lentepubblica.it
Incarico fiduciario nella Pa: non basta il solo esame del curriculum
Per la Cassazione vige la becessità dell'adeguata motivazione per un incarico fiduciario nella Pubblica amministrazione: per questo motivo la selezione basata sul solo esame del curriculum non è sufficiente.La Corte di Cassazione ha recentemente esaminato un ricorso presentato da un ente che ha visto annullare un proprio provvedimento derivante da una selezione basata esclusivamente sull'esame dei curriculum. Il motivo dell'annullamento è emerso poiché un ricorrente ha ottenuto il riconoscimento, da parte della Corte d'Appello, di maggiori meriti in base ai titoli posseduti. Ciò ha aperto la strada al diritto al risarcimento del danno per "perdita di chance".L'ente, nel difendersi, ha sostenuto di aver agito in virtù di un "rapporto fiduciario", motivo per cui ha preso in considerazione l'esame semplice dei titoli posseduti.
La Corte Suprema, senza approfondire dettagliatamente la natura specifica della "fiduciarietà" dell'incarico in questione, ha messo in luce un punto cruciale.Essa ha enfatizzato che, anche in presenza di un incarico fiduciario conferito da una pubblica amministrazione all'interno di un rapporto di impiego pubblico contrattualizzato, non si esclude l'obbligo, in conformità ai principi dell'art. 97 della Costituzione, di buon andamento e di imparzialità dell'azione amministrativa, l'Amministrazione è tenuta a motivare adeguatamente la decisione presa. Questo aspetto è fondamentale per garantire trasparenza e giustizia nel contesto dell'azione amministrativa.La Corte Suprema ha ulteriormente precisato che l'annullamento di una delibera di conferimento di incarico, dovuto alla mancanza di una motivazione adeguata nella comparazione dei curricula degli aspiranti, non implica automaticamente una presunzione di nomina nell'incarico per il ricorrente, come erroneamente sostenuto dalla Corte d'Appello.La Corte Suprema ha chiarito infatti che la nomina può avvenire solo successivamente, una volta che l'Amministrazione abbia rinnovato la procedura. Il processo di selezione e decisione deve essere dunque riavviato, rispettando gli standard richiesti e motivando adeguatamente la scelta, inclusa la valutazione dei curricula.
ex province.
Elezioni amministrative: il commento dell'UPI
"Persa occasione importante per riportare al voto le Province. Il Senato riprenda la discussione sulla legge per le Province. [...] L'election day di primavera poteva essere l'occasione per riportare finalmente le Province al voto con l'elezione diretta, a dieci anni dalla Legge 56/14 che ha imposto l'elezione di secondo livello. Invece si è persa ancora una volta l'occasione per riportare le Province alla completa operatività e restituire ai cittadini il diritto di votare anche per queste istituzioni della Repubblica".Questo è il commento del Presidente dell'UPI Michele de Pascale alla notizia del decreto legge sulle elezioni approvato dal Consiglio dei Ministri."La Commissione affari costituzionali del Senato - sottolinea de Pascale - ha proceduto spedita, fino alla definizione di un Testo Unificato sulle Province che non solo ristabilisce le elezioni dirette, nel rispetto della Costituzione e della Carta europea delle Autonomie locali, ma ridefinisce funzioni e organi, riportando chiarezza e restituendo forza ai territori. Da diversi mesi, però, questo percorso si è bloccato senza alcuna ragione, visto che non ci sono obiezioni o rilievi tali da giustificare l'abbandono dei lavori e, anzi, c'è ormai concordia sulla urgenza e sulla necessità di una revisione di norme che negli anni hanno prodotto confusione e criticità sui territori. Facciamo appello alla Commissione Affari Costituzionali del Senato perché riprenda al più presto la discussione sul Testo unificato sulle Province, perché le prossime elezioni amministrative siano l'ultima delle occasioni mancate per restituire ai cittadini il diritto di votare anche per queste istituzioni della Repubblica".
agrigentonotizie.it
Borse di studio 2024 pronte ad essere erogate: come fare per presentare la domanda
Il beneficio è destinato esclusivamente gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, pubbliche e private paritarie
E' tutto pronto per l'erogazione delle borse di studio 2024. Entro il 23 febbraio bisognerà presentare la domanda.Dunque, anche per l'anno scolastico 2023/2024, il Ministero dell'Istruzione e del merito ha stabilito di attivare le procedure per l'erogazione delle borse di studio destinate esclusivamente gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, pubbliche e private paritarie. A darne notizia è la dirigente del settore Pubblica istruzione del Libero consorzio comunale di Agrigento Maria Antonietta Testone.
Potranno presentare le domande tutti gli studenti il cui nucleo familiare abbia un ISEE pari o inferiore a 8mila euro. La presentazione dovrà essere effettuata da uno dei genitori o da chi ne ha la potestà oppure dallo studente se maggiorenne. Dovranno essere allegati l'attestazione Isee in corso di validità, la fotocopia del documento di riconoscimento della persona che richiede il beneficio (padre, madre, tutore o studente maggiorenne) in corso di validità, fotocopia del documento di riconoscimento e codice fiscale dello studente destinatario della borsa di studio. La domanda di partecipazione dovrà essere presentata esclusivamente presso l'istituto scolastico frequentato, entro e non oltre il 23 febbraio. La circolare e i relativi allegati saranno pubblicati sul sito del Dipartimento regionale dell'istruzione, dell'università e del diritto allo studio sul sito www.regione.sicilia.it.
LENTEPUBBLICA.
Ecco come cambiano i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego.
A fissare le nuove regole è il testo della direttiva "madre" elaborata dal Dipartimento per la Funzione Pubblica: le nuove disposizioni ci fanno capire come cambiano adesso i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego.
Nell'ambito dei rinnovi contrattuali per il triennio 2022-2024, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha delineato un approccio innovativo volto a migliorare le condizioni di lavoro e a consolidare il senso di appartenenza alle istituzioni.
Tra tutti i punti, in un contesto in cui le dinamiche organizzative e lavorative rivestono un ruolo sempre più centrale, è il welfare integrativo che emerge come chiave strategica per il rafforzamento del benessere del personale pubblico.
Scopriamo dunque quali saranno le nuove leve su cui si agirà nella formulazione e nelle trattative dei prossimi CCNL per tutti i dipendenti pubblici.
Come cambiano i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego?
Il nuovo approccio pone al centro dell'attenzione la consapevolezza che la motivazione del dipendente pubblico non è limitata solo agli aspetti economici, ma è influenzata da una serie di fattori. La costruzione di condizioni organizzative adeguate, che abbraccino il benessere organizzativo e il senso di appartenenza, è vista come un catalizzatore straordinario per la motivazione del personale.
Welfare integrativo
In questo contesto, il welfare integrativo emerge come uno strumento cruciale per rendere il lavoro nella pubblica amministrazione altamente attraente, allineandolo alle condizioni offerte dal settore privato.
L'approccio innovativo è supportato dai risultati di studi di settore, che evidenziano come il welfare integrativo, orientato al benessere organizzativo e lavorativo, contribuisca in modo significativo all'aumento delle performance e alla creazione di un ambiente lavorativo positivo.
Questa direzione è stata delineata già nel rinnovo contrattuale 2016/2018, con l'introduzione graduale del welfare nella Pubblica Amministrazione, seguita dalla riformulazione dell'istituto nelle direttive successive.
Il Ministro Zangrillo ha ribadito l'importanza del welfare integrativo come leva strategica per rafforzare la Pubblica Amministrazione. Il documento sottolinea che la contrattazione nazionale dovrebbe promuovere il benessere del personale, prendendo in considerazione le diverse esigenze demografiche e familiari. Le possibili aree di intervento spaziano dal sostegno alla genitorialità alle prestazioni sanitarie, dall'istruzione alla mobilità sostenibile.
Sostegno alla genitorialità
In primo luogo, il documento fa riferimento al sostegno alla genitorialità come un'area chiave di intervento. Questo potrebbe includere politiche e iniziative che facilitano la conciliazione tra vita professionale e familiare, come orari di lavoro flessibili, servizi di assistenza all'infanzia o congedi parentali retribuiti. Riconoscere e sostenere le esigenze specifiche dei dipendenti genitori contribuisce a creare un ambiente lavorativo più favorevole e inclusivo.
Prestazioni sanitarie
Le prestazioni sanitarie rappresentano un altro settore di intervento cruciale. L'implementazione di programmi che coprono aspetti quali assicurazione sanitaria integrativa, accesso a servizi medici specializzati e iniziative di promozione della salute può contribuire significativamente al benessere fisico e mentale dei dipendenti pubblici. Questo tipo di supporto non solo influisce positivamente sulla salute individuale, ma può anche ridurre l'assenteismo e migliorare le performance lavorative complessive.
Istruzione
L'istruzione è identificata come un'altra area di intervento, suggerendo la possibilità di promuovere la formazione continua e lo sviluppo delle competenze tra i dipendenti pubblici. Questo potrebbe essere realizzato attraverso corsi di formazione, workshop o altre iniziative educative che migliorano le competenze professionali e personali dei lavoratori.
Agevolazioni fiscali e contributive
L'Artefice della contrattazione nazionale è chiamato a valorizzare gli istituti del welfare aziendale con agevolazioni fiscali e contributive. Inoltre, è prevista un'ampia contrattazione integrativa, considerata il livello più adatto per affrontare le specifiche esigenze e destinare una percentuale dei fondi per il trattamento accessorio al welfare.
Mobilità sostenibile
Infine, la mobilità sostenibile emerge come un obiettivo importante. Incentivare l'uso di mezzi di trasporto sostenibili non solo riduce l'impatto ambientale ma può anche migliorare la qualità della vita dei dipendenti, contribuendo a ridurre lo stress legato agli spostamenti.
Dotazione finanziaria
La dotazione finanziaria per i contratti 2022/24 raggiunge i 9,95 miliardi l'anno, rappresentando un aumento significativo rispetto alle tornate precedenti. Tuttavia, nonostante questo incremento, molto probabilmente potrebbe non essere sufficiente a coprire l'inflazione del triennio di riferimento, segnalando la complessità delle sfide economiche.
Formazione
Infine, la direttiva sottolinea anche l'importanza della formazione, richiedendo contratti che garantiscano almeno 24 ore annue di formazione per ogni dipendente. Questa enfasi sulla formazione è considerata un diritto-dovere del dipendente, un elemento cruciale per migliorare le performance e affrontare le sfide del mondo moderno del lavoro.
La promozione della formazione è, inoltre, indicata come un obiettivo di performance per i dirigenti, sottolineando l'importanza di un coinvolgimento attivo dei dipendenti e l'uso di strumenti a distanza per ottimizzare i costi.
L'accento sulla crescita delle capacità digitali e sulle competenze trasversali e manageriali riflette l'impegno per un adeguato esercizio della leadership da parte dei dirigenti.
teleacras.it
Regione, la contesa del disavanzo
Sul pagamento a rate del disavanzo della Regione si incrociano il ricorso della Corte dei Conti, la sentenza della Corte Costituzionale e un accordo con lo Stato. Dunque la Corte Costituzionale ha bacchettato la Regione Siciliana e ha sentenziato: il disavanzo non è e non sarà pagabile a rate in 10 anni, ma in 3, come avrebbe dovuto essere. Tuttavia la Regione, in attesa del pronunciamento della Consulta, ha superato la norma bocciata accordandosi con lo Stato per il pagamento in 8 anni. Il governo Schifani ha ereditato dalla legislatura di Musumeci l'articolo 7 del decreto 158 del 27 dicembre 2019, ovvero la norma, su cui adesso si è espressa la Corte Costituzionale, che ha diluito in 10 anni il pagamento dell'accertato disavanzo di bilancio. Più in particolare, la Consulta, nelle vesti di Commissario dello Stato, ha accolto il ricorso presentato dalle sezioni riunite della Corte dei Conti. I magistrati contabili hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale nell'ambito dei giudizi di parifica dei rendiconti 2020 e 2021. E a fronte di ciò hanno sospeso il giudizio sui documenti contabili della Regione. Attualmente il disavanzo è meno preoccupante, perché nel 2023 è stato in netta riduzione. Infatti, il presidente Renato Schifani rassicura: "L'equilibrio dei nostri conti non è in discussione perchè nel frattempo abbiamo rispettato le indicazioni di Roma e della Corte dei Conti, abbattendo il disavanzo e rimettendo la Sicilia in regola". E poi aggiunge: "In ogni caso, la norma che ha subito la bocciatura è superata dalla disposizione legislativa del 2022 che accorda alla Sicilia il ripiano del disavanzo in 8 anni. Proprio in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale, infatti, il decreto legislativo è stato superato grazie a un nuovo accordo fra Stato e Regione, e sostituito da una nuova norma che ha seguito l'intero iter parlamentare e ha permesso di spalmare il disavanzo in 8 anni anziché in 10 o nei 3 ordinari". E l'assessore regionale all'Economia, Marco Falcone, conferma e rilancia: "Di fatto non cambia niente nei bilanci della Regione. Nonostante fossimo rimasti della nostra idea, nel frattempo abbiamo conseguito i necessari miglioramenti di bilancio e tagliato il disavanzo nei 3 anni previsti in via ordinaria. I conti sono già in ordine in base a questa sentenza. Ci aspettiamo che la Corte dei Conti adesso dica che, venuta meno la norma contestata, la Sicilia debba applicare la nuova norma che permette di spalmare non in 10 ma in 8 anni la restante parte di disavanzo". E sottolinea: "Tuttavia non ci avvarremo neanche di questa nuova facoltà perché stiamo già conseguendo il necessario ripiano. Nel 2022 siamo scesi da 6 a 4 miliardi di euro, e per il rendiconto 2023 le nostre previsioni accreditano un ulteriore calo di ben 500-700 milioni. Proseguiremo, dunque, nella virtuosa operazione di ripiano del nostro debito senza incidere sul livello dei servizi offerti dalla Regione, e anzi potenziandoli e incrementando gli investimenti".
ilmessaggero.it
Statali, aumenti medi da 180 euro: le simulazioni. Partono i rinnovi, si comincia dalla Sanità
La stagione dei contratti pubblici sta per ripartire. Il primo tavolo ad essere convocato per il rinnovo degli accordi del periodo 2022-2024 sarà quello della Sanità. Nei giorni scorsi il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha firmato la cosiddetta "direttiva madre", l'atto comune a tutti i comparti della Pubblica amministrazione che indica la "rotta" che Antonio Naddeo, il presidente dell'Aran, l'Agenzia che tratta a nome del governo dovrà seguire nei negoziati con i sindacati.