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rassegna stampa dal 23 al 27 dicembre 2023

agrigentonotizie.it
Visite fiscali, arrivano le nuove fasce orarie Inps: uguali per pubblico e privatoCome cambiano le fasce di reperibilità per chi va in malattia: la circolare Inps


Cambiano gli orari di reperibilità per le visite fiscali. L'Inps ha dato indicazioni sulle nuove fasce sono state ridotte per essere adeguate ai lavoratori privati e riguardano i dipendenti pubblici. La modifica arriva dopo una sentenza del Tar che ha annullato il decreto Madia-Poletti su chi si assentava dal lavoro per malattia. "Un evento come la malattia non può essere trattato diversamente a seconda del rapporto di lavoro intrattenuto dal personale che ne viene colpito", spiegava la sentenza. Ora, la reperibilità per le visite fiscali funzionerà allo stesso modo per i dipendenti pubblici e privati.Le nuove fasce orarie di reperibilità per le visite fiscali nel 2024La circolare dell'Inps menziona proprio la sentenza del Tar che mette sullo stesso piano dipendenti pubblici e privati. In precedenza, funzionava così: "In caso di assenza per malattia, le fasce di reperibilità dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni sono fissate secondo i seguenti orari: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. L'obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi".Ora, "Al fine di armonizzare la disciplina dei settori pubblico e privato - si legge nel documento Inps - con decreto del ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, di concerto con il ministro del lavoro e delle politiche sociali, sono stabilite le fasce orarie di reperibilità entro le quali devono essere effettuate le visite di controllo e sono definite le modalità per lo svolgimento delle visite medesime e per l'accertamento, anche con cadenza sistematica e ripetitiva, delle assenze dal servizio per malattia".
Secondo la comunicazione Inps n. 4640 del 22 dicembre, nel 2024 le visite fiscali dei lavoratori pubblici dovranno essere effettuate nei seguenti orari: dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 17 alle 19 di tutti i giorni, compresi domeniche e festivi.


teleacras.it
Rete idrica Agrigento, aggiudicato l'appalto
I lavori per la ricostruzione della rete idrica di Agrigento affidati ad un consorzio d'imprese: due catanesi e una di Favara. Opere per quasi 40 milioni di euro.


E' stata aggiudicata dall'Aica, l'Azienda idrica pubblica dei Comuni agrigentini partorita dalle ceneri della privata Girgenti Acque, la gara d'appalto per il recupero e la ricostruzione della rete idrica di Agrigento. Si tratta di lavori già programmati da Girgenti Acque e adesso aggiornati alle condizioni attuali. Il primo progetto risale infatti all'epoca della legislatura del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che nel 2009 si recò personalmente al Municipio di Agrigento per annunciare la lieta novella, tanto che si propose di assegnargli la cittadinanza onoraria al merito. In una delle relazioni allegate ai documenti di gara si leggono, in sintesi, le ragioni per le quali è necessario intervenire. Ed è stato scritto: "Il sistema idrico complessivo di Agrigento, sia per condizioni esterne dovute alla scarsa dotazione idrica fornita dalle principali fonti di approvvigionamento, sia per condizioni interne connesse alle disfunzioni strutturali della rete di distribuzione ed alla complessa e frammentata articolazione del sistema di accumulo, non è in grado di garantire un adeguato livello di distribuzione secondo le previsioni di dotazione specifica richiesti dal Piano d'ambito". E dunque saranno in scaletta diverse operazioni che, ancora teoricamente in attesa del riscontro pratico, garantiranno il potenziamento delle erogazioni idriche e l'integrazione della rete nelle aree adesso scarsamente servite. E' previsto anche un sistema di telecontrollo "per - si legge nel progetto - l'acquisizione in tempo reale dei dati di portata e pressione necessari per i bilanci idrici e il controllo delle perdite". Ebbene, alla gara d'appalto, aggiudicata con il sistema dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ovvero la scelta del maggior ribasso e anche delle proposte tecniche migliorative rispetto al progetto, hanno partecipato sei imprese, soprattutto Ati, ossia associazioni temporanee d'imprese. L'appalto, da quasi 40 milioni di euro (esattamente 39 milioni e 200.000 euro), è stato vinto dalla triade composta dal consorzio "Della" e dalle imprese "Gen. Costruzioni" ed "Essequattro Costruzioni", che hanno offerto un ribasso del 30,33 per cento sulla base d'asta. Consorzio "Della" e "Gen. Costruzioni" sono catanesi, di Maletto. "Essequattro Costruzioni" ha sede invece a Favara. E' una delle maggiori imprese edili della provincia agrigentina, e opera su tutto il territorio nazionale. Nel sito di riferimento si legge: "Divide i propri settori di attività tra pubblico e privato spaziando dalle costruzioni residenziali a quelle industriali e stradali nonché dalle opere idrauliche a difesa del suolo alla realizzazione di reti gas e acquedotti, alla realizzazione di impianti e serre fotovoltaiche". E poi si sottolinea: "Essequattro Costruzioni è leader nella realizzazione e manutenzione ordinaria di acquedotti, ed ha come obbiettivo la qualità dell'acqua trasportata lungo le condotte in aggiunta ad un risparmio idrico derivante da una progettazione del sistema scrupolosa".



lentepubblica.it
Nuova proroga del bilancio di previsione degli enti locali al 2024
Dopo le richieste effettuate da Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e UPI (Unione Province d'Italia) arriva una nuova proroga del bilancio di previsione degli enti locali al 2024: ecco la nuova scadenza.A deciderlo è stata l'ultima seduta della Conferenza Stato, Città ed Autonomie locali che ha dato il suo parere favorevole, ai sensi dell'articolo 151, comma 1, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per il differimento dei termini per l'approvazione dei bilanci di previsione degli Enti locali.La decisione arrivata a seguito delle richieste di Anci e Upi in cui i presidenti Antonio Decaro e Michele De Pascale chiedevano lo slittamento al ministro Piantedosi, in considerazione della "grande indeterminatezza sul versante delle entrate e l'impatto ancora incerto di molte previsioni di carattere fiscale e contabile".La crisi energetica ancora in corso e gli scenari di guerra aperti su più fronti generano infatti incertezza sul versante delle entrate e sull'impatto che alcune previsioni di carattere fiscale e contabile stanno avendo sui conti pubblici.Per questo motivo questa nuova proroga rappresenta una vera e propria boccata d'ossigeno per tutti i soggetti coinvolti, che adesso avranno più tempo per ottemperare a tutti gli obblighi contabili.Nuova proroga del bilancio di previsione degli enti locali al 2024Arriva così il via libera ufficiale a una ulteriore proroga rispetto al termine attuale, già oggetto di precedente proroga: allo stato attuale infatti il 31 dicembre 2023 era l'ultimo giorno per adempiere.La nuova scadenza adesso risulta fissata al prossimo 15 marzo 2024.Si ricorda che l'approvazione dei bilanci rappresenta un momento fondamentale per la contabilità degli Enti locali: questo importantissimo adempimento riguarda la gestione contabile dell'Ente. In linea di principio la bozza del bilancio di previsione viene predisposta ogni anno dalla Giunta, presentata al Consiglio comunale e approvata entro la fine dell'anno precedente.Salvo ovviamente proroghe, come avviene di consueto negli ultimi anni.L'impatto positivo della prorogaSi tratta di una proroga importante, che ha dunque spostato in avanti di ben quasi tre mesi il termine per l'approvazione definitiva.Una proroga che potrebbe inoltre rivelarsi strategica per quegli enti che a questo punto hanno anche più tempo per valutare di rivedere aliquote e tariffe per l'anno prossimo.



Manovra 2024, per le Province "misure insufficienti"
L'Unione delle Province d'Italia (UPI) si esprime sulla Manovra 2024: "Misure insufficienti: non si risolve la crisi dei bilanci con il 10% di tagli in meno". de Pascale "Ancora poca attenzione ai territori"."Con le modifiche approvate in Senato, l'impatto dei tagli previsti dalla manovra di bilancio per le Province per il 2024 e il 2025 si riduce di appena il 10%: con uno squilibrio del comparto che si attesta a 841 milioni, è evidente che un intervento di portata così limitata non risolve in alcun modo la condizione di crisi dei bilanci delle Province, con ripercussioni sia sui servizi ai cittadini che sugli investimenti".Lo dichiara il Presidente di UPI Michele de Pascale rispetto alle modifiche alla manovra introdotte dal Governo, che portano ad un alleggerimento dei tagli agli enti locali, Province, Comuni e Città metropolitane, di circa 70 milioni l'anno dal 2024 al 2027. "Nonostante il Governo, con queste modifiche e con l'istituzione di un Fondo di 10 milioni l'anno per il 2024 e il 2025 per le Province in dissesto e predissesto, dimostri di aver compreso la fondatezza delle nostre richieste - sottolinea il Presidente di UPI - le misure introdotte sono assolutamente insufficienti". "Avevamo chiesto al Governo Meloni e al Parlamento che in questa manovra fossero contenuti interventi strutturali per stabilizzare i bilanci delle Province e rafforzarle dal punto di vista organizzativo, anche per non compromettere gli investimenti su cui siamo impegnati, a partire dal PNRR e dal PNC. La mancanza di queste misure, così come il non rispetto dell'impegno a rafforzare queste istituzioni dal punto di vista istituzionale con una revisione della riforma ormai bloccata da mesi - conclude il Presidente dell'UPI - evidenzia come nei fatti ci sia una scarsa attenzione per i territori. Per questo oggi in Conferenza Unificata l'UPI ha espresso parere negativo sulla legge di bilancio ".



qds.it
In Sicilia tornano le ex Province, si attende solo l'ok dell'Ars: cosa prevede il disegno di legge
Sempre più concreto il ritorno delle ex Province, si attende solo il voto finale dell'Ars. Ecco cosa cambierà in Sicilia.Importante passo avanti per il ripristino delle ex Province in Sicilia. La Prima Commissione Affari Istituzionali dell'Assemblea regionale siciliana ha infatti dato il via libero definitivo al disegno di legge che prevede il ritorno dei vecchi Enti.Il ddl dovrà adesso transitare in Aula all'Ars, con l'emiciclo di Palazzo d'Orleans che dovrà esaminare il testo e pronunciarsi con il voto finale che avallerà una volta per tutte la "rinascita" delle Province siciliane.Con l'approvazione della nuova legge, i cittadini dovranno quindi partecipare alla consultazione per eleggere i presidenti, i consiglieri e gli assessori. comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani composti dai Comuni delle corrispondenti province regionali.
Non spariranno, invece, quelli di Palermo, Catania e Messina, che conserveranno l'attuale denominazione di Città Metropolitane.
Secondo il disegno di legge, verrà introdotta la figura del consigliere supplente, verranno stabilite delle quote rosa nelle liste con almeno un quarto delle candidature che sarà riservato alle donne. Ma non solo. Verrà prevista la doppia preferenza di genere come ne Comuni, sarà introdotto il collegio unico per l'elezione del presidente della Città Metropolitana e della Provincia.












































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