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rassegna stampa del 28 febbraio 2024

teleacras.it
Cammarata, asfaltate le strade provinciali. Una battaglia vinta dal sindaco Giuseppe Mangiapane
Si è sempre parlato della viabilità esterna come una priorità per il territorio di Cammarata, finalizzata a consentire soprattutto alle aziende di poter commercializzare i propri prodotti in maniera più agevole.
"Per questa ragione - dice il sindaco di Cammarata Giuseppe Mangiapane - in qualità di membro della III Commissione Provinciale che si occupa di viabilità e sviluppo strategico, ho lavorato affinché si intervenisse con Asfalto sulle nostre strade provinciali. Il lavoro e la persistenza hanno permesso così di raggiungere oggi un altro importante obiettivo con il rifacimento dell'asfalto nei tratti maggiormente danneggiati della provinciale Tumarrano-borgo Pasquale e sulla Sparacia - Montoni ed a giorni si interverrà anche sulla Cammarata-Santo Stefano e la Cammarata/Villalba (c.da Casabella). Ringrazio per la sinergia messa in campo e per l'attenzione al nostro territorio, l'Ing. Michelangelo Di Carlo, l'ing. Filippo Napoli ed il Geometra Totò Cacciatore del settore infrastrutture stradali del Libero consorzio di Agrigento".


LIVESICILIA
Economia, Sicilia dopo la Campania: è la seconda del Sud Italia.I dati del monitoraggio Act tank Sicilia 2023/2024.
La Sicilia si conferma la seconda economia del Sud Italia, dietro alla Campania, con un contributo del 22,5% al prodotto interno lordo (Pil) della macro-area nel 2022 e penultima a livello nazionale per Pil pro capite, con un valore di 18,1 mila euro nel 2022 rispetto ai 29,9 mila nella media italiana. È quanto emerge dal cruscotto di monitoraggio Act tank Sicilia 2023/2024, la piattaforma lanciata nel 2021 da The European House - Ambrosetti, che ha l'obiettivo di definire azioni concrete per dare un impulso alla crescita della Regione.
L'analisi
Il report, che misura lo stato di salute dell'economia regionale siciliana e analizza la performance ottenute dalla Regione in diverse aree chiave dello sviluppo socio-economico, è stato presentato oggi a Palermo, al Marina convention center. A caratterizzare la Sicilia sono alcune difficoltà del sistema economico regionale, che si riflettono anche nell'andamento del mercato del lavoro, in cui l'Isola è all'ultimo posto per tasso di occupazione nel 2022, al di sotto della media nazionale (42,6%, ovvero 17,5 punti percentuali in meno rispetto alla media italiana di 60,1%). 
I risultati aggiornati del cruscotto di monitoraggio mostrano un ecosistema regionale ancora fragile, ma in crescita rispetto alla precedente rilevazione dell'Act Tank Sicilia (2021-2022).
Sicilia, il sistema
Il sistema regionale è migliorato in cinque dei dieci ambiti di intervento presi in considerazione, ovvero: creare campioni nazionali nell'innovazione e nella ricerca in ambiti di frontiera (+4 posizioni), perseguire uno sviluppo urbano più sostenibile come precondizione per una migliore qualità della vita (+3 posizioni), consolidare e attrarre investimenti nei settori ad alto potenziale per lo sviluppo del territorio (+2 posizioni), garantire standard di vita di qualità diffusi e omogenei nel territorio (+1 posizione) e completamento e potenziamento della rete di connettività regionale (+1 posizione). Il resto degli indicatori è rimasto invariato, eccezion fatta per la riorganizzazione, trasformazione ed efficientamento della pubblica amministrazione locale e regionale, che è passata dalla decima alla quindicesima posizione.
Gli asset ambientali
Per poter valorizzare al meglio gli asset naturalistici e ambientali presenti sul territorio, la Sicilia è chiamata ad affrontare e gestire alcune sfide legate ad alcune fragilità strutturali che la caratterizzano, come la siccità e gli eventi climatici estremi che la sottopongono al rischio desertificazione; la gestione del ciclo idrico (dispersione idrica superiore al 50% rispetto al 41,2% medio nazionale); la gestione del ciclo ambientale (l'Isola è la terza Regione per conferimento di rifiuti in discarica; ridotta raccolta differenziata, pari al 51,5% rispetto al 65,2% media Italia); tutela dell'ecosistema e gestione dei siti industriali.


LENTEPUBBLICA
Mobbing nella Pubblica amministrazione: il parere della Cassazione.
La complessa questione del mobbing e dello straining sul luogo di lavoro, nel caso specifico nella Pubblica amministrazione, è stata recentemente oggetto di una pronuncia della Corte di Cassazione.
Il mobbing e lo straining rappresentano fenomeni complessi e delicati che incidono sulla sfera lavorativa, generando effetti negativi sia sul piano psicologico che su quello fisico dei lavoratori coinvolti.
Il mobbing, conosciuto anche come molestie morali sul lavoro, si manifesta attraverso comportamenti ripetitivi e vessatori che mirano a isolare e danneggiare psicologicamente il lavoratore.
Al contrario, lo straining, o stress lavoro-correlato, indica situazioni in cui l'ambiente lavorativo diventa fonte di stress, compromettendo la salute mentale e fisica dei dipendenti.
Entrambi i fenomeni possono avere impatti significativi sulla qualità della vita professionale, rendendo cruciale un'attenta valutazione giuridica per garantire la tutela dei diritti dei lavoratori e la responsabilità dei datori di lavoro, pubblici e privati.
Mobbing nella Pubblica amministrazione: il parere della Cassazione
La decisione della Corte di Cassazione è scaturita da un caso concreto in cui una lavoratrice, assistente amministrativa al MIUR, aveva avanzato richiesta di risarcimento danni a causa di presunti comportamenti vessatori da parte del personale dell'istituto.
Il Tribunale di Monza aveva inizialmente riconosciuto la sussistenza di mobbing, assegnando alla ricorrente un risarcimento di €16.000. Tuttavia, la Corte d'Appello di Milano ha successivamente respinto la domanda, negando la presenza di elementi vessatori.
I motivi di ricorso
La ricorrente ha presentato ricorso per cassazione articolato in tre motivi.
In particolare, il primo motivo denuncia la violazione ed errata applicazione degli articoli 2087 e 2043 del codice civile, sostenendo che la Corte d'Appello avrebbe valutato in modo errato la nozione di mobbing.
Il secondo motivo di ricorso solleva la nullità della sentenza o del procedimento, criticando il rigetto dell'eccezione di inammissibilità dell'appello per la genericità delle critiche mosse alla sentenza di primo grado. La ricorrente accusa anche la Corte territoriale di avere motivato in modo generico il rigetto della domanda di risarcimento del danno.
Infine, il terzo motivo denuncia l'omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti. La ricorrente sostiene che la sentenza impugnata presenta una valutazione "atomistica" degli eventi, senza una considerazione complessiva delle prove e delle circostanze del caso.
La decisione dei giudici
Nell'ambito dell'accertamento del mobbing, la Corte ha sottolineato che l'elemento qualificante non risiede nella legittimità o illegittimità dei singoli atti, ma nell'intento persecutorio che li unifica. Tale intento deve essere provato dalla persona che sostiene di essere stata vittima di comportamenti vessatori, mentre spetta al giudice del merito accertare o escludere tale intento, considerando tutte le circostanze del caso.
La Corte ha, inoltre, affermato che anche quando gli estremi del mobbing sono esclusi, è illegittimo che il datore di lavoro permetta, anche colposamente, un ambiente stressogeno dannoso per la salute dei lavoratori. Questo viene equiparato a una responsabilità colposa del datore di lavoro, che indebitamente tollera condizioni di lavoro lesive della salute, come previsto dall'art. 2087 del codice civile.
In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, sottolineando che il giudice del merito deve procedere a una valutazione complessiva, e non atomistica, dei fatti allegati a sostegno della domanda di mobbing. In caso di insussistenza del mobbing, il giudice deve comunque valutare la responsabilità del datore di lavoro per non aver adottato misure necessarie a tutelare l'integrità fisica e morale del lavoratore.


CANICATTIWEB
La Sicilia esposta al cambiamento climatico, il 70% del territorio è a rischio desertificazione. Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e incidono in maniera significativa sulla nostra vita. Tra i settori più colpiti senza dubbio troviamo quello delle infrastrutture di trasporto.
In Sicilia, in particolare, negli ultimi anni si sono verificati circa 175 eventi meteorologici estremi, più di uno al mese, media superiore alle altre regioni d'Italia, di cui 25 solo nel 2022. Tra periodi di siccità, ondate di calore sempre più intense e la crescente frequenza di fenomeni di pioggia estremi, come le alluvioni lampo, gli strati fertili del suolo e l'ecosistema dell'Isola stanno improvvisamente cambiando. Sono alcuni dei dati del Centro Studi per il Cambiamento Climatico, promosso da Greenway Group Srl ed Ecogest Spa.
Molinari, "Il riscaldamento in Sicilia è tra i più evidenti"
"Il nostro studio - dichiara Valerio Molinari, presidente del Cscc e azionista di riferimento di Ecogest Spa - ha lo scopo di fornire dati utili a orientare le future scelte infrastrutturali e manutentive, ma anche di dare il giusto peso alle conseguenze di un fenomeno progressivo ed inarrestabile quale il cambiamento climatico. In Sicilia il progressivo processo di riscaldamento è tra i più evidenti non solo in Italia. Si tratta di un'area caratterizzata dal clima mediterraneo che, a causa delle problematiche legate al cambiamento climatico, rischia la desertificazione del 70% del suo territorio. È necessario che dalla diagnosi si passi alla cura in maniera rapida attraverso l'innovazione scientifica e tecnica, e, soprattutto, affidandosi all'esperienza ed al know how di quanti, da tempo, hanno intuito i rischi insiti nel cambiamento climatico, studiandone non solo effetti, ma anche soluzioni efficaci per un'emergenza globale di tale portata - conclude Molinari -".
L'analisi
Il centro fa un'analisi della Sicilia evidenziando i significativi cambiamenti nei modelli di temperatura e precipitazione, laddove già la condizione strutturale della rete intermodale dei trasporti presenta numerose vulnerabilità a causa di errori di progettazione, utilizzo di materiali spesso non idonei, mancanza di manutenzione e vetustà della rete stessa, unitamente a un intenso carico di traffico, non esistendo praticamente alternative sostenibili a quello gommato.
Per quanto riguarda gli eventi estremi, nella Sicilia orientale sono 44 gli episodi gravi, tra cui 21 alluvioni e 9 casi di danni alle infrastrutture dovuti alle piogge torrenziali.
A Palermo abbiamo avuto 21 eventi gravi, tra cui 11 alluvioni dovute a piogge torrenziali. Sulla costa agrigentina, 42 eventi, di cui 32 ad Agrigento, con 15 casi di allagamenti dovuti a piogge intense e 4 casi di esondazione di fiumi a Sciacca. Questi dati confermano come gli effetti dei cambiamenti climatici in atto siano sempre più accentuati, con un aumento della frequenza e dell'intensità dei fenomeni estremi che va oltre molte previsioni.
Inoltre, eventi estremi come i tornado, saranno sempre più frequenti a causa della posizione della Sicilia stretta tra i fronti atmosferici africani ed europei in continuo e costante contatto. Durante i periodi di caldo molto prolungati, l'evaporazione dal mare aumenta e l'acqua si condensa nell'atmosfera, dove prima o poi precipita, dando vita ai fenomeni conosciuti come "bombe d'acqua".
Preoccupazione innalzamento livello del mare
Desta preoccupazione anche l'innalzamento del livello del mare nella regione, che ha raggiunto circa +2,8 mm all'anno dagli anni '90 e ha contribuito all'erosione delle coste. Il trend previsto per il periodo 2021-2050 indica un aumento generale della temperatura superficiale per le acque marino-costiere della Sicilia compreso tra 1,2°C e 1,3°C e il significativo innalzamento del livello del mare di circa 7cm.
Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, la Sicilia è caratterizzata da circa 394,6 km2 classificati come zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata, pari all'1,5% della superficie totale dell'isola. Il numero di comuni interessati dal rischio frana e dal rischio idraulico moderato supera il 90% del totale (360 su 390 comuni siciliani) che equivale a circa 747,5 km2 di superficie.
Azione concreta, manutenzione delle infrastrutture
Dall'evidenza dei numeri appena riportati risulta evidente che la manutenzione delle reti infrastrutturali sia fondamentale quando si parla di infrastrutture stradali e della loro capacità di essere resilienti agli effetti del cambiamento climatico.
"Le soluzioni esistono, e sono molteplici - continua Valerio Molinari - . Innanzitutto, bisogna pianificare e rimodulare la manutenzione supportandola attraverso soluzioni come telecamere online, stazioni meteorologiche, sensori di carico stradale, sistemi telematici avanzati in grado di regolare il flusso del traffico e di evitarne la congestione. Importante anche la scelta di nuovi impianti a verde, che influisce sullo stato di conservazione delle infrastrutture stradali e autostradali. Tra le soluzioni potremmo pensare, per l'esempio, a piante ed alberi autoctoni nei nuovi impianti, razionalizzazione e adeguamento della pianificazione degli interventi di manutenzione, applicazione di nuove tecnologie di studio e controllo alla manutenzione del verde, a partire dai droni e dal monitoraggio continuo dello stato della vegetazione".


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