Province, Schifani: "Capitolo chiuso, prima la riforma della legge Delrio"
Il governatore incontra FdI e Lega
Nessuna tensione in Giunta e riforma delle Province rinviata a dopo l'abolizione della legge Delrio da parte del Parlamento nazionale. Questo il senso delle dichiarazioni del governatore Renato Schifani.Schifani: "Nessuna tensione in Giunta""Non c'è nessuna tensione in giunta - ha affermato -. Ho organizzato degli incontri bilaterali con le forze politiche di maggioranza perché ho ritenuto utile stabilire alcune regole in merito al voto segreto all'Ars, fermo restando che si tratta di un'anomalia che non esiste in nessun altra regione. Andiamo avanti serenamente, ho trovato in tutti piena volontà di sostegno al governo. Anche perché, nei prossimi mesi, ci aspettano riforme importanti per lo sviluppo della nostra Isola".Province, tutto rinviatoE sulle Province: "La riforma del sistema elettorale nelle ex Province è un capitolo chiuso. Se ne riparlerà quando il Parlamento nazionale approverà questa riforma. Intanto, alla scadenza dei commissariamenti daremo attuazione alla legge Delrio, perché siamo tenuti a farlo". , da qui ad allora bisognerà far partire l'iter per le elezioni di secondo grado.Schifani incontra FdI e LegaSchifani oggi ha poi continuato il suo giro di consultazioni con i partiti di maggioranza. A Palazzo d'Orleans è stata la volta dei coordinatori siciliani di Fratelli d'Italia, Giampiero Cannella e Salvo Pogliese, e del neo commissario regionale della Lega e sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Sul tavolo l'analisi dell'attuale situazione politica.
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Province, arriva lo stop di Schifani: "Capitolo chiuso, applicheremo la Delrio"Saranno, dunque, elezioni di secondo livello.
"La riforma del sistema elettorale nelle ex Province è un capitolo chiuso. Se ne riparlerà quando il Parlamento nazionale approverà questa riforma. Intanto, alla scadenza dei commissariamenti daremo attuazione alla legge Delrio, perché siamo tenuti a farlo". Lo ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani, rispondendo ai giornalisti a margine della visita dello stabilimento 3Sun a Catania.
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Voto province in Sicilia, Corsaro (FI): "Centrodestra faccia spogliatoio e volti pagina"Lo afferma il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro, responsabile Enti locali di Forza Italia a Catania e componente del direttivo Anci Sicilia, a proposito dello stop imposto alla riforma delle province a Palazzo dei Normanni
"L'esito del voto sulle province all'Ars ha deluso un po' tutti, ma ora il centrodestra regionale deve saper voltare pagina. Prima degli equilibri politici, vengono infatti gli interessi della Sicilia e gli impegni assunti con gli elettori. Noi dobbiamo mantenere l'impegno a rimettere in funzione le Province dopo il flop della Legge Delrio, perché i cittadini ci chiedono servizi ed efficienza. Noi siamo da sempre per l'elezione diretta, ma viste le circostanze vanno bene anche le elezioni di secondo livello, purché a Palermo non si tardi ancora e si raggiunga l'obiettivo. Questo è un sentimento comune a moltissimi amministratori dell'Isola". Lo afferma il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro, responsabile Enti locali di Forza Italia a Catania e componente del direttivo Anci Sicilia, a proposito dello stop imposto alla riforma delle province a Palazzo dei Normanni."Il Governo regionale e i partiti del centrodestra - prosegue il sindaco Corsaro - sono chiamati a fare spogliatoio e ad andare avanti, guardando alle esigenze della Sicilia. Per le Province, a prescindere dalle modalità elettive, ci vuole una governance che torni a occuparsi di scuole, strade, territorio. Nelle more di una riforma nazionale, ripristinare l'ente intermedio significa sostenere i cittadini e dare una mano ai Comuni, chiamati spesso a sobbarcarsi il compito di riempire un vuoto", conclude l'esponente azzurro.
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Riforma province addio, verso elezioni di secondo livello
Le ex Province regionali oggi Liberi consorzi e Città metropolitane, andranno al voto ma con elezioni di secondo livello, quelle mai tenute fino ad ora e previste dalla legge Delrio. La riforma delle province, per il momento, non sarà riproposta e della rinascita degli organi intermedi eletti del popolo si riparlerà in seguito.La scelta è stata presa.
A confermare che il dado è tratto è stato il presidente della regione siciliana Renato Schifani a margine di un evento catanese al quale ieri ha preso parte anche il Ministro Adolfo Urso "La riforma del sistema elettorale nelle ex Province è un capitolo chiuso. Se ne riparlerà quando il Parlamento nazionale approverà questa riforma. Intanto, alla scadenza dei commissariamenti daremo attuazione alla legge Delrio, perché siamo tenuti a farlo" ha detto Schifani, rispondendo ai giornalisti a margine della visita dello stabilimento 3Sun a Catania.La scelta nata anche dentro Forza Italia
La scelta di non riproporre la riforma subito in queste condizioni è maturata nel fine settimana dopo che anche frange di Forza Italia si sono espresse chiaramente in questo come già aveva fatto Fratelli d'Italia. Non si tratta di una scelta politica ma di buon senso tesa ad evitare che dopo undici anni di vuoto questi enti continuino a restare senza guida politica.Un passaggio verso la pacificazione nella coalizioneSi tratta di un altro passaggio nel percorso che il presidente della regione ha intrapreso verso la pacificazione interna del centrodestra. Non perché ci sia una avversione chiara e diretta verso al riforma piuttosto perché una forzatura con una riproposizione immediata poteva suonare come una sfida e portava con se una serie di rischi che la coalizione non può assolutamente permettersi più.
Si attenderà RomaPer riproporre una riforma, dunque, Palermo attenderà che da Roma si abroghi proprio la legge Delrio così come più volte auspicato e coma da impegni romani. un passaggio che, peraltro, casserà ogni residuo rischio di incostituzionalità e di impugnativa della successiva norma regionale a patto che la legge che sarà varata dal parlamento nazionale non imponga nuovi vincoli che possano essere considerati dalla Corte Costituzionale come "grande riforma di sistema".
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Gestione delle ferie arretrate dei dipendenti pubblici: i chiarimenti dell'Aran
Un recente parere emesso dall'Aran fornisce interessanti indicazioni in merito alla gestione delle ferie arretrate dei dipendenti pubblici: ecco quali sono le conclusioni emerse dal documento.Dopo la recente sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, la questione delle ferie arretrate è diventata un tema di grande interesse tra gli operatori del settore. Un parere recente, reso noto dall'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) sul suo sito, fornisce spunti di riflessione, soprattutto per il settore dell'Istruzione e ricerca, ma con implicazioni estese per tutte le amministrazioni pubbliche.Gestione delle ferie arretrate: i chiarimenti dell'AranLa normativa contrattuale, come definita dall'articolo 28 del CCNL del 16 ottobre 2008, stabilisce chiaramente che le ferie sono un diritto irrinunciabile. Esse devono essere godute durante ciascun anno solare, tenendo conto delle esigenze di servizio. Il dipendente ha il diritto di frazionarle compatibilmente con tali esigenze, ma la fruizione deve avvenire nel rispetto dei turni prestabiliti, garantendo al lavoratore almeno due settimane continue tra il 1° giugno e il 30 settembre. Nel caso in cui diventi impossibile fruire delle ferie nell'arco dell'anno, il lavoratore ha il diritto di procrastinarne due settimane nei successivi 18 mesi.Tuttavia, la questione delle ferie "pregresse" costituisce un'eccezione non contemplata dalla normativa contrattuale. In linea con i principi costituzionali, le ferie sono irrinunciabili, e l'amministrazione deve adoperarsi per garantire al lavoratore il diritto al loro godimento.Dal punto di vista legale, va sottolineato che il diritto alle ferie è inderogabile e mira a consentire al lavoratore di recuperare energie psicofisiche, tutelando la sua salute e lo sviluppo della sua personalità. Questo obbliga il datore di lavoro a essere "debitore" dell'obbligo di sicurezza e tutela della personalità e della salute psicofisica dei propri dipendenti, come sancito dall'articolo 2087 del codice civile.La recente sentenza della Corte UE del 18 gennaio 2024, nella causa C-218/22, ribadisce che il datore di lavoro non può automaticamente revocare il diritto alle ferie non fruite nei tempi contrattuali. Prima di azzerare il contatore delle ferie, il datore di lavoro deve dimostrare di aver adottato tutte le precauzioni necessarie per garantire al lavoratore la possibilità di usufruirne.In sostanza, sebbene possano esserci circostanze eccezionali che rendono impossibile la fruizione delle ferie nei tempi stabiliti (come un lungo periodo di malattia), in via ordinaria, l'amministrazione ha l'onere di pianificare le ferie dei lavoratori con un preavviso adeguato, monitorando le ferie residue di ciascun dipendente per agevolarne l'esercizio effettivo del diritto.