ITALIAOGGI.
Fondi Pnrr, da sfida impossibile a obiettivo raggiungibile Fino a non molti mesi fa, erano in pochi a credere che il nostro Paese sarebbe riuscito a spendere i 220 miliardi del Pnrr. E in effetti sembrava un'impresa disperata in un Paese che, per cantierare un'opera pubblica, impiega normalmente una decina d'anni. Invece, l'Italia è tra i tre paesi che hanno già incassato la terza rata.
Bisogna riconoscere che, fino a non molti mesi fa, erano in pochi a credere che il nostro Paese sarebbe riuscito a spendere i 220 miliardi del Pnrr per arrivare, nel giro di 3 o 4 anni, a consegnare i lavori chiavi in mano entro il 30 giugno del 2026. E in effetti sembrava un'impresa disperata in un Paese che, per cantierare un'opera pubblica di un certo livello, impiega normalmente una decina d'anni. Invece, a due anni dall'inizio della rincorsa l'Italia è tra i tre paesi, insieme a Spagna e Grecia, che hanno già incassato la terza rata, mentre ce ne sono alcuni che non hanno ancora ricevuto la prima. Bisogna dare atto al governo Meloni e al governo Draghi che lo ha preceduto di aver fatto un duro lavoro per cercare di velocizzare il ritmo sempre troppo lento delle nostre burocrazie. Eppure, nonostante il molto lavoro già fatto, ancora non basta. Ben venga perciò l'idea, lanciata dal ministro Fitto al congresso dei commercialisti di Torino, di responsabilizzare maggiormente i responsabili dei vari progetti, siano essi sindaci, governatori o presidenti di enti vari: si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione. Come tutte le rivoluzioni dovrà combattere contro resistenze tenaci, molto tenaci. Ma sarebbe un passo decisivo per sconfiggere l'atavico senso di superiorità che le burocrazie da sempre nutrono nei confronti della società civile. Non si capisce, infatti, in base a quale criterio, se un cittadino o un'impresa non rispettano il termine di un adempimento o di un pagamento, vengono immancabilmente sanzionati, in un modo o nell'altro, mentre i responsabili della macchina pubblica non rispettano praticamente mai i termini che vengono loro fissati. A volte sembra che la capacità di prolungare un adempimento in tempi inverosimili si configuri come un segno del potere del funzionario che, di fronte al mondo, riesce così a dimostrare la sua intangibilità, il suo essere sopra la legge. Riuscire a mettere la macchina pubblica sullo stesso piano di cittadini e imprese farebbe fare al nostro Paese un balzo in avanti straordinario.
Un aiuto in questa direzione potrebbe venire anche dai professionisti, e in particolare dai dottori commercialisti che, per bocca del loro presidente, Elbano de Nuccio (si veda anche l'intervista pubblicata da ItaliaOggi del 18 ottobre) si sono detti disponibili a un ruolo ausiliario della pubblica amministrazione, soprattutto nelle attività di certificazione e di rendicontazione. Un aiuto che potrebbe in effetti essere utile nel superamento di molti ostacoli oggettivi, in particolare la mancanza di personale qualificato nei comuni e negli enti di dimensioni più piccole.
Non c'è dubbio che riuscire a spendere in pochissimi anni i 220 miliardi del Pnrr e soprattutto riuscire a farlo con una spesa di qualità (cioè, non sprecandoli in spesa corrente o progetti inutili) è una sfida al limite dell'impossibile.
È una sfida resa ancora più ardua dall'aggravarsi della situazione internazionale degli ultimi mesi, che ha visto l'inflazione passare dallo 0,5 al 4,8% proprio mentre la Bce smetteva di comprare debito sovrano e sull'Europa si abbattevano pesanti nubi di guerra. Ma è l'unica possibilità, per un paese come il nostro, di superare le sue ataviche inefficienze e i suoi storici vizi. Se non ora, quando?
LENTEPUBBLICA.
Il Dl Anticipi è in Gazzetta Ufficiale.
In Gazzetta Ufficiale arriva la pubblicazione del Dl Anticipi: ecco un breve riepilogo di tutte le misure approvate.
Nella Gazzetta Ufficiale n. 244 del 18 ottobre 2023, è stato pubblicato il Decreto-Legge n. 145 del 18 ottobre 2023, noto come "Decreto Anticipi," che introduce misure urgenti in materia economica e fiscale, volte a supportare gli enti territoriali, tutelare il lavoro e soddisfare esigenze impellenti. Il Decreto Anticipi è entrato in vigore il 19 ottobre 2023.
Il Dl Anticipi è in Gazzetta Ufficiale
Ecco tutte le misure previste.
Pensioni
Una delle principali novità riguarda i titolari di pensioni, i quali a partire dal 1° dicembre 2023 riceveranno un anticipo sulla rivalutazione definitiva delle pensioni del 2023.
Tale anticipo rappresenta lo scarto positivo dello 0,8%, derivante dalla rivalutazione del 2022, che è stata fissata definitivamente all'8,1% (inizialmente prevista al 7,3%). Questo aumento dello 0,8% si rifletterà nelle pensioni di dicembre, insieme a tutti gli arretrati fino a gennaio 2023. Per fare un esempio, su una pensione di 1.000 euro, l'aumento di 8 euro si applicherà per 13 mesi.
Aumento in busta paga per gli statali
Nel mese di dicembre 2023, i dipendenti statali vedranno un aumento nelle loro buste paga, rappresentato dall'incremento dell'indennità di vacanza contrattuale per il personale della Pubblica Amministrazione con contratto a tempo indeterminato.
Questo aumento, valido per l'anno 2024, corrisponderà a 6,7 volte il valore annuale attuale, con possibilità di ulteriori aggiustamenti successivi.
Tuttavia, è importante notare che i dipendenti delle Regioni ed enti locali potrebbero non beneficiare completamente di questo anticipo a causa delle limitate risorse finanziarie di tali amministrazioni. Il Ministro Zangrillo sta considerando di dare priorità agli Enti territoriali nella trattativa per il prossimo rinnovo contrattuale, al fine di affrontare questa possibile disparità di trattamento rispetto ai dipendenti delle amministrazioni centrali.
Reddito imponibile
Il Decreto legge Anticipi introduce anche l'estensione del regime di non concorrenza alla formazione del reddito imponibile, riguardante le plusvalenze su azioni o quote di società di capitali, enti pubblici e privati diversi dalle società, trust e OICR, residenti in Italia.
Questo beneficio si applica alle società ed enti commerciali residenti in uno Stato dell'Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo, con un adeguato scambio di informazioni e soggetti all'imposta sul reddito delle società nel loro stato di residenza.
Altre misure
Altre modifiche importanti riguardano:
il rinvio al 16 gennaio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte dirette per le persone fisiche titolari di partita IVA con ricavi o compensi nel 2022 non superiori a 170.000 euro
la proroga al 30 giugno 2024 del termine di adesione delle imprese alla procedura di riversamento del credito d'imposta per attività di ricerca e sviluppo
la riduzione delle accise sui prodotti energetici utilizzati come carburanti o per il riscaldamento in ambito civile
l'assegnazione di un finanziamento di 50 milioni di euro per il 2023 per sostenere gli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese tramite il programma Nuova Sabatini
la possibilità di regolarizzare gli obblighi contributivi delle Pubbliche Amministrazioni relativi ai periodi di paga fino al 31 dicembre 2004, a condizione che siano state correttamente implementate le posizioni assicurative.
Il Dl Anticipi introduce infine anche alcune misure fiscali di rilievo:
il rinvio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte dirette per i soggetti IVA, consentendo il pagamento dell'acconto IRPEF di novembre 2023 a gennaio 2024, con possibilità di rateizzazione.
la proroga del termine per il riversamento del b
ILSOLE24ORE.
Dalle nuove misure contro il caro energia agli adempimenti fiscali, i dossier sul tavolo del CdmSono questi i due piatti forti della riunione del Consiglio dei ministri attesa nel pomeriggio.
Energia, con misure per la salvaguardia delle famiglie contro i possibili rincari di gas e luce. E fisco, con due decreti legislativi nell'ambito della delega fiscale, su adempimenti e versamenti. Sono questi i due piatti forti della riunione del Consiglio dei ministri attesa per oggi, lunedì 23 ottobre, a partire dalle 15:30.
Nuovo decreto energia: un anno in più al mercato tutelato
Non scatterà il 10 gennaio prossimo il passaggio al mercato libero dell'energia. Tra le soluzioni contenute nel nuovo provvedimento sull'energia, la proroga da un minimo di sei mesi al massimo di un anno per l'arrivo del " mercato libero " per gli utenti domestici (dieci milioni; le tariffe sono stabilire dall'Arera), una norma che doveva scattare nel 2017 e che si teme potrebbe portare un ulteriore rialzo dei prezzi. Per gli utenti domestici il passaggio dal mercato tutelato a quello libero sarà accompagnato da adeguate campagne informative, da procedure competitive per la scelta degli operatori che reggeranno la transizione con un servizio a tutele graduali. La Ue sarebbe contraria al prolungamento del regime tutelato.
Per le bollette arriva una procedura ad hoc che riguarda le fasce considerate "vulnerabili" ma norme sono previste anche per la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili, il sostegno alle imprese energivore attraverso l'utilizzo di energia elettrica autoprodotto o gas italiano a prezzi - si legge nel testo - "ragionevoli". Per gli impianti di estrazione di gas vengono previste deroghe, anche se condizionate da alcuni paletti. Un articolo prevede investimenti per salvaguardare bacini idrografici.
Ok ai rigassificatori di Porto Empedocle e Gioia Tauro
Norme anche sui rigassificatori, con un'accelerazione sui progetti per i nuovi rigassificatori di Porto Empedocle (investimento di Enel da 1,5 miliardi) e di Gioia Tauro del tandem Iren-Sorgenia (con analogo esborso); sull'offshore eolico e una nuova deroga per gli impianti di produzione di energia elettrica a carbone. Previsto un intervento per provare a sbloccare lo stallo sulle trivelle in Adriatico, così da migliorare l'approvvigionamento italiano di gas. La filosofia del decreto è quella di mettere in sicurezza un settore, fuori dalle dinamiche del mercato che talvolta diventano speculative, favorendo la transizione verso le rinnovabili. Con l'obiettivo anche di utilizzare strumenti diversi di tutela che siano diversi dai bonus finora previsti.
Vendita di gas a prezzi calmierati per le imprese energivore
Nel decreto c'è anche una misura per sciogliere il nodo del passaggio del personale dei call center ora impegnati nel settore del mercato tutelato. Il pacchetto che arriva in Cdm punta anche ad agevolare le imprese che, per caratteristiche produttive, utilizzano molta energia, come il vetro e la ceramica. Una forte agevolazione spinge alla autoproduzione elettrica da fonti rinnovabili (con anticipi dal Gse con energia a prezzi calmierati da restituire in 20 anni) mentre un articolo promuove l'uso di gas nazionale dal prezzo più basso con una rimodulazione del meccanismo chiamato Gas Release. Fondi (200 milioni l'anno dal 2024 al 2032) sono poi previsti per le regioni e le province autonome per favorire impianti rinnovabili destinando specifiche aree. Oltre a queste norme il decreto spinge anche alla creazione di un polo per l'eolico galleggiante con l'obiettivo, da qui a qualche anno, di individuare vaste aree marine che, senza impatto sul paesaggio, possano ospitare piattaforme di eolico fino a 30-50 chilometri quadrati. Un'opportunità che sarà accompagnata - sempre per parlare di energia e mare - dalla classificazione di impianti strategici per i rigassificatori on shore.
Fisco, in arrivo norme su adempimenti e versamenti
Oltre a quello dell'energia, l'altro dossier importante oggi all'attenzione dell'esecutivo è quello fiscale. Nei giorni scorsi il viceministro dell'Economia Maurizio Leo ha annunciato l'approdo in Consiglio dei ministri di «due decreti legislativi che riguardano lo statuto del contribuente e gli adempimenti e versamenti», incluso il calendario delle dichiarazioni». Leo ha sottolineato la necessità di intervenire sulle sanzioni: «In Italia - ha ricordato - ci sono 5 tipi di sanzioni ma questo sistema va cambiato». Inoltre «ci sono sanzioni amministrative disallineate rispetto al resto dell'Ue», ha continuato, sottolineando che «le sanzioni ci devono essere ma non ho visto tanti contribuenti andare in galera per evasione quindi bisogna incidere sulle sanzioni accessorie che colpiscono di più il contribuente».
LENTEPUBBLICA.
PNRR, la ripartizione delle risorse per l'assistenza domiciliare.
Il Dipartimento per gli Affari Territoriali del Ministero dell'Interno ha pubblicato la circolare che ripartisce le risorse in ambito PNRR da destinare all'assistenza domiciliare.
Dopo tre rinvii, è stata raggiunta un'intesa sullo schema di decreto per la ripartizione delle risorse PNRR relative all'investimento "Casa come primo luogo di cura (Adi)."
Tuttavia, l'ultima stesura del provvedimento è condizionata all'impegno dei Ministeri competenti a ripartire le risorse e il tutto è soggetto all'approvazione della Commissione europea in relazione al raggiungimento del Target comunitario M6C1-6.
Questo obiettivo delinea il numero aggiuntivo di persone over 65 anni da trattare in assistenza domiciliare per raggiungere l'obiettivo di prendere in carico il 10% della popolazione con più di 65 anni entro il 2026.
L'assistenza domiciliare integrata è un servizio per persone di tutte le età con una o più malattie croniche o una condizione clinica terminale che richiede un'assistenza sanitaria professionale continua e altamente specializzata.
PNRR, la ripartizione delle risorse per l'assistenza domiciliare
Per l'anno 2024, l'erogazione dei fondi sarà suddivisa in due parti: il 50% dei finanziamenti sarà fornito a titolo di rimborso, basato sul 50% delle risorse ricevute nell'annualità precedente (cioè nel 2023). L'altro 50% dei fondi sarà dato in anticipo per il 2024, ma sarà condizionato al raggiungimento di almeno il 90% degli obiettivi specifici previsti per il 2023, in particolare per quanto riguarda l'incremento complessivo dei pazienti di età superiore ai 65 anni presi in carico.
Inoltre, per monitorare i progressi verso gli obiettivi intermedi e fornire il supporto tecnico operativo necessario alle regioni e province autonome, è stato istituito un Tavolo di lavoro presso il Ministero della Salute, in collaborazione con le regioni e le province autonome. Questo tavolo si occuperà di monitorare regolarmente, ogni trimestre, tramite i dati del Sistema Informativo di Assistenza Domiciliare (SIAD), e promuoverà azioni tempestive per aiutare i soggetti attuatori nel caso in cui si verifichino deviazioni dai traguardi intermedi e finali.
Per quanto riguarda il finanziamento a titolo di anticipazione, la prima annualità sarà confermata sulla base di una richiesta motivata che attesti l'avvio delle attività.
Monitoraggio e scadenze
In occasione del monitoraggio degli obiettivi finali:
se la regione o provincia autonoma raggiunge con successo l'obiettivo finale il Ministero della Salute erogherà i fondi di rimborso per il 2025 e, in aggiunta, le quote non erogate in precedenza dovute a mancato raggiungimento degli obiettivi intermedi, purché rientrino nel costo medio annuale per paziente incrementale preso in carico rispetto ai dati del 2019 e al numero di pazienti incrementali annui
in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi finali, il Ministero della Salute tratterrà la quota di rimborso per il 2025 e le quote non erogate in precedenza dovute a mancato raggiungimento degli obiettivi intermedi da parte della regione o provincia autonoma
Si ricorda inoltre che il decreto impone alle regioni e alle province autonome destinatarie delle risorse che la trasmissione dei dati del predetto flusso nel corso dell'anno fino al consolidamento annuale avvenga entro il 15 marzo dell'anno successivo a quello di riferimento.
GRANDANGOLO.
Giovani, 2 mln di euro per progetti di inclusione sociale.
I progetti sono destinati ai giovani siciliani tra i 14 e i 35 anni.
Promuovere la partecipazione inclusiva dei giovani siciliani alla vita sociale dei territori. È l'obiettivo prioritario dell'avviso pubblicato dall'assessorato regionale della Famiglia e delle politiche sociali e finanziato con circa 2 milioni e 250 mila euro, di cui due milioni a carico del Fondo nazionale per le Politiche giovanili 2022 e 250 mila euro a carico del bilancio regionale, quale cofinanziamento.
"Con questo intervento - dice l'assessore Nuccia Albano - vogliamo promuovere le attività ludiche, ricreative, culturali e sportive per favorire l'inclusione sociale e scolastica dei giovani e contrastare il disagio giovanile e le nuove dipendenze. Il malessere adolescenziale è una condizione di fragilità dei ragazzi che va combattuto con progetti come questi, stimolando l'aggregazione e l'inclusione. Dobbiamo favorire una rinascita dei valori tra i giovani, definendo, assieme a tutti gli attori del sistema, percorsi comuni che possano sostenere anche le famiglie".
L'avviso, pubblicato sul sito istituzionale della Regione a questo link, permetterà di selezionare progetti destinati ai giovani siciliani tra i 14 e i 35 anni. Possono partecipare associazioni giovanili, anche in partenariato con le istituzioni scolastiche; enti locali, enti del terzo settore, cooperative sociali. Le proposte dovranno consentire l'elaborazione di un approccio innovativo alla diffusione della conoscenza dei processi produttivi a basso impatto ambientale e delle metodologie utili allo sviluppo dei territori e delle imprese, al fine di favorire il potenziale occupazionale dei giovani e contrastare al contempo il disagio giovanili nelle sue varie forme.
CANICATTIWEB.
In Sicilia affidati alla compagnia Sns i collegamenti con le isole minori.
Individuata la soluzione per garantire i collegamenti marittimi con le isole minori della Sicilia per i prossimi anni. E' quanto si legge in una nota della Regione.
Il governo Schifani, nel corso della seduta straordinaria di giunta di stamattina, ha infatti dato il via libera alla proposta dell'assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò. Sulla base di un accordo già raggiunto con il ministero dei Trasporti, visto che le procedure per i nuovi contratti sono andate più volte deserte, sarà la compagnia di navigazione Sns, che effettua già le corse per conto dello Stato, a effettuare anche i collegamenti attualmente garantiti dalla Regione, che comunque continuerà a finanziarli.
Il dipartimento regionale dei Trasporti potrà usufruire dell'estensione della concessione dei servizi di trasporto passeggeri e merci attualmente effettuati nell'ambito della convenzione nazionale in scadenza nel 2028.
"Nostro dovere - evidenzia il presidente della Regione, Renato Schifani - era quello di trovare una soluzione per evitare che le condizioni di trasporto ormai critiche potessero sfociare in cause di emergenza sanitaria e sociale, come tra l'altro anche i sindaci delle isole hanno rappresentato. Continueremo ad ascoltare le eventuali esigenze che ci dovessero essere rappresentate dalle comunità locali per evitare il loro isolamento, proprio in vista della stagione invernale".
Il costo integrativo dei nuovi servizi, relativo a quattro lotti (Eolie, Egadi, Pantelleria e Ustica), è stato quantificato in 14 milioni di euro all'anno. Somme che saranno a carico della Regione Siciliana. Una soluzione resa possibile grazie all'applicazione del cosiddetto "quinto d'obbligo" sull'ammontare dell'intera commessa nazionale, che vale 660 milioni di euro, e sulla quale c'è già anche la disponibilità della compagnia di navigazione Sns, società consortile concessionaria del contratto ministeriale. Il percorso alternativo individuato per dodici mesi (rinnovabile) non precluderà la possibilità per la Regione di indire nuove procedure di gara.
"Dopo le varie gare andate deserte, compresa la procedura negoziata alla quale sono stati invitati 32 operatori europei del settore, di cui 14 stranieri - aggiunge l'assessore Aricò - siamo a una svolta. Riteniamo di avere individuato l'unica soluzione percorribile per garantire il trasporto con le isole siciliane. Voglio ringraziare il lavoro svolto dal dipartimento del mio assessorato e sottolineare l'attenzione puntuale dei prefetti di Palermo, Trapani e Messina durante i giorni di emergenza. Il nuovo servizio, che partirà già nelle prossime ore, non comporterà aggravi di spesa per la Regione, oltre quelli già previsti annualmente. Anzi, l'utilizzo della convenzione statale farà sì che i servizi espletati saranno migliorati".
QDS.
Sicilia, per i Comuni è tempo di "fare i conti" con le spese per la democrazia partecipata.
La Regione Siciliana adesso chiede di rendicontare ai 384 Comuni siciliani beneficiari di 4 milioni e mezzo di euro dalla Regione. Le somme non spese dovranno essere restituite.
Per i Comuni è arrivato il momento di rendicontare le spese sostenute per la democrazia partecipata nel 2021. Entro il 31 gennaio del prossimo anno, 384 Comuni siciliani dovranno rendere conto delle cifre destinate ai progetti scelti dalla cittadinanza, con la compilazione di un modello predisposto dal dipartimento regionale delle economie locali. In totale, i fondi minimi da spendere per il 2021, che corrispondono al 2% dei trasferimenti di fondi regionali che vanno ogni anno agli enti locali, al netto delle quote complementari, sono quasi 4 milioni e mezzo di euro. Se i beneficiari non dimostreranno di aver speso tale cifra in progetti di democrazia partecipata, dovranno restituirla al mittente, e sarà redistribuita ai Comuni virtuosi della Sicilia.
Democrazia partecipata in Sicilia, il caso dei Comuni in dissesto
La direttiva esclude dall'obbligo i Comuni in dissesto dichiarato alla data del provvedimento di assegnazione. In provincia di Agrigento, sono 42 i Comuni a dover ottemperare alla richiesta, con una cifra minima di 431mila euro; 22 quelli della provincia di Caltanissetta, per almeno 252mila euro; 58 in provincia di Catania, per 783mila euro. In provincia di Enna si scende a 20 Comuni, con una certificazione di spesa minima di 228mila euro, mentre a Messina si sale a 106 Comuni, per quasi 1 milione e 100mila euro. Nel territorio di Palermo sono 79 i Comuni chiamati a presentare la documentazione, per una spesa di almeno 915 mila euro, mentre a Ragusa sono 12 Comuni per 269mila euro; a Siracusa a rispondere saranno 21 Comuni, per 263mila euro. In ultimo Trapani, con 24 Comuni, e una spesa minima di 273mila euro.
Uno strumento per avvicinare i cittadini alla vita attiva delle istituzioni
La democrazia partecipata è uno strumento di promozione della partecipazione dei cittadini all'interno dei processi decisionali che riguardano la realizzazione di progetti di intervento e servizi di interesse comune in favore della comunità. Le diverse progettualità che partecipano al "concorso" vengono pubblicizzate, di anno in anno, dagli stessi Comuni, in modo tale da permettere la maggiore trasparenza e partecipazione possibile.
Purtroppo nel corso degli anni le cifre minime disponibili sono diminuite, e anche di tanto: nel 2016 erano oltre 6 milioni e mezzo di euro, e già dal 2017 sono scesi di botto a oltre 4 milioni e mezzo di euro, rimanendo da allora praticamente invariati. Dall'altra parte, i Comuni non hanno colto l'occasione, e hanno in molti casi restituito le cifre che non sono riusciti a spendere. Nel 2020, ogni 3,5 euro spesi, ne è stato restituito uno.
SICILIATV.
Aeroporto di Agrigento, per gli architetti la priorità assoluta è l'inserimento nel Piano nazionale.
"Apprezziamo le iniziative del comitato promotore per la costituzione della Spa Aeroporto Valle dei Templi di Agrigento e gli emendamenti al disegno di legge 124 del 2023, depositati in parlamento dal deputato nazionale Calogero Pisano per il reperimento delle risorse necessarie per realizzare lo scalo, ma siamo ben consapevoli che, per non ricadere nelle trappole che nel passato hanno vanificato ogni sforzo delle istituzioni preposte alla realizzazione dell'importante infrastruttura, sia prioritario e inderogabile l'inserimento dello scalo agrigentino nel Piano Nazionale degli Aeroporti, redatto dall'Enac ed al vaglio del Ministero delle Infrastrutture".
Con queste parole, il presidente dell'Ordine degli architetti, Rino La Mendola, conferma le posizioni recentemente espresse dagli architetti in merito alla vicenda aeroporto. "Al di là delle tante iniziative, portate avanti con merito da comitati cittadini e da esponenti politici impegnati sul tema - secondo gli architetti - per la concreta realizzazione dell'aeroporto, è importante procedere con ordine, secondo la seguente tabella di marcia, divisa in due fasi: la prima da avviare immediatamente, mentre la seconda rimane subordinata al buon esito della prima e al reperimento delle risorse necessarie per la progettazione e per l'esecuzione dei lavori.
PRIMA FASE (Programmazione):
Individuazione certa e ben definita del sito;
Redazione di uno studio di massima, completo di report aggiornato sulla sostenibilità economica e gestionale dell'aeroporto;
Inserimento dello scalo nel Piano Nazionale degli Aeroporti.
SECONDA FASE (Progettazione ed esecuzione dei lavori):
Affidamento, a professionisti esperti, del progetto di fattibilità tecnica ed economica;
Acquisizione dei pareri di rito;
Redazione, verifica e validazione del progetto esecutivo e successivo appalto dei lavori o, in alternativa, vista la natura delle opere da realizzare, affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell'esecuzione dei lavori;
Esecuzione e collaudo dei lavori.
"Non volendo illudere i cittadini con slogan che poi vengono sistematicamente smentiti dai fatti - conclude La Mendola - nell'ipotesi in cui i passaggi sopra elencati siano posti in essere con successo e senza imprevisti, sperando di essere smentiti, stimiamo tempi non inferiori a cinque anni per l'auspicata posa della prima pietra. Tutto ciò sarà comunque possibile solo se i nostri rappresentanti istituzionali e politici, a prescindere dal colore dei rispettivi schieramenti, lavoreranno all'unisono, sostenendo l'avvio immediato della prima fase e abbandonando quei veti incrociati più o meno palesi che, nel tempo, hanno impedito la realizzazione dell'infrastruttura, tarpando le ali allo sviluppo socio-economico della nostra terra".
TELEACRAS.
A lavoro la Commissione tecnica specialistica.
Dopo l'insediamento è a lavoro la nuova Commissione tecnica specialistica della Regione, presieduta da Armao: snodo strategico delle autorizzazioni ambientali.
La riforma del suo assetto e funzioni è stata approvata lo scorso 17 maggio, poi si è insediata a Palazzo d'Orleans e adesso è a lavoro uno degli organi della Regione Siciliana di maggior rilievo tecnico e strategico. Si tratta della Cts, la Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale, presieduta dall'ex vice presidente della Regione e assessore all'Economia, Gaetano Armao, e composta da 60 commissari esterni alla pubblica amministrazione. La Cts è il punto di snodo cruciale e dirimente per attività istruttorie, pareri tecnico-consultivi e tecnico-giuridici in tema di provvedimenti ambientali, allo scopo di ottenere soprattutto uno snellimento dei tempi autorizzativi. E il presidente della Regione, Renato Schifani, commenta: "L'insediamento della nuova Cts è il raggiungimento di uno dei punti del nostro programma di governo. Mi ero personalmente impegnato a riformarla, trovando consenso in tutti gli organismi intermedi. Si avvia un nuovo percorso per questa Commissione, che abbiamo snellita, modificata nelle regole e nella composizione per dare maggiori risposte alle richieste di investimento nel nostro territorio. A questo organismo sono chieste terzietà, rigore e vigilanza, e tempi veloci nelle decisioni compatibilmente con la delicatezza della materia da affrontare. E' chiesto di evitare di dire "nì", di non pronunciarsi, cosa che nel recente passato ha causato criticità e ostacoli complicando le procedure di valutazione ambientale e i tempi autorizzativi". E l'assessore regionale a Territorio e Ambiente, Elena Pagana, aggiunge: "La riforma della Cts è un tassello di un lavoro molto più ampio che stiamo facendo nel campo della semplificazione e della sburocratizzazione. La Sicilia si trova in un momento particolare per le sfide energetiche che si trova ad affrontare e per la sua centralità nel Mediterraneo. La Cts è un organismo a tutela di ciò che sarà realizzato e del futuro che tocca alla Sicilia. Il governo regionale starà al suo fianco. Sono convinta che faremo un grande lavoro che sarà sotto gli occhi di tutti". E il presidente della Commissione, Armao, traccia il primo bilancio dell'attività svolta finora, e spiega: "Dal primo settembre ad oggi sono già stati dati 130 pareri, che si aggiungono ai 500 già approvati, ed esaminate pratiche per investimenti da 2 miliardi di euro. Continuando con questo ritmo, possiamo affermare che in un anno saremo in grado di azzerare l'arretrato e fornire risposte in tempi certi alle imprese e ai Comuni, per utilizzare al meglio le risorse del Pnrr".