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rassegna stampa del 15 novembre 2023

gds.it

Economia, ok dalla giunta al consolidato 2022. Schifani e Falcone: «Il documento sblocca le assunzioni dei concorsi pendenti»
Il documento contabile adesso passerà al vaglio dell'Ars

Via libera dalla giunta al bilancio consolidato della Regione Siciliana per l'anno 2022. Dopo questo passaggio di regolarizzazione dei conti, può riprendere l'iter per le assunzioni previste dai concorsi pendenti.Il documento contabile, che adesso passerà al vaglio dell'Ars, rappresenta la situazione finanziaria e patrimoniale della Regione e il risultato economico dell'attività complessiva svolta dall'istituzione attraverso tutte le proprie articolazioni organizzative, enti strumentali, società controllate e partecipate.«Il mio governo - dice il presidente Renato Schifani - continua spedito nell'opera di messa in ordine dei conti della Regione in modo da avere documenti contabili trasparenti e in linea con le scadenze. Avere dei fondamentali solidi ci permette di conseguire risultati immediati come la ripartenza dell'iter per completare i concorsi pendenti e procedere, finalmente, con le assunzioni. Con le carte in regola, adesso, possiamo costruire un futuro per la Sicilia fatto di sviluppo, lavoro, crescita economica e miglioramento dei servizi».
«L'approvazione del bilancio consolidato del 2022 - spiega l'assessore regionale all'Economia, Marco Falcone - accresce l'affidabilità della Regione anche di fronte al mercato e agli organismi di controllo. Continuiamo a perseguire l'obiettivo di dotare la Sicilia di documenti contabili contraddistinti dal rispetto dei principi di certezza e veridicità del bilancio pubblico».

lentepubblica.it
Anticipazioni di tesoreria agli enti locali, ampliata la platea dei beneficiari

Lo ha comunicato Cassa Depositi e Prestiti: approvate operazioni per 675 milioni di euro e ampliata la platea degli enti locali che possono accedere alle anticipazioni di tesoreria.Il Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), presieduto da Giovanni Gorno Tempini, su proposta dell'Amministratore Delegato e Direttore Generale, Dario Scannapieco, ha approvato nuove operazioni a favore di imprese, infrastrutture e cooperazione internazionale per un valore complessivo di 675 milioni di euro.Inoltre, il CdA ha deliberato l'allargamento del bacino delle Pubbliche Amministrazioni destinatarie potenziali delle anticipazioni di tesoreria.
L'anticipazione di tesoreria, o anticipazione di cassa, è un istituto di cui possono usufruire gli enti locali (comuni, province, ecc.) in caso di necessità inderogabili. Si tratta di una tipologia particolare di finanziamento a breve e brevissimo termine (massimo 12 mesi) che un ente può richiedere al tesoriere in circostanze eccezionali ed è disciplinato dall'art. 222 del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (TUEL), che ne regola il funzionamento e i limiti.
Ecco tutte le novità nel dettaglio.Anticipazioni di tesoreria, ampliata la platea degli enti locali che possono accedereCassa Depositi e Prestiti accresce pertanto le possibilità di intervento a favore degli enti locali per far fronte a momentanee esigenze di liquidità.In particolare, il Consiglio di Amministrazione ha approvato l'ampliamento del perimetro del servizio di Anticipazione di Tesoreria ai Comuni con una popolazione fino a 100 mila abitanti e alle Province e Città Metropolitane fino a 1 milione di residenti (fino ad oggi rientravano unicamente i comuni fino a 15.000 abitanti).Oltre 7.900 tra Comuni e Province, pari alla quasi totalità degli enti locali, potranno così accedere al servizio sinora riservato solo ai Comuni di piccole dimensioni.Inoltre il Consiglio di Amministrazione ha approvato operazioni che comprendono finanziamenti, anche in pool con altre istituzioni finanziarie, volti a sostenere gli investimenti in infrastrutture, l'accesso al credito e l'export di aziende attive in settori strategici dell'economia italiana.


Legge di Bilancio 2024: le Province scrivono al Ministro Giorgetti.

"Ricadute pesanti sui bilanci degli enti: troviamo insieme soluzioni": questo l'appello delle Province al Ministro Giorgetti nel bel mezzo dell'iter di approvazione della Legge di Bilancio 2024.
"Comprendiamo lo scenario di incertezza e di rallentamento del quadro macroeconomico nel quale si inserisce il Disegno di legge di bilancio per il triennio 2024-2026, ma le misure a carico delle Province avranno ricadute pesanti sugli equilibri di bilancio di questi enti, già in condizioni precarie a causa dei tagli delle precedenti manovre e del progressivo ed inesorabile calo delle entrate tributarie proprie, ormai generalizzato".
E' quanto scrive il Presidente di UPI Michele de Pascale in una lettera indirizzata al Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, nella quale si ribadiscono le preoccupazioni delle Province per i tagli previsti dalla Legge di Bilancio 2024 e si invita il Ministro a verificare insieme soluzioni possibili.
"La legge di bilancio all'esame del Parlamento - scrive de Pascale al Ministro - non solo non prevede interventi per stabilizzare i bilanci e rafforzare gli enti, né misure a favore delle Province in dissesto e riequilibrio, ma aumenta il concorso delle Province alla finanza pubblica, con effetti anche sulla capacità organizzativa, perché la spending prevista dalla manovra, cui si aggiunge il costo degli oneri contrattuali, mina ulteriormente la sostenibilità finanziaria necessaria agli enti per procedere a nuove assunzioni".
Un tema prioritario per le Province, tanto che il Presidente de Pascale ricorda al Ministro dell'economia "la richiesta avanzata più volte da UPI di prevedere assunzioni mirate di personale tecnico altamente specializzato in tutto il ciclo degli appalti pubblici, indispensabile per far fronte agli impegni delle Province negli investimenti, compresi quelli in attuazione del PNRR e PNC".
Ad accompagnare la lettera è una serie di proposte emendative avanzate dall'UPI su cui il Presidente de Pascale chiede al Ministro Giorgetti di aprire un'interlocuzione per cercare di individuare soluzioni, in linea anche con quanto più volte espresso dal Governo Meloni e dalla maggioranza che lo sostiene sull'opportunità di restituire alle Province risorse e personale indispensabili per garantire i servizi ai territori e alle comunità.

 
Manovra, le Province in audizione: de Pascale "Tagli pesantissimi, pretendiamo rispetto per i territori"

"I pesanti tagli ai bilanci delle Province andranno a colpire direttamente i servizi ai cittadini, dal riscaldamento delle scuole alla manutenzione delle strade al presidio dei territori. Chiediamo al Governo e al Parlamento di cambiare rotta: pretendiamo rispetto e attenzione per tutti i territori italiani".Lo ha detto il Presidente di UPI Michele de Pascale intervenendo in Senato in audizione sulla Legge di bilancio 2024."La manovra approvata dal Governo - ha detto de Pascale - peggiora pesantemente la condizione già critica dei bilanci delle Province e porta a 100 milioni i tagli complessivi a carico di questo comparto: per questo il nostro giudizio non può che essere negativo.  Chiediamo al Parlamento di invertire la rotta con modifiche urgenti e di azzerare l'aumento del concorso finanziario delle Province alla finanza pubblica, anche per non pregiudicare l'impegno di questi enti nell'attuazione del PNRR".De Pascale ha poi presentato le richieste prioritarie delle Province, a partire dall'eliminazione delle due spending review da  50 milioni ciascuna - previste per questo comparto dalle passate manovre e da questa legge di bilancio - per un taglio totale di 100 milioni e dalla costituzione di un fondo di 35 milioni di euro  per le Province in dissesto e in riequilibrio finanziario.  A queste si aggiungono le richieste di misure tese a consentire il rafforzamento degli enti, dalla neutralizzazione degli oneri per i rinnovi contrattuali alla possibilità per le 59 Province non ricomprese nel "Decreto Sud", che ha previsto 135 assunzioni per le 27 Province delle regioni interessate, di assumere personale a tempo determinato non dirigenziale altamente specializzato per rafforzare le strutture tecniche finalizzate agli investimenti."Il Governo e la maggioranza in Parlamento in questi mesi hanno sempre sostenuto di volere restituire alle Province risorse, personale e funzioni: la legge di bilancio è assolutamente incoerente con questo indirizzo politico e mortifica enti locali e territori. Per questo pretendiamo attenzione - ha concluso de Pascale - e chiediamo al Parlamento di recepire, sostenere e approvare le nostre proposte di modifica a favore delle comunità e dei territori, per contribuire alla promozione di uno sviluppo economico strutturato, duraturo e omogeneo in tutto il Paese".


GRANDANGOLO.

"Io leggo perchè..." concluso il progetto degli alunni dell'Esseneto.


Gli alunni, accompagnati dai docenti, sono andati alla scoperta del patrimonio cultura della città di Agrigento. Conclusa la visita degli alunni della scuola Esseneto presso il Palazzo del Libero Consorzio Comunale di Agrigento con il progetto " Io leggo perchè... " accompagnati dai docenti, alla scoperta del patrimonio culturale della città di Agrigento. Un progetto didattico voluto dal Dirigente dell'Istituto Francesco Catalano per far conoscere, attraverso la lettura, i luoghi del territorio e condividere il progetto di valorizzazione degli spazi del comprensorio provinciale. Oltre 120 ragazzi, distribuiti in gruppi diversi, hanno partecipato ad un tour didattico esplorativo alla scoperta dei luoghi della ex Provincia Regionale, iniziativa che ha trovato la disponibilità del Commissario straordinario Giovanni Bologna e della Dirigente del settore Antonietta Testone. Il Palazzo della Provincia, la Scala Reale ed in particolare la Biblioteca Provinciale, sono state le tappe principali degli studenti accompagnati dai funzionari dell'Ente che hanno illustrato ed incuriosito i giovani. I ragazzi hanno visitato, dunque, il Palazzo della Provincia, partendo dalla Biblioteca Provinciale, scopo prncipale del progetto : uno spazio che raccoglie circa 6000 volumi impreziosita dalla "l'Enciclopedie di Diderot e D'Alembert" che ha visto la collaborazione dei migliori ingegni del tempo come Montesquieu, Voltaire, Rousseau, Turgot, Condillac. Ultima tappa, l'ingresso nell'Aula Consiliare " Luigi Giglia ", dove gli studenti hanno avuto l'occasione di incontrare i Sindaci di Favara, Antonio Palumbo, e Vincenzo Corbo di Canicattì, che hanno ascoltato con domande e cuoriosità unitamente alle illustrazioni dei funzionari dell'Ente.


FOCUSICILIA.
Finanziamento degli enti locali, da Cdp il Prestito Investimenti Pnrr-Pnc.

Un nuovo strumento finanziario per Comuni, Province, Città Metropolitane ed Enti Pubblici Non Territoriali che possono, tramite Cassa Depositi e Prestiti, avere in prestito fino al 30 per cento dei soldi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e dal Piano Nazionale Complementare (Pnc).
Finanziamento degli enti locali per la realizzazione di progetti di sviluppo in settori strategici, in linea con quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e dal Piano Nazionale Complementare (PNC). È questo l'obiettivo principale del "Prestito Investimenti Pnrr-Pnc", il nuovo strumento finanziario che Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) mette a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni per favorire gli investimenti destinati alla crescita economica e sociale del Paese.
Fino al 30 per cento dei contributi previsti
Il nuovo prestito è a disposizione di Comuni, Province, Città Metropolitane ed Enti Pubblici Non Territoriali già beneficiari di contributi rientranti nel quadro del PNRR o del Pnc. Il finanziamento prevede un periodo di rimborso, a scelta, di 5 o 20 anni e può essere concesso per un importo massimo del 30 per cento dei contributi riconosciuti agli enti in ambito Pnrr e Pnc. È erogabile fino al 31 dicembre 2026 ed è finalizzato a fare fronte alle esigenze di liquidità (in attesa dell'incasso dei fondi) per la realizzazione di investimenti in settori chiave per lo sviluppo e il benessere del Paese. Saranno finanziabili, tra l'altro, interventi di edilizia scolastica e sanitaria, rigenerazione urbana, efficientamento energetico e idrico.
I documenti con le caratteristiche
Il nuovo prodotto, spiega Cdp "rappresenta una risposta concreta alle esigenze di risorse delle PA e conferma l'impegno di Cdp al fianco degli amministratori pubblici per generare, in linea con il Piano strategico 2022-2024, un impatto positivo sul territorio, ampliando l'offerta delle soluzioni rese disponibili e rafforzando l'attività a sostegno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Nazionale Complementare". Sul sito di CDP, alla pagina dedicata, sono consultabili i documenti che riportano tutte le caratteristiche del prestito per gli Enti Locali (Circolare n. 1280) e per gli Enti Pubblici non Territoriali (Circolare n. 1306). Gli Enti Locali potranno presentare online le richieste entro il 31 dicembre 2025 mediante il Portale Enti Locali e PA. Gli Enti Pubblici Non Territoriali (come, ad esempio, le Aziende Sanitarie Locali, le Aziende Ospedaliere, le Università statali e le Autorità di Sistema Portuali) potranno invece trasmettere la domanda via Posta Elettronica Certificata (PEC) entro la stessa data.
L'incontro organizzato da Anci Sicilia
Il "Prestito Investimenti Pnrr-Pnc" è stato oggi al centro di un incontro organizzato dall'Anci Sicilia, l'associazione dei Comuni, svoltosi in videoconferenza, in cui si è parlato degli strumenti finanziari proposti da Cassa Depositi e Prestiti e da Poste Italiane a supporto degli Enti locali siciliani. "L'incontro di oggi si tiene in un momento storico nel quale gli Enti locali che, grazie ai fondi del Pnrr e alla Programmazione 2021-2027, hanno la possibilità di avviare investimenti e azioni per una pluralità di azioni, tra le quali la riqualificazione e la valorizzazione dei territori. Le risorse del Pnrr sono, infatti, un'occasione unica e quasi certamente irripetibile e i comuni sono protagonisti di un processo di crescita epocale. Un cambiamento e un'opportunità che i sindaci vogliono cogliere utilizzando tutti gli strumenti utili a migliorare la qualità di vita nelle proprie città", hanno dichiarato Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale di Anci Sicilia.
Amenta e Alvano: "Strumenti utili per un futuro migliore"
"Avere a nostro fianco un partner di assoluto rilievo come Cassa Depositi e Prestiti - aggiungono Amenta e Alvano - ci fornisce strumenti utili a implementare gli investimenti delle pubbliche amministrazioni e a costruire un futuro migliore per le nostre comunità". "L'iniziativa di oggi, tappa di un piano più ampio di incontri in tutta Italia, conferma quanto CDP abbia fortemente investito sulla vicinanza al territorio, non solo da un punto di vista finanziario, ma anche nella programmazione e realizzazione di progetti strategici. Cassa Depositi e Prestiti è sempre più impegnata a sostenere gli enti operando in sinergia con gli stakeholder locali e attraverso nuovi prodotti finanziari con l'obiettivo di stimolare gli investimenti pubblici a favore della comunità". Ha dichiarato Gianluca Manca, Responsabile Relazioni Business Pubblica Amministrazione di Cdp. Hanno preso parte all'incontro, fra gli altri, Leandro Lo Presti e Fabrizio Ferrari, Relazioni Business Pa Sud Italia ed Enti Monitorati Cdp, Antonio Russo, referente Tesoreria Poste Italiane e Marcella Passarello, venditore specialista finanziario di Poste Italiane.


LIVESICILIA.
Ars, l'aspra 'battaglia' del maxi-emendamento: poi arriva la tregua.
L'intesa dopo la trattativa. Miccichè attacca.

PALERMO- Alla fine di un martedì politico movimentato all'Ars, in calce a una lunga trattativa, è ritornato il 'maxi-emendamento della discordia', ma alleggerito, alla manovra correttiva, proprio quando sembrava naufragato nel pomeriggio.
L'intesa della maggioranza
Adesso, l'intesa nella maggioranza prevede il mantenimento dei primi articoli sui capitoli delle politiche sociali e delle infrastrutture con qualche variazione ma con gli importi previsti per Comuni e fondazioni e l'accorpamento delle norme per il turismo in un apposito fondo con allegato l'elenco dei Comuni (già previsti nel maxi) ma senza gli importi, sarà poi l'assessorato al Turismo a gestirlo. Al rientro in aula, a Palazzo dei Normanni, in serata, il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno, dopo aver dato conto delle decisioni assunte in capigruppo, ha aggiornato la seduta parlamentare alle 11 di mercoledì. Gli uffici del Bilancio intanto riequilibreranno il maxi-emendamento sulla base delle decisioni prese in capigruppo.
Il maxi emendamento in bilico
Prima della tregua, il provvedimento sembrava, appunto, sfumato. Via le circa 400 norme che componevano il testo approvato in commissione Bilancio dell'Ars, dopo le limature. I colloqui a Palazzo dei Normanni hanno, come specificato, permesso un approdo. La Presidenza dell'Ars aveva, inoltre, deciso di stralciare dal maxi-emendamento alla manovra correttiva la norma "salva-ineleggibili", "che - come ha detto il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno in apertura della seduta parlamentare - non era stata concordata in conferenza dei capigruppo, mi spiace per qualcuno che ha voluto parlare in maniera accesa su questo argomento". "Sul piano dei contenuti - ha proseguito - la norma apporta modifiche e quindi ci vogliono idonei approfondimenti nelle commissioni di merito".
Miccichè attacca
"In Assemblea si sono bevuti il cervello, sono riuniti da quattro ore perché si vergognano di dare soldi ai Comuni. Cercano di nascondersi, vogliono creare dei fondi a cui affidare le risorse e gli elenchi dei comuni ma senza scrivere gli importi. Poi saranno gli assessorati a decidere. Ma non si capisce in base a quali criteri poi assegneranno i fondi. Non solo. Prima che questi fondi arriveranno agli assessorati passeranno almeno quindici giorni, ricordo che i Comuni devono fare le variazioni di bilancio entro fine novembre. È un caos creato da qualche assessore". Questo ha detto il capogruppo del Misto all'Ars, Gianfranco Miccichè. "È una situazione assurda - ha aggiunto - È sacrosanto dare fondi ai Comuni e c'e'qualcuno che si vergogna. Siamo in Assemblea da stamattina, la seduta non è mai cominciata, rinviata due volte". Alle undici di questo mercoledì si replica.


LENTEPUBBLICA.
Quali saranno i prossimi scioperi in programma per il 2023?

Oltre alle polemiche sulla prossima mobilitazione, che ci sarà il 17 novembre, ecco quali saranno i prossimi scioperi per il 2023.
Lo sciopero del 17 novembre è diventato un vero e proprio caso politico.
Cgil e Uil hanno annunciato che andranno avanti con la mobilitazione, nonostante il Garante degli scioperi. A meno che il Ministro delle Infrastrutture e dei Traporti Matteo Salvini non indichi la precettazione.
A scioperare dovrebbero essere i trasporti (escluso il settore aereo), il pubblico impiego, la scuola, l'igiene ambientale, la nettezza urbana, le lavanderie industriali e le poste.
Lo sciopero sarà di 8 ore o per l'intero turno e sarà fatto per protestare contro la Legge di Bilancio 2024 e le politiche del governo.
Ma gli scioperi non si fermano qui: sono previste, infatti, altre mobilitazioni fino alla fine del 2023. Ecco quali saranno.
Prossimi scioperi 2023: ecco quali saranno
Fino alla fine dell'anno, ci saranno diversi scioperi in vari settori. Dal 17 novembre al 22 dicembre, infatti, saranno diverse le sigle sindacali che incroceranno le braccia per protestare contro la Manovra 2024, i contratti e altre diverse problematiche in varie aree occupazionali.
Ecco la lista dei prossimi scioperi:
20 novembre: sciopero generale in Sicilia;
24 novembre: sciopero di 8 ore o dell'intero turno di lavoro, che interesserà tutti i lavoratori delle Regioni del Nord;
25 novembre: manifestazione nazionale a Roma, in piazza Santi Apostoli, col titolo "Partecipare per crescere: migliorare la Manovra, costruire un nuovo Patto sociale", con l'obiettivo di incalzare il Governo per migliorare la Legge di Bilancio e chiedere più fondi per sanità, istruzione, enti locali e sbloccare le assunzioni e le stabilizzazioni del precariato;
27 novembre: sciopero generale in Sardegna;
1° dicembre: sciopero di 8 ore o dell'intero turno nelle Regioni del Sud, con l'organizzazione di manifestazioni, presidi, cortei e comizi in ogni capoluogo di provincia e regione;
5 dicembre: giornata di sciopero nazionale contro la Manovra, organizzata dalle sigle sindacali Anaao Assomed e Cimo-Fesmed (settore sanità) e poter richiedere nuove misure per risollevare il Servizio sanitario nazionale;
22 dicembre: incroceranno le braccia, per l'intero turno, 3 milioni di lavoratori dipendenti, occupati nelle imprese del Terziario, Distribuzione e Servizi, della Distribuzione Moderna Organizzata e della Distribuzione Cooperativa.


QDS.
Crescono appalti pubblici in Sicilia, Bankitalia: "Gare per oltre 5 mld in primi 8 mesi".

"Nel comparto delle opere pubbliche è proseguito l'incremento sia del numero sia soprattutto dell'importo dei bandi per lavori in regione".
"Nel comparto delle opere pubbliche è proseguito l'incremento sia del numero sia soprattutto dell'importo dei bandi per lavori in regione: secondo i dati dell'Associazione nazionale costruttori edili (Ance) Sicilia, nei primi otto mesi dell'anno il valore delle gare ha superato i cinque miliardi, oltre un terzo in più rispetto al corrispondente periodo del 2022, a fronte di un numero di bandi superiore del 17 per cento circa". E' quanto si legge nel rapporto 'L'economia della Sicilia - Aggiornamento congiunturale', redatto dalla Banca di Italia e presentato oggi nel capoluogo siciliano.
Nello stesso periodo, secondo l'Ance, sono stati aggiudicati bandi per un valore di poco inferiore al 40 per cento di quelli pubblicati lo scorso anno quando si era raggiunta una cifra molto elevata nel confronto storico (10,6 miliardi), anche per via degli interventi derivanti dal Pnrr. Su questo fronte alla data del 10 ottobre risultavano assegnati a soggetti attuatori pubblici per progetti da realizzare nel territorio siciliano 12,6 miliardi, pari a 2.609 euro pro capite. Per quasi il 37 per cento delle risorse finora assegnate la responsabilità di gestione fa capo a operatori nazionali (enti pubblici e società partecipate); tra le amministrazioni locali il ruolo di maggiore rilievo spetta ai Comuni, competenti per il 25 per cento degli importi.


ITALIAOGGI.
Evasione, 12 miliardi da recuperare nel 2024Nel 2024 si dovrà abbattere l'evasione fiscale di ulteriori 12 miliardi. È un impegno legato al Pnrr. Mentre il Superbonus è un emorragia per i conti pubblici.

Nel 2024 si dovrà abbattere l'evasione fiscale di ulteriori 12 mld. È un impegno legato al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Mentre il Superbonus è un emorragia per i conti pubblici, segnando nel solo mese di ottobre rispetto a settembre, un aumento di 4,2 miliardi. A dirlo è il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti in audizione, martedì 14 novembre, in Senato sulla legge di bilancio.
Riduzione del tax gap evasione. Negli obiettivi legati al fisco rimane da abbassare l'asticella del tax gap evasione. Un obiettivo che richiede all'Italia nel 2024 di abbassare il valore cristallizzato nel 2019 (79mld) del 15%. Una soglia che i tecnici del ministero dell'economia hanno tentato di abbassare rispetto alla carta del Pnrr ma senza ottenere la revisione del punto. Ieri Giorgetti in audizione a chi criticava l'azione di governo sull'evasione fiscale ha ricordato che: «Ridurre strutturalmente l'evasione fiscale è un obiettivo prioritario per sostenere l'ammodernamento del nostro Paese e un fattore determinante per liberare risorse pubbliche da destinare alla diminuzione della pressione fiscale in favore di quanti si impegnano quotidianamente. L'azione del governo intende rafforzare gli obiettivi già ambiziosi di riduzione del tax gap inclusi nel Pnrr, che prevedono di ridurre del 15% la propensione all'evasione dei contribuenti nel 2024, rispetto al valore di riferimento del 2019».
Superbonus, si guarda alla riclassificazione Eurostat. Sebbene anche ieri è arrivata una richiesta di proroga per il completamento dei lavori (è toccato a Federcostruzioni), Giorgetti non ha risparmiato critiche alla disposizione del Superbonus: «un'emorragia che non smette di toccare la finanza pubblica», ha rimarcato il ministro aggiungendo che incombe la riclassificazione di Eurostat : «Dobbiamo stare attenti a non indurre cambiamenti di valutazione dei principi contabili. Quello che facciamo nel 2023 e nel 2024 deve essere diverso. Dobbiamo dare dimostrazione che la storia del 'payable' è finita (credito pagabile da registrare interamente nella spesa dello stesso anno, ndr). Se invece i criteri del 'payable' vengono applicati anche nel 2024, «dovremo riscrivere la manovra in modo molto più prudente e restrittivo», sottolinea.
Manovra. Per quanto riguarda la legge di bilancio Giorgetti ha difeso le scelte del governo descrivendo la legge presentata come austera ma che tutela i redditi bassi. Sulle pensioni dei medici assicura che è un problema che il governo si sta ponendo e sull'aumento dell'Iva ai prodotti per l'infanzia ha riconosciuto che: «i dati hanno mostrato che tale misura non si è tradotta in un vantaggio a favore dei consumatori, poiché il margine dovuto alla riduzione dell'imposta è rimasto all'interno della filiera della distribuzione, senza effetti sul prezzo finale di vendita». Infine il ministro ha aperto a modifiche della legge che rispettino l'invarianza dei saldi.


ITALIAOGGI.

Equo compenso ai sindaci
Specifico ruolo dei sindaci nella composizione negoziata e negli altri strumenti di regolazione della crisi e piena applicabilità ai sindaci delle disposizioni sull'equo compenso.

Specifico ruolo dei sindaci nella composizione negoziata e negli altri strumenti di regolazione della crisi e piena applicabilità ai sindaci delle disposizioni sull'equo compenso. Sono, queste, alcune novità salienti delle nuove norme di comportamento del collegio sindacale delle società non quotate, che devono essere impiegate "cum grano salis" nell'attività di vigilanza. Le nuove norme, che sono state redatte dalla apposita commissione istituita presso il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) e messe il 14 novembre in pubblica consultazione attraverso pubblicazione sul sito della categoria, saranno applicabili dal prossimo 1° gennaio 2024 e, quindi, anche con riferimento al bilancio 2023.
Le disposizioni sugli assetti organizzativi. Con l'entrata in vigore del Codice della crisi (dlgs 14/2019) si sono accesi i fari sul dovere generale di condotta degli amministratori, e sul correlato dovere di vigilanza dell'organo di controllo, di istituire adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili "anche" al fine della preventiva emersione della crisi e della perdita di continuità aziendale. Che l'argomento in esame sia particolarmente delicato per la funzione dei sindaci, lo testimoniano già alcune pronunce giurisprudenziali (tra le altre, vedasi Trib. Milano del 18.10.2019 e Trib. Cagliari 19/1/2022) che hanno qualificato come "grave irregolarità nella gestione" il non aver ottemperato al citato dovere di condotta.
A ciò si aggiunga che l'art. 25-octies del Codice della crisi prevede che l'organo di controllo, a fronte della sussistenza dei presupposti per la presentazione dell'istanza di composizione negoziata della crisi (probabilità di crisi o di insolvenza), segnali per iscritto ed in modo motivato agli amministratori tale circostanza, concedendo loro un termine, che al più può estendersi a trenta giorni, entro il quale gli stessi devono riferire in ordine alle iniziative intraprese. Ai temi in esame sono dedicate la norma 3.5 (Vigilanza sull'adeguatezza e sul funzionamento dell'assetto organizzativo) e le norme dalla 11.2 alla 11.12 che disciplinano le attività del collegio sindacale nella crisi di impresa.
La norma 3.5 tratta di un'attività che per l'organo di controllo assume un ruolo, per così dire, prodromico rispetto alle norme sulla crisi: solo adeguati assetti organizzativi possono, infatti, garantire la produzione di flussi informativi attendibili, completi e tempestivi che mettano in grado gli amministratori di intercettare per tempo segnali di crisi e, conseguentemente, di dare tempestiva ed appropriata risposta alla stessa.
I sindaci devono in primis verificare la formale istituzione di assetti organizzativi al fine della preventiva emersione della crisi e della perdita di continuità aziendale per poi estendere la vigilanza al processo che gli stessi adottano per valutarne l'adeguatezza nel continuum gestionale. Spazio, quindi, alla verifica dell'organigramma e del mansionario, dell'adozione di strumenti previsionali e di rendicontazione periodica, nonché di monitoraggio delle performance. È altresì previsto che l'organo di controllo scambi informazioni con il revisore e verifichi periodicamente i flussi informativi prodotti dagli amministratori nonché gli specifici indicatori previsti dal Codice della crisi (debiti scaduti verso dipendenti, fornitori, banche e creditori pubblici qualificati).
Segnalazione e composizione negoziata. Nell'ambito delle norme sulla crisi, degna di nota è la previsione riportata nella n. 11.3 circa la tempestività con la quale l'organo di controllo deve effettuare la segnalazione ex art. 25-octies del Codice della crisi che, per espressa previsione del co. 2 del citato articolo, viene presa a base per la valutazione delle responsabilità dell'organo di controllo. Viene previsto che la segnalazione può reputarsi tempestiva se fatta entro un congruo termine dal momento in cui il collegio sindacale è venuto a conoscenza di una evidente e documentata situazione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che rende probabile l'insolvenza, ossia l'inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi. Altra precisazione, molto incisiva, fatta nella citata norma è quella che, stante la discrezionalità di accesso alla procedura di composizione negoziale della crisi e la tempistica incerta caratterizzante lo stadio di pre-crisi, ritiene applicabile il requisito della tempestività della segnalazione al solo caso della crisi e non anche a quello di pre-crisi. In quest'ultimo caso, infatti, la segnalazione dell'organo di controllo assolve alla funzione di sensibilizzazione dell'organo amministrativo alla valutazione della situazione e all'eventuale adozione di misure di mitigazione del rischio. Tale ultima previsione è, ad avviso degli scriventi, di particolare pregnanza, ai fini della perimetrazione delle responsabilità dell'organo di controllo che potrebbe essere chiamato, a posteriori, a rispondere non solo di fronte a segnalazioni non tempestive di probabile insolvenza, ma anche di probabile crisi (stadio di difficile inquadramento pratico).
I compensi professionali. Fra le altre norme si segnalano le modifiche alla norma 1.6 in tema di compensi professionali, nella quale viene evidenziata la piena applicabilità in capo ai sindaci di società che superino i limiti di cui alla legge 49/2022, dell'equo compenso previsto dal dm 140/2102 (peraltro in via di modificazione). A riguardo si raccomanda ai sindaci di utilizzare ragionevolezza rispetto alle previsioni parametriche, da un lato evitando di applicare compensi irragionevoli in quanto abnormi e quindi sproporzionati alla qualità e quantità del lavoro da svolgere, dall'altro, però anche di evitare di accettare compensi manifestamente sottosoglia lesivi di una leale concorrenza professionale.
Altre nuove norme. Fra le ulteriori novità delle norme spiccano la norma 2.2, finalizzata ad evidenziare il ruolo del presidente del collegio sindacale, chiamato in causa in parte da disposizioni normative ed in parte da una prassi che da sempre lo designa ad organizzare e presiedere i lavori del collegio. Per le società che rientrano nell'ambito di applicazione del d.lgs. 24/2023 (cd. decreto Whistleblowing) viene richiesto al Collegio sindacale se la società si sia opportunamente attivata in tale senso, evidenziando all'organo amministrativo eventuali deficienze. Vengono poi previste ulteriori specifiche prescrizioni per il collegio nel caso di partecipazione ad assemblee totalitarie (norma 4.2) ed una particolare attenzione viene richiesta al collegio nei contratti di affitto di azienda in situazione di crisi (nuova norma 11.11).









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