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enti locali e politica
MPA E LEGA INCONTRANO SCHIFANI, FOCUS SU PROVINCE E SPESA DEI FONDI DELL'UE
Si è svolto a Palazzo d'Orleans un incontro tra i vertici di Lega-Prima l'Italia ed Mpa con il presidente della Regione Renato Schifani.
Al vertice erano presenti i segretari regionali delle due formazioni politiche Annalisa Tardino e Roberto Di Mauro, assieme al fondatore Mpa Raffaele Lombardo e al capogruppo della Lega Marianna Caronia ."Abbiamo fatto il punto sulla situazione politica regionale - afferma Annalisa Tardino della Lega -, rappresentando il fatto che Mpa e Lega insieme costituiscono uno dei tre poli della coalizione con il 13,6% dei voti raccolti alle Regionali dello scorso anno"."Questa novità politica e il patto sottoscritto dalle due formazioni - afferma Roberto Di Mauro del Mpa - meritano una considerazione diversa anche rispetto alla linea politica e programmatica del governo regionale, sia rispetto alle decisioni sulla governance in vari ambiti dell'amministrazione pubblica regionale, affinché si possano assicurare alla Sicilia le migliori professionalità in grado di dare risposte efficaci ai cittadini. Da Mpa e Lega si sottolinea che c'è convergenza con il presidente Schifani sull'accelerazione della spesa dei fondi comunitari e sul raccordo con le istituzioni europee e nazionali."E stato fatto un focus sulla reintroduzione dell'elezione diretta nelle province e nelle città metropolitane - aggiungono la segretaria regionale della Lega Annalisa Tardino e Roberto Di Mauro del Mpa - riscontrando che i nostri partiti e Forza Italia spingono per questa scelta che riteniamo ineludibile. Questi enti intermedi devono essere rilanciati dando loro competenze nuove in ambito territoriale. Abbiamo apprezzato la disponibilità del presidente Renato Schifani - concludono Tardino e Di Mauro - su tutti i punti trattati e siamo certi che avrà la capacità di accoglierle e di fare sintesi con gli alleati".
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focus sulle ex Province
Mpa e Lega incontrano Schifani: "Determinanti per la linea del governo""Fondi europei e province sono le priorità"
Si è svolto a Palazzo d'Orleans un incontro tra i rappresentanti di Lega-Prima l'Italia ed Mpa con il presidente della Regione Renato Schifani. Al vertice erano presenti i segretari regionali delle due formazioni politiche Annalisa Tardino e Roberto Di Mauro, assieme al fondatore Mpa Raffaele Lombardo e al capogruppo della Lega Marianna Caronia.La situazione politica regionale"Abbiamo fatto il punto sulla situazione politica regionale - afferma Annalisa Tardino della Lega -, rappresentando il fatto che Mpa e Lega insieme costituiscono uno dei tre poli della coalizione con il 13,6% dei voti raccolti alle Regionali dello scorso anno". Questa novità politica e il patto sottoscritto dalle due formazioni - afferma Roberto Di Mauro del Mpa - meritano una considerazione diversa anche rispetto alla linea politica e programmatica del governo regionale, sia rispetto alle decisioni sulla governance in vari ambiti dell'amministrazione pubblica regionale, affinché si possano assicurare alla Sicilia le migliori professionalità in grado di dare risposte efficaci ai cittadini. Da Mpa e Lega si sottolinea che c'è convergenza con il presidente Schifani sull'accelerazione della spesa dei fondi comunitari e sul raccordo con le istituzioni europee e nazionali.Il focus sulle province"E stato fatto un focus sulla reintroduzione dell'elezione diretta nelle province e nelle città metropolitane - aggiungono la segretaria regionale della Lega Annalisa Tardino e Roberto Di Mauro del Mpa - riscontrando che i nostri partiti e Forza Italia spingono per questa scelta che riteniamo ineludibile. Questi enti intermedi devono essere rilanciati dando loro competenze nuove in ambito territoriale. Abbiamo apprezzato la disponibilità del presidente Renato Schifani - concludono Tardino e Di Mauro - su tutti i punti trattati e siamo certi che avrà la capacità di accoglierle e di fare sintesi con gli alleati".
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Aumenti di stipendio a Natale 2023 per gli Statali: ecco le cifre
Per i dipendenti statali potrebbe arrivare un bel regalo in questo Natale 2023: come annunciato ci saranno aumenti sullo stipendio significativi, di cui adesso abbiamo le prime cifre.Nella conferenza stampa di lunedì, la premier Giorgia Meloni ha annunciato una misura che porterà a significativi aumenti salariali per circa 1,5 milioni di dipendenti pubblici a partire da dicembre. Questo avverrà grazie al meccanismo di anticipi, approvato lunedì insieme all'indice della legge di bilancio, che sposterà due miliardi di euro destinati agli statali alla fine di quest'anno.L'anticipo rappresenta una soluzione rispetto al rinnovo contrattuale e sarà riflesso sui cedolini dei dipendenti a dicembre.Scopriamo dunque quali sono le prime cifre relative a questi aumenti e chi riguardano.
Come si calcola questo anticipo?Gli aumenti salariali sono inseriti all'interno del contesto della nuova legge di bilancio 2024, approvata lo scorso lunedì 16 ottobre, con un fondo di circa 7 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici.Questo meccanismo avrà un impatto significativo sulle buste paga dei dipendenti pubblici. L'anticipo è calcolato in base a un multiplo dell'indennità di vacanza contrattuale, che è una voce obbligatoria garantita nei periodi in cui i contratti sono scaduti.Sul piano tecnico, dunque, tale anticipo si configura come un incremento dell'indennità di vacanza contrattuale (oggi limitata allo 0,5% dello stipendio tabellare) riconosciuto retroattivamente per l'intero anno 2023 e distribuito poco prima delle festività natalizie.Il suo ammontare varia in base alla qualifica del dipendente, aumentando quando si salgono di grado all'interno della gerarchia, come avviene nei rinnovi contrattuali. È importante notare che il meccanismo è uguale per tutti e corrisponde a 6,7 volte l'indennità di vacanza contrattuale prevista per ciascun inquadramento.
Chi sarà coinvolto? Chi sarà escluso?La novità riguarda i dipendenti contrattualizzati della Pa centrale e della Scuola, e dovrebbe estendersi anche ai dipendenti della Sanità con un meccanismo analogo che sarà previsto dalla delibera di riparto dei fondi per il settore.Invece qualcuno sembra che rimarrà a bocca asciutta: la situazione è infatti differente per i dipendenti e i funzionari delle Regioni e degli enti locali e per il personale tecnico delle Università, comparti che gestiscono i rinnovi contrattuali attraverso risorse proprie.Il Governo prende comunque impegni per gli enti localiCome abbiamo appena detto gli enti locali devono coprire i costi con le loro risorse (a patto di riuscirci, ipotesi sempre più complicata in prospettiva).Manovra e collegato mettono sul piatto dei rinnovi contrattuali circa 5 miliardi per la Pubblica amministrazione centrale, che arrivano intorno a 10 miliardi quando si comprendono nel conto la sanità (coperta attraverso il fondo), mentre Regioni ed enti locali pagano gli aumenti con i propri fondi di bilancio.Per assicurare agli impiegati lo stesso trattamento previsto per i dipendenti statali (come permette il decreto), dovranno essere in grado di reperire, entro la fine dell'anno, le risorse necessarie nei loro bilanci, senza compromettere l'equilibrio finanziario, una sfida che, nella maggior parte dei casi, risulta estremamente ardua.Tuttavia non è escluso che nelle prossime "versioni" della legge di bilancio (che ancora deve passare al vaglio delle Camere prima dell'approvazione definitava entro il 31 dicembre) arrivino emendamenti che possano accelerare le trattative per il rinnovo dei comparti, tra i quali troviamo anche il CCNL delle Funzioni Locali: a quel punto potrebbero "uscire fuori" quelle risorse utili per erogare aumenti anche al personale degli enti territoriali.
A Natale 2023 arrivano aumenti di stipendio per gli Statali: ecco le cifreIn cifre, questo significa che nella Pa centrale l'anticipo rappresenta un aumento di stipendio lordo di 662 euro per gli operatori di base, 778,7 euro per un impiegato di fascia 3,845,7 euro per un funzionario di fascia 1, e raggiunge i 1.516,4 euro per i dirigenti di fascia 2 e 1.939,7 euro per i dirigenti di fascia 1, che rappresentano la posizione più elevata nella Pubblica Amministrazione.
I compiti delle "inutili" Province: anche la cura delle strade contro il maltempoLa Corte Costituzionale ha ingiunto alla Sicilia di ripristinare l'elezione diretta delle province, ma la legge regionale non è ancora pronta e il tempo scorre. Nell'attesa i compiti degli enti, tra cui la manutenzione delle strade, sono gestiti da commissari straordinari
La stagione delle piogge si avvicina, malgrado il caldo di questi giorni suggerisca il contrario, e torna il tema della manutenzione delle strade siciliane: a doversi occupare di migliaia di chilometri in tutta l'Isola sono le ex province, tra i cui compiti c'è quello di evitare che con il maltempo si trasformino in fiumi mettendo in pericolo l'incolumità dei cittadini.
Spesso descritti come "enti inutili", in realtà Liberi consorzi e Città metropolitane hanno molte competenze, dalla sicurezza ai trasporti alle scuole, oltre appunto alla viabilità. Settori delicati, che secondo la Corte costituzionale devono essere gestiti da organismi regolarmente eletti dai cittadini.
Le proposte di legge in esameLa macchina burocratica, sostengono gli ermellini, non può funzionare a dovere senza la politica. Dopo la bocciatura della Legge 56/2014, meglio nota come riforma Delrio, che trasformava le province in enti di "secondo livello" eliminando l'elezione diretta, questi enti sono entrati in una sorta di limbo. Sia all'Assemblea regionale siciliana che al Parlamento nazionale sono in discussione delle leggi per ripristinare l'elezione diretta. Le tempistiche però non sono chiare. Il disegno di legge 319-97, approvato a luglio dalla commissione Affari costituzionali dell'Ars, prevedeva di votare "tra il 15 ottobre e il 30 novembre". Tempi evidentemente troppo stretti, visto che il disegno di legge deve ancora passare dalla commissione Bilancio ed essere votato poi in Aula. La cosa più probabile, per gli addetti ai lavori, è che ormai si vada al voto nella primavera del 2024.
Intanto si va avanti con i commissariamenti.
In Sicilia si parla dei sei Liberi consorzi di Comuni - Agrigento, Caltanissetta Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani - mentre le tre Città metropolitane - Palermo, Catania e Messina - sono guidate dai rispettivi sindaci metropolitani. L'ultimo commissariamento è arrivato il 14 settembre, ma bisogna accelerare. Con la sentenza 136/2023 la Corte Costituzionale ha ordinato "il tempestivo svolgimento delle elezioni dei Presidenti dei liberi Consorzi comunali e dei Consigli metropolitani", in modo da porre fine "alla più volte prorogata gestione commissariale". Una volontà ribadita nelle scorse settimane dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che intervenendo all'assemblea dell'Upi, Unione province italiane, ha parlato di "vuoti e incertezze che non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, competenze incerte, lacune nelle funzioni". Da qui la necessità di "ripartire al più presto", anche alla luce del Pnrr, "un banco di prova anche per le province".
Le competenze delle province
A proposito di competenze, a chiarire le funzioni delle province è la stessa legge Delrio. Le province si occupano anzitutto di "pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché di tutela e valorizzazione dell'ambiente". Un aspetto delicato, perché tocca il tema del dissesto idrogeologico e della gestione delle reti fluviali. Inoltre gli enti intermedi si occupano di "pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, nonché di autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato". In questo ambito rientra anche la "costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale". Ci sono poi competenze in materia di "programmazione provinciale della rete scolastica", ma anche di "gestione dell'edilizia scolastica". Infine le province si occupano di funzioni burocratiche, tra cui la "raccolta ed elaborazione di dati e assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali".
Le specificità delle zone montane o di confineSul piano sociale, la legge prevede che le province vigilino "sui fenomeni discriminatori in ambito occupazionale", e che promuovano "pari opportunità sul territorio provinciale". Un capitolo a parte meritano le province "con territorio interamente montano e confinanti con Paesi stranieri". Per esse sono previste ulteriori competenze. Da una parte, sono chiamate a occuparsi "di sviluppo strategico del territorio e gestione di servizi in forma associata in base alle specificità del territorio medesimo". Aggregazioni per promuovere le comunità montane, insomma. Dall'altra, hanno funzioni "diplomatiche" con gli enti limitrofi. Tra le loro competenze infatti rientrano "le relazioni istituzionali con province, province autonome, regioni, regioni a statuto speciale ed enti territoriali di altri Stati, con esse confinanti e il cui territorio abbia caratteristiche montane". Rapporti non puramente formali, precisa la legge, ma da gestire anche attraverso "accordi e convenzioni".