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Scambio di badge tra dipendenti pubblici: è truffa aggravata
La Corte di Cassazione, sezione penale, ha emesso la sentenza n. 1999/2024 che conferma la responsabilità per truffa aggravata ai danni dello Stato per due dipendenti pubbblici che avevano effettuato uno scambio di badge per la rilevazione delle presenze.Si tratta di una di quelle vicende che spesso ci rimanda ai cosiddetti "furbetti del cartellino" e che negli ultimi anni spesso ha portato sui quotidiani nazionali diverse vicende di cronaca.I dipendenti erano accusati di aver scambiato i propri badge al fine di falsificare gli orari di entrata e uscita dal servizio.La vicenda giudiziaria riguarda il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, previsto dall'articolo 640 del codice penale, e di falsa attestazione della presenza in servizio, contemplato dall'articolo 55 quinquies del Dlgs 165/2001. Il casoI due dipendenti, già condannati in prima istanza, hanno presentato ricorso in Cassazione sostenendo che i fatti si sono verificati prima dell'entrata in vigore del decreto Semplificazioni. Questo decreto ha infatti introdotto importanti novità nei sistemi di controllo a distanza dei lavoratori, e i dipendenti affermavano che le garanzie procedurali previste nello Statuto dei lavoratori risultavano violate.Scambio di badge tra dipendenti pubblici: è truffa aggravataLa Corte ha respinto il ricorso degli imputati, confermando la loro colpevolezza per il reato ascrittogli e ordinando il pagamento delle spese processuali.I giudici hanno infatti dichiarato che le rilevazioni degli orari di ingresso e uscita dei lavoratori possono essere utilizzate come prove nel processo penale, anche se gli strumenti di rilevazione sono stati installati in violazione delle garanzie procedurali previste dallo Statuto dei lavoratori.Secondo la sentenza, la falsa attestazione della presenza in ufficio da parte del pubblico dipendente tramite cartellini marcatempo o fogli di presenza costituisce sempre una condotta fraudolenta.In conclusione tale comportamento è idoneo ad indurre in errore l'amministrazione riguardo alla presenza sul luogo di lavoro e integra il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, specialmente quando il dipendente si allontana senza timbrare il cartellino durante periodi di assenza economicamente apprezzabili.
ILSOLE24ORE
Ponte sullo Stretto di Messina: il progetto definitivo è pronto, ecco i dettagliIl progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina è stato approvato. Il progetto prevede una campata di 3,3 chilometri e una lunghezza complessiva di 3,6
È un vero e proprio calcio di inizio, la fase 1 preliminare a tutte le altre che arriveranno a cascata. Dopo una riunione fiume iniziata alle 11 di questa mattina il Consiglio di amministrazione della Società Stretto di Messina ha approvato l'aggiornamento del progetto definitivo della madre di tutte le opere, la più sognata e nello stesso la più contestata. Il Ponte sullo Stretto inizia ora il suo viaggio tra le carte bollate in un complicato dedalo di autorizzazioni e verifiche di impatto ambientale che a giugno dopo l'approvazione del progetto esecutivo dovrebbe dare il calcio di inizio al cantiere: nessuna prima pietra al momento, ma l'avvio di tutte le opere propedeutiche, come bonifiche, indagini archeologiche, geognostiche e geotecniche, predisposizione dei campi base.
«È un grande risultato - esulta l'ad della società Pietro Ciucci - ottenuto in pochi mesi grazie all'impegno del governo, in particolare del Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e al lavoro del Contraente generale Eurolink, della Società Stretto di Messina e dei nostri altri contraenti ed esperti nelle diverse discipline ingegneristiche legate al ponte. Si conferma un progetto straordinario, tecnicamente all'avanguardia e di riferimento a livello internazionale. Dopo i molti ponti "Messina Style" costruiti nel mondo, è il momento di realizzarlo nello Stretto di Messina».
Tecnicamente il cda ha acceso semaforo verde alla relazione del progettista di aggiornamento al progetto definitivo del 2011, quello accantonato dal governo Monti alle prese con i pesanti tagli alla spesa pubblica. Oggi l'iter riparte da lì ma deve fare i conti con una serie di incognite, prima tra tutte con i costi dell'opera che non devono lievitare oltre il 50% di quelli previsti dalla gara iniziale pena l'annullamento di tutto l'iter con l'avvio di una nuova procedura di evidenza pubblica. Toccherà nei prossimi mesi alla Società Stretto di Messina predisporre il piano economico-finanziario «dal quale risulterà l'intera copertura del fabbisogno finanziario dell'opera attraverso i fondi già stanziati dalla legge di Bilancio 2024, unitamente alle risorse derivanti dall'aumento di capitale della Stretto di Messina già realizzato e dalla redditività complessiva attesa dal progetto», recita una nota della committente.
Il costo iniziale si aggirava intorno agli 8,5 miliardi nel 2011, mentre oggi sale a 13,5 miliardi, più un altro miliardo di opere accessorie. Su questo fronte la legge di Bilancio ha stanziato 11,630 miliardi di euro fino al 2032, di cui 9,3 miliardi a carico dello Stato, 718 milioni sul Fondo di sviluppo e coesione e un altro 1,6 miliardi che peseranno sulle casse di Calabria e Sicilia. Per quest'anno in cassa ci sono 780 milioni di euro.
Tra le opere accessorie al Ponte, che sarà lungo 3,6 km (3,3 per la sola campata), ci sono opere stradali e ferroviarie di collegamento al territorio che comprendono 40 km di raccordi viari e ferroviari (circa l'80% sviluppati in galleria). Le arterie stradali e su ferro, spiega la società, «collegheranno, dal lato Calabria, l'autostrada del Mediterraneo (A2) e la stazione FS di Villa San Giovanni e, dal lato Sicilia, le autostrade Messina-Catania (A18) e Messina-Palermo (A20) nonché la nuova stazione FS di Messina». Si tratta di 20,3 km raccordi stradali complessivi e 20,2 km raccordi ferroviari complessivi. Stretto di Messina conferma anche « la realizzazione, sul lato siciliano, di tre fermate ferroviarie in sotterraneo (Papardo, Annunziata, Europa) che, unite alle stazioni di Villa S. Giovanni, Reggio Calabria e Messina daranno concretezza al sistema metropolitano interregionale dell'area dello Stretto». Tra le altre infrastrutture, anche il Centro Direzionale (lato Calabria) progettato dallo "Studio Daniel Libeskind", i cui aspetti architettonici saranno approfonditi in sede di progettazione esecutiva.
Intanto l'opposizione va all'attacco. I leader Pd Elly Schlein , Angelo Bonelli dei Verdi e Nicola Fratoianni di Sinistra italiana il 13 febbraio hanno annunciato di aver presentato un esposto in procura per aprire un fascicolo di indagine sull'operazione. «C'è una mancanza di trasparenza, per questo abbiamo aderito a questa iniziativa, siamo determinati ad andare avanti per fermare questa opera dannosa» ha detto Schlein.
ILSOLE24ORE
Smart working, niente nuova proroga: nel privato la scadenza resta il 31 marzoNo agli emendamenti al Milleproroghe per un rinvio dei termini e l'estensione alla PA, lavoro agile per genitori con figli minori di 14 anni e fragili del privato.
Fallito il tentativo di prorogare lo smart working nel Milleproroghe, resta la scadenza del 31 marzo per l'esercizio del diritto al lavoro agile nel settore privato per i lavoratori dipendenti con figli minori di 14 anni, e per i lavoratori fragili (previa certificazione del medico competente): tale modalità deve essere compatibile con le caratteristiche della prestazione, che deve poter essere remotizabile. Per i genitori è prevista un'altra condizione: nel nucleo familiare non deve esserci un altro genitore che non lavora, beneficiario di strumenti di sostegno al reddito, in caso di sospensione o cessazione dell'attività lavorativa.
L'ultima proroga votata dal Parlamento, quella al 31 marzo 2024 contenuta nel l'art. 18-bis della Legge n. 191/2023 di conversione del "Decreto Anticipi" (decreto-legge n. 145/2023) riguarda solo il privato.
Sono stati respinti gli emendamenti presentati dal M5S alla Camera, in sede di conversione in legge del Dl Milleproroghe, che miravano a prorogare e rendere strutturale lo smart working per i lavoratori fragili, sia del pubblico sia del privato. È scaduto lo scorso 31 dicembre il diritto allo smart working per i dipendenti pubblici e privati «super fragili», affetti da patologie croniche con scarso compenso clinico di particolare gravità ( individuate dal decreto ministeriale del 4 febbraio 2022) certificate dal medico competente. La mancata proroga, è legata alla mancanza di coperture finanziarie; questi lavoratori potevano lavorare in modalità agile anche attraverso l'adibizione ad altre mansioni, comprese nella medesima categoria o area di inquadramento, senza riduzione della retribuzione. Si tratta dell'unica categoria di lavoratori che ha potuto esercitare il diritto allo smart working, senza che ciò fosse condizionato alla compatibilità della loro prestazione con il lavoro da remoto.
Nel privato, dopo il termine dello stato d'emergenza (31 marzo 2022), lo smart working non è più uno strumento di garanzia del rispetto delle condizioni di salute e sicurezza del lavoratore, ma è diventato un elemento di conciliazione tra la vita lavorativa e vita privata. Dunque il lavoro agile è considerato sempre più un fattore d'appeal per un'impresa, intenzionata ad attrarre e mantenere talenti, la cui disciplina in molte realtà produttive è demandata ad accordi collettivi aziendali che definiscono i giorni in cui i dipendenti lavorano in presenza e quelli in cui lavorano da remoto.
Superata l'emergenza pandemica, la priorità del governo Meloni è il ritorno alla normalità. Nel comparto pubblico una direttiva emanata lo scorso 29 dicembre dal ministro Paolo Zangrillo consente al dirigente responsabile, nell'ambito dell'organizzazione di ciascuna amministrazione, di individuare le misure organizzative necessarie, attraverso gli accordi individuali per la «salvaguardia dei soggetti più esposti a situazioni di rischio per la salute» attraverso lo svolgimento della prestazione in modalità agile.
ILSICILIA.IT
Province andate in fumo, Anci Sicilia: "Basta commissariamenti a vita"
L'addio, almeno per il momento, alla reintroduzione delle ex Province siciliane apre la strada alle elezioni di secondo livello: a votare sarebbero solo i sindaci e i consiglieri comunali di ciascun comune della Provincia interessata. Alla scadenza dei commissariamenti la Regione non può che dare attuazione alla legge Delrio. E' un dato incontrovertibile.
Un atto dovuto, soprattutto per superare la fase dei commissariamenti in corso da oltre 10 anni e per colmare il vuoto politico che ne deriva.
Mario Emanuele Alvano, segretario generale di Anci Sicilia, ne è convinto. Le questioni sono due: avere un mandato e istituire un coordinamento istituzionale per affrontare in maniera integrata e allineata la gestione dei servizi e delle funzioni all'interno dei vari livelli di governo. E oggi l'assenza della continuità istituzionale, che l'ente intermedio può garantire, pesa su chi è chiamato ad amministrare, in particolare i comuni.
"Lo diciamo da anni che bisogna dire basta ai commissari. Li ringraziamo per il ruolo che hanno svolto per tutto questo tempo, ma per definizione non possono gestire un ente con la stessa prospettiva con cui lo gestisce un organismo elettivo, a prescindere dal fatto che si tratti di elezioni di primo o di secondo livello".
E' un dettaglio sostanziale che va valutato alla luce della gestione di un mandato più ampio, rispetto a chi ha ricevuto una investitura seppur con una elezione di secondo livello, capace di attivare direttamente un contatto con i territori e con i singoli sindaci. Il rapporto tra le competenze delle Province (gli enti di aria vasta) e quelle dei Comuni è molto stretto e che si evidenzia in una serie di ambiti rilevanti: come la sicurezza, i rifiuti, la manutenzione delle strade provinciali, la gestione delle scuole.
Si tratta del "Coordinamento di tutta la filiera istituzionale (Comuni, Province, Regione) grazie al quale si possono affrontare con completezza tutti i macro temi che riguardano la Sicilia. Se teniamo puliti i centri urbani e poi abbiamo lunghe file di rifiuti sulle strade provinciali, evidentemente c'è un problema. E' chiaro che non è un problema dei commissari, tuttavia un tema così delicato viene affrontato in maniera molto più efficace in presenza di una investitura e se c'è poi la volontà di instaurare con i sindaci un coordinamento diretto. Nel caso delle elezioni di secondo livello, per il sistema elettorale, questo tipo di rapporto è quasi automatico: vengono eletti i rappresentanti eletti all'interno dei comuni, quindi il raccordo è quasi scontato".
Mettere in atto le elezioni di secondo livello non è scelta ideologica, bensì pragmatica- ribadisce- "Visto che non c'è una riforma, quale alternativa abbiamo? Diversamente dovremmo rimanere 'vita natural durante' con i commissari".
Poi, la possibilità di provvedere alla nomina di commissari esterni non è neanche la giusta soluzione, secondo Alvano la logica del commissariamento si traduce in un fatto transitorio per un breve periodo e per specifiche ragioni, in attesa che vi sia una possibilità di individuare degli organi eletti con un pieno mandato. "Più dura un commissariamento, più si contraddice la funzione e l'idea per cui è stato pensato. E noi siamo in maniera abnorme al di fuori di quel meccanismo".
L'idea è quella di ripresentare la riforma a Sala d'Ercole, ma il punto rimane lo stesso: "Una scelta va fatta, dobbiamo uscire dal limbo".
FOCUSICILIA
Anci Sicilia, elezioni di secondo livello per le ex Province. "Voragine" sui rifiuti.Anci Sicilia chiede di accelerare sulle Province procedendo alle elezioni di secondo livello previste dalla riforma nazionale Delrio del 2015. Il Consiglio regionale dell'associazione.
Dopo la bocciatura della norma che reintroduceva il voto diretto per il rinnovo delle Province siciliane, Anci Sicilia chiede di accelerare procedendo alle elezioni di secondo livello previste dalla riforma nazionale Delrio del 2015. La dichiarazione è arrivata nel corso del Consiglio regionale dell'associazione dei comuni siciliani, che si è svolta ieri mattina. "La riforma del sistema elettorale nelle ex Province", ha detto il presidente dell'Anci Sicilia, Paolo Amenta, "si deve ormai considerare un capitolo chiuso. Bisogna uscire da questo gap per evitare che i territori e le comunità subiscano ancora carenze e disservizi".
Province, Anci Sicilia chiede elezioni di secondo livello
Da qui la necessità di procedere al più presto alle elezioni di secondo livello. "Le ex Province regionali, oggi Liberi consorzi e Città metropolitane, devono andare subito al voto con le elezioni di secondo livello. La norma sulla riforma delle province è ormai fuori discussione, bisogna, quindi, andare avanti poiché è assolutamente necessaria una concreta programmazione nei territori per il rilancio dell'economia". Lo stato dell'arte degli Enti intermedi non è stato l'unico punto al centro del Consiglio regionale dell'Anci. A essere trattata, anche la situazione dei rifiuti.
Rifiuti, "voragini nei bilanci dei Comuni siciliani"
"Apprendiamo oggi dell'iniziativa del Governo regionale e del cosiddetto 'Collegato' in fase di stesura", dicono infatti dall'Anci. "Consideriamo un bene che la Regione intervenga con fondi propri in favore dei Comuni siciliani, piegati dall'aumento dei costi di smaltimento dei rifiuti. Il venir meno dei 45 milioni inizialmente destinati a tale misura rischia di creare una voragine nei bilanci comunali e di costringerci ad aumentare la Tari a carico dei cittadini". A conclusione dei lavori ha deciso di inviare un appello al presidente Renato Schifani e al presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno. "Non c'è più tempo da perdere, occorre varare al più presto la norma".
TELESUD
Rinnovo delle Province, l'ANCI prende posizione
Si è riunito questa mattina, presso la sede dell'associazione, il Consiglio regionale dell'ANCI Sicilia.
Tanti i temi trattati, tra cui le elezioni di secondo livello per le ex province, che prevedono il voto solo di sindaci e consiglieri comunali di ogni Comune appartenente alla rispettiva Provincia.
E la posizione di ANCI Sicilia è netta.
«Le ex province regionali - ha detto il presidente Paolo Amenta -, oggi denominati Liberi consorzi e Città metropolitane, devono andare subito al voto con le elezioni di secondo livello. La norma sulla riforma delle province è ormai fuori discussione. Bisogna, quindi, andare avanti poiché è assolutamente necessaria una concreta programmazione nei territori per il rilancio dell'economia. La riforma del sistema elettorale nelle ex Province - ha dichiarato, concludendo, Amenta - si deve ormai considerare un capitolo chiuso. Bisogna uscire da questo divario per evitare che i territori e le comunità subiscano ancora carenze e disservizi».
Il ritorno delle Province era stato bocciato all'Assemblea Regionale Siciliana, la settimana scorsa.
LIVESICILIA
Lega, Geraci: "In finanziaria 2,5 milioni per l'edilizia scolastica".Le istanze possono essere presentate tramite Pec.
PALERMO - "Abbiamo voluto nella finanziaria regionale una norma per assicurare risorse per interventi di edilizia scolastica. Ora grazie alla circolare 1/2024 e al bando dell'assessorato regionale alla Pubblica istruzione sono stati assegnati 2,5 milioni di euro nel triennio 2024-2026 per lavori nelle scuole con un importo massimo erogabile di 40 mila euro, da destinare ad ogni istituto" ha dichiarato il deputato della Lega Salvo Geraci.
"Si tratta di una grande opportunità per realizzare lavori di manutenzione straordinaria negli istituti scolastici pubblici siciliani - ha continuato - , per la quale la Lega ha lavorato assicurando la copertura finanziaria nel bilancio della Regione. Le istanze si possono già presentare tramite Pec dal momento che la circolare è già stata pubblicata sul sito istituzionale della regione. Faccia appello ai dirigenti scolastici di attivarsi immediatamente affinché ogni singolo intervento per la messa in sicurezza delle scuole possa essere finanziato rapidamente grazie a questa misura".
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Caccia alle risorse per rifiuti e correzione conti, cambia la finanziaria bis ma incombono le elezioni europee
Caccia alle risorse alla regione siciliana. La bocciatura del rendiconto generale del 2020 avvenuta ieri davanti alla orte dei Conti non arriva a sorpresa e anche se, come dice l'assessore Falcone, non avrà conseguenze finanziarie sulla tenuta dei conti, adesso è necessario allineare tutti i bilanci dal 2020 ad oggi. Una manovra non semplice da un punto di vista tecnico che arriva proprio mentre si prepara la così detta finanziaria bisCambia l'approccio della finanziaria bisPer effetto di tutto ciò cambia l'approccio proprio alla finanziaria bis che nasceva per trovare i fondi necessari a coprire gli extracosti dei Comuni sopportati per inviare i rifiuti all'estero, per il salvataggio dell'Ast ma anche per la seconda ondata di stabilizzazione dei Pip e per la crisi idrica e quella agricola più in generale.
Una manovra che sale a 350 milioniIn termini di costi, la manovra, inizilamente prevista in 100 milioni, sale intorno ai 350 milioni. Di questi, 60 dovranno essere destinati ai Comuni per i rifiuti inviati all'estero; 15 milioni a Siciliacque per combattere la crisi idrica a Trapani; 7 milioni per la nuova ondata di stabilizzazioni dei Pip e 6 milioni e mezzo per l'Ast. ma servono anche quasi 170 milioni per coprire tante altre piccole spese e per gli accantonamenti formali necessari ad evitare nuovi problemi di natura contabile.Correttivi a marzoDelicato un successivo passaggio tecnico. La manovrina dovrebbe essere approvata dalla giunta ai primi di marzo se i conti quadreranno entro la prossima settimana in assessorato, poi andrà in commissione all'Ars e Sala d'ercole potrebbe affrontarla subito dopo Pasqua.Inn fase di valutazione si sono, però, i tempi degli assestamenti resi necessari dalla sentenza della Corte dei Conti sul 2020. Bisogna valutare se le norme di assestamento possono essere proposte insieme alla manovra bis e, soprattutto, se sia politicamente utile portare insieme in aula le due cose.Nel caso si optasse per norme separate la priorità potrebbe essere data proprio alla correzione dei conti 2020/2023 e quindi la manovra bis potrebbe slittare in primavera inoltrata anche se si punta a non arrivare in nessun caso a ridosso dell'estate anche perchè incombono le elezioni europee di giugno