ITALIAOGGI
Pensioni più pesanti a novembre. L'Inps anticiperà il conguaglio della rivalutazione per l'anno 2022, che ordinariamente avrebbe effettuato a gennaio del prossimo anno. A novembre, pertanto, i pensionati riceveranno gli assegni aggiornati più gli arretrati dei 10 mesi del 2023.
Pensioni più pesanti a novembre. L'Inps, infatti, anticiperà il conguaglio della rivalutazione per l'anno 2022, che ordinariamente avrebbe effettuato a gennaio del prossimo anno. A novembre, pertanto, i pensionati riceveranno gli assegni aggiornati più gli arretrati dei 10 mesi del 2023. A stabilirlo è il decreto legge collegato alla manovra 2024. L'aumento, pari allo 0,8%, ossia alla differenza tra l'indice provvisorio già applicato (7,3%) e quello definitivo (8,1%), spetterà per intero alle pensioni fino a 2.101 euro mensili; in misura ridotta a quelle d'importo superiore. Un esempio. Una pensione di 1.000 euro sarà aggiornata a 1.008 euro con il riconoscimento di 80 euro per arretrati da gennaio a ottobre 2023.
La rivalutazione. Tecnicamente si chiama perequazione. Consiste nell'operazione di adeguamento degli importi delle pensioni al costo della vita, per proteggere il potere d'acquisto. La rivalutazione opera su tutte le pensioni, sia dirette che ai superstiti (reversibilità e indiretta), nonché alle prestazioni d'invalidità civile e all'assegno (ex pensione) sociale. La rivalutazione è effettuata a gennaio di ogni anno attraverso due operazioni: la prima sulla base dell'indice Istat dell'anno precedente (rivalutazione in acconto o provvisoria); la seconda in base all'indice definitivo Istat relativo a due anni precedenti (rivalutazione a conguaglio o definitiva).
Anticipo operazioni a novembre. A gennaio 2024, ad esempio, i pensionati si attendono un doppio aumento: per l'anticipo della rivalutazione dell'anno 2024, in base all'indice Istat provvisorio dell'anno 2023 (si ipotizza al 6% e verrà ufficializzato entro il 20 novembre); per il conguaglio della rivalutazione dell'anno 2023 in base all'indice Istat definitivo del 2022, cioè la differenza tra indice Istat provvisorio del 7,3% (riconosciuto a gennaio 2023) e indice Istat definitivo dell'8,1% (quindi 0,8%), più gli eventuali arretrati per il 2023. Il decreto legge anticipa a novembre l'erogazione di questo secondo aumento, compresi gli arretrati da gennaio a ottobre 2023.
Gli aumenti e gli arretrati. Com'è successo per quella provvisoria, anche la rivalutazione a conguaglio dell'anno 2022, che sarà erogata in anticipo a novembre, non verrà applicata in misura uguale a tutti i pensionati, ma varierà a seconda della fascia di appartenenza dell'importo della pensione in base a quanto stabilito dalla legge di bilancio 2023. In particolare, hanno diritto alla perequazione per intero soltanto i pensionati con assegno non superiore a 4 volte il trattamento minimo dell'Inps; ciò vuol dire che la rivalutazione dello 0,8% verrà applicata soltanto alle pensioni d'importo fino a 2.101,54 euro. Agli altri pensionati (con assegno superiore a 2.101,54 euro), la rivalutazione è applicata in misura ridotta, a seconda delle fasce d'importo in cui si colloca la pensione (si veda tabella). A prescindere dalla misura della rivalutazione, se intera ovvero ridotta, a tutti i pensionati verranno erogati gli arretrati di aumento da gennaio a ottobre 2023.
ILSOLE24ORE.
Manovra, ecco le simulazioni del nuovo fisco fascia per fascia
Sui redditi medi da 200 a 260 euro di beneficio. Lo sconto varrà fino ai 50mila euro di reddito.
Arriverà fino a 260 euro l'anno per i lavoratori e i pensionati con un reddito medio il beneficio della nuova curva Irpef disegnata dal governo per il 2024. Uno sconto che varrà fino ai 50.000 euro, perché appena superata questa soglia scatterà un taglio delle detrazioni fiscali di 260 euro che di fatto assorbirà completamente il vantaggio, che rimarrà così concentrato solo sui redditi bassi. Ecco, in una simulazione, cosa accade per ogni fascia di reddito con l'arrivo della nuova aliquota, il taglio delle detrazioni sopra i 50.000 euro e l'aumento per i lavoratori dipendenti della no tax area a 8.500 euro, come per i pensionati.
Redditi 15.000 euro
Il taglio dell'Irpef arriva solo per i lavoratori dipendenti che vedono aumentata la soglia della no tax area: pagavano 370 euro che nel 2024 diventano 295, con un risparmio di 75 euro. Per gli altri - pensionati e autonomi - l'aliquota era e rimane al 23% e non ci sono alleggerimenti. Va detto che su questa fascia di reddito i lavoratori dipendenti beneficiano anche del taglio del cuneo fiscale del 7% e che i pensionati si vedono rivalutare la pensione all'inflazione.
Redditi 25.000 euro
Le imposte da pagare salgono, ma anche lo sconto. Su questa fascia si vede l'impatto della riduzione dal 25 al 23% dell'aliquota. Lo sconto effettivo diventa di 200 euro. I lavoratori dipendenti che nel 2023 versano 3.769 euro di tasse, ne pagheranno 3.565. Gli autonomi passano da 5.348 a 5.148 e i pensionati, che ancora a questo livello vedono la pensione rivalutata al 100% per l'inflazione, versano quest'anno 5.057 e passano a 4.857.
Redditi 40.000 euro
Per il lavoratori dipendenti non c'è più il taglio del cuneo, ma sull'Irpef il guadagno è di 260 euro. Lo stesso vale per pensionati e autonomi. Sulle pensioni il recupero dell'inflazione, a questa soglia di reddito, ci sarà solo in parte.
Redditi 50.000 euro
Anche per chi guadagna questo importo avrà ancora un alleggerimento di 260 euro. Ma attenzione, da 50.001 euro - leggendo il testo del provvedimento del governo - le detrazioni al 19% ma anche quelle più elevate per le Onlus e i partiti vengono ridotte di un importo analogo: in pratica il beneficio fiscale si azzera.
Redditi 65.000 euro
La manovra sull'Irpef avrà sempre un beneficio di 260 euro dovuto all'incrocio di aliquote e detrazioni. Ma poi se ci saranno detrazioni queste dovranno essere sterilizzate per i primi 260 euro, di fatto cancellando il beneficio. Per i contribuenti di tutte e tre le categorie (dipendenti, pensionati e autonomi) le imposte da versare, che ora sono pari a 20.850 euro e che potrebbero scendere a 20.590 euro ma non sarà così se si riducono le detrazioni.
LENTEPUBBLICA.
Come cambiano gli stipendi con la Manovra 2024?
È arrivato il primo ok alla Manovra 2024 dal Consiglio dei Ministri: ecco come cambieranno gli stipendi.
Quest'anno il Governo si è mosso in anticipo con la Legge di Bilancio e ieri, 16 ottobre 2023, è già arrivato il primo ok da parte del Consiglio dei Ministri.
Tra le diverse misure in programma, ce ne sono alcune che potrebbero cambiare le buste paga dei lavoratori dipendenti.
Vediamo allora le novità.
Stipendi Manovra 2024: ecco come cambieranno
Nel disegno di legge della Manovra 2024 troviamo l'accorpamento dei primi due scaglioni Irpef, ma anche la proroga del taglio del cuneo fiscale.
Proprio per questo, gli stipendi dei dipendenti potrebbero aumentare, grazie ad un rafforzamento su base annua.
In una nota sulle misure della manovra, il Ministero dell'Economia fa sapere che l'applicazione della riduzione del cuneo contributivo e della nuova aliquota Irpef potrà rafforzare le buste paga dei lavoratori dipendenti fino ad un massimo di 1298 euro annui in più.
Per la proroga del taglio al cuneo fiscale (pari al 7% per i redditi fino a 25mila euro e al 6% per i redditi fino a 35mila euro), sono stati stanziati circa 10 miliardi di euro.
A questa misura, si aggiunge la riforma delle aliquote Irpef, con l'accorpamento delle prime due fasce (da 0 a 15mila e da 15 a 28mila), entrambe al 23%, costata 4,3 miliardi di euro.
I calcoli
Secondo le elaborazioni, con uno stipendio lordo di 8mila euro annui (come nel caso di un part-time), l'aumento in busta paga sarebbe di 535 euro, pari al 6,7%.
Con una retribuzione di 20mila euro (pari a 1538 euro al mese, per tredici mensilità), l'importo complessivo sarebbe di quasi 1000 euro, pari al 4,9% della paga lorda.
Ad avere maggiori vantaggi saranno i lavoratori con una retribuzione di 25mila euro, che avranno un effetto in busta paga di 1290 euro, pari al 5,2% dell'importo lordo.
Con la Manovra 2024, la busta paga di gennaio dovrebbe mantenere lo stesso carico contributivo introdotto dal 1° luglio 2023, ma ci sarà uno sconto sull'Irpef che, nella migliore delle ipotesi, potrà valere circa 21 euro al mese.
Ad ogni modo, le misure introdotte dalla Legge di Bilancio dureranno 12 mesi sulle buste paga: il problema di reperire le risorse, per confermare o stabilizzare le misure, si riproporrà nella Legge di Bilancio 2025.
LENTEPUBBLICA.
Riduzione della pressione fiscale, le misure per gli enti territoriali.
Il Consiglio dei Ministri, oltre ad aver approvato la Legge di bilancio 2024, ha dato il via libera anche a un altro testo dedicato alla riduzione della pressione fiscale per gli enti territoriali.
Il decreto-legge introduce misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili.
Il decreto dovrebbe stanziare i 3,2 miliardi di anticipo ricavati in deficit dalla Nadef 2023 (Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza).
Riduzione della pressione fiscale, le misure per gli enti territoriali
Ecco qui di seguito alcune delle misure approvate.
Anticipo conguaglio di perequazione anno 2023
Al fine di contrastare gli effetti negativi dell'inflazione per l'anno 2023 e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale, viene anticipato il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni.
Campagna reddituale
Si dispone che il recupero delle prestazioni indebite correlate alla campagna di verifica reddituale dei pensionati relative al periodo d'imposta 2021 e alle verifiche reddituali del personale degli enti di ricerca relative al periodo di imposta 2020 sia avviato entro il 31 dicembre 2024.
Anticipo rinnovo contratti pubblici
Si dispone, per il mese di dicembre 2023, l'incremento, a valere sull'anno 2024, dell'indennità di vacanza contrattuale per il personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, salva l'effettuazione di eventuali successivi conguagli.
Rinvio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte dirette
Si prevede, solo per il 2023 per le persone fisiche titolari di partita IVA che nel periodo d'imposta precedente dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore a 170 mila euro, il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, con esclusione dei contributi previdenziali, entro il 16 gennaio dell'anno successivo a quello di riferimento, senza interessi.
Il versamento può essere dilazionato fino a 5 rate mensili, da gennaio a maggio, con scadenza il giorno 16 di ciascun mese, con applicazione, in tal caso, degli interessi, a partire dalla seconda rata.
Disposizioni urgenti in tema di procedure di riversamento del credito d'imposta per attività di ricerca e sviluppo
Si proroga al 30 giugno 2024 il termine entro cui le imprese possono aderire alla procedura per il riversamento, senza l'applicazione di interessi e sanzioni, del credito d'imposta per attività di ricerca e sviluppo maturato in uno o più periodi di imposta a decorrere da quello successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2019 e utilizzato indebitamente in compensazione alla data del 22 ottobre 2021.
Inoltre, si proroga di un anno il termine di decadenza per l'emissione degli atti impositivi da parte dell'Agenzia delle entrate per i crediti interessati dalla regolarizzazione e utilizzati negli anni 2016 e 2017.
Contributo di solidarietà
Si istituisce un nuovo contributo di solidarietà, per l'anno 2024, a carico dei soggetti che si avvalgono della facoltà di escludere dalla base imponibile del contributo di solidarietà di cui ai commi da 115 a 119 dell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2023, la distribuzione, o comunque l'utilizzo nel periodo d'imposta 2022, di riserve accantonate in sospensione d'imposta o destinate alla copertura di vincoli fiscali.
Modifiche alla disciplina della participation exemption sulle plusvalenze
Si estende il trattamento della non concorrenza alla formazione del reddito imponibile (c.d. participation exemption) alle plusvalenze realizzate su azioni o quote di società di capitali, enti pubblici e privati diversi dalle società, trust e organismi d'investimento collettivo del risparmio, residenti sul territorio nazionale, da parte di società ed enti commerciali che sono residenti in uno Stato appartenente all'Unione europea o allo Spazio economico europeo che consente un adeguato scambio di informazioni e che sono ivi soggetti a un'imposta sul reddito delle società.
Riduzione delle accise sui prodotti energetici
Si prevede che il provvedimento di riduzione delle accise sui prodotti energetici usati come carburanti o come combustibili per riscaldamento per usi civili, in caso di aumento del prezzo internazionale, espresso in euro, del petrolio greggio possa essere adottato se i prezzi dei carburanti aumentano, sulla media del precedente mese (e non più, come è attualmente, dei precedenti due mesi), rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nell'ultimo Documento di economia e finanza o nella Nota di aggiornamento presentati alle Camere.
Disposizioni in favore delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano
Si introduce la possibilità per le regioni che risultano in squilibrio economico di destinare il gettito derivante dalla massimizzazione delle maggiorazioni dell'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive e dell'addizionale regionale all'IRPEF, ove scattate automaticamente ai sensi dell'articolo 1, comma 174, della legge n. 311/2004, a copertura del disavanzo di amministrazione diverso da quello sanitario.
Inoltre si chiarisce il ruolo di holding svolto dalle regioni rispetto agli enti sanitari, stabilendo che le stesse determinano il finanziamento degli enti sanitari, assegnando le relative quote con uno o anche più atti (ove necessario), potendo rimodulare il finanziamento disponibile fra gli enti sanitari stessi, allo scopo di favorirne l'equilibrio di bilancio, in una prospettiva di equilibrio di bilancio consolidato.
Trasporto pubblico locale
Si incrementa di 500 milioni di euro, per l'anno 2023, la dotazione del Fondo destinato all'erogazione del contributo straordinario riconosciuto agli enti locali al fine di garantire la continuità dei servizi erogati.
Inoltre si incrementa di 35 milioni di euro, per l'anno 2023, il fondo finalizzato a riconoscere il buono da utilizzare per l'acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale ovvero per i servizi di trasporto ferroviario nazionale.
Edilizia universitaria
Si istituisce un fondo, nello stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca, finalizzato a sostenere gli studenti della formazione superiore e a incrementare la disponibilità di alloggi e posti letto per gli studenti fuori sede mediante l'acquisizione del diritto di proprietà o, comunque, l'instaurazione di un rapporto di locazione o altra forma di godimento a lungo termine o il rinnovo a lungo termine di contratti di locazione già in essere da parte di soggetti pubblici e privati in relazione ad immobili adibiti a residenze universitarie, in considerazione della rimodulazione del target M4C1-28 - Riforma 1.7 del PNRR.
Anticipo investimenti FS (Ferrovie dello Stato)
Si prevede un'anticipazione di cassa per coprire i fabbisogni relativi all'anno 2023 per gli investimenti di RFI, sia per nuove opere che per manutenzione straordinaria.
Investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese
Nuova Sabatini: si autorizza la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2023 al fine di assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese (acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature).
Contenzioso Strada dei Parchi
Si incrementa il Fondo, istituito nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per la gestione temporanea da parte di ANAS S.p.a., nelle more delle procedure di gara per l'affidamento a un nuovo concessionario, di strade o autostrade sottoposte a procedure di revoca di decadenza o di risoluzione.
Anticipo difesa
Si incrementa l'autorizzazione di spesa prevista per garantire un qualificato livello della presenza italiana nei programmi aeronautici di elevato contenuto tecnologico, connessi alle esigenze della difesa aerea nazionale e realizzati nel contesto dell'Unione europea, al fine di accelerare la realizzazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento destinati alla difesa nazionale.
Sport
Coni: si prevede un incremento pari a 13 milioni di euro per l'anno 2023 in favore del Coni per le attività connesse alla preparazione olimpica e al supporto della delegazione italiana per i Giochi Olimpici di Parigi 2024.
Si prevede inoltre un contributo pari a 8 milioni di euro per il 2023 in favore della Federazione ciclistica italiana al fine di assicurare il completamento della realizzazione di un Velodromo nel comune di Spresiano.
Fondo nazionale delle politiche sociali
Si incrementa di 10 milioni di euro per l'anno 2023 la dotazione del fondo nazionale per le politiche sociali.
Adempimenti contributivi
Si prevede la regolarizzazione degli obblighi contributivi a carico delle pubbliche amministrazioni per i periodi di paga fino al 31 dicembre 2004, a condizione che sia correttamente implementata la posizione assicurativa.
Misure per le scuole dell'infanzia paritarie
Si incrementa, per l'anno 2023, il contributo statale alle scuole dell'infanzia paritarie previsto dalla legge di bilancio per il 2022.
Misure in materia di immigrazione, sicurezza e per prosecuzione delle attività emergenziali connesse alla crisi ucraina
Si istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, un fondo destinato al finanziamento delle misure urgenti connesse all'accoglienza dei migranti, anche a sostegno dei comuni interessati e in favore dei minori non accompagnanti.
Si ridetermina poi per il 2023 e si rifinanzia per il 2024 l'autorizzazione di spesa che abilita il Ministero dell'interno a utilizzare prestazioni di lavoro con contratto a termine per gli Sportelli Unici Immigrazione e si prevede in favore dei comuni confinanti con altri Paesi europei e dei comuni costieri, interessati dai flussi migratori, un contributo straordinario per l'anno 2023.
Si incrementano le risorse finanziarie destinate ad assicurare la funzionalità della rete dei centri di permanenza per i rimpatri (CPR) e si dispone un'autorizzazione di spesa per l'anno 2023 per consentire il proseguimento delle attività connesse al soccorso e all'assistenza, nel territorio nazionale, alla popolazione ucraina.
Infine si proroga l'autorizzazione di spesa per l'anno 2024 per l'invio di militari dell'Arma dei carabinieri a tutela degli uffici all'estero maggiormente esposti e del relativo personale in servizio.
LIVESICILIA.
Galvagno: "Piena fiducia in Schifani. Manager sanità? Meglio attendere".
Parla il presidente dell'Ars, che dice la sua anche su Province e Finanziaria.
La fiducia nella "lungimiranza" del presidente della Regione, "che saprà scegliere sicuramente gli uomini migliori" per la sanità siciliana, ma anche la necessità di formulare un consiglio, pur con tutto il garbo istituzionale del caso, al vicino di casa di Palazzo d'Orleans: "Sarebbe forse più prudente attendere la conclusione delle selezioni per i direttori sanitari e amministrativi". A due settimane dalla scadenza dei commissari delle aziende sanitarie e ospedaliere, il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, osserva da Torre Pisana alle diatribe interne alla maggioranza di centrodestra sulle nomine dei direttori generali. "Spero che questa litigiosità, che molte volte è anche strumentale e alimentata, possa concludersi", confida. E sul ddl Province Galvagno raccomanda cautela: "Bisogna reintrodurle ma il percorso va concordato con Roma".
Presidente, sulle nomine della sanità si continua a discutere (anche animatamente).
"Si tratta di una scelta in capo al presidente della Regione. Sono certo che sceglierà i migliori e che saprà inserirli nei posti più adatti. La litigiosità dei partiti? Certe volte è strumentale e 'alimentata', ma spero comunque che possa scemare. Ad ogni modo, tutti si fidano della lungimiranza politica del presidente Schifani".
Il governatore ha annunciato che non ci saranno proroghe per i commissari, ma il 31 ottobre si avvicina.
"Vorrei che si riflettesse su un dato: le selezioni che riguardano gli elenchi degli idonei al ruolo di direttori sanitari e amministrativi, nomine che spettano ai dg, non sono ancora andate a termine. Chiederemo al presidente di riflettere se sia il caso di nominare dei direttori generali che non avrebbero ancora la possibilità di espletare in pieno le loro funzioni. Forse sarebbe meglio, anche per ragioni di opportunità, attendere due settimane o un mese informandosi prima sulla conclusione delle selezioni in corso. In questo modo le scelte sarebbero più semplici e agevoli".
Intanto, il presidente della commissione Affari istituzionali, Ignazio Abbate, ha mandato una lettera per avvertire che nessuna 'scorciatoia' sarà possibile sulle nomine.
"Faremo tutto nei termini di legge. Non so se ci siano ancora i tempi tecnici per il passaggio in commissione, non ho ancora parlato né con Schifani né con Abbate. Nelle prossime ore, comunque, chiamerò il presidente della Regione per chiedergli, a titolo puramente informativo, se si andrà a una proroga degli attuali commissari delle aziende sanitarie e ospedaliere o se ritiene di riuscire a formulare le nomine entro il 31 ottobre".
C'è poi il nodo sul ritorno delle Province. Il ddl giace in commissione Bilancio ma la Delrio è ancora in piedi e c'è il rischio di uno scontro con Roma.
"Sono assolutamente favorevole al ritorno delle Province. Credo sia necessario e indispensabile che esista un ente intermedio tra i Comuni e l'Ars. Vanno reintrodotte il prima possibile ma concorderei il percorso con Roma. Non vorrei che si sottraesse del tempo ad altri ddl per poi assistere a una impugnativa. Serve cautela: facciamo in fretta ma evitiamo di fare cose sbagliate e non concordate che potrebbero portarci a sprecare del tempo e a dare aspettative differenti da quella che è la realtà".
Nel frattempo si avvicina a grandi passi al Finanziaria.
"Non è ancora arrivata ma l'assessore Falcone (responsabile dell'Economia, ndr) mi ha assicurato che presto avremo i documenti predisposti dal governo per potere procedere con l'esame delle commissioni".
Schifani punta su una approvazione entro il 2023.
"L'ultima manovra è stata approvata il 10 febbraio, cosa che non accadeva da anni. Quest'anno ci auguriamo di potere fare meglio. Ci piacerebbe riuscire ad approvare la Finanziaria entro il 31 dicembre. Sarebbe una grandissima risposta per la Sicilia e i siciliani".
Bisognerà fare i conti con gli emendamenti dei deputati.
"In passato c'è stata la tendenza a 'calare' tutto nella Finanziaria che diventava così un ddl con dentro di tutto e di più. Ho manifestato più volte ai colleghi l'esigenza di evitare questa tendenza, tra l'altro il percorso dei ddl autonomi si rivela spesso più agevole. Se determinate norme venissero presentate sotto forma di ddl autonomi, anche brevi, avrebbero certamente un iter più veloce rispetto a quello della Finanziaria e sarebbe anche più agevole per ciascun deputato rivendicare il proprio legittimo impegno. Il mio è un auspicio, un augurio e un consiglio".
Quali norme della manovra le stanno più a cuore?
"Buona l'idea di dare maggiore sostegno finanziario ai Comuni, così come le misure per incentivare l'occupazione. Vorrei comunque sottolineare che esistono altri ddl autonomi da portare avanti, come quello per i sordomuti o i testi portati al tavolo delle assemblee legislative regionali. Sono proposte di legge che affrontano problemi reali e che darebbero risposte a tanti siciliani".
Sono i giorni del ponte sullo Stretto, si farà davvero?
"Speriamo di sì. Sembra che ci sia ampia disponibilità da parte del governo nazionale e anche quello regionale intende fare la propria parte. Questa volta non ci sono soltanto parole, ma 'camminano' anche gli atti".
Ci sono perplessità sulle coperture finanziarie provenienti dal Fondo sviluppo e coesione destinato ad altre opere.
"Il Ponte è una grande opportunità. Negli anni scorsi ci si è fermati alle parole, ma ora non è così. Non sono contrario a usare quelle risorse, le altre opere si potranno realizzare utilizzando diverse fonti di finanziamento. Mi chiedo, inoltre, se siamo sicuri al 100% di riuscire a utilizzare quel denaro per altre opere: e allora, bene il Ponte".
Intanto Palazzo d'Orleans prepara un ufficio speciale per tentare di recuperare oltre un miliardo di fondi europei che rischiano di andare in disimpegno.
"L'ufficio speciale è una proposta formalizzata ma non ancora deliberata. Se c'è la buona volontà da parte di tutti possiamo ridurre la quota di soldi che rischiamo di perdere. Dobbiamo lavorare notte e giorno e forse riusciremo a recuperare almeno una parte di quel miliardo. Ci metteremo tutto l'impegno possibile".
I ritardi comunque non sono imputabili a questo governo.
"Già nel 2017, quando mi insediai per la prima volta all'Ars, chiesi il quadro della spesa dei fondi comunitari. L'assegnazione complessiva era di quattro miliardi e 286 milioni di euro: risultarono spesi appena sei milioni di euro, mentre erano trecento quelli impegnati. Il governo Musumeci ha accelerato la spesa in maniera significativa, per non parlare del fatto che circa un miliardo di quelle risorse fu utilizzato per l'emergenza Covid".
E arriviamo a questo governo, quel è il suo giudizio?
"Assolutamente positivo. Confidiamo nella lungimiranza e nella serietà del presidente Schifani. Da questa parte ci impegneremo al massimo anche per aumentare i numeri dell'Aula rispetto al passato".
L'Ars è sempre sotto esame.
"Nei primi sei mesi di legislatura eravamo indietro rispetto al passato per quanto riguarda le ore trascorse in Aula, ma avevamo altri parametri positivi come quelli relativi alle risposte date dal governo alle interrogazioni dei deputati. Voglio ricordare anche che le innovazioni tecnologiche introdotte a Sala d'Ercole, dove gli emendamenti arrivano in tempo reale sui tablet evitando anche lo spreco di carta hanno accorciato i tempi delle sedute. Ad ogni modo sono convinto che a novembre il numero di ore trascorse a Sala d'Ercole sarà quantomeno uguale al passato, se non addirittura superiore".
E oggi in Aula arriverà anche il governatore, forse troppo tardi per riferire dell'emergenza incendi?
"Qualcuno ha presentato questa obiezione, ma lei si immagina un medico che opera e che nel frattempo viene chiamato dal primario a rispondere del suo operato? Credo sia pretestuoso pensare di sottrarre un presidente della Regione alle sue funzioni nel pieno di una emergenza per venire a relazionare in Aula. Il presidente, ad ogni modo, lo farà oggi".
SCRIVOLIBERO.
Commissione Bilancio: Ammessi gli emendamenti per il finanziamento della realizzazione dell'aeroporto presentati dall'On. Pisano.
Sono stati ammessi dalla Commissione Bilancio gli emendamenti al DL 124/2023 depositati dal parlamentare nazionale Calogero Pisano relativi alla costruzione dell'aeroporto di Agrigento.
In particolare, le proposte emendative n. 17.012. e n. 8.03. sono volte al finanziamento della realizzazione dell'aeroporto civile di Agrigento, quale opera infrastrutturale di interesse nazionale per incentivare lo sviluppo economico, sociale e turistico del centro sud meridionale della Sicilia comprendente le province di Agrigento e Caltanissetta.
"Con la presentazione, e l'ammissione degli emendamenti - dichiara l'on. Pisano - si è compiuto un importante passo formale.
Adesso tocca alla V Commissione parlamentare permanente Bilancio, Tesoro e Programmazione, esaminare e votare le due proposte emendative.
L'eventuale approvazione da parte della Commissione costituirebbe un passo fondamentale per il finanziamento della costruzione dello scalo aeroportuale agrigentino".
ENTILOCALI online
Lo scorso 10 ottobre 2023, il Ministro Calderoli ha incontrato una Delegazione del Consiglio d'Europa nell'ambito di una visita per l'implementazione della Carta europea dell'Autonomia locale
In data 10 ottobre 2023, si è svolto, presso gli Uffici del Dipartimento degli Affari regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un incontro tra il Ministro Roberto Calderoli e la delegazione del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa, composta da Andrew Leadbetter, Responsabile per le questioni della Democrazia locale, Randi Mondorf, Responsabile per la Democrazia regionale, Stèphanie Poirel, Segretariato del Congresso, Prof. Nikolas Chlepas, Esperto di decentramento e autonomia.
Ne dà notizia lo stesso Dipartimento, attraverso un articolo pubblicato sul proprio sito web.
Come si apprende dal Dipartimento, l'incontro si è svolto nell'ambito di una visita di monitoraggio per l'implementazione, da parte dell'Italia, della Carta europea dell'Autonomia locale. La precedente ispezione del 2017 aveva riscontrato per l'Italia diverse inadempienze e rivolto delle raccomandazioni in merito, alle quali oggi il Ministro Calderoli ha fornito risposte che sono state ritenute esaustive e accolte con interesse dalla delegazione.
Sia la Riforma delle Province e delle Città metropolitane, sia la Riforma relativa all'attuazione dell'Autonomia differenziata, rispondono infatti alle esortazioni formulate nella Raccomandazione 404 del 2017 e sono coerenti con le indicazioni del Consiglio d'Europa. Riforme che sono ora all'esame del Parlamento e per le quali la Delegazione auspica una piena attuazione in tempi rapidi, in linea con quanto scritto nella Raccomandazione 404.
Stando al Dipartimento, i rappresentanti del Congresso hanno ben accolto le iniziative di riforma prospettate dal Ministro:
in tema di Province e Città metropolitane, i Rappresentanti di Strasburgo ritengono necessario rivedere l'abolizione delle Province e ristabilire l'elezione diretta per gli Organi di governo di Province e Città metropolitane, garantendo risorse finanziarie adeguate all'esercizio delle loro responsabilità;
per quanto riguarda l'Autonomia differenziata, la Delegazione ha condiviso lo spirito e gli obiettivi della Riforma, chiedendo se fossero riconosciute particolari forme e condizioni di autonomia non solo a livello regionale ma anche a livello locale;
è stato inoltre manifestato interesse per lo sforzo del Governo a garantire la fruizione dei diritti civili e sociali in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, attraverso la definizione dei "livelli essenziali delle prestazioni".
"Ho accolto con piacere la Delegazione del Consiglio d'Europa, venuta in Italia nel momento più opportuno poiché in questa fase il percorso delle riforme è ben avviato", ha fatto sapere il Ministro Calderoli, aggiungendo: "L'obiettivo mio e del Governo è proprio quello di voler modernizzare il Paese nel segno di trasparenza, responsabilità e buona amministrazione, grazie a riforme per noi determinanti e che rispondono pienamente alle raccomandazioni europee. Perciò fa piacere che, come noi, anche il Consiglio d'Europa guardi con favore all'Autonomia differenziata e alla Riforma delle Province e delle Città metropolitane. Un fatto significativo e certamente molto positivo, che va nella stessa direzione del Programma di Governo".
Il Ministro Calderoli ha ricevuto dalla Delegazione l'invito a recarsi a Strasburgo, per condividere in quella sede il contenuto delle Riforme e illustrare i progressi raggiunti nell'attuazione della Carta europea dell'Autonomia locale.
TODAY economia
Stipendi: l'ipotesi del maxi assegno a novembre (fino a 2 mila euro in più)
L'intenzione di Paolo Zangrillo, ministro della pubblica amministrazione, è quella di chiedere al Consiglio dei ministri di anticipare già nelle buste paga del prossimo mese il rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici. In tal modo funzionari e dirigenti potrebbero arrivare a guadagnare tra i mille e i 2 mila euro in più all'anno. Cosa sappiamo finora
C'è l'ipotesi del maxi anticipo del rinnovo di contratto già sullo stipendio di novembre 2023 per gli statali. Un anno di aumenti tutti in una sola busta paga, insomma, che potrebbe già essere quella del prossimo mese. La decisione finale spetterà al Consiglio dei ministri, dove il ministro della pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, porterà questa richiesta. L'intenzione del ministro è infatti quella di anticipare il rinnovo dei contratti pubblici, dal valore di 2 miliardi di euro, pagando i dipendenti con i cedolini già dalle prossime settimane. In tal modo si eviterebbe la confusione tra "extra" e tredicesime, portando i dirigenti pubblici a guadagnare anche 2mila euro in più all'anno, cifra che scende intorno ai mille euro per i funzionari. A beneficiarne sarebbero anche tutte le forze di sicurezza, dalla polizia all'esercito: anche per loro è previsto che arrivi il maxi assegno, in attesa di rinnovare il contratto di lavoro nel 2024.
Nello specifico, per i dipendenti pubblici il governo ha stanziato 7,3 miliardi di euro, di cui 5 sono destinati agli aumenti del comparto statale, dai professori ai dipendenti dei ministeri, fino a quelli dell'Inps e delle agenzie fiscali. In questa cifra rientrano anche i soldi destinati ad aumentare gli stipendi delle forze di polizia. Due miliardi di euro saranno "anticipati" nel 2023, tra novembre e dicembre. L'anticipo consisterà in un aumento di 6,7 volte dell'indennità di vacanza contrattuale per i dipendenti pubblici. Si tratta di un aumento del 3,35%, che equivale a una somma mensile che oscillerà dunque tra 50 e 149 euro a seconda delle qualifiche, e che va moltiplicata per le tredici mensilità che saranno pagate come detto tutte insieme.
È già previsto a partire dal prossimo anno che gli aumenti contrattuali veri e propri assorbano anche l'indennità di vacanza contrattuale. Questi aumenti contrattuali, secondo alcuni calcoli preliminari, dovrebbero portare le retribuzioni a salire del 6%. La sanità rappresenta un capitolo a parte. Per medici e infermieri gli aumenti saranno più consistenti grazie allo stanziamento ad hoc da 2,3 miliardi destinato al rinnovo dei loro contratti. Presenti, inoltre, anche altri 700 milioni per aumentare la retribuzione delle ore extra e per lo smaltimento delle liste d'attesa. Per la sanità, inoltre, ci saranno 250 milioni di euro per l'anno 2025 e 350 milioni di euro dal 2026, per potenziare l'assistenza territoriale anche con nuove assunzioni di personale sanitario.
Non solo, perché i dipendenti pubblici, come tutti gli altri dipendenti, beneficeranno anche della conferma del taglio del cuneo contributivo. La manovra, infatti, proroga per un altro anno la riduzione dei contributi del 7%, per chi guadagna fino a 25mila euro, e del 6% per chi invece ha una retribuzione tra i 25mila e i 35mila euro. Questa misura consentirà di mantenere anche per il prossimo anno una busta paga più pesante, fino a 100 euro mensili. È previsto inoltre un intervento sui fringe benefit, i bonus aziendali in forma di beni e servizi, per i quali non c'è tassazione. Lo sgravio per i lavoratori con figli arriverà a duemila euro, contro i tremila attuali, mentre per i lavoratori senza figli la detassazione sarà di mille euro. Confermati anche gli sgravi sui premi di produttività, con tassazione agevolata al 5%.