giornale di sicilia
Attività della protezione civile Coinvolti 4
mila studenti
Obiettivo della manifestazione è quello di fare comprendere alla cittadinanza
l'importanza della prevenzione
«La Protezione civile è cultura». Così ieri il prefetto Filippo Romano ha dato il
via alla presentazione della Settimana Nazionale della Protezione Civile che si
terrà dal 9 al 15 ottobre prossimi. «Abbiamo scelto questo titolo - ha aggiunto -
perché vorremmo che la protezione civile diventi un aspetto quotidiano delle
nostre esistenze. Tutti dovremmo sapere cosa fare in caso di emergenza, e
vogliamo partire proprio dalla scuola e lo facciamo in una città di mare e una di
montagna». L'obiettivo della manifestazione è quello di coinvolgere la
cittadinanza sull'importanza della prevenzione e della conoscenza delle
basilari norme di comportamento per una risposta il più possibile celere ed
adeguata nei casi di emergenze di protezione civile che possono mettere a
rischio il territorio e la pubblica incolumità. Ad illustrare le finalità e le iniziative,
insieme al prefetto Romano, erano presenti il comandante della guardia
costiera e capitaneria di porto di Porto Empedocle, Antonio Ventriglia, il
sindaco di Cammarata Giuseppe Mangiapane, il funzionario dei vigili del fuoco
Calogero Mendola, il dirigente del libero consorzio Achille Contino, il
presidente di Seus 118 Elio Misuraca, Marianna Gueli Alletti in rappresentanza
dell'ufficio scolastico provinciale, Attilio Sciara responsabile della protezione
civile comunale, Alfonso Casalicchio, dirigente dipartimento foreste regionale e
l'assessore comunale Gerlando Principato. Nell'ambito della Settimana
Nazionale della Protezione Civile si terranno tre incontri formativi con gli
studenti delle scuole primarie e secondarie sia in presenza che in
videoconferenza ed esercitazioni pratiche in diversi Comuni in cui verranno
coinvolti circa 4 mila alunni degli Istituti scolastici del territorio.
Nella mattinata di martedì 10 ottobre nell'area portuale di Porto Empedocle gli
studenti saranno coinvolti in un'esercitazione antincendio. E poi a Cammarata,
venerdì 13 ottobre saranno i Vigili del Fuoco e gli uomini del Corpo forestale
ad effettuare delle simulazioni di emergenze che si terranno nella caserma
locale dei pompieri. La chiusura delle iniziative sarà nel capoluogo sabato 14
ottobre con una esposizione dei mezzi di soccorso in piazza Cavour, al Viale
della Vittoria. «Saranno occasioni utili - hanno detto gli organizzatori - ad
illustrare tutte le attività dei vari enti e i comportamenti corretti da adottare per
la riduzione dei rischi legati alle emergenze, migliorando la sensibilità dei
cittadini e la cultura di protezione civile».
MALGRADOTUTTO.Dal 9 al 15 ottobre la Settimana Nazionale della Protezione Civile
Le iniziative promosse dal Gruppo di Protezione Civile del Libero Consorzio Comunale di Agrigento
Nell'ambito della Settimana Nazionale della Protezione Civile, in programma dal 9 al 15 ottobre 2023, il Gruppo di Protezione Civile del Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha promosso diverse iniziative.
Tra queste una serie di incontri formativi riservati agli alunni delle scuole elementari, medie e superiori della provincia su tematiche di protezione civile.
Gli incontri sono previsti il 9 ottobre per le scuole primarie, l'11 ottobre per le scuole medie, il 12 ottobre per le superiori. Si svolgeranno in due turni per ciascuna giornata (ore 10:00 e ore 11:00) in presenza nell'aula "Pellegrino" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento e da remoto sempre negli stessi orari.
Martedì 10 ottobre in programma a Porto Empedocle una esercitazione antincendio in ambito portuale a cura della Capitaneria di Porto; venerdì 13 ottobre si svolgerà a Cammarata una esercitazione nel presidio dei Vigili del Fuoco e del distaccamento del Corpo Forestale della Regione Siciliana. Sabato 14 ottobre, dalle ore 9:00 alle ore 14:00, ad Agrigento, è prevista un'esposizione dei mezzi di soccorso dei vari enti e del volontariato di Protezione Civile, con esercitazioni al viale della Vittoria e a piazza Cavour.
la Settimana della Protezione Civile è organizzata in collaborazione con Prefettura, Dipartimento Regionale di Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale, Capitaneria di Porto, Ufficio Scolastico Regionale Agrigento, 118 e i Comuni di Agrigento, Cammarata e Porto Empedocle.
Tutte le iniziative in programma "saranno - sottolinea il Gruppo di Protezione Civile del Libero Consorzio - occasioni utili ad illustrare tutte le attività dei vari enti e i comportamenti corretti da adottare per la riduzione dei rischi legati alle emergenze, migliorando la sensibilità dei cittadini e la cultura di protezione civile".
lentepubblica.it
Cosa significa quando un ente locale è in dissesto?
Una recente ricerca di Openpolis ci spiega cosa significa quando un ente locale è in dissesto e cosa comporta questa condizione per la cittadinanza.
Anche gli enti locali sono obbligati a seguire particolari regole per la stabilità dei propri conti pubblici e può capitare che l'ente non riesca più a mantenere una situazione sostenibile.
Nei casi più gravi si parla di dissesto finanziario.
Scopriamo nello specifico di cosa si tratta e cosa comporta.Cosa significa quando un ente locale è in dissesto?Si tratta di una procedura che viene messa in atto quando l'ente locale non è più in grado di svolgere le proprie funzioni ed erogare servizi indispensabili, oltre ad avere difficoltà nell'assolvere ai debiti.
Questa procedura è definita dall'articolo 244 del testo unico degli enti locali (Tuel).
Dopo la deliberazione dello stato di dissesto, è necessario stabilire la condizione dell'ente. Viene redatta una relazione dettagliata che viene poi presentata al ministero degli interni e alla corte dei conti a cui fa riferimento il territorio (Tuel, articolo 246). In seguito, viene nominato un organo straordinario per la liquidazione che si occupa di rilevare la massa attiva e quella passiva dell'ente (Tuel, articoli 252-256). Questo organo è composto da commissari.In seguito a queste procedure viene redatto un altro documento, il bilancio stabilmente riequilibrato, in cui le singole voci di spesa sono bilanciate e coprono tutti i servizi necessari. Durante i cinque o i tre anni successivi all'approvazione di questo documento, si procede al risanamento dell'ente.Nel frattempo, vengono imposti dei limiti sulla contrazione di nuovi mutui e ai pagamenti in conto competenza, oltre alla possibilità di aumentare imposte e tasse locali per riequilibrare lo stato dell'ente (Tuel, articolo 248).Per quel che riguarda i soggetti coinvolti, se gli amministratori sono considerati responsabili di questa situazione non potranno ricoprire per dieci anni specifici incarichi relativi al controllo e alla gestione, come i sindaci non saranno candidabili per dieci anni all'interno di ruoli di rappresentanza dello stato.Il personale può essere ridimensionato e in questo caso deve essere conferito per cinque anni un contributo pari al trattamento economico del lavoratore.
I datiSecondo il ministero dell'Interno, sono 120 le province e i comuni in stato di dissesto finanziario nel 2021. Nello stesso anno, sono state avviate 22 procedure di dissesto.La regione in cui sono presenti più enti in condizione di dissesto finanziario è la Calabria (37) seguita da Sicilia (30) e Campania (9). Non ne risultano alla data di rilevazione in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Emilia-Romagna.Sempre nel 2021, le ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato esaminate hanno riguardato principalmente l'area del mezzogiorno, in cui sono compresi l'81% degli enti che hanno firmato le proposte. La regione in cui ci sono stati più esami sono Campania (10), Calabria (8) e Sicilia (7).Analisi delle causeSono numerose le cause che possono portare un ente al dissesto, da irregolarità contabili a ridotta capacità di riscossione passando per perdite di società partecipate, mancati accantonamenti per rischi e spese elevate.Secondo gli studi, i comuni che hanno delle difficoltà finanziarie registrano una spesa per i servizi che spesso è in linea con il fabbisogno standard del territorio ma spesso i servizi sono carenti, inefficienti e non capillari.L'effetto regionale spiega solo in parte questa dinamica: se è vero che la maggior parte degli enti in dissesto si trova nelle aree del centro-sud che riportano servizi mediamente peggiori rispetto a quelli delle zone del nord, questa carenza viene vista anche negli enti stessi nei confronti dei comuni limitrofi. L'analisi lascia dunque immaginare che la questione non sia tanto legata a quanto un ente spenda quanto piuttosto a come spenda le proprie risorse. Non di rado, è determinata anche all'adeguatezza del bilancio comunale nel fare fronte alle necessità di territori deprivati.
province
Il programma dell'Assemblea nazionale delle Province italiane 2023
Disponibile il programma dell'Assemblea nazionale delle Province italiane 2023, che si terrà il 10 e l'11 ottobre a L'Aquila.
L'assemblea Nazionale delle Province Italiane che si terrà infatti martedì 10 ottobre e mercoledì 11 ottobre 2023 presso il Teatro Comunale "V.Antonellini" del capoluogo abruzzese.
Si tratta di due giornate molto importanti, dove si incontreranno i Presidenti delle Province, i Sindaci e i consiglieri Provinciali delegati da tutta Italia, e i rappresentanti di Governo e Parlamento per fare il punto sulle questioni più urgenti.
Inoltre anche il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, sarà presente nella giornata del 10 ottobre alle ore 17 per partecipare all'assemblea.
Tra le varie questioni all'ordie del giorno troviamo anche gli aggiornamenti relativi ai lavori parlamentari sul "DDL Province" e i fondi del PNRR da destinare all'edilizia scolastica.
Infine si ricorda che la diretta della cerimonia di apertura alla presenza del Presidente della Repubblica può essere seguita tramite streaming facendo richiesta a raiquirinale@rai.it che fornirà un link.
Calcolo ferie e festività soppresse, i chiarimenti dell'Aran
In un recente parere dell'Aran, il CFL 2030, si forniscono indicazioni sul calcolo delle ferie e delle festività soppresse per i dipendenti pubblici.
In base a quanto stabilito negli ultimi CCNL pubblici (ma anche privati) le festività «abolite» sono state trasformate in permessi retribuiti (ex festività). Queste ore di permesso consentono al lavoratore di assentarsi per motivi personali senza perdere la retribuzione.Nel parere odierno l'Aran si occupa del calcolo corretto relativo alla spettanza di ferie e festività soppresse per i dipendenti.
Quali sono le festività soppresse?Prima di andare a scoprire qual è stata la risposta dell'Aran, facciamo una brevissima premessa sulle cosiddette festività soppresse.
Le festività soppresse sono quelle date che, in sinesi, sino al 1977 erano considerate come giornate festive: si tratta di alcuni giorni contrassegnati come Ricorrenze/celebrazioni Religiose.Nonostante non siano più festività contrassegnate sul calendario, possono comunque generare ulteriori giornate di fermo lavorativo per i dipendenti pubblici.Si tratta di cinque giorni totali (qui di seguito quelle dell'anno in corso):domenica 19 marzo 2023 (San Giuseppe)giovedì 18 maggio 2023 (Ascensione)giovedì 8 giugno 2023 (Corpus Domini)giovedì 29 giugno 2023 (Santi Pietro e Paolo)sabato 4 novembre 2023 (Festa dell'Unità nazionale)Calcolo delle ferie e delle festività soppresse, i chiarimenti dell'Aran
All'interno del quesito un ente chiede di conoscere quale sia il calcolo corretto relativo alla spettanza di ferie e festività soppresse nell'anno di assunzione, nel primo mese lavorato, qualora la frazione di questo mese sia pari a 15 giorni. In sintesi si vuole sapere se aver lavorato in questo arco di tempo equivale (ai fini del calcolo) ad aver lavorato per tutto il periodo mensile. L'Aran, nello specifico, osserva infatti che, come indicato al comma 7 dell'art. 38 del CCNL 16.11.2022 "Nell'anno di assunzione o di cessazione dal servizio la durata delle ferie è determinata in proporzione dei dodicesimi di servizio prestato. La frazione di mese superiore a quindici giorni è considerata a tutti gli effetti come mese intero".Pertanto nel caso prospettato, essendo la frazione del primo mese lavorato pari a quindici giorni, ma non superiore, non sussistono i presupposti applicativi della richiamata disciplina e, conseguentemente, in quel mese il dipendente non maturerà alcun giorno. Si ritiene che il criterio espresso al suddetto comma 7 sia estensibile alle 4 giornate di riposo, di cui al comma 6 dello stesso art. 38.E per tutti gli altri casi?
Il lavoratore avrà diritto alla maturazione dei permessi nei seguenti casi:Se l'ex festività cade in una giornata lavorativa ordinaria, secondo l'orario settimanale stabilito per il lavoratore;Se ha diritto all'intero trattamento economica. Perciò, chi utilizza anche una sola ora di permesso non retribuito, in quei giorni, perde il diritto alla fruizione dell'intera giornata.
Si consiglia dunque di non fruire, nei giorni di calendario corrispondenti alle ex festività di assenze non retribuite come ad esempio aspettative, congedi non retribuiti, pena la perdita del diritto a fruire del permesso.