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rassegna stampa del 30 - 2 ottobre 2023

ILSOLE24ORE 
Lavoro e fisco: dal cuneo ai fringe benefit, ecco le misure per i redditi medio bassi. il  ministro Giorgetti conferma l'avvio in manovra anche della riforma fiscale. La collega Calderone punta al welfare e ai premi di produttività.

«Sebbene si preveda che il tasso di inflazione cali sensibilmente nei prossimi mesi, il forte rincaro dei prezzi dei beni e dei servizi inclusi nel paniere dei consumi, e in particolare dei generi alimentari, resta una delle principali preoccupazioni del Governo. Per questo motivo - scrive il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nella premessa alla Nadef - oltre ad iniziative quali l'accordo con le categorie produttive e distributive per il "Trimestre Anti-Inflazione", il governo ha deciso di confermare per il 2024 il taglio contributivo attuato
quest'anno. In termini di impatto sulla finanza pubblica, si tratta della principale misura della legge di bilancio».
La conferma del taglio al cuneo per i redditi medio bassi
Le parole del ministro Giorgetti aprono quindi la strada al mantenimento per i redditi fino a 35mila euro della riduzione contributiva oggi in vigore fino a dicembre, di cui stanno beneficiando circa 14 milioni di lavoratori. Oggi la misura, pensata dai precedenti esecutivi e rafforzata da Giorgia Meloni, prevede una riduzione di 6 punti fino a redditi di 35mila euro, fino a 7 entro i 25mila, riconoscendo in busta paga 100 euro in più. Perché si è decisa di prorogarla? «Perché - scrive sempre Giorgetti - essa soddisfa al contempo l'esigenza di proteggere il reddito disponibile delle famiglie con redditi medi e bassi, di contenere il costo del lavoro delle imprese e l'aumento dei prezzi, e di continuare a migliorare la competitività della nostra economia». La conferma della misura nel 2024 costa intorno ai 10 miliardi.
Tassazione al 5% per i premi di produttività
Un'altra misura che potrebbe entrare in manovra e su cui preme il ministro del Lavoro, Marina Calderone, è la conferma della tassazione al 5% per i premi di produttività. La misura vale oggi fino a dicembre, su somme fino a 3mila euro per lavoratori con redditi fino a 80mila euro. Dai dati che ci ha anticipato il ministero del Lavoro, con la tassazione al 5%, nel 2023 si è assistito a un incremento del 35,6% dei contratti di secondo livello con obiettivi di produttività rispetto allo stesso periodo del 2022. Il ministero del Lavoro sta valutando interventi anche sulle modalità con cui si misurano gli incrementi di produttività, per far decollare davvero lo strumento.
Fringe benefit a mille euro
C'è un dossier aperto anche sul fronte fringe benefit, con la proposta di estendere i fringe benefit esentasse da 258 euro fino a mille euro per i lavoratori senza figli (per quelli con figli oggi l'incentivo è fino a 3mila euro).
Anticipo della riforma fiscale
Effetti positivi sui redditi arriveranno anche dall'attuazione della prima fase della riforma fiscale. Anche qui la strada è stata tracciata dal ministro Giorgetti, sempre nella prefazione della Nadef: «La legge di bilancio finanzierà l'attuazione della prima fase della riforma - ha scritto il titolare del Mef - con il passaggio dell'imposta sui redditi delle persone fisiche a tre aliquote e il mantenimento della flat tax per partite IVA e professionisti con ricavi ovvero compensi inferiori a 85 mila euro. La riforma ridurrà la pressione fiscale sulle famiglie, giacché essa sarà solo parzialmente coperta da una revisione delle spese fiscali».
Proroga degli incentivi assunzionali
Governo e maggioranza danno sicura anche la proroga degli incentivi assunzionali in scadenza a dicembre, in primis donne e giovani. Una mossa quasi obbligata per non spiazzare le politiche assunzionali delle imprese. Ma c'è da fare i conti con le risorse disponibili per una manovra che, almeno nelle dichiarazioni dell'esecutivo, dovrà intervenire anche su famiglia e conciliazione vita lavoro per spingere l'occupazione femminile.


ILSOLE24ORE.
Pensioni, conguaglio anticipato a fine anno per recuperare l'inflazione effettiva3,2 miliardi per finanziare un antipasto del conguaglio delle pensioni all'inflazione, un primo stanziamento per i rinnovi contrattuali nella Pa e nuovi fondi per l'emergenza migranti.

Il Governo lavora a un «decreto anticipi» da 3,2 miliardi per finanziare nelle prossime settimane un antipasto del conguaglio delle pensioni all'inflazione, un primo stanziamento per i rinnovi contrattuali nella Pubblica amministrazione e nuovi fondi per gestire l'emergenza migranti. Gli spazi finanziari saranno resi possibili dallo scostamento che l'Esecutivo chiederà alle Camere nella relazione inviata insieme alla NaDef pubblicata ieri. L'extradeficit da autorizzare vale appunto 3,2 miliardi quest'anno, 15,7 il prossimo, quando è destinato a finanziare più di metà della manovra e 4,6 nel 2025, per un totale di nuovo disavanzo che quindi arriva a 23,5 miliardi.
La scelta, dettagliata nella relazione, è un atto di generosità interessata da parte del Governo, che per questa via anticipa un po' di risorse per i diretti interessati ma soprattutto scarica 3,2 miliardi di spesa da un bilancio 2024 complicatissimo da far quadrare.
Per i pensionati, l'idea è quella di riconoscere prima di fine anno il conguaglio che serve ad allineare le pensioni 2023 all'inflazione effettiva registrata l'anno prima, e arrivata all'8,1% contro il 7,3% calcolato quando si è misurata la rivalutazione. In gioco, insomma, c'è un altro 0,8%. Proprio la corsa dei prezzi costringe il ministero dell'Economia a rivedere nuovamente al rialzo anche il totale della spesa previdenziale, che l'anno prossimo crescerà di un altro 7,3% (contro il +7,1% calcolato ad aprile) per salire di un altro 3% medio annuo nel 2025 e nel 2026, quando arriverà a 361,24 miliardi. Numeri, questi, che molto probabilmente spingeranno il Governo a stringere ulteriormente il meccanismo delle rivalutazioni degli assegni medio-alti, già tagliato lo scorso anno, nello sforzo di completare il quadro delle coperture della legge di bilancio.
Le stesse esigenze animano la misura in costruzione per il pubblico impiego. Qui l'obiettivo è quello di stanziare un primo fondo per avviare i rinnovi dei contratti, a partire dalla sanità come ribadito dal Governo nei giorni scorsi. L'impianto della misura è ancora in costruzione fra più di una difficoltà tecnica. Qui, in ogni caso, l'urgenza appare più che altro contabile, per caricare sul deficit di quest'anno, già gonfiato a dismisura dagli effetti del Superbonus, una parte di spesa che non sarebbe gestibile sui saldi del prossimo anno. Se la scelta sarà quella del fondo per i rinnovi, infatti, lo stanziamento sarà destinato a rimanere parcheggiato a lungo; perché le somme che servirebbero a coprire l'inflazione del 2022-24, anni di riferimento dei nuovi contratti da negoziare, valgono quasi 10 volte lo stanziamento del decreto, e le trattative per trovare un punto d'incontro con i sindacati su richieste più basse devono ancora cominciare.
A completare il quadro del provvedimento saranno nuovi fondi per l'emergenza migranti, che in questi giorni sta impegnando il Governo anche in una complessa trattativa in sede comunitaria. Perché mentre si cerca un faticoso accordo con gli altri Paesi, è necessario tamponare le falle di un sistema dell'accoglienza andato in forte affanno con gli arrivi delle ultime settimane.



LA STAMPA.

Cancellate, anzi no. Che fine faranno le Province?

Le Province sono state abolite, si sa, nel 2014 con la Riforma Delrio. Questa, quanto meno, è la vulgata comune. In realtà, la fine fatta da queste istituzioni esistenti già prima dell'Unità d'Italia è piuttosto nebulosa. Alcune sono diventate «città metropolitane», è stata abolita la giunta provinciale, sono state trasformate in enti amministrativi di secondo livello con elezione dei propri organi a suffragio ristretto, eppure continuano ad avere un ruolo centrale nella vita quotidiana di ogni cittadino: gestiscono l'edilizia scolastica e le strade provinciali, tutelano e valorizzano l'ambiente, raccolgono ed elaborano dati e offrono assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali. Insomma, erano ritenute inutili, sono state abolite, hanno continuato a esistere in forma diversa e adesso se ne ripropone l'istituzione attraverso la reintroduzione dell'elezione diretta dei consigli e dei presidenti delle province che era stata soppressa meno di dieci anni fa.
Di questo si palerà oggi al convegno «La rinascita delle Province» organizzato da Confindustria Cuneo, in cui si confronteranno i presidenti della Provincia di Cuneo passato e presente (Giovanni Quaglia e Luca Robaldo, anche sindaco di Mondovì), il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli e il docente di Diritto costituzionale all'Università Statale di Milano Marco Orofino. Il senso di questo appuntamento è chiarito dalle parole di Giuliana Cirio, direttrice generale di Confindustria Cuneo: «È evidente che la riorganizzazione del sistema Province è rimasta incompleta dopo la legge Delrio, una legge pensata come transitoria. Il momento è quindi quanto mai opportuno per provare a capire in che direzione si stia andando e quali siano le logiche che sottendono la proposta di legge in discussione per riorganizzare la composizione e funzioni delle province». Il convegno parte dal disegno di legge che prevede la reintroduzione dell'elezione diretta del presidente della Provincia e del Consiglio con conseguente restituzione di poteri e competenze. Sarà importante riuscire a fare chiarezza, soprattutto per il cittadino comune piuttosto disorientato dalla «presenza fantasma» di un ente nominalmente scomparso ma chiamato in causa in situazioni di enorme importanza e spesso drammatiche (la situazione dell'edilizia scolastica o la vitale gestione delle strade provinciali). L'evento di oggi va in questa direzione: «Capire come superare i problemi organizzativi e le incertezze sulla divisione di compiti e responsabilità tra i vari organi per andare verso una maggiore efficacia del modello di governance».



LENTEPUBBLICA.

Finanza locale e ANPR, le ultime novità dalla Conferenza Stato-città.


Disponibile il resoconto della riunione della Conferenza Stato-città ed autonomie locali dedicata a finanza locale e Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR).
Il Sottosegretario all'Interno On. Wanda Ferro ha presieduto di recente una riunione della Conferenza Stato-città ed autonomie locali che ha sancito intese su importanti provvedimenti.
Per chi non lo sapesse la Conferenza Stato-città e autonomie locali è un organo collegiale con funzioni consultive e decisionali, sede istituzionale permanente di confronto e raccordo tra lo Stato e gli enti locali.
Ne fanno parte, anche, i ministri dell'Economia e delle finanze, delle Infrastrutture, della Salute, i presidenti di Anci, Upi, Uncem, nonché, su designazione delle rispettive associazioni, 6 presidenti di Provincia e 14 sindaci, di cui cinque sindaci di città che siano aree metropolitane.
Finanza locale e ANPR, le novità emerse dalla Conferenza Stato-città
Scopriamo attraverso il resoconto di questa seduta quali sono tutte le novità dedicate a queste importanti materie nel mondo della Pubblica amministrazione e degli enti locali.
Sviluppo dei servizi sociali
Durante la seduta l'ANCI e l'UPI hanno espresso l'intesa sullo Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente gli obiettivi di servizio e le modalità di monitoraggio e rendicontazione per l'utilizzo delle risorse aggiuntive da destinare al finanziamento e allo sviluppo dei servizi sociali dei comuni delle regioni a statuto ordinario nell'anno 2023.Con il provvedimento in esame sono stabiliti gli obiettivi di servizio di ciascun comune per l'anno 2023 - indicati sulla base della nota metodologica approvata nella seduta dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard del 16 maggio 2023 - in base al valore del fabbisogno standard monetario per la funzione sociale di ogni ente.
Rigenerazione urbana dei piccoli comuni
Successivamente, l'ANCI e l'UPI hanno espresso l'intesa sullo Schema di decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, recante riparto e modalità di utilizzo delle risorse del fondo, con una dotazione di 115 milioni di euro per l'anno 2025 e di 120 milioni di euro per l'anno 2026, per investimenti di rigenerazione urbana a favore dei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti.
L'articolo 14-quinquies, comma 1, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176 - convertito, con modificazioni, dalla legge 13 gennaio 2023, n. 6 - istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, un fondo per investimenti in rigenerazione urbana a favore dei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti, con una dotazione di 115 milioni di euro per l'anno 2025 e di 120 milioni di euro per l'anno 2026.
Con il provvedimento in esame, vengono definiti, per il biennio 2025-2026, i criteri e le modalità di ammissibilità delle istanze e di assegnazione dei suddetti contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, nonché le modalità di utilizzo dei ribassi d'asta, di monitoraggio anche in termini di effettivo utilizzo delle risorse assegnate, di rendicontazione e di verifica, nonché le modalità di revoca, recupero e riassegnazione delle somme non utilizzate, a favore dei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti.
Aggiornamento dei servizi ANPR
Parere favorevole è stato espresso sullo schema di decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e con il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'innovazione tecnologica, recante l'aggiornamento dei servizi resi disponibili dall'ANPR al fine di consentire agli avvocati iscritti nel relativo albo o elenco di cui all'articolo 15, comma 1, lettere a) e b), della legge 31 dicembre 2012, n. 247 di richiedere, per finalità connesse all'esecuzione del mandato professionale, i certificati anagrafici in modalità telematica resi disponibili tramite l'ANPR.
Con il provvedimento in esame viene definito l'aggiornamento dei servizi resi disponibili dall'Anagrafe nazionale della Popolazione residente (ANPR), al fine di consentire agli avvocati iscritti nel relativo albo di richiedere, per finalità connesse all'esecuzione del mandato professionale, i certificati anagrafici in modalità telematica resi disponibili tramite l'ANPR.
Al riguardo sono state rispettate tutte le prescrizioni indicate dal Garante per la protezione dei dati personali.
È un nuovo servizio che è stato realizzato per venire incontro ad una specifica richiesta del Consiglio Nazionale Forense (CNF), al fine di rendere più agevole le attività dei propri iscritti nella loro professione legale. Tale iniziativa ha anche un riflesso sicuramente positivo per i Comuni, che vedranno notevolmente diminuite le richieste di certificati anagrafici provenienti dagli studi legali. I certificati saranno rilasciati in esenzione dal bollo come previsto dal Testo unico delle spese di giustizia. Il Servizio
prevede la verifica dell'iscrizione all'albo tenuto dal Consiglio nazionale forense tramite la Piattaforma digitale nazionale dati della Presidenza del Consiglio a cui sono collegati sia ANPR che il Consiglio Nazionale Forense. Periodicamente saranno effettuate verifiche a campione sulla sussistenza dei presupposti di legittimità degli accessi.
Ristoro ai comuni delle minori entrate IMU
L'ANCI e l'UPI hanno espresso parere favorevole anche sullo Schema di decreto  per il ristoro ai comuni delle minori entrate derivanti dalla riduzione dell'IMU per unità immobiliari a uso abitativo possedute in Italia da soggetti non residenti nel territorio dello Stato, titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l'Italia. Con il provvedimento in esame sono interamente ripartite, a decorrere dall'anno 2023, le risorse del fondo pari a 12 milioni di euro annui, per il ristoro ai comuni delle minori entrate derivanti dalla riduzione dell'IMU per unità immobiliari a uso abitativo possedute in Italia da soggetti non residenti nel territorio dello Stato, titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l'Italia.
Fabbisogni standard dei comuni 2023
Infine è stato esaminato lo Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante adozione della nota metodologica relativa all'aggiornamento e alla revisione della metodologia per i fabbisogni standard dei comuni per l'anno 2023 ed il fabbisogno standard complessivo per ciascun comune delle regioni a statuto ordinario.


TELEACRAS

"Regione", ok al Bilancio 24/26.


Il governo regionale ha approvato il Bilancio di previsione 2024 - 2026, prossimo all'esame in Assemblea insieme alla Finanziaria. Gli interventi di Schifani e Falcone.
La giunta regionale, su proposta dell'assessore all'Economia Marco Falcone, ha approvato il disegno di legge del Bilancio di previsione 2024/2026. Si tratta del principale documento contabile di programmazione della Regione Siciliana, elaborato su un orizzonte triennale e con l'indicazione per singolo capitolo di ogni entrata e spesa delle diverse strutture dell'ente. Il Bilancio è stato redatto in conformità alle linee guida e alle politiche di sviluppo espresse dal Documento di economia e finanza 2024/2026 già approvato lo scorso giugno. E il presidente della Regione, Renato Schifani, commenta: "La Sicilia attraversa una fase positiva dal punto di vista economico-contabile. E sono molteplici i segnali che lo confermano. Il Bilancio di previsione traccia una ulteriore evoluzione virtuosa dell'attività amministrativa e degli impegni economici della Regione dal 2024 al 2026. Di fatto si tratta del primo documento organicamente concepito dal mio governo, nell'interesse della Sicilia ad avere i conti in ordine senza rinunciare ai servizi e agli investimenti nella qualità della vita dei cittadini" - conclude. Nelle previsioni del Bilancio il governo ha compreso gli impegni assunti con lo Stato in relazione alla riduzione del disavanzo della Regione e del rispetto di specifici parametri di virtuosità, iniziando dalla riduzione della spesa corrente. Prudenzialmente è stato programmato un innalzamento della quota di ripiano annuale in carico alla Regione - quantificata in 70 milioni annui - a copertura delle trattative sulle revisione dell'Accordo Stato-Regione attualmente in corso. Il disegno di legge approvato dalla giunta sarà adesso sottoposto al parere del Collegio dei revisori, e poi sarà sotto esame dell'Assemblea regionale siciliana insieme alla proposta della Finanziaria 2024-2026, in fase di redazione. E l'assessore regionale all'Economia, Marco Falcone, afferma: "Dopo molti anni abbiamo voluto approvare il Bilancio di previsione prima della Finanziaria che, poi, a sua volta, sarà varata dopo il parere dei revisori. E ciò per dare maggiore certezza ai conti di uno strumento finanziario basato su politiche economiche espansive e su solide entrate". E nel frattempo migliora il rating della Regione Siciliana. L'agenzia "Fitch Ratings" ha infatti revisionato il proprio giudizio sul credito a breve termine, incrementando la valutazione da "F3" a "F2" perché è stato riconosciuto che la Regione ha ridotto costantemente il deficit del saldo dei fondi dal 2018, attenuando la pressione sulla liquidità". L'agenzia ha, inoltre, confermato il proprio giudizio di merito di credito della Regione Siciliana a lungo termine a "BBB", con prospettiva stabile, in linea con il rating sovrano dell'Italia pari anch'esso a "BBB". Per quanto concerne il quadro macroeconomico è stato valutato inoltre positivamente l'incremento delle entrate tributarie e la prospettiva per la Regione nei prossimi anni di essere destinataria di ingenti risorse nazionali e comunitarie destinate ad aumentare la spesa infrastrutturale e quella per investimenti.


LIBERTA'SICILIA.IT

Palermo. Identità siciliana, la Regione istituisce il "Premio Giuseppe Alessi".


Schifani: «Esempio di passione politica al servizio della comunità»
Rendere omaggio alla figura e agli insegnamenti del primo presidente della Regione Siciliana. Con questo obiettivo il governo Schifani ha istituito il "Premio Giuseppe Alessi", destinato a personalità dell'Isola che si sono particolarmente distinte per il loro impegno etico, sociale, culturale e artistico in favore della comunità. Il riconoscimento, di prerogativa del presidente della Regione, verrà conferito annualmente nel corso di una cerimonia ufficiale. Tecnicamente si stratta di una "benemerenza eccezionale" che non ha valenza giuridica, ma un alto valore civico.
«Ho voluto istituire questo premio - dice il governatore Renato Schifani - per tenere viva la memoria del primo presidente della Regione, ma soprattutto, di un gigante della politica siciliana. L'avvocato Alessi, convinto assertore dell'Autonomia e tra i padri nobili del nostro Statuto, è un esempio di passione politica e civile al servizio della Sicilia. Un vero e proprio statista che non ha esitato a fronteggiare anche lo Stato centrale e i partiti nazionali quando ha ritenuto lesi i diritti dei siciliani. Da fine giurista - aggiunge Schifani - conosceva perfettamente le nostre prerogative e, sempre nel rispetto delle istituzioni, non tollerava interferenze volte a sminuirle.
La coerenza, l'amore per la Sicilia e la realizzazione del bene comune sono i tratti distintivi della sua azione politica e per questo incarna la Sicilia degli ideali più nobili. Con il premio a lui dedicato, oltre a rendergli omaggio, mi auguro di contribuire a tenere vivi i suoi insegnamenti affinché possano essere presi ad esempio anche dalle generazioni future».



SCRIVLIBERO.

Agrigento, successo di pubblico presso il teatro dell'Efebo al giardino botanico.


Successo di pubblico al teatro dell'Efebo presso il giardino Botanico del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, retto dal Commissario straordinario Giovanni Bologna.
La terza serata di eventi con oltre 650 spettatori ha visto la bellissima esibizione dello spettacolo presentato da Artisti associati diretti da Antonio Zarcone. In una cornice magica immersa nella cava arenaria di tufo tra piante secolari e macchia mediterranea lo spettacolo di musica e canto popolare ha incantato il pubblico presente.
Antonjo Zarcone , noto folk singer della Sicilia insieme ad alcuni validissimi musicisti come Mimmo Pontillo, Angelo Sanfilippo, Roberto Puccio e Adriano Carnabuci hanno raccontato in musica il canto delle serenate nei saloni da barba, i brani di Rosa Balistreri e le poesie di Ignazio Buttitta recitate da Antonio Zarcone. Il cartellone di spettacoli, programmato dal settore Turismo dell'Ente diretto da Achille Contino, è destinato, principalmente, a Tour Operator ed imprenditori alberghieri per offrire una valida alternativa di soggiorno nel territorio della provincia in preparazione degli eventi Agrigento 2025.











































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