SCRIVOLIBERO.
Autorizzazione e classificazione delle strutture ricettive: il 30 novembre incontro formativo per dipendenti ex Province e operatori SUAP col patrocinio dell'ANCI Sicilia. Si svolgerà il prossimo giovedì 30 novembre alle ore 9:30 nella sala "Pellegrino" (via Acrone, 27 -Agrigento) un incontro formativo su "Autorizzazione e classificazione delle strutture ricettive", destinato agli operatori degli Sportelli Unici per le Attività Produttive e ai dipendenti degli Uffici Turismo delle Città Metropolitane e Liberi Consorzi Comunali della Sicilia. L'iniziativa è organizzata dal Settore Turismo del Libero Consorzio Comunale di Agrigento e patrocinata dall'A.N.C.I. Sicilia per facilitare la formazione di competenze nel Turismo, e in particolare sulle strutture ricettive.
Gli interessati alla partecipazione possono consultare il sito internet www.provincia.agrigento.it e scaricare la scheda di iscrizione dalla home page, sezione news, inviandola alla email turismo@provincia.agrigento.it entro il prossimo 24 novembre. Per informazioni: 0922-593653, (sig.ra R. Mandracchia, r.mandracchia@provincia.agrigento.it).
LIVESICILIA.
Provinciali e voto nei Comuni: quando bisogna rinviare il ritorno alle urne.Cosa prevede l'orientamento deliberato in Conferenza Stato-città.
ROMA - In 41 consigli provinciali su 76 le elezioni di secondo grado che avrebbero dovuto svolgersi tra fine 2023 e i primi del 2024 sono state rinviate a dopo il turno elettorale amministrativo di giugno.
L'orientamento
Sulla base di un orientamento deliberato in Conferenza Stato-Città, le Province che devono svolgere le elezioni di Consigli e presidenti tra dicembre 2023 e i primi del 2024, dovranno rinviare le elezioni a dopo il turno di elezioni comunali della prossima primavera se oltre il 50% dei sindaci e dei consiglieri comunali giungono a scadenza nel 2024 e devono essere rinnovati con le elezioni degli organi di governo dei rispettivi Comuni.
Provinciali, le regole
Le elezioni per il rinnovo dei 41 Consigli provinciali dovranno svolgersi entro il 45mo giorno dalla data dell'ultima proclamazione degli eletti nei Comuni che parteciperanno alle elezioni amministrative previste per giugno 2024 e dunque, presumibilmente, tra fine luglio e agosto 2024. In Sicilia il centrodestra deve sciogliere un nodo politico sulle provinciali.
LA REPUBBLICA.Province addio. Brutto colpo per Salvini: se ne parla dopo le Europee.
In piena sessione di Bilancio, il dossier - che giace in commissione Affari costituzionali del Senato - è archiviato
Per Matteo Salvini è un altro colpo. Aveva detto che le Province "servono per le scuole, per le strade": da ripristinare al più presto. Aveva giurato che sarebbe stata una battaglia da lui vinta: le avrebbe riportate all'elezione diretta con le competenze, la scelta diretta dei cittadini e i soldi. Per il ministro delle Infrastrutture e leader leghista solo con il ritorno all'antico delle Province, si rimettono in sesto le strade provinciali e le scuole superiori.
LO SPIFFERO
Province, riforma a babbo morto.
Salvini ormai è rassegnato. A giugno non potrà sbandierare la fine della legge Delrio. Problemi di risorse (serve un miliardo all'anno), ma anche tattica all'interno del centrodestra. Meloni spinge il via libera solo dopo le europee
Più che una speranza, un'illusione. Più che una promessa, una boutade. La verità è che, sotto il velo della propaganda e al netto della tattica necessaria col sempre più arrembante e insidioso alleato, neppure al massimo vertice della Lega, col passare delle settimane e dei mesi, era maturata la razionale consapevolezza circa la possibilità di arrivare al voto europeo con la riforma delle Province pronta da offrire al proprio elettorato. Insomma è da un po' che Matteo Salvini se ne è dovuto fare una ragione, ingoiando il rospo cucinato a fuoco lento da Fratelli d'Italia, con il non richiesto ma utile aiuto ai fornelli di un Pd a parole favorevole a mettere definitivamente in soffitta il pasticcio normativo combinato qualche anno fa dal suo ex ministro Graziano Delrio, ma nei fatti sempre con il piede sul freno per non consentire alla Lega di incassare un facile risultato visto il coro unanime e trasversale che da anni contesta aspramente la famigerata legge che porta il nome, appunto, di Delrio.
Problemi di risorse, come anticipato già due mesi fa dallo Spiffero, quelle coperture necessarie a finanziare le non poche competenze che è previsto tornino in caso agli enti territoriali, ma anche intoppi procedurali. Un mix che, ormai è certo, impedirà di arrivare al voto europeo con la legge approvata e il ritorno dell'elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri provinciali, oggi frutto di un voto indiretto e ponderato dei rappresentanti dei Comuni. C'è da trovare un miliardo, non una tantum bensì per ogni anno, ma c'è pure da vincere da parte di Salvini una non nascosta freddezza sul tema da parte di FdI e della stessa Giorgia Meloni per nulla disposta a spianare la strada al suo vicepremier prima del voto europeo e regionale, laddove ci sarà. Palazzo Chigi può contare, per questo, sulla presidente della sottosegretaria agli Interni Wanda Ferro, titolare del dossier e meloniana, appunto, di ferro. Che Salvini puntasse a fare il pieno di voti e si posti nelle Province tornate al voto diretto non è affatto un mistero. Un'ipotesi che specie al Nord e in Piemonte in particolare avrebbe potuto diventare la tempesta perfetta con la concomitanza delle elezioni regionali. Anche e soprattutto per questo i Fratelli hanno incominciato a pigiare sul freno da tempo, tradendo quel patto non scritto e forse mai del tutto approvato dal fronte meloniano che avrebbe dovuto portare su una corsia veloce la riforma.
Certo gli argomenti di Salvini, dalle scuole alle strade, sono di forte presa e di indiscussa importanza e per questo un ritorno al passato delle Province è auspicato da un fronte ampio che annovera moltissimi amministratori locali anche di centrosinistra, vittime della Delrio nel loro agire con problemi tanto concreti quanto più pressanti. Ma il sonno cui pare destinato il testo in Commissione Affari Costituzionali del Senato sembra ormai certo durerà ancora un po' di mesi, quanto basta ad arrivare al giro di boa delle europee e, laddove in programma, delle regionali. Solo dopo, con i nuovi pesi all'interno del centrodestra e un'altra riforma, quella del premierato cara a Meloni, Fdi alzerà il piede dal freno. Ma per Salvini, a quel punto, la strada non sarà più la stessa.
SICILIAONPRESS.
Dimensionamento istituti "G.Guarino e "G.Ambrosini". Molto partecipato, ieri, il consiglio comunale.
Si è svolto ieri pomeriggio il consiglio comunale straordinario, aperto, urgente, trasmesso in streaming, convocato dal presidente del consiglio Miriam Mignemi, in accoglimento della richiesta dei consiglieri comunali Pasquale Cucchiara, Salvatore Bellavia, Angelo Airò Farulla, Massimo Milazzo, Marco Bacchi, Ignazio Sorce e Alessandro Pitruzzella, per manifestare netta contrarietà al dimensionamento scolastico dell'IPSSEOA "G. Ambrosini" e dell'Istituto Comprensivo "G. Guarino" entrambi di Favara.
La sala consiliare era gremita come non mai, oltre 15 gli interventi: da parte del sindaco, del vice sindaco, di alcuni consiglieri, della dirigente scolastica Bruccoleri, di rappresentanti di associazioni varie, di sindacati, di una studentessa e anche dell' arciprete, don Nino Gulli.
È stato sottolineato, qualora non fosse evidente o sufficientemente chiaro, che l' interlocutore non era presente nell'aula consiliare di Piazza Cavour in quanto questi non è, certo, il Comune di Favara.
Don Nino Gulli, neo arciprete della città, facendosi portavoce di tutti i sacerdoti di Favara, preso atto del comune sentire, ha affermato expressis verbis la disponibilità a prendere autobus ed anche aerei per raggiungere, insieme, gli interlocutori.
I vari interventi sono stati un' orchestra che ha suonato la stessa melodia senza nessuna nota stonata: No al dimensionamento, no a logiche "ragionieristiche" come le ha definite la D.S. Bruccoleri, no alla logica (illogica) di considerare le scuole come aziende e che porta a tagliare i costi tralasciando di considerare altro, ha ribadito Manganella.
Le due scuole hanno, entrambe, una loro forte specificità, una loro identità che va preservata non potendo essere declassate da istituti a plessi di altro istituto favarese e, addirittura, non favarese con un/a dirigente non operante strettamente a contatto col territorio e le sue peculiarità.
L'alberghiero è stato per quarant' anni, l "ascensore sociale" per tante famiglie, per tanti ragazzi dal destino ineludibile, ha ricordato la docente Sorce, ; e' stato ricordato che lo chef Schifano ha cucinato per regine e per papi..
Voce unanime, dicevamo, quella di gridare un netto no al dimensionamento e al conseguente accorpamento di istituti, ma per quanto riguarda le possibili soluzioni, le proposte?
Cucchiara indica, ma lui stesso lo definisce un disperato tentativo, un articolo del decreto che farebbe intravedere uno spiraglio cui aggrapparsi per evitare il dimensionamento di entrambi gli istituti, c'è chi ha proposto un accorpamento al M.L. King, chi al Fermi e, in chiusura, Antonio Moscato ha sottolineando che, nella sussistenza di una disposizione che, purtroppo, c'è, una possibile via potrebbe essere, limitatamente all'Ambrosini, quella di trasformarlo in un istituto superiore il che ne farebbe un polo e potrebbe anche essere un' opportunità per rilanciarlo.
ITALIAOGGI.
Pnrr, Fitto: risorse importanti per la crescita. Quarta rata, ok della Commissione UeLa Commissione ha approvato una valutazione preliminare positiva della quarta richiesta di pagamento dell'Italia per 16,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti nell'ambito del Recovery Plan. "La valutazione positiva della Commissione dimostra i grandi progressi fatti dall'Italia", ha commentato Meloni.
"Con la revisione del Pnrr, il governo ha liberato importanti risorse che risulteranno strategiche per la crescita strutturale del Paese, attraverso provvedimenti finalizzati allo sviluppo del sistema produttivo e a garantire una alta qualità della spesa". Lo ha affermato il ministro al Pnrr, Raffaele Fitto, al termine delle otto sessioni di lavoro della cabina di regia.
Gli incontri, suddivisi per 8 singoli tavoli settoriali di lavoro, hanno visto alternarsi i rappresentanti degli enti locali e di tutte le organizzazioni di categoria.
Al centro degli incontri l'illustrazione delle linee guida del nuovo PNRR, e l'importante lavoro svolto per dare impulso alla crescita economica e per la modernizzazione del Paese, attraverso sette nuove riforme, di cui cinque relative alla missione REPowerEU. Nel corso dei tavoli istituzionali, Fitto ha ripercorso le tappe della revisione, e della strategia seguita per coordinare il Pnrr al fondo complementare, alle risorse delle politiche di coesione e del fondo disviluppo e coesione. "I risultati finora ottenuti confermano la validità del percorso intrapreso e del metodo di lavoro adottato. E per questo esprimo grande soddisfazione, e il ringraziamento per la collaborazione da parte di tutti", ha aggiunto il ministro. Nei prossimi giorni il confronto con i soggetti attuatori continuerà a livello tecnico, per definire le modalità e i termini per assicurare la realizzazione di tutti gli interventi avviati.
Pnrr, via libera della Commissione Ue alla quarta rata
La Commissione ha approvato una valutazione preliminare positiva della quarta richiesta di pagamento dell'Italia per 16,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti nell'ambito del Recovery Plan.
"Il pagamento dei 16,5 miliardi di euro è previsto entro la fine di quest'anno. L'Italia avrà ricevuto entro il 2023 circa 102 miliardi di euro, quindi più della metà del Pnrr. L'Italia sarà anche l'unico Stato membro dell'Unione europea ad aver ricevuto il pagamento della quarta rata", ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video sui social dopo il via libera della Commissione europea alla quarta rata.
"La valutazione positiva della Commissione dimostra i grandi progressi fatti dall'Italia e, a pochi giorni dall'approvazione da parte della Commissione europea della revisione generale del Pnrr, conferma il grande impegno del Governo al fine di attuare pienamente il Pnrr per rendere il Paese più moderno e più competitivo". Lo afferma la premier Giorgia Meloni in un video sui social in cui conferma che "la Commissione ha approvato la quarta richiesta di pagamento dell'Italia, di 16,5 miliardi di euro, confermando che l'Italia ha raggiunto tutti i 28 obiettivi e traguardi previsti".
"Gli obiettivi e i traguardi raggiunti nella quarta rata - spiega Meloni - riguardano importanti riforme nei settori dell'inclusione sociale e degli appalti pubblici, nonché misure necessarie per proseguire l'attuazione delle riforme in materia di giustizia e pubblica amministrazione. I principali investimenti oggetto della richiesta di pagamento sono legati alla digitalizzazione, in particolare per quanto riguarda la transizione dei dati delle pubbliche amministrazioni locali verso il cloud, lo sviluppo dell'industria spaziale, l'idrogeno verde, i trasporti, la ricerca, l'istruzione e le politiche sociali".
ITALIAOGGI.
Pnrr, professioni in campo per accelerare le procedure amministrative. Affidare con ruolo di sussidiarietà i compiti della Pa ai professionisti ordinistici, che per le loro specifiche competenze, possono accelerare le procedure amministrative, contribuendo a ridurre gli adempimenti burocratici correlati al Pnrr. È una delle proposte presentate da Profession Italiane, in occasione della Cabina di regia per il Pnrr istituita dal ministro Fitto.
Affidare con ruolo di sussidiarietà i compiti della Pubblica Amministrazione ai professionisti ordinistici, che per le loro specifiche competenze e il loro ruolo di terzietà possono accelerare le procedure amministrative, contribuendo di conseguenza a ridurre gli adempimenti burocratici correlati al Pnrr.
È una delle proposte presentate da ProfessionItaliane, l'Associazione costituita dal Comitato Unitario delle Professioni (CUP) e dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT) in rappresentanza di 23 Consigli Nazionali degli Ordini e oltre 2 milioni di professionisti, in occasione della Cabina di regia per il Pnrr istituita, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministro agli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffele Fitto, per discutere della revisione del Piano approvata dalla Commissione europea.
I professionisti per accelerare i processi amministrativi
Come si legge nel comunicato stampa dell'Associazione, nel ribadire la disponibilità degli Ordini professionali a contribuire ad una rapida attuazione del PNRR, i vertici di CUP e RPT (rappresentati rispettivamente dai Presidenti Rosario De Luca e Armando Zambrano), hanno posto l'accento anche sulla possibilità di utilizzare le competenze e la preparazione dei professionisti per favorire una maggiore semplificazione normativa.
In particolare, per ridurre l'impatto delle norme prescrittive, che possono rappresentare un limite all'applicazione di nuove tecnologie e all'utilizzo di competenze ed esperienze dei professionisti, completando il quadro normativo con le norme consensuali, prodotte dell'Ente Nazionale di Unificazione Normativa (UNI). ProfessionItaliane, inoltre, ha evidenziato la necessità di attuare i Piani per la prevenzione sismica ed idrogeologica attraverso un uso sostenibile degli incentivi fiscali e di adeguare e aggiornare le norme in favore della capacità di concorrenza del nostro sistema Paese. Ad esempio, quelle riguardanti le Società tra Professionisti, l'equo compenso per gli incarichi della Pubblica Amministrazione e la normativa sulla sicurezza del lavoro. Ma anche le misure per la tutela dell'agricoltura e del patrimonio boschivo, alcuni provvedimenti per la riorganizzazione del mondo sanitario che valorizzino le professionalità ordinistiche e nuove normative fiscali e previdenziali che tutelino maggiormente il cittadino.
LENTEPUBBLICA.
Dipendenti comunali sotto controllo: zero critiche social alle amministrazioni.
Diventa sempre più forte l'attenzione alle attività social dei dipendenti comunali: sono sempre di più i casi in cui si stringono le maglie del controllo sulle critiche dei dipendenti alle amministrazioni, che rischiano sanzioni anche pesanti.
In un contesto in continua evoluzione, il Codice di Comportamento per i dipendenti pubblici, di recente revisionato alla luce delle tecnologie social e dei principi di non discriminazione, si presenta come un documento che mira a stabilire linee guida etiche e comportamentali, adattate alle sfide del contemporaneo ambiente lavorativo e alle dinamiche sociali.
Il nuovo Codice, formulato in risposta alle mutate condizioni socio-lavorative, si distingue per il suo impegno a promuovere un ambiente di lavoro inclusivo, dove ogni dipendente, indipendentemente dalle sue caratteristiche personali, possa sentirsi rispettato.
La novità più significativa è rappresentata infatti dal richiamo all'utilizzo responsabile degli strumenti informatici e dei social media, che sottolinea l'importanza di preservare l'immagine dell'ente.
Stop alle critiche social alle amministrazioni per i dipendenti comunali
Tuttavia, accanto ad alcuni esempi di Comuni che insistono su questo punto in modo più oculato sono sempre più le controversie che stanno emergendo in materia, con una situazione che, per alcuni, sta diventando una manovra di controllo fine a se stessa.
Ovviamente si tratta di punti di vista contrapposti. Da un lato alcuni Enti hanno recentemente implementato nuove regolamentazioni attraverso i rispettivi Codici di Comportamento, direttamente sulla falsariga delle nuove disposizioni aggiornate quest'anno.
Dall'altro lato alcuni recenti casi hanno portato al licenziamento dei dipendenti che hanno mosso alcune critiche alle amministrazioni di appartenenza, ponendo interrogativi sul confine tra il diritto alla propria espressione e un atteggiamento lesivo nei confronti dei propri datori di lavoro.
Gli esempi dei Comuni di Chieti e Thiene (Vicenza)
Nei casi che citiamo, relativi alle amministrazioni di Chieti, in Abruzzo, e di Thiene, in provincia di Vicenza nel Veneto, l'attenzione si è concentrata sull'uso etico dei social media, richiedendo ai dipendenti di astenersi da commenti offensivi e di distinguere chiaramente le opinioni personali dalla posizione dell'amministrazione.
Il Comune di Chieti, ad esempio, ha motivato le regole più stringenti mettendo in evidenza il riconoscimento della crescente importanza di internet e dei social media nella sfera professionale. La normativa invita i dipendenti a esercitare cautela nell'utilizzo dei propri profili personali, chiarendo che le opinioni espresse devono risultare chiaramente distinte dalla pubblica amministrazione di appartenenza. Questa mossa è un tentativo di armonizzare la libertà personale dei dipendenti con la necessità di tutelare il prestigio dell'istituzione.
A Thiene si è andati oltre: il Comune ha implementato un decalogo di buone prassi nell'ambito del suo Codice Comportamentale Comunale. Questo decalogo mira a scoraggiare comportamenti online che potrebbero danneggiare la reputazione dell'ente. Oltre a richiedere la dichiarazione dell'affiliazione al Comune nei profili online, si incentiva la promozione attiva dell'ente attraverso la condivisione di materiale ufficiale. Inoltre, si chiede ai dipendenti di vigilare sulla qualità delle informazioni condivise. L'amministrazione invita infine i dipendenti a segnalare eventuali commenti online negativi sull'amministrazione, promuovendo un ambiente digitale più controllato e "trasparente".
Limitare l'uso dei social rende l'amministrazione più efficiente?
In un'epoca in cui la comunicazione digitale gioca un ruolo cruciale, la questione di limitare l'uso dei social per i dipendenti pubblici solleva interrogativi fondamentali.
Se da un lato è chiaro che norme etiche e di comportamento sono necessarie per preservare l'immagine dell'amministrazione, dall'altro emerge la riflessione critica: fino a che punto limitare la libertà online dei dipendenti può effettivamente contribuire all'efficienza delle amministrazioni?
Il delicato equilibrio tra la necessità di tutelare l'istituzione e il rischio di limitare la libertà individuale pone una serie di domande aperte sulla reale efficacia di queste restrizioni.
La sfida è trovare il giusto compromesso che, anziché limitare, possa incentivare un uso responsabile dei social media da parte dei dipendenti, contribuendo così a una maggiore trasparenza e efficienza delle amministrazioni.
Privacy online: tra diritto di critica e licenziamento
In aggiunta, emerge un'ulteriore sfida legata alla giurisprudenza e ai controlli datoriali riguardo all'utilizzo dei social media da parte dei dipendenti. La crescente attenzione da parte dei datori di lavoro su like, messaggi, emoticon e post apre un dibattito sui limiti della privacy in ambito lavorativo.
Se, in generale, i messaggi scambiati in chat private sono coperti dal segreto della corrispondenza e non possono fondare una responsabilità disciplinare, diverso è il caso dei post pubblici sui social network. La diffusività maggiore di tali post può giustificare addirittura il licenziamento, come evidenziato in casi come quello di Catanzaro e Roma.
Una delle problematiche emergenti riguarda il confine tra la libertà di espressione digitale e le conseguenze lavorative che possono derivarne.
Il caso di Catanzaro
Il caso di Catanzaro illustra vividamente come la diffusività di un post sui social possa trasformare un atto di critica personale in una questione disciplinare. Qui, un'addetta alla mensa scolastica ha pubblicamente criticato su Facebook la qualità del cibo somministrato, mettendo persino in dubbio l'onestà dei consiglieri comunali responsabili dell'ispezione.
La Corte di appello di Catanzaro ha sancito che un'azione del genere, vista la portata pubblica del post, giustifica il licenziamento. Questo caso mette in evidenza il delicato equilibrio tra la libertà di esprimere opinioni personali e la responsabilità del dipendente nei confronti dell'immagine della propria amministrazione.
Il caso di Roma
Un altro esempio proviene da Roma: una dipendente è stata licenziata dopo aver pubblicato un video su TikTok lamentandosi della sua giornata di lavoro.
Il Tribunale di Roma ha ritenuto che, nonostante la piattaforma sia di natura più informale, il video pubblico con commenti negativi violasse il rispetto dovuto al datore di lavoro.
La pubblicità e la diffusività di questi post possono infatti amplificare l'impatto delle critiche, portando a conseguenze lavorative più gravi di quanto potrebbe accadere in situazioni analoghe offline.
Conclusioni
Il controllo da parte del datore di lavoro sui profili social dei dipendenti, unito alle sanzioni per post offensivi o scritti durante l'orario di lavoro, solleva interrogativi sulla sottoposizione della sfera privata dei dipendenti a una forma di sorveglianza digitale.
Questione ancora più complessa quando si considerano elementi come emoticon, numero di amici e commenti condivisi, presi in considerazione dai datori di lavoro nel valutare la condotta dei dipendenti.
Queste nuove dinamiche evidenziano la necessità di definire chiaramente i confini tra la libertà individuale online e la responsabilità nei confronti del datore di lavoro. La giurisprudenza, in costante evoluzione, sta scrivendo i confini della privacy in ambito lavorativo e social, e i dipendenti, comunali e non, si trovano ora a navigare in acque digitali sempre più sorvegliate e con meno possibilità di espletare critiche alle amministrazioni.
LENTEPUBBLICA.
È sempre obbligatoria l'erogazione della tredicesima?
Come sappiamo, fra pochi giorni sarà erogata la tredicesima, ma è sempre obbligatoria? Vediamolo insieme.
Mancano pochi giorni all'arrivo di dicembre e presto arriverà anche la tredicesima nelle tasche di milioni di italiani.
La tredicesima è una mensilità retributiva aggiuntiva, che viene erogata ai lavoratori dipendenti, per il periodo natalizio. Le tempistiche dell'erogazione variano da settore a settore ma, in linea generale, viene erogata prima delle feste natalizie.
Ma la tredicesima è obbligatoria per tutti? Vediamolo insieme.
Tredicesima: quando non è obbligatoria l'erogazione?
Se si è un lavoratore dipendente, il datore di lavoro deve obbligatoriamente erogare la tredicesima e, al massimo, può decidere la modalità di erogazione, pur rispettando le regole del contratto collettivo.
Un'alternativa al pagamento della tredicesima, nel periodo natalizio, può essere la distribuzione nelle buste paga, invece di elargirla in un'unica soluzione alla fine dell'anno.
Ma occorre fare una precisazione: se non si svolge una vera e propria attività di lavoro subordinata, la tredicesima non è obbligatoria.
Ecco i casi in cui non è obbligatoria:
Stage o tirocinio (essendo attività formative e non lavorative);
Collaboratori (Co.Co.Co);
Lavoratori autonomi;
Partite Iva;
Lavoratori a progetto;
Lavoratori parasubordinati.
Oltre ai lavoratori subordinati (a tempo pieno indeterminato o determinato e part-time), rientrano nei casi in cui è obbligatoria l'apprendistato, il contratto di lavoro a chiamata, il lavoro intermittente, il lavoro stagionale, i pensionati e altri casi particolari, come i dirigenti e i lavoratori domestici.
Tredicesima: cosa si rischia a non pagarla?
Nel caso di mancato pagamento della tredicesima, scattano delle sanzioni per il datore di lavoro inadempiente.
Innanzitutto, il lavoratore può procedere autonomamente con un sollecito e il datore di lavoro sarà obbligato a pagare la tredicesima entro 40 giorni.
Dopo il ricorso all'Ispettorato Nazionale del Lavoro o ai sindacati, che fungeranno da intermediario con l'azienda, per far riconoscere il contributo al lavoratore. Se continuerà a non essere pagata, bisognerà ricorrere al decreto ingiuntivo.
Il mancato pagamento della tredicesima, inoltre, può essere utilizzato come motivo per giustificare le dimissioni per giusta causa.