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Province al voto il 9 giugno 2024? Via libera
da Meloni
16/10/23, 08:32 Province al voto il 9 giugno 2024? Via libera da Meloni
Di fatto le province non sono state mai
abolite, esistono ancora ma con la cosiddetta elezione di secondo livello,
cioè dai consiglieri comunali delle singole zone d'Italia.
Il piano, condiviso anche da Fratelli d'Italia e Forza Italia, è quello di
ritornare al voto popolare ridando anche fondi e maggiori competenze alle
province, in una sorta di decentramento che si richiama al principio di
sussidiarietà. Quello del 9 giugno sarà un test delicatissimo. Il
Centrodestra punta a fare il botto e a conquistare - dicono nella
maggioranza - l'80-90% delle province italiane. Ma l'incognita sono le
tante liste civiche che a livello locale possono modificare di molto i risultati
e i pronostici.
Se è vero che l'accordo è fatto quindi, anche a Vicenza si dovrà ripartire da
zero. O quasi. Soprattutto perchè sono già partite le manovre per il rinnovo
del consiglio provinciale secondo rito vigente - al voto i consiglieri
comunali e i sindaci - e l'approvazione della riforma congelerebbe il
consiglio uscente in attesa del 9 giugno è scontata la prorogatio.
In questo momento governano tutti insieme, centrodestra e centrosinistra,
con lo schema della Casa dei Comuni, che ha scelto all'indomani della
riforma Del Rio, di togliere la vernice ideologica dalla Provincia per
abbracciare quella neutra del "tutti insieme per il bene del territorio".
Qualcuno ci crede sinceramente, qualcun altro fa finta di crederci per poi
negoziare su altri tavoli. Se elezione sarà, si dovranno fare scelte, alleanze
e programmi, le Provinciali assomiglieranno molto alle Regionali. Si voterà
per un candidato Presidente (Centrodestra contro Centrosinistra più liste
minori), ci si candiderà in liste di partito o civiche e, ad oggi, in un collegio
provinciale con le preferenze. In pratica sbarcheranno in Consiglio i
candidati che prenderanno più voti personali su tutto il territorio della
Provincia, da Asiago a Noventa. Questo dice la bozza in approvazione. Ma
c'è anche l'ipotesi di una suddivisione in collegi uninominali che
metterebbe un po' di ordine nello schema elettivo, ma che, al momento,
sembra rinviata perchè la fretta è quella di arrivare ad approvare il ritorno
alle urne delle Province insieme alle Europee.
16/10/23, 08:32 Province al voto il 9 giugno 2024? Via libera da Meloni.
L'interesse per il Centrodestra è facilmente leggibile, in un momento in cui
la coalizione che sostiene Giorgia Meloni veleggia con percentuali bulgare,
meglio capitalizzare il momento e andare all'incasso, buona parte delle
provincie andrebbero a destra e, dettaglio non trascurabile, questa opzione
consentirebbe uno sbocco dignitoso alla rampante classe dirigente esclusa
dalla corsa alle Politiche o alle Regionali e risolverebbe anche il problema
dei limiti di mandato a tanti sindaci giovani che non possono continuare ad
essere Primi Cittadini.
A bordo campo, anche a Vicenza, si sussurrano ipotesi sulle possibili
candidature da una parte e dall'altra. In ambiente dem si parla di un rientro
di Achille Variati, mentre nel centrodestra si andrà al vedo tra le pretese di
Fratelli d'Italia, che come azionista di maggioranza della coalizione,
potrebbe ipotecare la scelta, e quelle della Lega che lavorerà ad un
accordo su scala regionale per compensare le sette province venete che
andranno al voto. Carte coperte quindi e bocche cucite, ma da ieri partiti,
correnti e sottocorrenti, sono già al lavoro.
teleacras.it
Studenti disabili, alle Province siciliane 5 milioni di
euro dalla Regione
L'assessorato regionale alle Politiche sociali ha pubblicato il decreto di liquidazione a favore
delle Province siciliane di 5 milioni di euro per i servizi agli alunni con disabilità delle scuole
superiori di secondo grado dell'Isola. La somma, ripartita secondo il numero degli alunni con
disabilità relativo all'anno scolastico 2023/2024, servirà per tutti i servizi di assistenza
all'autonomia, alla comunicazione, di trasporto, convitto e semi-convitto. Si tratta di 3.733
ragazzi, così come comunicato dagli enti locali.
lentepubblica.it
enti locali. Aumento dello stipendio degli statali in arrivo a
dicembre 2023?
La fine dell'anno si avvicina e alcune indiscrezioni trapelate dal Governo
parlano di un primo aumento dello stipendio da inserire subito nella busta
paga degli statali, nel mese di dicembre 2023.
Si tratta infatti di un passaggio che potrebbe anticipare il percorso per il rinnovo
dei contratti: il Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, mira
infatti a raggiungere un accordo già nel 2024.
Sicuramente il rinnovo completo dei contratti si prospetta complesso e non
inizierà prima dell'anno prossimo: ma i dipendenti pubblici potrebbero comunque
accontentarsi di una maggiorazione sugli stipendi di fine anno.
Il governo sta infatti attualmente lavorando su un "decreto anticipi" del valore
di 3,2 miliardi di euro: ecco alcune anticipazioni.
Aumento dello stipendio degli statali:
potrebbe arrivare già a dicembre 2023
In attesa dei negoziati sul rinnovo, un primo aumento per i dipendenti statali
potrebbe essere attuato già entro dicembre grazie al testo sui cui sta lavorando il
Governo, che andrà in discussione probabilmente già dalla prossima settimana
nelle varie commissioni alle camere.
16/10/23, 08:32 Aumento dello stipendio degli statali in arrivo a dicembre 2023?
Questo potrebbe seguire un meccanismo simile a quello previsto per l'anticipo
dei conguagli delle pensioni, che sarà applicato a novembre, rappresentando
l'0,8% di aumento con decorrenza dal 1°gennaio 2023.
Inoltre, il provvedimento prevede un bonus di 13 mensilità sulle retribuzioni
per i dipendenti pubblici, con un costo approssimativo di un miliardo di euro.
Questo bonus garantirebbe un aumento salariale dell'1,5% dall'attuale
importo percepito, con la possibilità di aumenti fino a 100 euro per i
dipendenti statali nei ruoli di vertice.
L'effetto reale si vedrà quindi nella busta paga di fine anno.
Ovviamente per capire meglio quali saranno gli importi esatti occorrerà attendere
una bozza approfondita del testo.
Rinnovo dei contratti: ancora
un'incognita
Il "decreto anticipi" sarà finanziato attraverso uno scostamento di bilancio di
3,2 miliardi di euro. L'anticipo delle risorse per i rinnovi contrattuali nel 2023 ha
ragioni contabili, permettendo di spostare parte delle spese pianificate per il
prossimo anno.
Tuttavia, come detto prima, è improbabile che ci sia un rapido progresso nei
rinnovi contrattuali, poiché le somme necessarie per coprire l'inflazione
nel periodo 2022-2024, anni di riferimento per i nuovi contratti, superano le
risorse assegnate al decreto.
Nel frattempo, il governo stanzierà le risorse necessarie per avviare i negoziati
con i sindacati e successivamente intavolerà le previsioni di spesa da inserire
nella prossima Legge di Bilancio. Come confermato dalla Nadef
2023 approvata "nell'ottica di un recupero del reddito disponibile delle famiglie, la
legge di bilancio finanzierà anche il rinnovo contrattuale del pubblico impiego,
con una particolare attenzione al settore sanitario". Ma allo stato attuale,
ovviamente, le cifre esatte e la portata dei negoziati rimangono oggetto di
discussione.
Si apre quindi un nuovo fronte politico-economico per il Governo: il rinnovo
contrattuale rappresenta una sfida significativa, e pertanto occorre bilanciare le
aspettative delle parti coinvolte con le risorse a disposizione.
Vedremo nelle prossime settimane quali saranno gli sviluppi di questa situazione.
ITALIAOGGI
Gol investe sulla transizione verde e digitale
Il programma finanziato dal Pnrr al fine di migliorare l'inserimento lavorativo delle persone (Gol: garanzia occupabilità lavoratori) prevederà un nuovo corso di formazione, della durata massima di 40 ore sul tema dell'economia green e digitale.
Gol investe anche sulle competenze alla transizione verde e digitale. Il programma finanziato dal Pnrr al fine di migliorare l'inserimento lavorativo delle persone (Gol: garanzia occupabilità lavoratori), infatti, prevederà un nuovo corso di formazione, della durata massima di 40 ore in relazione ai percorsi di aggiornamento (upskilling), sul tema dell'economia green e digitale. La novità arriva dal decreto interministeriale (economia e lavoro) del 24 agosto, pubblicato sulla G.U. n. 237 del 10 ottobre che assegna, inoltre, a regioni e province autonome una nuova quota di fondi del Pnrr pari a 2,4 miliardi di euro.
Il nuovo corso. Il nuovo corso di aggiornamento è introdotto al programma Gol, nella sezione «Percorso 1: il reinserimento occupazionale», in considerazione del fatto che i pilastri su cui poggia il piano di ripresa e resilienza vertono anche sulla transizione verde e sulla trasformazione digitale. La nuova misura sarà offerta a tutti, anche ai più vicini al mercato del lavoro (cioè a quanti hanno meno difficoltà a trovare un lavoro). Si tratterà di percorsi di durata più breve di quella ordinariamente prevista per i percorsi di upskilling, comunque non inferiore a 40 ore, con esito di un'attestazione delle competenze. Tali percorsi concorreranno a raggiungere gli obiettivi del programma Gol in termini di partecipazione dei beneficiari alla formazione professionale. Il limite di 40 ore non opera per i percorsi di formazione regolamentata che prevedano requisiti di durata inferiore ai fini dell'abilitazione allo svolgimento di una specifica attività lavorativa.
Nuovi fondi per il 2023. Il decreto assegna a regioni e province autonome una seconda quota delle risorse attribuite all'intervento M5C1 «1.1 Politiche attive del lavoro e formazione» del Pnrr, pari a 1,2 miliardi di euro. Le risorse sono ripartite in base alla media ponderata dei seguenti indicatori (ma i criteri potranno essere modificati nei successivi riparti in base al numero di beneficiari del programma Gol presi in carico e all'avanzamento della spesa inerente a misure e servizi a loro favore attivati):
- quota regionale delle risorse assegnate con il primo riparto (dm 5 novembre 2021);
- quota regionale dei beneficiari raggiunti al 31 dicembre 2022 e indirizzati al percorso 1, di reinserimento lavorativo con trattamenti meno intensivi;
- quota regionale dei beneficiari raggiunti al 31 dicembre 2022 e indirizzati ai percorsi 2, 3 e 4, rispettivamente di aggiornamento (upskilling), di riqualificazione (reskilling), di lavoro e inclusione con trattamenti più intensivi.
Anticipo per il 2024 e il 2025. Al fine di favorire la programmazione degli interventi su base pluriennale per gli anni 2024 e 2025, il decreto assegna a regioni e province autonome, a titolo prima quota sulle somme che saranno definitivamente assegnate con i decreti di riparto, ulteriori risorse per 600 milioni di euro a ciascuno degli anni.
AGENDA POLITICA .
PROVINCE, LA NUOVA LEGGE ELETTORALE: ACCORDO RAGGIUNTO, SI VOTA NEL 2024
Secondo quanto riportato dal sito affariitaliani.it, Giorgia Meloni e Matteo Salvini avrebbero raggiunto l'accordo per l'approvazione, in tempi rapidi, ovvero entro la fine dell'anno, della nuova Legge per le Province, con il ritorno al voto popolare per l'elezione del Presidente e del Consiglio Provinciale. Un'intesa favorita anche dalle parole del Presidente della Repubblica Mattarella che, ospite dell'Unione delle Province di Italia a L'Aquila, ha lanciato un messaggio chiaro nella direzione di una immediata riforma non solo del sistema elettorale ma anche delle funzioni delle Province. Da qui l'accordo tra le forze di maggioranza per giungere, entro la fine del 2023, all'approvazione definita del testo che, al momento, in attesa di arrivare in Aula, si trova al vaglio della Commissione Affari Costituzionali del Senato.
GRANDANGOLO.
Cybersecurity, Schifani: "pronti 26 mln per digitalizzazione Sicilia"
Più sicurezza nella Pubblica amministrazione e più sicurezza per i cittadini.
"E' un tema delicatissimo quello della cybersicurezza nella pubblica amministrazione che poi significa sicurezza dei cittadini. Serve collaborazione tra le istituzioni, c'è un impegno di tutte le forze del sistema-Paese, ma anche la Regione è impegnata ad utilizzare un fondo Pon legalità di 26 milioni che il ministero ci ha consentito di poter trasferire nel successivo anno anziché perderlo". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, a margine del "Cybersecurity Forum", evento organizzato da 'Fortinet Italy', leader globale nella cybersecurity che promuove la convergenza tra networking e sicurezza, col patrocinio della Presidenza del consiglio dei ministri, dello Stato Maggiore della Difesa e della Regione. "Lavoreremo - ha aggiunto Schifani - per fare in modo che la digitalizzazione nel nostro sistema vada sempre più avanti, perché così anche la sicurezza sarà maggiore per i cittadini e per tutto il nostro sistema informatico". "Bisogna anche investire nella formazione - ha proseguito -. Non possiamo distrarci su questi temi anche perché la delinquenza si muove su chiavi più sofisticate del sistema per poterlo aggredire". Presente ai lavori, in cui si affrontano temi come la sicurezza dei dati digitali, i sistemi di contrasto agli attacchi hacker, i software di ultima generazione sul mercato, gli investimenti delle amministrazioni pubbliche a protezione delle banche dati, i fondi stanziati dal Pnrr, anche Francesco Cascio, amministratore unico di Sicilia digitale. Per proteggere i sistemi informatici della pubblica amministrazione dagli attacchi degli hacker, la Regione Siciliana ha investito 3,3 mln di euro e ha presentato due progetti a valere sul Pnrr, per 1,9 mln, per altri interventi di cybersecurity.
FOCUSICILIA.
Trasporti isole minori, i sindaci a Mattarella: "Restiamo senza ossigeno"
I primi cittadini delle Isole minori hanno preso carta e penna per informare Mattarella dei collegamenti ridotti, a causa della carenza di approvvigionamento dovuta al braccio di ferro tra la compagnia Caronte e la magistratura che ancora non si è concluso.
Quanto sta accadendo crea situazione di disagio e incertezza tra la popolazione locale, che subisce ritardi nell'approvvigionamento dei generi di prima necessità e difficoltà nel rifornimento di generi alimentari, carburanti, bombole d'ossigeno e di gas...". È un passaggio della lettera indirizzata dai sindaci delle Isole minori al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Se non è proprio un accurato grido d'allarme poco ci manca. È però sicuramente un duro atto d'accusa a tutte le istituzioni che a distanza di molti mesi dal primo provvedimento di sequestro, non hanno ancora risolto il braccio di ferro giudiziario tra la compagnia di navigazione Caronte (che ha il monopolio dei trasporti nelle Isole minori siciliane) e la magistratura palermitana e messinese, scaturito secondo gli inquirenti dal mancato rispetto di alcune norme per il trasporto disabili, disattese dalla compagnia marittima che ha, invece, sempre ribattuto di aver operato nella piena legalità.
A rischio anche le bombole di ossigeno
E anche se qualche giorno di carenza di carburanti potrebbe essere sopportato dalla popolazione, quello che non è possibile sopportare in un Paese che si definisce civile è che una vicenda tale possa mettere a rischio anche l'approvvigionamento delle bombole di ossigeno per i malati, per gli ospedali e i presidi sanitari delle isole. La lettera dei sindaci delle Isole minori della Sicilia è stata indirizzata, oltre che al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei ministri, alla presidenza della Regione, ai prefetti di Palermo, Messina e Trapani, al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, alla Protezione civile e all'assessorato regionale Infrastrutture e mobilità, che sinora non è riuscito a risolvere il nodo del nuovo affidamento dei collegamenti - in convenzione regionale - con le isole dell'arcipelago delle Eolie, di quello delle Egadi, di Pantelleria, di Lampedusa e Linosa e di Ustica.
Un appello inviato al presidente Mattarella
La dura presa di posizione dei primi cittadini Domenico Arabia (S. Marina Salina), Fabrizio D'Ancora (Pantelleria), Francesco Forgione (Favignana, Egadi), Riccardo Gullo (Lipari), Filippo Mannino (Lampedusa), Salvatore Militello (Ustica), Giacomo Montecristo (Leni) e Clara Rametta (Malfa) arriva a due giorni dal blocco delle linee in convenzione regionale disposto dall'armatore della compagnia messinese, dopo l'ultimo provvedimento di sequestro di una parte delle somme stanziate dalla Regione per il servizio in convenzione per le Pelagie.
Possibili tensioni nell'opinione pubblica
Alla luce della drastica situazione che si è venuta a creare, i sindaci scrivono che "tale interruzione dei collegamenti, caratterizzata da un fenomeno di difficile comprensione popolare - che vede in contrapposizione l'attività amministrativa della Regione che non è andata a buon fine, l'indisponibilità della società di navigazione interessata e la legittima attività della magistratura - sta causando alle nostre isole un ritorno indietro di molti anni" a causa "della mancanza di quei collegamenti che ne avevano accompagnato le sviluppo socioeconomico degli ultimi decenni". E aggiungono, inviando un chiaro messaggio alle autorità, che tale situazione potrebbe provocare possibili tensioni dell'opinione pubblica. "In queste condizioni", puntualizzano, "Rimane comprensibile lo stato di agitazione che serpeggia nella popolazione e che via via va crescendo. Stato di agitazione che potrà essere arginato soltanto con l'immediato ripristino dei collegamenti soppressi".
"Si superi la paralisi della Regione"I primi cittadini a questo punto della situazione - che, lasciano intendere, è arrivata a un livello così intricato che appare di difficile soluzione - sollecitano una secca e veloce risposta dalle autorità preposte e in caso "di permanenza dell'attuale incredibile situazione" sollecitano "un immeditato intervento delle istituzioni statali in indirizzo, anche in via sostitutiva, al fine di garantire la continuità territoriale fortemente penalizzata dalle vicende sopra evidenziate, stante la paralisi che si è venuta a creare in sede regionale. Tutto ciò al fine di evitare danni irreversibili che mettono in serio pericolo la permanenza degli isolani nelle loro isole, già caratterizzate da un fenomeno di spopolamento invernale e di arginare lo stato di agitazione che sempre serpeggia nella popolazione locale".
Una vicenda pirandelliana da risolvere
Il tono della lettera dei primi cittadini appare inequivocabile sullo stato di paralisi causato da una intricata vicenda giudiziaria che sembra non giungere mai alla fine. Con bracci di ferro, provvedimenti, sequestri, nuovi sequestri e prese di posizione che, come abbiamo scritto più volte, si stanno abbattendo solo sulla testa di ogni abitante delle isole minori. Il minimo che le autorità a questo punto possano fare è quello di risolvere urgentemente questa pirandelliana vicenda, magari con provvedimenti urgenti, disposti con decisione e al solo scopo di venire incontro alla popolazione, senza, ovviamente, invadere il campo di nessuno, per consentire all'autorità giudiziaria di far legittimamente rispettare sino in fondo le leggi, ma non a scapito dei diritti di una intera popolazione.
TELEMONTEKRONIO.
Strutture turistiche in Sicilia. Approvato nuovo disegno di legge.
La giunta regionale ha approvato il disegno di legge che disciplina il sistema delle strutture turistico ricettive in Sicilia
allineando la Regione al resto d'Italia e aggiornando le norme ormai superate. E' stato predisposto dall'assessora regionale Elvira Amata.
Il disegno di legge classifica le diverse tipologie di strutture ricettive distinguendo tra alberghiere, extralberghiere, del turismo nautico e le locazioni turistiche, abrogando o modificando le norme in contrasto oppure ormai superate. Una specifica disciplina è prevista per gli alloggi nautici diffusi che offrono pernottamenti e altri servizi di accoglienza a bordo di imbarcazioni. Tra le norme contenute nella legge c'è anche quella che semplifica le procedure di avvio delle attività con la presentazione della Segnalazione Certificata al dipartimento regionale del Turismo che verificherà, successivamente, la sussistenza dei requisiti dichiarati dalla struttura per la sua classificazione. Per quanto riguarda le funzioni di vigilanza e controllo sulle norme, queste saranno affidate oltre che al dipartimento del Turismo anche agli enti locali competenti che potranno sanzionare le strutture e riscuotere gli importi. Un'altra delle novità riguarda, infine, l'istituzione del Codice identificativo regionale che sarà adottato da tutte le strutture che avranno l'obbligo di esporlo all'esterno e renderlo visibile sui propri siti internet.
Dopo l'approvazione della legge, sarà un decreto dell'assessore a fissare, tra gli altri, i criteri per la classificazione e i requisiti minimi obbligatori.«Con questa proposta - dichiara il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani - intendiamo valorizzare ancora di più la fruizione turistica del territorio e allo stesso tempo accrescere la competitività all'interno del settore. Così, la Regione sarà in grado di garantire ai turisti standard di accoglienza più elevati».
«Il settore dell'accoglienza turistica negli ultimi anni si è diversificato sempre di più andando oltre le strutture ricettive più classiche - dichiara da parte sua l'assessora Elvira Amata - ed è per questo che non era più rinviabile rinviabile una disciplina del comparto
affariitaliani.it
Province, torna l'elezione diretta. Meloni così
'placa' Salvini. Esclusivo
Al voto il 9 giugno 2024 insieme alle Europee
Piano leghista condiviso da
FdI e Forza Italia,
l'accelerazione
"Rinnovare e rafforzare le
Province". Queste parole,
pronunciate a Chieti due giorni fa
dal Presidente Sergio
Mattarella all'assemblea dell'UPI,
segnano la svolta. La maggioranza di Centrodestra - secondo quanto Affaritaliani.it è in
grado di rivelare - ha deciso di accelerare e di far risorgere l'elezione diretta del presidente
della provincia e del consiglio provincia, abolita dal Centrosinistra con la riforma dell'ex
ministro Graziano Delrio. Nelle regioni a statuto ordinario - per quelle a statuto speciale la
data potrebbe essere diversa, ma non necessariamente - si andrà al voto insieme alle
elezioni europee del 9 giugno con un grande election day.
La spinta è arrivata soprattutto dalla Lega. Matteo Salvini ha sempre sostenuto questa
battaglia, che non è riuscito a vincere quando ha governato per poco più di un anno con il
M5S, perché ritiene che le province debbano tornare ad avere un ruolo centrale
soprattutto per quanto concerne la gestione e la manutenzione di strade, scuole e di
servizi legati al trasporto locale. Di fatto le province non sono state mai abolite, esistono
ancora ma con la cosiddetta elezione di secondo livello, cioè dai consiglieri comunali delle
singole zone d'Italia.
Il piano, condiviso anche da Fratelli d'Italia e Forza Italia, è quello di ritornare al voto
popolare riidando anche fondi e maggiori competenze alle province, in una sorta di
decentramento che si richiama al principio di sussidiarietà. Quello del 9 giugno sarà un
test delicatissimo. Il Centrodestra punta a fare il botto e a conquistare - dicono nella
maggioranza - l'80-90% delle province italiane. Ma l'incognita sono le tante liste civiche
che a livello locale possono modificare di molto i risultati e i pronostici.
Per l'opposizione sarà un difficile banco di prova. Il Pd di Elly Schlein dovrà decidere se
allearsi con il M5S, debolissimo nelle elezioni amministrative, o se tentare la strada con il
centro di Calenda e non solo. Quasi impossibile rilanciare il famigerato campo
largo. Meloni ha accettato la proposta leghista di accelerare perché le elezioni provinciali
prevederanno la formazione di coalizioni, sul modello delle Regionali (senza ballottaggio
come previsto oggi per le Comunali), e quindi in qualche modo, si augura la premier,
potrebbe e dovrebbe mitigare la competizione leghista sul fronte delle Europee (già forte
soprattutto sul tema migranti), dove invece con il proporzionale è tutti contro tutti.