempio, ciò riguarda il taglio del cuneo fiscale e contributivo attualmente in vigore fino alla fine dell'anno per le retribuzioni fino a 35.000 euro. Fino a questa soglia di reddito, i contributi sono già stati ridotti per aumentare i salari, con una diminuzione del 7% per i redditi fino a 25.000 euro e del 6% per quelli compresi tra 25.000 e 35.000 euro. Possono accedere all'incentivo tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati: nello specifico i lavoratori che hanno presentato domanda per la rinuncia dell'accredito contributivo entro il 31 luglio scorso, hanno il diritto di chiedere che la rinuncia produca il suo effetto "a decorrere dalla prima decorrenza utile di Quota 103". Se l'Inps accetta la domanda, il datore di lavoro è sollevato dall'obbligo di versare i contributi della quota Ivs (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) a carico del lavoratore ed eroga la cifra equivalente direttamente in busta paga ogni mese, mentre la quota a carico del datore di lavoro viene regolarmente versata allo Stato. 






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