lentepubblica.it
Diritto agli straordinari nel pubblico impiego: il parere della Cassazione
Una recente pronuncia della Cassazione ha emesso alcuni interessanti principi giuridici per quanto riguarda il diritto nel pubblico impiego a essere retribuiti per gli straordinari svolti.Nel contesto del pubblico impiego, le questioni legate al lavoro straordinario e al diritto dei dipendenti a essere retribuiti per prestazioni non precedentemente concordate rivestono un'importanza cruciale.In particolare, secondo quanto stabilito dal parere RAL 202 dell'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) il lavoro straordinario, che è rivolto a fronteggiare situazioni eccezionali e non può essere utilizzato come fattore ordinario di programmazione del tempo di lavoro e di copertura dell'orario di lavoro, deve essere preventivamente autorizzato dal dirigente sulla base delle esigenze di servizio.E d'altro canto, in difetto dei presupposti previsti dal CCNL, le ore effettuate dal dipendente di sua iniziativa, senza la preventiva autorizzazione del dirigente, non possono essere retribuite come lavoro straordinarioTuttavia la Cassazione, in una sua recente sentenza, ha voluto precisare in maniera chiara quale sia il perimetro di questo regime autorizzativo e, in tal senso, quale ruolo gioca il "consenso" tra le due parti.Diritto agli straordinari nel pubblico impiego: il parere della CassazioneIn particolare, la Corte, tramite la sentenza n. 27878/2023, ha evidenziato che in alcuni casi, il diritto a ricevere una retribuzione non dipende solo dalla prestazione stessa, ma anche dalla necessità di ottenere specifiche autorizzazioni.La Corte ha anche specificato che un dipendente non può richiedere un compenso se l'attività è svolta durante l'orario di lavoro regolare.Tuttavia, il personale deve essere retribuito quando il datore di lavoro chiede prestazioni al di fuori dell'orario normale, configurando il lavoro straordinario.È importante notare che, secondo i giudici, l'assenza di un'autorizzazione formale non impedisce il diritto al compenso, poiché l'autorizzazione può anche essere implicita, basandosi sul "consenso tacito del datore di lavoro".Pertanto la Corte di Cassazione ha stabilito che un dipendente ha il diritto ad essere ricompensato in maniera adeguata per un lavoro effettivamente svolto anche se non c'è stato un accordo esplicito con il datore di lavoro pubblico.
livesicilia.it
Elezioni europee, grandi manovre nei partiti: nomi 'pesanti' in balloLe scelte in vista della consultazione del 2024.
Partiti in movimento in vista delle elezioni europee del 2024. In Sicilia la corsa elettorale al seggio europeo non è formalmente partita, ma dietro le quinte sono già in corso le trattative per la formazione delle liste. La Circoscrizione Isole mette insieme Sicilia e Sardegna, in palio otto posti per Bruxelles: sei siciliani, due sardi. Si voterà con il sistema proporzionale: faranno parte del nuovo parlamento europeo tutte le liste che supereranno la soglia del 4%. Le liste dovranno tenere conto dell'alternanza di genere: quattro uomini e altrettante donne.
Forza Italia e Dc, matrimonio in bilico
Grande incertezza, al momento, in casa Forza Italia. Non è un mistero che il governatore Renato Schifani spinga per "allargare" la lista degli azzurri ad altri soggetti centristi che si riconoscono nel Partito popolare europeo: sfumata l'ipotesi Lombardo, che nel frattempo ha stretto un patto con la Lega, rimane in campo la nuova Dc. Una strada che nel partito, sia a livello nazionale che locale, fa storcere il naso a molti: oltre lo Stretto non vedrebbero di buon occhio l'alleanza con Totò Cuffaro, nel timore che sarebbero più i voti persi di quelli guadagnati, mentre in Sicilia gli eredi di Berlusconi non gradirebbero una presenza ingombrante come quella dei democristiani. Un nodo che non verrà sciolto a breve e che quindi impone di ragionare su due opzioni: con o senza la Dc. Nel primo caso, dei sei posti che spettano all'Isola due (un uomo e una donna) andrebbero ai cuffariani, il che lascerebbe ai forzisti siciliani quattro caselle: in pole position ci sarebbe l'assessore all'Economia Marco Falcone e non si esclude la ricandidatura dell'ex Pd Caterina Chinnici; non sembra esserci spazio, invece, per il 'già grillino' Giancarlo Cancelleri, passato tra le file azzurre ma scomparso dai radar. Discorso diverso se invece la lista fosse tutta appannaggio dei forzisti: per compensare il mancato apporto Dc, il partito potrebbe chiedere ai big (assessori e deputati) di correre per trainare il risultato e a quel punto tra i candidati potrebbero spuntare il recordman di preferenze Edy Tamajo e la deputata regionale messinese Bernardette Grasso.
La squadra Dc
In casa Dc è in campo la candidatura dell'europarlamentare uscente Francesca Donato, eletta cinque anni fa con la Lega, ma sono in tanti a scommettere per un ritorno di un cuffariano doc come Antonello Antinoro, già deputato europeo tra il 2009 e il 2014. Se il matrimonio con Forza Italia dovesse fallire, la strada più naturale sarebbe l'intesa con Matteo Renzi e il suo 'Il Centro'. Tra Cuffaro e l'ex premier c'è un certo feeling politico, e in quel caso la Dc scenderebbe in campo con un big come l'attuale capogruppo all'Ars Carmelo Pace: per lui si tratterebbe di una candidatura di servizio che contribuirebbe ad accrescere l'appeal del nuovo contenitore politico. Da parte renziana, invece, arriverebbe l'impegno del deputato alla Camera Davide Faraone e della senatrice Dafne Musolino, fresca di passaggio da Sud chiama nord a Italia viva.
Le mosse in casa Azione
Al centro è aperto anche il cantiere di Azione. Carlo Calenda potrebbe chiudere l'accordo con +Europa, che ha già dato buoni frutti alle Comunali di Palermo, e provare così a superare più facilmente la soglia di sbarramento. Nel capoluogo si fa il nome di Fabrizio Ferrandelli, forte del lusinghiero risultato ottenuto alle Amministrative del 2022, anche se l'interessato nega. A Catania possibile, invece, l'impegno del deputato Giuseppe Castiglione che contribuirebbe a rafforzare il peso elettorale della lista.
Lega-Mpa, patto europeo
Il recente matrimonio tra Lega e Movimento per l'autonomia ha rimescolato le carte anche in chiave Europee. Certa la ricandidatura dell'uscente leghista Annalisa Tardino, una delle sostenitrici più convinte del patto federativo con Raffaele Lombardo. Un feeling che potrebbe portare l'ex governatore addirittura a sostenere la deputata agrigentina nella corsa alla riconferma a Bruxelles. Lombardo, tornato in pista dopo l'assoluzione definitiva avvenuta a marzo, sembrerebbe intenzionato a resistere al pressing dei tanti che nel partito gli chiedono un impegno in prima persona. Il nodo verrà sciolto a breve. Nella lista Lega-Mpa troverà posto anche l'assessore regionale all'Istruzione Mimmo Turano, che ha scelto di misurarsi nella competizione europea. Alla finestra, tra i salviniani di Sicilia, Luca Sammartino, ras del voto nel Catanese. L'assessore regionale all'Agricoltura non ha ancora scelto come far valere il proprio peso elettorale per essere protagonista delle scelte del Carroccio siciliano. Tra gli autonomisti possibile anche la candidatura di servizio dell'assessore regionale all'Energia Roberto Di Mauro.
Fratelli d'Italia in overbooking
Chi non ha problemi di candidature è Fratelli d'Italia: i sondaggi premiano ancora il partito della premier Giorgia Meloni e, dal momento che le Europee sono elezioni in cui pesa maggiormente il voto d'opinione, sono in tanti ad aspirare a un posto in lista. Non è ancora chiaro se il presidente del Consiglio sarà capolista in tutti i collegi e - se è certa la ricandidatura del palermitano Giuseppe Milazzo, eletto cinque anni fa con Forza Italia - sono in molti a chiedersi se sarà concessa una ulteriore chance all'altro uscente, Raffaele Stancanelli. In Sicilia orientale si dice che Ruggero Razza e Basilio Catanoso potrebbero essere della partita, così come circola il nome del coordinatore provinciale dei meloniani etnei Alberto Cardillo, che godrebbe del sostegno del presidente dell'Ars Gaetano Galvagno. Tra gli outsider anche il sindaco di Gravina di Catania, Massimiliano Giammusso. Per le quote rosa il partito potrebbe chiedere l'impegno delle due componenti della giunta Schifani, ossia Elena Pagana (che sarebbe comunque in alternativa al marito Razza) ed Elvira Amata, ma non si escludono le ipotesi della deputata regionale agrigentina Giusi Savarino e della senatrice Ella Bucalo. In corsa potrebbe esserci anche l'assessore regionale ai Beni culturali, il palermitano Francesco Scarpinato, anche se bisognerà tenere conto del bilanciamento tra le province.
Traffico anche in casa Pd
Diversi i nodi da sciogliere nel Partito democratico. Caterina Chinnici, eletta per due legislature a Bruxelles tra i dem, ha fatto le valigie per approdare in Forza Italia e così l'unico uscente è l'ex medico del poliambulatorio di Lampedusa Pietro Bartolo, che potrebbe però trovare posto nella circoscrizione dell'Italia centrale liberando spazi per i tre uomini siciliani della lista. Da tempo si parla di un derby di vecchia data nelle stanze dei dem di Sicilia, quello tra l'ex capogruppo all'Ars Giuseppe Lupo, oggi consigliere comunale a Palermo, e l'attuale presidente dell'Antimafia regionale Antonello Cracolici. A pesare, nel caso di Lupo, sarà l'esito del processo nato dallo scandalo Saguto che lo vede imputato con l'accusa di corruzione. La circostanza un anno fa bloccò la candidatura alle Regionali, su espressa richiesta dell'allora aspirante governatrice Chinnici, ma adesso, in caso di assoluzione, l'esito sarebbe diverso. Il nodo verrà sciolto presto: la sentenza è prevista entro la fine del 2023. I dem, che avrebbero risposto "no grazie" all'autocandidatura dell'ex presidente della Regione Rosario Crocetta, stanno riflettendo anche su un altro nome pesante del centrosinistra palermitano: quello dell'ex sindaco del capoluogo Leoluca Orlando, che da tempo lancia segnali di fumo alla segreteria Schlein bypassando il partito siciliano. Tra i nomi che circolano anche quello dell'ex deputato alla Camera Erasmo Palazzotto, mentre appare improbabile un ritorno di Claudio Fava. Resta il punto interrogativo sul nome forte da schierare nella Sicilia orientale. Sul fronte femminile pesa la scelta di Elly Schlein di fare da capolista in tutta Italia. L'obiettivo è quello di di trascinare il partito oltre quota 20% nel primo vero test della sua segreteria. A farle compagnia in Sicilia la palermitana Cleo Li Calzi, responsabile Pnrr del Pd siciliano, e la messinese Maria Flavia Timbro, ex deputata alla Camera per Liberi e uguali.A sinistra nel segno di Santoro
Il mondo a sinistra del Partito Democratico prova a rialzare la testa affidandosi al giornalista Michele Santoro che, in vista delle elezioni, ha lanciato con Raniero La Valle la lista 'Assemblea!' che potrebbe coinvolgere Luigi De Magistris e Rifondazione comunista. Al momento i nomi che circolano in Sicilia sono quelli di due palermitani come Giusto Catania e Barbara Evola, già assessori nelle giunte Orlando.
La partita di Sud chiama nord
Sarà della partita anche Cateno De Luca.
Il vulcanico sindaco di Taormina è reduce da un risultato non entusiasmante alle elezioni suppletive del collegio Monza-Brianza, celebrate per assegnare il seggio che fu di Silvio Berlusconi. De Luca continua comunque la sua campagna per far conoscere il brand di Sud chiama nord. La legge gli consente di potere presentare le liste per il Parlamento europeo senza dovere ricorrere alla raccolta delle firme. In Sicilia il nome più gettonato, oltre a quello dello stesso De Luca come capolista, è quello dell'ex deputato regionale Danilo Lo Giudice, fedelissimo del leader di Sud chiama nord e oggi sindaco della cittadina messinese di Santa Teresa di Riva. In lista anche l'ex 'Iena', e oggi deputato regionale, Ismaele La Vardera.M5s in fase di riflessione Il Movimento cinque stelle, infine, tenterà di far dimenticare ai propri elettori le esperienze delle ultime Europee finite in modo poco entusiasmante. Gli uscenti Dino Giarrusso e Ignazio Corrao hanno lasciato il movimento e bisognerà ripartire con nuovi nomi in grado di ricreare entusiasmo. Giuseppe Conte non ha ancora deciso sulle modalità con le quali sarà creata lista dei pentastellati. Fonti bene informate spiegano che sarà comunque tenuta in considerazione la volontà degli iscritti, anche se non è ancora chiaro in che modo. Difficile una selezione online di tutti i candidati, più probabile che si punti a una rosa scremata di candidati tra i quali poter scegliere. In piedi anche la possibilità di candidature che possano aumentare l'appeal della lista scelte direttamente dal vertice del movimento, come nel caso dell'ex presidente dell'Inps Pasquale Tridico che però avrebbe virato sulla circoscrizione dell'Italia meridionale. In Sicilia si fa il nome dell'ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, mentre stanno valutando un proprio impegno anche gli ex deputati regionali Giovanni Di Caro e Giorgio Pasqua.
buttanissimasicilia.it
Riforma delle province. L'altro pallino di Schifani
La reintroduzione delle province e dell'elezione diretta dei loro rappresentanti - è tutto fermo. Il presidente della Regione in una recente intervista ha rilanciato l'ambizione: "Abbiamo ricevuto delle rassicurazioni dal ministro Calderoli e inoltre Palazzo Chigi non ha mai manifestato alcuna contrarietà al ddl di cancellazione della Delrio in esame da parte del Parlamento nazionale. C'è un via libera implicito", ha detto a Live Sicilia. Ma di fatti l'abrogazione della Delrio è ferma perché l'esecutivo nazionale ha altre emergenze e il via libero "implicito" è una lettura un po' troppo superficiale, almeno secondo il principale azionista della maggioranza: Fratelli d'Italia.
Bisognerà attendere. Sembra quasi del tutto tramontata l'opzione del voto in primavera, e difficilmente si riuscirà a organizzare un election day in corrispondenza delle Europee (il 9 giugno). Bisognerà tenere a freno la fame dei partiti, che già avevano cominciato a opzionare le 300 poltrone di vecchia/nuova istituzione. Intanto sono stati nominati altri commissari alla guida dei Liberi Consorzi, anche in questo caso a lunga scadenza: 31 dicembre 2024.
SICILIAONPRESS.Affittacamere, agroturismi e B&B: nuove regole più rigide e sanzioni salatissime.
Per ospitare turisti, B&b e case vacanze servirà una Segnalazione certificata di inizio attività. Un atto formale con cui il titolare si impegna a rispettare i requisiti minimi che la Regione sta prevedendo per ogni tipo di struttura e a comunicare una serie di dati che serviranno a monitorare l'andamento della stagione.
Sanzioni pesanti per chi viola le regole con una forbice che oscilla fra i cento e i 6 mila euro.
La giunta regionale ha approvato un disegno di legge che ha l'obiettivo di riformare il settore dell'accoglienza turistica. Ha l'obiettivo soprattutto di regolamentare un mercato finora troppo libero come quello dei B&b, degli affittacamere, degli appartamenti per ferie o vacanze. Il tutto introducendo
anche nuove classificazioni del turismo di lusso come quelle che fanno riferimento alle residenze d'epoca, ai marina resort, agli alloggi nautici e ai Boat&breakfast.
I limiti agli stagionali. Hotel stagionale o meno. Il primo è tale se resta aperto per un minimo di 90
giorni consecutivi e mai per più di 270 giorni all'anno (anche non consecutivi). Superato questo limite la struttura è definita annuale.
Si parte con la Scia. Le strutture ricettive devono inviare al Comune la Scia per poter iniziare a lavorare. Con la Scia il titolare comunica che la struttura possiede i requisiti richiesti per la classificazione che la Regione le ha attribuito. La Regione verificherà poi la reale sussistenza di questi requisiti. Tra
l'altro con un decreto che verrà emanato dopo la riforma la Regione detterà i limiti per l'attribuzione delle stelle agli alberghi (misura delle stanze, servizi obbligatori) e della classificazione a tutte le altre strutture.
Il Cir e l'assicurazione. Ogni struttura ricettiva verrà identifica da un codice, si chiama Cir, che la
Regione le attribuisce: una prassi che esiste già per decreto e che ha portato secondo la Amata a far dichiarare in due anni circa 30 mila strutture prima sconosciute, ma che ora viene codificata. In più ogni struttura, anche i B&b e le case vacanze, dovrà avere una assicurazione per i rischi da responsabilità
civile nei confronti dei clienti.
Sanzioni salatissime. Per chi non rispetta le nuove prescrizioni. Qualche esempio: chi non comunica i dati sui flussi turistici pagherà da un minimo di 250 a 2.500 euro. Chi non espone il codice Cir pagherà fra i 500 e i 2.500 euro. Chi apre un'attività senza aver presentato la Scia rischia una multa da 1.032 a
6 mila euro. E chi non fornisce i servizi richiesti dal tipo di struttura che ha indicato nella Scia e che la Regione ha fissato con la riforma pagherà dai 250 ai 2.500 euro. Le strutture che vendono alimenti o bevande senza autorizzazione rischiano una multa da 200 a 1.200 euro.
L'obiettivo della riforma è anche quello di far emergere il sommerso, cioè quelle attività turistiche finora non registrate perché gestite a livello domestico e non imprenditoriale. Ora anche queste vanno registrate.
E ancora, il testo regolamenta gli affittacamere (massimo 6 in uno stesso immobile per un totale di 14 posti), gli alloggi agrituristici (camere in fabbricati rurali) e i classici B&b che devono avere non
più di cinque camere per i clienti con una capacità ricettiva massima di 15 posti letto e una stanza adibita a soggiorno. Inoltre il titolare deve abitare nella struttura.
La case vacanze, alla luce della riforma in cantiere, devono essere dotate di servizi igienici e cucina autonoma e possono essere affittati al medesimo ospite per non più di tre mesi consecutivi.
SCRIVOLIBERO.Agrigento, manifestazioni pubbliche all'aperto: il 7 novembre focus sulle procedure necessarie per ridurre al minimo il rischio.
"Ridurre al minimo il rischio, che nasce dalla presenza di pubblico, in occasione delle manifestazioni pubbliche all'aperto". L'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Agrigento, in sinergia con Prefettura, Questura, Comando dei Vigili del Fuoco e Amministrazioni locali, accende i riflettori sulla sicurezza, sugli adempimenti necessari a garantire ad una iniziativa pubblica di essere realizzata nella piena osservazione delle Leggi dello Stato vigenti in materia, a salvaguardia dell'incolumità dei partecipanti che invadono piazze, spiagge e ambienti fuori dai locali. Il focus sul tema "Le manifestazioni pubbliche a carattere temporaneo", che si terrà ad Agrigento martedì 7 novembre alle ore 16, nella sala conferenze dell'Hotel della Valle, si inquadra nell'ottica di offrire informazioni e formazione rispetto agli obblighi tecnico-amministrativi da porre in essere. In questo delicato e complesso processo ad essere chiamati in causa sono i tecnici abilitati, ma anche, in sede di controllo, gli Organismi di Vigilanza (Commissioni Provinciali e Comunali di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo) a cui spetta il compito di verificare, attraverso l'analisi della documentazione accompagnata da specifici sopralluoghi, se il piano delle misure adottato dagli organizzatori risulta in linea con le normative sulla sicurezza. Per questa ragione l'Ordine degli Ingegneri, oltre ai professionisti e agli operatori del settore, ha inteso coinvolgere i garanti della sicurezza pubblica: Prefettura, Questura, Comando dei Vigili del Fuoco e Amministrazioni locali. "Tutte le Istituzioni chiamate in causa hanno mostrato subito grande sensibilità - afferma con soddisfazione il Presidente dell'Ordine, Achille Furioso - hanno risposto con favore ed interesse, dando massima disponibilità a partecipare al convegno che assume una importanza rilevante, dal momento che solo l'applicazione corretta delle misure tecniche ed organizzative consentono concretamente di minimizzare il rischio". L'evento si aprirà con i saluti del Prefetto, Filippo Romano, del Questore, Emanuele Ricifari, del Comandante dei Vigili del Fuoco, Antonio Durante, e del Presidente dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Agrigento, Achille Furioso. Al tavolo dei relatori daranno il loro contributo anche Corrado Empoli, Dirigente della Questura, e Lorenzo Capraro, Responsabile dell'Ufficio Prevenzione Incendi del Comando Vigili del Fuoco di Agrigento. A moderare l'evento sarà l'ingegnere Andrea Abruzzo.
orizzontescuola.it
Visite fiscali, penalizzati i dipendenti pubblici: fasce orarie ampie e reperibilità anche nei festivi. Tar Lazio annulla decreto Madia
Il Tar Lazio interviene sul decreto Madia che regola le fasce orarie delle visite fiscali dei dipendenti pubblici.
Ebbene, il tribunale amministrativo ha annullato il decreto, aprendo a scenari che coinvolgerebbero anche il personale scolastico ovviamente. La sentenza del tribunale amministrativo mette in evidenza un problema relativo alle fasce orarie delle visite fiscali, confrontando il comparto pubblico con quello privato. Infatti, nel settore privato il dipendente in malattia deve restare a casa, in attesa della visita fiscale, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. Per questi lavoratori la norma non riporta riferimenti a giorni festivi e giorni non lavorativi.
Invece, per i lavoratori del pubblico impiego, compresi quelli della scuola ovviamente, le fasce orarie per la visita fiscale va dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18. In più viene specificato che esiste obbligo di reperibilità anche nei giorni non lavorativi e festivi.
Secondo il Tar, le fasce orarie delle visite fiscali non possono avere un trattamento così diverso e quindi vi è la violazione dell'art. 3 della Costituzione, non essendo rispettato il principio di uguaglianza. La sentenza rileva infatti che "il mantenimento delle differenziate fasce orarie, con una durata complessiva, per il settore pubblico, quasi doppia rispetto a quella del settore privato (7 ore a fronte di 4 nell'arco di una giornata) è indicativo anche di uno sviamento di potere ...".Il Tribunale amministrativo annulla quindi il regolamento delle fasce orarie disposte dal decreto Madia-Poletti con l'Amministrazione competente che dovrà introdurre un regolamento corretto. Anche gli insegnanti e il personale ATA attendono novità che dovranno riguardare la malattia.
LA SENTENZA Ricapitoliamo i punti salienti dell'attuale disciplina L'obbligo di reperibilità, in caso di visita fiscale, dovrà essere rispettato anche nei giorni non lavorativi e nei festivi (ovviamente se tali giorni sono ricompresi nella certificazione medica).Le visite fiscali possono essere effettuate con cadenza sistematica e ripetitiva, anche in prossimità delle giornate festive e di riposo settimanale. Pertanto, il dipendente, in tutto il periodo di malattia (stesso evento morboso) può essere sottoposto a più visite fiscali. Ovviamente anche nei giorni festivi sempreché tali giorni siano ricompresi nella certificazione. Il dipendente assente per malattia, se intende variare l'indirizzo di reperibilità dichiarato all'amministrazione, deve darne immediata comunicazione, precisando dove può essere reperito; Il lavoratore può rifiutare, senza nessuna conseguenza, l'ingresso ai medici al di fuori dell'orario di reperibilità. Dunque sì la visita fiscale può avvenire anche di domenica e può essere effettuata più di una volta.
LENTEPUBBLICA.
PNRR: nuovi contributi per affitto di strutture a uso scolastico.
Scuole: dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, nell'ambito del PNRR, arrivano nuovi contributi agli Enti locali destinati all'affitto di strutture a uso scolastico.
I Comuni e le Province stanno compiendo uno sforzo straordinario per migliorare le infrastrutture scolastiche nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Lo scopo di tali iniziative è di garantire che le scuole siano non solo sicure ma anche innovative, inclusive, efficienti e sostenibili.
Tuttavia, durante la fase di costruzione delle nuove strutture, è fondamentale garantire la continuità didattica. Il Ministero dell'Istruzione e del Merito ha pertanto annunciato un importante passo avanti per sostenere questo obiettivo.
PNRR: nuovi contributi per affitto di strutture a uso scolastico
Il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha comunicato che il Ministero metterà a disposizione un fondo di 4 milioni di euro per l'anno scolastico 2023/24, destinato a Comuni e Province impegnati nella costruzione delle nuove scuole.
Questi fondi saranno utilizzati per supportare l'affitto di immobili o il noleggio di strutture provvisorie, allo scopo di garantire che gli studenti e il personale scolastico possano continuare la loro attività didattica senza interruzioni significative durante i lavori.
Il Ministro Valditara ha sottolineato l'importanza di questo intervento, affermando che "vogliamo sostenere l'impegno delle realtà locali che, cogliendo l'opportunità dei fondi PNRR, stanno realizzando nei loro territori le nuove scuole.
Queste nuove strutture scolastiche rappresentano un investimento nell'interesse degli studenti, dei docenti e di tutto il personale scolastico. Tuttavia, mentre i lavori sono in corso, è fondamentale che queste comunità abbiano accesso ai mezzi necessari per individuare spazi adeguati che garantiscano il proseguimento delle attività didattiche".
Come accedere alle risorse?
Per accedere a questi fondi, gli enti interessati, ossia i Comuni e le Province, possono manifestare il loro interesse attraverso una piattaforma informativa appositamente creata sul sito dedicato al PNRR Istruzione. La scadenza per presentare la richiesta è fissata al 10 novembre 2023.
Questo importante passo del Ministero dell'Istruzione e del Merito vuole dunque sostenere le comunità locali che stanno lavorando per migliorare le strutture scolastiche in Italia. Garantire la continuità dell'istruzione è cruciale per il benessere degli studenti e il successo delle iniziative di ripresa e resilienza nel settore dell'istruzione.
Grazie a questi fondi, le scuole potranno continuare a offrire un ambiente di apprendimento stabile e di alta qualità, anche durante la fase di costruzione delle nuove strutture.
agrigentonotizie.it
Materassi abbandonati lungo la Strada provinciale 19A, tratto Santa Elisabetta-Sant'Angelo MuxaroSP 19A tratto Santa Elisabetts Sant'Angelo Muxaro · Sant'Angelo Muxaro
Di sacchetti di plastica, contenenti rifiuti, di bottiglie di vetro e di plastica, di lattine, di materassi, la Sp19-A è cosparsa.Segni di inciviltà che trasformano la Sp19-A (tratto Santa Elisabetta Sant'Angelo Muxaro), da bene comune a discarica abusiva. Una strada provinciale dove ai bordi vengono abbandonati materassi, eternit. Questa non è una discarica, uno spazio adibito al deposito di oggetti dismessi. È stata scambiata per un centro di raccolta per rifiuti ingombranti. Si è creata una discarica a cielo aperto lungo la Sp 19-A.In particolare, nei pressi di una curva, sono stati depositati dei materassi. Lungo la strada sono visibili bottiglie di plastica e di vetro, altri rifiuti, lattine ed eternit. Il materiale posto al limite della strada, potrebbe creare un presupposto affinché altri vadano illecitamente a depositare dove sono già presenti rifiuti abbandonati. Si chiede che vengano bonificate le aree rimuovendo il tutto con un pronto intervento. La mia testimonianza contro l'abbandono, per mancanza, strafottenza o sbadataggine, di rifiuti, piccoli e grandi, in luoghi pubblici, tende a sensibilizzare l'opinione pubblica sul degrado che giorno dopo giorno deturpa i luoghi in cui viviamo.