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rassegna stampa del 5 dicembre 2023

lentepubblica.it
Danno erariale se si falsificano attestati dei permessi studio
A occuparsene di recente è una sentenza della Corte dei Conti: danno erariale al dipendente che falsifica gli attestati di frequenza utili ai fini della fruizione dei permessi studio.Il comportamento scorretto di un dipendente pubblico, condannato penalmente per la produzione di attestati falsi, ha portato a una sentenza della Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Puglia (sentenza n. 341/2023).L'accusa? Danno erariale derivante dall'indebita percezione di permessi retribuiti attraverso la presentazione di documenti contraffatti.
La normativa
La legge 300/1970, nota come Statuto dei Lavoratori, riconosce ai lavoratori il diritto di accedere a corsi di studio attraverso permessi retribuiti.
L'articolo 10 dello Statuto garantisce ai lavoratori studenti la possibilità di fruire di tali permessi per frequentare corsi regolari di studio.La contrattazione collettiva, come stabilito nell'articolo 46 del Contratto del 16 novembre 2022 per il Comparto Funzioni Locali, specifica il numero massimo di ore di permesso annue, nel caso specifico 150 ore.LE disposizioni in tema di diritto allo studio sono finalizzate nello specifico alla preparazione ad esami universitari: possono essere attribuite e conteggiate le quattro giornate lavorative immediatamente precedenti agli esami sostenuti in ragione di sei ore giornaliere. Risulta evidente che la fruizione dei permessi debba essere strettamente connesso a finalità di studio.
La controversiaIl caso evidenzia l'importanza del rispetto delle normative sui permessi studio e la severità delle conseguenze per comportamenti fraudolenti. La sentenza della Corte dei Conti pone l'accento sulla responsabilità dei dipendenti pubblici nel garantire la corretta documentazione delle attività accademiche per usufruire dei benefici concessi.Un dipendente pubblico è stato scoperto a inviare attestati falsi per giustificare assenze dal lavoro. Le indagini condotte dal datore di lavoro hanno dimostrato che gli esami non erano stati sostenuti, e le date riportate risultavano fraudolente.
Il dipendente è stato condannato penalmente, e la questione è giunta alla magistratura contabile.La sentenza: danno erariale a chi falsifica gli attestati di frequenza dei permessi studioLa Corte dei Conti pugliese, nella sentenza n. 341/2023, ha dichiarato che l'uso di certificazioni fraudolente costituisce il presupposto per il risarcimento del danno patrimoniale.Il dipendente è stato accusato di aver agito con dolo, conscio di percepire la retribuzione senza effettivamente svolgere le attività universitarie che giustificavano i permessi.Il giudizio di responsabilità ha portato dunque alla condanna del dipendente al pagamento di 1.463,56 euro. Questa cifra rappresenta non solo la restituzione delle somme indebitamente percepite ma comprende anche gli interessi legali e una rivalutazione monetaria.È importante sottolineare che la Corte dei Conti ha respinto le contestazioni presentate dal dipendente: il giudice penale ha, infatti, argomentato che i fatti penali risultano provati dalle risultanze degli accertamenti effettuati, e le firme apposte sugli attestati di sostenimento degli esami nelle date indicate sono risultate false.


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Finanziaria, passo avanti nella notte: ora parola alla commissione Bilancio

Lunedì difficile per la maggioranza
Una giornata non semplice quella di lunedì per la maggioranza, con il governatore Renato Schifani costretto a stringere le viti della sua coalizione in un vertice pomeridiano a Palazzo dei Normanni con i capigruppo del centrodestra e i presidenti di commissione. Coalizione di governo che ha faticato non poco non poco nel per coprire tutte le zone del campo nelle tre commissioni e non sono mancati i problemi interni. "Commissioni chiuse e riconvocate a un'ora solo per consentire alla maggioranza di fare le sostituzioni degli assenti che non possono essere fatte durante la seduta in corso", è stato lo sfogo del deputato di Sud chiama nord Pippo Lombardo.Tensioni Dc-FdI in commissioneIl centrodestra è riuscito ad evitare l'ennesimo harakiri che si profilava all'orizzonte dopo che Fratelli d'Italia aveva contestato, in commissione Affari istituzionali, l'articolo 5 della finanziaria che prevede contributi ai Comuni per manifestazioni e iniziative sotto la gestione dell'assessorato alle Autonomie locali, guidato da Andrea Messina (Dc).
L'ipotesi che FdI potesse votare un emendamento firmato dalle opposizioni, che allargava la platea dei destinatari delle risorse a tutti i Comuni siciliani aumentando anche la dotazione finanziaria, ha mandato in tilt i lavori della commissione. A quel punto il presidente della commissione, Ignazio Abbate (Dc), ha sospeso tutto ed è intervenuta la riunione con Schifani. Ripresi i lavori, la commissione ha licenziato la manovra.Finanziaria, è corsa contro il tempoPer la prima volta dopo tanti anni, per questa manovra, che vale circa un miliardo di euro, il governo ha previsto la copertura finanziaria delle norme soltanto attraverso fondi regionali, senza fare ricorso a risorse extra-regionali come si è fatto nel passato. Maggioranza e opposizioni continuano a mantenere le proprie posizioni, anche se si susseguono i colloqui informali tra le parti per arrivare a una intesa ed evitare il braccio di ferro che si sta concretizzando con una valanga di emendamenti da parte del trio Pd-M5s-Sud chiama nord. Il governo punta a incassare l'ok dell'Ars alla manovra entro il 31 dicembre.















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