teleacras.it
Il mancato intervento sulla strada provinciale 31 rischia di mandare in frantumi i sogni della zona montana della provincia agrigentina.
Siamo alle solite. La zona montana della provincia agrigentina per un tratto di strada di appena venti chilometri, rischia di compromettere il futuro di ventimila abitanti. L'arteria necessità interventi urgenti perché ormai impraticabile. I sindaci, le associazioni alzano la voce contro il silenzio che è caduto attorno alle strada provinciale 31.
askanews.it
Mattarella: sulla riforma delle Province vuoti e incertezze non si prolunghinoLa Costituzione richiede di essere applicata.
"Le norme che disegnano strutture e ambiti delle Province, sono legate, in definitiva, a una transizione interrotta e anche per questo, indipendentemente dai giudizi sul merito del percorso allora ipotizzato, giudizi che io non posso esprimere come è noto, creano vuoti e incertezze che non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, di competenze incerte, di lacune nelle funzioni di indirizzo e coordinamento. La Costituzione richiede di essere attuata". E' l'ammonimento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che parlado all'assemblea nazionale delle province ha ricordato che il progetto di riforma avviato nel 2014 è rimasto incompiuto.Ora c'è una proposta avviata in Senato dove ci sono stati disegni di legge presentati da diversi gruppi e ora vi è un testo unificato all'esame della commissione Affari costituzionali, ricorda il capo dello Stato che esprime un auspicio: "La composizione politica plurale, e la responsabilità comune, dell'Unione delle Province d'Italia può fornire al Parlamento elementi preziosi di esperienza e di conoscenza".
lagazzettadelmezzogiorno.it
Province: Mattarella, 'completare riforma evitando vuoti e incertezze'.
"Diverse riforme sono intervenute nei decenni. Fino all'ultima, del 2014, che ha ridimensionato ruolo e funzioni delle Province in previsione di un riassetto costituzionale degli Enti locali, che poi non si è compiuto perché non ha ricevuto il necessario consenso degli elettori. Le norme attualmente in vigore, che disegnano strutture e ambiti delle Province, sono legate, in definitiva, a una transizione interrotta e anche per questo, indipendentemente dai giudizi sul merito del percorso allora ipotizzato, creano vuoti e incertezze che non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, di competenze incerte, di lacune nelle funzioni di indirizzo e coordinamento". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a L'Aquila in occasione dell'Assemblea delle Province.
"La Costituzione -ha rimarcato il Capo dello Stato- richiede di essere applicata. Avete posto al centro di questa vostra assemblea la prospettiva di 'nuova Provincia', con identità e competenze più chiare, con un ruolo propulsivo su alcuni temi e, ovviamente, con le risorse conseguenti e con autorevolezza democratica -per poterli esercitare al meglio. Ora questa proposta è offerta al confronto avviato in Senato, sulla base di disegni di legge presentati da diversi gruppi e di un testo unificato adesso all'esame della commissione Affari costituzionali".
"La composizione politica plurale, e la responsabilità comune, dell'Unione delle Province d'Italia può fornire al Parlamento elementi preziosi di esperienza e di conoscenza. Le istituzioni, la loro architettura, la loro qualità sono cruciali per assicurare rispetto dei principi costituzionali e per adempiere al dovere di 'rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale' che 'impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione' alla vita del Paese, come recita l'articolo 3 della Costituzione. La Provincia, le Province nel loro insieme, possono e devono partecipare a questo essenziale compito di coesione sociale. Sarebbe un grave errore -ha concluso Mattarella- affidarsi soltanto alla forza inerziale della crescita quantitativa delle aree metropolitane e degli insediamenti produttivi, collocati nei nodi delle principali reti logistiche e di comunicazione".
meridionenews.it
Cosa resta delle ex province: congelate da nove anni, senza personale e col rischio di perdere i fondi Pnrr.
Negli ultimi mesi, da quando è in carica il governo regionale guidato da Renato Schifani, si è fatto un gran parlare di province. Ma delle province che - forse - verranno, con la riforma per la reintroduzione dei vecchi enti così com'erano fino al 2014, con un organo politico eletto dai cittadini. Una riforma su cui la maggioranza punta tutto, ma che ancora stenta a trovare la giusta via per il decollo, legata com'è nella sorte alla riforma nazionale che il governo di Roma tarda ancora ad abolire, nonostante i ripetuti annunci.
Ma che fine hanno fatto i consorzi? E le città metropolitane come stanno? Le cronache politiche ci raccontano soltanto del perpetuo rinnovo dei commissari, che si alternano alla guida dei rispettivi enti dalla riforma Crocetta a oggi. Poco si sa persino dell'attività dei sindaci metropolitani, i primi cittadini dei capoluoghi di Palermo, Messina e Catania, investiti di un ruolo che probabilmente occupa poca parte dei loro pensieri. Le stesse domande riguardo la condizione di questi enti così depotenziati se le fa in questi giorni la commissione Bilancio dell'Assemblea regionale, che ha iniziato una serie di audizioni con i ragionieri generali delle ex province per aggiornare il bollettino sul loro stato di salute. Uno stato che oggi appare quanto mai precario.«È inutile fare giri di parole, la situazione economica delle ex province, è tragica in termini di risorse e personale - dice Martina Ardizzone, deputata del Movimento 5 stelle - Così sono destinate a fallire, a prescindere dalla riforma in itinere che, col costo delle poltrone dell'organo politico, non farà altro che peggiorare la situazione. Il grido di allarme che, numeri alla mano hanno lanciato i dirigenti non può rimanere inascoltato. I trasferimenti statali non solo sono diminuiti nel corso degli anni, ma le risorse sono andate progressivamente in rosso a causa del prelievo forzoso imposto dalla legge di stabilità negli ultimi anni».Meno catastrofista, ma pur sempre realista è Dario Daidone, presidente della commissione Bilancio che ieri ha iniziato le consultazioni ascoltando i ragionieri generali della città metropolitana di Palermo e del libero consorzio di Caltanissetta. «Stiamo esaminando tutti gli aspetti economico finanziari dell'attuale stato e di quello che potrebbe avvenire - spiega Daidone a MeridioNews - Abbiamo intenzione di fare un'analisi approfondita per poi dare il nostro parere. Le province in Sicilia ci sono come nel resto del Paese, la differenza è che nel resto del Paese ci sono gli organi politici a guidarle. Sono enti che bisogna dotare di risorse tali per svolgere le funzioni che gli vengono attribuite. Il dramma mi sembra eccessivo. In questo momento sono commissariate, quindi svolgono funzioni minimali e hanno al contrario parecchie risorse dal punto di vista del conto capitale e degli investimenti e lo saranno sempre di più grazie al Pnrr, devono però essere messe nelle condizioni di spendere questi fondi».«Come deputato regionale che rappresenta la provincia di Catania - continua il presidente della commissione Bilancio - dovrei essere attento a un territorio di più di un milione e centomila abitanti. Onestamente è un po' complicato. Una decisione va presa perché la gestione commissariale sarebbe dovuta essere una soluzione transitoria. Quindi o si procede con un'elezione diretta oppure con un'elezione di secondo grado. La commissione Affari istituzionali ha già analizzato il disegno di legge che abbiamo preparato. La situazione dall'abolizione in poi è stata sempre più difficoltosa, e le province restano soggette a prelievo forzoso da parte dello Stato di risorse importanti».
«Se le ex province stanno ancora in piedi - ribatte da par suo Ardizzone - lo si deve alle economie di bilancio. Ma è chiaro che così non si può andare avanti, anche perché non c'è il personale per farlo: mancano soprattutto i dirigenti e i tecnici per portare a compimento i progetti relativi ai finanziamenti extraregionali. A Caltanissetta negli ultimi otto anni i dipendenti sono passati da 600 a 180, con solo due dirigenti in servizio. A Palermo il personale in servizio è solo di 500 unità a fronte dei 1600 dipendenti del 2015». È chiaro che a pagare questa situazione sono le aree di competenza strettamente legate agli enti provinciali, su tutte le reti stradali e le scuole.E al Movimento 5 stelle la soluzione che prevede il ritorno dell'organo politico alla guida delle Province proprio non piace. «È ovvio che la riforma in itinere non farà altro che peggiorare la situazione a causa del costo dell'organo politico, che inevitabilmente finirà col gravare su bilanci così disastrati - dice Nuccio Di Paola, componete della commissione Bilancio e vicepresidente dell'Assemblea regionale - La priorità dovrebbe essere quella di erogare servizi efficienti ai cittadini, che oggi, come è sotto gli occhi di tutti, sono sempre più precari».
lapresse.it
Province, Mattarella: "Riforma incompiuta, crea incertezze".
L'intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell'assemblea delle Province d'Italia a L'Aquila. Il capo dello Stato ha sottolineato come il ridimensionamento del ruolo di questi enti, a cui non è seguito un più ampio riassetto degli enti locali perché bocciato dagli elettori, abbia provocato situazioni di incertezza normativa. "Diverse riforme sono intervenute nei decenni. Fino all'ultima, del 2014, che ha ridimensionato ruolo e funzioni delle Province in previsione di un riassetto costituzionale degli enti locali, che poi non si è compiuto perché non ha ricevuto il necessario consenso degli elettori. Le norme attualmente in vigore, che disegnano strutture e ambiti delle Province, sono legate, in definitiva, a una transizione interrotta e anche per questo, indipendentemente dai giudizi sul merito del percorso allora ipotizzato, creano vuoti e incertezze che non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, di competenze incerte, di lacune nelle funzioni di indirizzo e coordinamento", ha affermato Mattarella.
"Province partecipano a coesione sociale"Mattarella ha anche sottolineato il ruolo delle province nell'attuazione della Costituzione. "La Costituzione richiede di essere attuata" e "le istituzioni, la loro architettura, la loro qualità sono cruciali per assicurare rispetto dei principi costituzionali e per adempiere al dovere di "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale" che "impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione" alla vita del Paese, come recita l'art. 3 della Costituzione. La Provincia, le Province nel loro insieme, possono e devono partecipare a questo essenziale compito di coesione sociale. Sarebbe un grave errore affidarsi soltanto alla forza inerziale della crescita quantitativa delle aree metropolitane e degli insediamenti produttivi, collocati nei nodi delle principali reti logistiche e di comunicazione", ha affermato. "Avete posto al centro di questa vostra assemblea la prospettiva di 'nuova Provincia', con identità e competenze più chiare, con un ruolo propulsivo su alcuni temi e, ovviamente, con le risorse conseguenti e con autorevolezza democratica - per poterli esercitare al meglio. Ora questa proposta è offerta al confronto avviato in Senato, sulla base di disegni di legge presentati da diversi gruppi e di un testo unificato adesso all'esame della commissione Affari costituzionali. La composizione politica plurale, e la responsabilità comune, dell'Unione delle Province d'Italia può fornire al Parlamento elementi preziosi di esperienza e di conoscenza", ha spiegato il capo dello Stato, osservando che "la coesione del Paese, la sua stessa unità civile, richiede una crescita delle potenzialità di tutti i territori, anche di quelli delle aree interne, delle zone montane, dei piccoli centri. Interpreto anche in questo senso la vostra richiesta di assegnare alla Provincia, tra le sue funzioni fondamentali, la pianificazione dello sviluppo, con il chiaro obiettivo della sostenibilità ambientale e sociale, e con l'impegno di far convergere attori privati e pubblici in una rivitalizzazione dei territori oggi più svantaggiati"."Pnrr occasione storica, merita l'impegno di tutti"
Inoltre dal capo dello Stato è arrivato anche un appello per l'attuazione del Pnrr. "Oggi, le Province sono chiamate a un importante appuntamento: l'attuazione del Pnrr. Si tratta di un'occasione storica per l'Italia, e lo è anche per l'Europa. La sua piena riuscita è un interesse comune, che merita tutto l'impegno e la solidarietà di cui la nostra società è capace", ha detto Mattarella. "Come è stato puntualmente sottolineato in questa assemblea, il Pnrr è un banco di prova pure per le Province, chiamate a essere importanti soggetti attuatori di molti progetti. L'Upi ha segnalato criticità nei processi di pagamento e alcune serie problematiche tecniche relative alle piattaforme di rendicontazione. Sono questioni da esaminare con attenzione. I progetti che vi riguardano, e che richiedono coinvolgimento in regia delle Province, hanno valenza strategica. Il Paese trarrà un gran beneficio dal loro compimento", ha aggiunto il capo dello Stato.
grandangoloagrigento.it
Ex province, Ardizzone(M5S): "situazione tragica, destinate a fallire"La nota del deputato M5S nonchè componente della commissione affari istituzionali dell'Ars.
"E' inutile fare giri di parole, la situazione economica delle ex province, è tragica in termini di risorse e personale. Così sono destinate a fallire, a prescindere dalla riforma in itinere che, col costo delle poltrone dell'organo politico, non farà altro che peggiorare la situazione"Lo afferma la deputa M5S Martina Ardizzone, componente della commissione Affari istituzionali dell'Ars, a margine della seduta della commissione Bilancio dove, anche su sua richiesta, sono stati ascoltati i ragionieri generali e della provincia metropolitana di Palermo e del libero consorzio di Caltanissetta."Il grido di allarme che, numeri alla mano hanno lanciato i dirigenti - dice Ardizzone - non può rimanere inascoltato. I trasferimenti statali non solo sono diminuiti nel corso degli anni, ma le risorse sono andate progressivamente in rosso a causa del prelievo forzoso imposto dalla legge di stabilità negli ultimi anni. In partica, se le ex province stanno ancora in piedi, lo si deve alle economie di bilancio. Ma è chiaro che così non si può andare avanti, anche perché non c'è il personale per farlo: mancano soprattutto i dirigenti e i tecnici per portare a compimento i progetti relativi ai finanziamenti extraregionali. A Caltanissetta negli ultimi 8 anni i dipendenti sono passati da 600 a 180, con solo due dirigenti in servizio. A Palermo il personale in servizio è solo di 500 unità a fronte dei 1600 dipendenti del 2015"."Alla luce di tutto questo - aggiunge il vicepresidente M5S dell'Ars Nuccio Di Paola, componete della commissione Bilancio - è ovvio che la riforma in itinere non farà altro che peggiorare la situazione a causa del costo dell'organo politico, che inevitabilmente finirà col gravare su bilanci così disastrati. La priorità dovrebbe essere quella di erogare servizi efficienti ai cittadini, che oggi, come è sotto gli occhi di tutti, sono sempre più precari".
livesicilia.it
Ex province, M5S: "Mancano i soldi e il personale: la situazione è tragica"I pentastellati lanciano l'allarme
"E' inutile fare giri di parole, la situazione economica delle ex province, è tragica in termini di risorse e personale. Così sono destinate a fallire, a prescindere dalla riforma in itinere che, col costo delle poltrone dell'organo politico, non farà altro che peggiorare la situazione". Lo afferma la deputa M5S Martina Ardizzone, componente della commissione Affari istituzionali dell'Ars, a margine della seduta della commissione Bilancio dove, anche su sua richiesta, sono stati ascoltati i ragionieri generali e della provincia metropolitana di Palermo e del libero consorzio di Caltanissetta.
Penuria di dirigenti"Il grido di allarme che, numeri alla mano hanno lanciato i dirigenti - dice Ardizzone - non può rimanere inascoltato. I trasferimenti statali non solo sono diminuiti nel corso degli anni, ma le risorse sono andate progressivamente in rosso a causa del prelievo forzoso imposto dalla legge di stabilità negli ultimi anni. In partica, se le ex province stanno ancora in piedi, lo si deve alle economie di bilancio. Ma è chiaro che così non si può andare avanti, anche perché non c'è il personale per farlo: mancano soprattutto i dirigenti e i tecnici per portare a compimento i progetti relativi ai finanziamenti extraregionali. A Caltanissetta negli ultimi 8 anni i dipendenti sono passati da 600 a 180, con solo due dirigenti in servizio. A Palermo il personale in servizio è solo di 500 unità a fronte dei 1600 dipendenti del 2015"."Alla luce di tutto questo - aggiunge il vicepresidente M5S dell'Ars Nuccio Di Paola, componente della commissione Bilancio - è ovvio che la riforma in itinere non farà altro che peggiorare la situazione a causa del costo dell'organo politico, che inevitabilmente finirà col gravare su bilanci così disastrati. La priorità dovrebbe essere quella di erogare servizi efficienti ai cittadini, che oggi, come è sotto gli occhi di tutti, sono sempre più precari".
quotidiano disicilia.it
Agrigento, settimana di appuntamenti con la Protezione civile
Nell'ambito della Settimana nazionale della Protezione civile, che ha preso il via nella giornata di ieri e si concluderà il prossimo 15 ottobre, il Gruppo di Protezione civile del Libero Consorzio comunale agrigentino, in collaborazione con la Prefettura, il Dipartimento regionale di Protezione civile, i Vigili del Fuoco, il Corpo forestale, la Capitaneria di Porto, l'Ufficio scolastico regionale agrigentino, il 118 e i Comuni di Agrigento, Cammarata e Porto Empedocle, ha organizzato una serie di eventi per sensibilizzare la popolazione su un tema centrale come quello della sicurezza."In particolare - hanno reso noto dal Libero Consorzio - ripetendo l'utile esperienza degli anni passati, sono previsti incontri formativi riservati agli alunni delle scuole elementari, medie e superiori della provincia su tematiche di Protezione civile (sia in presenza che in modalità telematica)".Il calendario degli appuntamenti
Gli appuntamenti, che hanno già preso il via nella giornata di ieri per le scuole primarie di primo grado, proseguiranno nei giorni scorsi secondo il seguente calendario: per le secondarie di primo grado l'11 ottobre e per le superiori il 12 ottobre. Gli incontri si svolgeranno in due turni per ciascuna giornata (ore 10 e ore 11) in presenza nell'aula Pellegrino del Libero Consorzio comunale di Agrigento (via Acrone numero 27) e da remoto sempre secondo gli stessi orari.Nella giornata di oggi è in programma, invece, a Porto Empedocle un'esercitazione antincendio in ambito portuale a cura della Capitaneria di Porto, mentre venerdì 13 ottobre si svolgerà a Cammarata una esercitazione nel presidio dei Vigili del Fuoco e del distaccamento del Corpo forestale della Regione Siciliana.
Sabato 14 ottobre, dalle ore 9 alle ore 14, ad Agrigento, è prevista un'esposizione dei mezzi di soccorso dei vari enti e del volontariato di Protezione Civile, con esercitazioni al viale della Vittoria e a piazza Cavour."Saranno occasioni utili - hanno evidenziato dall'Ente intermedio agrigentino in una nota ufficiale - per illustrare tutte le attività dei vari enti e i comportamenti corretti da adottare per la riduzione dei rischi legati alle emergenze, migliorando la sensibilità dei cittadini e la cultura di Protezione civile".