AGRIGENTONOTIZIE
Siccità: sempre meno acqua, ma quella poca che c'è si perde nel bosco.
Nell'area verde che è accessibile dalla parte alta alla fine di via Cicerone il prezioso liquido scorre non a rigagnoli. E non sembrerebbe essere una perdita dell'ultim'ora visto che nelle adiacenze ci sono delle tubature e perfino un pozzetto di sfiato. Nessuno scavo indica però l'avvio del cantiere.
Ripristineremo il dissalatore di Porto Empedocle", ma anche il vademecum sulle buone pratiche per risparmiare l'acqua: "Evitate di fare il bagno e preferite la doccia". Se la Regione, con il presidente Renato Schifani, ha deciso e chiesto - quale conseguenza del lungo periodo di siccità e rilevante riduzione delle riserve di acqua in tutta la Sicilia, lo stato d'emergenza nazionale che dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri, il sindaco di Agrigento Franco Micciché s'è detto pronto - una vera e propria provocazione - a rinunciare al titolo di Capitale italiana della cultura 2025.
L'acqua sicuramente scarseggia. E non soltanto a causa del cambiamento climatico. Questo è risaputo. Ma quella poca che c'è si perde. Si disperde per strada, allagando e infiltrandosi anche nelle fondamenta di immobili. L'Aica, cercando di fronteggiare la crisi idrica, sta cercando di correre ai ripari per rattoppare le falle ed evitare che gli sprechi continuino. Gli interventi, secondo quanto annunciato negli scorsi giorni, andranno avanti per limitare il più possibile le perdite visto il momento di criticità.
Ma, ad Agrigento, l'acqua si disperde anche nei boschi: in quello sotto la Rupe Atenea per la precisione. Nell'area che è accessibile dalla parte alta alla fine di via Cicerone. E probabilmente il prezioso liquido arriva proprio dalla Rupe.
Una grossa falla che, nonostante gli ultimi giorni di gran caldo, tiene in una sorta di pantano il terreno che scende verso valle. Dispersione idrica che non sembrerebbe essere proprio dell'ultim'ora. E questo perché nelle adiacenze ci sono delle tubature e perfino un pozzetto di sfiato. Nessuno scavo indica l'avvio del cantiere per la manutenzione e riparazione. Quasi come se ci si fosse dimenticati di quella grossa perdita. Acqua ce n'è poca è vero. Ma quella che c'è si lascia scorrere e disperdere anche in mezzo al bosco.
CANICATTI WEB
Rifiuti abbandonati sul territorio e lungo le strade provinciali, al via bando di gara per la bonifica.
E' stato pubblicato sulla home page del Libero Consorzio Comunale di Agrigento www.provincia.agrigento.it l'avviso per l'accordo quadro con un solo operatore economico per la rimozione, raccolta e conferimento in discarica o centri autorizzati dei rifiuti abbondonati su tutto il territorio e lungo le strade provinciali. Si tratta di una gara ad evidenza europea che consentirà di eseguire gli indispensabili interventi di risanamento ambientale, di competenza delle ex Province Regionali (art. 160 della Legge Regionale n. 25 del 1993).Rispetto ad analoghi bandi degli anni precedenti il Libero Consorzio, in considerazione del continuo proliferare di discariche abusive, ha incrementato i fondi in bilancio per questo servizio. L'appalto, di durata triennale, ha un importo a base d'asta di 615.000,00 euro più IVA, e la procedura sarà gestita integralmente in modalità telematica. Saranno dunque ammesse soltanto le offerte presentate attraverso il Portale Appalti del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Le offerte dovranno pervenire entro le ore 12:00 del prossimo 2 maggio 2024, mentre la prima seduta pubblica di apertura delle offerte è prevista alle ore 9:00 del 7 maggio nella sala gare del Libero Consorzio di Agrigento (Via Acrone 27, Agrigento).
L'individuazione delle aree da bonificare e la direzione dei lavori saranno di competenza dei tecnici del Settore Ambiente del Libero Consorzio di Agrigento, che hanno elaborato il relativo progetto.
Il bando completo e gli allegati tecnici sono disponibili al link:
https://www.provincia.agrigento.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/15398
AGRIGENTONOTIZIE
Strade antiche a passi moderni: ecco "Cammini aperti", una festa (a piedi) per scoprire che la Sicilia è per tuttiSabato prossimo, a passo lento, si potrà percorrere circa 12 chilometri della quinta tappa della Via Magna Francigena per scoprire uno dei percorsi principali che permetteva di commercializzare e di comunicare, da Palermo ad Agrigento.
Riscopri l'Italia che non sapevi - Viaggio italiano. Si chiama così progetto congiunto di promozione turistica delle Regioni facente parte del piano di promozione nazionale 2022 del ministero del Turismo. Tra le attività portate avanti, ora, ce n'è una volta alla valorizzazione del turismo lento, una modalità di viaggio sempre più in voga che permette di assaporare appieno anche angoli meno noti della nostra Penisola, magari con la primavera, ovvero "Cammini aperti" che ideato dalla Regione Umbria - in qualità di capofila per il turismo slow - si pone l'obiettivo di essere il più importante evento nazionale dedicato ai sentieri/itinerari, promuovendo i valori dell'accessibilità. L'appuntamento è fissato per il 13 e 14 aprile, 42 i cammini coinvolti, 2 per ogni regione e provincia autonoma, con oltre duemila partecipanti, previa iscrizione sul portale dedicato. Le escursioni/passeggiate saranno condotte da guide ambientali escursionistiche o accompagnatori di media montagna. Tra le caratteristiche di ogni percorso: essere un anello e avere una lunghezza tra i 6 e i 10 chilometri
In Sicilia "Cammini aperti" si terrà sulla Via Magna Francigena e sul Cammino di San Giacomo.
Via Magna Francigena - 13 aprile
Un sabato mattina a passo lento per percorrere circa 12 chilometri della quinta tappa della Via Magna Francigena per scoprire uno dei percorsi principali dell'Isola che permetteva di commercializzare e di comunicare, da Palermo ad Agrigento. E' un mix di panorami e di luoghi impregnati di storia. L'escursione ad anello partirà da Castronovo di Sicilia ai piedi dell'altopiano del Kassar per poi scoprire l'antica Strada dei Mulini che raggiungerà Ponte Vecchio fino al Casale di San Pietro risalente al periodo bizantino posto lungo le rive del fiume Platani. La località, da diversi storici, viene indicata come l'antica stazione Comiciana, ubicata sull'antico tracciato romano che collegava Agrigento a Palermo, conosciuto come itinerario di Antonino.
Dopo aver guadato il fiume si giungerà alle Grotte di Capelvenere, che scavate direttamente nella roccia si ritengono essere una necropoli legata all'antico popolo dei Sicani. Il percorso continuerà fino a raggiungere la Cooperativa Agricola "Colle San Vitale" dove l'esperienza si arricchirà di una degustazione di prodotti di eccellenza locali. Al termine della degustazione, si riprenderà il cammino per ritornare al punto di partenza.
Il Cammino di San Giacomo - 14 aprile
L'entroterra siciliano, quello meno battuto dai turisti, è uno scrigno di storie che possono essere scoperte con un po' di pazienza da tutti coloro che decidono di viaggiare in certi luoghi. Quello di domenica non è un semplice trekking ma piuttosto un viaggio dentro sé stessi. Si tratta di un'escursione ad anello lunga 6 km facente parte della terza tappa del Cammino di San Giacomo, dalla Domus Hospitalis del Borgo di San Giacomo a Piazza Armerina, luogo in cui i Cavalieri del Tau di Altopascio accoglievano i pellegrini che muovevano verso la Terra Santa. Si attraverserà poi la Riserva Orientata Rossomanno Grottascura Bellia, ricca di eucalipti, conifere e un bosco che protegge dal sole e garantisce una piacevole esperienza protetta dal caldo del sole siciliano fino a raggiungere la Madonna del Cammino, piccola cappella che dona sostegno spirituale a tutti coloro che frequentano il bosco per tornare. Il ritorno a Piazza Armerina darà la possibilità di visitare questo splendido comune, famoso e conosciuto al mondo per i mosaici della Villa Romana del Casale e che custodisce meraviglie, nel suo centro storico barocco, come il Duomo o il Palazzo Trigona e il Castello Aragonese.
MALGRADOTUTTOWEB
Così il Prefetto di Agrigento Filippo Romano all'Assemblea dei sindaci di Aica. Il Presidente Alfonso Provvidenza: "Occorre individuare delle soluzioni che consentano di uscire dalla crisi con una serie di interventi nel brevissimo periodo".
Crisi idrica, Assemblea dei sindaci di Aica ieri pomeriggio ad Agrigento nell'aula Luigi Giglia del Libero Consorzio Comunale per individuare tempestive soluzioni.
"Lo stato di emergenza è alle porte ma ci sono delle cose che potremmo fare noi - ha detto il prefetto Filippo Romano aprendo l'incontro - Intanto, dobbiamo capire se veramente stiamo utilizzando tutte le risorse disponibili o se ci sono fonti anche private per le quali, ritengo, ci siano gli estremi per la requisizione che deve comportare, ovviamente, anche un indennizzo. Dovremmo, quindi, cominciare da un censimento. In tal senso, chiedo ad Aica e ai sindaci di farci sapere da quali fonti scaturisce l'approvvigionamento di acqua. Spetta ad Aica il compito di esaminarne la qualità così da stabilire se può essere utilizzata per uso umano o irriguo. È necessaria la collaborazione di tutti".
"La situazione idrica è in piena emergenza - ha spiegato il presidente dell' Assemblea dei Sindaci di AICA Alfonso Provvidenza - e occorre individuare delle soluzioni che consentano di uscire dalla crisi con una serie di interventi nel brevissimo periodo. Nel corso dell'Assemblea si è discusso della possibilità di requisire dei pozzi per soddisfare la domanda di acqua. La carenza della risorsa idrica può essere superata non solo attraverso un migliore utilizzo delle risorse che abbiamo a disposizione ma anche con l'uso delle risorse dei pozzi, i quali devono essere messi a disposizione dai privati a favore dei cittadini. Si è anche parlato del possibile utilizzo dei dissalatori per il quale, ritengo, ci vorrà un po' di tempo per mettere in funzione uno dei moduli, così come rappresentato dal sindaco di Palma di Montechiaro. Questa è una questione che i sindaci non possono affrontare da soli, per questo chiediamo l'aiuto della Regione e dello Stato anche, se necessario, attraverso l'intervento della Protezione civile".
Tra gli altri interventi quello del sindaco di Agrigento Francesco Miccichè che si è detto "pronto a restituire il titolo di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 se la città dovesse essere ancora irrimediabilmente attanagliata dalla crisi idrica".
Hanno partecipato alla riunione anche il Consiglio di amministrazione e i dirigenti di Aica
ITALIAOGGI
Lo Stato spinge l'Intelligenza artificiale. Il sottosegretario Mantovano conferma: in dirittura un provvedimento su IA e cybersicurezza. Un miliardo di euro per entrare nel capitale delle imprese.
Lo Stato entrerà nel capitale di rischio delle imprese operanti nei settori dell'intelligenza artificiale, della cybersicurezza e del quantum computing. Le risorse messe a disposizione ammontano a un miliardo di euro, che verranno utilizzate per l'assunzione di partecipazioni nelle pmi innovative e con elevato potenziale di sviluppo. È quanto prevede il provvedimento sull'intelligenza artificiale (IA) su cui il governo sta lavorando e che dovrebbe andare al vaglio del consiglio dei ministri in tempi relativamente brevi. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio per l'Innovazione Alessio Butti lo aveva annunciato per prima di Pasqua. "A breve il governo emanerà un testo sull'intelligenza artificiale", ha detto ieri Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, intervenendo a un evento organizzato dall'Agenzia per la sicurezza nazionale. Non è ancora chiaro se sarà un ddl o un decreto, ma dopo che l'Ue si è dotata di nuovi strumenti per vigilare sullo sviluppo delle nuove tecnologie, l'esecutivo vuole porre la questione della sicurezza finanziando le imprese impegnate nell'IA e controllandole dall'interno.
L'obiettivo del governo è quello di supportare lo sviluppo di imprese operanti nei settori dell'intelligenza artificiale, della cybersicurezza, del quantum computing, delle telecomunicazioni e delle relative tecnologie. Il sostegno potrà avvenire sia tramite la creazione di poli di trasferimento tecnologico e programmi di accelerazione operanti nelle medesime tecnologie, sia favorendo la crescita e il consolidamento di imprese nazionali operanti nei medesimi settori. Per perseguire tale finalità verrà messo a bilancio l'importo complessivo di un miliardo di euro per l'assunzione (diretta o indiretta) di partecipazioni nel capitale di rischio di:
a) pmi con elevato potenziale di sviluppo ed innovative, aventi sede operativa in Italia, che operano nelle tecnologie dell'intelligenza artificiale, della cybersicurezza e del quantum computing, nonché nel settore delle telecomunicazioni con particolare riferimento al 5G e alle sue evoluzioni, al mobile edge computing, alle architetture aperte basate su soluzioni software, al Web3, all'elaborazione del segnale, anche in relazione ai profili di sicurezza e integrità delle reti di comunicazione elettroniche; per ottenere il sostegno statale tali imprese dovranno trovarsi in fase di sperimentazione (seed financing), di costituzione (start up financing), di avvio dell'attività (early- stage financing) o di sviluppo del prodotto (expansion, scale up financing);
imprese anche diverse da quelle di cui alla precedente lettera a), finalizzate alla creazione e allo sviluppo di campioni nazionali nei settori e nelle tecnologie di cui alla lettera a).
Risorse
Le operazioni di assunzione di partecipazioni nel capitale di rischio verranno effettuate mediante l'utilizzo delle risorse del Fondo di sostegno al venture capital (comma 209, legge di bilancio n. 145/2018), sia mediante la sottoscrizione, direttamente o indirettamente, di quote o azioni di uno o più fondi per il venture capital, sia mediante coinvestimento da parte di altri fondi per il venture capital.
La normativa Ue
La legge sull'IA è stata approvata lo scorso marzo dal Parlamento europeo per promuove l'innovazione ma anche per proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio e assicurando all'Europa un ruolo guida nel settore. Gli stati membri dovranno istituire e rendere accessibili a livello nazionale spazi di sperimentazione normativa e meccanismi di prova in condizioni reali (sandbox), in modo che pmi e start-up possano sviluppare sistemi di IA innovativi e addestrarli prima di immetterli sul mercato.
LENTEPUBBLICA
Il datore di lavoro può controllare la posta elettronica del dipendente?
Vediamo se è legale che il datore di lavoro controlli la posta elettronica di uno dei dipendenti, per cercare un illecito.
Se c'è un illecito da confermare, da parte di un dipendente, il datore di lavoro ha la possibilità di controllare la sua posta elettronica?
Dopo l'istituzione della riforma del lavoro del 2015 (il Jobs Act), si sono fatti più sottili i limiti tra controlli e privacy, fra datore di lavoro e dipendenti.
Ma è pur vero che un accesso libero viene considerato illegittimo. Ecco allora quali sono i limiti.
Posta elettronica dipendente: il datore di lavoro può controllarla indistintamente?
Secondo la legge, possono essere effettuati dei controlli sulla messaggistica elettronica dei dipendenti, da parte del datore di lavoro, solo nei seguenti casi:
Se avvengono sull'account aziendale (che è di proprietà del datore di lavoro);
Se il dipendente viene informato della possibilità dei controlli sulle mail, prima dell'inizio del lavoro (l'informativa deve essere preferibilmente in forma scritta);
In caso di "sospetto fondato" di un eventuale illecito da parte del dipendente.
Esclusi questi casi, il datore di lavoro non può controllare la mail dei suoi dipendenti (o ex dipendenti).
Licenziamento dipendente a causa di una mail: è possibile?
Se il datore di lavoro viene a conoscenza di un illecito, all'interno di una mail (come la divulgazione di informazioni riservate o commenti fatti per screditare il vertice aziendale), c'è la possibilità di licenziare il dipendente.
Ma il licenziamento può essere possibile solo se
Il dipendente era stato informato della possibilità di controllo della sua posta elettronica;
Il controllo della mail viene fatto dopo la notizia della condotta illecita e quindi dopo l'insorgere del sospetto.
In una sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma, pubblicata lo scorso 14 febbraio 2024, è stato annullato il licenziamento di un dirigente di una compagnia aerea.
L'azienda aveva ritenuto giusto il licenziamento, perché aveva trovato delle mail denigratorie, nei confronti della governance aziendale, nella casella postale del dipendente.
Le informazioni, però, erano state ottenute tramite un accesso illecito del manager, violando l'art.4 dello Statuto dei Lavoratori e la normativa europea e nazionale sulla privacy. Per questo, il Tribunale ha annullato la decisione precedente, reintegrando il dipendente licenziato.
Perciò, il controllo delle mail può avvenire solo dopo l'insorgere di un "fondato sospetto" e non prima. Nel caso in oggetto alla sentenza, invece, i datori di lavoro avevano acquisito le mail, prima di avere il dubbio per la commissione dell'illecito.
LENTEPUBBLICA
Ecco il nuovo programma di scambio nella Pubblica Amministrazione.
Nel nuovo programma di scambio nella Pubblica Amministrazione, sono emerse diverse differenze tra le PA europee: vediamo nel dettaglio.
Si chiama Pace - Public Administration Cooperation Exchange e si tratta di un programma di scambio tra le amministrazioni pubbliche dei Paesi membri dell'Unione Europea.
L'obiettivo è quello di riportare al centro il ruolo del dipendente pubblico. Ed è proprio su questo tema che si è svolta la sessione del programma, organizzata a Roma dal 4 al 7 marzo, dal Dipartimento della Funzione Pubblica.
La FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche) ha ospitato le delegazioni delle amministrazioni pubbliche di Portogallo, Francia e Grecia, per una riflessione sul tema "Il dialogo sociale in una prospettiva evolutiva: gestione della contrattazione collettiva e dei rapporti di lavoro".
Vediamo nel dettaglio.
Programma di scambio Pubblica Amministrazione: ecco cosa c'è da sapere
Durante l'incontro, un vero e proprio "Erasmus delle pubbliche amministrazioni", c'è stato un interscambio di esperienze tra i vari paesi dell'Unione Europea, mettendo in luce i punti deboli delle Pa del nostro Paese.
Ma l'incontro ha anche mostrato come, oggi, essere dirigente e funzionario in una pubblica amministrazione italiana significa passare anche per la conoscenza delle altre esperienze europee, acquisire nuovi spunti e punti di vista importanti, da portare avanti insieme.
Le fragilità della Pubblica Amministrazione italiana
Durante il confronto, è emersa l'urgenza dell'Italia d'innovare il proprio sistema di pubbliche amministrazioni.
Nel nostro Paese, ci sono 3milioni e 200mila dipendenti pubblici: un numero molto ridotto rispetto ai 6milioni della Francia, a parità di abitanti e di sistema economico.
Inoltre, il numero scende a 2,8 milioni se consideriamo solo i dipendenti pubblici stabilizzati.
In una recente indagine di FLP, è stato notato che, se aumentassimo di un terzo la forza lavoro nella Pubblica Amministrazione, nei prossimi tre anni, avremmo un aumento del Pil del 10%.
Bisogna agire con un piano straordinario di assunzioni, che devono significare, non un costo, bensì un investimento. Perché maggiore personale si traduce in una maggiore produttività e una PA più efficiente.
Un'altra fragilità della PA italiana è sicuramente nella digitalizzazione, ormai materia di studio e oggetto di costante implementazione da parte delle amministrazioni europee.
In Italia, l'88% delle amministrazioni locali utilizza ancora procedure e strumenti analogici. Mentre, in altri Paesi come la Francia, il Portogallo e la Grecia post crisi, le nuove tecnologie rappresentano un vero e proprio traino, sia per il settore pubblico che per quello economico.
Altra fragilità è sicuramente l'età media dei dipendenti pubblici, troppo alta rispetto agli altri Paesi europei. In Italia, infatti, non c'è abbastanza ricambio generazionale e il nostro Paese è quello con l'età media dei dipendenti della PA più alta (pari a 50,7 anni).
Poco spazio ai giovani nella PA italiana, a causa degli stipendi troppo bassi, dei pochi scatti di carriera e della poca attenzione ai nuovi strumenti di lavoro (come lo smart working).